Bologna – Milan 1-1: derubati da Massa

Che il Milan non debba andare in Champions League il prossimo anno in nessun modo possibile ormai lo si sta capendo un po’ ovunque. Lo si capisce anche oggi dove nonostante due occasioni nette mangiate da Diaz esce da Bologna con due rigori negati ed un gol irregolare perché nato da fallo su Ballo-Touré. Sappiamo benissimo che in Serie A c’è una società tra le prime cinque che rischia di portare i libri in tribunale se non andrà in Champions League e sappiamo benissimo che tale società ha un forte potere mediatico e arbitrale.

Le abbiamo viste di tutti i colori, abbiamo visto il rigore negato con l’Empoli, quello tolto fuori protocollo con la Salernitana ma gli arbitraggi in questa seconda parte di stagione ci stanno togliendo quello che una squadra tra le prime otto d’europa dovrebbe ottenere senza problemi e di diritto – la qualificazione alla prossima Champions.

Oggi nonostante il turnover è stata comunque una buona partita dove molte riserve hanno risposto presente mentre altre come Vranckx e De Keteleaere sono state ancora una volta tra i peggiori in campo spiegando di fatto perché si era arrivati a preferire Bakayoko. Mi è piaciuto molto Pobega, autore del gol e vicino anche al secondo nella ripresa nell’1-2 con Leao, perfetto a centrocampo a spezzare e recuperare palloni. Così così invece il rientro di Kalulu.

Alla fine ne usciamo con un punto e tantissimi rimpianti per uno score deficitario che potrebbe non bastare a fine anno. La società ha in mente solo la partita di martedì che potrebbe però finire molto male di fatto condannandoci ad una corsa senza fine da qua alla trentottesima. Se abbiamo abbandonato a se stesso il campionato – lo dicano – ci vorrebbe un po’ di casino sull’ennesima vergogna andata in scena oggi.

Bologna – Milan: 1-1 (primo tempo 1-1)

Marcatori: 1’ pt Sansone (B), 40’ pt Pobega (M).

Assist: 1’ pt Posch (B).

Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Posch, Soumaoro, Lucumi, Kyriakopoulos; Ferguson, Schouten (40’ st Medel); Dominguez, Aebischer (28’ st Moro), Barrow (28’ st Lykogiannis); Sansone (12’ st Zirkzee). All. Thiago Motta.

Milan (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (12’ Calabria), Kalulu, Thiaw (36’ st Gabbia), Ballo; Vranckx, Pobega; Saelemaekers (12’ st Messias), De Ketelaere (25’ st Diaz), Rebic; Origi (25’ st Leao). All. Pioli.

Arbitro: Massa di Imperia.    

Ammoniti: 10’ st Florenzi (M), 13’ st Posch (B), 24’ st Dominguez (B), 35’ st Calabria (M), 36’ st Pobega (M), 42’ st Vranckx, 45′ st Kyriakopoulos (B).

Milan – Napoli 1-0: amaro in bocca

Il Milan torna a vincere un quarto di finale di Champions League in casa – non accadeva da Milan-Lione 2005-06. Eppure la vittoria di misura che lascia ancora tutto aperto e lascia ancora il Napoli grande favorito qualora dovesse tornare Oshimen. E’ stata la partita peggiore delle tre col Napoli anche se a differenza di quella persa in campionato è stata vinta. Vittoria che ci porta in vantaggio ma che lascia la qualificazione 50-50 in quanto è molto difficile contro questo Napoli fare risultato al San Paolo in Champions League.

Su questo tema sicuramente oggi con 15 minuti in 10 il Milan ha perso una grande occasione e l’ha persa sia per un Giroud oggi veramente sottotono e lontano dal gioco, sia per un Rebic che non andava messo in campo e ha di fatto vanificato l’espulsione di Anguissa. Certo, le squalifiche di Anguissa e Kim per la gara di ritorno sulla carta sono un grosso vantaggio per noi ma potrebbero anche caricarli.

E’ stata un’altra notte di Brahim Diaz, migliore in campo per la UEFA protagonista di un paio di giocate tra cui quella del gol decisivo – meno di Leao che ha avuto una occasione, ottima, ma l’ha sprecata. In generale non sono soddisfattissimo di questa partita considerato che il Napoli era partito meglio in entrambi i tempi e ha avuto anche dei numeri migliori alla fine della giornata in termini di xG e tiri in porta.

Alla fine è una partita di Champions e ogni metro conta – abbiamo fatto valere esperienza, fortuna e furbizia. Rimane l’ultimo metro da compiere in terra ostile dove si è appena vinto ma non conta niente ciò che si è appena fatto. Serve comunque salire di livello e ripetere la partita di campionato perché il Milan di stasera non basta per passare il turno – e devono capirlo tutti, Pioli in primis.

MILAN-NAPOLI 1-0
Marcatori: 40’ Bennacer.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kjær, Tomori, Theo Hernandez; Tonali, Krunic; Brahim Diaz (dal 80’ Rebic), Bennacer (Dal 67’ Saelemaekers), Leao; Giroud. A disp.: Mirante, Ballo-Toure, Kalulu, Florenzi, Origi, Thiaw, Messias, Pobega, Gabbia, De Ketelaere. All. Pioli.

NAPOLI (4-3-3): Meret, Di Lorenzo, Kim, Rrahmani, Mário Rui (dal 81’ Olivera); Anguissa, Lobotka, Zielinski (dal 81’ Ndombele); Lozano (dal 69’ Raspadori), Elmas, Kvaratskhelia (dal 81’ Politano). A disp.: Idasiak, Gollini, Juan Jesus, Ostigaard, Gaetano, Bereszinski. All. Spalletti.

Arbitro: István Kovács (ROU)

NoteAmmoniti: 38’ Zielinski, 61’ Bennacer, 70’ e 74’ Anguissa, 70’ Di Lorenzo, 78’ Kim, 90’+3 Saelemaekers, 90+3 Rrahmani, Calabria. Espulsi: 74’ Anguissa. Recupero tempo: 4’ 1T, 5’ 2T.

Milan – Empoli 0-0: prima palla e poi piede

Altri due punti buttati nel cesso grazie al solito turnover che come per il resto della stagione non ha mai funzionato e non ha mai funzionato perché la dirigenza non è stata in grado di fornire all’allenatore un parco attaccanti adeguato alla competizione visto che il solo Giroud non può giocarle tutte e il resto non può giocare nemmeno nella cremonese. Abbiamo una partita di Champions League mercoledì – il Napoli a +20 e con lo scudetto in mano la gioca con tutti i titolari, noi invece decidiamo di farci male ancora una volta, passerà.

A dire la verità nonostante noi soffriamo le squadre che si chiudono la partita non la giochiamo nemmeno male, soprattutto nel secondo tempo perché l’Empoli non riesce a fare niente, si chiude in difesa e difende lo 0-0 – le occasioni le abbiamo e ce le mangiamo (una clamorosa a testa per Rebic ed Origi) ed è la classica partita maledetta in cui il gol non arriva.

Non sappiamo cosa fare se non abbiamo spazio nell’area avversaria e alla fine tocca mettere Diaz, Giroud e Leao per cercare disperatamente il gol come contro la Salernitana. Gol che arriva ma di mano e viene giustamente annullato – andrebbe tutto bene se non fosse che la partita poteva essere totalmente chiusa 20 minuti prima con questo rigore.

La cosa più scandalosa, oltre al rigore, è la spiegazione che viene data a Theo dal direttore di gara “ha preso la palla”. E se per qualcuno suonerà scandaloso voler vincere con un rigore contro l’Empoli, il grande ed imbattibile Napoli stava nella stessa situazione lo scorso novembre quando un carpiato di Oshimen risolse la questione.

Il Milan in serie A non prende un rigore senza l’intervento del VAR da Venezia-Milan del 9 gennaio 2022. Questo vuol dire che o ce li ha dati il var (3, in 29 partite) o il var ce li ha tolti come successo stasera. Non è un dato accettabile per una squadra che ha lo scudetto sul petto – non è un dato accettabile e non può spiegarsi in maniera razionale.

Per il resto si è capito che non possiamo giocare come stasera – è necessario scoprirsi e farsi attaccare per le caratteristiche che abbiamo anche se non in maniera eccessiva come successo ad Udine. La prestazione è positiva ma l’inconcludenza davanti è terrificante. Perlomeno mercoledì si giocherà una partita di calcio – il che va a nostro favore.

Ribadisco la mia impressione – comunque finisca la stagione Pioli non può essere l’allenatore del Milan nel 2023/24. Persino se dovesse compiere l’impresa di alzare la coppa. C’è tanto potenziale che questa squadra non esprime e partite come questa sono purtroppo ormai la regola.

MILAN-EMPOLI 0-0

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dal 62’ Florenzi), Thiaw, Tomori, Theo Hernández; Bennacer (dal 62’ Brahim Diaz), Tonali; Saelemaekers (dal 84’ De Ketelaere), Pobega, Rebi? (dal 70’ Leao); Origi (dal 70’ Giroud). A disp.: Mirante, T?t?ru?anu; Ballo-Touré, Gabbia, Kjær; Adli, Bakayoko, Kruni?, Vranckx, Messias. All. Pioli.

EMPOLI (4-3-1-2): Perisan; Ebuehi, de Winter, Luperto, Parisi; Fazzini, Marin (dal 78’ Cacace), Bandinelli (dal 64’ Grassi); Baldanzi (dal 78’ Haas); Caputo (dal 64’ Cambiaghi), Piccoli (dal 88’ Satriano). A disp.: Štubljar, Ujkani, Stojanovi?, Walukiewicz; Degli Innocenti, Henderson, Destro, Pjaca, Vignato. All. Zanetti.

Arbitro: Marcenario di Genova.

Note: Ammoniti: 38’ Pobega, 90’+2 Cambiaghi, 90’+4 Satriano, Tomori. Recupero tempo: 7’ 2T.

Napoli – Milan 0-4: siamo stronzi

A metà gennaio, in tempi non sospetti, scrivevo “Unpopular opinion: i picchi di gioco del Milan visti quest’anno (derby, Juve) o fine anno scorso sono superiori a quelli del Napoli. Il problema è tenuta fisica + infortuni“. Oggi è successo esattamente questo: il Milan è andato al San Paolo e si è messo in campo a giocare a calcio con una partita che ricorda il derby d’andata, quella con la Juventus a San Siro o quelle di Maggio dello scorso anno – e se il Milan si mette a giocare a calcio in Italia non ce n’è per nessuno – nemmeno il Napoli. Ha fatto una partita che ti fa incazzare di aver buttato via una stagione, della supponenza di Udine o Firenze e di tutte quelle situazioni che anche oggi ci fanno essere lì a lottare per un piazzamento Champions invece di essere in lidi più sicuri.

E attenzione, perché la partita del Milan stasera non è nemmeno un granché – il Milan aveva giocato molto molto meglio la gara d’andata dove aveva creato tanto quanto stasera senza rischiare nulla, ma con grandissima disonestà intellettuale lo si era dimenticato. Così come con grandissima disonestà si era dimenticato che questo Napoli in Italia nei big match non è che avesse fatto chissà cosa al di là della Juventus – vinti o persi di misura, con gol sporchi e spesso giocando in difesa. Sono stati bravi con le piccole e gliene va dato merito – ma non ci sono i 20 punti di divario tra noi e loro che la classifica dice oggi, non ci sono mai stati.

E’ inutile dire che la testa della squadra era sulla partita di Champions e rimane sulla partita di Champions. Era 50-50 prima e rimane 50-50 oggi, semplicemente si è fatto vedere che sulla partita secca non conta nulla il campionato. Da notare a livello tattico che rientrati a quattro esce Thiaw e rientra Kjaer per l’infortunio di Kalulu e Kjaer porta un altro clean sheet a referto – bene anche Calabria che ha annullato Kvaraskelia anche oggi dopo il primo tempo dell’andata (e infatti, nonostante l’odio dei milanisti, lo vuole il Real Madrid)

Al di là delle sirene europee comunque inizia ora un campionato di 10 partite dove partiamo ad un punto su Inter e Roma e con ancora da affrontare Roma, Lazio e Juventus. E’ ancora lunga ed è ancora difficile e va affrontata una partita alla volta dimenticando la partita di stasera ma affrontando sempre ogni gara contro tutto e contro tutti come fosse la partita di stasera. A partire da Milan – Empoli, gara pre-Champions del venerdì santo, che già sa di beffa.

NAPOLI-MILAN 0-4

Marcatori: 17’ e 59’ Leao, 25’ Diaz, 67’ Saelemaekers.

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim (dal 81’ Juan Jesus), Mário Rui; Anguissa, Lobotka (dal 68’ Elmas), Zieli?ski (dal 68’ Ndombele); Politano (dal 68’ Lozano), Simeone (dal 77’ Raspadori), Kvaratskhelia. A disp.: Gollini, Marfella, Østigård; Demme, Gaetano, Zedadka, Zerbin. All. Spalletti.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kjær, Tomori, Theo Hernández; Bennacer (dal 83’ De Ketelaere), Tonali; Brahim Díaz (dal 57’ Saelemaekers), Kruni? (dal 83’ Bakayoko), Leão (dal 74’ Rebic); Giroud (dal 74’ Origi). A disp.: Mirante, T?t?ru?anu; Ballo-Touré, Florenzi, Gabbia, Thiaw; Adli, Bakayoko, Pobega, Vranckx; De Ketelaere. All. Pioli.

Arbitro: Rapuano di Rimini.

NoteAmmoniti: 35’ Giroud, 40’ Lobotka, 63’ Krunic. Recupero tempo: 4’ 1T, 2’ 2T.

Udinese – Milan 3-1: così da gennaio, quando cacciamo Pioli?

Resuscitata l’Udinese che in casa non vinceva una partita da Settembre. E’ la nuova impresa di un Milan bruttissimo che va in scena alla Dacia Arena contro la solita avversaria che decide di giocarsela all’arma bianca, pressing e botte come fosse la finale del mondiale. Al 18 aprile siamo ad undici sconfitte stagionali da campione d’Italia, una delle peggiori difese del titolo di sempre – un mercato da 50 milioni di Euro che ha fortemente peggiorato la squadra e un allenatore che rimane in sella nonostante 12 punti nelle 11 partite – il peggior rendimento di sempre.

Non si può continuare in una società dove non c’è accountability. Leao se ne frega perché deve rinnovare? Gioca. Pioli fa schifo? Non è in discussione. In rosa possono giocare bene o male ma giocano sempre gli stessi. Il ciclo di Pioli al Milan è finito – è andato, morto, sepolto. Rimangono i giocatori che si automotivano nelle grandi partite. E’ vero che il pesce puzza dalla testa ma è anche vero che tutti colpevoli significa nessun colpevole – iniziamo a cacciare chi ha fatto 12 punti in 11 partite un rendimento che non può essere giustificabile a prescindere dal resto.

Andiamo a Maldini che ha avuto una cinquantina di milioni sul mercato ed è riuscito a peggiorare l’organico. Il direttore dell’area tecnica non ha comprato un giocatore che ha chiesto l’allenatore e questo è grave. Ha rinnovato un contratto fuori da ogni logica – ha peggiorato la squadra campione d’Italia in maniera pesante. Abbiamo un dirigente che non risponde ai suoi errori, che si nasconde dietro l’allenatore, che viene fuori solo quando c’è da battere cassa e fare l’amicone dei giornalisti.

Difendere Pioli e approvare questa roba è sì mentalità da Leicester d’Italia. Così male in termini di punti nemmeno con Inzaghi o l’ultimo allegri. In difesa facciamo ridere e concediamo 6-7 palle gol a partita – in attacco si vive di iniziative, non c’è un attaccante decente ormai e si vive dei guizzi di Giroud. Questa squadra arriverà quinta e lo abbiamo già capito a gennaio – il problema è che probabilmente non pagherà nessuno.

Non andare in Champions significa ricominciare dal via, significa ricominciare dal 2014-15 senza possibilità di investire per il FFP, dovendo cedere i migliori e avendo i vincoli. E’ una tragedia di cui non frega nulla a nessuno, perché in questa squadra non frega nulla a nessuno del proprio ruolo da quando non c’è più il cane da guardia (Gazidis). Non frega nemmeno ai tifosi contenti di farsi rubare soldi ogni domenica per vedere pareggi con la Salernitana o sconfitte col Sassuolo.

Tra due mesi e mezzo sarà finita una stagione in cui siamo passati dall’insegnare calcio a farcelo insegnare. In cui veramente chiunque ha alzato la cresta e si è vista la peggior difesa di un titolo di sempre. Allora dico dateci almeno la soddisfazione di vedere fuori tutti dai coglioni – fuori Leao e Bennacer, fuori Tomori e che si faccia una squadra vera in cui c’è voglia. Fuori il pippone belga – anzi, tutti e tre. Fuori l’allenatore e fuori il direttore sportivo. Fuori tutti quelli non degni di restare al Milan.

P.s. non me ne sono dimenticato, ma il gol del 3-1 con fallo di Success su Thiaw non fischiato è una vergogna assoluta.

UDINESE-MILAN 3-1

Marcatori: 9’ Pereyra, 45’+4 Ibrahimovic, 45’+6 Beto, 70’ Ehizibue.

UDINESE (3-5-2): Silvestri; Becao, Bijol, Perez; Ehizibue (dal 88’ Ebosele), Samardzic (dal 74’ Lovric), Walace, Pereyra (dal 81’ Arslan), Udogie (dal 88’ Zeegelar); Beto, Success (dal 74’ Thauvin). A disp.: Padelli, Piana, Abankwah, Nestorovski, Pafundi. All. Sottil

MILAN (3-4-2-1): Maignan; Kalulu, Thiaw, Tomori (dal 76’ Calabria); Saelemaekers, Tonali, Bennacer, Tourè; Diaz (dal 76’ De Ketelaere), Leao; Ibrahimovic (dal 76’ Origi). A disp.: Tatarusanu, Mirante, Adli, Rebic, Bakayoko, Kjaer, Florenzi, Pobega, Krunic, Vranckx, Gabbia. All. Pioli

Arbitro: Doveri di Roma 1.

NoteAmmoniti: 27’ Perez, 61’ Kalulu, 69’ Walace, 90’ Ebosele, 90’+2 Tonali, 90’+2 Becao. Espulsi: 45’+2 Sottil. Recupero tempo: 2’ 1T, 7’ 2T.

Milan – Salernitana 1-1: quando cacciamo il pelato?

Nemmeno nei peggiori sogni si poteva pensare di vedere la Salernitana giocare un calcio migliore del nostro a San Siro semplicemente rimanendo compatta dietro e accelerando con una precisione di passaggio che i nostri si sognano. Quanto visto stasera dovrebbe far pensare che il prossimo anno comunque vada in Champions dove – diciamocelo – siamo stati molto fortunati a trovare una squadra di rugby peggiore della nostra – si riparta da una nuova guida tecnica.

Anche oggi come nell’ultimo mese, come in un girone di ritorno dove hai fatto 10 punti in 7 partite, roba da banter era Inzaghiana, ma forse nemmeno lui così male. Ci limitiamo a carambolare e tirare in porta a caso senza mai aver veramente costruito qualcosa con la palla che spesso gira tra Thiaw, Tomori, Kalulu e Maignan in una delle peggiori versioni del Milan allegriano, senza nemmeno poter giocare su Leao che da Gennaio fa semplicemente schifo e perde palloni su palloni forse come ripicca per il rinnovo mancato, forse pensando alla sua prossima squadra.

L’unica Champions che importa è la prossima ed essere lì a giocarsela oggi è già fallimento comunque finisca la stagione. Essere a 20 punti dal Napoli il 13 marzo è una vergogna di cui qualcuno deve rispondere. Così come è una vergogna questo continuo non giocare, speculare, sperare di non prendere gol e cavarsela – se il Milan da Gennaio in poi avesse messo Allegri in panchina con la maschera di Pioli nessuno avrebbe notato la differenza.

Farsi palleggiare in faccia dalla Salernitana a San Siro e prendendo gol come quelli dell’1-1 è una roba vergognosa che qualcuno bollerà come sfortuna citando il numero dei tiri in porta, spesso imprecisi o costruiti male. E’ una roba vergognosa ostinarsi ancora con De Keteleare che è nettamente il bidone d’oro del 2022-23 se non degli ultimi 10 anni. Giocare con lui è come giocare in 10 in campo e si nota subito la differenza con Diaz che cerca il pallone e prova la giocata a costo di sbagliarla. Si continua a dire che va messo in campo per tutelare l’investimento ma il rischio è che più questo gioca, più si svaluti.

Ringraziamo Giroud per essere riuscito a mettere dentro la meta in un corner dopo un primo tempo abbastanza orribile in cui Maignan fa un intervento da fuoriclasse rischiando anche un rosso. Ringraziamo l’allenatore per aver messo dentro i due peggiori del mercato estivo in un momento in cui serviva segnare gol togliendo ogni possibilità di farlo. Ringraziamo i talebani della difesa a tre che hanno tolto ogni possibilità di avere un minimo di gioco.

La catastrofe del quinto posto è dietro l’angolo in un momento in cui la squadra ha veramente dato tutto ed esaurito ogni idea. Possiamo se volete parlare di fine ciclo o di scarsa voglia di osare sul mercato. Questa squadra non finirà nelle prime quattro – c’è chi l’ha già visto e chi vuole solo aspettare che succeda prima di parlare.

Nota finale, un applauso a La Penna che non vede un rigore netto su Theo Hernandez e poi usa il VAR fuori protocollo, facendo quindi giurisprudenza, per toglierne uno su Bennacer. Il Milan continua a non avere un rigore a favore dalla sesta giornata di campionato.

MILAN-SALERNITANA 1-1

Marcatori: 45+1’ Giroud, 61’ Dia.

MILAN (3-4-2-1): Maignan; Kalulu, Thiaw, Tomori; Saelemaekers (dal 77’ Florenz), Bennacer (dal 85’ Tonali), Krunic, Theo; Diaz (dal 62’ De Ketelaere), Leao (dal 62’ Origi); Giroud (dal 62’ Ibrahimovic). A disp.: Tatarusanu, Mirante, Calabria, Kjaer, Ballo-Tourè, Gabbia, Vranckx, Adli, Pobega, Rebic. All. Stefano Pioli

SALERNITANA (3-4-2-1): Ochoa; Daniliuc, Gyomber, Pirola (dal 68’ Lovato); Mazzocchi (dal 83’ Sambia), Coulibaly, Bohinen (dal 83’ Crnigoj) , Bradaric; Candreva (dal 68’ Bonazzoli), Kastanos (dal 56’ Piatek); Dia. A disp.: Fiorillo, Sepe, Bronn, Maggiore, Nicolussi Caviglia, Lovato, Vilhena, Botheim, Valencia. All. Paulo Sousa

Arbitro: La Penna di Roma 1.

NoteAmmoniti: 60’ Giroud, 85’ Sambia, 89’ Coulibaly, 90’+4 Tomori, 90+5 Dia. Recupero tempo: 1’ 1T, 6’ 2T.

Tottenham – Milan 0-0: ai quarti con merito

A dieci anni di distanza da quell’Arsenal-Milan 3-0 il Milan torna ai quarti di finale della Champions League e lo fa non subendo gol contro il Tottenham di Conte in una partita che è il proseguimento dell’andata dove il Milan difende bene, concede poco (paradossalmente l’ultima occasione con la parata di Maignan è la più netta tra andata e ritorno) e passa il turno. Passa con il rimpianto di un punteggio che poteva probabilmente essere più netto considerato sia i gol mangiati all’andata, sia i gol mangiati al ritorno a botta sicura che devono essere sicuramente finalizzati se si vuole continuare a stare qua e/o andare avanti nella competizione.

Per il resto è più il Milan con l’Atalanta che quello visto con la Fiorentina, gli spazi sono chiusi e si prova a lanciare in contropiede con un Leao comunque a mezzo servizio e Giroud a fare da ariete. Funziona e funziona anche perché a differenza di Firenze non gioca De Keteleaere ma gioca Brahim Diaz e la differenza si vede per il fatto che lo spagnolo tenta comunque la giocata, crea tempi di gioco e torna anche dietro a frapporsi fra le linee e recuperare.

Menzione d’onore per Theo Hernandez, partita da miglior terzino sinistro al mondo e come al mondiale è una partita dove vuol far vedere a tutti che c’è lui e poi il vuoto. E’ lui a creare occasioni su quella fascia, è lui a far espellere Romero che in realtà oggi non doveva nemmeno giocare. Se bisogna trovare una nota negativa è stato forse Krunic, preferito a Bennacer autore degli unici due errori nel secondo tempo.

Dove andiamo ora? Probabilmente – a meno che non passi l’Inter – saremo la squadra che tutti vorranno incontrare ai quarti di finale. Andiamo ai quarti senza nessuna pressione e/o aspettativa, con la mente libera e un ritorno economico che può sicuramente servire per rinforzare la squadra – non bisogna però dimenticare che c’è però un campionato in corso dove stiamo rischiando seriamente e dove bisogna tornare in carreggiata.

Tottenham-Milan 0-0 (primo tempo 0-0)

Marcatori: 
TOTTENHAM (3-4-3)
: Forster; Romero, Lenglet, Davies; Emerson (dal 24’ st Richarlison), Skipp, Hojbjerg, Perisic (dall’8 st  Porro) Kulusevski (dal 38’st Sanchez) Kane, Son. A disp.: Austin, Whiteman, Sanchez, Richarlison, Danjuma, Porro, Tanganga, Lucas Moura, Sarr, Devine. All. Antonio Conte.

MILAN (3-4-2-1): Maignan; Kalulu, Thiaw, Tomori; Messias (dall’11 st Saelemaekers), Tonali, Krunic, Theo Hernandez; Diaz (dal 35’ st Bennacer) Leao (dal 43’st Rebic); Giroud (dal 35’ st Origi)A disp.: Mirante, Calabria, Bennacer, Ballo-Touré, Rebic, Kjaer, Florenzi, Origi, Pobega, Gabbia, Saelemaekers, De Ketelaere. All. Stefano Pioli.

Ammoniti: 17’ pt Romero (Tot), 21’ pt Lenglet (Tot), 21’ pt Conte (Tot), 47’ st Thiaw (Mil)

Espulsioni: 31’ st Romero (Tot)

Fiorentina – Milan 2-1: lezione di Italiano

Dopo la migliore partita dell’anno il Milan torna a giocare una delle peggiori prestazioni stagionali contro la Fiorentina a Firenze con una sconfitta di fatto netta visto che il gol di Theo arriva a 30” dalla fine. Una sconfitta senza gioco in cui nel primo tempo la squadra è stata sostanzialmente messa sotto non trovando spazio già nel primo pressing avversario e che solo per un miracolo sulla linea di Tomori non ha preso subito gol. Miracolo che lo stesso Tomori cancella immediatamente nella ripresa con un rigore molto ingenuo su Ikone andandolo a tirare giù per il braccio dopo essere stato nettamente saltato come già era avvenuto con Chelsea ed Inter.

Cosa dire della formazione? Siamo stati totalmente sorpresi dal primo pressing viola – sempre e costantemente incapaci di superare la prima linea di passaggio con qualcosa che non sia un lancione rugbystico dai piedi del portiere. Questo è quello che si produce con la difesa a tre e il baricentro all’ippodromo, roba che doveva essere una situazione emergenziale ed è diventata stabile.

Non si poteva comunque pretendere di più da De Keteleare, pippone belga strapagato che anche oggi ha fatto una solita prestazione scialba e innocua con un solo cross, peraltro lungo, all’attivo dopo che Dodò gli è scivolato davanti – è un corpo totalmente estraneo alla squadra che non corre, non pressa, non blocca le linee di passaggio e appena riceve palla invece di provare una giocata la passa all’indietro. Speriamo che Diaz torni presto e che questo torni al Bruges l’anno prossimo perché questa è la sua dimensione.

Nel secondo tempo facciamo qualcosina – poi vengono tolti Rebic e Giroud che stavano finalmente facendo qualcosa di pericoloso dopo un primo tempo pessimo inserendo Ibrahimovic ed Origi. Il secondo se ci fosse meritocrazia non vedrebbe più il campo visto che è un ex giocatore che è incapace di fare qualsiasi cosa di decente – di fatto lasciandoti in dieci.

Io non so cosa sia successo alla squadra che andava a dipingere calcio ad Old Trafford con Castillejo titolare ma questa roba rischia ad oggi di finire fuori dalle prime quattro dietro a squadre che non hanno niente più del Milan – anzi. Il tutto tra tifosi incapaci di chiedere ed ambire a qualcosa di meglio di un 41enne e due ultra 30enni in attacco, di esaltare mezze promesse come fossero giocatori fatti e campioni e vivere di rendita dopo lo scorso anno.

Continuo a ribadire che Pioli il prossimo anno non può essere l’allenatore del Milan qualsiasi cosa succeda. Se il direttore sportivo non può o vuole prendere provvedimenti che sia allora la proprietà a farlo – ma questa è una squadra che si sta giocando il proprio futuro sul campo in attesa di perderlo a zero nei contratti.

FIORENTINA-MILAN 2-1

Marcatori: 49’ rig. Gonzalez, 87’ Jovic, 90’+5 Theo.

FIORENTINA (4-3-3): Terracciano; Dodô, M. Quarta, Igor, Biraghi (dal 74’ Ranieri); Bonaventura (dal 81’ Castrovilli), Amrabat (dal 91’ Barak), Mandragora; González (dal 91’ Sottil), Cabral (dal 81’ Jovic), Ikoné. A disp.: Cerofolini, Sirigu; Milenkovi?, Venuti, Bianco, Duncan, Saponara; Brekalo, Kouamé. All.: Italiano.

MILAN (3-4-3): Maignan; Kalulu, Thiaw, Tomori; Messias (dal 74’ Saelemaekers), Tonali, Bennacer (dal 66’ Bakayoko), Hernández; De Ketelaere (dal 83’ Adli), Giroud (dal 66’ Ibrahimovic), Rebi? (dal 66’ Origi). A disp.: Mirante, T?t?ru?anu; Ballo-Touré, Calabria, Dest, Florenzi, Kjær, Pobega, Saelemaekers, Vranckx. All.: Pioli.

Arbitro: Di Bello di Brindisi.

NoteAmmoniti: 11’ Thiaw, 29’ Cabral, 35’ Messias, 59’ Ikone, 70’ Gonzalez, 80’ Kalulu. Recupero tempo: 2’ 1T, 5’ 2T.

Rivalità immaginarie

C’è una nuova polizia morale su Twitter. Non contenti del Bayern Monaco d’Italia dopo una stagione con gli stadi chiusi, ora tocca sopportare i tifosi del Real Vesuvio. Bon ton, educazione, decenza vorrebbero che se arrivi a vincere un trofeo importante dopo 30 anni non vai a rinfacciare il mondo a chi per questi 30 anni hai guardato vincere – più e più volte. I tifosi del nuovo Leicester, invece, per una annata anomala in cui è girato tutto bene, di educazione e decenza hanno dimostrato di averne zero.

Buona educazione vorrebbe essere quella di godersi un campionato del genere. Perché negli ultimi anni dove Milan, Inter e Juventus lottavano e vincevano sul Napoli nessuno ha detto nulla. Ora che stanno facendo un buon campionato anche grazie a partite in cui veramente gli è girato tutto bene ed un mondiale che i loro giocatori hanno visto da casa non ci capiscono più niente. Guai a non trattarli come fossero la squadra italiana più forte di sempre – il calcio fino a ieri? Conta zero. Di fatto se vincesse il Napoli eguaglierebbe ciò che ha fatto il Milan lo scorso anno e l’Inter il precedente. Eguaglierebbe, appunto.

Insomma, alle provinciali l’aria di alta classifica dà alla testa – lo spettacolino tra tifosi e giornalisti addetti ai lavori con una arroganza ed una presunzione che nemmeno gli juventini nel 2012 è una roba inqualificabile. A differenza del Milan lo scorso anno peraltro il Napoli può contare su un buon supporto mediatico in quanto non si fa incazzare nessuno a fare dei complimenti – a differenza di quanto abbiamo dovuto subire noi tra overperformance, stadi vuoti eccetera. Immaginate cosa si sarebbe detto del Milan in un campionato fermo per un mese e mezzo per un mondiale dove nessuno dei suoi giocatori più forti partecipa.

Il Napoli potrà vincere un titolo ma alla fine dell’anno il Milan rimane il Milan, la Juventus rimane la Juventus e il Napoli rimane il Napoli. Quello che sta succedendo è come se i tifosi di Esteban Ocon nel mondiale di Formula 1 del 2022 fossero andati a prendere per il culo quelli di Hamilton e Verstappen dopo la vittoria del Gran Premio di Ungheria. Come se i tifosi di Brescia andassero a misurarsi con quelli di Bologna e Milano dopo averle battute una volta nella coppa Italia di basket. Con tutto il rispetto ci sono dimensioni e dimensioni e il livore e l’inventare rivalità immaginarie non accentua altro che il provincialismo di chi da sempre è inferiore.

Pensavo che lo scudetto potesse un po’ calmare il nervoso dall’imminente fine del reddito di cittadinanza – evidentemente mi sbagliavo. Allora, per quieto vivere, guai a dire che a Milano il Napoli ha avuto fortuna, che quest’anno è stata molto brava contro le piccole ma con le milanesi tutta sta differenza non si è vista, guai a parlare di mese buttato dal Milan e guai a dire che il Milan al 100% è e resta superiore. I morosi del belpaese si offendono.

Siamo i primi a fare i complimenti al Napoli per non aver sbagliato niente. Ma non ci sentiamo né inferiori né ci prostriamo a nessuno da campioni d’Italia sul petto. Anzi, a scudetto andato il desiderio può e deve essere quello di rimettere in chiaro le cose sia nello scontro diretto di Aprile, sia eventualmente in Champions League. Una tifoseria così frustrata ed incapace di godersi un titolo senza voler tirare in ballo gli altri l’avevamo già vista due anni fa – ma lì c’era una rivalità cittadina, qua cosa c’è?

Complimenti, insomma, ai peggiori tifosi d’Italia, a quelli più piangina e vittimisti che in cerca di una validazione esterna si stanno rovinando da soli un meritato scudetto.

Milan – Atalanta 2-0: siamo tornati?

Un 2-0 che va stretto ma che chiude la migliore partita dell’anno e rimette il Milan in carreggiata per la lotta Champions. Battuta l’Atalanta e spedita fuori, si spera, ne rimangono 4 per 3 posti. Oggi si è rivisto il Milan campione d’Italia, la più forte del campionato, Napoli incluso, quella che ha preso a pallate l’Inter per 70 minuti, la Roma per 85 e la Juventus per 90. Lo ha fatto continuando non solo a non subire col ma nemmeno a subire tiri in porta contro l’Atalanta di Gasperini che ha preparato la partita a porte chiuse come fosse la sua solita finale – certificando un periodo di imbattibilità che sale a cinque partite, Champions compresa.

C’è una differenza sostanziale però tra questo Milan e quello dello scorso anno ed è Malick Thiaw che comporta il dover giocare con la difesa a tre, rinunciando a fare la partita tenendo noi la palla – nonostante questo, però, a differenza delle ultime cinque le occasioni da gol non sono mancate, due divorate da Giroud ed una da Messias che poi raddoppia su una palla clamorosa di Leao che fa la giocata della partita con un assist che se fosse stato fatto da Dybala o Kvarastkelia ci sarebbero le prime pagine dei giornali.

Dovranno spiegarci cosa è successo a Gennaio perché perdere con una squadra del genere è comunque un fallimento e fa male. E’ stato il mondiale? E’ stato il non mercato? Col campionato totalmente andato per questa squadra resta solo un obiettivo – quello impossibile che porta ad Istanbul. Theo Hernandez oggi è tornato il miglior terzino sinistro del mondo – non solo grazie al gol, ha retto il centrocampo nonostante l’assenza di Bennacer (che dovrebbe tornare a Firenze).

Segnaliamo il solito sicariaggio di Mariani che non riuscendo a trovare un modo per favorire l’Atalanta non ha espulso Toloi, non ha dato un rigore su Leao che ha ammonito poi frettolosamente così come Krunic anche se il massimo rimane interrompere platealmente la corsa di un giocatore mettendosi in mezzo, arrivando a causare ben due contropiedi. Credo di non aver mai visto niente del genere.

A questo punto della stagione – sfumato ogni obiettivo – non chiedo altro che riscattare questo campionato affrontando il Napoli ai quarti di finale di Champions in caso riuscissimo ad eliminare il Tottenham. Ridimensioniamo questa banda di overperformanti mai rotti che si basano su due giocatori e la fortuna del loro allenatore e che hanno sfruttato il mondiale per riposare a loro vantaggio.

MILAN-ATALANTA 2-0

Marcatori: 26’ Aut. Musso, 87’ Messias.

MILAN (3-4-3): Maignan; Kalulu, Thiaw, Tomori; Messias (dal 89’ Saelemaekers), Tonali, Krunic, Theo Hernandez; Brahim Diaz (dal 74’ De Ketelaere), Giroud (dal 74’ Ibrahimovic), Leaoc(dal 88’ Rebic). A disp.: Tatarusanu, Mirante, Ballo-Tourè, Adli, Bakayoko, Kjaer, Origi, Pobega, Vranckx, Gabbia. All.: Pioli.

ATALANTA (3-4-2-1): Musso; Tóloi, Djimsiti, Scalvini (dal 84’ Palomino); Zappacosta (dal 84’ Ruggeri), De Roon, Koopmeiners (dal 84’ Vorlický), Mæhle; Lookman (dal 69’ Muriel), Éderson (dal 63’ Boga); Højlund. A disp.: Rossi, Sportiello; Okoli, Soppy; Chiwisa, Muhameti. All.: Gasperini.

Arbitro: Mariani di Aprilia.

NoteAmmoniti: 27’ Toloi, 28’ Leao, 58’ Gasperini, 66’ Thiaw, 90’ Krunic. Recupero tempo: 1’ 1T, 4’ 2T.

Monza – Milan 0-1: horto muso

Una partita orribile in cui il Milan trova i tre punti e trova il terzo 1-0 consecutivo dopo non averne mai fatti in stagione. Il Milan sbanca il campo di un Monza che da quando c’era Palladino viaggiava sul nostro ritmo, aveva fermato l’Inter e aveva battuto la Juventus – vince male e vince soffrendo nel finale, negli ultimi 30 minuti con un Monza che probabilmente meritava il pareggio ed è stato fermato da un paio di buone cose di Tatarusanu, al terzo clean sheet consecutivo.

Non cambia il copione della squadra – la coperta dietro (leggasi Thiaw, che non è che gioca perché ora è meglio che a novembre ma gioca perché stiamo giocando a 3 dietro e lui è un difensore per la difesa a 3 – appena si tornerà a 4 si accomoderà di nuovo in panca) ci toglie l’uscita della palla pulita e ci crea sterilità davanti dove Leao non può fare la seconda punta perdendo il 90% del suo potenziale. Davanti ne usciamo onestamente ancora peggio perché Origi non fa il 20% del lavoro che fa Giroud in una partita e ne usciamo sostanzialmente in 10 in campo.

Usciamo verso la fine del primo tempo e troviamo il gol con Messias meritato ma fortunoso – nel secondo Theo manca il raddoppio poi i cambi mandano completamente in palla la squadra. E qua arriviamo alla nota dolente – ovvero il pippone biondo da 35 milioni che entra in campo ed è completamente fuori dalla partita. Anche oggi un gol sbagliato che lo avrebbe messo dentro pure Gullo del Cervia che grida vendetta e nonostante tutto tocca sorbirci le sue groupié che lo vorrebbero in campo dall’inizio e che credono basti un golletto a caso perché diventi Zidane. Ma meno male che non gioca, perdio!

Nel mentre Pioli mette le cose in chiaro sul mercato estivo e fa capire che piuttosto che Vranckx (che in fondo ha regalato il 2-2 alla Roma l’ultima volta che ha giocato) va a ripescare Bakayoko dalla lista dei dimenticati e lo mette in campo. Ne esce di fatto nuovamente una partita da trofeo sei nazioni e da un Milan allegriano che vince senza convincere e mette tre punti in cascina. Guai a vedere questa formazione come la soluzione e la panacea a tutti i mali – insomma – occorre tornare a giocare a calcio e occorre tornare farlo con la nostra formazione.

Lo scrivo e lo ribadisco comunque al 18 febbraio 2023 – il ciclo di Pioli al Milan è finito. Va pensato un nuovo tecnico pure se dovesse vincere la Champions o recuperare 18 punti al Napoli. Questa squadra ha smesso di giocare a calcio e non può più circolare – ho paura di come potrà finire nelle prossime due contro Atalanta e Fiorentina. In Champions, infatti, non ci siamo ancora e toccherà tornare a vincere qualche scontro diretto per poterci arrivare.

MONZA-MILAN 0-1

Marcatori: 31’ Messias.

MONZA (3-4-2-1): Di Gregorio; Marlon (dal 70’ Gytkjær), Marí, Izzo; Birindelli (dal 59’ Carboni), Rovella (dal 70’ Sensi), Pessina, Ciurria; Mota Carvalho (dal 84’ Valoti), Caprari; Petagna (dal 59’ Machin). A disp.: Cragno, Sorrentino; Antov, Caldirola, Donati; Barberis, Colpani, Ranocchia; D’Alessandro. All.: Palladino.

MILAN (3-4-3): T?t?ru?anu; Kalulu, Thiaw, Tomori; Messias (dal 64’ Saelemaekers), Tonali, Kruni? (dal 83’ Bakayoko), Theo Hernández; Brahim Díaz (dal 64’ De Ketelaere), Origi (dal 64’ Giroud), Leão (dal 79’ Rebic). A disp.: Mirante, Vásquez; Ballo-Touré, Dest, Gabbia, Kjær; Adli, Pobega, Vranckx, Ibrahimovi?. All.: Pioli.

Arbitro: Rapuano di Rimini.

NoteAmmoniti: 27’ Marlon, 34’ Krunic, 54’ Birindelli, 62’ Rovella, 63’ Machin, 69’ Thiaw. Recupero tempo: 2’ 1T, 5’ 2T.

Milan – Tottenham 1-0: dna europeo

Il Milan torna a vincere una gara ad eliminazione diretta in Champions League e lo fa 10 anni dopo il 2-0 al Barcellona firmato Boateng e Muntari, contro un Tottenham che sapevamo essere non più forte del miglior Milan ma sapevamo anche che arrivavamo a questa partita con seri problemi dopo il gennaio di crisi. La musichetta ha fatto il suo e si è visto subito un Milan totalmente diverso da quello delle ultime gare di campionato, basti pensare che Leao e Giroud tornavano indietro a tutta fascia per novanta minuti.

Non si ricordano quindi azioni pericolose del Tottenham mentre noi usciamo dal campo con il rammarico di non aver fatto il secondo che potevano mettere sia De Keteleaere prima che Thiaw poi. Purtroppo il rischio è che al ritorno sarà un’altra partita e difficilmente il gol basterà – soprattutto ora che il gol fuori casa non vale più doppio. Rimane il rammarico anche per la mancata espulsione di Romero per fallo, nettissimo, su Tonali che ci avrebbe lasciato in 10 e avrebbe tolto due titolari agli spurs nella gara di ritorno.

Per il resto possiamo dire che abbiamo registrato la difesa e potrebbe non essere un caso che lo abbiamo fatto quando è uscito Tomori che in questa stagione è purtroppo stato di gran lunga il peggiore. Si è rivisto oggi Kjaer che ha fatto una partita da leader del livello di quelle della scorsa stagione e ha dimostrato che l’esperienza conta – partita monumentale anche di Giroud che ha dato veramente tutto e anche di più per questa maglia.

Siamo guariti? Servirà vedere un Milan del genere in campionato perché la lotta per le prime 4 è ancora viva e nessuno regala niente. In Champions per ora si vive partita a partita tirando a campare, ma questo è il vero Milan che si poteva e doveva vedere nei derby di Gennaio e che li avrebbe vinti anche abbastanza agilmente. Registriamo che intanto abbiamo sistemato la difesa con un solo gol subito nelle ultime tre gare dopo la goleada casalinga contro il Sassuolo.

Non penso che passeremo perché un gol purtroppo è poco e perché non va fatto passare sottotraccia l’ennesima porcata arbitrale di un fischietto che al di là proprio dell’espulsione di Romero ha arbitrato all’italiana per noi e all’inglese per loro. Non è bastato. Ma al ritorno, ovviamente, mi aspetto di tutto e di più.

MILAN-TOTTENHAM 1-0

Marcatori: 7’ Diaz.

MILAN (3-4-3): Tatarusanu, Kalulu, Kjaer, Thiaw; Saelemaekers (dal 77’ Messias), Krunic, Tonali (dal 86’ Pobega), Theo, Brahim Diaz (dal 77’ De Ketelaere), Giroud, Leao (dal 90’ Rebic). A disp.: Mirante, Gabbia, Calabria, Ballo-Touré, Origi. All. Stefano Pioli.

TOTTENHAM (3-4-3): Forster; Romero, Dier, Lenglet (dal 80’ B. Davies); Emerson, Skipp, Sarr, Perisic; Kulusevski (dal 70’ Richarlison), Kane, Son (dal 80’Danjuma). A disp.: Austin, Whiteman, Sánchez, Pedro Porro, Tanganga, Moura, Devine. All. Antonio Conte

Arbitro: Sandro Schärer (SUI).

NoteAmmoniti: 48’ Romero, 64’ Dier, 80’ Tonali, 90+2 Theo. Recupero tempo: 3’ 1T, 6’ 2T.

Milan – Torino 1-0: ne abbiamo vinta una

Dopo un mese e sette giorni il Milan torna a vincere una partita in maniera forse cattiva e fortuita ma meritata. La decide ovviamente Giroud che è e rimane l’uomo dei gol pesanti in un secondo tempo dove la squadra prova ad uscire alta e tornare a giocare a calcio grazie al rimettere Leao al suo posto, riattivando così la fascia sinistra dello scudetto altrimenti nota come l’unico terminale offensivo della squadra. Può essere la svolta? Ne dubito fortemente. Solo per caso il Milan non è andato sotto nel primo tempo che è stata una brutta copia di quello del derby con il Torino in cui si è cercato di non prendere gol più che di farlo – la differenza è che stavolta è andata bene.

Si sono visti 30 minuti di Milan “decente” con le occasioni di Leao e Giroud e – appunto – il goal eppure tutto questo ha rischiato di essere vanificato dal finale arrembante con noi finiti a difendere sugli angoli e il portiere che non sa cosa fare. Tonali è andato di nuovo vicino al pasticcio ma è anche vero che il Toro non ha fatto nulla nel secondo tempo per meritare qualcosa di più di quello che ha raccolto.

Ha fatto bene oggi Thiaw che non è Alessandro Nesta come già si legge nella vaga esterofilia e giovanilismo nel postpartita. Questo non rivaluta certo il mercato (anche Gabbia ha fatto le sue partite così, vedi Juventus) e non serve ad invocare giocatori scarsi come Vranckx che non giocano in quanto tali (vedi disastro con la Roma). Andrebbe però valutato sì un maggiore impiego ma al posto di Kjaer che da inizio stagione è un ex-giocatore e paradossalmente il peggiore di quest’anno, anche peggio di Tomori che non ha mai brillato.

Il gioco fatica comunque ad esistere – qualcosina arriva anche dal lato di Saelemakers che a differenza di Messias è un professionista ma senza Bennacer si ricorre spesso al lancione rugbistico e alla spizzata di Giroud di stampo allegriano. Spizzata che arriva spesso e volentieri in realtà ma senza essere mai seguita. Serve gente dai piedi buoni a centrocampo o non se ne esce – non si può reggere tutto intorno a Bennacer.

Ora martedì arriva il Tottenham e onestamente arriva con aspettative totalmente diverse da quelle di Novembre, quelle di una squadra che arrivava con due vittorie per 4-0 nella massima competizione europea. Stanno bene, sono in forma, hanno risolto diversi problemi e hanno battuto anche il Manchester City. Non rimane che sperare di perdere con dignità e poi pensare a questo rush finale per un quarto posto che – continuando come oggi – comunque difficilmente arriverà.

MILAN-TORINO 1-0

Marcatori: 62’ Giroud.

MILAN (3-4-3): Tatarusanu; Thiaw, Kjaer (dal 70’ Gabbia), Kalulu; Saelemaekers (dall’88’ Calabria), Tonali (dall’89’ Pobega), Krunic, Theo Hernandez; Brahim Diaz (dal 78’ De Ketelaere), Giroud (dall’88’ Origi), Rafael Leao. A disp.: Mirante, Vasquez, Ballo-Touré, Bakayoko, Vranckx, Adli, Messias, Ibrahimovic, Rebic. All.: Stefano Pioli.

TORINO (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji (dall’80’ Gravillon), Schuurs, Buongiorno (dal 57’ Vojvoda); Singo, Adopo (dal 69’ Karamoh), Gineitis, Rodriguez; Miranchuk, Vlasic (dall’80’ Radonjic), Sanabria. A disp.: Fiorenza, Gemello, Bayeye, Aina, Ilic, Vieira, Linetty, Seck. All.: Ivan Juric.

Arbitro: Ayroldi di Molfetta.

NoteAmmoniti: 25’ Gineitis, 32’ Kjaer, 49’ Buongiorno, 68’ Schuurs, 82’ Radonjic. Recupero tempo: 5’ 2T.

Inter – Milan 1-0: purtroppo Pioli si salva ancora

Esonerare Pioli e andare in Champions League o tenerlo, andare in Europa (conference?) League e rischiare di fermare il progetto. La società apra gli occhi perché alternative non ce ne sono più e il treno sta passando – l’era Pioli è finita ed è finita perché ci sono giocatori che non lo possono più vedere e lo hanno mollato. Da Theo Hernandez (oggi non più vicecapitano – fascia a Kjaer uscito Calabria – qualcuno lo farà notare?) a Leao e Tonali a cui la partita non fregava nulla.

L’accorgimento tattico stasera è stato cercare di non prenderle e nel primo tempo il Milan ha rinunciato a giocare in maniera totale contro una Inter che alla fine è stata una squadra normalissima. Ha trovato un Tatarusanu in serata di grazia che non può essere nemmeno utilizzato come capro espiatorio – ha lasciato Giroud e Origi davanti totalmente soli confermando la totale inutilità del secondo e lasciando il giocatore più forte in panchina per la seconda volta consecutiva.

Non ci si può permettere un’ora nel derby col miglior giocare in panchina a meno che il motivo non sia disciplinare e se il motivo è disciplinare una società non può permettersi di perdere o spuntare gli unici due giocatori che la distinguono dall’Udinese in questo campionato e senza i quali non vale nemmeno le coppe. Pioli stasera sarebbe saltato in caso di sconfitta pesante – l’ha preparata così non per dare il meglio ma per salvare la propria panchina sulla pelle della squadra e della classifica, non si sa ancora per quanto.

La colpa ora non è più nemmeno dell’allenatore ma della società che ha totalmente tirato i remi in barca tra un AD assente, faide intestine e un garante che pensava più al proprio stipendio che alla squadra. Vediamo se e quando ci sarà un nuovo allenatore – Pioli aspetta solo di farsi mandare via e si è già promesso alla Juventus per il prossimo anno. Abate o Bonera sono le uniche alternative in questo momento ma sono alternative che bastano per fare il compitino. A cui deve, possibilmente, seguire un repulisti.

Ah a proposito? Perché Messias gioca sempre, anche fuori ruolo? Guardate chi è il suo agente e poi guardate chi è l’agente di Pioli. Buonanotte.

INTER-MILAN 1-0

Marcatori: 34’ Lautaro Martinez.

INTER (3-5-2): Onana; Škriniar, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella (dal 90’+4 Asllani), Çalhano?lu (dall’89’ Gagliardini), Mkhitaryan (dal 71’ Brozovic), Dimarco (dal 71’ Gosens); Martínez, Džeko (dal 71’ Lukaku). A disp.: Cordaz, Handanovi?; D’Ambrosio, de Vrij, Dumfries, Zanotti, Bellanova; Carboni. All.: S. Inzaghi.

MILAN (3-5-2): T?t?ru?anu; Kalulu, Kjær (dal 86’ Rebic), Gabbia (dal 71’ Thiaw); Calabria (dal 55’ Saelemaekers), Messias (dal 46’ Diaz), Tonali, Kruni?, Hernández; Giroud, Origi (dal 55’ Leao). A disp.: Mirante, Vásquez; Ballo-Touré; Adli, Bakayoko, Pobega, Vranckx; De Ketelaere. All.: Pioli.

Arbitro: Massa di Imperia.

NoteAmmoniti: 32’ Kalulu, 49’ Gabbia, 62’ Leao, 67’ Mkhitaryan, 68’ Acerbi, 84’ Giroud, 88’ Rebic. Recupero tempo: 1‘ 1T, 5’ 2T.

Un gennaio da buffoni

Questo sarebbe dovuto essere l’editoriale sul mercato del Milan – sarebbe perché di fatto il mercato non lo abbiamo fatto e non può considerarsi tale l’acquisto del nuovo Nathan Bernard Soares per non bruciare lo slot di extracomunitario. Partiamo dal punto principale – il Portiere. In un mercato in cui si muovono Ochoa, Sirigu e Gollini, tutti e tre per meno di un milione di Euro – continuare con Tatarusanu per sei mesi in attesa di Sportiello è da licenziamento della dirigenza. Questo ci è costato passare in meno di un mese da “cerchiamo di vincere un trofeo” a “il nostro scudetto è la lotta per un posto Champions“. La scelta di non mettere nemmeno un milioncino sul mercato è stata una roba da licenziamento immediato che può costare 50 milioni a fine anno.

Si continua a parlare di budget – sfugge ai più che non è colpa della società cattiva se il budget Maldini lo ha buttato tutto su un giocatore in un reparto dove ne aveva già comprati due. La proprietà il budget di mercato lo ha sempre messo – è stata semmai la dirigenza che è stata incapace di cedere giocatori per sfruttarli fino all’ultimo respiro in un momento dove persino per un McKennie ti buttano un ventello dalla Premier. Inutile piangersi addosso quando non si è capaci di monetizzare un titolo piazzando un Rebic o un Saelemakers per dirne due ma continuando a depauperare patrimonio tecnico senza incassare come già successe nel 2012 coi ritiri dei senatori.

La situazione è drammatica e ha lasciato una rosa dove manca ancora una punta degna di tale nome e con troppi giocatori injury-prone. Il rischio è che succeda un nuovo 2017 dove si è mancata la Champions per la decisione (di Fassone, se no faceva bella figura la vecchia dirigenza) di non rinforzare a Gennaio che sarebbe un danno che riporterebbe tutto due anni dietro facendo ripartire da zero e svalutando il patrimonio tecnico (che vabbé, tanto non sanno vendere, per avere una valutazione bisognerebbe sapere fare player trading…)

Ad oggi è maggiore la probabilità che questa stagione finisca col Milan in Europa League – e probabilmente solo per le penalizzazioni a Juventus ed Atalanta che sono arrivate ed arriveranno. Il primo responsabile si chiama Paolo Maldini le cui “abilità” nel post-Boban sono state molto ridimensionate facendo capire chi veramente lì dentro capiva di calcio e chi no. Quello che preoccupa è come l’attuale lato sportivo sia totalmente scollegato dalla realtà e dal mondo, convinto dei propri mezzi anche quando il campo gli dà torto marcio – è un pericolo ed è un pericolo serio. Ringraziamo la Roma per essersi opposta a Zaniolo ed averci evitato un altro pacco – anche se solo per livore e insofferenza.

Insomma, gennaio si chiude con il più grande fallimento di una squadra campione d’italia in carica e la risposta sul mercato è che sta andando – tutto – assolutamente molto bene. Complimenti per aver distrutto in 15 giorni quanto fatto in due anni – ora andatevene e prendete chi ha a cuore il Milan e chi lo vuole far rispettare in campo e fuori. Richiamate Leonardo e mettete in panchina Antonio Conte.

Milan – Sassuolo 2-5: cinque pere ai parametri

Allora come va? Ogni settimana sembra che bisogna migliorare e ogni settimana va sempre peggio. Da 2, a 3, a 4 a 5 gol subiti – stavolta dal Sassuolo che non vinceva da ottobre e ne aveva fatti quattro nelle ultime otto partite. Sette tiri in porta, cinque gol – problemi che rimangono perché cambiando gli interpreti non è cambiato il modulo e allora ecco che ad ogni filtrante gli avversari si trovano in superiorità numerica verso la porta. Filtranti che arrivano perché il centrocampo è sempre a due e non tiene un pallone e la squadra è sbilanciata davanti. Ne lasciano tre contro due sulla nostra prima linea e sono sempre in porta – l’ha fatto il Lecce, l’ha fatto l’Inter, l’ha fatto la Lazio e l’ha fatto oggi anche il Sassuolo.

Il Milan di Pioli è finito e non c’è mai stato alcun progetto. Prima ne prende atto il tifoso incompetente, prima ne usciamo. Nel calcio non esistono i progetti e non esiste la programmazione, esistono gli acquisti e i giocatori che si dividono in buoni e meno buoni. Questa estate sono arrivati solamente giocatori della seconda categoria. Ad esempio, oggi, De Keteleaere ha superato Bertolacci e André Silva come peggiori acquisti della storia del Milan in rapporto qualità/prezzo a mani basse non riuscendo mai a stoppare un pallone e venendo giustamente sostituito dopo 45 minuti quando gli è stata data una chance.

Ci sono due giorni per cambiare tutto perché così questa squadra non va in europa. La prima cosa da fare è dare la scossa esonerando il tecnico, non importa chi arriva – peggio di così non può fare. Non si prendevano 5 gol in casa dal 1996, non si erano mai presi più di 4 gol di fila in serie A per dure partite consecutive – nemmeno dal 2013 al 2019 si era giocato un mese così male a questi livelli e arriva con l’aggravante di aver cancellato tutto quanto fatto di buono ripartendo da zero. Un AD serio domani caccia lui e chi gli ha fatto un triennale a quattro milioni l’anno in mezzo alla stagione ma mi pare che questo al Milan manchi.

Il Milan non ha un progetto. Ha beccato degli acquisti, una volta. Non ha saputo poi né valorizzarli tramite player trading, né prenderne altri adeguati. Non ha più un gioco perché ormai la squadra è spezzata in due e gioca al lancione rugbistico per la punta – ma ha perlomeno dei giocatori che dovrebbero garantire un posto nelle prime quattro. Non è un caso – ripeto – che il Milan vada a puttane quando salta Gazidis che oggi immagino sorridere davanti alla TV.

In attesa che parli di nuovo il garante a cui la società ha giustamente rinfacciato il non essere stato capace di prendere 1€ dalle cessioni in un mercato dove persino un McKennie viene pagato una trentina di sacchi e di capire quali garanzie oltre al rialzo del suo stipendio mensile abbia ricevuto assistiamo quindi ad uno scempio in campo che diventa tutta colpa di Tatarusanu anche se i difensori si fanno saltare come birilli.

Il fallimento di non riuscire nemmeno ad entrare nelle quattro da campioni d’Italia sarebbe il fallimento più grande mai visto al Milan negli ultimi anni – inutile dire che sarebbe la perfetta scusa per cessioni e ridimensionamento in modo da non avere più pressione e non dover più rispondere al dover fare risultati. Lo scenario perfetto, in fondo, per non aver responsabilità.

P.s. ma la curva che storicamente faceva casino per molto meno, non si sente un po’ ridicola a cantare sul 5-1?

MILAN-SASSUOLO 2-5
Marcatori: 19’ Defrel, 22’ Frattesi, 24’ Giroud, 30’ Berardi, 47’ Laurentié, 79’ Henrique, 81’ Origi.
MILAN 4-2-3-1: Tatarusanu; Calabria, Kalulu, Gabbia, Theo Hernandez; Krunic (dal 70’ Pobega), Tonali; Saelemaekers (dal 70’ Messias), De Ketelaere (dal 46’ Leao), Rebic (dal 70’ Origi); Giroud. A disp.: Vasquez, Mirante, Ballo-Touré, Adli, Brahim, Kjaer, Thiaw, Vranckx. All. Pioli.

SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Marchizza (dal 46’ Kyriakopoulos), Erli?, Tressoldi, Rogério; Frattesi (dal 76 Thorstvedt), Obiang, Traorè; Berardi (dal 84’ Ferrari), Defrel (dal 76’ Henrique), Laurienté (dal 76’ Alvarez). A disp.: Pegolo, Russo; Ferrari; Harroui, M. Lopez, Ceide, D’Andrea. All.: Dionisi.

Arbitro: Giua di Olbia.

NoteAmmoniti: 37’ Tonali, 45’+3 Rebic, 46’ Calabria, 53’ Obiang, 61’ Krunic, 61’ Kyriakopoulos, 73’ Frattesi, 86’ Gabbia, 90’+1 Giroud, 90’+1 Tressoldi, 90’+5 Pobega. Recupero tempo: 4‘ 1T, 6’ 2T.

Lazio – Milan 4-0: non ci ha capito un cazzo? certo!

Se non cambia niente da Lecce, non cambia niente dalla Supercoppa – il risultato sarà uguale se non peggiore. Il Milan perde malamente con la Lazio e lo fa finendo ancora 2-0 sotto dopo il primo tempo e ancora con un gol preso dopo pochi minuti. Tutto questo arriva dopo la più vergognosa e arrogante risposta in conferenza stampa di fronte ad un giornalista dalla schiena dritta (l’unico, in quel di Coreanello) dove un allenatore che non ha più in mano la squadra. Non si capisce se Pioli stia cercando un esonero o la sua sia una ripicca per il mercato – ma continuare a schierare una formazione dove a centrocampo c’è una voragine e davanti non torna nessuno perché siamo fisicamente morti era garanzia di sconfitta.

Pioli ha messo il suo ego davanti al bene della squadra così come fece a suo tempo Maldini questa estate, sacrificando un acquisto già chiuso e un altro possibile sull’altare del proprio rinnovo di contratto. A chi segue il calcio bastava capire già le dinamiche dirigenziali di quel mese per capire che stava arrivando la tempesta. Non è un caso che il rinnovo assurdo di Pioli arrivi quando Gazidis se ne va, unico e vero garante della squadra ad inchiodare ognuno alle proprie responsabilità.

Se il Milan fosse una società normale domattina vedremmo il comunicato dell’esonero con Abate traghettatore fino a fine stagione. Un 4-4-2 più coperto e in autopilot si arriva in Champions League perché questa squadra ha comunque dimostrato di avere giocatori di valore. Purtroppo la fame della scorsa stagione è scomparsa di fronte all’idea di sentirsi arrivati e di non mettersi mai in discussione auto-elevandosi a modello.

A proposito di scelte, lasciando stare il pippone belga da 35 milioni (ma tanto si può giustificare ogni acquisto con “eh vedere anche X ci ha messo due anni” come se i risultati in questi due anni non contano) questa società sta rischiando di perderne 60 per non spenderne 5 per un portiere di riserva. Gennaio si chiude quindi con l’unica vittoria vs Salernitana e due scoppole consecutive – senza un minimo intervento sul mercato o senza una dichiarazione di Maldini.

Nel frattempo i problemi sono sempre gli stessi, le formazioni anche, i nuovi non entrano nelle rotazioni e il garante del progetto sportivo ben si guarda dal venire a metterci la faccia dopo una sconfitta. Il Milan di Pioli è morto – ed è morto perché quando l’allenatore perde una squadra così non la recupera. Bisogna solo decidere se e quando dare la scossa e con chi. Permettetemi però solo di dire una cosa: chi domenica canterà “Pioli is on fire” a San Siro è solo un cretino che si sta facendo prendere per il culo.

LAZIO (4-3-3): Provedel; Maruši? (33’st Lazzari), Casale, Romagnoli, Hysaj; Milinkovi?-Savi? (33’st Baši?), Cataldi (42’st Marcos Antônio), Luis Alberto; Pedro (33’st Romero), Felipe Anderson, Zaccagni. A disp.: Adamonis, Maximiano; Fares, Patric, Radu; Bertini, Vecino; Cancellieri. All.: Sarri.

MILAN (4-2-3-1): T?t?ru?anu; Calabria, Kalulu, Tomori (23′ Kjær), Dest; Bennacer, Tonali; Messias (13’st Saelemaekers), Díaz (14’st De Ketelaere), Leão (34’st Rebi?); Giroud (14’st Origi). A disp.: Mirante, Vásquez; Bozzolan, Gabbia, Thiaw; Adli, Kruni?, Pobega, Vranckx. All.: Pioli.

Arbitro: Di Bello di Brindisi.
Gol: 4′ Milinkovi?-Savi? (L), 38′ Zaccagni (L), 22’st rig. Luis Alberto (L), 30’st Fel