Non me ne frega niente del gioco, degli infortuni, della partita. Oggi si è deciso un disegno criminoso per falsare il campionato e questo disegno è andato a buon fine. Prima viene concesso all’Inter un rigore generosissimo (il primo rigore con doppio avanti carpiato del giocatore) e poi si è andati avanti con un Milan – Udinese arbitrato da Sacchi in maniera totalmente vergognosa.
Nel calcio conta chi fa più casino e il post Genoa – Milan è stato gestito malissimo dalla società. Invece di fare casino noi per ribadire la correttezza arbitrale abbiamo lasciato fare casino e il risultato è stato un rosso a Thiaw con fallo a 40 metri, un contropiede fermato contro il Napoli. Stasera abbiamo assistito a Rejinders ultimo uomo atterrato da Perez dopo 2 minuti, un chiaro DOGSO finito senza nemmeno un cartellino – ed un rigore vergognoso per fallo di Adli che nemmeno si vede dopo 5 replay.
A proposito di rigori, il non aver fatto casino dopo TRE rigori sacrosanti in tre giornate ha fatto si che i nostri rigori sono rimasti tre, quelli del Napoli diventati sette e quelli dell’Inter sei. Ora però va tutto bene e nessuno ha troppi rigori a favore. Noi ovviamente subiamo gli eventi, mentre altri li guidano – semplicemente perché non sappiamo fare casino.
Sia chiara quindi una cosa: l’Udinese vince quindi una partita che avrebbe dovuto giocare in 10 dal secondo di gioco grazie ad un rigore totalmente inventato che fa scopa con un rigore generosissimo alla FC debiti. Messo in chiaro questo – che viene prima del resto – si può parlare della partita.
Prima di parlare della partita c’è da parlare del siparietto pomeridiano. Il siparietto pomeridiano sembra poco rilevante ma è un contorno causa e conseguenza del punto sopra. Per chi se lo fosse perso Repubblica ha chiamato il tana libera tutti sui giornalisti in orbita rossonera, i quali chiamati in causa hanno fatto un comunicato congiunto per dire che loro sono indipendenti e non fanno i passacarte del Milan. Quelli che sono indipendenti e non fanno i passacarte del Milan quindi poche ore dopo hanno comunicato a reti unificate un infortunio di Theo Hernandez ovviamente tenuto occultato.
Il fatto che non abbiamo giornalisti ma abbiamo “confermatorifici” di quello che viene passato sulla mailing list o sul gruppo whatsapp della proprietà è il terzo problema, visto che dall’altra parte scatta la jihad a fare casino (anche oggi, per un assolutamente non fallo sull’inutile 1-2 dell’Atalanta, per esempio). Gli arbitri leggono media e giornali e si fanno condizionare, se entrano in campo sapendo che il Milan ha un clima di “ha ricevuto favori” e l’Inter di “ha ricevuto torti” inconsciamente proveranno a compensare.
I confermatorifici non metteranno ovviamente in discussione l’allenatore perché la società gli ha detto di fare così. Non lo farà nemmeno la curva sud che stasera si è distinta con il solito striscione sui prezzi dei biglietti, un bello striscione pacifinto, quindi di supporto al terrorismo islamico di Hamas e per finire il solito Pioli is on Fire nel prepartita. Decidete voi cosa è peggio delle tre.
Ora possiamo finalmente parlare della partita – perché la partita e quanto abbiamo visto è un prodotto di quanto si è visto sopra. Società inesistente mediaticamente, giornalisti che sono meri passacarte, curva che pensa ai propri interessi arbitri a libro paga altri, squadre avversarie che fanno il turnover per fare sistematicamente la gara della vita.
E allora, sostanzialmente, l’allenatore è libero di fare quel cazzo che vuole. Perché tanto a chi deve rendere conto l’allenatore? Alla società assente? A giornalisti che mai lo metteranno in difficoltà? Ai tifosi che pensano solo al costo del biglietto? A chi deve rendere conto l’allenatore se non agli unici a cui forse frega qualcosa, i tifosi non organizzati?
Sulla partita non c’è niente da dire perché prendete una analisi a caso e troverete la stessa cosa: quando già dopo 20 minuti non riesci a sfondare ma alla prima palla recuperata il tuo avversario arriva in area in due passaggi sai già che sarà più pericoloso lui di te. In un campionato dove sia l’Inter che il Napoli (scorso anno) giocano belli chiusi dietro e ripartire con Lautaro e Oshimen continuiamo con lo stesso copione. Un copione che non è ormai seguito nemmeno dai giocatori che è evidente dal body language che non vedono l’ora di cambiare.
Quando cominceremo a pensare prima a non concedere all’avversario 1 vs 1 a tutto campo e poi a fare gol faremo rendere questa squadra come si deve. Ed è chiaro che Pioli non è più l’allenatore per farlo – e a questo punto non è nemmeno una questione di sostituto. Il tifoso ha però un semplice modo civile per manifestare il proprio dissenso: non andare allo stadio – finché ci saranno 70mila persone ad accettare questo schifo ogni domenica lo schifo andrà avanti.
MILAN-UDINESE 0-1
Marcatori: 63′ Pereyra su rigore (U)
Milan (4-4-2): Maignan; Calabria, Tomori, Thiaw, Florenzi; Musah (81′ Romero), Krunic (45′ Adli), Reijnders (67′ Loftus-Cheek), Leao; Giroud, Jovic (45′ Okafor). A disp.: Mirante, Nava, Pobega, Jimenez, Simic, Bartesaghi. All.: Pioli
Udinese (3-5-1-1): Silvestri; Perez, Bijol, Kabasele; Festy (84′ Ferreira), Samardzic (78′ Thauvin), Walace, Payero (72′ Lovric), Zemura (84′ Kamara); Pereyra; Success (84′ Lucca). A disp.: Okoye, Padelli, Masina, Guessand, Zarraga, Quina, Akè, Tikvic, Camara, Pafundi. All.: Cioffi
Arbitro: Sacchi di Macerata
Ammoniti: 19′ Krunic (M), 54′ Perez (U), 55′ Kabasele (U)
Recupero: 1′ 1T, 8′ 2T