2022-23: le pagelle di metà stagione

Visto il mondiale siamo già alle pagelle di metà stagione. Come sempre al mio voto seguirà il vostro voto.

Portieri

Mike Maignan: 7. In leggera flessione rispetto al finale dello scorso anno ma ci fa vincere il derby. Peccato per l’infortunio, sarebbe da appurare se c’è fragilità del giocatore visto che siamo al secondo in due anni o meno. Il vostro voto: (7,1 ± 0,7)

Ciprian Tatarusanu: 5,5. Alterna clean sheet e papere. Indeciso coi piedi, incapace di leggere i tempi dell’azione per farla ripartire in fretta. Il secondo portiere deve essere comunque meglio di questa roba qua e speriamo di muoverci per tempo. Ci costa dei punti a Torino. Il vostro voto: (5,3 ± 1,0)

Antonio Mirante: s.v. Turista dalla panchina. Non si capisce perché prenderlo se tanto poi non gioca mai. Il vostro voto: (s.v)

Andreas Jungdal: s.v. Aggregato ogni tanto totalmente a caso. Il vostro voto: (s.v)

Difensori

Fikayo Tomori: 5,5. Si riscatta verso il finale di questi tre mesi dopo una partenza deludente che lo vede protagonista di alcuni gravi errori. Siamo in quel momento in cui si può/deve liberamente valutare la possibilità di una cessione per fare player trading. Il vostro voto: (6,1 ± 0,5)

Pierre Kalulu: 6. Parte con qualche incertezza nel suo ruolo di centrale, poi l’infortunio di Calabria lo sposta a fare il terzino con risultati onestamente non sufficienti. Comunque meglio di Tomori, ma sicuramente non è quello dello scorso anno. Il vostro voto: (6,9 ± 0,5)

Matteo Gabbia: 4. Se non fosse per questioni di liste non giocherebbe nel Milan. Semplicemente troppo incerto, incapace di difendere, costantemente anticipato. La primavera deve tornare a sfornare talenti migliori. Il vostro voto: (5,8 ± 0,9)

Malick Thiaw: 4,5. Bene nel finale a Verona ma nelle ultime partite spiega ampiamente perché Pioli non lo fa giocare. Fatica a difendere a 4, è totalmente inadatto nel far ripartire l’azione coi piedi da dietro di fatto esponendo al pressing l’altro centrale. Possiamo tranquillamente parlare di acquisto sbagliato. Il vostro voto: (6,1 ± 0,8)

Simon Kjaer: 5. Male dopo l’infortunio dello scorso anno, non è più tornato a quel livello e costituisce ad oggi un anello debole. Purtroppo serviva veramente Botman, ma su questo ci torneremo dopo. Il vostro voto: (6,0 ± 0,3)

Theo Hernandez: 6,5. Mancano all’appello quelle progressioni dello scorso anno che sono state molto ridotte ma anche quest’anno è comunque uno dei migliori. Trovo gravissima la sua assenza dalla lista dello scorso pallone d’oro. Nota d’encomio in Milan-Spezia dove poteva tranquillamente uscire e pensare al mondiale ma è rimasto dentro. Il vostro voto: (7,2 ± 0,5)

Fodé Ballo-Touré: 5. Semplicemente non da Milan. Grazie del gol ad Empoli ma non si può essere totalmente nulli quando manca Theo Hernandez. Il vostro voto: (5,9 ± 0,7)

Davide Calabria: 6,5. Un giocatore fondamentale di cui ti rendi conto solo quando manca. C’è un Milan con e uno senza Calabria. La sua assenza ha fatto spostare Kalulu e provato altre soluzioni tutte ad indebolimento della difesa. Il vostro voto: (6,4 ± 0,4)

Serginho Dest: 5. Regala partita e scudetto a Napoli essendo totalmente incapace di difendere. Qualcosa di buono ha fatto vedere con la Fiorentina – ma troppo poco e troppo tardi per una sufficienza. Il vostro voto: (5,5 ± 0,3)

Alessandro Florenzi: s.v. Fa vedere troppo poco prima dell’infortunio che comunque, alla fine, pesa visto chi è andato in campo. Il vostro voto: (5,7 ± 1,0)

Centrocampisti

Sandro Tonali: 7,5. Semplicemente da Milan. Per mentalità, carattere, prestazioni in campo. Tra il gol a Verona, l’assist con lo Spezia e le ultime due partite di Champions League è il giocatore che più ci rappresenta e che deve diventare il prossimo capitano. Meno male che è più rossonero di Baresi perché sui rinnovi fa dormire sonni tranquilli. Il vostro voto: (7,5 ± 0,4)

Ismael Bennacer: 7,5. Fa vedere buon calcio e di alta classe a centrocampo quando gioca e quando gioca con Tonali. C’è un Milan con lui e un Milan senza di lui. Il problema è che non riesce a tenere questo livello sempre e non ha nessun altro per rifiatare. Da rinnovare, anche solo per non perderlo a zero. Il vostro voto: (7,8 ± 0,7)

Tiemoue Bakayoko: s.v. Sì, è ancora in rosa. Sì, è fuori da ogni lista, pure quelle da serie A. Il vostro voto: (s.v.)

Aster Vranckx: s.v. Buono l’ingresso con la Fiorentina, prima gioca poco e si fa vedere poco. Il vostro voto: (6,1 ± 0,3)

Rade Krunic: 6. Svolge la funzione di equilibratore del centrocampo e si rivela decisivo per il passaggio del turno in Champions League. Il vostro voto: (6,1 ± 0,3)

Tommaso Pobega: 5. Insufficiente ma non così male come lo si fa passare. Bello per uno dal vivaio del Milan arrivare a segnare in Champions. Il vostro voto: (5,2 ± 0,3)

Charles de Keteleaere: 4. Partito anche benino poi si è totalmente sciolto fino all’imbarazzante ingresso in campo a Cremona dove scivola sul pallone in area. Nell’era Galliani si è parlato di flop per molto meno. Il vostro voto: (4,7 ± 0,8)

Brahim Diaz: 5,5. Alcune partite le risolve lui con delle giocate individuali, in altre scompare totalmente. Con la scusa che è alto un metro e un giovinco in area viene buttato giù senza mai essere premiato con rigori netti. Il vostro voto: (6,2 ± 0,6)

Yacine Adli: 4,5. Dopo aver fatto la star delle amichevoli gioca poco e male, emblematico a Verona. Alla fine non vede più il campo e probabilmente saluterà a Gennaio. Il vostro voto: (4,5 ± 2,3)

Attaccanti

Rafael Leao: 7,5. E’ sempre lui a togliere le castagne dal fuoco, ci fa vincere un derby con un gol incredibile e potremmo parlarne per ore. Rimangono due problemi da risolvere per valere 100 milioni: l’incapacità di tirare da fuori dopo aver fatto la cavalcata palla al piede e l’incapacità di fare l’ultimo passaggio in corsa. Se lavora su questi due vincerà il pallone d’oro, ovviamente non con la nostra maglia. Il vostro voto: (7,4 ± 0,7)

Ante Rebic: 5. Per me su Rebic abbiamo perso una grossissima possibilità di capitalizzare in estate. E’ un giocatore totalmente discontinuo per poter giocare nel Milan. Il vostro voto: (5,2 ± 1,2)

Alexis Saelemakers: 6. Parte con due gol in Champions League e pure un premio di MVP della partita. Poi si rompe, torna Messias e la squadra perde di nuovo gli equilibri. Abbiamo bisogno del miglior Saelemakers anche solo in chiave equilibratore. Il vostro voto: (5,9 ± 0,7)

Junior Messias: 5,5. A me continua a salire il crimine a pensare che sta roba qua l’abbiamo riscattata e gioca titolare. Non so voi. Il vostro voto: (5,8 ± 0,7)

Divock Origi: 3. Uno dei più grandi pacchi della storia del Milan. Non segnava già a Liverpool, non si capisce perché sia stato preso, non corre, non pressa, non sa fare un colpo di testa per il compagno. E ora rimarrà pure sul groppone visto lo stipendio che prende. A Liverpool staranno festeggiando per essersene liberati. Il vostro voto: (5,0 ± 0,3)

Olivier Giroud: 8. Per me il migliore di questa fase. Segna e segna gol pesanti ma anche quando non segna si integra meglio col gioco di ogni altro attaccante, fa sentire la sua presenza, lancia i compagni con sponde e crea spazi e superiorità. Il vostro voto: (7,7 ± 0,4)

Marko Lazetic: s.v. Troppo forte per la primavera, troppo scarso per la prima squadra. Sono i giocatori come lui che fanno capire che una formazione under 23 come ha fatto la Juve serve come il pane. Il vostro voto: (4,8 ± 4,4)

Zlatan Ibrahimovic: s.v. Dio non si discute né si valuta, si ama e basta. La differenza tra il Milan in casa e il Milan fuori è semplicemente avere Lui negli spogliatoi prima della partita. Il vostro voto: (s.v.)

Società

Stefano Pioli: 5. Insufficiente. Il Milan ha perso il suo gioco corale e oggi è diventata una squadra che vive di individualità. La difesa è completamente sbracata rispetto al muro dello scorso girone di ritorno che ci ha fatto vincere lo scudetto. La gestione del gruppo a volte si è rivelata totalmente sbagliata nella scelta dei titolari. Gli hanno rinnovato il contratto prima della gara di Champions ma onestamente in questa situazione io avrei aspettato. Resto del parere che più di così con lui non puoi fare ma allo stesso tempo c’è paura/impossibilità di voler cambiare. Il vostro voto: (6,1 ± 1,0)

Paolo Maldini: 4,5. Dopo essersi autonominato il miglior direttore sportivo della storia del calcio per uno scudetto vinto all’ultima giornata tra giugno e luglio posa le basi per non rivincere. Prima blocca tutte le trattative per pura ripicca fino al rinnovo di contratto quando un professionista dovrebbe comunque lavorare fino all’ultimo giorno – perdiamo Botman, non prendiamo Dybala per pura ripicca verso Elliott che lo stava trattando in prima persona (con Furlani, che voleva fuori Maldini – a proposito auguri col nuovo AD) e riscattiamo Messias. Dopodiché spendiamo tutto il budget in uno dei peggiori acquisti di sempre della storia del Milan e rattoppiamo all’ultimo secondo con gente che non gioca e che non è inserita negli schemi. Il risultato è quello sotto gli occhi di tutti. Il vostro voto: (6,6 ± 2,0)

Ivan Gazidis: 6,5. Riesce a sistemare i conti con l’UEFA (e su questo ho paura per il nuovo corso) e a mettere a freno i due galli nel pollaio (Elliott e Gazidis) trovando sempre una mediazione per il bene del Milan. Porta il fatturato vicino a 300 milioni, li sfonderà sicuramente il prossimo anno. Difficile lavorare meglio con queste condizioni al contorno. Certo, su di lui pesa la grana Ragninck – ma siamo sicuri che sarebbe andata diversamente? Poteva andare peggio ma poteva pure andare meglio. Un grave errore per me lo ha fatto rinnovando Maldini e non seguendo Elliott – sarebbe stato meglio avere Dybala in campo piuttosto che Maldini in scrivania. Il vostro voto: (6,5 ± 3,1)

Milan – Fiorentina 2-1: ciapa su e porta a cà

Una botta di culo tremenda al termine di una partita giocata malissimo contro un avversario che come sempre si è dimostrato antisportivo e scorretto ed è lasciato stato picchiare senza colpo ferire dà i tre punti all’ennesimo Milan orribile del 2022. Un Milan che nonostante tutto si trova subito in vantaggio grazie al recupero di Giroud e al gol di Leao ma che successivamente scompare dal campo in maniera ignobile fino al meritato gol del pareggio della Fiorentina. Ci vuole l’intervallo perché Pioli inizi a fare qualche correttivo togliendo Diaz (altra gara ignobile), Thiaw (imbarazzante e incapace di giocare il pallone da dietro) e purtroppo inserendo Origi che si rivelerà inutile e dannoso.

Dest entra bene anche perché nel secondo tempo la partita lo chiama poco a difendere che è il suo tallone d’Achille – abbiamo un paio di occasioni con Giroud e soprattutto Leao inconcludente nel tiro da fuori e finalizzazione finché la partita sembra ferma sull’1-1 con due squadre spezzate in due in cerca dell’episodio. Paradossalmente entra malissimo Rebic ma è lui a propiziare l’autogol del 2-1 che ci regala tre punti – è entrato invece molto bene Vranckx che ha forse dato un po’ d’ordine ad un centrocampo dove Tonali non aveva brillato.

La partita chiude un mese orribile con un rinnovo di contratto arrivato troppo presto e con una squadra che forse per incapacità, forse per stanchezza, si è rivelata incapace di produrre quel bel gioco corale dello scorso anno. La partita di oggi è l’ennesima fotocopia di una partita con la parte bassa della classifica in cui si è dovuta fare troppa fatica per quella che è la squadra campione d’Italia in gare del genere e si è arrivati con giocatori che hanno più pensato alla gloria personale al mondiale che al club che gli paga lo stipendio.

Continuo a pensare che qualcosa non vada e che la cosa non venga affrontata per troppa presunzione in dirigenza, panchina e parco giocatori. Uno scudetto vinto per due punti ha fatto sentire arrivata troppa gente e stiamo pagando e vedendo questo in campo e fuori dal campo. Ho paura che con Furlani (che voleva Maldini fuori dalle palle e sta trattando Dybala) possano succedere poi sorprese e casini ai piani alti visto che comunque Gazidis aveva fatto un buon lavoro di mediatore tra Elliott e la parte sportiva.

Per fortuna arriva quindi la sosta visto che non ne potevo più di vedere sta roba. A chi di dovere rinforzare la squadra e tornare a giocare bene provando che quanto visto lo scorso anno non è stata fortuna. Non sarà facile perché giochiamo contro un avversario a cui regalano un rigore a partita ed è spinto dall’entusiasmo e dalla stampa.

MILAN-FIORENTINA 2-1
Marcatori: 2’ Leao, 28’ Barak, 90’ aut. Milenkovic.

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Kalulu, Thiaw (dal 56’ Dest), Tomori, Theo Hernandez; Tonali (dal 86’ Rebic), Bennacer; Krunic (dal 75’ Vranckx), Diaz (dal 55’ Origi), Leao; Giroud. A disp.: Mirante, Jungdal, Ballo-Touré, Adli, Bakayoko, Kjaer, Pobega, De Ketelaere. All. Pioli.

FIORENTINA (4-3-3): Terracciano; Dodo (dal 18’ Venuti), Milenkovic, Igor, Biraghi; Barak (dal 74’ Terzic), Amrabat, Mandragora (dal 66’ Duncan); Ikone, Cabral (dal 66’ Jovic), Saponara (dal 75’ Kouame). A disp.: Cerofolini, Gollini, Malen, Ranieri, Venuti, Martinez Q., Bianco. All. Italiano.

Arbitro: Sozza di Seregno.

NoteAmmoniti: 21’ Diaz, 49’ Barak, 51’ Saponara, 63’ Mandragora, 74’ Jovic. Recupero tempo: 3‘1T, 4’2T.

Cremonese – Milan 0-0: scudetto scucito

Vergogna. Non ci sono altre parole per descrivere la prestazione di stasera contro la solita squadra che dietro mette il bus aiutata da un metro arbitrale con pochi cartellini gialli nel primo tempo che rende lecita la caccia all’uomo. E’ un Milan con pochissime occasioni anche e soprattutto perché di spazio ce n’è poco così come le idee e gli interpreti scesi in campo si sono dimostrati assolutamente inadeguati. Inadeguato Origi, inadeguato Rebic, inadeguato De Keteleaere che è stato il centro dell’ultimo mercato – e se il centro del mercato fallisce non può essere positivo il mercato stesso.

Senza Theo e senza Giroud è bastato trovare un avversario che non pressa per trovarsi con la linea mediana coperta e i difensori totalmente inutilizzati dietro lasciandoci così in doppia inferiorità numerica in mezzo – se non si è in grado di trovare il tiro da fuori e si insiste nel voler segnare in spazi che non ci sono il risultato è quello di non trovare il gol. In tutto questo la gestione del Milan in trasferta è sempre stata fallimentare dall’inizio dell’anno – anche le partite vinte come Verona ed Empoli sono state partite brutte e questo è un difetto che c’è sempre stato tutto l’anno.

Pioli non ci sta capendo niente ed il suo contratto è stato rinnovato troppo presto. Non si capisce perché ogni volta intestardirsi con questo mezzo turnover avanti e indietro quando il resto delle squadre parte con l’once de gala e poi eventualmente cambia. La gestione della squadra quest’anno è stata semplicemente imbarazzante tra formazioni squilibrate, cambi a caso (Rebic andava tolto per Leao subito all’intervallo) e zero capacità di adattarsi durante la partita.

La formazione ormai contiene troppi giocatori inadeguati a giocare in una delle prime sei, la comunicazione è ridicola come se ancora fossimo al campionato scorso senza rendersi conto della nuova situazione che oggi è quella della lotta per il quarto posto. Se sei così all’8 di novembre e nessuno paga (anzi, arrivano complimenti e rinnovi) io onestamente mi sento preso in giro – nessuno pagherà per un mercato indecente e formazioni senza una idea di gioco che non sia andare a pressare e sperare nell’errore altrui.

La sosta, il mondiale ma soprattutto il mercato arriva al momento giusto. Liberarsi dei pesi morti, il più possibile, e provare a prendere gente in gamba. Rientrerà soprattutto Ibrahimovic che in una gara così sarebbe servito tantissimo. Per lo scudetto è troppo tardi e oltre al danno ci toccherà subire la beffa di dimenticati dal dio del calcio sentirsi il nuovo Barcellona di Guardiola. Ecco, stasera c’è la tremenda sensazione che in tre mesi si sia tornati indietro del lavoro di tre anni – avevamo vigilato in estate dicendo che c’era il pericolo di rovinare tutto. Ci sono riusciti. E nessuno pagherà.

CREMONESE-MILAN 0-0.
CREMONESE (3-4-2-1): Carnesecchi; Aiwu, Bianchetti, Vasquez; Ghiglione (dal 62’ Sernicola), Escalante, Castagnetti (dal 70’ Pickel), Valeri (dal 88’ Quagliata); Meité, Afena-Gyan (dal 63’ Buonaiuto); Ciofani (dal 63’ Okereke). A disp: Saro, Sarr, Hendry, Baez, Acella, Lochoshvili, Ndiaye, Milanese, Tsadjout, Zanimacchia. All: Alvini.

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Thiaw (dal 60’ Kalulu), Kjaer, Tomori, Ballo-Touré; Bennacer, Tonali (dal 83’ Krunic); Messias, Diaz (dal 74’ De Ketelaere), Rebic (dal 82’ Lazetic); Origi (dal 60ì Leao). A disp.: Mirante, Jungdal, Gabbia, Pobega, Vranckx, Bakayoko, Pobega, Adli. All: Pioli.

Arbitro: Rapuano di Rimini.

NoteAmmoniti: 47’ Ghiglione, 67’ Vasquez, 78’ Leao, 85’ Valeri, 87 Lazetic, 87’ Meite, 90’ De Ketelaere. Recupero tempo: 5‘2T.

Milan – Spezia 2-1: vittoria contro il Sistema

Credevo – evidentemente sbagliandomi – che il Milan avesse un occhio di riguardo per questa partita dopo lo schifo dello scorso anno. Invece torna Fabbri, quello che ha quasi falsato un campionato in Sampdoria-Milan cacciando Leao, quello che aspetta 4 minuti per un fuorigioco, su un gol annullato va a vivisezionare un fallo già giudicato in campo contro ogni protocollo e poco dopo non vede un rigore netto su Tonali. Ci pensa Giroud ad evitare una porcata con un gol fantastico anche se togliendosi la maglia purtroppo viene espulso.

L’arbitraggio a senso unico di stasera tra tuffi fischiati ad ogni nostro pressing, contatti inventati, 3 rimesse e 2 calci d’angolo invertiti a favore loro è l’ennesima porcata in una lega dove il Milan dà fastidio e troppe volte si prova a fermarlo. Al netto di questo Giroud ha messo a posto una partita che poteva e doveva essere 4-0 all’intervallo se non fosse per i soliti pali e traverse che a noi vanno a sfavore così come per chi gioca contro il Napoli e il portiere avversario posseduto dallo spirito di Neuer, cosa che effettivamente ci mancava da un po’

Passiamo alla partita: se questa squadra ha dominato in Champions League tra Verona, Torino e oggi sono evidenti dei problemi di formazione. Non puoi rinunciare al centrocampo titolare per fare rotazioni con una rosa che per colpa di un mercato pessimo non è all’altezza. I titolari partono così come partono in ogni squadra e poi eventualmente si fanno i cambi – se al Milan serve ruotare più di quanto lo facciano Inter, Juventus e Napoli allora forse c’è un problema atletico.

Davanti vedo invece molta presunzione, soprattutto da parte di Leao che si crede un top 3 senza esserlo. Manca troppo l’ultimo passaggio che diventano cross casuali e giocate individuali. Di fatto abbiamo sbagliato gol facili per metterne uno difficilissimo che ci ha tolto una partita che ci eravamo complicati e che l’arbitro ha scientemente messo su un piano di nervosismo con quell’annullamento ingiustificato e con la gestione cartellini.

Mancano due partite ad una sosta che deve portare qualche cambiamento soprattutto sul mercato visto che mancano uomini validi per l’organico e si vede soprattutto in difesa e a centrocampo. Le nostre riserve non sono valide. Gabbia non può circolare, a centrocampo manca Kessie e altri problemi che credo e spero la nostra dirigenza sappia. Intanto si va a Cremona senza Theo Hernandez e senza Giroud per un’altra partita che sarà molto difficile. Cerchiamo di fare sei punti, poi si vedrà – per ora al Napoli gira veramente tutto bene a differenza nostra, non resta che sperare nel mondiale.

MILAN-SPEZIA 2-1
Marcatori: 21’ Theo, 59’ Maldini, 89’ Giroud.

MILAN (4-2-3-1): T?t?ru?anu; Kalulu, Gabbia, Tomori, Hernández; Bennacer (dal 46’ Tonali), Kruni?; Messias (dal 72’ Rebic), Díaz (dal 72’ De Ketelaere), Leão (dal 90’ Thiaw); Origi (dal 72’ Giroud). A disp.: Jungdal, Mirante; Ballo-Touré, Kjær; Adli, Bakayoko, Pobega, Vranckx. All.: Pioli.

SPEZIA (3-5-2): Dr?gowski; Ampadu, Caldara, Kiwior; Holm, Bourabia (dal 69’ Ellertsson), Ekdal (dal 91’ Strelec), Agudelo (dal 68’ Hristov), Amian (dal 54’ Reca); Maldini (dal 68’ Verde), Nzola. A disp.: Zoet, Zovko; Ferrer; Beck, Nguiamba, Sala, Sher; Sanca. All.: Gotti.

Arbitro: Fabbri di Ravenna.

NoteAmmoniti: 40’ Bennacer, 63’ Messias, 74’ Ampadu, 80’ Ellertsson, 83’ Theo, 83 e 90’ Giroud, 83’ Nzola, 88’ Caldara, 92’ Tonali. Espulsi: 90’ Giroud. Recupero tempo: 4‘1T, 5’2T.

Milan – Salisburgo 4-0: reazione da ottavi

Nonostante un primo tempo ballerino il Milan fa il bis del 4-0 alla Dinamo Zagabria otto giorni dopo e passa agli ottavi contro un Salisburgo che è durato 45 minuti. E’ una partita a due facce con un primo tempo molto equilibrato in cui realizziamo il miracolo di fare gol su calcio piazzato, sprechiamo due occasioni nette ma facciamo tre miracoli in difesa. Il secondo tempo è totalmente differente anche grazie al gol a freddissimo di Krunic (primo in Champions League) che di fatto taglia totalmente le gambe agli austriaci. Da lì rischiamo praticamente niente e ne mettiamo altri due con Giroud (grande azione di Leao) e poi Messias (gol alla Robben) nel finale.

E’ un no game che è vero che è con una squadra inferiore ma è una netta dimostrazione di superiorità che comunque il Chelsea non ha dato contro gli austriaci. In attesa di poterci misurare, magari ad armi pari, con una squadra migliore, i segnali delle ultime due partite anche considerando gli infortuni sono molto importanti per provare che non solo il Milan passa ma il Milan a questi livelli ci può stare.

A livello di singoli ovviamente molto bene Giroud, bene anche Theo Hernandez che ha sempre saputo attaccare gli spazi lasciati dal Salisburgo così come Leao a cui è mancato solo il gol e l’ultimo passaggio. Perfetta la partita di Bennacer lasciato a riposo domenica scorsa (e si sente la mancanza) e benino anche dietro Tomori e Kalulu, meno Kjaer. 

Raggiunto il primo obiettivo stagionale sarà quindi ora di aggiustare quello principale e rimettere in carreggiata il campionato. Le prossime due gare sono più che abbordabili e sei punti sono obbligatori. Lunedì c’è il sorteggio – chiunque uscirà non saremo favoriti ma, forse, anche gli altri non vorranno pescare noi. Questa squadra ha alzato il livello dalla prima partita e lo ha portato fino in fondo al netto di quella partita sfortunata col Chelsea. Ora occorrerà farlo di nuovo agli ottavi di finale dove ci misureremo con una delle top – e lo faremo senza pressioni.

MILAN-SALISBURGO 4-0
Marcatori: 14’ Giroud, 46’ Krunic, 57’ Giroud, 91’ Messias.

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Kalulu (dal 86’ Gabbia), Kjaer, Tomori, Theo Hernandez (dal 78’ Ballo-Touré); Bennacer (dal 69’ Pobega), Tonali; Rebic, Krunic (dal 78’ De Ketelaere), Leao (dal 69’ Messias); Giroud. A disp.: Mirante, Jungdal, Brahim Diaz, Dest, Origi. All. Stefano Pioli.

SALISBURGO (4-3-1-2): Kohn; Dedic, Solet (dal 46’ Bernardo), Pavlovic, Wober (dal 77’ Ulmer), Seiwald, Kjaegaard, Gourna-Douath (dal 64’ Kameri), Sucic, Okafor (dal 77’ Koita), Adamu (dal 61’ Sesko). A disp: Mantl, Walke, Van Der Brempt, Piatkowski, Simic, Diarra. All. Jaissle.

Arbitro: Lahoz (ESP).

NoteAmmoniti: 43’ Okafor. Recupero tempo: 2‘ 2T.

Torino – Milan 2-1: l’ha persa Pioli

Oggi è andata in scena la replica di Verona con un allenatore che non capendo che gli è andata di culo una volta persevera nello stesso errore del Bentegodi. Squadra totalmente spezzata in due tronconi, Pobega nuovamente titolare contro chi come Juric gioca totalmente fisico – contatti e tuffi con urlo al pressing avversario, sempre premiati (vedasi punizione per il gol dell’1-0). Semplicemente stavolta a differenza di Verona le nostre occasioni non sono entrate dentro, le loro sono entrate tutte. 

E’ una sconfitta meritata che nasce da un modo di giocare assolutamente inadatto. E’ sotto gli occhi di tutti che il Milan gioca un calcio speculativo andando a pressare alto con gol che derivano non da una costruzione ma dall’errore avversario (ed è così anche sui due gol sbagliati oggi da Leao). Hai regalato un intero tempo con una squadra che non sapeva costruire una azione – io personalmente mi sono stufato di non percepire mai alcuna pericolosità quando iniziamo a costruire dal basso.

Non siamo mai pericolosi quando siamo vicini all’area avversaria perché non abbiamo gente che tira da fuori, non abbiamo gente che la prende di testa. Per segnare dobbiamo andare aggredendo lo spazio e anche qua siamo imprecisi – se si vuole continuare a non vedere continuiamo a non farlo. Superficialità sottoporta che si accompagna a quella vista in campo con il retropensiero che tanto siamo forti e vinciamo lo stesso prima o poi. Poi in campo ci sono contemporaneamente Gabbia, Pobega e Messias giocatori da Cremonese o giù di lì.

Prima o poi si potrà dire che è stato sbagliato il mercato – o che qualcuno ha sopravvalutato le sue capacità dalla stagione precedente. In nessun modo questa squadra sembra ricordare quella dello scorso anno. A questo aggiungiamo che soffriamo qualsiasi palla alta nella nostra difesa – bastano lanci lunghi o punizioni o angoli e non ci arriviamo perché non saltiamo o saltiamo male o siamo fuori posizione.

Oggi questo Milan non vince lo scudetto – e se questo Milan non vince lo scudetto è un fallimento gestionale e tecnico oltre che un passo indietro nel progetto sportivo. Sono preoccupato perché lo scorso anno nelle partite in cui l’avversario pareggiava l’intensità vincevi con la tecnica – quest’anno non è più così. Mercoledì sarà una gara molto simile perché il Salisburgo abbiamo visto con noi e col Chelsea correre e pressare. E non la vedo bene.

Torino-Milan 2-1 (primo tempo 2-0)
Marcatori: 35’ p.t. Djidji (T), 37’ p.t. Miranchuk (T), 22 s.t. Messias (M)
Assist: 35’ p.t. Lazaro (T), 37’ p.t. Vlasic (T)
Torino (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji, Schuurs (31’ s.t. Zima), Buongiorno (28’ s.t. Rodriguez); Singo, Lukic, Ricci (39’ s.t. Linetty), Lazaro; Miranchuk (39’ s.t. Adopo), Vlasic; Pellegri (28’ s.t. Karamoh). All.: Juric
Milan (4-2-3-1): Tatarusanu; Kalulu (1’ s.t. Dest), Gabbia, Tomori, Hernandez; Tonali (25’ s.t. Bennacer), Pobega; Messias (33’ s.t. Giroud), Diaz (1’ De Ketelaere), Leao (1’ s.t. Rebic); Origi. All. Pioli
Arbitro: Abisso di Palermo
Ammoniti: 24’ p.t. Schuurs (T), 30’ p.t. Buongiorno (T), 34’ p.t. Kalulu (M), 26’ s.t. Pellegri (T), 32’ s.t. Pobega (M)m 42’ s.t. Linetty (T), 45’ s.t. Lukic (T)
Espulso: 25’ s.t. Juric (T)

Dinamo Zagabria – Milan 0-4: notte da Milan

Il Milan sfata il tabù Dinamo Zagabria che non aveva ancora perso in questa edizione della Champions League e non perdeva in casa da 30 partite, dallo scorso dicembre. Lo fa in una partita che nel primo tempo è stata equilibrata mentre nel secondo si è vista una sola squadra in campo con un risultato che alla fine esce forse anche stretto. E’ stata una partita a due facce che qualifica il Milan almeno all’Europa League e lo porta nello scenario dove probabilmente doveva e voleva essere aprendo questo girone: alla gara decisiva in casa con due risultati su tre.

E’ una partita che però dice molto a livello tattico su qualche scenario tra campionato e Champions League – in primis non si può non notare che le due migliori partite di Champions League del Milan (questa e scorso anno vs Atletico) sono state giocate con Tomori fuori e Kjaer in campo. Ritengo il modo di giocare dell’inglese molto meno congeniale in Champions League dove non possiamo lasciare spazio all’avversario – oggi abbiamo difeso belli bassi quando necessario, con poche sbavature.

Secondo problema: De Keteleaere. La partita di oggi è stata pessima e siamo molto più oggettivi di quelli che gli danno 5,5 come una Della valle qualsiasi sulla gazzetta quando un gobbo gioca da 4 o chi la butta in vacca parlando di Rebic, Giroud e Leao. Oggi male, malissimo – al fatto di non trovare posto nello schema si aggiunge anche un fatto che secondo me è abbastanza evidente: lui non vede i compagni e i compagni non vedono lui. Non so se ci siano anche fatti di spogliatoio, varrebbe la pena indagare.

Terzo problema: la sterilità. Giroud è meglio di Origi e si è visto soprattutto negli agganci di testa e nelle palle sporche che il francese ha riciclato ma non basta. Non basta perché oggi 4 gol sono anche pochi, ce ne sono due sprecati nettamente – le statistiche recitano 8 grandi occasioni e 5 grandi occasioni da rete mancate. Troppe. Non troverai sempre una Dinamo che oggi dopo un buon primo tempo nel secondo è stata praticamente inesistente.

Ci sono quindi 8 giorni fino a mercoledì prossimo col Torino in mezzo per una partita difficilissima che dopo lo scoglio dello scorso anno può dire molto e serve portare a casa per rimettere il Milan almeno nella top 16 europea. Rimane il rimpianto delle due gare contro un Chelsea dove non c’era il gap che si è visto e che le nostra competitor hanno affrontato meglio di noi.

DINAMO ZAGABRIA-MILAN 4-0
Marcatori: 39’ Gabbia, 49’ Leao, 59’ Giroud, 69’ aut. Ljubicic

DINAMO ZAGABRIA (3-5-2): Livakovic; Ristovski (dal 58’Spikic), Sutalo, Peric; Moharrami, Ivanusec, Misic (dal 75’ Bulat), Ademi (dal 58’ Drmic) , Ljubicic; Orsic (dal 75’ Bockaj), Petkovic (dal 58’ Baturina). A disp.: Zagorac, Stefulj, Lauritsen, Emreli, Marin, Theophile-Catherine, Menalo. All. Cacic. 

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Kalulu, Kjaer, Gabbia, Theo (dal 70’ Ballo-Touré); Tonali, Bennacer (dal 70’ Pobega); Rebic, De Ketelaere (dal 52’ Krunic), Leao (dal 70’ Messias); Giroud (dal 80’ Origi). A disp.: Nava, Jungdal, Brahim Diaz, Coubis. All. Pioli.

Arbitro: Marciniak (POL)

NoteAmmoniti: 43’ Ademi, 46’ De Ketelaere. Recupero tempo: 1‘1T.

Milan – Monza 4-1: arrivano le riserve

Il Milan riesce a vincere una partita partendo con una riformazione rimaneggiata anche grazie ad un Monza che a differenza di Verona ed Empoli pur non facendo sconti non approccia la partita come fosse la finale di Champions League ma esattamente come tutte le altre. E’ stata comunque – e forse purtroppo – una partita molto più equilibrata di quanto racconti il risultato risolta da giocate individuali a partire da quelle di Brahim Diaz sui primi due gol.

E’ equilibrata perché il Milan fa 12 tiri di cui 7 in porta, il Monza ne fa addirittura 16 con 6 in porta, poi il Milan ha giocatori migliori e la porta a casa ma il secondo tempo e un paio di occasioni sono forse troppe da portare in Champions specie quando dovresti vincere entrambe le gare per essere sicuri di passare il girone. Usciamo anche con due infortuni a Dest e Diaz che peseranno in ottica Champions League dove non possiamo schierare parte dell’organico e che continuano a mettere in cattiva luce lo staff medico vista l’anomalia rispetto alle altre squadre.

Nel mentre si è svegliato Origi che nonostante qualche errore di troppo sottoporta ha finalmente messo in rete un gol – oggettivamente un gran gol – con una partita in crescendo nonostante non riesca ancora a fare quel lavoro di tenere alto la squadra che fa Giroud nel momento in cui gli arrivano palloni. Malino invece Pobega che semplicemente non sembra avere il piede adatto per giocare a pallone – non ha fatto alcun salto di livello dal Torino.

Si deve invece ancora sbloccare De Keteleaere che ha fallito ancora una volta il gol nel finale ed è finito a soffrire la concorrenza di Diaz mettendo forse in discussione i piani del mercato estivo con la società che si è sacrificata economicamente per lui. Non so cosa possa ancora dare in più ma sta attraversando quella linea sottile del bidone strapagato e sarebbe un problema per lui e per noi. Buona prova invece di Dest ma è anche vero che non è stato chiamato a difendere nel primo tempo.

C’è da essere soddisfatti della gara di oggi per essere riusciti a portare ancora a casa il risultato con uno sforzo relativamente minimo, c’è da essere preoccupati perché ancora una volta, purtroppo, questa squadra non sa tirare su l’autobus e subisce veramente troppe occasioni da gol (come invece non faceva lo scorso girone di ritorno) e si infortuna troppa gente. Mancano ora solo quattro partite di campionato e due di Champions League ad una sosta che è più che necessaria a questo punto per rimettere ordine tattico e medico.

MILAN-MONZA 4-1
MARCATORI: 16’ e 41’ Diaz, 65’ Origi, 70’ Ranocchia, 84’ Leao.

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Dest (dal 46’ Kalulu), Kjaer (dal 60’ Gabbia), Tomori, Theo; Bennacer, Pobega; Messias, Diaz (dal 53’ De Ketelaere), Rebic (dal 60’ Leao); Origi (dal 78’ Vranckx). A disp.: Mirante, Jungdal, Ballo-Touré, Adli, Tonali, Giroud, Bakayoko, Thiaw, Krunic. All.: Pioli. 

MONZA (3-4-2-1): Di Gregorio; Antov, Pablo Marì, Caldirola (dal 54’ Carboni); Ciurria, Barberis (dal 46’ Ranocchia), Sensi (dal 66’ Bondo), Carlos Augusto; Pessina, Caprari (dal 66’ Gytkjaer); Mota Carvalho (dal 54’ Petagna). A disp.: Cragno, Sorrentino, Donati, Marlon, Machin, Valoti, Birindelli, Colpani, D’Alessandro, Vignato. All.: Palladino. 

Arbitro: Marinelli di Tivoli.

NoteAmmoniti: 30’ Origi, 72’ Bondo. Recupero tempo: 4’ 2T.

Verona – Milan 1-2: nonostante tutto

Il Milan per la prima volta in questo campionato fa tre vittorie consecutive con una partita brutta che forse nemmeno meritava di vincere in quel di Verona, giocata praticamente senza portiere con una formazione scellerata e un avversario che come sempre con noi viene a giocarsi la finale di Champions.

Le nostre occasioni nel primo tempo sono due e sono due errori altrui. Un autogol e un errore clamoroso di Giroud mai decisivo oggi e forse anche stanco dall’extra lavoro a cui è chiamato. È un primo tempo dove ogni volta che il Verona recupera palla si trova in superiorità numerica e con occasioni. Ne segna una, paradossalmente anche qua con un autogol.

Nel secondo tempo Pioli inizia a rimediare a qualche errore. Toglie Giroud ma Origi spiega perfettamente perché lui sta in panchina facendo ancora peggio del francese – e inserisce Rebic al posto di Diaz che insieme ad Adli è stato il peggiore in campo del primo tempo. La partita non cambia a livello di copione finché non entra Bennacer che in parte risolve il problema “centrocampo cercasi”

Iniziamo ad uscire nel finale con una occasione di Rebic prima e il gol poi con un ribaltamento di fronte nel momento in cui sembravamo imballati dietro alle loro linee. Non finisce così perché con un cambio che ricorda molto Boateng per Bocchetti improvvisiamo una difesa a tre e Thiaw salva almeno due volte la porta di Tatarusanu.

Dalla partita di oggi restano tre punti ma anche la sensazione di un grosso passo indietro e di una difficoltà a creare e fare punti rispetto a Napoli ed Atalanta che ci sono sopra. Superiamo Udinese e Lazio che pareggiano tra loro e come lo scorso anno arriviamo verso la fine del girone di Champions con una squadra con una condizione atletica difficoltosa e deficitaria.

Che Verona – Milan sia finita come una partita in equilibrio è un campanello d’allarme sulla rosa, sul modo di giocare e sul mercato che per ora non sta aiutando per niente la stagione. Tra oggi ed Empoli sono punti pesantissimi ma che difficilmente in questo modo continueranno ad arrivare. Ora c’è una importantissima settimana di riposo, poi testa alla partita di San Siro col Monza.

VERONA (3-4-2-1): Montipò; Hien, Gunter, Magnani; Faraoni, Veloso, Tameze (21′ st Hongla), Depaoli; Verdi, Hrustic (9′ st Piccoli); Henry (21′ st Djuric). A disposizione: Perilli, Berardi, Chiesa, Hongla, Djuric, Piccoli, Terracciano, Praszelik, Kallon, Cabal, Sulemana.Allenatore: Bocchetti.

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Kalulu, Gabbia, Tomori, Theo Hernandez; Tonali, Krunic (16′ st Pobega); Brahim Diaz (1′ st Origi), Adli (16′ st Bennacer), Leao (38′ st Thiaw); Giroud (1′ st Rebic). A disposizione: Mirante, Jungdal, Thiaw, Ballo-Tourè, Bennacer, Pobega, Bakayoko, Vranckx, Dest, Rebic, Origi, Messias. Allenatore: Pioli.

ARBITRO: Massa di Imperia.

MARCATORI: 9′ pt aut. Veloso (V), 19′ pt Gunter (V), 36′ st Tonali (M)

NOTE: Ammoniti: Magnani, Hongla e Faraoni (V); Theo Hernandez e Rebic (M); Recupero: 2′ pt, 5′ st

Milan – Juventus 2-0: asfaltati

Abbiamo giocato al 60 percento delle possibilità con tre assenze pesanti e abbiamo oggettivamente asfaltato la Juventus. Due i gol segnati, due quelli divorati, due anche i pali e due i rigori negati perché la Juventus può giocare in area con la mano.

È finita con il rammarico di non avergliene date di più e addirittura il rischio di una partita riaperta con Kalulu che chiude a botta sicura su Milik. Sembrava una delle partite di qualche anno fa al contrario, quando noi iniziavamo bene, poi ci puniva l’episodio e non eravamo più in partita.

Tra Milan e Juventus alla nona giornata oggi ci sono sette punti che non sono pochi. Le nostre due avversarie scudetto sono state praticamente annichilite e solo un buon mercato del Napoli unito ad una dose di fortuna colossale a San Siro ci mette ancora fuori dalla pole position sperando che una squadra che gioca bene e che è in grado di darne 4 al Liverpool e 6 all’Ajax inizi a perdere dei punti.

Pioli decide dopo la brutta prova di Londra, di cui non ho potuto scrivere qua per problemi personali, che comunque lo scudetto è la prima priorità e per recuperare il girone di Champions ci sarà tempo nelle ultime due. Da lì applica dei correttivi che sono Pobega e Gabbia. Meglio tirare fuori Kalulu, che può giocare terzino, che avere in campo Dest che è semplicemente impresentabile.

La Juve prova a giocare, poi capisce che l’approccio migliore è quello di fare densità dietro e aspettare i nostri errori. Errori che non arrivano e ci aiuta invece molto sbloccarla in seguito ad un calcio d’angolo che è un po’ una sorpresa viste le lacune sui piazzati.

Dopo l’intervallo la Juventus ha perso la sua tattica principale, il Milan non ha la frenesia di voler fare gol e allora arrivano le occasioni. Arriva il gol di Diaz che è anche frutto di tecnica con Bonucci che viene completamente saltato e le due enormi divorate da Origi e Theo che potevano essere due facili assist a Rebic.

La hanno parzialmente riaperta i nostri cambi ma arrivare a concedersi la chance di poter pensare a martedì come se contro avessi il Bologna, la cui partita ha avuto andamento simile, la dice molto sull’attuale divario tra le due speculare ed opposto a quello di qualche anno fa. Per lo scudetto sono tre punti importanti che chiudono un calendario di fuoco dove abbiamo praticamente giocato con quelle in testa ora più di chiunque altro.

Credo ci manchi qualcosa ancora in difesa perché l’approccio nei primi 15 è stato speculare a quello del Chelsea mercoledì scorso ma è andata bene sia a noi oggi che a loro in settimana. C’è invece sicuramente un problema mercato se si è preferito pescare dall’usato sicuro in questa situazione piuttosto che i nuovi (e dovrebbero spiegarci Adli) ma di questo ne parleremo un’altra volta.

Un saluto invece a Massimiliano Allegri a cui chiediamo se al prossimo giro vuole che togliamo altri titolari o se invece stavolta va bene così.

MILAN-JUVENTUS 2-0
MARCATORI: 45’ Tomori, 54’ Diaz

MILAN (4-3-2-1): Tatarusanu; Kalulu, Gabbia, Tomori, Theo Hernandez; Bennacer (dal 83’ Vranckx), Tonali, Pobega (dal 59’ Krunic); Brahim (dal 64’ De Ketelaere), Leao (dal 84’ Origi); Giroud (dal 64’ Rebic). A disp.: Mirante, Jungdal, Dest, Ballo-Touré, Thiaw, Bakayoko, Adli. All. Pioli

JUVENTUS (4-4-2): Szceczny; Danilo, Bremer, Bonucci, Alex Sandro; Cuadrado (dal 46’ McKennie), Rabiot (dal 80’ Soulè), Locatelli (dal 56’ Paredes), Kostic /dal 56’ Miretti); Milik, Vlahovic (dal 78’ Kean). A disp.: Pinsoglio, Perin, Gatti, Rugani, Fagioli. All. Allegri

Arbitro: Orsato di Schio.

NoteAmmoniti: 26’ Cuadrado, 55’ Diaz, 90’ Tonali, 90’ Paredes, 90’ Kean. Recupero tempo: 2’1T, 4’ 2T.

Empoli – Milan 1-3: ballo da capogiro

Il Milan torna a segnare nell’ultimo quarto d’ora di una partita e lo fa per tre volte. Lo fa dopo un pareggio al 92′ che avrebbe spezzato le gambe a molti e lo fa con una formazione praticamente rimaneggiata per via degli infortuni del Castellani. Ne stava uscendo un 1-0 brutto e sporco con l’Empoli che meritava il pareggio dopo i loro errori a compensare i nostri del primo tempo.

Andiamo in vantaggio con una furbata su una rimessa laterale battuta veloce con l’Empoli che si dimentica che non c’è fuorigioco e lascia Leao 20 metri avanti a tutti. Da lì rischiamo due volte prima che Aureliano trovi il coniglio dal cappello con la punizione finale dove Tatarusanu regala un 1-1. Poi succede l’imponderabile – ci lanciamo davanti con tiro alla disperata di Tomori, colpo di testa di Krunic e Ballo-Touré segna il suo primo gol tra i professionisti. Ne aveva fatti due al PSG 2, ma era la quarta serie francese.

Non so se questa vittoria peserà come Lazio – Milan perché se la squadra c’è di testa a livello di difetti continuano ad uscire sempre i soliti. Non riusciamo ad essere minimamente pericolosi sui piazzati, in particolare i calci d’angolo. Abbiamo concretizzato malissimo per 70 minuti confermando i soliti problemi. Abbiamo giocato un primo tempo con sufficienza. Tutte cose che a lungo andare vedono questa squadra ancora un livello sotto lo scorso anno.

C’è da capire anche vedendo la gara di oggi col Torino se il Milan non rischi di essere l’Inter dello scorso anno col Napoli che oggi gioca un calcio efficace, veloce e con la tecnica necessaria per competere fino alla fine del campionato. Ora abbiamo le tre partite più difficili mancanti in questa prima parte e le abbiamo in una situazione di estrema preoccupazione infortuni. Fare punti col Chelsea indirizzerebbe pesantemente nella nostra direzione il girone la qualificazione al girone di Champions League.

Empoli-Milan 1-3:

EMPOLI: Vicario; Stojanovi?, De Winter, Luperto, Parisi; Haas (dal 38′ st Cambiaghi(, Grassi (dal 45 2 Marin), Henderson (dal 13′ st Bajrami); Pjaca (dal 13′ st Bandinelli); Satriano (dal 38′ st Destro), Lammers. A disposizione: Perisan, Ujkani; Cacace, Ebuehi, Guarino, Walukiewicz; Baldanzi, Degli Innocenti, Fazzini, Ekong. Allenatore: Zanetti.

MILAN: T?t?ru?anu; Calabria (dla 39′ Kalulu), Kjær (dal 27′ st Dest), Tomori, Ballo-Touré; Bennacer, Tonali; Saelemaekers (dal 32′ Krunic), De Ketelaere (dal 27′ st Diaz), Leão; Giroud (dal 27′ st Rebic) A disposizione: Jungdal, Mirante, Gabbia,, Thiaw; Adli, Bakayoko, Pobega, Vranckx; Lazeti?. Allenatore: Pioli.

ARBITRO: Aureliano.

GOL: al 35′ st Rebic, al 47′ st Bajrami, al 49′ st Ballo-Touré, al 51′ Leao.

AMMONIZIONI: Kjaer, Haas, De Winter, Luperto, Bennacer. 

Milan – Napoli 1-2: passaggio di consegne

E’ il Napoli la miglior squadra del campionato in questo momento e lo dimostra portandosi a casa il big-match di San Siro (anche se falsato dal vergognoso rosso a Leao di settimana scorsa). Spalletti la prepara esattamente come l’aveva preparata l’anno scorso, dandoci la palla e cercando di ripartire. E’ la partita che forse rende più evidente il problema attuale del Milan, quello per cui si prendono troppi gol: ben otto in sette partite. Il Milan deve fare 22 tiri per fare un gol, il Napoli 5 per farne due.

Non è una cosa che ci portiamo dietro da oggi, soprattutto in campionato, la sterilità di un attacco dove troppo spesso Leao è stato usato per coprire i problemi. Mancano e continuano a mancare gli 1-0, quegli 1-0 che lo scorso anno ci hanno fatto vincere il titolo. Parlare di dominio è roba da Simone Inzaghi che evidenzia un possesso sterile, una incapacità di concludere e troppi svarioni difensivi.

Dietro siamo stati messi in difficoltà da una inusuale scelta di lanciare Kjaer titolare che è costato un giallo a se e a Calabria e una doppia sostituzione all’intervallo con Kalulu e Dest (la 104 per chi lo metteva nelle formazioni titolari al posto di Calabria). Una squadra che vuole vincere lo scudetto non può e non deve perdere quando crea tutte queste occasioni da gol. Una squadra che vuole vincere lo scudetto non può continuare a ballare dietro.

Si va alla sosta quinti in classifica, a soli +2 e +4 sulla peggiore Juventus e con un Napoli che non solo va ma si è tolto anche l’ostacolo più importante. Ad oggi il mercato non ha inciso se non in negativo, De Ketelaere ha giocato bene solo col Bologna poi è completamente sparito – verrebbe da dire che il Napoli ha fatto il mercato che dovevamo fare noi, sicuramente serviva una punta come Simeone a pochi soldi.

A meno di miracoli difensivi questa sera il Napoli è diventata la grande favorita per lo scudetto, relegandoci ad una terra di mezzo tra loro e Juve/Inter con le incognite Atalanta ed Udinese che stanno esprimendo un grande calcio. Sicuramente il numero di punti e i gol subiti non sono quelli di una squadra che vuole riconfermarsi campione d’Italia.

Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria (1′ st Dest), Kjaer (1′ st Kalulu), Tomori, Hernandez; Bennacer, Tonali; Saelemaekers (21′ st Messias), De Ketelaere (37′ st Adli), Krunic (21′ st Diaz); Giroud. Allenatore: Pioli

Napoli (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Mario Rui (45’+1 st Olivera); Anguissa, Lobotka; Politano (21′ st Zerbin), Zielinski (42′ st Elmas), Kvaratskhelia (42′ st Ndombele); Raspadori (21′ st Simeone). Allenatore: Spalletti

Arbitro: Mariani

Marcatori: 10′ st rig. Politano (N), 24′ st Giroud (M), 33′ st Simeone (N)

Ammoniti: Kjaer, Calabria, Krunic, Tomori (M), Rrahmani, Simeone, Zerbin (N)

Milan – Dinamo Zagabria 3-1: vittoria a due facce

Non senza fatica e tensione ma con un risultato sostanzialmente giusto il Milan torna a vincere in casa in Champions League 3283 giorni dopo quel Milan-Celtic 2-0 del 18 settembre 2013 con gol di Zapata e Muntari negli ultimi 10 minuti. La Dinamo era l’avversario sicuramente più abbordabile con una partita che comunque non assomiglia a quella di campionato vista la migliore abilità sia davanti che dietro. I croati si sono giocati la loro partita ad ondate in cui han prodotto un gol che ha completamente uccellato la nostra difesa ed un altro paio di occasioni in cui seppur saltati come birilli abbiamo limitato i danni.

Nel primo tempo la Dinamo è sostanzialmente inoperosa mentre il Milan gioca alto ma con possesso sterile. Due gol mangiati da Leao e poco altro fino al rigore procurato dal portoghese e segnato da Giroud che mette in tranquillità la partita evitando ansie nella ripresa. Ripresa che iniziamo bene con il gol di Saelemakers e dove a parte quei 10 minuti della Dinamo controlliamo la partita.

Il vantaggio ci permette di aspettarli a centrocampo provando a farli scoprire – onestamente in maniera un po’ vana perché creiamo poco e loro decidono di provare a tenere il 2-1 per giocarsi tutto alla fine. Dopo i cambi però troviamo un 1-2 clamoroso tra Pobega e Theo Hernandez che porta l’ex primavera rossonero al gol con una legnata violenta. 

Rispetto al campionato sono cambiate un po’ di valutazioni: ha fatto bene Brahim oggi anche se ha inevitabilmente sofferto il confronto fisico specie nel secondo tempo. Ha fatto bene Pobega che ha forse migliorato la prestazione di Tonali. Ha fatto bene Saelemakers e ha un po’ deluso Leao opportunamente marcato che ora avrà un riposo forzato nel big match contro il Napoli grazie al metro arbitrale italiano totalmente diverso da quello visto oggi.

Il secondo tempo in gestione, anche grazie al vantaggio, è da grande squadra che in Champions occupa il campo e non lo subisce. Si arriva quindi al test col Chelsea questa volta con una diversa ambizione e situazione da quello col Liverpool – ovvero con una voglia di misurarsi partendo da una buona base di punti per cui anche se dovesse andare molto male non sarebbe una tragedia che comprometterebbe tutto.

Ora testa a Napoli, ultima fatica prima della sosta che spezza in due questa prima parte di stagione.

MILAN – DINAMO ZAGABRIA 3-1

MILAN: Maignan; Calabria, Kalulu, Tomori, Hernandez; Bennacer (33’ st Krunic), Tonali (22’ st Pobega); Saelemaekers (33’ st Messias), Diaz (34’ st Dest), Leao; Giroud (23’ st De Ketelaere). A disp.: Mirante, Jungdal, Ballo-Touré, Kjaer, Gabbia. All.: Pioli.

DINAMO ZAGABRIA: Livakovic; Ristovski (33’ st Drmic), Sutalo, Peric; Moharrami (18’ st Spikic), Ademi, Misic, Ivanusec, Ljubicic; Orsic (39’ st Marin), Petkovic (39’ st Baturina). A disp.: Zagorac, Stefulj, Lauritsen, Emreli, Bockaj, Theophile-Catherine, Bulat, Dilaver. All.: Cacic 5.5.

ARBITRO: Manzano (ESP) 6.

RETI: 45‘ pt Giroud, 2’ st Saelemaekers, 11’ st Orsic, 32‘ st Pobega.

AMMONITI: Orsic, Marin.

Sampdoria – Milan 1-2: contra tudo e contra todos

Dopo la porcata di Atalanta-Milan oggi un Fabbri in grande spolvero decide di falsare non una ma due partite con una espulsione a Leao che era oggettivamente intuibile già dalla severità con cui è stata data la prima ammonizione. Nel primo tempo al netto di un paio di occasioni per la Samp non c’era partita. Il gol nasce da una giocata di De Keteleaere dove Leao accelera – arriva un raddoppio se non fosse che il VAR di prende tre minuti per trovare qualcosa per annullare il gol.

Il secondo tempo nasce con la porcata di Leao e con la catastrofe dell’1-1. Senza Leao facciamo fatica perché è uno dei pochissimo che crea superiorità numerica. Riusciamo nelle uniche due occasioni a trovare un rigore netto – perché è ancora illegale parare in area con le mani tiri diretti verso la porta – e poi ci si mette dietro a soffrire con Maignan come sempre protagonista nel finale.

Il Milan ha sicuramente avuto un secondo tempo di carattere, da grande squadra ma continua ad essere penalizzato da un ambiente poco europeo che continua a penalizzare chi pressa, premiare simulazioni avversarie con ammonizioni ad ogni fallo, come è stato sottolineato anche da Pioli nel postpartita. A Marassi va in scena l’ennesima vergogna di un arbitro che decide di rendersi protagonista della gara invece di farsi parte, una vergogna che capita sempre a senso unico contro di noi.

L’arbitraggio di oggi, come altri quest’anno, dovrà servire a caricare la squadra in vista della gara contro il Napoli che probabilmente in questo momento potrebbe essere la vera rivale per il titolo. E’ superiore all’Inter e lo ha dimostrato anche in Champions League. Gioca un calcio migliore e ha trovato sul mercato giocatori pronti e forti – forse facendo un mercato migliore del nostro.

Passando ai singoli oggi mi è piaciuto Pobega, mi è piaciuto Leao fino al rosso, mi è piaciuto De Keteleaere che prova sempre la giocata e riesce a tenere la palla col fisico e mi sono piaciuti Giroud e Tonali che nel secondo tempo han piantato i coglioni enormi sul campo di gioco. Menzione anche per Calabria e Kjaer, tornato leader della difesa anche se costringe a giocare diversamente rispetto al duo Kalulu-Tomori.

Mercoledì c’è la partita più facile del girone di Champions che è ovviamente anche quella più difficile dovendola vincere a tutti i costi. Ci arriviamo, come ha detto Tonali, con la benzina completamente finita. Mancano due partite alla sosta nazionali dove si potrà rifiatare un attimo prima del rush finale pre-mondiale.

SAMPDORIA-MILAN 1-2
MARCATORI: 6’ Messias. 57’ Djuricic, 67’ (r) Giroud.

SAMPDORIA (4-1-4-1): Audero; Bereszynski (dal 58’ Gabbiadini), Ferrari, Murillo, Augello; Villar (dal 86’ Vieira); Léris, Rincon, Sabiri, Djuricic (dal 79’ Verre); Caputo (dal 79’ Quagliarella). A disp: Contini, Ravaglia, Amione, Conti, Murru, Yepes, Pussetto, Quagliarella. All.: Giampaolo

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kjaer, Kalulu, Theo; Tonali, Pobega (dal 78’ Vranckx); Messias (dal 58’ Tomori), De Ketelaere (dal 70’ Bennacer), Leao; Giroud. A disp: Tatarusanu, Mirante, Dest, Ballo-Touré, Thiaw, Gabbia, Bakayoko, Brahim Diaz, Saelemaekers, Adli. All.: Pioli.

Arbitro: Fabbri di Ravenna.

NoteAmmoniti: 17’ e 47’ Leao, 54’ Ferrari, 66 Villar, 93’ Quagliarella, 94’ Augello, 95’ Lleris. Espulsi: 47’ Leao, 95’ Giampaolo. Recupero tempo: 3’pt, 7’st.

Salisburgo – Milan 1-1: quest’anno ci siamo

Avrei firmato per il pari nella gara di oggi e il pari è arrivato. Era insieme a quella di Stanford Bridge la gara più difficile del girone per il modo di giocare ed un ritmo molto alto che spesso gli austriaci impongono a casa loro – e così è stato. Nel primo tempo ci siamo fatti subito sorprendere ma poi differentemente alle partite contro il Porto l’anno scorso la squadra non solo ha tenuto il ritmo ma ha anche poi preso il sopravvento sull’avversario.

Rimane il peccato del gol subito, l’ennesima disattenzione evitabile che con Kalulu e Maignan addirittura battuti sotto le gambe purtroppo ci porta nuovamente sotto in questa stagione. Una difesa da aggiustare vuoi anche perché i due centrali non sono abituati in Serie A a questo tipo di ritmi. Entrambi i gol sono figli delle caratteristiche delle squadre che giocoforza sono simili: saltato il primo pressing si va a sfondare nelle praterie. 

Potevano farne uno loro, potevamo farne altri due noi (di cui uno è stato il palo preso nel finale). Quello che salta all’occhio da una parte e dall’altra è comunque la partita dopo i cambi con una qualità che si è comunque abbassata. E’ entrato bene Pobega, male invece Diaz che ha sostituto un De Keteleare intermittente ma protagonista sul primo gol. Il resto semplicemente impresentabile con Origi come simbolo (perché è stato preso?) di chi con questa squadra al momento non c’entra nulla.

C’è un problema riserve ed un problema fascia perché anche in Europa basta raddoppiare la nostra fascia sinistra per ridurre la pericolosità – Saelemakers è lasciato libero e questo ci ha fatto bene nell’occasione del gol ma la differenza tra una e l’altra rimane problematica specie in questa competizione. Si rigioca già settimana prossima e sarà un problema in termine di gestione delle energie considerato anche il campionato in mezzo – partita sulla carta stavolta da vincere in casa con la Dinamo Zagabria che ha già complicato questo girone battendo il Chelsea.

Salisburgo-Milan 1-1 (primo tempo 1-1)
Marcatori: 
28′ pt Okafor (Sal), 40′ pt Saelemakers (Mil)
Assist: 40′ pt Leao (Mil)
SALISBURGO (4-3-1-2): Kohn; Dedi?, Solet (dal 42′ st Bernardo), Wöber, Ulmer; Capaldo, Seiwald,Kjaergaard; Kameri (dal 20′ st Gourna-Douath); Okafor (dal 47′ st Adamu), Fernando (20′ st Sesko). A disp: Mantl, Walke, Van Der Brempt, Baidoo, Adamu, Simic, Diarra, Gourna-Douath, Sesko, Pavlovic, Bernardo. All.: Jaissle
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dall’11 st Dest), Kalulu, Tomori, Theo Hernandez; Bennacer (dall’11 st Pobega), Tonali; Saelemaekers (dal 35′ st Messias), De Ketelaere (dal 25′ st Diaz), Leao; Giroud (dall’11 st Origi). A disp: Mirante, Jungdal, Ballo-Touré, Dest, Kjaer, Gabbia, Pobega, Messias, Brahim Diaz, Origi. All.: Pioli.
Ammoniti: 17′ pt Capaldo (Sal), 38′ pt Tomori (Mil), 44′ pt Calabria (Mil), 22′ st Gourna-Douath (Sal), 43′ st Diaz (Mil), 46′ st Origi.

Milan – Inter 3-2: in paradiso e ritorno

Recuperiamo oggi con una squadra di caratura tecnica simile i punti persi con il Sassuolo in una partita che fino a 70 minuti era stata ampiamente dominata. Un gol regalato, ancora una volta, con un errore imperdonabile, poi una doppietta di Leao con un secondo gol clamoroso intervallato da Giroud che si gira ancora. Al 3-1 di Leao l’Inter era finita, non c’era più da mezz’ora, c’erano altri due gol sbagliati abbastanza nettamente. C’era un problema ammonizioni con un metro di Chiffi decisamente di parte nella gestione falli e cartellini che ha portato De Keteleaere ad essere ammonito anzitempo.

Dal cambio del belga la squadra è crollata mentalmente anche grazie ad una riapertura della partita praticamente casuale. Da un lato non mi do pace perché era un 5/6-1 pulito, dall’altro evidenzia, purtroppo, il problema di un divario tecnico esistente tra prime e seconde linee che non ci possiamo permettere. Ad oggi possiamo vincere o perdere con tutti e credo che per lo scudetto servirà una continuità maggiore dello scorso anno perché sarà assegnato sopra i 90 punti.

Non so come finirà questo campionato, una giornata sembriamo troppo dietro, un altra sembriamo davanti. A noi manca quella cattiveria di chiudere le partite con le piccole segnando qualche gol contro le difese piazzate che probabilmente ci sta costando punti e ci mancano dei centrocampisti oltre a Tonali e Bennacer. In attesa di capire come si inseriranno i nuovi acquisti (fuori dalla lista Champions) e se saranno utili alla causa.

Tornando alla partita la sensazione vedendo l’Inter oggi è che senza Lukaku nei big match hanno lo stesso problema dello scorso anno ma a questo hanno ulteriormente ampliato la loro ossessione e inferiorità. Sono entrati in campo con lo scopo di far cacciare fuori Theo Hernandez a suon di provocazioni e simulazioni sperando che Chiffi ci cascasse. Il divario tecnico visto oggi è dato dal fatto che le azioni dell’Inter spesso nascono da fallo non fischiato che è uno dei tre schemi insieme appunto alla provocazione e alla simulazione appena si viene toccati.

Andiamo avanti vivendo giorno per giorno, godendoci la vittoria del bene contro il male e sapendo che manca ancora qualcosa. Non si può andare sotto per 3 giornate su 5 (e solo grazie ad un rigore parato da Maignan, o erano 4). Ora doveroso impostare subito un girone di Champions League diverso da quello dello scorso anno nella partita più importante per la qualificazione che si giocherà martedì a Salisburgo.

MILAN-INTER 3-2

MARCATORI: 21’ Brozovic, 28’, 60’ Rafael Leao, 54’ Giroud, 67’ Dzeko

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dall’84’ Kjaer), Kalulu, Tomori, Hernández; Tonali (dall’84’ Pobega), Bennacer; Messias (dal 72’ Saelemaekers), De Ketelaere (dal 63’ Brahim Diaz), Leão; Giroud (dal 72’ Origi). A disp: Mirante, T?t?ru?anu; Ballo-Touré, Dest, Gabbia, Kjær, Thiaw; Adli, Bakayoko, Díaz, Pobega, Saelemaekers, Vranckx; Origi. All.: Pioli. 

INTER (3-5-2): Handanovi?; Skriniar, de Vrij (dall’84’D’Ambrosio), Bastoni (dal 63’ Dimarco); Dumfries, Barella (dal 63’ Mkhitaryan), Brozovi?, Çalhano?lu, Darmian (dall’84’ Gosens); Martínez, Correa (dal 63’ Džeko). A disp: Cordaz, Onana; Acerbi, Bellanova, D’Ambrosio, Gosens; Asllani, Gagliardini, Carboni. All.: Inzaghi.

Ammoniti: Theo Hernandez (M), Dumfries (I), Giroud (M), Brozovic (I), De Ketelaere (M), Inzaghi (I), Tonali (M), Rafael Leao (M).

Arbitro: Chiffi di Padova

Note: 1’ di recupero nel primo tempo; 5’ di recupero nel secondo tempo

Il mercato della seconda stella. Dell’Inter

Male, molto male. Al limite del malissimo. Il mercato da cui usciamo mi lascia totalmente deluso e riduce le possibilità di rivincere a maggio considerato anche quello che hanno fatto i nostri avversari. Alla chiusura abbiamo risolto una sola lacuna su due, ma quella già la avevamo risolta con Adli senza andare a spendere 35 milioni per una promessa belga – in compenso a destra manteniamo Messias e Saelemakers le cui squadre di riferimento dovrebbero essere Spezia o Cremonese.

Partiamo dai lati positivi: il Milan ha speso 48 milioni incassandone 13 (dati Transfermarkt) – la voce cessioni resta come al solito bassa vista l’incapacità di rinnovare contratti (anche in logica sign & trade) e vendere comprimari (forse anche per coraggio di toccare un meccanismo che funziona, ma seriamente non si riusciva a piazzare Rebic o Saelemakers?).

Dovevano arrivare Botman e Renato Sanches, sono arrivati Thiaw e Vranckx che concettualmente sono simili come tipo di giocatore ma invece di avere due giocatori pronti hai due prospetti che forse verranno fuori tra qualche anno. De Keteleaere è un buon acquisto, ma se devo spenderci il grosso del budget avendo coperto quel ruolo già con Adli io avrei speso in maniera differente, soprattutto considerato le lacune della rosa invece di prendere il giocatore forte che magari diventa top tra due anni.

Non può essere Vranckx il sostituto di Kessie, preso all’ultimo secondo. Non può una squadra ambiziosa avere dirigenti incapaci di cedere e/o rinnovare i contratti depauperando sempre quel patrimonio tecnico su cui faticosamente si è fatta attività di scouting. Se Leao non rinnova si prendono i 120 milioni o lo si perde a zero tra due anni? Florenzi e Messias per quale ragione sono stati rinnovati spendendo quasi 12 milioni sul mercato? Pobega non lo commento nemmeno, giocava al Torino, la sua dimensione è quella e si è visto già dalle amichevoli.

Davanti non mi spiego l’acquisto di Origi che di fatto sostituisce Ibrahimovic, un giocatore che non solo è spesso soggetto ad infortuni ma non è mai stato un giocatore in grado di segnare quei 20 gol a stagione che è l’attaccante che ci manca e ci continua a mancare. Ne usciamo essendo gli stessi, gli stessi di un miracolo sportivo che sarebbe dovuto essere supportato adeguatamente coi ricavi che quel miracolo ha generato. E’ un mercato sostanzialmente pessimo, insufficiente, non adatto ad una squadra Campione d’Italia che vuole riconfermarsi nell’immediato.

E’ importante, importantissimo, vale quanto una finale di Champions League o un euroderby o un 6-0 arrivare alla seconda stella prima dell’Inter. Sia a livello dei tifosi, sia di immagine. E fanculo alla stucchevole retorica del “kuardiamoh brimah nnoihh!” in un campionato si gioca contro gli altri e quelli non solo non han ceduto nessuno pur dovendolo fare, ma hanno pure ripreso Lukaku.

L’Inter ha fatto un all-in privilegiando quel risultato sportivo pur dovendo ripartire quasi da zero al termine del prossimo anno rimandando il più possibile l’inevitabile, vendendo giovani per avere un anno del Belga, rischiando di perdere Skhriniar a zero l’anno prossimo così come Perisic. E’ sostanzialmente la stessa colmando la lacuna che aveva creato lo scorso anno proprio con la cessione del belga.

Il mercato del Milan va bene se eri nella situazione di due anni fa, quella di poter aspettare due anni e potenzialmente fallire anche una qualificazione Champions League. Non va assolutamente bene se sei la squadra campione d’Italia con l’obbligo non solo di vincere ma di vincere prima che lo faccia il rivale. Con degli investimenti giusti si poteva vincere non solo questo scudetto, non solo ad Aprile, ma anche il prossimo. 

Lo scudetto per Elliott è indubbiamente stato un incidente di percorso in una strada dove l’obiettivo era quello di vivacchiare tra le prime quattro. Non meritavano questo mercato il milione di tifosi che ha invaso le strade di Milano dopo lo scudetto, i 40.000 abbonati ancora prima che aprisse, i 70.000 di San Siro ad ogni partita. Con calma ci dovrà poi spiegare Maldini cosa ha ottenuto con il rinnovo di contratto oltre a probabilmente uno stipendio più alto. Una pantomina indegna di una società come il Milan che ci ha fatto perdere un mese.

Non ho altro da dire se non sperare in un anno dove giri veramente tutto bene, perché qua si può rivincere (difficile) ma si può anche rischiare grosso contro una Juve, un Napoli, una Lazio ed una Roma agguerrite ed un’Atalanta che ha fatto un mercato intelligente e che giocherà una volta a settimana. Entrare nel circolo vizioso è difficile, uscirvi è un attimo.