Gerry Cardinale non ce lo meritiamo

I tifosi della Serie A dovrebbero fare una profonda riflessione su quanto sta accadendo in casa Milan. Il Milan da un anno a questa parte sta provando a crescere, per davvero – a ragionare come una grande squadra e a smarcarsi dal mecenatismo coi bilanci in perdita che ha rovinato la serie A ed il risultato è un Milan finito nel fuoco incrociato dei tifosi fomentati da giornalai di mercato che si fanno passare le notizie dal procuratore, vedove di pioli e giornalisti che dovrebbero essere amici ma mostrano livore per la mancanza di notizie.

La vergogna di cardinale, pensate, è non bruciare soldi suoi nel Milan. Insomma, è non fare quello che ha portato la Serie A ad essere sul tetto del mondo negli anni 90 ma poi, una volta che il giro d’affari è salito, il giochino è scoppiato e la mancanza di infrastrutture, di visione dirigenziale e di una lega forte ha portato gli investimenti grossi altrove. Il Milan oggi prova ad uscire da un sistema di un campionato che non vince una coppa dei campioni da 14 anni e non si accontenta di spendere per la soddisfazione nazionale, sfasciare i conti e ricominciare.

Questo il tifoso cresciuto a pane e silvio Berlusconi non riesce a capirlo. Non riesce a capire come sotto FFP sia importante aumentare il fatturato e per farlo c’è bisogno di strutture. E’ frustrato per quanto accaduto lo scorso anno – per una stagione per cui due anni prima ci avrebbe messo la firma. La reazione ad una stagione del genere non può essere quella di rispondere subito e mandare a quel paese quello per cui si sta lavorando. E’ inutile vincere senza una struttura alle spalle che le vittorie possa crearle – bene, tante e in serie.

Purtroppo il tifoso non ha la visione di lungo periodo, non capisce l’importanza di tornare ad essere il primo fatturato in italia e pretende di passare in Champions in un girone con gente che fattura 100-300 milioni in più. Non capisce l’importanza fondamentale dello stadio. Non capisce che buttare via soldi per essere pronti al ritiro non vale niente. I milanisti sono diventati gli interisti dell’era moratti – livorosi e desiderosi di rivincite sotto l’ombrellone e non in campo.

Meglio continuare a credere alle favole. Credere a PIF che compra la maggioranza e investe a fondo perduto 100-200 milioni all’anno, contro le regole UEFA, che non si sa quando recupererà perché l’arabo tifa Milan. Svegliatevi, idioti, ed evolvetevi. Gli anni 90 sono finiti, il calcio è entrato in una nuova era che la serie A ha mancato perché anche per gente come voi si è trovata del tutto impreparata.

Calma. Non è un problema se non si vince l’anno prossimo. E’ un problema se non si fa lo stadio. E’ un problema se non aumenta il fatturato. E’ un problema se l’Under 23 non sforna giocatori. Per vincere ci sarà tempo, dopo e bene, senza isterismi. Solo quando la struttura sarà completata anche i più stolti capiranno. E chiederanno scusa. Per ora, purtroppo, una proprietà così, viste le reazioni, non ce la meritiamo.

Nel frattempo cominceremo nuovamente la stagione con persone – non li definisco tifosi, perché il tifoso SOSTIENE la squadra e quindi la dirigenza – che staranno lì a fare isterismi ogni volta che qualcosa andrà male e festeggeranno quando andrà male “per il bene del Milan”, che si traduce nel bene del proprio account twitter con la spunta blu, della propria live twitch o del proprio canale Youtube, ben monetizzati. Finché il Milan avrà tifosi del genere che fanno la guerra al Milan invece di farla ai rivali – difficilmente vinceremo qualcosa.

P.s. – su quest’ultimo tema mi hanno segnalato una quantità interessante di bot su twitter comparsi ad aprile 2024 e a giugno 2023 che non hanno mai twittato o han twittato di politica e hanno improvvisamente iniziato a spargere un sentiment negativo sul Milan. Sono probabilmente account fake di proprietà di qualche agenzia, mi dicono che nelle prossime settimane potremmo saperne di più

A casa il brocco Inter

Finisce agli ottavi – anche oltre le aspettative – l’europeo dell’Inter-nazionale, uno dei peggiori della storia della squadra azzurra. Un europeo dove l’Italia dopo la partita contro l’Albania, una delle squadre che ha beneficiato dell’allargamento dell’Europeo per essere qua, ha giocato essenzialmente malissimo senza mai avere un ritmo adeguato per una competizione internazionale e con il solo gol di Zaccagni segnato per miracolo che ha tolto alla Croazia un ottavo che meritava.

Poteva fare di più Spalletti? Probabilmente sì – preso d’emergenza dopo il miracolo Napoli in una annata anomala è tornato l’allenatore che se non aveva mai vinto niente un motivo c’era. Troppa confusione nei convocati, troppi cambi di modulo e una formazione mai trovata. Una lista di convocati dove come sempre mancano i giocatori di una squadra e si esagera nel portare quelli delle squadre amiche. Qualcuno dovrebbe spiegare perché è stato lasciato a casa un ottimo Gabbia o anche il semplice Calabria in grado di annullare Mbappé in Milan-PSG. E’ stato saltato più volte Di Lorenzo in una singola partita (chiunque ha giocato contro di lui ha fatto bella figura) che Calabria in tutta la Champions.

Poi c’è lo schifo che ha circondato questo europeo con un dirigente di un club che si è visto sempre e comunque fianco a fianco del presidente federale. Se i tifosi non si facessero portare a spazio dai giornalisti questa sarebbe l’ora di farsi due domande su perché Barella, Di Marco, Darmian e compagnia (e attenzione, vale anche per Calhanoglu) senza l’immunità da cartellino giallo e sul fallo tattico sono altri giocatori e pensare allo schifo visto lo scorso anno tra campo e Lissone – si è salvato Acerbi con un infortunio diplomatico per non portare alla luce di fronte alla UEFA quel razzismo velocemente insabbiato e che gli ha permesso di segnare nel derby scudetto, vantato come motivo d’orgoglio.

Non pagherà Spalletti – che ha un contratto lungo, non pagherà nemmeno Gravina che è parte di un sistema che si protegge a vicenda affinché nulla cambi come il gattopardo. D’altronde nel caso COVISOC è bastata una telefonata per fare intervenire UEFA e FIFA (i cui presidenti sono spesso vicino a Marotta e Gravina quando gioca l’Inter). Domani si ripartirà gridando ai troppi stranieri e ai bambini che non giocano a pallone – eppure il marcio è lì, sotto gli occhi di tutti. E’ necessario prima di tutto tornare ad avere una federazione indipendente da giochi di potere sportivi ed un campo che restituisca risultati veritieri per tutti invece di avere la squadra del potere sistematicamente favorita con la complicità dei media che ci raccontano che tutto va bene.

Ora attendiamo che il 4 luglio venga sorteggiato – pardon, comunicato (non si parla, in effetti, mai di sorteggio) il calendario della prossima stagione e potremo tornare finalmente a credere che Darmian, Barella, Calhanoglu, Di Marco, Acerbi, Dumfries e Bastoni siano dei top player che tutto il mondo ci invidia. Almeno fino al prossimo mondiale. Che finisca il calcio e ricominci il wrestling.

Che cosa ha detto Ibrahimovic

Ieri è andata in scena una conferenza stampa abbastanza importante in cui è stato fatto quello che veniva a gran voce chiesto – la proprietà, tramite Ibrahimovic – ci ha messo la faccia per rispondere in un periodo in cui il Milan è bersagliato di notizie tra cui false e tendenziose ricostruzioni per indurre i tifosi a mettersi contro una proprietà che sta facendo crescere questo club più di ogni altra squadra in Italia. Andiamo quindi a rivedere i punti salienti

Ci sono stati molti punti in cui Ibrahimovic ha attaccato più o meno velatamente la gestione Maldini tra le righe. Si è partiti con “Chi entra in Milan deve avere la stessa ambizione di vincere e fare la storia, e chi dentro al Milan non ha queste ambizioni non avrà spazio“, un chiaro riferimento a chi è stato silurato dopo aver parlato di “stagione da 8“. Una frecciata che è poi tornata quando si è parlato di organico a disposizione con “Quando abbiamo vinto l’ultimo scudetto non eravamo neanche top 4” riferito al quinto posto al termine della stagione 22/23. La frecciata è diventata poi evidente con “Tanti ex giocatori quando entrano in società, portano questo ego perchè hanno vinto e sono stati grandi giocatori.” e nel momento in cui ha parlato di dover essere più cattivo con gli amici (mentre Maldini li aveva piazzati ovunque). Non so cosa sia successo tra Ibrahimovic e Maldini ma dalla conferenza di ieri emerge sicuramente una diversa idea gestionale tra i due e la valutazione della rosa al termine della stagione 22/23 come una rosa a cui mancavano le basi.

Parlando di organico i motivi per cui il Milan ha scelto Fonseca sono stati chiari: il Milan cerca un allenatore e non un manager (Conte), quindi non qualcuno che faccia casini con le gerarchie societarie ma che si limiti a parlare di campo e di tattica. Il motivo per cui hanno scelto Fonseca (o meglio, come ha detto Ibra, è uscito), è stato palesemente per provare a continuare a giocare il tipo di calcio che il Milan ha giocato negli ultimi anni ma provando a mettere una pezza sulla fase difensiva, tallone d’Achille dell’annata 23-24. Il Milan non ha oggi i mezzi economici per provare a vincere il prossimo anno se deve cambiare 11 giocatori per un nuovo allenatore e partire da un modulo consolidato dovrebbe aiutare nella fase di ambientamento della squadra.

Si è affrontato brevemente il tema dei rinnovi su cui praticamente c’è una non notizia: il Milan non ha intenzione di cedere Theo e Maignan ed in primis perché grazie al lavoro che sta facendo nel progetto non ha bisogno di farlo per fare mercato anche se questo i tifosi faticano a capirlo. Come però è anche normale che sia il Milan non ha intenzione di tenere giocatori scontenti – per cui qualora volessero essere ceduti sarà accontentata la loro – e sottolineo loro – scelta a condizione, ovviamente, di una offerta adeguata. Ha di fatto messo nero su bianco quello che i tifosi faticano a capire – ovvero che ogni euro di positivo viene immesso sulla prima squadra e che grazie a questo lavoro noi possiamo fare mercato senza dover vendere per comprare.

L’ultima parte dei dialoghi ha invece affrontato il rapporto tra il Milan e i giornalisti e come questo si ripercuote sui tifosi. Ibrahimovic ha praticamente smentito e ridicolizzato tutta la narrazione giornalistica sul Milan in presenza di alcuni dei cazzari stessi tra il pubblico. Ha rassicurato i tifosi dicendo che se la società non parla non è che non lavora – anzi – dicendo che loro non sono un podcast o un talk show. Ha messo di nuovo in ridicolo i giornalisti dicendo che loro scrivono articoli per mettere pressione su dettatura di procuratori per raccomandare i loro clienti. Li ha ridicolizzati ancora quando ha detto che lui legge che i profili di altri sono top mondo poi quando sono da noi non lo sono più. Ovviamente questa cosa ce la faranno pagare cara nei prossimi giorni ma spero che almeno i tifosi abbiano capito.

In mezzo a questo ci sono state più rassicurazioni sulle ambizioni individuali e della società – Ibrahimovic ci ha messo la faccia dicendo più volte che lui vuole vincere altrimenti non avrebbe accettato l’incarico. Ha però altresì detto una cosa molto importante quando gli han chiesto della seconda stella dell’Inter: un perdente guarda altre squadre, il Milan guarda se stesso. Questo, purtroppo, nell’ultimo anno è stato uno dei problemi e vedere il livello dei tifosi abbassarsi a quelli di là che creano occasioni speciali per sentirsi importanti sulle coincidenze temporali è stato abbastanza brutto per il Milan. E la cosa più importante è stata chiarire che il Milan lavorerà col suo progetto – il Milan non è il ludopatico che siccome ha perso alle slot butta il doppio del capitale per provare a pareggiare col tiro successivo. Di solito finisce male.

Spero che dalle parole di ieri i tifosi abbiano capito il tipo di progetto della società. Un progetto a lungo termine – basato e sostenuto dall’aumento continuo del fatturato. Un progetto che guarda a e stesso e non ad altri, per cui non vincere subito non è una tragedia perché quando si vince non basta vincere e sparire ma bisogna fare la storia. Ora la palla passa ai tifosi sperando che capiscano e sostengano.

Un anno senza Ibiza

Ricorre oggi il primo anniversario di uno dei giorni più belli della storia del Milan – un giorno in cui il Milan ha dimostrato di avere palle enormi e di averle sbattute sulla scrivania provando a guardare avanti e portare in serie A, nonostante la totale mancanza di visione a lungo termine e la totale mancanza di cultura sportiva dei tifosi (soprattutto i propri) un progetto a lungo termine che non consiste nell’indebitarsi per vincere nell’immediato per poi smantellare e ricominciare tre anni dopo, ma – semmai – provare a fare quello che ha fatto la Juventus quando ha vinto per nove anni di fila.

Il Milan un fanno fa cacciò giustamente Paolo Maldini che dopo aver fatto saltare un mercato estivo post scudetto pretendendo – e ottenendo – pieni poteri, causando così le dimissioni di Ivan Gazidis che si opponeva a darglieli – fece passare la squadra dal primo al quinto posto parlando, addirittura, di stagione da 8. Il Milan fece una scelta di campo forte, fortissima – nonostante le conseguenze. Una scelta di campo che ha pagato perché anche se non si è vinto il Milan è stato in grado di giocarsela alla pari con due semifinaliste di Champions ed è arrivato secondo con un mese d’anticipo avendo – dopo Milan-Lecce – addirittura il suo record storico di punti in Serie A dopo tale giornata nel campionato a 20 squadre.

Da quel momento però è stata guerra. E’ stata guerra perché innanzitutto una parte della tifoseria non tifava Milan ma tifava Maldini – ed è l’esatto motivo per cui Maldini non sarebbe mai dovuto entrare nel Milan e perché penso la corrente gestione è stata brava a liberarsene in ottica prossimo proprietario. E’ stata guerra anche mediatica perché il Milan è andato in lega a toccare certi equilibri proponendo Disney o Amazon. Il calcio italiano è un intreccio politico tra dirigenti federali e stampa.

RedBird sta provando a cambiare il sistema calcio in italia. La risposta sono state petizioni, strumentalizzazioni senza senso e curve che passano da esaltare Mirabelli a dire che non c’è stagione positiva senza vittorie. Tifosi che riversano bile su twitter perché la gente osa andare a divertirsi a Milan – Salernitana. Questo clima è generato dal fatto che per via della guerra in corso sul Milan non esiste mezza notizia positiva: ogni dichiarazione dei dirigenti viene decontestualizzata, ogni giocatore è scarso o non convince, i dirigenti si odiano anche se vengono ripresi ridere fianco a fianco in tribuna.

Se paragonate la narrazione riservata al Milan con quella riservata ad altri club del campionato vi renderete conto, immediatamente, della disparità di trattamento.

Andiamo invece a vedere i fatti. I fatti dicono che il Milan è uscito in un girone di Champions con due semifinaliste – una l’ha addirittura battuta mentre l’altra ha pareggiato a casa sua dominando. I fatti dicono che non hai fatto un campionato soddisfacente solo perché la prima ha fatto 95 punti. Il primo fattore sarà parzialmente rimosso dal nuovo criterio per i sorteggi della Champions – il secondo dipenderà anche da noi.

I fatti sul mercato ‘senza ambizione’ dicono che oggi i club scelgono gli allenatori in base ai dati. Lo ha fatto il Bayern, lo ha fatto il Barcellona, lo ha fatto il Liverpool e lo fa anche il Milan. E i dati di Fonseca sono quello che serve al Milan in questo momento. Non scalda la piazza? Forse. Non bisogna scaldare la piazza, bisogna vincere. Vi invito a riflettere perché ormai da un anno intorno al Milan girano solamente notizie negative (stadio, camarda, squadra under 23 ma anche Leao che non rinnovava) poi smentite dai fatti.

Per chi invece è affetto dalla terribile malattia nota come vedovam maldinitis che pretende che i dirigenti svelinino tutto alla stampa per sentirsi realizzato o che il mercato sia fatto e finito ad inizio giugno penso, invece, che ci sia poco o niente da fare. Il bombardamento da fuoco amico che il Milan sta subendo, anche da testate a cui manca il garante svelinatore, è vergognoso ed ingiustificabile.

Non c’è mezzo fatto per essere negativi su una squadra che sta crescendo più velocemente di tutti in Italia a livello di fatturato (e questo si tradurrà in vittorie), sta sfornando talenti da uno dei migliori settori giovanili d’Europa (come si è visto con l’Under 17 ieri, trascinata da 4 milanisti) non riempiendo le primavere di giocatori di colore che ti permettono di vincere subito perché fisicamente più avanti ma poi non hanno mezza carriera in favore di giocatori che serviranno al club dopo. Una squadra che a breve inizierà i lavori per lo stadio nonostante l’opposizione di mezza italia nimby.

Ai tifosi che vogliono la vittoria facile subito invito a non pensare dove sarà il Milan l’anno prossimo ma – se tutto va bene – a pensare dove saremo noi e dove saranno gli altri tra i 5 anni. Resistere, che poi ci divertiamo. E buon anniversario della liberazione.

Il primo problema del Milan: i tifosi

Questo editoriale sarà uno sfogatoio. Uno sfogatoio contro la peggiore tifoseria della serie A, i nuovi piangina per un secondo posto, quelli che per anni hanno urlato “non vogliamo soldi, vogliamo un progetto”. Quelli che godono nel prendere ed ampliare ogni notizia negativa per i like e la crescita del proprio account. I tifosi del Milan hanno deciso ad oggi, primo giugno, che la prossima stagione farà schifo e arriveremo sesti. In realtà lo avevano già deciso la scorsa estate dopo il licenziamento di Maldini e l’addio di Tonali, ma gli è andata male, allora hanno cominciato a ruttare sul “fuori da tutto a novembre”, fa niente se il girone della Champions era il più difficile e i primi non erano comunque raggiungibili.

I tifosi del Milan che la scorsa estate avevano deciso che la società era colpevole di non aver cacciato Pioli, andava bene “chinuque”, quando arriva “chinuque” come Fonseca (se arriverà) dicono che è una merda. Sulla base di: un fallimento pregresso. Come se Ancelotti fosse stato contestato all’arrivo del Milan per aver fallito alla Juve. Il tutto sulla base di non prendere Thiago Motta, un allenatore che non ha mai allenato per 3 volte a settimana. Chi chiede Klopp, Guardiola o gente che non verrà in serie A può invece fare direttamente richiesta per la 104 in quanto totalmente scollegato dalla realtà.

Il problema della società – o meglio delle società Milan è non aver mai fatto i conti con la storia, non aver mai fatto i conti coi secessionisti dalla cessione di Shevchenko, anno che fece crollare gli abbonamenti da 50mila a 37mila, mai più tornati tali nemmeno dopo la vittoria della Champions League prima del colpo Kakà che li portò a 29mila. Sono i tifosi che non c’è ambizione se non si fa quello che dicono loro, sono i tifosi che parlano di intascarsi soldi e di mazzette se non si spende e non si fanno debiti, tifosi rimasti ad un modello gestionale anni 1990 non più possibile oggi.

Il tifoso deve tifare. Il tifoso dell’Inter tifa. Il tifoso della Juve tifa. Il tifoso del Milan decide di tifare solo quando le cose vanno bene, di amplificare le cose negative, di ignorare quelle positive. E’ una roba che ci portiamo dentro da anni e ripeto, su cui nessuno ha fatto qualcosa tranne Fassone a cui purtroppo serviva per oscurare il fallimento societario. Che però si decide che tutto andrà male se non arriva l’allenatore che dicono loro, se non fanno gli acquisti che dicono loro è una roba vergognosa che succede solo qua.

Il Milan non prenderà Conte? Vuol dire non avere ambizione quindi tutto fa schifo. Fa niente se per prenderlo devi vendere i tuoi due migliori giocatori per riempirti di mediani difensivi che picchiano e lanciano su Lukaku. Il tifoso ha già deciso che arriveremo dietro il Napoli perché dopo aver trattato Conte abbiamo deciso di non chiuderlo (e lui è subito scappato all’unica alternativa libera). Il tifoso ha già deciso che cederemo Theo Hernandez e che se lo cederemo comunque la squadra non sarà più forte di quella prima nonostante i fatti della scorsa estate. Ha già deciso che siccome il Milan non comunica non sta programmando. Ha già deciso che stiamo improvvisando e sta leccando il deretano delle altre, come fa sempre ogni estate.

Il processo alle intenzioni non è tollerabile. Non è tollerabile soprattutto contro chi sta facendo un lavoro che andava fatto, chi sta aumentando di anno in anno il fatturato unico modo legale per crescere, contro chi sta facendo lo stadio, altro unico ed importante modo legale per crescere. E’ ora che la società Milan non commetta lo stesso errore che fece Adriano Galliani e inizi a prendere in considerazione e reprimere utilizzando tutta la sua potenza legale le fonti di malcontento che di fatto stanno incitando a non spendere soldi nella società in cambio di visualizzazioni per se stessi. Ovvero togliendo potenziali introiti al Milan in cambio di qualche soldo in più per loro dalle pubblicità.

E’ il momento di prendere ed emarginare questi secessionisti, questi avvelenatori di pozzi che si gasano ogni volta che veniamo messi dal quarto al sesto posto da chi ci mette sempre e a prescindere lì, pure nel 2020. E’ il momento di portare nella tifoseria quella cultura sportiva di supporto a prescindere che manca. Spero che la società riesca a riempire lo stadio con qualche fan in più e qualche tifoso in meno il prossimo anno – vorrà dire che la smetteremo, finalmente, di essere ostaggi di dinosauri incontentabili che ricattano con contestazioni una dietro l’altra e finalmente potremo fare quello step di crescita non solo a livello di fatturato ma anche a livello mentale.

Ad oggi, purtroppo, il primo ed il più grande problema del milan restano i suoi tifosi.

Perché Fonseca non rappresenta la mediocrità

L’ingaggio di Paulo Fonseca come nuovo allenatore del Milan a 2,5 milioni di euro all’anno ha suscitato varie reazioni. Alcuni potrebbero interpretare questa cifra come un segnale di un progetto poco ambizioso, ma una valutazione più attenta del lavoro di Fonseca, soprattutto durante la sua ultima stagione al Lille, può offrire una prospettiva diversa.

Nella stagione 2023/24, Paulo Fonseca ha guidato il Lille a un solido quarto posto in Ligue 1, garantendosi un posto nei preliminari di Champions League. Questo risultato è notevole considerando le sfide affrontate dal club, inclusa la perdita di alcuni giocatori chiave. Sotto la sua guida, il Lille ha segnato 52 gol e ne ha subiti solo 34 in 38 partite, solo Nizza (29) e PSG (33) hanno fatto meglio.?

Nonostante l’attitudine alla fase difensiva il Lille ha mantenuto un xG (Expected Goals) medio di circa 1.5 per partita, dimostrando una costante capacità di creare occasioni da gol di qualità. Sul fronte difensivo, l’xGA (Expected Goals Against) del Lille era di 1.1 per partita, evidenziando una difesa solida e ben organizzata che limitava le opportunità degli avversari??.

Confrontando questi dati con la stagione del Milan sotto Stefano Pioli, emergono chiaramente alcuni problemi difensivi. Il Milan ha subito 49 gol in 38 partite di Serie A nella stagione 2023/24, con una media di 1,27 gol concessi per partita?. Questa vulnerabilità difensiva ha spesso compromesso le prestazioni della squadra, nonostante un attacco efficace. Inoltre, il Milan ha avuto difficoltà a mantenere la concentrazione nelle fasi finali delle partite, perdendo punti cruciali nei minuti finali.

Fonseca non solo ha dimostrato di poter gestire una difesa solida, ma ha anche introdotto innovazioni tattiche che hanno migliorato la qualità del gioco del Lille. La sua capacità di adattare il sistema di gioco alle caratteristiche dei giocatori a disposizione potrebbe risolvere molti dei problemi difensivi che il Milan ha affrontato di recente.

Il suo approccio equilibrato e basato sui dati avanzati potrebbe portare un cambiamento necessario al Milan. Fonseca ha dimostrato di essere un allenatore che non solo conosce il gioco offensivo, ma che sa anche come strutturare una difesa solida senza sacrificare la capacità di segnare. La sua filosofia di gioco propositivo, con un pressing alto e un controllo rigoroso del centrocampo, potrebbe essere la chiave per dominare il gioco contro avversari più deboli e per essere più competitivi nelle partite cruciali.

L’arrivo di Paulo Fonseca al Milan non rappresenta un passo verso la mediocrità, ma piuttosto un’opportunità per il club di migliorare sia in termini di gioco che di risultati. Con la sua esperienza e le sue innovazioni tattiche, Fonseca ha tutte le carte in regola per riportare il Milan ai vertici del calcio italiano ed europeo. Il Milan ha bisogno di un allenatore che sappia risolvere i problemi difensivi e che possa implementare un gioco moderno ed efficace. Paulo Fonseca potrebbe essere la figura giusta per portare il club verso nuovi successi.

2023-24: le pagelle di fine stagione

E’ il momento della fine della stagione sportiva 2023/24, stagione che ha riportato il Milan in Champions League sul campo dopo il fallimento del quinto posto della scorsa stagione. Ha riportato il Milan a battere una big europea, semifinalista di Champions, come il PSG dopo il fallimento dei 5 gol presi dal Chelsea e i 3 dall’Inter nella scorsa stagione e ha migliorato il risultato della Coppa Italia – in conclusione, ha anche riportato il Milan a giocare la Supercoppa Italiana. Andiamo quindi subito con le pagelle prima di essere risucchiati nel rush del nuovo allenatore e del mercato.

Portieri

Maignan: 5. Avevo detto nella prima parte che si stava riprendendo rispetto alla scorsa stagione ma nel girone di ritorno è stato un disastro. I gol presi con occhiata laser della palla che si insaccava sono tornati, così come le mancate coperture del suo palo. Non da niente in più rispetto a Sportiello – se c’è il pollo che ce lo paga bene il sacrificato potrebbe essere lui.

Sportiello: 7. Non ha dato niente meno di Maignan quando ha giocato. Per me se non investiamo (e Di Gregorio pare ce lo ha fregato la Juve) tanto vale fargli fare il primo.

Mirante: 6,5. Male ieri sul secondo gol della Salernitana.

Nava: s.v. Entra giusto per prendere un gol anche lui – che non si nega a nessuno.

Difensori

Tomori: 4. Basta, non sa difendere. Prima giocavamo a 40 metri perché non sa difendere basso, ora non sa nemmeno più tornare a correre nello spazio che era la sua forza. Da vendere questa estate perché il suo valore la prossima estate sarà zero.

Thiaw: 3. Dicono lo voglia il Real Madrid. Non si sa per fare cosa visto che un birillo in campo farebbe lo stesso effetto.

Kalulu: 4,5. Non ho visto niente nella seconda parte di stagione visto l’infortunio per cui confermo il voto della prima parte.

Gabbia: 6. Si salva dalla sufficienza perché ha fatto bene appena rientrato, poi appena inizia a giocare con continuità ricade nel vortice del Piolismo.

Kjaer: 5. Semplicemente il meno indecente – poi ad una certa si rompe il cazzo e torna a fare il falso invalido per prepararsi alle gare della sua nazionale. A mai più.

Caldara: 2. Gli fan giocare 30 minuti in cui si capisce che di fatto non ha mai giocato perché non giocherebbe nemmeno nella salernitana.

Theo: 7,5. L’unico punto positivo là dietro – infatti uno dei pochi che ha mercato. E l’unico ad essere finito in tribuna per motivi disciplinari più volte.

Calabria: 5,5. Perde un voto per una seconda parte disastrosa anche se è più colpa di chi lo ha fatto giocare interno di centrocampo. Meritato il gol di ieri.

Terracciano: 2. Mai vista una sega del genere.

Florenzi: 6. Dà qualcosa in più di Calabria in questa seconda parte di stagione giocando nel ruolo non suo di centrocampista.

Centrocampisti

Bennacer: 4. Nella metà di stagione in cui dopo aver giocato la coppa dei beduini si è finalmente dedicato al Milan. Con risultati pessimi.

Loftus-Cheek: 7. Confermo il voto della prima parte anche visti i numerosi gol nella seconda parte di stagione. Detto che però, secondo me, ci limita e serve altro in quel ruolo.

Rejinders: 8. Perme questa estate sarà cercato da squadre molto forti. Gli manca l’inserimento e il tiro poi diventa un giocatore totale.

Musah: 4,5. Mi ero illuso nella prima parte, ma nella seconda, ragazzi, questo ha dimostrato di essere veramente scarso.

Pobega: 6. Visto poco nella seconda parte per infortunio, mezzo voto in meno rispetto a novembre.

Adli: 3. Anche ieri con la Salernitana ha dimostrato di non essere giocatore da Serie A. Può fare tutti i passaggi che vuole ma non è capace di fare mezza interdizione o copertura difensiva. Giocatore imbarazzante che va a chiedere rinforzi quando dovrebbe essere lui il primo a levare le tende.

Attaccanti

Leao: 5. Dov’era nel derby? Dov’era con la Roma? Dov’era in ogni partita che contava? A statspaddare poi il gol del 3-0 o del 2-0 contro le piccole. Per me un giocatore con la testa prima al fuori campo poi al campo non può giocare nel Milan e infatti il Milan sono tre anni che sta provando a venderlo ogni estate ma alle cifre richieste non ci sono offerte.

Pulisic: 9. Il migliore acquisto estivo. Non del Milan, della serie A. Non si vedeva un giocatore avere questo impatto dai tempi di Kakà al Milan a livello di gol/assist. Per il 10? Occorre farsi vedere un po’ di più nei big match

Chukwueze: 6,5. Nella seconda parte ha dimostrato che non era quella sega descritta da chi voleva delegittimare il mercato del Milan.

Okafor: 7. Confermo il voto della prima parte. Grazie per il gol a Roma contro la Lazio.

Jovic: 6. Seconda metà non all’altezza della prima, mezzo voto in meno.

Giroud: 6. Sostanzialmente se vedi i numeri g/a ti chiedi perché il Milan non sia primo. Poi se vedi le partite ti rendi conto che giocare con Giroud nei big match è come giocare in 10 uomini, 9 con Leao. Per cui grazie di tutto ma era ora di levarsi dalle balle. Ora vediamo come sarà sostituito – le punte hanno il brutto vizio di costare.

Società ed ex

Pioli: 1. FUORI DAI COGLIONI. Ieri è stato il giorno più bello del mondo da due anni a questa parte. E’ finita la pacchia del 5-0-5, è finita la pacchia di uno massimo due allenamenti a settimana e tre giorni liberi. E’ finita. Ora finalmente avremo un tecnico che saprà valorizzare l’organico a disposizione.

Furlani: 8. QUESTA NON E’ IBIZA. La stagione 23/24 è stata meglio della 22/23. Il risultato finale è stato superiore alla 22/23. Ha avuto ragione lui e lo ha fatto rinforzando la squadra in maniera importante, con le palle di prendere una decisione impopolare che ti avrebbe messo tutti contro. Ora lo sta rifacendo. Se miglioriamo ancora in questo modo prendete ago e filo che servirà il prossimo maggio.

Maolo Pandini: 2. Per favore guardate la sua intervista sul sito della Lega Serie A altrimenti porta il Milan all’AIA per violazione di diritti umani. Mai visto un ex rosicone in questo modo – nemmeno Ambrosini. 6 giugno, godo ancora. P.s. tutti gli obiettivi di mercato che voleva portare sono floppati.

La vulva sud: 1. A quanto pare quelli che esaltavano Fassone e Mirabelli dopo un sesto posto hanno deciso dopo un trofeo negli ultimi 13 anni che arrivare secondi è mediocrità. Lo hanno deciso quest’anno mentre lo scorso applaudivano la ‘stagione da otto’ della squadra – una stagione che senza Chiné ci avrebbe visto non qualificati alla Champions League. Lo hanno deciso con uno sciopero del tifo che non ha eguali per lunghezza negli ultimi 20 anni manco avessimo fatto la stagione del Napoli. Alla società liberarsi di sta roba qua e trasformare San Siro nel Bernabeu.

Milan – Salernitana 3-3: l’ultima Piolata

Finisce 3-3 una amichevole estiva che fa del Milan l’unica squadra a non essere in grado di battere l’ultima in classifica in questo campionato. Una partita che era chiusa in cassaforte sul 2-0 prima che Pioli decide di togliere Leao per dare minuti (troppi?) ad un Caldara mai visto quest’anno e ad Adli, come sempre tra i peggiori in campo. Gli ultimi due gol arrivano in una imbarazzante staffetta tra Mirante e Lapo Nava con Mirante che chiude la carriera con un gol imbarazzante sul suo palo.

La partita dice poco, c’è da parlare del contorno e della (temporanea?) fine dell’imbarazzante sciopero di una tifoseria che contesta l’essere tornati in Champions League sul campo, che espone con una totale ed imbarazzante mancanza di cultura sportiva “non esiste stagione positiva senza vittorienonostante ne sia arrivata una negli ultimi 13 anni. Lo scorso anno erano di parere diverso, senza toccare l’imbarazzante picco degli striscione dopo il sesto posto di Mirabelli e Fassone.

E’ stata una stagione positiva e non può esserlo diversamente quando centri quella Champions che lo scorso anno ha dimostrato non essere scontata (grazie Chiné) con un mese d’anticipo. E’ ingiustificato il pianto per non essere finiti dietro ad una squadra che ha fatto la stagione perfetta se non si è stati coerenti nel farlo lo scorso anno. Quello che si è capito però è che non si può vivere in un clima dove da giugno c’erano tifosi che erano pronti a spalare merda a qualsiasi cosa non positiva e lo hanno fatto per tutto l’anno.

Ora ripartiamo con un nuovo allenatore che non è Antonio Conte ma che i dati dicono essere tra i migliori emergenti per come giochiamo noi soprattutto in fase difensiva. Ripartiamo da un mercato dove saremo tra le poche a poter pagare in moneta sonante avendo un budget per gli acquisti. Qualcuno partirà? Possibile, non dipende dal Milan – se arrivano offerte alte ad una squadra di A dall’estero, il giocatore parte.

Il Milan chiude una stagione migliore di quella dell’anno scorso con una squadra che è e ha dimostrato di essere molto più forte di quella dell’anno scorso. Questa non è la mediocrità – è la realtà che qualcuno fatica ad accettare. Non si può vincere sempre, vince una su venti e manca la cultura sportiva per avere partite come quelle di stasera dove si va allo stadio e ci si diverte a prescindere.

La realtà è che sull’allenatore decide il Milan e non i tifosi assumendosi tutte le responsabilità del caso perché – come diceva il più grande di tutti – il tifoso non fa mercato. Quello che non può e non essere accettabile è iniziare, nuovamente, una stagione con gente in trincea che spera di fallire perché non è tifosa del Milan ma del suo pensiero. E’ inutile pensare di crescere come organico, come squadra e come uomini affrontando stagioni del genere con una attitudine vergognosa.

Non so come sarà la squadra del prossimo anno, però so i fatti. I fatti dicono che al primo vero anno di operatività Redbird ha migliorato la squadra. I fatti dicono che ha migliorato il risultato della scorsa stagione. I fatti dicono che è l’unica squadra che investe sul mercato e compra giocatori veri, non parametri zero all’ultima spiaggia. Questi sono i fatti. Per anni si era detto che non si volevano soldi ma si voleva un progetto – ora abbiate le palle di essere coerenti e supportare il progetto. I frutti non li vedremo forse immediatamente – ma se il fatturato aumenta a colpi di 50 milioni l’anno, alla fine li vedremo.

MILAN-SALERNITANA 3-3

Marcatori: 22’ Leao, 27’ Giroud, 64’ e 89’ Simy, 77’ Calabria, 87’ Sambia.

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-2-3-1): Mirante (dal 88’ Nava); Calabria, Gabbia (dal 59’ Caldara), Tomori (dal 88’ Kjaer), Hernández; Florenzi, Reijnders; Pulisic, Bennacer, Leão (dal 59’ Adli); Giroud (dal 84’ Jovic). A disp.: Sportiello, Kalulu, Terracciano, Thiaw, Loftus-Cheek, Musah, Pobega, Okafor. All.: Pioli.

SALERNITANA (3-4-2-1): Fiorillo; Pierozzi, Pasarid?s, Gyömbér (dal 75’ Pellegrino); Sambia, Coulibaly, Maggiore (dal 82’ Sfait), Zanoli (dal 82’ Legowski); Candreva (dal 60’ Vignato), Kastanos (dal 60’ Simy); Tchaouna. A disp.: Costil, Salvati; Ferrari, Guccione; Di Vico; Boncori, Fusco. All.: Colantuono.

Arbitro: Di Marco di Ciampino.

Ammoniti: 51’ Pierozzi.

Recupero: 1′ 1T, 5’ 2T.

Torino – Milan 3-1: ancora una alla liberazione

Lo scorso anno dopo una brutta trasferta a Torino arrivò un bel triennale a 4,5 milioni di euro l’anno, ora arriverà un bel comunicato di esonero a fine stagione. Da Torino a Torino il cerchio si chiude per un Milan di Pioli che conquistato il secondo posto è andato in campo come se fosse una amichevole con giocatori reduci da tre bei giorni liberi dopo cagliari. Della partita onestamente c’è poco da dire se non che in questo mercato occorre seriamente rifare la difesa perché Thiaw e Tomori sono semplicemente due difensori scarsi che si trovano in un calcio che li mette in difficoltà ma hanno lacune individuali evidenti – non c’è sistema che giustifica la non marcatura di Thiaw che si fa anticipare da Zapata sul primo gol.

Per il resto che c’è da dire? Leao ha fatto una azione ed è sparito, Giroud ogni volta che entra è come giocare uno in meno, Jovic è tornato a fare schifo. Abbiamo vinto una sola partita dopo Milan – Lecce ed è stata quella col Cagliari, parliamo ormai di quasi un mese e mezzo. La squadra è mentalmente morta e non gliene frega più nulla di dare qualcosa per questo allenatore, probabilmente sono usciti anche scazzi pesanti, vedasi il caso Theo Hernandez che posta un selfie in allenamento dopo che Pioli lo ha dato malato e oggi finisce in tribuna.

Il Milan stasera in compenso passa a 46 gol subiti su 37 partite – io continuo a leggere nomi in giro come De Zerbi, dio ce ne scampi da quel sopravvalutato pompato dai media. Il prossimo allenatore del Milan deve essere qualcuno che pensi prima a non subire gol, poi a farlo. Ribadisco che il merito del secondo posto e della qualificazione Champions con un mese d’anticipo è merito esclusivo della proprietà e della campagna acquisti.

La chiudo qua dicendovi che la prossima settimana continueranno a sparare nomi su nomi per la panchina. Per favore, evitate di cadere nel gioco delle parti e aspettate che si giochi anche Milan – Salernitana. Solo poi sapremo, veramente, chi sarà l’allenatore del Milan nella stagione 24/25, sperando sia un allenatore che nobiliti l’organico.

TORINO-MILAN 3-1

MARCATORI: 26’ Zapata, 40’ Ilic, 46’ Rodriguez, 55’ Bennacer (r)

LE FORMAZIONI
TORINO (3-4-1-2): Milinkovi?-Savi?; Tameze, Buongiorno (dal 80’ Lovato), Masina; Bellanova (dal 74’ Lazaro), Linetty, Ili?, Rodríguez (dal 61’ Vojvoda); Ricci; Pellegri (dal 74’ Sanabria), Zapata. A disp.: Gemello, Popa; Dellavalle, Djidji, Savva, Sazonov; Ciammaglichella, Silva Pertinhes; Kabi?, Okereke. All.: Juri?.

MILAN (4-3-3): Sportiello; Kalulu, Thiaw, Tomori, Terracciano (dal 65’ Florenzi); Reijnders, Bennacer (dal 78’ pobega), Musah (dal 78’ Giroud); Pulisic, Jovi?, Okafor (dal 61’ Leao). A disp.: Maignan, Mirante; Bartesaghi, Calabria, Caldara; Adli, Zeroli. All.: Pioli.

Arbitro: Feliciani di Teramo

Ammoniti: 78’ Tomori, 90’+5 Ricci.

Recupero: 2′ 1T, 4’ 2T.

Milan – Cagliari 5-1: stavolta ha vinto il Milan

Spiace per chi dopo il 2-1 ci ha creduto ma il Milan ha vinto e si è qualificato per la Supercoppa Italia. Lo ha fatto come lo ha fatto per tutta la stagione, con fatica a sbloccare, con dormite difensive e dilagando negli spazi. Non ha falsato la lotta salvezza come è invece accaduto una settimana scorsa a Reggio Emilia. Ha coinvolto il resto dello stadio che nonostante uno sciopero inspiegabile e ridicolmente continuato per più di una partita, come mai si era visto nemmeno nelle annate in cui si è arrivato fuori dalle coppe. Non ho capito le motivazioni ma suggerirei alla società di fare uno step in più e come i grandi club cercare di rimuovere dallo stadio il tifo organizzato.

Pioli, a due partite dalla fine della sua avventura col Milan fa finalmente scelte forti salvo rimangiarsele causa infortuni, gialli e un primo tempo a poca produzione offensiva dove facciamo gol con una azione molto sporca ed il Cagliari si divora un 2v1. Il Milan vendica quindi il 20/21 dove il Cagliari già salvo si mise di mezzo tra noi e la qualificazione alla Champions League – si dice con premi a vincere di matrice bianconera sullo sfondo. Niente regali che gli sarebbero forse anche serviti e tutti a casa.

Ora parliamo con calma della contestazione. Lo striscione dicono che vogliono una società ambiziosa e vincente – sull’ambizione ho già parlato settimana scorsa. Questa società ha fatto un lavoro doveroso che nessuno aveva fatto, quello di modernizzare ed aumentare il fatturato (ora verso i 450 milioni). Ha fatto un mercato per provare a vincere, poi non si è vinto perché in campo non si gioca da soli – ma cosa volevano? 200 milioni di debiti per giocatori che non ci si poteva permettere, vinci uno scudetto e poi non vinci nient’altro per anni? E’ inspiegabile che questo succeda ora e non dopo la ‘stagione da otto’ dove hai rischiato di non andare in Champions.

Continuo a ribadire di stare tranquilli sul futuro – il prossimo allenatore, il cui nome è già deciso da mesi, sarà annunciato a fine campionato, fosse anche De Biasi o Malesani, con buona pace delle contestazioni della gente a cui mancano veline o anticipazioni. Guarderei con ottimismo al mercato perché abbiamo un margine più ampio dello scorso anno grazie ai ricavi aumentati, margine che aumenterebbe ulteriormente in caso di vendita di un big. Lo step che manca è quello di una squadra che sappia difendere bene e attaccare gli spazi chiusi che è stato il problema della stagione nei big match.

Ultimo obiettivo della stagione, quindi, sono i due punti che mancano per il secondo posto. Andiamo a farli sabato prossimo a Torino, poi si spera che per l’ultima ci sia il tifo e il giusto saluto per chi lascia.

MILAN-CAGLIARI 5-1

Marcatori: 36’ Bennacer, 59’ e 87’ Pulisic, 63’ Nandez, 74’ Reijnders, 83’ Leao

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-3-3): Sportiello; Kalulu, Gabbia (dal 46’ Tomori), Thiaw, Florenzi (dal 68’ Theo); Musah, Bennacer (dal 84’ Pobega), Reijnders; Chukwueze (dal 46’ Leao), Giroud (dal 46’ Okafor), Pulisic. A disp.: Nava, Torriani; Calabria, Caldara, Terracciano; Adli, Zeroli; Jovi?. All.: Stefano Pioli.

CAGLIARI (4-5-1): Scuffet; Zappa, Mina (dal 88’ Wieteska), Dossena (dal 76’ Azzi), Obert; Nández (dal 76’ Lapadula), Sulemana, Deiola (dal 76’ Oristanio), Prati, Luvumbo; Shomurodov (dal 82’ Kingstone). A disp.: Aresti, Radunovi?, Di Pardo, Hatzidiakos; Mancosu, Viola, Pavoletti, Petagna. All.: Claudio Ranieri.

Arbitro: Sozza di Seregno.

Ammoniti: 28’ Bennacer, 33’ Gabbia, 69’ Mina.

Recupero: 1′ 1T, 3’ 2T.

Milan – Genoa 3-3: surrealismo

Il danno di immagine avvenuto oggi a San Siro da una curva che fa finta che una stagione dove sei in Champions con un mese d’anticipo sia uguale ad una stagione dove non andavi nemmeno in Europa League, perché é lì che erano avvenute le ultime contestazioni. Non si è contestato lo scorso anno in un gennaio dove si è perso tutto, non si è contestata la “stagione da 8” con un derby perso di fronte a tutto il mondo. Si contesta quest’anno, si contesta il non aver tenuto il passo di due semifinaliste di Champions o di una Inter da 95 punti. Non ricordo un clima così tossico negli ultimi anni, evidentemente i nemici del Milan sono riusciti a penetrare gli schieramenti. Senza mezze parole chi va dietro a robe come Lopetegui è un coglione – il Milan se vuole Lopetegui lo prende senza farsi condizionare dai tifosi esattamente come avvenuto per Maldini e Tonali.

Se io oggi fossi Cardinale dichiaro che vado a rivendere la società a Yonghong Li e spero che torni Fassone. Perché è questo che i tifosi dalla memoria corta meritano oggi. Zero contestazioni a Pioli, in fondo la squadra totalmente a caso in campo la mette Furlani. Anche oggi sui gol subiti abbiamo visto tutto il repertorio di un centrocampo che non fa filtro e centrali che non sanno più difendere perché non sono più supportati. Tutte le squadre che affrontano il Milan in un certo modo vincono o fanno comunque bene. E a questo la società sta già mettendo una pezza.

Una società senza ambizione tiene Maldini e Tonali e si fa andare bene la lotta per andare in Champions. Le ambizioni di questa società sono provate dalla semi-rivoluzione estiva che sarà completata con la panchina dopo l’estate. Dire che questa società non ha ambizioni è falso. Dire che ci si accontenta della Champions è falso. Però ogni tanto bisognerebbe anche accettare che se vai in Champions con un mese d’anticipo e dalla Champions esci contro due top club che sono in semifinale forse la stagione non è la merda dipinta.

Questo tentativo di distruggere il Milan mettendo i tifosi contro la dirigenza è surreale. E’ la ripetizione del 2014-15 e si vede nuovamente che appena San Siro è campo neutro i risultati tornano ad essere quelli che sono. Occhio a dare per scontata la qualificazione Champions, il Napoli campione d’Italia dovrebbe essere un bel monito sul fatto che non lo sia.

Cosa vogliono i tifosi? Vogliono spendere ed indebitarsi per poi finire fuori dalle coppe a piangere contro la UEFA cattiva mentre qualcuno vende magliette a 20€ per tornaconto personale? Ci siamo già passati, volete tornarci? Vogliono lo stadio vuoto? Benissimo, non piangano quando però non arrivano i giocatori visto che però si può spendere solo quanto ricavano. Contestare questa stagione dopo essere stati zitti al termine della scorsa è una roba vergognosa e fuori dal mondo.

Purtroppo il problema del Milan resta sempre e comunque il tifoso che si schiera o si fa abbindolare sempre dai nemici della società invece di sostenerla e che piange come un bambino di 12 anni se non gli comprano le figurine. Vergognatevi – e basta. La Champions League voi non la meritate.

MILAN-GENOA 3-3

Marcatori: 5’ Retegui (r), 45’ Florenzi, 48’ Ekuban, 72’ Gabbia, 76’ Giroud, 87’ aut. Thiaw

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-2-3-1): Sportiello; Florenzi (dal 80’ Kalulu), Gabbia, Tomori, Theo Hernández; Bennacer (dal 80’ Adli), Reijnders; Chukwueze (dal 8’ Thiaw), Pulisic, Leão (dal 68’ Okafor), Giroud. A disp.: Nava, Torriani; Bartesaghi, Caldara, Terracciano, Pobega, Zeroli, Sia. All.: Pioli. 

GENOA (3-5-2): Martínez; Vogliacco (dal 86’ Cittadini), De Winter, Vásquez; Spence, Thorsby, Badelj (dal 74’ Strootman), Frendrup, Martin (dal 74’ Haps); Ekuban (dal 86’ Papadopoulos), Retegui. A disp.: Leali, Sommariva, Sabelli; Bohinen, Ankeye. All.: Gilardino.

Arbitro: Prontera di Bologna.

Ammoniti: 43’ Reijnders, 90’+4 Vasquez.

Recupero: 1′ 1T, 5’ 2T.

Lopetegui, il casting allenatore e il problema tifosi

Siccome penso che i tifosi del Milan meritino onestà e non populismo, ho provato tramite un giro delle mie fonti a ricostruire cosa è avvenuto nelle ultime settimane perché passi la narrazione corretta e non la narrazione che l’Inter official supplier sta provando a far passare per manipolare e aizzare i tifosi del Milan contro la dirigenza del Milan in modo da creare un clima ostile che possa far proliferare ancora di più la loro squadra del cuore. Il caso Lopetegui è emblematico perché che ci crediate o no, il Milan Lopetegui non l’ha mai cercato.

Io non so come sia finita sui giornali la vicenda Lopetegui. Considerato che è in orbita Mendes non escludo sia stata tutta una manovra per prendere qualche soldo in più dal West Ham. Lopetegui non è un nome da Ibrahimovic che ha incontrato un solo allenatore – quell’allenatore è Antonio Conte – a Montecarlo, due volte. E’ un nome che potrebbe essere uscito dal gruppo di lavoro, o meglio da quella parte che non vuole Conte? Possibile, ma non è quella parte a decidere.

Non è un mistero che il grande oppositore di Antonio Conte all’interno della dirigenza sia Moncada – e non è un caso che proprio chi ha avuto in esclusiva le imbeccate sullo scorso mercato sia stato il primo a ricevere il nome di Lopetegui. Lasciamo stare chi tira in mezzo Furlani dipinto come il mostro di Firenze quando le decisioni le prende solamente a livello di budget e non di persona. Furlani potrebbe aver paura di cadere a sua volta in caso di caduta di Moncada e anche per questo si è defilato totalmente dalla parte sportiva (e questo ha di fatto fermato Comolli).

L’allenatore del Milan lo deciderà Ibrahimovic. E Ibrahimovic non vuole Lopetegui. Ibrahimovic, come già detto, ha incontrato solamente Conte, due volte. Lo ha incontrato in un momento in cui il Milan era ancora orientato verso la conferma di Pioli – tutto è cambiato dopo le due partite contro la Roma. Di fatto non si può dire che il Milan avesse intavolato niente con Lopetegui perché ancora al momento si andava verso la conferma di Pioli, il vero casting, senza un nome, è partito in questi giorni (anche se Ibra, il nome ce l’ha).

La petizione dei tifosi ha salvato i giornalisti, non il Milan. Se il gruppo di lavoro del Milan è convinto su Lopetegui chiude Lopetegui una settimana dopo la fine del campionato, qualcuno si lamenta, poi due bei colpi, parte l’europeo e a settembre è tutto dimenticato come per Tonali (che poi alla fine si è rivelato affare più che ottimo). Se il Milan non chiude Lopetegui, come sarà, è perché non c’è mai stato niente di niente di niente. Ora però è il Milan al suo interno che deve chiedersi chi ha fatto uscire Lopetegui e perché – il Furlani che elegantemente smentisce tutto dopo Juventus-Milan non basta, serve pulizia interna considerato che metà casa Milan il giorno dopo era in duomo per la seconda stella.

Pioli verrà giustamente esonerato ma come continuo a dire io non basta. Oggi sulla Gazzetta c’è un bel listino prezzi dei giocatori dell’Inter che valuta Calhanoglu 50 milioni, Lautaro 120 milioni, Bastoni 70 milioni, Thuram 85 milioni e Barella 85 milioni, a margine di un trafiletto che parla di 250 milioni di ricavi in più di fianco ad un trafiletto che parla di Inter grande d’Europa perché gli altri allenatori dicono così, fa niente se la quarta e la quinta della Liga l’han presa a pallate e ha avuto bisogno di rubacchiare contro Benfica e Salisburgo. Poche pagine dopo il Milan vende tutti e deve confermare Pioli altrimenti rischia di fare peggio.

Pensare di cambiare solo l’allenatore non basta se poi quando ad ottobre ti trovi primo in classifica i media fanno una campagna di due settimane per mettere pressione risultando in Thiaw espulso per un fallo a 40 metri dalla porta, un rigore regalato all’Udinese, un rigore decisivo negato al Milan a Lecce e un paio di rigorini regalati al primo tuffo contro Frosinone ed Udinese che chiudono il campionato a novembre. Il tutto con tifosi che invece di incazzarsi con quanto visto – degno di Calciopoli – se la prendono con società ed allenatore.

Qualcuno dice che se prendessimo Conte il tifo si ricompatterebbe – io resto convinto che al primo -4 o -5 dall’Inter ricomincerebbero ad accusare Furlani e soci per non avergli dato una rosa all’altezza. Di là intanto trasformano gente che appena va in nazionale o lascia l’Inter torna mediocre nei prossimi top player mondiali tramite media complici. Io non so se i tifosi di Inter e Juve siano più intelligenti, ma sicuramente sostengono a prescindere le loro società e non si lasciano trascinare da mezzi di informazione nemici e amici nella loro battaglia personale.

Ricordatevi sempre che chi invita a disertare stadio o merchandising toglie soldi al Milan per metterseli nelle sue tasche. Non siamo più negli anni 90 e tutto ciò che il Milan può spendere è ciò che fattura – le proprietà non possono immettere soldi loro nel club se non per ripianare e venire poi puniti dalla UEFA. Questa proprietà sta facendo un lavoro ottimo e se andrà in porto lo stadio si scaverà un solco difficile da colmare tra noi e le altre, Juve a parte. Cercate di essere un po’ meno miopi nel giudicare e invece di valutare l’immediato di pensare dove saremo noi tra 10 anni e dove saranno gli altri.

I tifosi sono già stati a lungo un problema del Milan tanto che alla fine il Milan per crescere ha dovuto giocare con le porte chiuse. Se San Siro torna un campo neutro mancheranno i risultati, se mancheranno i risultati sarà facile far crescere il malcontento e rientrare nella spirale negativa. Qualcuno pensava che il solito gruppetto con le vittorie fosse tornato per restare ma è bastato poco per farli tornare dov’erano – proprio per questo deve essere la biglietteria Milan (disastro nel derby) a premiare più la fedeltà sia in fase abbonamenti che rivendite. Ne parlerò magari più avanti ma per crescere come squadra i tifosi non devono più essere il primo problema del Milan – oggi purtroppo lo sono ancora.

Juventus – Milan 0-0: noia e mediocrità

Il Milan pareggia allo Juventus stadium dove rimane imbattuto negli ultimi quattro anni, non consolida il secondo posto e non si qualifica ancora alla Champions League, per cui manca un punto. Pareggia una partita molto brutta dove come sempre Leao è raddoppiato, quindi non pervenuto, Pulisic è praticamente nullo nelle partite che contano e Giroud fa sponde nel deserto. Il finale dopo alcuni cambi assurdi porta addirittura la Juve a rischiare di vincerla, Sportiello a fare due-tre miracoli (con Maignan, probabilmente, l’avremmo persa) e il milan a provare a tenere il pari.

E’ stata una brutta partita di fine stagione che ci dice che non basterà cambiare l’allenatore perché questa squadra appena il livello si alza ormai sanno tutti come affrontarla – raddoppiando Leao e non concedendo spazi. Il Milan davanti non ha gioco e non ha centimetri perché sulle sponde di Giroud gli esterni non si accentrano e i centrocampisti rimangono lontani. A proposito di questi, Adli è una roba indecente per cui sono stati spesi 8 milioni per mandarlo in prestito ma tutto quello che fa è credere di essere Pirlo e perdere palloni su palloni.

Non basterà cambiare l’allenatore per migliorare uno score che comunque oggi dice 70 – ovvero la quota finale dello scorso anno. Lopetegui che è un nome tatticamente sensato non è quello che serve ad un milan dove i giocatori non sanno cosa fare, lo fanno lentamente, non tornano, non si sacrificano e prendono voli intercontinentali per andare a mangiare il kebab in marocco tra una partita e l’altra. L’allenatore del Milan deve magari essere un allenatore meno preparato di Lopetegui ma assolutamente inflessibile sul piano disciplinare che è ciò che manca a questa squadra.

Io non so quanti giocatori si salvano da questa stagione tra infortuni e un buco nero che continua ad essere costantemente presente in mezzo al campo. So che abbiamo fatto una squadra per non perdere punti con le piccole, che era il problema della scorsa stagione, ma abbiamo sicuramente perso qualcosa nei big match. Se vedete il Milan vedete una squadra che ogni volta non sa cosa fare in fase d’attacco e perde tempi di gioco in contropiede sia per la qualità delle giocate sia per distanziamento tra i reparti.

Se si vuole vincere non si può passare da rifondare totalmente, volesse questo dire sacrificare Maignan e Leao. Il gioco del Milan non può passare da un esterno monopiede che scompare ogni volta che viene raddoppiato. Sull’allenatore mi limito a dire di lasciare perdere le voci che continuano ad uscire e di aspettare le ufficialità. Fa invece ridere chi usa una foto di dirigenti che ridono per raccattare due interazioni specie se lavora in orbita Milan – il fatto che abbiamo mezzi di informazione che pensano più al proprio mulino che alla squadra è un problema.

JUVENTUS-MILAN 0-0

LE FORMAZIONI:
JUVENTUS (3-5-2): 
Szcz?sny; Gatti, Bremer, Danilo; Weah (dal 71’ McKennie), Cambiaso, Locatelli, Rabiot, Kosti? (dal 62’ Chiesa); Vlahovi? (dal 62’ Milik), Y?ld?z (dal 82’ Miretti). A disp.: Perin, Pinsoglio; Alex Sandro, Djaló, Rugani; Alcaraz, Nicolussi Caviglia, Iling-Junior, Kean. All.: Allegri.

MILAN (4-2-3-1): Sportiello; Musah (dal 82’ Bartesaghi), Gabbia, Thiaw, Florenzi; Adli (dal 62’ Bennacer), Reijnders; Pulisic (dal 82’ Chukwueze), Loftus-Cheek (dal 82’ Zeroli), Leão; Giroud (dal 71’ Okafor). A disp.: Nava, Maignan, Caldara, Simi?, Terracciano. All.: Pioli.

Arbitro: Mariani di Aprilia.

Ammoniti: 45’+1 Musah,

Recupero: 2′ 1T, 4’ 2T.

Milan – Inter 1-2: perso il miglior derby degli ultimi sei

Per prima cosa voglio cominciare rendendo grazie a Gerry Cardinale e Giorgio Furlani. Mentre nelle prossime ore sedicenti vedove vi convinceranno che con Arnautovic, Pereyra, Tonali squalificato a settembre e Maldini come DS questo non sarebbe successo io guardo alla razionalità e questa dice che siamo comunque molto meglio dell’anno scorso. Purtroppo non è bastato per vincere per quest’anno – capita quando parti da quinto con 70 punti in tutto l’anno. Poi c’è la partita di oggi che alla fine è stato l’unico derby in cui il Milan è rimasto in lotta fino alla fine per cui diventa automaticamente il miglior derby degli ultimi sei.

Pioli era riuscito a trovare qualche correttivo e infatti i primi 15 minuti meglio noi di loro. Poi arriva, esattamente come il PSG, il gol su corner che ovviamente manda a quel paese la tattica. Questo è il quarto gol preso in maniera identica questa stagione. Da lì ovviamente la partita si mette sul piano tattico dell’Inter: catenaccio e ripartenza in velocità. Dobbiamo scoprirci e non possiamo più pressare basso. Si chiude con 10 tiri a testa il primo tempo, poi nella ripresa, ovviamente sbrachiamo subito.

Errore di Tomori che si perde Thuram in velocità, poi errore di Maignan sul primo palo. 2-0 e partita chiusa. Il Milan prova un timido assalto nel finale dove trova finalmente il gol e poi sbaglia più volte il pareggio che avrebbe onestamente meritato. Esce con l’inter che diventa Cartone d’italia per la 19esima volta più asterisco in una lega che comunque era stata indirizzata da Agosto e con un paio di risse di due giocatori che finalmente trovano i coglioni di reagire anche se domani saranno ad Ibiza in vacanza.

Ai tifosi chiedo di stare calmi – era difficile vincere subito quest’anno partendo da un quinto posto. Dovremo trovare in estate altri dodici punti per poter vincere il prossimo anno. Il nome per farlo è uno solo – Antonio Conte – ma andrà anche rivisto l’organico di questa squadra. Non spetta a me dire chi deve partire e chi deve uscire – spetta a chi farà mercato sperando ottimo come l’ultimo. Non ci sarà sicuramente Stefano Pioli che saluterà a fine stagione. Ai tifosi dico di stare uniti perché il nostro futuro è roseo, a differenza di altri.

P.s. quelli con la foto di Maldini stasera mi fanno schifo, andate coi vostri simili a festeggiare in Duomo dopo essere stati umiliati da Pioli in conferenza stampa.

Da stasera comunque faccio la mia parte – è aperta una petizione per chiedere Antonio Conte sulla panchina del Milan 24/25. Obiettivo è fare un po’ di casino e contarci, come successe per Ambrosini. Fatela girare il più possibile – se esce su qualche sito l’obiettivo è centrato.

MILAN-INTER 1-2

Marcatori: 18’ Acerbi, 49’ Thuram, 80’ Tomori.

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Gabbia, Tomori, Theo Hernández; Adli (dal 69’ Chukwueze), Reijnders (dal 52’ Giroud); Musah (dal 77’ Okafor), Loftus-Cheek (dal 69’ Bennacer), Pulisic; Leão. A disp.: Nava, Sportiello; Caldara, Florenzi, Terracciano, Jovi?. All.: Pioli.

INTER (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni (dal 88’ de Vrij); Darmian (dal 84’ Dumfries), Barella (dal 77’ Frattesi), Çalhano?lu (dal 84’ Asllani), Mkhitaryan, Dimarco (dal 77’ Carlos Augusto); Thuram, Martínez. A disp.: Audero, Di Gennaro; Bisseck, Buchanan, Cuadrado, Klaassen, Sensi; Arnautovi?, Sánchez. All.: Inzaghi.

Arbitro: Colombo di Como.

Ammoniti: 22’ Barella, 32’ Lautaro, 36’ Theo, 88’ Inzaghi, 90’ Gabbia, 90’+2 Tomori.

Espulsi: 90’+4 Theo Hernandez, 90’+4 Dumfries, 90’+7.

Recupero: 1′ 1T, 5’ 2T.

Roma – Milan 2-1: stagione finita

E’ stata una partita come quella dell’andata – un episodio la sblocca per la Roma ed un milan estremamente sfortunato si infrange contro l’ennesimo bus e contropiede, rigori negati, pali, traverse e blocchi fisici in ogni modo verso i tiri della porta di Svilar. Purtroppo non abbiamo approcciato la partita nel modo giusto ma siamo anche stati penalizzati da un rimpallo sfortunato su tiro di Pellegrini seguito dalla traversa di Loftus-Cheek. Come nella semifinale dello scorso anno quando trovi un avversario di livello che fa densità nell’area ripartendo veloce emergono tutti i limiti dell’organico che non è in grado di giocare senza spazi.

Pioli lascerà. Era giusto confermarlo in estate sia per l’ingaggio sia per la mancanza di alternative di livello (si faceva, probabilmente, la fine del napoli), è giusto cacciarlo ora che queste alternative ci sono ed infatti è già fuori da mesi, ora potrà probabilmente partire la propaganda ufficiale con i tempi e con i toni giusti. Onestamente le responsabilità sulla partita di stasera sono meno dell’oceano che gli viene imputato – ma come già detto la protezione di cui godeva fino a ieri si è ritorta contro.

Dico che le responsabilità sono molto meno perché di fatto la Roma poteva partire con il solito bus e contropiede negli spazi e poi la partita è stata sbloccata da un rimpallo estremamente fortunato di Mancini a cui il Milan aveva risposto bene con una traversa di Loftus-Cheek. In mezzo un rigore negato a Giroud spinto in area. Il problema semmai sono questo tipo di partite che soffriamo terribilmente perché il copione della squadra che nega gli spazi agli esterni se la squadra è di livello tanto vale per trasformare il Milan nel Cagliari.

La Roma non ha fatto niente di miracoloso o esaltante se non appunto difendersi ordinatamente e ripartire. Quello che aveva fatto Pioli contro Tottenham e Napoli quando aveva passato il turno. Non so se è perché non siamo in grado di farlo o perché la qualità della difesa a disposizione è veramente povera, ma basta giocare all’Italiana per fermarci. Con buona pace del gioco europeo tanto propagandato e della scarsa distanza con City e Real.

Il grosso problema dell’anno prossimo secondo me sarà rifare difesa e centrocampo per il nuovo allenatore perché questo modo di giocare è fallimentare. Serve una difesa più solida, un centrocampo che sappia tenere palla ed un attacco di peso. Pioli lascerà macerie a partire dalla batteria di esterni inutili appena viene raddoppiata. Leao per me se ne può andare questa estate, è un peso nelle partite che contano – idem Giroud.

Ringraziamo invece la società perché, per fortuna, queste sei giornate che mancano non saranno un’agonia stile 20/21 per un posto Champions grazie al mercato estivo e alla pulizia dei bidoni. Questo mese e mezzo vale per raggiungere il secondo posto e poco altro – la partita di lunedì sera invece non la commento nemmeno visto che difficilmente sarà una partita di calcio in un campionato finto e a copione già scritto. Consiglio a tutti di non dargli importanza e di non fare il loro gioco.

Roma-Milan 2-1 (primo tempo 2-0, andata 1-0)

Reti: 12′ Mancini, 22′ Dybala, 85′ Gabbia
Ammoniti: ammoniti Gabbia, Adli, Jovic, Calabria, Tomori. 

Espulso: 31′ Celik.

ROMA: Svilar; Celik, Mancini, Smalling, Spinazzola; Bove (82′ Renato Sanches), Paredes, Pellegrini (82′ Angeliño); El Shaarawy, Lukaku (29′ Abraham), Dybala (42′ Llorente).
A disp.: Rui Patricio, Boer, Karsdorp, Azmoun, Aouar, Baldanzi, Zalewski, Joao Costa.
All.: De Rossi.

MILAN: Maignan; Calabria (45′ Reijnders), Gabbia, Tomori, Theo Hernandez; Musah (69′ Florenzi), Bennacer (40′ Jovic); Pulisic (69′ Okafor), Loftus-Cheek (45′ Chukwueze), Leao; Giroud.A disp.: Sportiello, Nava, Adli, Thiaw, Terracciano, Zeroli, Bartesaghi.
All.: Pioli.

Arbitro: Marciniak

Sassuolo – Milan 3-3: fuorigioco semimarottomatico

Il Milan porta a casa un punto insperato da Reggio Emilia in una partita in cui aveva segnato cinque gol regolari e che è stata arbitrata dall’inizio alla fine con il triplice obiettivo di far salvare il Sassuolo, di concedere due risultati su tre all’Inter nel derby. Ovviamente la partita ha fatto spuntare fuori (o meglio rimanere fuori) dai tombini i soliti grazie ai primi 10 minuti che testimoniano che chi vuole Florenzi titolare al posto di Calabria ha diritto alla 104 e che Kjaer è un ex giocatore. Il Milan oggi ha prodotto forse una delle fasi offensive più prolifiche della stagione, il problema è stato dietro.

Dietro c’è un reparto totalmente da rifare con Gabbia e Tomori gli unici due centrali affidabili. E’ il reparto difensivo del Milan che non funziona oggi e non ha funzionato in tutta la stagione. Non funziona per i troppi 1v1 persi e per la distanza dalla porta che permette praticamente a qualsiasi squadra di trovarsi in superiorità numerica al primo colpo di testa in avanti. Poi dopo giochiamo in pratica solo noi – oltre ai gol c’è da registrare anche tre superparate di Consigli, con noi sempre in giornata di grazia.

Pioli era partito facendo turnover, una scelta che aveva sempre pagato quest’anno tranne a Monza. Una scelta che è stata distrutta tatticamente da Ballardini con un gioco sempre più prevedibile ogni volta da attaccare come ha dimostrato De Rossi giovedì sera. Ed è questo il motivo per cui Pioli a fine stagione saluterà – decisione già presa con buona pace degli antimilanisti che la stanno usando come scusa per tifare contro quando di fatto hanno già deciso di tifare contro.

Per il resto se sarà Champions, e dovrebbe esserlo, c’è solo da ringraziare chi ha costruito questa rosa questa estate. E’ impensabile avere i punti che abbiamo vedendo come giochiamo. Poi arriverà chi deve arrivare ma questo ciclo è finito così come è finito anche quello di Kjaer e di Giroud. A me Zirzkee non entusiasma più di tanto, ma arriverà. Ora testa a giovedì prima della passerella a tavolino per la seconda squadra di milano il 22 aprile.

La stampa ha caricato un derby che vale poco solamente per loro – praticamente la dimostrazione della loro inferiorità. La certificazione del loro vivere in fruizione della prima squadra cittadina e del voler vivere per dimostrare di essere meglio di noi darà il contentino in una lega ai livelli della WWE ai tifosi dell’espanyol di Milano. Se sei davvero la prima squadra, come dici di essere, di dove vinci lo scudetto ti frega zero perché le altre semplicemente, non esistono.

SASSUOLO-MILAN 3-3

Marcatori: 4’ Pinamonti. 10’ e 53’ Laurienté, 20’ Leao, 59’ Jovic, 84’ Okafor.

LE FORMAZIONI:
SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli; Toljan (dal 9’ Tressoldi), Erli?, Ferrari, Viti; Boloca (dal 76’ Ra?i?), Obiang; Volpato (dal 46’ Defrel), Thorstvedt (dal 62’ Henrique), Laurienté (dal 76’ Ceide); Pinamonti. A disp.: Cragno, Pegolo; Doig, Kumbulla, Missori, Lipani; Bajrami, Mulattieri. All.: Ballardini.

MILAN (4-2-3-1): Sportiello; Florenzi, Kjær (dal 55’ Gabbia), Thiaw, Theo; Adli (dal 82’ Okafor), Musah (dal 55’ Giroud); Chukwueze (dal 65’ Pulisic), Loftus-Cheek (dal 55’ Reijnders), Leão; Jovi?. A disp.: Nava, Raveyre; Calabria, Terracciano, Tomori; Bennacer, Zeroli. All.: Pioli.

Arbitro: Massa di Imperia.

Ammoniti: 19’ Ferrari, 57’ Tressoldi, 69’ Thiaw, 69’ Pinamonti.

Recupero: 4’ 1T, 5’ 2T.

Milan – Roma 0-1: il solito furto in salsa UEFA

Quando avevo visto la designazione di Turpin ho già capito come andava a finire ed infatti finisce con un rigore negato e la Roma che segna un gol da calcio d’angolo che non si doveva battere visto che Lukaku è partito 4 metri in fuorigioco. Di fatto tanto basta per permettere alla Roma che era partita bene di poter fare densità dietro mettendo il bus e portare a casa l’1-0 anche grazie all’errore sottoporta di Giroud che dopo esserci costato la qualificazione Champions potrebbe costarci anche la qualificazione Europa League.

La Roma è partita copiando esattamente quello che fa Simone Inzaghi nei derby: esterno alto preventivo (El Sharaawy), seconda punta che viene incontro (Dybala) e punta fisica a fare la sponda (Lukaku), il risultato è stato che per i primi 30 minuti non ci abbiamo capito niente. Però in tutto questo la Roma ha partorito due occasioni, il salvataggio di Gabbia e il corner del gol che, paradossalmente, senza la parata strepitosa di Maignan sarebbe stato un gol annullato dal VAR.

Signori, in Europa non si possono in certe partite concedere quegli spazi, vince chi prende un gol in meno dell’avversario. La Roma ha pensato prima a non dare spazi, poi ad usare i nostri. Con il modo di giocare del Milan questo ci neutralizza e non da oggi ma da quattro anni. E questo è il principale motivo per cui Pioli va cacciato e ad allenare il Milan ci vuole qualcuno che pensi a prendere un gol in meno.

Poi c’è il rigore che è semplicemente vergognoso – è vergognoso perché quel rigore nella medesima competizione viene fischiato contro il Milan in Rennes – Milan. E’ il solito fischio di un arbitro prevenuto con noi come già si vedeva nei precedenti – è un fischio che nega al Milan un pareggio che meritava per quanto visto oggi nel secondo tempo dove di fatto la Roma non ha fatto nulla se non gestire il risultato. Ma come sempre nessuno andrà davanti alle telecamere a fare casino.

Detto questo, occorre iniziare a fare scelte drastiche in estate perché se è vero che siamo riusciti a limitare i danni nelle partite di seconda fascia, vero problema dello scorso anno, troppa gente sta iniziando a ghostare i big match. E se come ricorda Furlani (grave errore mandarlo via per Comolli) il valore economico non corrisponde al valore in campo è il caso di pensare, magari, di provare ad usare questa cosa a nostro favore. Su Leao, ad esempio, ha pienamente ragione Antonio Cassano e – sotto sotto – lo sappiamo tutti.

P.s. provo profonda tristezza per chi si dichiara Milanista e si mette nella tana quando si vince ad aspettare che si perda. Profonda tristezza.

MILAN-ROMA 0-1

Marcatori: 17’ Mancini.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Thiaw, Gabbia, Hernández; Bennacer (dal 59’ Adli), Reijnders; Pulisic (dal 78’ Chukwueze), Loftus-Cheek, Leão (dal 78’ Okafor); Giroud. A disp.: Nava, Sportiello; Bartesaghi, Florenzi, Kjær, Terracciano, Musah, Zeroli, Jovi?. All.: Pioli.

ROMA (4-3-3): Svilar; Çelik, Mancini, Smalling, Spinazzola; Cristante, Paredes (dal 89’ Bove), Pellegrini (dal 89’ Aouar); Dybala (dal 80’ Abraham), Lukaku (dal 90’+2 Llorente), El Shaarawy. A disp.: Boer, Rui Patrício; Angeliño, Karsdorp, , Sanches, Zalewski, Baldanzi, João Costa. All.: De Rossi.

Arbitro: Turpin (FRA).

Ammoniti: 17’ Pioli, 33’ Pulisic, 38’ Cristante, 63’ Adli, 73’ Loftus-Cheek.

Recupero: 3′ 1T, 4’ 2T.