Un anno senza Ibiza

Ricorre oggi il primo anniversario di uno dei giorni più belli della storia del Milan – un giorno in cui il Milan ha dimostrato di avere palle enormi e di averle sbattute sulla scrivania provando a guardare avanti e portare in serie A, nonostante la totale mancanza di visione a lungo termine e la totale mancanza di cultura sportiva dei tifosi (soprattutto i propri) un progetto a lungo termine che non consiste nell’indebitarsi per vincere nell’immediato per poi smantellare e ricominciare tre anni dopo, ma – semmai – provare a fare quello che ha fatto la Juventus quando ha vinto per nove anni di fila.

Il Milan un fanno fa cacciò giustamente Paolo Maldini che dopo aver fatto saltare un mercato estivo post scudetto pretendendo – e ottenendo – pieni poteri, causando così le dimissioni di Ivan Gazidis che si opponeva a darglieli – fece passare la squadra dal primo al quinto posto parlando, addirittura, di stagione da 8. Il Milan fece una scelta di campo forte, fortissima – nonostante le conseguenze. Una scelta di campo che ha pagato perché anche se non si è vinto il Milan è stato in grado di giocarsela alla pari con due semifinaliste di Champions ed è arrivato secondo con un mese d’anticipo avendo – dopo Milan-Lecce – addirittura il suo record storico di punti in Serie A dopo tale giornata nel campionato a 20 squadre.

Da quel momento però è stata guerra. E’ stata guerra perché innanzitutto una parte della tifoseria non tifava Milan ma tifava Maldini – ed è l’esatto motivo per cui Maldini non sarebbe mai dovuto entrare nel Milan e perché penso la corrente gestione è stata brava a liberarsene in ottica prossimo proprietario. E’ stata guerra anche mediatica perché il Milan è andato in lega a toccare certi equilibri proponendo Disney o Amazon. Il calcio italiano è un intreccio politico tra dirigenti federali e stampa.

RedBird sta provando a cambiare il sistema calcio in italia. La risposta sono state petizioni, strumentalizzazioni senza senso e curve che passano da esaltare Mirabelli a dire che non c’è stagione positiva senza vittorie. Tifosi che riversano bile su twitter perché la gente osa andare a divertirsi a Milan – Salernitana. Questo clima è generato dal fatto che per via della guerra in corso sul Milan non esiste mezza notizia positiva: ogni dichiarazione dei dirigenti viene decontestualizzata, ogni giocatore è scarso o non convince, i dirigenti si odiano anche se vengono ripresi ridere fianco a fianco in tribuna.

Se paragonate la narrazione riservata al Milan con quella riservata ad altri club del campionato vi renderete conto, immediatamente, della disparità di trattamento.

Andiamo invece a vedere i fatti. I fatti dicono che il Milan è uscito in un girone di Champions con due semifinaliste – una l’ha addirittura battuta mentre l’altra ha pareggiato a casa sua dominando. I fatti dicono che non hai fatto un campionato soddisfacente solo perché la prima ha fatto 95 punti. Il primo fattore sarà parzialmente rimosso dal nuovo criterio per i sorteggi della Champions – il secondo dipenderà anche da noi.

I fatti sul mercato ‘senza ambizione’ dicono che oggi i club scelgono gli allenatori in base ai dati. Lo ha fatto il Bayern, lo ha fatto il Barcellona, lo ha fatto il Liverpool e lo fa anche il Milan. E i dati di Fonseca sono quello che serve al Milan in questo momento. Non scalda la piazza? Forse. Non bisogna scaldare la piazza, bisogna vincere. Vi invito a riflettere perché ormai da un anno intorno al Milan girano solamente notizie negative (stadio, camarda, squadra under 23 ma anche Leao che non rinnovava) poi smentite dai fatti.

Per chi invece è affetto dalla terribile malattia nota come vedovam maldinitis che pretende che i dirigenti svelinino tutto alla stampa per sentirsi realizzato o che il mercato sia fatto e finito ad inizio giugno penso, invece, che ci sia poco o niente da fare. Il bombardamento da fuoco amico che il Milan sta subendo, anche da testate a cui manca il garante svelinatore, è vergognoso ed ingiustificabile.

Non c’è mezzo fatto per essere negativi su una squadra che sta crescendo più velocemente di tutti in Italia a livello di fatturato (e questo si tradurrà in vittorie), sta sfornando talenti da uno dei migliori settori giovanili d’Europa (come si è visto con l’Under 17 ieri, trascinata da 4 milanisti) non riempiendo le primavere di giocatori di colore che ti permettono di vincere subito perché fisicamente più avanti ma poi non hanno mezza carriera in favore di giocatori che serviranno al club dopo. Una squadra che a breve inizierà i lavori per lo stadio nonostante l’opposizione di mezza italia nimby.

Ai tifosi che vogliono la vittoria facile subito invito a non pensare dove sarà il Milan l’anno prossimo ma – se tutto va bene – a pensare dove saremo noi e dove saranno gli altri tra i 5 anni. Resistere, che poi ci divertiamo. E buon anniversario della liberazione.