Quelle notti di vent’anni fa

Esattamente vent’anni dopo sarà ancora euroderby di Champions League – ed esattamente come vent’anni fa sarà andata al mercoledì in casa del Milan e ritorno al martedì in casa dell’Inter. La stessa cosa è successa anche nel 2005. In quell’anno entrambe le formazioni arrivano in semifinale a zero titoli grazie alla rimonta della Juventus nel girone di ritorno con una classifica che prima dell’andata dice Juventus 68, Inter 60, Milan 58 e Lazio 54. Qualificazione Champions League ipotecata anche se all’epoca solo le prime due andavano direttamente al girone e tra le milanesi c’era quindi in ballo anche la lotta per evitare il preliminare.

Quello che molti non ricordano di quella stagione è che ad un euroderby ci siamo andati molto, molto vicini già l’anno precedente. In Coppa UEFA le semifinali sono Inter – Feyenoord e Borussia Dortmund – Milan ma finisce molto male per le milanesi: l’Inter perde l’andata in casa mentre il Milan perde addirittura 4-0 a Dortmund. Il Milan in quella coppa, però, ci aveva giocato dall’inizio mentre l’Inter ci arrivava da eliminata dalla Champions League.

La Champions noi l’avevamo mancata dopo essere usciti male l’anno prima mentre l’Inter ci rientrava dopo un anno di assenza, uscendo comunque male al girone. In campionato invece non c’è stata storia – è il campionato del 5 maggio 2002 con l’Inter che sembrava aver già vinto tutto mentre noi, invece, abbiamo dovuto qualificarci alla Champions all’ultima giornata. Insomma l’Inter in quella Champions entra comunque in prima fascia insieme alla Juventus – tra le protagoniste assolute (ai tempi le fasce erano solo di merito), noi entriamo dalla porta di servizio, fascia 3.

Qualcosa, ricorderete tutti, si intuisce già dall’andamento della competizione – in entrambi i gironi il Milan passa dopo 4 partite su 6, vincendole tutte. Tutto questo fino al gol di Tomasson al 93′ in Milan-Ajax, quarto di finale, che rimette un po’ in dubbio le certezze ma è anche vero che la stessa Inter faticò e non poco a Valencia il giorno prima, passando solo per i gol in trasferta. L’Inter era comunque una squadra forte – e lo sapeva – noi eravamo i più forti di tutti, ma ancora non lo sapevamo.

Per il Milan è un periodo molto sfortunato. Shevchenko in questa stagione non ha mai ingranato, arriverà sempre in doppia cifra nelle altre. Pirlo è rotto nella gara d’andata, Maldini si opera all’occhio – salterà quella di campionato ma ci sarà andata e ritorno. Ormai lo sapete tutti, all’epoca c’era la regola del gol fuori casa e Ancelotti punta tutta la partita d’andata sul non prendere gol in casa – è una partita di cui ci si ricorda poco o niente: un paio di tiri molli dell’Inter nel primo tempo e l’occasione più ghiotta di tutte arriva sulla parata di Toldo su un tiro di Gattuso.

Ben diversa la gara di ritorno dove complice il ritorno di Pirlo il Milan è molto più aggressivo. Nei primi 35 minuti Shevchenko ha già due occasioni colossali e si è giocato solamente nella metà campo dell’inter il tutto fino all’1-0 dell’ucraino, a poco dalla ripresa. Nel secondo tempo esce l’Inter ma non è mai pericolosa proprio fino alla fine dove al minuto 83 Maldini si fa saltare e dribblare da Martins.

In fisica la dilatazione del tempo, in accordo con la teoria della relatività ristretta, è il fenomeno per cui la durata di un medesimo evento risulta maggiore se misurata in un sistema di riferimento in moto rispetto a quello assunto come solidale con l’evento. Da quel momento alla fine di minuti ne mancavano solamente nove, ma è come se ci fosse stata un’altra partita. Ci innervosiamo, Kaladze prende un giallo, poi sbaglia di nuovo un intervento subito dopo su Kallon dove Abbiati farà la parata che vale manchester.

Già, Abbiati. Cosa ci faceva lì Abbiati? Tra andata e ritorno Dida si era infortunato contro il Brescia in campionato un dito della mano per uno scontro fortuito con Kaladze. Dida non finisce nemmeno tra i convocati. Tra Dida ed Abbiati c’è sempre stato un dualismo strano, Abbiati era il titolare, poi perde il posto per un infortunio fino al famoso petardo di Glasgow. Va in giro per prestiti per giocare, uno anche alla Juventus, poi va all’Atletico Madrid tornando a casa nel 2008 e riconquista il posto, salvo poi perderlo nuovamente perché infortunato per Storari e poi nuovamente Dida nel 2010 – fino a ritornare il portiere titolare dello scudetto 2010-11.

Di parate di Abbiati ce ne sono due, anche se la seconda su colpo di testa di Cordoba su corner è molto più facile. Sono però 9 minuti in cui è successo quello che non doveva succedere e siamo completamente in bambola ad aspettare il triplice fischio. C’è tempo per un cambio per far perdere qualche secondo, poi con soli due di recupero l’euroderby diventa storia.

E’ un finale che Adriano Galliani non vede in campo perché dopo l’1-1 di Martins è in infermeria, sul lettino, imbottito di tranquillanti. Al fischio finale si liberano sei giorni di tensioni dove a Milano non volava una mosca. Il derby non è mai stato una partita di calcio perché è prima di tutto una partita mentale dove bisogna essere bravi a non sentire la tensione. Quanto varrà questo Euroderby secondo me lo scopriremo più nei prossimi anni che nelle prossime tre settimane. Scopriremo se come quell’anno ci arriverà una squadra molto forte che non sa ancora di esserlo o se sarà un fuoco di paglia in una Champions fantastica per il calcio italiano.