Il primo problema del Milan: i tifosi

Questo editoriale sarà uno sfogatoio. Uno sfogatoio contro la peggiore tifoseria della serie A, i nuovi piangina per un secondo posto, quelli che per anni hanno urlato “non vogliamo soldi, vogliamo un progetto”. Quelli che godono nel prendere ed ampliare ogni notizia negativa per i like e la crescita del proprio account. I tifosi del Milan hanno deciso ad oggi, primo giugno, che la prossima stagione farà schifo e arriveremo sesti. In realtà lo avevano già deciso la scorsa estate dopo il licenziamento di Maldini e l’addio di Tonali, ma gli è andata male, allora hanno cominciato a ruttare sul “fuori da tutto a novembre”, fa niente se il girone della Champions era il più difficile e i primi non erano comunque raggiungibili.

I tifosi del Milan che la scorsa estate avevano deciso che la società era colpevole di non aver cacciato Pioli, andava bene “chinuque”, quando arriva “chinuque” come Fonseca (se arriverà) dicono che è una merda. Sulla base di: un fallimento pregresso. Come se Ancelotti fosse stato contestato all’arrivo del Milan per aver fallito alla Juve. Il tutto sulla base di non prendere Thiago Motta, un allenatore che non ha mai allenato per 3 volte a settimana. Chi chiede Klopp, Guardiola o gente che non verrà in serie A può invece fare direttamente richiesta per la 104 in quanto totalmente scollegato dalla realtà.

Il problema della società – o meglio delle società Milan è non aver mai fatto i conti con la storia, non aver mai fatto i conti coi secessionisti dalla cessione di Shevchenko, anno che fece crollare gli abbonamenti da 50mila a 37mila, mai più tornati tali nemmeno dopo la vittoria della Champions League prima del colpo Kakà che li portò a 29mila. Sono i tifosi che non c’è ambizione se non si fa quello che dicono loro, sono i tifosi che parlano di intascarsi soldi e di mazzette se non si spende e non si fanno debiti, tifosi rimasti ad un modello gestionale anni 1990 non più possibile oggi.

Il tifoso deve tifare. Il tifoso dell’Inter tifa. Il tifoso della Juve tifa. Il tifoso del Milan decide di tifare solo quando le cose vanno bene, di amplificare le cose negative, di ignorare quelle positive. E’ una roba che ci portiamo dentro da anni e ripeto, su cui nessuno ha fatto qualcosa tranne Fassone a cui purtroppo serviva per oscurare il fallimento societario. Che però si decide che tutto andrà male se non arriva l’allenatore che dicono loro, se non fanno gli acquisti che dicono loro è una roba vergognosa che succede solo qua.

Il Milan non prenderà Conte? Vuol dire non avere ambizione quindi tutto fa schifo. Fa niente se per prenderlo devi vendere i tuoi due migliori giocatori per riempirti di mediani difensivi che picchiano e lanciano su Lukaku. Il tifoso ha già deciso che arriveremo dietro il Napoli perché dopo aver trattato Conte abbiamo deciso di non chiuderlo (e lui è subito scappato all’unica alternativa libera). Il tifoso ha già deciso che cederemo Theo Hernandez e che se lo cederemo comunque la squadra non sarà più forte di quella prima nonostante i fatti della scorsa estate. Ha già deciso che siccome il Milan non comunica non sta programmando. Ha già deciso che stiamo improvvisando e sta leccando il deretano delle altre, come fa sempre ogni estate.

Il processo alle intenzioni non è tollerabile. Non è tollerabile soprattutto contro chi sta facendo un lavoro che andava fatto, chi sta aumentando di anno in anno il fatturato unico modo legale per crescere, contro chi sta facendo lo stadio, altro unico ed importante modo legale per crescere. E’ ora che la società Milan non commetta lo stesso errore che fece Adriano Galliani e inizi a prendere in considerazione e reprimere utilizzando tutta la sua potenza legale le fonti di malcontento che di fatto stanno incitando a non spendere soldi nella società in cambio di visualizzazioni per se stessi. Ovvero togliendo potenziali introiti al Milan in cambio di qualche soldo in più per loro dalle pubblicità.

E’ il momento di prendere ed emarginare questi secessionisti, questi avvelenatori di pozzi che si gasano ogni volta che veniamo messi dal quarto al sesto posto da chi ci mette sempre e a prescindere lì, pure nel 2020. E’ il momento di portare nella tifoseria quella cultura sportiva di supporto a prescindere che manca. Spero che la società riesca a riempire lo stadio con qualche fan in più e qualche tifoso in meno il prossimo anno – vorrà dire che la smetteremo, finalmente, di essere ostaggi di dinosauri incontentabili che ricattano con contestazioni una dietro l’altra e finalmente potremo fare quello step di crescita non solo a livello di fatturato ma anche a livello mentale.

Ad oggi, purtroppo, il primo ed il più grande problema del milan restano i suoi tifosi.