Napoli – Milan 1-1: ha vinto l’umiltà

Era destino che fosse il Milan ad eliminare il Napoli, ed era destino che succedesse in un anno in cui si era comunque sopravvalutata una squadra che in una stagione anomala era in testa, meritatamente, ma non col distacco che si era visto. Nelle tre partite il Milan ha preso e ha detto al Napoli che anche se vinceranno lo scudetto la squadra più forte rimane il Milan – tre partite difensivamente perfette, con una sola sbavatura finale per un passivo di 6-1 il cui gol arriva alla fine.

Il Milan è meritatamente in semifinale di Champions – ci torna dopo 16 anni, da quel 3-0 al Manchester United e ci torna a 20 anni dall’euroderby che probabilmente si ripeterà nuovamente visto che l’Inter era praticamente passata. Ci torna contro tutto e contro tutti, contro gli errori arbitrali dell’andata e contro una stampa ed un ambiente che ha parteggiato per la nostra eliminazione dall’inizio alla fine.

Il Milan elimina giustamente una società provinciale che ha avvelenato i pozzi di questo incontro dal primo all’ultimo minuto con scene che la UEFA non dovrebbe nemmeno tollerare tra i fuochi sotto l’albergo e i cori razzisti a Leao, come sempre passati sotto silenzio in quanto non è un giocatore di Inter o Juventus. Sono contentissimo di non aver più a che fare con il più fazioso e penoso circo mediatico in italia, una banda di provinciali che non sa rapportarsi col tifo e non sa rispettare l’avversario. Per come si comportano questi in Champions League non dovrebbero più giocare.

La partita è stata bruttina e maschia – una partita di Champions League col Napoli a farla e noi in contropiede. Nel primo tempo loro hanno avuto tante palle e tante occasioni, noi le migliori (il rigore, il gol di Leao, la parata di piede di Meret a botta sicura di Giroud). Nel secondo abbiamo giocato forse male, quasi ad aspettare il novantesimo anche se per 80 minuti non abbiamo rischiato niente.

Partite monumentali di Calabria, Kjaer e Krunic – malino Bennacer che non è stato mai in grado di pressare o rilanciare l’azione. Sarà sicuramente da rivedere in ottica semifinale il secondo tempo perché per me non ci si può permettere di giocare una partita del genere in Champions. Oggi però ci si gode nuovamente il rientro tra le prime 4 d’europa e un 50% di possibilità di tornare sul luogo del delitto, da supersfavoriti, a vendicare il 2005.

Vorrei concludere con la cavalcata di Leao, prima e dopo fuori partita e discontinuo – ma è stata una cavalcata che ha ricordato tanto un signore che qualche anno fa ci ha portato a vincere questa coppa con la 22 sulle spalle. Mancano 3 partite e il momento per provare a fare qualcosa di straordinario, proprio come l’anno scorso, è qui ed ora.

Napoli-Milan 1-1 (primo tempo 0-1)

Marcatori:
 43′ p.t. Giroud (M), 48′ s.t. Osimhen (N).

Assist: 43′ p.t. Leao (M), 48′ s.t. Raspadori (N).

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani (29′ s.t. Ostigard), Juan Jesus, Mario Rui (34′ p.t. Olivera); Ndombele (18′ s.t. Elmas), Lobotka, Zielinski (29′ s.t. Raspadori); Politano (34′ p.t. Lozano), Osimhen, Kvaratskhelia. All. Spalletti.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kjaer, Tomori, Theo Hernandez; Krunic, Tonali; Brahim Diaz (14′ s.t. Messias), Bennacer, Leao (39 s.t. Saelemaekers); Giroud (23′ s.t. Origi). All. Pioli.

Arbitro: Marciniak (Polonia).

Ammoniti: 46′ p.t. Theo Hernandez (M), 51′ p.t. Maignan (M), 52′ p.t. Di Lorenzo (N).

Espulsi: –