Milan – Atalanta 1-2: la decide Di Bello

Come era ampiamente prevedibile dalla designazione arbitrale, Di Bello e Valeri sono stati mandati per eliminarci e Di Bello e Valeri hanno fatto il loro dovere. Il secondo tempo di questa partita finirà nei tribunali come Inter-Verona e molto altro. Abbiamo visto un rigore assegnato per un intervento di un giocatore che prende la palla, abbiamo visto un rigore negato. Con calma ci dedicheremo poi ai pezzi di merda nella nostra tifoseria – gli interisti mancati che non volevano altro – ma il secondo tempo di questa partita fa capire ampiamente come ancora una volta in Italia i risultati vengono decisi prima ancora di scendere in campo.

Potevo parlare di Pioli, di come ancora una volta si è fatto sorprendere da una squadra che ha pressato alto grazie al fatto che il fallo tattico ormai non viene sanzionato – 13 falli Atalanta, 1 solo giallo al minuto 95. I gialli ovviamente li vinciamo noi perché non ci chiamiamo Barella e appena Leao o Theo fanno la stessa cosa scatta il giallo. Una partita totalmente pilotata dove l’Atalanta gioca 15 minuti e viene premiata con un regalo difensivo ed un rigorino vergognoso. Perché può piacere o no ma la partita oggi l’ha fatta il Milan per 85 minuti.

Oggi la qualificazione la decide non Pioli, non Gasperini la decide di Bello e la decide Valeri al VAR. Poi ci sono gli schifosi tra le nostre fila a cui andrebbe interdetto a vita l’ingresso a San Siro che godono perché si è fallito tutto al 10 gennaio, come se la Coppa Italia avesse cambiato qualcosa. Finché avremo questi utili idioti che tifano contro il Milan non si va da nessuna parte – oggi festeggiano a braccetto coi tifosi dell’Inter, ma a sto punto che facciano il salto e tifino direttamente i cugini. Merde!

P.s. sarà bellissimo quando usciranno le intercettazioni dei giornalisti che chiedevano rigore su una spinta dove non c’era nulla e non hanno detto niente su quanto successo nella ripresa.

MILAN – ATALANTA 1-2

Marcatori: 45’ Leao, 46’, 59’ Koopmeiners 

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria (61’ Simic), Gabbia (40’ Kjaer), Hernández, Jiménez (61’ Terracciano); Loftus-Cheek (73’ Giroud), Reijnders (73’ Adli), Musah; Pulisic, Jovi?, Leão. A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi; Romero, Zeroli; Traorè. All.: Pioli.

ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi; Scalvini (86’ Hien), Djimsiti, Kolašinac; Holm, de Roon (42’ Pasalic), Éderson, Ruggeri (77’ Zappacosta); Miran?uk, Koopmeiners (86’ Muriel); De Ketelaere (77’ Scamacca). A disp.: Musso, Rossi; Bakker, Palomino, Tolói, Zortea; Adopo. All.: Gasperini.

Arbitro: Di Bello di Brindisi

Ammoniti: Theo Hernandez, Leao, Ederson 

Espulsi: Gasperini 

Recupero: + 5’ pt, + 4’ st

Nervosismo a Narnia

E’ bastata una tabella, una semplice tabella, per fare scoppiare una narrazione intera. Quella dell’Inter che è fortissima, gioca un grande calcio ed è migliore di tutti. Narrazione a cui ha contribuito il nostro coach regalando un derby e a cui stanno contribuendo ogni domenica arbitri e VAR di tutta Italia. Mentre, però, ci si concentra su episodi arbitrali emerge un dato che ha del clamoroso – l’Inter riceve un cartellino giallo ogni 9 falli fatti. Una anomalia statistica al pari dei rigori che nessuno aveva mai tirato fuori prima di oggi.

Ovviamente la pravda narrazione nerazzurra – o come la chiamo io – l’unità di crisi della Pinetina, quella che per intenderci organizza interviste a Marotta con giornalisti amici e che dice agli allenatori di Salernitana ed Empoli di buttarla in vacca corre ai ripari. L’Inter fa il miglior calcio d’Italia, forse d’europa, ha il capocannoniere, ha la rosa più forte e campionissimi in ogni reparto. Se tieni palla è ovvio che ricevi meno cartellini, no? Le cose, però, non stanno così.

Citando l’analisi dell’utente @DuSanguinario, il possesso palla in campionato è Fiorentina 57.4%, Bologna 56.7, Napoli 58.8, Inter 56.3, Milan a 55.9, con il numero di falli diventa Fiorentina 245 falli (12.9 a gara), Bologna 238 (12.5), Napoli 188 (9.9), Inter 216 (11.4), Milan 212 (11.2). Queste squadre hanno quindi un possesso molto simile, ma trattato in maniera diversa: Fiorentina 41 ammonizioni, 1 giallo ogni 6 falli. Bologna 48+1 espulso, 1 ogni 5 falli Napoli 46 (+2 espulsi), 1 ogni 4.1 falli Milan 39 (+5 espulsi), 1 ogni 4.7 falli Inter 24, 1 ogni 9 falli.

Una gara di serie A in media ha 54′ di tempo effettivo, significa che la Fiorentina prende un giallo ogni 10.7 minuti di gioco con palla in possesso degli avversari il Bologna ogni 9.3 minuti, il Napoli ogni 9.2, il Milan ogni 10.7 l’inter? Ogni 18.7 minuti. Probabilmente la corazzata Inter, quella col miglior gioco dell’universo, spaventa così tanto gli avversari che questi non puntano mai l’uomo, non vanno mai in 1vs1 e fanno solo melina – vediamo cosa succede in Europa. Sorpresa – in Champions l’inter viene ammonita tanto quanto le altre Milan in A= 2.26 gialli a gara, in Champions= 2.8 Napoli in A= 1.83 gialli a gara, in Champions= 2.1 gialli a gara Inter in A= 1.26 gialli a gara, in Champions= 2. E il Milan aveva un girone molto più impegnativo e difficile delle squadre da Europa League giocate dai narniani.

Poi ci sono gli episodi: è difficile trovare una singola partita di questo campionato in cui l’Inter non ha beneficiato di un favore arbitrale. Alla prima giornata contro il Monza manca un rosso a Lautaro che entra piede a martello su Gagliardini, alla seconda manca un rigore al Cagliari per step on foot su Luvumbo, alla terza manca un rigore alla Fiorentina per trattenuta di Bastoni e Barella – Bastoni poi manderà a cagare l’arbitro platealmente e non verrà nemmeno ammonito. Il derby lo sappiamo tutti – viene sbloccato da un doppio fallo di Thuram su Thiaw e di Dumfries su Theo senza il quale l’Inter non avrebbe potuto chiudersi dietro a fare catenaccio e ripartenze e – magari – non lo avrebbe vinto. Ad Empoli ci sono due falli nella stessa azione che porta al gol di Dimarco – rigore netto negato all’Empoli, fallo e gol con fuorigioco. Contro il Frosinone l’Inter beneficia di un rigore grazie ad un tuffo, contro la Juventus pareggia grazie ad un fallo di Darmian su Chiesa.

A Napoli ci ricordiamo bene cosa è successo – l’azione dell’1-0 nasce da un placcaggio di Lautaro su Lobotka e poi viene negato un rigore al Napoli per fallo su Oshimen. Contro il Lecce Carlos Augusto blocca di gomito un tiro diretto verso la porta. Arriviamo a Genova, quindi, con la spinta di Bisseck su Strootman seguita dallo scandalo arbitrale contro il Verona. Mi permetto di dire che in questi giorni abbiamo assistito a Salernitana ad Inter segnare a Milan e Verona con l’uomo a terra mentre quando a terra è rimasto Acerbi, a Genova, l’arbitro ha immediatamente fermato il gioco.

Insomma, se andiamo a vedere nel dettaglio le partite dell’Inter scopriamo che esiste la narrazione della pravda al soldo del bravo dirigente, poi c’è la realtà del campo. L’Inter ha sbloccato diverse partite grazie a rigorini ma soprattutto grazie ad interventi fallosi non fischiati come tali. Interventi che puoi permetterti quando, appunto, ricevi un giallo ogni 18 minuti di possesso o ogni 9 falli – falli che vengono fischiati molto meno del normale. Almeno non ci prendano per il culo nascondendo tutto sotto il tappeto come ai tempi della Juventus – persino la curva Nord si è accorta di quanto l’Inter venga favorita in questo campionato, ed è tutto dire.

Le giustificazioni – peraltro – ricordano proprio quelle dei bianconeri qualche anno fa. Hanno vinto i derby, sono primi quindi sono forti. Il resto non conta. Quello però è conseguenza di quanto sopra, non causa. Di certo sarà molto divertente vedere questo derby tra lealisti al vecchio regime e lealisti a Marotta che si contendono la scena mediatica facendo a gara a chi urla di più e ultras nerazzurri che ci danno lezioni di deontologia giornalistica mentre continuano a dire che Giroud fa fallo su Sanchez e al Milan han regalato un campionato.

Per fortuna che tra poco si gioca la Supercoppa dove Barella e Calhanoglu rischiano di non giocare la semifinale o la finale qualora dovessero prendere un giallo. A meno che non cambino le regole all’ultimo facendogli scontare l’eventuale diffida nella prossima partita di Serie A – ma dubito che una lega seria si presti a queste cose ad una settimana dal torneo, giusto?

Empoli – Milan 0-3: nei parametri?

Con tutto il rispetto per le critiche, questa squadra è comunque dentro i suoi parametri. Se ci fosse ancora Paolo Maldini oggi al Milan probabilmente direbbe così. In fondo ha detto così lo scorso anno dopo 38 punti nelle prime 19 partite e dopo uno 0-4 subito contro la Lazio. Non c’è alcuna ragione per cui direbbe diversamente dopo 39 punti nelle prime 19 partite. Ma per fortuna Maldini non c’è più e sia la dirigenza che i tifosi hanno ambizioni diverse – per cui 39 punti nelle prime 19 partite, un risultato per cui chiunque avrebbe messo la firma due o tre anni fa, non possono essere in alcun modo soddisfacenti visto l’organico a disposizione del tecnico.

Ad Empoli è in realtà andata in scena una partita non diversa da Napoli e Lecce – una gara che sembra totalmente in discesa, un primo tempo dominato e chiuso con un doppio vantaggio e poi il solito, totale, blackout mentale che costringe tutti in difesa a non capirci niente. Cambiaghi e Cancellieri ad un certo punto sembravano Mbappé e Cristiano Ronaldo contro la nostra difesa, entravano dove e come volevano. Ci ha saltato Maignan e ci ha salvato due volte Theo Hernandez e oggi è andata bene ma questo non può mai essere il modo di controllare un doppio vantaggio in trasferta.

Per il resto non c’è niente che già non sapessimo. Al completo il Milan ha il migliore organico del campionato con buona pace di chi sta rubando dalla giornata 1 e vincendo partite grazie a placcaggi rugbistici e VAR accesi a convenienza. E’ una squadra molto forte che però deve lavorare molto sulla fragilità muscolare, dovuta sia alla preparazione sia al modo di giocare, sia sull’aspetto mentale e c’è un solo allenatore in giro che è in grado di sistemare velocemente entrambe le cose.

Due parole sui singoli oggi: Giroud ci sta costringendo a giocare in 10 e non è più pensabile farlo giocare a prescindere contro lo Jovic visto l’ultimo mese. Calabria ha mostrato molte limitazioni in difesa oggi ma con Pulisic in attacco ha una intesa che crea parecchie azioni pericolose – se si riuscisse a sgravarlo da compiti difensivi non sarebbe male. La difesa nel bene o nel male mi sembra comunque migliore con Kjaer che con Tomori – o meglio, semplicemente, senza Tomori non possiamo azzardarci a difendere a centrocampo con tutto ciò che ne consegue.

Ora arrivano due partite molto importanti contro Atalanta e Roma – per la Champions abbiamo preso un margine di 7 punti che è un margine interessante, motivazione per cui non sottovaluterei troppo la gara di mercoledì sera che ci potrebbe aprire porte molto importanti (una semifinale contro Bologna o Fiorentina sarebbe giocabile e se vinta aprirebbe le porte della Supercoppa e relativi soldi).

EMPOLI-MILAN 0-3

Marcatori: 11’ Loftus-Cheek, 31’ Giroud, 88’ Chaka Traoré.

EMPOLI (4-2-3-1): Caprile; Ebuehi (dal 28’ Ranocchia), Ismajli, Walukiewicz, Luperto; Grassi (dal 74’ Marin), Maleh; Gyasi, Baldanzi (dal 57’ Cancellieri), Cambiaghi; Caputo (dal 74’ Maldini). A disp.: Berisha, Perisan; Indragoli, Destro, Shpendi, Sodero. All.: Andreazzoli.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria (dal 70’ Bartesaghi), Kjær (dal 84’ Gabbia), Hernández, Florenzi (dal 35’ Jimenez); Loftus-Cheek (dal 70’ Musah), Adli, Reijnders; Pulisic, Giroud, Leão (dal 84’ Chaka Traoré). A disp.: Mirante, Nava, Simi?, Romero, Zeroli; Jovi?. All.: Pioli.

Arbitro: La Penna di Roma 1.

Ammoniti: 41’ Calabria, 54’ Jimenez, 81’ Marin.

Recupero: 3′ 1T, 3’ 2T.

Milan – Cagliari 4-1: la differenza con l’anno scorso

La partita di oggi – e se vogliamo anche quella di campionato – esprime tutta la differenza tra il Milan dello scorso anno che scese in campo perdendo col Torino e quello di quest’anno che elimina agilmente il Cagliari con un punteggio tondo, nonostante forse ancora più cambi. Sono le riserve all’altezza perché là dove c’era Origi oggi c’è Jovic come caso principe. Non è un caso che rispetto allo scorso anno quando non riuscivi nemmeno a battere la Cremonese il Milan quest’anno è riuscito a vincere più e meglio con formazioni rimaneggiate senza Leao tra l’11 titolare.

La partita oggi è stata facile. Facile sia per l’avversario, ma anche facile perché i primavera sono forti e sono forti proprio grazie al lavoro di Moncada visto che proprio la primavera era la sua area principale di lavoro ed oggi è una delle più forti sia in Italia (dove devono sistematicamente fermarla con vergogne arbitrali) che in Europa. Simic e Jimenez sono quelli che mi hanno colpito più di tutti, anche se è facile forse fare bella figura da difensore – rivedibile Traoré nonostante il gol.

Devo dire che non mi convinceva tanto la scelta di imbottire la squadra di seconde linee ma a differenza dello scorso anno queste ultime hanno fatto di tutto per mettersi in mostra e provare a convincere l’allenatore (a parte Romero che è oggettivamente una roba vergognosa). Avevo paura di uscire soprattutto nel momento in cui hai una possibile autostrada per la finale visto che l’Inter è uscita e la Juventus è dall’altra parte che vuol dire anche qualificazione alla Supercoppa del prossimo anno. Non capisco perché però siano stati messi Leao e Pulisic a gara già chiusa invece di far riposare Theo e Rejinders.

Vorrei concludere con due parole per quelli che dopo un 4-1 si sono messi ad attaccare la partita di Chukwueze. Se la tua prima preoccupazione è attaccare Chukwueze (che ha comunque fatto due bei gol in Champions) dopo una partita vinta 4-1 sei solamente in malafede. Ma – in fondo – ti capisco, su tutti gli altri acquisti nonostante ci hai provato non puoi dire nulla sono stati tutti azzeccatissimi e l’hai presa in culo pure su Jovic. Non ti rimane che il nigeriano, cara la mia vedova di merda.

MILAN-CAGLIARI 4-1

Marcatori: 29′, 42′ Jovic, 50′ Traorè, 88′ Azzi, 91′ Leao

MILAN (4-2-3-1): Mirante; Calabria (dal 61′ Florenzi), Simi?, Hernández, Jiménez (dal 80′ Bartesaghi); Adli, Reijnders (dal 80′ Zeroli); Chukwueze, Romero (dal 70′ Pulisic) Traorè (dal 70′ Leao); Jovi?. A disp.: Maignan, Nava; Kjær, Nsiala; Loftus-Cheek; Giroud. All.: Pioli. 

CAGLIARI (4-3-1-2): Radunovi?; Di Pardo (dal 72′ Zappa), Wieteska, Obert, Hatzidiakos; Deiola, Makoumbou, Jankto (dal 63′ Azzi); Mancosu (dal 72′ Sulemana); Petagna (dal 63′ Pereiro), Luvumbo. A disp.: Aresti, Scuffet; Capradossi, Goldaniga; Viola; Oristanio. All.: Ranieri.

Arbitro: Prontera di Bologna.

Ammoniti: Di Pardo, Deiola, Azzi

Recupero: 1′ pt, 3′ st

Milan – Sassuolo 1-0: un altro TUM di Pulisic

Ma che giocatore è Pulisic? Nettamente superiore a tutti in campo, Leao compreso. La risolve lui una partita molto difficile (qua l’Inter ci ha perso) dove nel primo tempo non brilliamo. E’ anche vero che a sto giro siamo riusciti a rischiare relativamente poco rispetto a quello a cui eravamo abituati, Maignan ha fatto solo una parata su tiro da fuori di Berardi. Per il resto cambia poco, siamo sempre messi in campo male ma l’infortunio di Tomori perlomeno obbliga la squadra a non giocare con la difesa a 40 metri da Maignan e si è visto sia nella maggior qualità dei contropiedi nel secondo tempo, sia in generale quasi nessuna palla veramente pericolosa per la nostra porta.

Per il resto siamo ancora terzi e siamo ancora in linea con l’anno scorso grazie a giocate individuali – principalmente di Pulisic che si integra molto bene con Calabria (guarda caso tra i migliori oggi) e supplisce un Leao veramente pessimo che non vince un duello in velocità e come sempre non riesce a fare un cross o un passaggio o un tiro che non sia impreciso o fuori tempo. La notizia è che Leao oggi si è preso giustamente i fischi di San Siro dopo essersi preso anche qualche cazziatone da Calabria in campo. Non so se siamo ad un punto di rottura o meno – ma non mi dispiacerebbe vedere investiti a questo punto i soldi della clausola.

Si è visto Bennacer a centrocampo finalmente titolare proprio nel momento in cui lo perderemo per una competizione di basso livello in un continente arretrato grazie alla dittatura della FIFA che non tutela chi paga gli stipendi. Rejinders oggi ha fatto una partita sotto le aspettative ma comunque buona e comunque reggendo da solo l’intero reparto perché Loftus-Cheek dopo l’infortunio non si è mai più rivisto ai livelli del PSG.

Chiudo quindi con un bilancio di questo 2023 in cui il Milan ha giocato 55 partite con 25 vittorie, 14 pareggi e 16 sconfitte con una media punti in campionato di 1,78 punti/partita. Il Milan è fermo a 36 punti in questo girone d’andata che non è un risultato troppo lontano da quello dello scorso anno (l’Inter poi finalista in Champions chiuse a 37 e lo stesso Milan a 38) nonostante una narrazione delle vedove del dirigente balearico che vede questo Milan molto peggio dello scorso anno.

Siamo molto peggio sì, a livello di gioco – ma siamo molto meglio a livello di organico. E infatti le giocate individuali di Pulisic e Rejinders ci hanno di fatto sorretto in questo girone d’andata. Purtroppo difficilmente vedremo questa rosa in mano ad un allenatore migliore vista anche l’abolizione del decreto crescita che costringerà a una cessione questa estate. Pioli rimarrà fino a giugno, poi si cambierà – me ne sono fatto una ragione io, se la faccia chi pateticamente tifa contro.

MILAN-SASSUOLO 1-0

Marcatori: 59’ Pulisic.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Kjær (dal 81 Simic), Hernández, Florenzi; Loftus-Cheek (dal 74’ Zeroli), Bennacer (dal 63’ Adli), Reijnders; Pulisic, Giroud (dal 63’ Jovic), Leão (dal 81’ Chukwueze). A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Jiménez, Nsiala, Kruni?, Romero, Traorè. All.: Pioli.

SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli; Toljan, Erli? (dal 46’ Tressoldi), Ferrari, Pedersen; Thorstvedt (dal 89’ Ceide), Henrique; Berardi (dal 70’ Castillejo), Bajrami (dal 65’ Volpato), Laurienté (dal 89’ Mulattieri); Pinamonti. A disp.: Cragno, Pegolo; Missori, Viti; Lipani; Álvarez. All.: Dionisi.

Arbitro: Marinelli di Tivoli.

Ammoniti: 88’ Castillejo.

Recupero: 1′ 1T, 4’ 2T.

Salernitana – Milan 2-2: doveri di cronaca

I due minuti di recupero che non vengono dati in un recupero in cui si è giocato si e no 30 secondi è la prova di come oggi si può tranquillamente condizionare la partita. La si condiziona quando il primo giallo a Mazzocchi è dato al minuto 71 nonostante pugni, spinte e trattenute ripetute su Leao che ne è risultato condizionato oltre ogni modo. Se aggiungiamo un rigore di Fazio e non aver fermato il gioco con Tomori a terra ecco che ne esce una partita schifosa dove comunque Pippo Inzaghi ha letto bene Pioli tenendo due esterni che corrono belli alti a sfruttare lo spazio, un po’ come faceva da no quando aveva Menez (e infatti batté Roma e Napoli che in quegli anni non battevamo).

La Salernitana arrivava da tre sconfitte con due gol segnati e nove subiti. Aveva perso mae così come l’Atalanta prima di affrontarci, così come l’Udinese e il Dortmund. Se tante squadre vincono l’unica partita delle 6-7 che giocano con te, evidentemente il problema sei tu. Sentiremo vedove del campione spagnolo di Padel dire che il Milan non ha la rosa per battere Udinese e Salernitana quando basta vedere la partita di stasera per capire come la squadra ormai giochi completamente spaccata in due tronconi, senza nemmeno più pressare e senza movimenti senza palla rimanendo ancorata alle giocate individuali.

Il paradosso di tutto questo è che – come direbbe il giustamente esonerato – il Milan è nei parametri. Se la Champions League è tradizionalmente a quota 70 punti il Milan con 33 punti su 17 è nella media per finire sopra i 35 l’andata. Il Milan ha comunque mostrato una piccola crescita rispetto all’ultimo girone visto che lo scorso anno il girone di ritorno era stato finito con la miseria di 32 punti e una Champions conquistata grazie al procuratore Chiné. Lo scorso anno si erano accettati per via di una fortunata Champions dove siamo usciti più forti di quanto eravamo evitando tutte le big – quest’anno vista la rosa giustamente non si perdona niente.

Mi chiedo cosa si aspetti ancora per cacciare Pioli e prende almeno un Donadoni da qua a Luglio. Anche stasera abbiamo assistito all’infortunio muscolare di un difensore, l’ultimo. Troppi per credere che siano solamente un caso. Ci sono tanti, tantissimi segnali di body language per cui a questa squadra non frega più un cazzo – Pioli ignorato dai giocatori, i giocatori che non protestano dopo un gol subito con l’uomo a terra. Si sapeva che la stagione sarebbe stata buttata nel cesso nel momento in cui si è deciso per la conferma di Pioli ed è finita esattamente in questo modo.

Non c’è più niente da chiedere a quest’annata se non una tranquilla qualificazione nelle quattro – comunque fallita sul campo l’anno scorso – quindi un piccolo miglioramento. Al prossimo allenatore chiedo di cominciare a lavorare sulla fase difensiva perché il Milan i gol li fa ma continua a prenderne troppi e continua a prenderne di stupidi.

SALERNITANA-MILAN 2-2

Marcatori: 17’ Tomori, 42’ Fazio, 63’ Candreva, 90’ Jovic.

SALERNITANA (4-3-2-1): Costil; Mazzocchi (dal 78’ Bronn), Fazio, Pirola (dal 62’ Gyömbér), Bradari?; Coulibaly, Kastanos (dal 78’ Martegani), ??gowski; Candreva, Dia; Tchaouna (dal 78’ Cabral). A disp.: Fiorillo, Salvati, Daniliuc, Lovato, Sambia; Bohinen; Botheim, Ikwuemesi, Simy. All.: F. Inzaghi.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Tomori (dal 65’ Florenzi), Kjær (dal 46’ Simic), Hernández; Loftus-Cheek, Bennacer (dal 70’ Jovic), Reijnders; Pulisic (dal 70’ Chukwueze), Giroud, Leão. A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Jiménez, Nsiala; Adli, Kruni?, Romero, Zeroli. All.: Pioli.

Arbitro: Doveri di Roma 1.

Ammoniti: 33’ F. Inzaghi, 35’ Leao, 44’ Kastanos, 71’ Mazzocchi, 74’ Gyömbér.

Espulsi: 90’+4 Fiorillo.

Recupero: 2′ 1T, 5’ 2T.

Milan – Monza 3-0: individualità

Il Milan vince una partita molto difficile con una squadra bene allenata e lo fa nel suo stile – con quello di una delle rose più forti del campionato vittima di un allenatore indecente e di infortuni muscolari che si avvicendano uno dietro l’altro. La partita oggi si mette in discesa di fatto grazie ad una giocata individuale di Rejinders che riesce, finalmente, a trovare il suo primo gol a San Siro. Da lì facciamo quello che piace meglio a Pioli, tutti dietro e contropiede. Il 2-0 arriva su corner, il 3-0 è un contropiede a cui ne seguiranno due sprecati.

Nota a margine: il Milan sta invertendo la tendenza rispetto allo scorso anno perché al momento, in attesa delle ultime 3, con le piccole ha perso solamente cinque punti: tre vs Udinese e due vs Lecce. Le piccole le batti nonostante l’allenatore e nonostante le voragini a centrocampo perché finalmente davanti hai più qualità e non può essere altrimenti quando al posto di Origi, CDK e Saelemakers hai Okafor, Jovic, Chukwueze e Pulisic.

Poi restano le voragini a centrocampo, resta Maignan che è costretto alla solita super-parata (che è una risorsa ma anche un problema allo stesso tempo visto che vuol dire che qualcosa hai sbagliato), resta Colombo che due volte viene servito bene e il solito schema sul calcio d’angolo che ci costa un gol contro Lecce e PSG che per fortuna non punisce perché Carboni colpisce male.

Pioli si salverà ancora ma la squadra continua ad avere gli stessi problemi – ne esce vincente solo perché la rosa è troppo forte per perdere punti in queste partite grazie al lavoro di Furlani. In 48 ore in compenso si sono rotti Musah, Pobega e Okafor e nessuno chiederà conto a Pioli della cosa, nascondendosi dietro ad un generico continueremo a lavorare. Mi permetto di chiudere commentando una buona partita di Simic che purtroppo non ha mai visto il campo finché non era assolutamente necessario esattamente come successo in passato a Kalulu e Thiaw.

Ora ci sono quattro giorni di riposo e poi venerdì sera ultima prima di natale a Salerno. Avendo solo due partite da qua a fine anno (con la coppa italia il 2 gennaio) mi aspetto di vedere meno infortunati e più recuperi ed un Milan fisicamente in salute. Il problema, semmai, sarà quando si dovrà cominciare a giocare in Europa League i cui calendari sono fisicamente complicati e impattano poi nelle prestazioni in campionato da qua a fine anno.

MILAN-MONZA 3-0

Marcatori: 3’ Reijnders, 41’ Simic, 76’ Okafor.

MILAN (4-3-3): Maignan; Florenzi, Kjær (dal 67’ Bartesaghi), Tomori, Hernández; Loftus-Cheek (dal 67’ Bennacer), Reijnders, Pobega (dal 24’ Simic); Pulisic, Giroud, Leão [dal 67’ Okafor (dal 80’ Chukwueze)]. A disp.: Mirante, Nava, Jiménez, Nsiala; Adli, Kruni?, Romero, Jovi?. All.: Pioli. 

MONZA (3-4-1-2): Di Gregorio; D’Ambrosio, Caldirola, Carboni A. (dal 80’ Izzo); Pereira, Gagliardini, Pessina (dal 64’ Akpa-Akpro), Kyriakopoulos (dal 54’ Ciurria); Colpani (dal 63’ Carboni V.); Mota, Colombo (dal 54’ Mari?). A disp.: Gori, Sorrentino; Bettella, Birindelli, Carboni F., Cittadini, Donati, Bondo, Machin, Vignato. All.: Palladino.

Arbitro: Aureliano di Bologna.

Ammoniti: 34’ Reijnders, 55’ Carboni A, 90’+2 Gagliardini.

Recupero: 2′ 1T, 4’ 2T.

Newcastle – Milan 1-2: Europa League

Finisce come era prevedibile l’ultima serata di Champions League, con il Milan eliminato dalla competizione nonostante la vittoria perché il Dortmund non batte il Paris SG in casa propria. Pesa come un macigno il rigore inventato nella scorsa gara tra PSG e Newcastle che di fatto ci ha buttato fuori, pesa come un macigno anche l’errore di Leao nella partita di San Siro che ci ha compromesso la qualificazione già alla prima giornata.

La partita non la commento nemmeno – il primo tempo è una delle robe più orripilanti del Milan col Newcastle che ovviamente sfruttava le nostre voragini a centrocampo, Rejinders sembrava Biglia costantemente in ritardo, ci salvano un miracolo sulla linea di Tomori e una parata di Maignan. Nel secondo tempo rientriamo in gioco con un angolo totalmente casuale dove Pulisic riesce a mettere in rete.

Il Newcastle sbraga completamente e la partita si mette sul terreno che piace a Pioli: il tennis, la roulette russa. Tutti avanti, tutti dietro, tutti avanti, tutti dietro. Stavolta la spuntiamo noi con Chukwueze (ma non era scarso?) in contropiede. Potremmo pure dilagare a quel punto ma Jovic e Tomori sbagliano. Si guarda solo a Dortmund dove però prevale la linea “meglio due feriti che un morto” – al Dortmund va bene vincere il girone, al PSG passare.

Penso che questo degli ultimi tre sia stato il girone migliore per livello di prestazioni – purtroppo gli avversari erano tutti di livello. La partita ha dimostrato ancora una volta l’ottimo mercato e che il Milan semmai ha bisogno di avere un allenatore all’altezza in grado di farlo rendere al meglio. Per la Champions ci vedremo sperabilmente il prossimo anno dove il sorteggio peserà molto meno in favore della classifica unica e di otto avversarie diverse da affrontare invece che tre.

NEWCASTLE-MILAN 1-2

Marcatori: 33’ Joelinton, 59’ Pulisic, 84’ Chukwueze.

NEWCASTLE (4-3-3): Dúbravka; Trippier (dal 63’ Burn), Lascelles, Schär, Livramento; Miley (dal 71’ Longstaff), Guimarães, Joelinton; Almirón, Wilson, Gordon (dal 62’ Isak). A disp.: Harrison, Karius, Dummett, Hall. All.: Howe.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Tomori, Hernández, Florenzi; Loftus-Cheek (dal 72’ Pobega), Reijnders, Musah (dal 83’ Chukwueze); Pulisic (dal 73’ Jovic), Giroud (dal 83’ Okafor), Leão (dal 88’ Bartesaghi). A disp.: Mirante, Nava, Nsiala; Adli, Kruni?, Pobega; Chukwueze, Okafor, Traorè. All.: Pioli.

Arbitro: Danny Makkelie (NED).

Ammoniti: 40’ Leao, 45’+1 Maignan, 78’ Jovic, 80’ Musah, 90’ Florenzi.
Recupero: 2′ 1T, 4’ 2T

Atalanta – Milan 3-2: commentate voi

Sarò breve. E’ sabato sera, ho visto lo show di La Penna al limite del vergognoso dopo il 2-2 che ha cominciato ad ammonire a destra e a manca ad ogni contatto. Ho visto lo show di Pioli che non ci ha capito un cazzo dall’inizio alla fine. Ho visto Jovic pareggiare il record di gol di Origi al 9 dicembre – per chi ancora difende quella roba schifosa. Non ho voglia di rovinarmi il sabato per cui – oggi – lascio a voi. Abbiamo perso un anno per non aver cacciato Maldini lo scorso anno, ne abbiamo perso un altro per non aver cacciato Pioli quest’estate. Per la partita lascio a voi, c’è una bella sezione commenti qua sotto.

Buona serata.

ATALANTA-MILAN 3-2
Marcatori: 38’ e 55’ Lookman, 45’+2 Giroud, 80’ Jovic, 90’+5 Muriel

ATALANTA (4-3-1-2): Musso; Zappacosta, Djimsiti, Scalvini, Ruggeri (dal 90’+8 Holm); Pašali? (dal 87’ Adopo), de Roon, Éderson; Koopmeiners; Lookman (dal 82’ Miran?uk), De Ketelaere (dal 82’ Muriel). A disp.: Carnesecchi, Rossi; Bonfanti, Del Lungo, Hateboer, Zortea, Colombo, Manzoni, Mendicino; Cissé. All.: Gasperini.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Tomori, Hernández, Florenzi; Loftus-Cheek (dal 72’ Jovic), Reijnders (dal 88’ Adli), Musah; Chukwueze (dal 59’ Bennacer), Giroud, Pulisic. A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Simi?, Kruni?, Pobega, Romero, Traorè. All.: Pioli.

Arbitro: La Penna di Roma 1.

Ammoniti: 71’ Reijnders, 72’ Ederson, 81’ e 90′ +3 Calabria, 88’ Jovic, 90’+2 Bennacer.
Espulsi: 90’+3′ Calabria.

Milan – Frosinone 3-1: oggi solo numeri

Per stasera vi propongo un postpartita diverso dal solito. Dopo le ennesime, accuse, strumentalizzate, di una rosa più scarsa dello scorso anno sfruttando un insieme di partite più difficili tra campionato e – soprattutto – Champions, stasera vi rispondo coi numeri.

Lo scorso anno quando Leao non ha messo piede in campo per squalifica o infortunio il Milan in campionato ha perso tre partite su tre. Quando è subentrato invece i risultati sono stati un 4-1 al Monza, uno 0-0 alla Cremonese, una sconfitta 1-0 vs Inter, l’eliminazione in Coppa Italia vs Torino e tre pareggi con Empoli, Bologna e ancora Cremonese in casa. Perché sì, il tanto attaccato (dai servi dell’ex dirigente e dell’attuale allenatore) mercato al 2 di dicembre ha prodotto 14 goal + assist. Lo scorso anno furono in tutto 4.

Siamo ad un punto dal rendimento dello scorso anno e siamo poco prima del momento del crollo, il tutto con un calendario criminale ed un momento di infortuni ben oltre la soglia della normalità. Insomma, nonostante i vergognosi attacchi strumentali dovuti anche ad un girone di coppa ben più difficile la materia prima c’è e lotta nonostante tutto. Chi attacca il mercato di questa estate lo fa in una maniera vergognosa con un vedovismo strumentale che non si addice ai tifosi del Milan.

Non ho altro da dire, se non che a questo punto l’ex garante (a proposito, se Jovic fa un altro gol da qua alla fine pareggia Origi, di cui ha preso il posto ma costando molto meno) volesse fare qualche altra intervista visto che ci portano bene lo aspettiamo volentieri. Mi spiace invece per chi non è tifoso del Milan e da Agosto sta tifando contro per tifare per i loro personali idoli. Si consigliano per questi solamente tanto maalox.

Concludo con un commento sulla partita: Theo Bernard Francois Hernandez.

MILAN – FROSINONE 3-1

MILAN (4-3-3): Maignan, Calabria; Tomori, Theo Hernandez, Florenzi; Loftus-Cheek (dal 79′ Pobega), Musah, Reijnders (dal 79′ Bennacer), Chukwueze (dal 64′ Adli), Jovic (dall’85’ Camarda), Pulisic (dal 79′ Chaka Traoré). Allenatore: Stefano Pioli. A disposizione: Mirante, Nava, Simic, Jimenez, Krunic, Bennacer, Pobega, Adli, Chaka Traore, Romero, Camarda. All.: Pioli. 

FROSINONE (4-3-3): Turati; Monterisi (dall’86’ Cheddira), Romagnoli, Okoli, Oyono; Bourabai (dal 46′ Brescianini), Barrenechea, Reinier (dal 57′ Gelli); Soulè, Ibrahimovic (dal 67′ Caso); Cuni (dal 67′ Kaio Jorge). All. Di Francesco. A disposizione: Frattali, Cerofolini, Baez, Lulic, Pinto, Garritano, Kvernadze, Vanzelli, Cheddira. All.: Di Francesco.

ARBITRO: Marchetti

GOL: Jovic 43′, Pulisic 50′, Tomori 74′, Brescianini 82′

AMMONIZIONI: Barrenechea (F), Jovic (M), Pioli (M)

Il più grande interista di sempre

Una volta era Mirabelli con Elliott, ora invece, quando le cose vanno male dal tombino è spuntato direttamente lui. Il re del padel, il principe dei mojitos. Con l’amico Currò che ha sempre attaccato il Milan una bella intervista nel momento peggiore della stagione per spaccare ulteriormente il Milan. Come un Daniele Mari o un Pasquale Guarro qualunque. Parliamo ovviamente di Maldini che con non poco risentimento ha deciso di anteporre ancora una volta il proprio ego al bene della squadra e spiegarci i motivi per cui ora facciamo schifo ed è colpa del fatto che l’han cacciato mente lo scorso anno si faceva schifo ma non era colpa sua.

Non sto qua ad analizzare i contenuti, ma dai contenuti si capiscono molte cose. Si capisce che la società è ambiziosa, perché ha come obiettivo vincere la Champions League in tre anni (appunto, il piano chiesto a Maldini), si capisce anche come Maldini interferisse in ambiti non suoi. Quando parla di “non hanno mai firmato giocatori che non ho voluto” il riferimento è a Dybala della scorsa estate che poi è la causa per cui Furlani ha chiesto l’allontanamento.

Maldini rivendica la scelta del rinnovo di Pioli – scelta che di fatto ci è costata la scorsa stagione e ci sta costando questa. Continua a farsi scudo dietro una semifinale di Champions come se fosse un merito suo aver pescato Dinamo Zagabria e Salisburgo e non Dortmund e Newcastle visto che in quel girone, le uniche partite con un’avversaria da Champions, quelle col Chelsea, sono finite 0-3 e 0-2. Perlomeno sappiamo che Cardinale a differenza del garante non ci sta a perdere in semifinale di Champions contro una squadra inferiore – Maldini invece provava a normalizzarlo.

Dall’intervista si evince anche che il responsabile dell’area tecnica interferisce nello stadio, presenta piani di sviluppo dove è lui a decidere i bugdet invece di lavorare con ciò che gli viene proposto. Insomma, non stupisce che in una società a decidere sia il CEO e non il responsabile della parte sportiva. L’intervista si chiude giustamente con un bello spottone pubblicitario per cercare lavoro con le squadre dove andrebbe e quelle dove non andrebbe – un bell’annuncio per dire “per favore, datemi un lavoro”.

Maldini non ha mai nominato il quinto posto in campionato – ha continuato a difendere De Keteleare non ammettendo che se basi tutto il mercato su un giocatore e quel giocatore floppa, tu hai floppato. Addirittura lo ha paragonato a Theo e Leao. La morale è sempre la stessa: io sono un genio e non sbaglio e se qualcosa esce sbagliato è colpa vostra. Ovviamente non mezza parola su Origi, sugli ingaggi di Messias e Florenzi e sul fatto che il mercato post scudetto ha portato il Milan da primo a quinto in classifica.

Interessante la rinuncia a Calhanoglu per l’ingaggio, peccato che stavano rinnovando a 500.000€ in meno di quanto gli ha offerto l’inter e poi abbiano pareggiato l’offerta per provare a tenerlo all’ultimo momento così come è imbarazzante il tentativo di scaricare le colpe per il riscatto di Florenzi, Messias, Origi, Vranckx e gli altri pipponi dicendo che comunque tutto veniva approvato anche dagli altri. Non risulta, ad esempio, che l’algoritmo consigliasse Origi. L’attacco al mercato attuale da chi stava per prendere Berardi, Arnautovic e Pereyra nemmeno lo commento.

Il paradosso alla fine di questa intervista sapete qual è? Che il garante pur di rimanere avrebbe accettato pure il budget ridotto proposto da Furlani (anche qua, discutibile: il Milan ha sempre speso sul mercato ogni euro di cassa dai tempi di Elliott e questa estate non ha fatto eccezione). Il garante – del suo posto di lavoro – se oggi fosse al Milan avrebbe dato la stessa risposta che dava lo scorso anno in situazioni uguali o peggiori, in quelle interviste dove andava ad autoassolversi e dare tutta la colpa ad altri: siamo nei parametri.

Lo stile non si compra – Galliani non ha mai rilasciato mezza parola sull’operato di Fassone o Mirabelli dopo essere stato liquidato, lo stesso Marotta come molti altri non ha mai detto mezza parola sulle sue ex squadre. Lo Jannik Sinner dei campi di padel di Ibiza ha invece deciso di frapporsi tra i tifosi e chi ora rappresenta il Milan decidendo quindi di mettersi in contrapposizione allo stesso come una entità esterna, insomma dopo questa intervista o stai con Maldini o stai con il Milan. E io sto con il Milan.

Milan – Borussia Dortmund 1-3: a casa

Finisce qua la Champions League del Milan e finisce esattamente come è finita a novembre la stagione. E’ finita con la squadra rotta, con diversi infortunati per la gara e con un infortunio in itinere che essendo avvenuto in campo non potrà essere nascosto dietro affaticamenti o virus intestinali. La Champions non può nascondere un trend fallimentare – lo aveva fatto lo scorso anno quando avevi fatto l’europa league e l’unica gara di Champions era finita 0-5 aggregate col Chelsea. Quest’anno, però, c’è la Champions – non c’è la Dinamo Zagabria ma il Newcastle e non c’è il Salisburgo ma c’è il Borussia Dortmund.

Il Dortmund non è più forte del Milan ma ha una idea tattica di cosa fare in campo – e il Milan per 60 minuti il dortmund lo domina. Poteva già essere chiusa con un rigore, sbagliato ma – come sempre – andiamo sotto e quando andiamo sotto patiamo perché l’avversario si chiude. Nonostante tutto pareggiamo con un gran gol di Chukwueze (ma non avevamo preso solo gente scarsa) prima del crollo con due gol evitabili coronati da due errori di Adli (che spiega perché non gioca) e due tiri su cui Maignan poteva arrivare.

La partita il Milan la finisce con in campo Krunic centrale e la finisce con Chaka Traoré in campo, peraltro penso pure esordio in Champions, totalmente a caso sbilanciati e con Jovic che fa 20 minuti meglio dei 70 di Giroud. Potete poi fare gli idioti su Twitter e mettere foto di Maldini per attaccare Furlani e uno dei mercati migliori di sempre che ha consegnato all’allenatore la rosa più forte dal 2011/12 ma se questa non viene mai messa in campo di chi è la colpa? Pioli è stato scaricato da tifosi e giocatori – cosa si aspetta a prendere almeno un traghettatore?

La partita di oggi si poteva vincere come si poteva perdere ma vi rendete conto che giochiamo senza centrocampo? 5 davanti e 5 dietro come col PSG. Così non è calcio – semplicemente non è a calcio. Io mi sono onestamente stufato, non so nemmeno se prendermi una pausa finché Pioli non sarà cacciato dalla panchina del Milan. Risultati del genere in un girone così non sono semplicemente più accettabili.

Caro Furlani, caro Scaroni – è il momento di fare qualcosa da Milanisti. Esoneratelo.

MILAN-BORUSSIA DORTMUND 1-3
Marcatori: 10’ Reus (r), 37’ Chukwueze. 59’ Bynoe-Gittens, 69’ Adeyemi.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Thiaw (dal 53’ Krunic), Tomori, Theo Hernández; Loftus-Cheek, Adli (dal 77’ Jovic), Reijnders; Chukwueze (dal 77’ Chaka Traore), Giroud, Pulisic. A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Florenzi, Pobega. All.: Pioli.

BORUSSIA DORTMUND (4-2-3-1): Kobel; Ryerson, Hummels, Schlotterbeck (dal 55’ Ozcan), Bensebaini; Can, Sabitzer; Malen (dal 56’ Adeyemi), Reus (dal 79’ Brandt), Bynoe-Gittens (dal 66’ Wolf); Füllkrug. A disp.: Lotka, Meyer; Blank, Reyna, Haller, Moukoko. All.: Terzi?.

Arbitro: István Kovács (ROU)

Ammoniti: 67′ Tomori, 90’+7 Can.
Recupero: 3′ 1T, 6′ 2T

Milan – Fiorentina 1-0: coprofagia

Non me ne frega assolutamente niente del fatto che abbiamo vinto la partita. E’ stata una esperienza orribile, una roba inguardabile andata in scena tra i due allenatori più talebani di serie A. La Fiorentina è venuta a San Siro a palleggiarci in faccia con un semplice pressing alto che come sempre ci ha mandato in difficoltà. Fare salire i centrocampisti per fare raccordo? Non sia mai, e via di 5-0-5 come sempre. Praticamente gran parte della partita si è giocata nella nostra metà campo perché loro salivano e noi non avevamo vie di scarico e tirarla lunga non avendo Giroud era praticamente inutile.

Molti se la sono presa con Jovic ma Jovic ha toccato pochissimi palloni, ha servito l’assist del rigore e ha sbagliato un gol dove se la vai a vedere al replay l’angolazione c’era e Terracciano è stato bravo a pararla di piedi. Il punto è che con Jovic non puoi fare il lavoro che fa Giroud. Se a Jovic chiedi di fare la sponda per gli esterni, il risultato è che difficilmente avrà palloni giocabili.

Quello che non va assolutamente bene è la fase difensiva. Gli ultimi 30 minuti sono una roba vergognosa – e infatti la Fiorentina meritava il pareggio ed è stata salvata da un intervento molto fortunoso di Maignan – peraltro con un gol preso esattamente come quelli con PSG e Lecce: spizzata su corner per l’uomo libero.

Non si può continuare a giocare ignorando il centrocampo con Musah completamente fuori posizione che sbaglia controlli a due tocchi col pallone a cinque metri per tutta la partita (bonus: oggi è finito a fare l’esterno). Quando è entrato Loftus-Cheek la situazione non è migliorata con Rejinders lasciato in mezzo alla gabbia e gli altri due in giro a cercare palloni che non arrivavano perché non saltavamo il primo pressing della Fiorentina.

E’ stato un errore non esonerare Pioli dopo Lecce (e il sostituto ideale fino a luglio c’era e ora sta sulla panchina del Napoli che infatti ha vinto a Bergamo e ha vinto Bene) e continuiamo a vederlo partita dopo partita, giornata dopo giornata. La Fiorentina per tutta la partita è riuscita a fare quello che voleva, senza correttivi tattici perché tanto noi giochiamo la nostra partita, quello che succede di là sticazzi – le stesse nostre azioni pericolose (poche) sono uscite come roba casuale.

Io non ce la faccio onestamente più a vedere sta roba finché Pioli sarà il nostro allenatore – non so voi. E nonostante questo allenatore i numeri sono buoni – come direbbe qualcuno siamo nei parametri per le prime quattro. +5/6 sulla Champions dopo 13 giornate nonostante questi numeri, solo -3 dallo scorso anno con un calendario più difficile (e lo scorso anno la crisi iniziò qua con 9 punti in 6 partite). Pensate questa rosa – che è molto più forte dello scorso anno – cosa sarebbe con un allenatore.

Chiosa finale su Camarda che alla fine ha toccato solo un pallone e l’ha perso, per cui in sostanza ha fatto niente: per mettere sotto i riflettori un gioiello del settore giovanile che dovrebbe stare nascosto fino ai 18 quando può firmare il quinquennale solo per togliere il record a Maldini e distogliere l’attenzione sulla tua situazione (già lo fece ai tempi facendo esordire Daniel Maldini) devi essere vergognoso come uomo prima che come allenatore. Riso ringrazia insieme al piazzista nerazzurro che sta cercando di farlo notare ovunque per farcelo portare via.

MILAN-FIORENTINA 1-0
Marcatori: 45’+2 Theo Hernandez (r)

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria (dal 90’+2 Florenzi), Thiaw, Tomori, Theo Hernández; Musah (dal 83’ Krunic), Reijnders, Pobega; Chukwueze, Jovi? (dal 84’ Camarda), Pulisic (dal 60’ Loftus-Cheek). A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Simi?; Adli, Romero; Camarda, Traorè. All.: Pioli.

FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Parisi, Martínez Quarta, Milenkovi?, Biraghi; Arthur (dal 46’ Maxime Lopez), Duncan (dal 81’ Mandragora); González, Bonaventura (dal 88’ Kouame), Sottil (dal 81’ Ikone); Beltrán (dal 70’ Nzola). A disp.: Christensen, Martinelli; Comuzzo, Mina, Pierozzi; Amatucci, Barák, Infantino; Brekalo. All.: Italiano.

Arbitro: Di Bello di Brindisi.

Ammoniti: 12’ Arthur, 45’+1’ Parisi, 56’ Tomori, 77’ Pioli.
Recupero: 2′ 1T, 7′ 2T

Qualcuno al Milan capisce di campo?

Il fatto che siamo a mercoledì mattina e Stefano Pioli è ancora l’allenatore in carica del Milan è preoccupante. E’ preoccupante dopo aver fatto un mercato ottimo e avergli messo in mano la migliore squadra d’Italia. E’ preoccupante dopo aver visto nell’ultima settimana giocatori che recuperano per una partita di Champions e successivamente infortunarsi nuovamente grazie alla tenuta atletica di un pensionato. Ho il terrore dovuto anche alle voci che mi arrivano che la società pensi che firmando Ibrahimovic come consulente tutto torni magicamente a posto. Perché dovrebbe? Ibrahimovic era al Milan anche lo scorso gennaio quando arrivò il tracollo che costò due obiettivi stagionali su tre (per il terzo attendere maggio). Ibrahimovic non ha impedito infortuni, non ha impedito di perdere quattro derby e non ha impedito di prendere cinque gol dal Sassuolo. Perché ora dovrebbe essere diverso?

Il Milan oggi è una realtà eccellente a livello di marketing e sviluppo del fatturato – che è la cosa che è mancata negli ultimi 20 anni (e non si può dire altrimenti quando passi da 200 a 300 a 400 milioni in due milioni) ma resta deficitaria nella gestione del mercato stesso (paradossalmente) e del campo. Dopo lo scudetto vinto il Milan ha agito come se fosse l’unico attore di un sistema dimenticando di essere seduto al tavolo con altri e che danneggiare questi ultimi vale tanto quanto rinforzarsi. Un esempio lo abbiamo avuto quest’estate a parti invertite dove l’Inter ha impedito al Milan di prendere Thuram e molto probabilmente anche Taremi (anche se non lo ammetteranno mai, essendo illegale) semplicemente alzando la cornetta e rilanciando sugli agenti.

L’Inter è da due anni che ha campo totalmente libero su ogni acquisto. VI ricordate quando il Milan cercava Pjaca e la Juve si inserì perché lo riteneva valido e lo mise a marcire in panca pur di non rischiare che lo prendessimo noi? Ecco, questo è quello che doveva provare a fare il Milan. Il Milan ha invece fallito perché lo scorso mercato non solo non è riuscito a vendere a peso d’oro qualche giocatore che avendo overperformato nel 21/22 aveva mercato (quello che ha fatto l’Inter con quel mediocre di Onana, ad esempio) – ma nel post scudetto invece di cercare di mantenere il vantaggio impedendo alle competitors di rinforzarsi ed inserendosi nei loro affari ha deciso “ma si, sticazzi, buttiamo tutto il budget su un bidone belga”. Da primi a quinti.

Avere un bilancio così, avere un fatturato in crescita in questo modo e degli sponsor veri che pagano il doppio rispetto alla rivale sfigata cittadina e poi essere a -8 a novembre – sia chiaro – non è una attenuante. E’ un’aggravante. L’Inter a maggio 2023 era una squadra morta e sepolta che al massimo poteva vincere Supercoppa e Coppa Italia, gli stessi trofei per cui se li vince Pirlo alla Juve è un incapace che va comunque cacciato, se li vince Simone Inzaghi è grande Inter, meglio questi quattro che lo scudetto.

Parlando di campo in senso stretto – mi chiedo come sia possibile che al Milan non ci sia una figura che si renda conto che se si perdono 4 partite in un mese in qualsiasi squadra al mondo si caccia l’allenatore. Se si fanno 2 punti in 4 partite di campionato e il tuo obiettivo era vincere il titolo, si caccia l’allenatore. Se (almeno) quattro giocatori hanno chiesto ai procuratori di trovargli una squadra perché non sopportano più il tecnico tu per proteggere il tuo patrimonio prendi e cacci il tecnico. Quando Berlusconi si è trovato di fronte alla scelta Sacchi o Van Basten ha scelto il secondo sul primo – ed il primo era il miglior allenatore in quel momento.

Al Milan l’esonero dell’allenatore non pare mai essere contemplato. L’esonero dell’allenatore serve a recuperare quando l’obiettivo ti sta sfuggendo mentre per qualche motivo al Milan arrivano traghettatori ad obiettivi già falliti che poi vengono addirittura confermati minando la stagione successiva. Anche qua il Milan vive nella sua isola felice lontano da quanto sta accadendo nel mondo dove praticamente qualsiasi squadra in questa sosta sta decidendo di cambiare (anche perché, poi, non ci si fermerà più fino a marzo).

Ecco, mentre i nostri dirigenti inaugurano club a Dubai mi chiedo come sia possibile che tra questi nessuno abbia pensato di prendere un team manager che capisca di campo – e si limiti a fare questo, senza pretese decisionali che fanno solo danni. La Juventus dei nove scudetti consecutivi ai suoi tempi riuscì a farlo con Nedved che fu un perfetto collante tra spogliatoio e squadra – le decisioni le prendeva sempre uno solo (Agnelli) nel bene o nel male. Il Team Manager del Milan oggi è Alberto Marangon che non ha nessuna esperienza di campo da giocatore il tutto dopo essere passati dall’ex arbitro Romeo.

Se il Milan non sistemerà al meglio e al più presto le ultime crepe il destino è quello di una potenza economica che vedrà gli altri vincere. Nel calcio, però, i soldi non bastano, altrimenti PSG e Manchester City si sarebbero spartiti le Champions League degli ultimi 10 anni – invece ne hanno vinta una sola lo scorso giugno. Nel calcio i soldi sono necessari ma non sufficienti, se Furlani pensa che basti aumentare il fatturato per poter automaticamente vincere allora saranno anni duri.

Lecce – Milan 2-2: cacciate l’incompetente pelato

Girava voce settimana scorsa che qualunque risultato fosse accaduto queste due sarebbero state le ultime due partite di Pioli sulla panchina del Milan. Speriamo che ciò sia vero perché quella di oggi è l’ultima vera occasione per provare a salvare qualcosa e non avere nuovamente una stagione in cui l’obiettivo sarà lottare per andare in Champions League. La partita di Lecce è l’ennesimo scempio societario, fisico, tecnico e tattico a cui abbiamo assistito nell’ultimo mese.

Da dove partiamo? Partiamo dalla società? Perché, oggi, il Milan gioca alle 15 del sabato avendo giocato in coppa in settimana? Guardate che non è una domanda così banale. Sapendo che l’ordine di scelta delle prime 3 partite è DAZN, DAZN, Sky se andiamo a vedere è evidente che DAZN ha preso la Juve (la prende sempre praticamente per ascolti) ed il derby di Roma (big match). Sky ha incredibilmente preferito Napoli – Empoli a Lecce – Milan, altrimenti si sarebbe dovuto giocare alle 20.45.

Non è nemmeno finita qua – il Milan avrebbe potuto tranquillamente giocare domani alle 15 eppure la lega si è sentita in dovere di fare 2 partite (squadre delle coppe, giusto) e spostare il Sassuolo al venerdì ore 18.30, finestra fuori dagli standard. Se guardiamo chi invece bello riposato gioca il posticipo serale e guardiamo come il Napoli gioca alle 12.30 mentre ai tempi di Genoa – Milan al sabato sera doveva assolutamente esserci la partita di cartello capiamo benissimo chi conta e chi non conta in lega. E io mi sono stufato di non saper battere i pugni sul tavolo e non contare niente.

Non contiamo niente nel palazzo e si vede nel momento in cui il VAR non richiama Abisso per un mani clamoroso sul tiro di Theo Hernandez. Lo si vede nell’espulsione di Giroud per un fallo di mano netto fatta in fretta e con nervosismo. Queste cose sono ormai da dopo Roma – Milan che succedono sempre e costantemente a senso unico nel silenzio complice di dirigenti che lo accettano.

Passiamo all’aspetto fisico. La partita di oggi è cominciata con fuori Loftus-Cheek, e dico cominciata perché mentre il nostro account ufficiale si occupava dei green day la cosa è stata insabbiata NON facendo la conferenza stampa, NON facendo le convocazioni e lo si è saputo solamente ad inizio partita. Ditemi voi se è accettabile una società del genere? Ditemi voi se una società può continuare a trattare così i propri tifosi considerandoli solo delle vacche da cui mungere denaro con il merchandising. Il rispetto deve essere mutuale. A questo aggiungiamo l’infortunio di Pulisic e quello di Calabria – si sale a quota 215. Cosa cazzo deve ancora succedere perché vengano presi provvedimenti seri?

Aspetto tecnico – si è capito martedì sera che la squadra è forte così come si è capito oggi che senza le adeguate motivazioni non è in grado di rendere. Per farvi capire quanto è grave la situazione in campionato oltre ai record che già sappiamo come i derby persi nel 2023 il Milan ha vinto 17 partite su 35 giocate in serie A, meno della metà, ne ha pareggiate 9 e perse 9 con 47 gol fatti e 32 subiti. Nello stesso periodo l’Inter ne ha vinte 22, il Napoli e la Juventus 21 con le prime due che hanno segnato 64 gol prendendone 26 e 28.

Facendo rapidamente i calcoli il Milan di Pioli nel 2023 vale 1,71 punti / partita che fanno una proiezione di 65 punti finali. Per capirci, la più bassa media punti dal 2017/18, anno di Montella e Gattuso e ben lontana da quel 2,26 che rappresenta la migliore media punti di sempre del 2021/22, il tutto con il miglior organico della Serie A o comunque un organico anni luce migliore di quello del 2017/18. Pioli ha fatto due punti nelle ultime cinque di campionato – lo stesso punteggio che costò giustamente la panchina a Mihajlovic, una striscia negativa che non si vedeva dallo stesso Pioli proprio quest’anno. Se fai due punti in cinque partite di campionato al Milan devi andare fuori, non importa chi tu sia o come questi sono arrivati.

E ora, solo ora, arriviamo alla partita di oggi. Una partita che già si capiva come sarebbe finita dall’approccio del secondo tempo. La cosa grave non è che sia arrivata, la cosa grave è che sia arrivata a due settimane da Napoli nello stesso identico modo – non essendo in grado di controllare un doppio vantaggio acquisito, non essendo in grado di addormentare la partita e trovando il lecce più volte palla in contropiede con noi in vantaggio di 2-0. A questo si aggiunge un gol su corner preso nella stessa identica maniera di martedì, chissà cosa è stato fatto invece delle videosessioni in cui guardare l’errore e correggerlo.

Ogni minuto che Pioli è sulla panchina del Milan è un minuto in cui i nostri giocatori vengono svalutati, le nostre avversarie prendono forza e il nostro progetto rallenta. Capisco che i danni fatti da Maldini lo scorso anno non potessero essere riparati in una sola sessione di mercato ma QUALSIASI PERSONA già a giugno indicava il tecnico come co-responsabile dell’attuale situazione. Io mi sono rotto i coglioni, una società che fattura 400 milioni chiama Conte domani mattina e gli chiede quanto vuole.

Io non posso vedere una squadra psicolabile, fragile, tatticamente incapace di gestire la partita senza un leader che non ascolta palesemente il tecnico e fa autogestione in Champions League. Chiamate Abate, chiamate Donadoni, chiamate chiunque ma basta con questo qua. Basta. A inchiodare Pioli oggi sono i risultati prima di tutto. La curva non interverrà mai finché ha i biglietti pagati – per cui tocca agli altri tifosi colpire la società nel portafogli: basta stadio, basta casa Milan, basta comprare merchandising finché in panchina non ci sarà un allenatore in grado di far rendere questa squadra a capo di uno staff tecnico che sa gestire i giocatori. Non ho altro da dire.

LECCE-MILAN 2-2

Marcatori: 28’ Giroud, 35’ Reijnders, 66’ Sansone, 70 Banda.

LECCE (4-3-3): Falcone; Gendrey, Pongra?i?, Baschirotto, Dorgu; Kaba (dal 63’ Blin), Ramadani, Rafia (dal 57’ González); Strefezza (dal 63’ Sansone), Krstovi? (dal 63’ Piccoli), Banda (dal 87’ Venuti). A disp.: Brancolini, Samooja; Dermaku, Gallo, Smajlovi?, Touba; Berisha, Listkowski, Oudin; Burnete. All.: D’Aversa.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria (dal 46’ Musah), Thiaw, Tomori, Hernández; Reijnders, Kruni?, Pobega (dal 71’ Florenzi); Chukwueze (dal 79’ Jovic), Giroud, Leão (dal 10’ Okafor).A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi; Adli, Loftus-Cheek, Romero. All.: Pioli.

Arbitro: Abisso di Palermo.

Ammoniti: 44’ Theo, 45’ Ramadani, 62’ Strefezza, 80’ Musah, 81’ Calabria, 85’ Piccoli, 90’ Florenzi, 92’ Gonzalez, 93’ Giroud.
Espulsi: 93’ Giroud.
Recupero: 2’ 1T, 4’ 2T

Milan – Paris SG 2-1: resurrezione

E’ successo. Il Milan torna a vincere a San Siro una partita importante in Europa a 10 anni da quel 2-0 al Barcellona targato Boateng e Muntari. Si era vinto due anni fa in casa dell’Atletico ma non era la stessa cosa. Il Milan in questo girone era già al tutto o niente contro una delle favorite alla vittoria finale – ha però, d’altronde, potuto recuperare il suo undici migliore e soprattutto Ruben Loftus-Cheek autore di una partita ENORME stasera.

L’undici schierato dal Milan stasera è il più forte undici schierabile da una squadra Italiana. E con buona distanza sul secondo. E’ lo stesso, con variazione Krunic/Musah che nelle prime tre ha vinto a Bologna segnando 8 gol e subendone 2. A questo si è aggiunto un cambiamento tattico di Pioli, forse all’ultima spiaggia, che ha finalmente deciso di concedere il possesso concedendo a Leao campo aperto – Leao ne esce MVP della partita con un gol che vedremo e rivedremo nelle sigle della Champions League il prossimo anno.

Pioli ha finalmente adattato la squadra alle sue caratteristiche: niente più baricentro alto, niente pressing, si difende di reparto e non 1v1 e si sfruttano adeguatamente spazi e cross dal fondo. Il risultato è la vittoria di stasera con un passivo che poteva essere più largo se non fosse che Donnarumma ha giocato una delle sue migliori partite – di fatto, stasera, il Milan meritava di vincere anche con un passivo più largo.

Partita che ci conferma che almeno il nostro undici è molto, molto forte. Da rivedere purtroppo le riserve ma dopo i danni dello scorso mercato difficilmente si poteva fare di più in una sola sessione. Peccato che questa squadra finora sia stata allenata molto male e in maniera presuntuosa non sfruttando a dovere gli spazi perché resto convinto che con un tecnico competente vincerebbe lo scudetto a marzo.

Il girone ora rimette tutti in 3 punti e per questo motivo la prossima partita è ovviamente quella fondamentale – sarà per noi ancora di martedì, ancora a San Siro e stavolta contro il Dortmund. Sarà tra tre settimane e speriamo di arrivarci senza infortuni e vivi dopo la sosta nazionali.

MILAN-PARIS SAINT-GERMAIN 2-1

Marcatori: 9’ Skriniar, 12’ Leao, 50’ Giroud

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Thiaw, Tomori, T. Hernández; Loftus-Cheek, Musah (dal 84’ Krunic), Reijnders; Pulisic (dal 91’ Florenzi), Giroud, Leão (dal 84’ Okafor). A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi; Adli, Pobega; Chukwueze, Jovi?. All.: Pioli.

PSG (4-3-3): Donnarumma; Hakimi, Marquinhos, Škriniar (dal 89’ Barcola), L. Hernández (dal 65’ Mukiele); Zaïre-Emery, Ugarte (dal 60’ Fabian Ruiz), Vitinha (dal 60’ Kang-In Lee); Dembélé, Kolo Muani (dal 60’ Goncalo Ramos), Mbappé. A disp.: Letellier, Tenas; Soler. All.: Luis Enrique.

Arbitro: Jesús Gil Manzano (ESP).

Ammoniti: 24’ Vitinha, 29’ Kolo Muani, 43’ Ugarte, 55’ Lucas Hernandez, 66’ Musah, 80’ Skriniar
Recupero: 1’ 1T, 7’ 2T

Milan – Udinese 0-1: vergogna a tutti i livelli

Non me ne frega niente del gioco, degli infortuni, della partita. Oggi si è deciso un disegno criminoso per falsare il campionato e questo disegno è andato a buon fine. Prima viene concesso all’Inter un rigore generosissimo (il primo rigore con doppio avanti carpiato del giocatore) e poi si è andati avanti con un Milan – Udinese arbitrato da Sacchi in maniera totalmente vergognosa.

Nel calcio conta chi fa più casino e il post Genoa – Milan è stato gestito malissimo dalla società. Invece di fare casino noi per ribadire la correttezza arbitrale abbiamo lasciato fare casino e il risultato è stato un rosso a Thiaw con fallo a 40 metri, un contropiede fermato contro il Napoli. Stasera abbiamo assistito a Rejinders ultimo uomo atterrato da Perez dopo 2 minuti, un chiaro DOGSO finito senza nemmeno un cartellino – ed un rigore vergognoso per fallo di Adli che nemmeno si vede dopo 5 replay.

A proposito di rigori, il non aver fatto casino dopo TRE rigori sacrosanti in tre giornate ha fatto si che i nostri rigori sono rimasti tre, quelli del Napoli diventati sette e quelli dell’Inter sei. Ora però va tutto bene e nessuno ha troppi rigori a favore. Noi ovviamente subiamo gli eventi, mentre altri li guidano – semplicemente perché non sappiamo fare casino.

Sia chiara quindi una cosa: l’Udinese vince quindi una partita che avrebbe dovuto giocare in 10 dal secondo di gioco grazie ad un rigore totalmente inventato che fa scopa con un rigore generosissimo alla FC debiti. Messo in chiaro questo – che viene prima del resto – si può parlare della partita.

Prima di parlare della partita c’è da parlare del siparietto pomeridiano. Il siparietto pomeridiano sembra poco rilevante ma è un contorno causa e conseguenza del punto sopra. Per chi se lo fosse perso Repubblica ha chiamato il tana libera tutti sui giornalisti in orbita rossonera, i quali chiamati in causa hanno fatto un comunicato congiunto per dire che loro sono indipendenti e non fanno i passacarte del Milan. Quelli che sono indipendenti e non fanno i passacarte del Milan quindi poche ore dopo hanno comunicato a reti unificate un infortunio di Theo Hernandez ovviamente tenuto occultato.

Il fatto che non abbiamo giornalisti ma abbiamo “confermatorificidi quello che viene passato sulla mailing list o sul gruppo whatsapp della proprietà è il terzo problema, visto che dall’altra parte scatta la jihad a fare casino (anche oggi, per un assolutamente non fallo sull’inutile 1-2 dell’Atalanta, per esempio). Gli arbitri leggono media e giornali e si fanno condizionare, se entrano in campo sapendo che il Milan ha un clima di “ha ricevuto favori” e l’Inter di “ha ricevuto torti” inconsciamente proveranno a compensare.

I confermatorifici non metteranno ovviamente in discussione l’allenatore perché la società gli ha detto di fare così. Non lo farà nemmeno la curva sud che stasera si è distinta con il solito striscione sui prezzi dei biglietti, un bello striscione pacifinto, quindi di supporto al terrorismo islamico di Hamas e per finire il solito Pioli is on Fire nel prepartita. Decidete voi cosa è peggio delle tre.

Ora possiamo finalmente parlare della partita – perché la partita e quanto abbiamo visto è un prodotto di quanto si è visto sopra. Società inesistente mediaticamente, giornalisti che sono meri passacarte, curva che pensa ai propri interessi arbitri a libro paga altri, squadre avversarie che fanno il turnover per fare sistematicamente la gara della vita.

E allora, sostanzialmente, l’allenatore è libero di fare quel cazzo che vuole. Perché tanto a chi deve rendere conto l’allenatore? Alla società assente? A giornalisti che mai lo metteranno in difficoltà? Ai tifosi che pensano solo al costo del biglietto? A chi deve rendere conto l’allenatore se non agli unici a cui forse frega qualcosa, i tifosi non organizzati?

Sulla partita non c’è niente da dire perché prendete una analisi a caso e troverete la stessa cosa: quando già dopo 20 minuti non riesci a sfondare ma alla prima palla recuperata il tuo avversario arriva in area in due passaggi sai già che sarà più pericoloso lui di te. In un campionato dove sia l’Inter che il Napoli (scorso anno) giocano belli chiusi dietro e ripartire con Lautaro e Oshimen continuiamo con lo stesso copione. Un copione che non è ormai seguito nemmeno dai giocatori che è evidente dal body language che non vedono l’ora di cambiare.

Quando cominceremo a pensare prima a non concedere all’avversario 1 vs 1 a tutto campo e poi a fare gol faremo rendere questa squadra come si deve. Ed è chiaro che Pioli non è più l’allenatore per farlo – e a questo punto non è nemmeno una questione di sostituto. Il tifoso ha però un semplice modo civile per manifestare il proprio dissenso: non andare allo stadio – finché ci saranno 70mila persone ad accettare questo schifo ogni domenica lo schifo andrà avanti.

MILAN-UDINESE 0-1
Marcatori: 63′ Pereyra su rigore (U)

Milan (4-4-2): Maignan; Calabria, Tomori, Thiaw, Florenzi; Musah (81′ Romero), Krunic (45′ Adli), Reijnders (67′ Loftus-Cheek), Leao; Giroud, Jovic (45′ Okafor). A disp.: Mirante, Nava, Pobega, Jimenez, Simic, Bartesaghi. All.: Pioli

Udinese (3-5-1-1): Silvestri; Perez, Bijol, Kabasele; Festy (84′ Ferreira), Samardzic (78′ Thauvin), Walace, Payero (72′ Lovric), Zemura (84′ Kamara); Pereyra; Success (84′ Lucca). A disp.: Okoye, Padelli, Masina, Guessand, Zarraga, Quina, Akè, Tikvic, Camara, Pafundi. All.: Cioffi

Arbitro: Sacchi di Macerata
Ammoniti: 19′ Krunic (M), 54′ Perez (U), 55′ Kabasele (U)
Recupero: 1′ 1T, 8′ 2T