Milan – Empoli 1-0: allegrismo

Il Milan batte l’Empoli e vola a 59 punti in una partita che non sarà certamente memorabile ma, con buona pace di quelli del bel gioco, sicuramente importante e superiore a quella con lo Slavia Praga. E’ una partita dove ancora una volta, senza Leao, si vede la bontà del mercato estivo perché questa partita la giocano semplicemente Okafor e Pulisic e non Rebic e Messias. Il Milan aveva vinto senza Leao contro Frosinone e Fiorentina – aveva vinto anche a Cagliari dove era fuori per turnover e vince anche oggi dove era fuori per squalifica. Questa è la grossa differenza tra questa e la scorsa stagione dove quando mancava perdevi punti contro Cremonese, Empoli e Spezia.

Il primo tempo è il classico copione con l’Empoli che mette il bus (andrebbe poi capito perché queste squadre contro l’Inter vanno tutte ad aggredire alto lasciando spazi e con noi no) e noi che proviamo a trovare spazi. Paradossalmente l’assenza di Leao ci aiuta perché salgono ad aiutare a centrocampo sia Okafor che Jovic nel trovare i triangoli, cosa che con Leao e Giroud non succede. Riusciamo quindi a trovare il gol con un bel lancio di Bennacer (la differenza tra avere lui e Adli davanti alla difesa in queste gare si vede) e poi ci limitiamo a non rischiare nulla.

Il Milan del secondo tempo è per il 99% un buon Milan che fa quello che deve fare contro una squadra del genere – addormentare la partita e non rischiare nulla. Ci sono un paio di gol mangiati (perché Rejinders non tira mai di prima?) e un solo errore che porta Destro al colpo di testa in bocca a Maignan dando all’Empoli un pari che non meritava – ma chi si lamenta di un secondo tempo noioso non coglie che è esattamente quello che bisognava fare. Il Milan in queste partite quest’anno è solido – lo scorso anno no ed è per questo che è stato giustamente fatto e azzeccato il mercato estivo. Si sono semmai persi punti con quelle sopra.

Quindi, con buona pace di chi oggi, per partito preso, fa la punta al cazzo – io dico bravi. Partita che era difficile vinta con solidità dietro e pochissimi errori. Io non sono un fan di questo modo di giocare perché al primo errore l’avversario è in porta, ma sono contento che si sia evitato il trappolone di cercare il 2-0 a tutti i costi e la difesa a 40 metri. Con buona pace di chi vuole vincere tutte le partite 4-0 o è un fallimento.

Alla Champions League matematica mancano ragionevolmente 11 punti – importante chiudere il discorso per cercare poi di capire le nostre chances in Europa League a costo di perdere qualche gara in più in campionato. Il discorso secondo posto e supercoppa che dipende anche dall’eventuale semifinale di Coppa Italia della Juventus mi tange onestamente poco. Giovedì sarà una battaglia come e peggio che a Rennes in uno stadio caldissimo, ovviamente se non vinceremo sarà fallimento per i soliti noti. Le ciminiere del 6 giugno.

MILAN-EMPOLI 1-0

Marcatori: 41’ Pulisic.

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Thiaw, Tomori (dal 63’ Kalulu), Theo; Reijnders (dal 62’ musah), Bennacer; Pulisic (dal 63’ Chukwueze), Loftus-Cheek, Okafor (dal 90’ Adli); Jovic (dal 73’ Giroud). A disp.: Sportiello, Mirante, Jimenez, Kjaer, Gabbia, Terracciano. All: Stefano Pioli.

EMPOLI (4-3-2-1): Caprile; Ismajli (dal 42’ Bereszy?ski), Walukiewicz, Luperto, Pezzella (dal 55’ Cacace); Gyasi, Fazzini (dal 55’ Kovalenko), Maleh; Cambiaghi, ?urkowski (dal 76’ Cancellieri); Niang (dal 76’ Destro). A disp.: Berisha, Perisan; Bastoni, Ebuehi, Caputo, Cerri, Shpendi. All.: Nicola.

Arbitro: Sacchi di Macerata.

Ammoniti: 24’ Fazzini, 26’ Reijnders, 53’ Pezzella, 65’ ?urkowski, 80’ Cancellieri.

Recupero: 2′ 1T, 4’ 2T.

Milan – Slavia Praga 4-2: Ma Pioli non si vergogna?

L’ennesima partita vinta per azioni individuali con una squadra ferma, totalmente incapace di muoversi senza palla in fase di possesso, che gioca a 4-5 tocchi e diventa un colabrodo in fase difensiva. Ho visto squadre perdere 4-0 giocare meglio del Milan oggi che si salva grazie al fatto che lo Slavia Praga oggi ha giocato 60 minuti in 10 contro 11 (perché prima dell’espulsione eravamo 1 a 0.1Xg per loro, in casa nostra) e ci porta ad affrontare una situazione difficilissima in casa loro tra sette giorni.

I primi 30 minuti sono uguali ai primi 30 con la Lazio – noi prendiamo palla e non sappiamo assolutamente cosa fare. Esattamente come la Lazio ci sono Gabbia e Kjaer che se la passano a centrocampo, Florenzi sale, Theo sale, Adli prova a venire incontro e Loftus-Cheek e Rejinders sono marcati tra le due linee. Dopo zero movimenti ed il pallone totalmente fermo si finisce con la palla persa dopo l’ennesimo passaggio inutile e il contropiede avversario. Succede sistematicamente così – non capisco se lo vedo solo io o cosa ma vorrei dire al coach che il lavoro che fanno Gabbia e Kjaer all’Inter lo fanno Barella e Calhanoglu coi centrali che rimangono dietro per non farsi infilare in contropiede. A noi i centrocampisti fanno schifo.

I nostri gol sono frutto del caso o sono azioni individuali. Ho visto stasera più tagli dei giocatori dello Slavia Praga che dei nostri. E’ letteralmente imbarazzante vedere come siamo messi in campo in entrambe le fasi – come nessun giocatore sappia quali siano i propri compiti (in fondo, parole dell’allenatore, lui dà 2-3 concetti e poi lascia fare). Se poi si concedono 2-3 giorni liberi coi giocatori che volano a Parigi o a mangiare al Mc Donalds suppongo che l’effetto sia questo.

Oggi ci sono stati giocatori imbarazzanti – Theo era completamente alto, fuori posizione, portava gli uomini addosso a Leao, non faceva mezzo movimento e si è perso l’uomo sul secondo gol dello Slavia. Kjaer continuava a ricevere palloni non sapendoli portare avanti ed esponendosi al pressing sistematico. Non si può non sapere cosa fare in partita quando l’avversario ti aspetta – sempre e sistematicamente. Non si può avere il lancio di 40 metri come unica soluzione e il centrocampo assolutamente fuori dalle azioni, io non ne posso più.

Ora ci aspetta tra una settimana un’altra corrida in uno stadio caldissimo tipo Rennes. Io conto le partite che ci separano da qua a fine stagione perché qua ci vuole un altro allenatore soprattutto in termini di gestione del gruppo – e se chi passa le giornate libere con la testa lontano dal campo se ne vuole andare che se ne vada fuori dai coglioni insieme al nostro allenatore. E porti i soldi.

MILAN-SLAVIA PRAGA 4-2

Marcatori: 34’ Giroud, 36’ Doud?ra, 44’ Reijnders, 45’+1 Loftus-Cheek, 65’ Schranz, 85’ Pulisic.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 46’ Calabria), Kjær, Gabbia (dal 46’ Tomori), Theo Hernández; Adli, Reijnders (dal 80’ Bennacer); Pulisic, Loftus-Cheek (dal 66’ Jovic), Leão; Giroud (dal 80’ Okafor). A disp.: Mirante, Sportiello, Kalulu, Terracciano, Thiaw, Musah; Chukwueze. All.: Pioli.

SLAVIA PRAGA (4-2-3-1): Stan?k; Vl?ek, Holeš, Zima, Diouf; Masopust (dal 87’Tomi?), Dorley; Doud?ra, Provod (dal 83’ Jure?ka), Zmrzlý [dal 83’ Bo?il (dal 87’ Wallem)]; Chytil (dal 61’ Schranz). A disp.: Mandous, Sirotnik, Kone?ný, Ogbu; Jurasék, Tijani, van Buren. All.: Trpišovský.

Arbitro: Halil Umut Meler (TUR).

Ammoniti: 2’ Florenzi, 72’ Calabria.

Espulsi: 26’ Diouf.

Recupero: 2′ 1T, 3’ 2T.

Lazio – Milan 0-1: uno spettacolo indegno

Il Milan torna a vincere fuori casa mettendo una ipoteca importante sulla lotta Champions visto lo scontro diretto tra Atalanta e Bologna in programma questo weekend e lo fa al termine di una partita dove ha legittimato il risultato nonostante un gioco al limite dell’orribile. La Lazio sceglie di lasciarci il possesso palla, ben sapendo che noi soffriamo le partite in cui teniamo palla più degli avversari semplicemente perché quando abbiamo la palla in mano non sappiamo cosa farne.

Per 20 minuti del primo tempo il Milan ha tenuto un possesso sterile in cui continuava a giochicchiare tra i centrali e la Lazio si trovava spesso a pressare tra le linee trovandosi spesso 5 vs 4 o 4 vs 3 – terribile il primo tempo di Adli e Bennacer praticamente inesistenti in fase difensiva – qualcosa ha fatto Adli in fase offensiva, nullo l’altro algerino. Ad un certo punto si è provato a mettere una pezza facendo appunto salire Bennacer ma non è cambiato molto.

Il secondo tempo lo decide la furbata di Pulisic su Pellegrini che con il compagno a terra controlla la palla invece di buttarla fuori, facendosi pressare dall’americano. Pellegrini, già ammonito, è costretto a fermare l’avversario e si fa cacciare. Pellegrini che doveva essere fuori qualche minuto prima per un fallo su Pulisic identico a quello di Thiaw su Kean. Da lì la partita diventa nervosissima, c’è una gomitata di Hysaj su Giroud non punita, c’è un Milan che prende campo con i cambi, soprattutto sostituendo proprio i due peggiori in campo ed un gol annullato per mezzo centimetro dopo un replay tardivo.

Alla fine il gol, che meritiamo, lo troviamo con Okafor (5 gol in campionato, ma l’official supplier Inter lo ha già messo in vendita) che risulta decisivo come ad Udine – da lì è corrida. La Lazio rimane in 9 e poi in 8, Theo, Gabbia, Pulisic e Leao sono costretti al giallo per fallo tattico, Loftus-Cheek per poco non serve l’1-1 di Immobile. Alla fine questa vittoria assomiglia alle altre partite – una squadra fortissima ma male allenata che vince per spunti individuali. E’ una partita in meno che ci separa dall’esonero di Pioli e il cinque con Ibra mi sembra abbastanza indicativo.

Il Milan si riallinea quindi alle sue stagioni migliori – 56 punti come la 2020/21 e 57 come la 2021/22 nonostante la narrazione su questo campionato sui social sia quello di una stagione da banter era. Ribadisco che così non è e non può essere valutata diversamente solo per un ottimo campionato dell’Inter che ha molti più punti di quanti ne ha chi di solito vince lo scudetto. Ora testa all’Europa League visto che siamo tornati ad avere un margine di sicurezza importante sull’obiettivo minimo.

LAZIO-MILAN 0-1

Marcatori: 88’ Okafor.

LE FORMAZIONI:
LAZIO (4-3-3): Provedel; Maruši?, Gila, Romagnoli, Pellegrini; Guendouzi, Vecino (dal 78’ Cataldi), L. Alberto (dal 60’ Hysaj); F. Anderson, Castellanos (dal 60’ Immobile), Zaccagni. A disp.: Mandas, Renzetti; Casale, Lazzari, Ruggeri; A. Anderson, Kamada, Isaksen, Pedro. All.: Sarri.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 64’ Calabria), Kjær (dal 81’ Thiaw), Gabbia (dal 81’ Tomori), Theo Hernández; Adli (dal 71’ Okafor), Bennacer (dal 64’ Reijnders); Pulisic, Loftus-Cheek, Leão; Giroud. A disp.: Mirante, Sportiello, Jiménez, Kalulu, Terracciano; Musah; Chukwueze. All.: Pioli.

Arbitro: Di Bello di Brindisi.

Ammoniti: 23’ Sarri, 50’e 57’ Pellegrini, 58’ Romagnoli, 61’ Florenzi, 70’ Adli, 77’ Immobile, 80’ Gabbia, 84’ Theo, 90’ Hysaj, 90’+5 Leao, 90’+6 Pulisic.

Espulsi: 57’ Pellegrini, 90’+4 Marusic, 90’+6 Guendouzi.

Recupero: 1’ 1T, 6’ 2T.

Milan – Atalanta 1-1: Orsato VARgognati!

ll Milan domina in lungo e in largo e pareggia questa partita solamente grazie all’ennesima invenzione di Orsato – quello di “ma mi chiami al VAR per questa roba qua” che dà un rigore per un tocco di scarpino su spalla con la complicità del VAR Irrati. Una vergogna che arriva nell’anniversario del gol di Muntari che qualche anno fa fu onorato dal mani di Udogie. C’è veramente poco da dire sulla gara di oggi se non che è l’ennesima prova che il VAR (spento a Monza per il fallo su Theo) viene ormai usato in maniera scientifica per alterare i risultati delle gare. Orsato non arbitrò l’Inter per anni per un banale fallo di Rafinha su Pjanic – molto meno di quanto visto stasera.

Per il resto la partita l’abbiamo fatta noi e l’Atalanta è venuta sostanzialmente per picchiare e difendersi provando a ripartire. Noi siamo sempre inconcludenti e ci mettiamo troppo per ripartire – le tante azioni fatte sono avvenute perlopiù ad una difesa schierata. Pochi i cross in area nonostante il possesso palla – troppi giocatori che non osano il passaggio difficile e tornano indietro perdendo un tempo di gioco. Ha verticalizzato solo Adli, sorprendentemente tra i migliori stasera.

E’ un pareggio che tutto sommato non va buttato via – rimaniamo per la corsa Champions a +5 sul Bologna e +7 sull’Atalanta che alla prossima giornata giocheranno contro, 12 i punti sulla Roma in attesa della loro partita. Il campionato ad oggi vale solamente per la qualificazione in Champions League e poco più con l’EL che diventa l’ultimo, importante obiettivo stagionale da provare a centrare (un po’ la situazione dello scorso anno con l’EL al posto della CL)

Due parole su De Keteleare – pregate il vostro dio che venga riscattato visto che (anche) oggi ha mostrato come giocare a San Siro sia una cosa diversa dal farlo a Genova o a Reggio Emilia. Peggiore in campo, tolto dopo 45 minuti, annullato totalmente da Gabbia. Capisco chi sperava che segnasse per far partire la vagonata di merda – almeno qua il karma ha fatto il proprio dovere.

Andando tecnicamente sulla partita dominando il possesso (70%) abbiamo ottenuto 1.34 xG e l’unico gol è una prodezza di Leao. Le nostre azioni offensive andrebbero fatte rivedere tutte evidenziando la lentezza nelle scelte, nella circolazione di palla e le scelte sbagliate – c’è stato ad un certo punto un angolo battuto corto dove siamo tornati a centrocampo sprecando l’occasione (e trovati sbilanciati con Thiaw che era giù a saltare) e due contropiedi atalanta nati da palloni fatti girare intorno all’area senza mai provare un cross. Nonostante questo ci sono state altre occasioni nette, tra cui il tiro di Calabria, l’errore di Loftus-Cheek e Pulisic che sfiora il gol. Pensate se attaccassimo meglio.

Ora riposiamo – per modo di dire – visto che la nostra pausa settimanale si riduce a quattro giorni prima della partita di venerdì con la Lazio, poi ci saranno sei inusuali giorni di break tra campionato ed Europa League. Resto del parere che a 70 si vada in Champions quindi mancano 17 punti – 5 vittorie e 2 pareggi nelle rimanenti 12.

MILAN-ATALANTA 1-1

Marcatori: 3’ Leao, 42’ Koopmeiners (r)

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 57’ Calabria), Gabbia, Thiaw, Theo Hernández; Bennacer (dal 79’ Musah), Adli; Pulisic (dal 88’ Okafor), Loftus-Cheek, Leão; Giroud. A disp.: Mirante, Sportiello, Jiménez, Kalulu, Kjær, Terracciano, Reijnders; Chukwueze. All.: Pioli.

ATALANTA (3-4-1-2): Carnesecchi; Scalvini (dal 89’ Toloi), Djimsiti, Kolašinac; Holm (dal 46’ Zappacosta), de Roon, Éderson, Ruggeri (dal 79’ Hien); Koopmeiners; Miran?uk (dal 63’ Scamacca), De Ketelaere (dal 46’ Lookman).A disp.: Musso, Rossi; Bakker, Hateboer, Palomino; Adopo, Pašali?, Touré. All.: Gasperini.

Arbitro: Orsato di Schio.

Ammoniti: 40’ Pioli, 44’ de Roon, 45’+3 Leao, 45’+4 Holm, 56’ Lookman, 90’+4 Emerson.

Recupero: 3′ 1T, 5’ 2T.

Rennes – Milan 3-2: agli ottavi

Non so chi si aspettasse qualcosa di diverso – lo avevo anticipato domenica. In Europa nessuna trasferta è facile e quando una squadra si sbilancia così tanto per rimontare la partita che viene fuori è questa. Il Rennes ha fatto il Rennes, ovvero la squadra che prima dell’andata era reduce da 7 vittorie di fila e ha fatto la partita che mi aspettavo di vedere all’andata – il Milan ha messo i titolari ma non ha saputo mantenere la palla o impostare una fase difensiva come si deve anche viste le scelte di centrocampo che hanno lasciato i centrali in balia di 6-7 giocatori.

Nonostante questo era una partita che potevamo chiudere in fretta visto che Leao si è mangiato non uno, non due ma ben tre contropiedi prima di segnare un 2-2 abbastanza casuale grazie ad un rimpallo col difensore. Il modo di giocare per contrastare il Rennes funziona se davanti i tuoi contropiedisti sanno finalizzare i contropiedi – ma noi ne mettiamo uno ogni quattro/cinque e questo è semplicemente inaccettabile.

Si è sentita sicuramente la mancanza di Calabria (Florenzi un paio di errori clamorosi, per fortuna non pagati) ma se mi dite che la squadra di stasera è quella che ha saputo tenere a zero il Napoli in Champions per 179 minuti non ci crederei. Non so cosa si sia fatto quest’anno a Milanello, so che il modo di giocare di Pioli non funziona e lo si sta vedendo giorno dopo giorno e partita dopo partita.

Ho paura di quello che vedremo da qua alla fine perché per vincere questa coppa serve un ritorno alla squadra di Napoli che difficilmente avverrà. Non si capisce perché nessun giornalista metta in evidenza che questo non è il modo di giocare a calcio per una squadra che vuole stare in alto ma lo si difenda come se fosse “calcio moderno“. Domani scopriremo di che morte morire agli ottavi e le mie fiches sono sul Liverpool perché alla UEFA serve una partita di cartello. Speriamo stasera invece che passi la Roma – in caso di 5 squadre in Champions il prossimo anno il resto del campionato diventa pressoché inutile.

RENNES-MILAN 3-2

Marcatori: 11’, 54’ (r) e 68’ (r) Bourigeaud, 22’ Jovic, 58’ Leao.

RENNES (4-3-3): Mandanda; G. Douè (dal 57’ Seidu), Omari, Theate, Truffert; Bourigeaud, Santamaria (dal 57’ Matusiwa), D. Douè (dal 71’ Blas); Gouiri (dal 83’ Yldirim), Terrier (dal 71’ Salah), Kalimuendo. A disp.: Gallon, Lembet; Belocian, Wooh, Cissé; Lambourde. All.: Stéphan.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 84’ Terracciano), Kjær, Gabbia, Theo Hernández; Musah (dal 80’ Thiaw), Bennacer (dal 62’ Loftus-Cheek); Pulisic (dal 62’ Chukwueze), Reijnders, Leão (dal 62’ Okafor); Jovi?. A disp.: Mirante, Sportiello; Bartesaghi, Nsiala; Adli, Victor, Giroud. All.: Pioli.

Arbitro: Pinheiro (POR)

Ammoniti: 54’ Kjaer, 69’ Gouiri, 79’ Maignan.

Recupero: 1′ 1T, 6’ 2T.

Monza – Milan 4-2: Thiaw è scarso, Pioli anche

Abbiamo deciso che in campionato tanto siamo tra le prime quattro e quindi proviamo a regalare le partite, come già successo lo scorso anno con Bologna o Spezia. Formazione rimaneggiata per un Monza che non ha fatto praticamente niente fino all’interruzione del gioco – interruzione che è peraltro un rigore solare negato su Theo Hernandez, rigore che in occasione di Monza-Inter al VAR è stato assegnato. Il rigorino sullo 0-0 che ha orientato la partita non sarà menzionato da nessuno, perché le battaglie personali contro Pioli e Furlani hanno la meglio e come sempre ci va di mezzo il Milan. Abbiamo preso un rosso perché Jovic abbassa le braccia di Izzo che lo spinge e addirittura è intervenuto il VAR. Non ne parlerà nessuno perché fa comodo così.

Non si spiega perché l’allenatore dopo aver vinto 3-0 la prima partita d’Europa League ha cambiato mezza squadra – squadra con alcuni elementi impresentabili. Adli non può circolare in serie A e pure Thiaw se prima giocava Gabbia un motivo c’era. Thiaw ha già compromesso gravemente il campionato nella gara con la Juventus, ora si è superato in pochi minuti visto che su entrambi i gol del Monza c’è il suo zampino con una serie di giocate sbagliate tra colpi di testa all’indietro, mancati interventi e sgambetti.

Palladino non ha fatto nient’altro che aspettarci dietro e ripartire che è quello che fanno le squadre che vogliono batterci. Aspettano che gli concediamo 40 metri perché alla fine nel nostro schema di gioco i centrali di difesa devono impostare e finiscono per stare a centrocampo mentre i centrocampisti – totalmente slegati – si lanciano avanti. Il risultato è un numero di gol subiti che non ha senso per una squadra che deve stare tra le prime quattro e di cui nessuno risponde.

Se qualcuno crede che Pioli possa essere riconfermato si faccia vedere da uno bravo. Gli errori sono gli stessi, sempre e comunque, da 4 anni. Esasperazione dell’uomo contro uomo (e Thiaw non è capace), centrocampo spaccato, baricentro a 40 metri e turnover a caso – tra l’altro non capisco il cambio di Chukwueze migliore in campo nel primo tempo. Ormai conto le partite che mancano da qua alla fine, ma spero che oltre a Pioli inizi a saltare qualche testa – Adli e Thiaw, esaltati per la solita esterofilia, non possono giocare nel Milan.

Chiusura – qua la gente è terrorizzata da una possibile cessione di Leao e Maignan, poi ci sono i fatti. Leao non segna in campionato da settembre e ha gli stessi gol di Tomori. Maignan ormai non ne para più una e sembra la sagoma della barriera (anche oggi due gol evitabili). Forse è il caso di capire che non ci sono incedibili e che ci sono invece opportunità prima che giocatori che si sentono arrivati si svalutino troppo. Un saluto finale alle vedove del 6 giugno (?) in grande spolvero per una partita inutile che non sposta di un millimetro la situazione attuale della stagione visto che ormai sembriamo comunque incanalati per un posto nelle prime quattro (forse, addirittura, prime 5). Non vedevo gente così antimilanista ed in malafede dal festival di Gallipoli.

MONZA-MILAN 4-2

Marcatori: 45’ Pessina (r), 45’+6 Mota, 64’ Giroud, 88’ Pulisic, 90’+1 Bondo, 90’+6 Colombo.

MONZA (4-2-3-1): Di Gregorio (dal 43’ Sorrentino); Birindelli, Izzo, Marí, Carboni A.; Gagliardini, Pessina; Carboni V. (dal 66’ Bondo), Colpani (dal 81’ Pereira), Mota (dal 81’ Maldini); ?uri? (dal 66’ Colombo). A disp.: Gori; Bettella, Caldirola, D’Ambrosio, Donati, Kyriakopoulos; Akpa-Akpro, Machin, Zerbin. All.: Palladino.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 84’ Musah), Thiaw, Gabbia, Theo Hernández; Bennacer (dal 54’ Giroud), Adli (dal 46’ Reijnders); Chukwueze (dal 46’ Pulisic), Loftus-Cheek, Okafor (dal 46’ Leao); Jovi?. A disp.: Mirante, Sportiello; Bartesaghi, Jiménez, Kjær, Simi?, Terracciano. All.: Pioli.

Arbitro: Colombo di Como.

Ammoniti: 33’ ?uri?, 45’+8 Pessina, 76’ Mota, 83’ Gabbia.

Espulsioni: 52’ Jovic.

Recupero: 8′ 1T, 5’ 2T.

Milan – Rennes 3-0: compitino con successo

Il Milan fa quello che doveva fare contro un avversario che sapevamo essere nettamente inferiore – vince 3-0 anche se meno facile di quello che sembra contro una squadra che era stata dipinta molto più forte di quello che sembrava. Il Rennes alla fine non ha fatto altro che difendersi ordinatamente e quasi mai si è scoperta – non è bastato e stavolta siamo riusciti a scardinare l’autobus con Loftus-Cheek come già successo con Empoli, Frosinone e Bologna. Il primo tempo chiuso 1-0 è stato molto attendista, con qualche occasione sciupata (un brutto Pulisic) e un centrocampo praticamente spettatore.

Nel secondo partiamo forte – prima con gol su angolo, poi con scambio Theo-Leao che finalmente sblocca il portoghese. 3-0 a 30′ dalla fine e proviamo ad entrare in modalità gestione. Dico proviamo perché coi cambi Maignan si deve sporcare i guanti visto che non siamo capaci di gestire le partite – un paio di contropiedi sciupati nel finale non arrotondano a 4 il punteggio ma non dovrebbe essere un problema per la gara di ritorno, a meno di suicidi clamorosi.

Affrontiamo questa Europa League in una maniera strana, nel senso che di solito le eliminate dalla Champions sono squadre che in stagione stanno facendo male, noi siamo qua perché avevamo in Champions il girone della morte, in campionato siamo secondi col record di punti e una qualificazione CL ipotecata con largo anticipo, una cosa che era accaduta solo l’anno dello scudetto dal 2013 in poi. Il Milan che affronta questa EL non è il Milan di tre anni fa che il sedicesimo con la Stella Rossa lo passava per i gol in trasferta e difendeva lo 0-0 a San Siro.

Questa coppa ad oggi è l’ultimo obiettivo stagionale ed è un obiettivo importante – i sorteggi devono essere ovviamente benevoli ma è una squadra che può arrivare in fondo e dire la sua. Il rimpianto di una squadra che oggi poteva essere tranquillamente agli ottavi di Champions a giocarsi i quarti in un girone normale (la seconda del nostro girone ha preso a pallate la prima del girone dell’Inter) deve trasformarsi nell’opportunità di provare a portare a casa la coppa.

MILAN-RENNES 3-0

Marcatori: 32’ e  48’ Loftus-Cheek, 53’ Leao.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 75’ Terracciano), Kjær (dal 62’ Thiaw), Gabbia, Theo Hernández; Musah, Reijnders; Pulisic (dal 81’ Adli), Loftus-Cheek (dal 75’ Bennacer), Leão (dal 62’ Okafor); Giroud. A disp.: Mirante, Sportiello; Bartesaghi, Nsiala, Victor; Jovi?. All.: Pioli.

RENNES (4-4-2): Mandanda; G. Doué (dal 67’ Seidu), Omari, Theate, Truffert (dal 75’ Nagida); Bourigeaud, Santamaria, Matusiwa (da 76’ Blas), D. Doué (dal 76’ Salah); Kalimuendo (dal 67’ Gouiri), Terrier. A disp.: Gallon, Lembet; Belocian, Wooh, Cissé, Lambourde, Yildirim. All.: Stéphan.

Arbitro: Nikola Dabanovi? (MNE).

Ammoniti: 87’ Nagida.

Recupero: 1′ 1T, 4’ 2T.

Milan – Napoli 1-0: vince “la noia”

Titolo di oggi dedicato alla canzone vincitrice di Sanremo nonostante 4 milioni di cellulari e 5 milioni di sim comprate in Campania per l’occasione. La noia è quanto si è visto oggi a San Siro tra due squadre che chiaramente non performano a livello di gioco come dovrebbero e vorrebbero – la vince il Milan che paradossalmente andando a 52 punti dopo 24 giornate è ancora in linea coi suoi migliori numeri di sempre nel campionato a 20 squadre e la vince da Milan, ovvero con un gol che è una giocata individuale di due campioni che solo noi abbiamo in serie A.

Per il resto non c’è niente da salvare – prima arriviamo alla quota Champions League e prima pensiamo alla prossima stagione e al prossimo allenatore. Anche stasera per larghi tratti in campo non sapevamo cosa fare, abbiamo sofferto il Napoli (che per poco non pareggiava nel finale) – una squadra come il Milan non può permettersi di recuperare palla a centrocampo e tornare sistematicamente indietro al portiere perché non sanno cosa fare.

Esibizione del centrocampo stasera ha rasentato il penoso, Bennacer è infartato dopo 50 minuti, Adli non ha fatto mezzo filtro, Loftus-Cheek ha sistematicamente sbagliato ogni appoggio. La squalifica di Rejinders è stata pesante ma non si può continuare a vedere quello che stiamo vedendo in campo ogni domenica. Due paroline anche su Doveri che sale in cattedra negando un rigore su Pulisic, interrompendo tre contropiedi non applicando il vantaggio e non dando un fallo di Anguissa nel finale per lanciare l’ultimo assalto. I cambi con Simic e Jimenez sono stati preoccupanti – in particolare il secondo dopo la pessima prestazione dell’Atalanta continua a mostrare evidenti lacune difensive perdendosi sempre e comunque sistematicamente l’uomo.

Dal punto di vista risultatistico rimane però che il Milan in termini di punti sta facendo un ottimo campionato – il migliore di sempre da quando la A è a 20 squadre, il terzo migliore considerato anche le 18 squadre. Facendo due conti mancano sei vittorie a quota 70 che è l’obiettivo minimo stagionale – quel quarto posto fallito lo scorso anno e per cui si è fatta rivoluzione estiva.

Chiusura finale per una situazione che non si può più ignorare: c’è un gruppo di presunti milanisti che dal 6 giugno tifa contro, avvelena i pozzi ed esalta gol degli ex. Vanno isolati, emarginati e abbandonati a se stessi – non ci si può permettere di accogliere nella tifoseria chi spera che si perda per spirito di rivalsa verso un dirigente pessimo. Vincere partite come stasera ci fa quindi godere un po’ di più – ci fa godere anche e soprattutto perché questi la prendono in quel posto come i vermi che sono. Andate a tifare Inter e sparit.e

MILAN-NAPOLI 1-0

Marcatori: 25’ Theo

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dal 37’ Florenzi), Kjær (dal 66’ Simic), Gabbia, Theo Hernández; Bennacer (dal 65’ Musah), Adli; Pulisic (dal 80’ Jimenez), Loftus-Cheek, Leão; Giroud (dal 80’ Jovic). A disp.: Mirante, Sportiello, Terracciano; Musah, Victor, Okafor. All.: Pioli.

NAPOLI (3-5-1-1): Gollini; Østigård (dal 46’ Politano), Rrahmani, Juan Jesus (dal 90’ Ngonge); Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, Zieli?ski (dal 76’ Lindstrom), Mazzocchi (dal 76’ Olivera); Kvaratskhelia; Simeone (dal 55’ Raspadori). A disp.: Contini; Natan; Cajuste, Dendoncker, Traorè. All.: Mazzarri.

Arbitro: Doveri di Roma 1.

Ammoniti: 85’ Juan Jesus, 90’+6 Theo.

Recupero: 3′ 1T, 5’ 2T.

Stesso Milan, tifosi diversi

Alla 23esima giornata del campionato 2021/22, terminato con la vittoria dello scudetto, il Milan ha 49 punti con 45 gol fatti, 27 subiti ed è terzo in classifica dopo l’eliminazione dalla Champions League in un girone di ferro contro Liverpool, Atletico Madrid e Porto. Eliminazione netta e meritata vincendo solamente una partita su 6. Alla 23esima giornata del campionato 2023/24, il Milan ha 49 punti con 46 gol fatti, 27 subiti ed è terzo in classifica dopo l’eliminazione dalla Champions League (con retrocessione in Europa League) in un girone di ferro contro PSG, Dortmund e Newcastle. Eliminazione meno netta e forse anche immeritata visti i due pareggi iniziali dove meritavamo molto di più.

Eppure le reazioni dei tifosi sono totalmente diverse. Quest’anno, improvvisamente, l’AD è tornato il principale responsabile di tutto (ma responsabile di cosa, di preciso?). Quest’anno, nonostante il miglior rendimento di sempre a febbraio 2024, una Champions League probabilmente già conquistata con anticipo (toccando ferro) i tifosi hanno sentenziato che la stagione è fallimentare. Le stagioni, apparentemente, si giudicano in base a “quando sei fuori da tutto”. Cioè abbiamo appreso che la stagione di Brocchi dove eri a pari ai supplementari di coppa Italia all’ultima partita è una delle migliori.

In fondo c’è anche chi salva una stagione dove siamo arrivati quinti. La salva per via di una Champions dove sei uscito non col Real Madrid, ma sei stato preso a pallate in un derby e hai passato un girone grazie all’aver beccato due squadrette. La salva perché “a maggio avevi ancora qualcosa”, come se vincere la Champions fosse facile – per coerenza comunque siamo ancora dentro in Europa League, trofeo difficile ma più facile da conquistare rispetto alla Champions eppure, apparentemente, quello non conta.

E’ inutile guardare avanti se non si affrontano il problema: siamo circondati da finti tifosi che dal 6 giugno hanno deciso di tifare contro, di avvelenare i pozzi e di godere alle sconfitte. Da tifosi che dopo il gol di Pulisic col Genoa sono finiti due settimane a soffrire nei tombini, che godono per i furti in coppa italia dell’Atalanta e spompinano il calcio rugbystico nerazzurro. E che chiedono la testa dell’amministratore delegato ogni due secondi, senza mai dire il motivo.

La linea che sta portando avanti il Milan è la stessa linea di Elliott, è la stessa identica dal 2020. Eppure fino a giugno andava bene, ora non va più bene, è l’AD che se ne deve andare. Le colpe dell’AD? Non aver esonerato Pioli – cioè l’allenatore che il direttore tecnico cacciato (secondo loro ingiustamente) ha rinnovato con un contratto top. Non averlo cacciato dopo una stagione che loro reputavano positiva per difendere la cacciata del loro idolo, ma diventa negativa quando si trattava di cacciare l’allenatore che doveva giocare con Messias titolare.

La cosa bella è che questi signori non possono ovviamente negare che il mercato sia stato ottimo (quanti g/a siamo dal mercato? 35?) quindi un AD dovrebbe pagare per una sola scelta tecnica sbagliata – peraltro nemmeno possibile – ricominciando daccapo. Almeno smettetela di fare i finti tonti e siate onesti, dite che l’attuale dirigenza ha fatto bene, ma se ne deve andare fuori dai coglioni perché ha cacciato maldini. Fareste meno la figura delle ridicole macchiette che siete.

Il Milan non sta facendo una brutta stagione – non lo dico io, che vorrei Pioli fuori domani – lo dicono i dati. I dati dicono che queste sono le 23 giornate migliori di sempre del Milan da quando si gioca la A a 20 squadre. Se poi ci sono altre squadre che stanno facendo molto meglio di noi, questo risultato non può ridimensionare il risultato del Milan che è in linea con quando ha vinto lo scudetto. Semmai c’è da considerare con onestà intellettuale che all’attuale proprietà questo risultato non va bene mentre la vecchia dirigenza parlava di parametri rispettati.

Furlani se ne andrà con ogni probabilità a fine stagione e visto cosa ha combinato andrà ringraziato sempre e comunque per aver tolto dai quadri societari una figura così incompetente e divisiva allo stesso tempo. Chi arriverà dopo, dirigenza e proprietà, potrà ripartire senza tale figura e senza la valanga di merda ricevuta per un atto dovuto e sacrosanto. Il Milan non può buttare via 200 milioni a fondo perduto ogni anno come ai tempi di Berlusconi – quel modello è morto, sepolto e non può tornare. Se ne faccia una ragione chi lo sogna.

Ai tifosi chiedo di isolare le vedove che hanno messo un ex calciatore sopra il Milan, di essere lo scarpone che vigilerà alla loro risalita sul carro il prossimo anno e di fare fronte comune contro chi cerca sempre e comunque di ridimensionare qualsiasi cosa la squadra faccia. Stiamo combattendo una guerra contro un fronte compatto che usa la propaganda mediatica come arma di offesa e difesa – specie per ipervalutare i propri giocatori in attesa del pollo che ci caschi. La guerra interna non ce la possiamo permettere.

Proprio per questo lo dico senza vergogna: il Milan a livello di punti non sta facendo una brutta stagione.

Frosinone – Milan 2-3: Piolandia colpisce ancora

Farsi prendere a pallate per 60-70 minuti dal Frosinone, andare ancora sotto per l’ennesimo disastro di Maignan che prende gol sul suo palo (provare Sportiello?) e riuscire nuovamente a sfangarla perché dalla panchina puoi fare entrare Bennacer, Okafor, Florenzi, Jovic e Musah. E’ la storia del Milan di quest’anno con un rendimento che si allinea a quello dell’anno dello scudetto (49 punti dopo 23 giornate) ma con una narrazione mediatica interna ed esterna molto diversa ed una presenza in campo al limite dell’indecente.

Come quanto accaduto ad Udine, infatti, il Frosinone arriva a pressarti alto non facendoti respirare riuscendo molto efficacemente ad arrivare al tiro quasi subito (grazie Adli, peggiore in campo). Sfruttiamo un recupero alto di Rejinders e andiamo avanti 1-0 per qualche minuto prima di pareggiare con un rigore al limite del ridicolo. Da lì facciamo poco, qualche sgroppata di Leao avanti che però non sa crossare come si deve e spreca le solite occasioni.

Nel secondo tempo ci facciamo sorprendere e andiamo sotto con Maignan vergognoso e Frosinone che batte velocemente una punizione trovando superiorità facile. Errori figli della formazione vergognosa che ancora una volta certifica come Adli e Rejinders non possono giocare insieme. Il centrocampo è stato praticamente nullo, il Frosinone vinceva quasi il doppio dei nostri contrasti e i giocatori continuavano ad esporsi al pressing con la costruzione dal basso non avendo le caratteristiche per tenere la palla.

Probabilmente viste le potenzialità della rosa che Pioli ha a disposizione e i risultati ottenuti siamo noi i coglioni a voler chiedere qualcosa di più della solita vergognosa partita stagionale, della solita mancanza di solidità che ti costringe sempre a rincorrere per 90 minuti e ti costa due gol a partita. Perlomeno, oggi, abbiamo saputo controllare la palla nei minuti di recupero, cosa che è mancata la scorsa volta (a proposito, vergognosa la rimessa invertita nel finale dal guardalinee).

Senza il disastro col Bologna staremmo parlando del miglior rendimento di sempre del Milan in un campionato a 20 squadre. Ovviamente questo non ci soddisfa per niente ma fa capire semmai le enorme potenzialità di questo organico nonostante l’allenatore in panchina. Sarà forse per questo che le parole di Ibra ieri e di Pioli oggi fanno intuire che la resa dei conti arriverà a fine stagione – Conte i contatti con il Napoli li smentì prontamente – per il Milan, ancora, non ha smentito proprio nulla…

FROSINONE – MILAN 2-3

Frosinone (4-2-3-1): Turati; Gelli, Romagnoli, Okoli, Brescianini (40′ st Reinier); Mazzitelli (40′ st Ibrahimovic), Barrenechea; Seck (32′ st Valeri), Soulé, Harroui (32′ st Lirola); Kaio Jorge (32′ st Cheddira). A disp.: Cerofolini, Frattali, Monterisi, Bourabia, Garritano, Kvernadze. All.: Di Francesco

Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria (40′ st Florenzi), Kjaer, Gabbia, Theo Hernandez; Adli, Reijnders (17′ st Bennacer); Pulisic (35′ st Jovic), Loftus-Cheek (17′ st Okafor), Leao; Giroud (40′ st Musah). A disp.: Nava, Sportiello, Bartesaghi, Jimenez, Simic, Terracciano. All.: Pioli

Arbitro: Pairetto

Marcatori: 17′ Giroud (M), 24′ rig. Soulé (F), 20′ st Mazzitelli (F), 27′ st Gabbia (M), 36′ st Jovic (M)

Ammoniti: Loftus-Cheek (M), Reijnders (M), Harroui (F), Florenzi (M)

Conte, Arabi, Stadio: cosa sta succedendo nel Milan?

Come promesso su Twitter provo a mettere un po’ di ordine dopo l’articolo di Dagospia che ha confermato molto di quello che mi è stato detto negli ultimi mesi dalle mie fonti riguardo la situazione attuale del Milan. Vorrei cercare, quindi, di fare un po’ di ordine per tutti – partendo da Maggio 2022, l’anno dello scudetto e l’arrivo di Cardinale. Il Milan è di RedBird solo formalmente – ma questo penso che ve ne siate accorti tutti – a comandare, oggi, nel Milan è ancora Elliott. RedBird entra semplicemente perché Elliott ha bisogno di togliere il Milan dal bilancio dei propri asset e ha bisogno di un gruppo con cui costruire lo stadio e che gli porta dentro il know-how per una espansione sul mercato americano che ad Elliott mancava. Ma ad oggi, più che una cessione, è una partnership. Redbird ha le quote, Elliott il controllo (50% dei consiglieri + CEO). Il guadagno di Elliott è aver monetizzato subito, quello di Redbird sarà il valore che avrà la società quando si chiuderà lo stadio e sarà ceduta.

Arriviamo quindi all’AD – a giugno 2022 si conclude uno dei mesi più ridicoli della nostra storia con la firma di Maldini che arriva all’ultimo giorno facendo sfumare obiettivi di mercato in serie. Maldini riesce ad ottenere pieni poteri (quindi senza diritti di veto) per acquisti sotto i 30 milioni di Euro – Gazidis non ci sta e lascia poi a dicembre (anche se la motivazione ufficiale sono i motivi di salute). Nell’interregno tra Gazidis e Furlani viene rinnovato Pioli – Furlani intanto si riprende quei poteri dal primo CDA (documenti disponibili pubblicamente e leakati da calcioefinanza) e già da febbraio si decide di silurare Maldini a fine anno anche se, più che il mercato, ha pagato attegiamenti poco da ‘team’ che non sono piaciuti ad Elliott.

La linea di quest’estate è stata la stessa, identica, linea tenuta negli scorsi mercati con la differenza che quest’estate si è deciso di cedere un giocatore e le scorse no. Ma il budget sono sempre quei 30/40 + cessioni. La linea è sempre quella di Elliott. Perché non si è cambiato allenatore? Da un lato c’era un contratto molto oneroso (quello di Pioli), dall’altro si voleva cambiare per prendere un top (ovvero Antonio Conte) e non una mezza figura – abbiamo visto l’esperienza del Napoli a cercare un allenatore e si sono dovuti accontentare di Rudi Garcia. I risultati dicono che tuttavia mentre il tifoso giudica malamente quando sei fuori (come se in Champions i gironi fossero paragonabili) ci dicono che vincendo col Frosinone siamo in linea con l’anno dello scudetto. Se poi qualcuno si aspettava 98 punti da una rosa quinta l’anno precedente – problemi suoi.

Arriviamo a Conte. Conte è l’allenatore che il Milan vuole per la stagione 2024/25 dal 5 giugno 2023 ed il secondo motivo per cui Pioli è stato confermato al di là delle smentite di facciata. C’è solo una cosa in tutta la vicenda che non mi torna: lo scorso anno Furlani andava matto per Conte mentre quest’anno vi ha posto un veto e vuole Thiago Motta. Per avere Antonio Conte sulla panchina del Milan, quindi, occorre ad oggi che Giorgio Furlani non sia più l’amministratore delegato del Milan – cosa che potrebbe succedere ma in modi diversi.

La prima è una soluzione puramente interna – ed è la soluzione per cui Redbird, ovvero Elliott, rimane con pieni poteri a Zlatan Ibrahimovic che riferendo direttamente al nuovo AD prenderebbe in mano la parte tecnica. La seconda è ovviamente quella della cessione della società che ad oggi si può fare o non fare. Con le mie fonti non sono informato su niente lato Investcorp, per cui su quello mi rimetto a ciò che dice Dagospia, ovvero una quota di minoranza. Quello che invece mi era già stato anticipato da novembre è l’ingresso di PIF, anzi, di una società della galassia PIF con sede a Dubai per eludere le regole UEFA.

Ci sono ad oggi due finestre possibili per la cessione di quote – la prima sarà questo marzo, la seconda alla prima pietra dello stadio, quindi tra un anno verosimilmente. I piani degli arabi sono quelli del ritorno di Maldini ma in un ruolo non operativo (loro vorrebbero Presidente, ma io difficilmente ce lo vedo accettare un ruolo di facciata) perché i ruoli operativi verrebbero invece affidati a Leonardo e Boban che dovrebbero essere gli uomini di punta. Si butterebbero anche loro sul deal di Conte come allenatore in quel caso? Ad oggi nessuno lo sa perché è veramente una ipotesi così remota a livello di incastri da non poter essere presa in considerazione.

E’ presto anche per parlare di mercato – i 300 milioni sono cifre totalmente sparate a caso che non tengono conto del contesto SA a cui il Milan è vincolato e il nuovo FFP che vieta le sponsorizzazioni gonfiate con la UEFA stessa che definisce il fair value di ognuna di esse. E’ presto perché solo a fine marzo capiremo chi farà il mercato del Milan il prossimo anno e che tipo di mercato sarà. Le richieste di Conte – al momento – sono quelle di andare a prendere Di Lorenzo e Anguissa dal Napoli, molto difficile invece fare entrare Oshimen per Leao come si pianificava in quanto il primo è già d’accordo col Chelsea.

Questa è quindi la situazione ad OGGI. La parte più difficile di questo piano che nasce ormai da quando Elliott ha preso il Milan è fare vedere ai tifosi del Milan non come siamo oggi ma cosa avremo vinto noi e cosa avranno vinto gli altri tra 10 anni. Il progetto Milan procede senza farsi influenzare da instant team costruiti su un pozzo nero di debiti per vincere a breve ma cercando di avere vittorie consistenti per anni sul lungo periodo.

L’unica mia paura su un cambio di proprietà – al momento – è questa. Ovvero quella che arrivi una proprietà seria che supporti un aumento strutturale del fatturato e non una che butta dei soldi una volta, crea un buco a bilancio e poi sparisce. La via intrapresa da Elliott ad oggi è l’unica via corretta per tornare competitivi nel modo corretto. Ed è una via che passa anche per il trading dei giocatori, con buona pace dei dinosauri che vivono nel 2000 e non vogliono che vengano ceduti Sheva e Kakà. Lo stadio è e deve rimanere il centro fondamentale del progetto Milan – uno stadio che se fatto correttamente ci permetterà di trasformare la serie A nel nostro giardino di casa. E aprire un importante ciclo di scudetti consecutivi.

In conclusione vi chiedo, quindi, di aspettare fine marzo. Solo dopo aver capito se ci sarà o meno il passaggio di quote o un cambio in organigramma capiremo chi sarà l’allenatore della prossima stagione e quali ambizioni avremo.

Milan – Bologna 2-2: Piolate

Persi subito i due punti vinti ad Udine in maniera abbastanza meritata. E’ una partita che non ci dice nulla di nuovo – ovvero che questa è una squadra molto, molto forte a differenza di quella dello scorso anno che purtroppo si è trovata mezza tifoseria contro per vedovismo puro e un allenatore che non era rimpiazzabile. Se dovessimo battere il Frosinone, per dire, avremmo gli stessi punti dell’anno dello scudetto eppure la prostituzione intellettuale sta facendo passare quest’anno come fosse peggio o pari dello scorso.

La partita era una partita difficile perché il Bologna gioca molto bene sia quando ha la palla che quando non ha la palla – ed è una partita dove abbiamo creato tantissimo, sbagliato due rigori e che nonostante tutto stavamo vincendo se non fosse che a qualche minuto dalla fine invece di continuare a tenere palla si è cominciato a fare cambi difensivi e concedere l’iniziativa all’avversario. Pulisic per Terracciano è una roba che grida vendetta.

I gol del Bologna, esattamente come quelli subiti contro l’Udinese (peraltro in tutti e 4 Maignan ha avuto la mobilità ed i riflessi della sagoma delle barriere) mostrano come questa squadra, per stessa ammissione di Pioli, non sappia lavorare quando la palla ce l’hanno gli altri. Se guardate l’azione media nostra molto spesso il nostro avversario riusciva a fermarci prima di entrare nella loro area di rigore, viceversa noi veniamo puntati e saltati troppo facilmente anche grazie probabilmente ad un mancato rientro del nostro centrocampo che spesso causa inferiorità numerica nella nostra area.

Detto questo il campionato del Milan non è da buttare specie qualora dovesse avviarsi verso un terzo posto in tranquillità. Io ho pochi dubbi che la società abbia lavorato bene e che ci volessero due anni per ripartire dalle macerie lasciate da Maldini (con buona pace degli atti schifosi di vedovismo che si leggono su X). E’ una stagione che non è completamente da buttare nonostante difficilmente si alzerà un trofeo – ho pochi dubbi che col nuovo tecnico e qualche rinforzo estivo il prossimo anno questa sarà la squadra da battere.

MILAN-BOLOGNA 2-2

Marcatori: 29’ Zirkzee, 45’  83’ Loftus-Cheek, 90’+2 Orsolini (r).

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dal 59’ Florenzi), Kjær, Gabbia, Hernández; Adli (al 59’ Musah), Reijnders; Pulisic (dal 87’ Terracciano), Loftus-Cheek, Leão (dal 87’ Okafor); Giroud (dal 60’ Jovic). A disp.: Mirante, Sportiello, Jiménez, Pellegrino, Simi?, Terracciano, Zeroli, Okafor, Traorè. All.: Pioli.

BOLOGNA (4-3-3): Skorupski; De Silvestri (dal 82’ Lucumì), Beukema, Calafiori, Kristiansen; Ferguson, Freuler, Aebischer (dal 66’ Moro); Fabbian (dal 81’ Orsolini), Zirkzee, Urba?ski (dal 67’ Saelemaekers). A disp.: Bagnolini, Ravaglia; Corazza, Ili?, Lykogiann?s; Karlsson. All.: Motta.

Arbitro: Massa di Imperia.

Ammoniti: 2’ Calafiori, 22’ Leao, 36’ Calabria, 39’ Ferguson, 44’ Adli, 45’+2 Loftus-Cheek, 60’ Urbanski, 90’ Terracciano.

Espulsi: 41’ Thiago Motta,  44’ Colinet.

Recupero: 3′ 1T, 5’ 2T.

Lo strano caso di Inter – Atalanta e il concetto di prima data utile

Hanno fatto scalpore tra gli addetti ai lavori non venduti alla causa della Marotta League, quindi due o tre eroi alla stregua di Falcone e Borsellino, le dichiarazioni di Gasperini riguardo il recupero di Inter – Atalanta. Mi ha dato fastidio dove ci hanno piazzato il recupero con l’Inter, tre giorni dopo il Milan a San Siro – ha detto l’allenatore della Dea -. Saremo gli ultimi a recuperare, si poteva inserire nelle settimane precedenti che di spazio ce ne era…

Effettivamente, se possiamo concedere che questa settimana visto che le quattro squadre devono tornare dall’arabia lunedì sera, non si giochi niente (anche se nel 2007 la sempre lungimirante lega serie A ci fece giocare giovedì sera la coppa Italia contro il Catania dopo aver giocato l’ìntercontinentale a Tokyo la domenica prima) – non c’è alcun motivo per cui tali partite non siano state messe in programma la prossima settimana, tra il 29 gennaio e il 2 febbraio.

Lo statuto-regolamento di lega, consultabile qua, recita testualmente. “Per le gare annullate, il Presidente o l’Amministratore Delegato in caso di impedimento del primo o su delega anche generale del primo, provvede a fissare la data di ripetizione della gara, da effettuarsi entro 15 giorni“. Insomma, non c’è alcun margine di trattativa, Inter – Atalanta si sarebbe dovuta giocare tra sette giorni insieme agli altri tre recuperi, togliendo gli asterischi in classifica immediatamente favorendo quindi la regolarità del torneo.

Qualcuno obietterà che l’Inter si sarebbe trovata a giocare contro l’Atalanta tra Fiorentina e Juventus. Spiace, ma le regole devono valere per tutti. Nel 2018 il Milan si trovò, nonostante le richieste, a dover appunto recuperare il derby il 4 aprile, esattamente dopo aver affrontato la Juventus a Torino. Fu un derby che finì 0-0 anche se non fu decisivo per la lotta Champions causa suicidio nel finale del Milan. In quel caso il Milan incassò, rispettò il regolamento e perdette dei punti visto che nella data originale era in un momento di forma nettamente migliore.

Se però il Milan è stato obbligato da regolamento a giocare tre giorni dopo Juventus – Milan non si capisce perché tale regolamento debba fare figli e figliastri e quando tocca all’Inter giocare tre giorni prima della Juventus non essere applicato. Il vero paradosso è che Atalanta – Inter non si gioca nemmeno alla seconda data utile, la settimana successiva, visto che finirebbe tra le partite contro Juventus e Roma. Non si gioca nemmeno il 13 o 14 febbraio, la terza data utile, poiché evidentemente troppo vicina alla Champions.

Insomma, il recupero è stato piazzato dagli addetti ai lavori nella prima data utile, dove per utile si intende utile all’Inter – tra le temibilissime partite contro Lecce e Genoa. Un piccolo scandalo regolamentare che come sempre passa sotto silenzio salvo forzare nuovamente la mano per quanto riguarda il regolamento la prossima volta che tale regolamento farà comodo all’Inter.

Altri precedenti? Atalanta – Torino nel 20222 fu anticipata dopo l’uscita dell’Atalanta dall’EL per farla giocare alla prima data utile, il tutto dopo piagnistei nerazzurri riguardo l’applicazione di tale regolamento che in quella occasione fu applicato alla lettera. L’anno precedente Juventus – Napoli invece non si giocò il 17 marzo per mutuo accordo tra le squadre e fu una piccola vergogna – accordo che chiaramente, come si evince dalle parole di Gasperini, non c’è stato in questo caso.

E allora mi sentirei di chiudere con le parole dell’ex dirigente dell’Inter, Paolillo, quando fu spostato il recupero di Fiorentina – Milan per non farla giocare tre giorni prima del derby, mantenendo, comunque, un impegno per il Milan (l’Udinese in coppa Italia) in tale data:

«Una partita di campionato non è un jolly che uno si gioca quando vuole. Ripeto, c’è un’aria tesa a riaprire i giochi, come dimostrano la mancata espulsione di Bonucci a Bari (nel match che l’Inter ha pareggiato 2-2 in Puglia, ndr) e la penalizzazione di Lucio ieri dopo la prima ingiusta ammonizione. Io mi trovo a guidare un’azienda dove ci sono dei giocatori professionisti, devo far vedere loro che li tutelo -afferma l’a.d. È giusto dire queste cose quando si vince sennò sembrano piagnistei. Stare zitti sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti dell’azienda per la quale lavoro. Io non credo ci sia una congiura premeditata -precisa- ma tutti gli elementi che portano a una riapertura del campionato vengono favoriti. Sarà per psicologia, per l’aria, per la volontà di rendere il campionato più attraente, ma questo sta avvenendo nei fatti. Quello che è successo in Lega è stata una mancanza di rispetto»

Ernesto Paolillo, 25 gennaio 2010

Chissà, il signor Paolillo, cosa direbbe oggi. Quello che è evidente, però, è che il regolamento non è uguale per tutti e alcune squadre anche oggi sono più uguali delle altre. Ad esempio al Milan per il momento non viene concesso di giocare al lunedì sera dopo l’EL e chissà se gli sarà concesso passando il turno. Le regole, in fondo, per i nemici si applicano e per gli amici si interpretano.

Udinese – Milan 2-3: contro i furti e il razzismo

Il Milan vince meritatamente ad Udine una partita che doveva essere sospesa dopo 35 minuti per i cori razzisti a Maignan in un momento in cui il Milan la partita la stava dominando essendo in vantaggio 1-0 e con un rigore netto negato su Pulisic, di quelli che danno solamente quando la maglia è nerazzurra. Poi è successo quello che è successo e i fatti sono in mondovisione – Maresca che ferma la partita, il Milan che vuole uscire e non giocare ma è costretto a rientrare perché poi la perdi a tavolino passando dalla parte del torto – ma è un Milan che chiaramente non c’è più con la testa e subisce subito il pareggio. I razzisti sono stati premiati.

L’Udinese guadagna la partita che voleva fare – tutti dietro a ripartire e a picchiare (con i gialli arrivati troppo tardi e i falli troppo spesso non fischiati). Noi dietro in difesa siamo ridicoli, basta attaccarci per arrivare in area – il secondo gol è una roba da andare in ritiro una settimana ad allenare la difesa e mi chiedo cosa cazzo facciano, errori su errori da giocatori diversi, ha fatto bene solo Gabbia che oggi di gol ne ha salvati due ma non verrà fatto notare perché non conforme alla narrazione portata avanti sul giocatore.

Quello che si è visto in campo mi è piaciuto onestamente poco – con Giroud e Leao abbiamo giocato in nove e per fortuna abbiamo messo dentro Jovic e Okafor che poi si sono rivelati decisivi. La nostra classifica continua a tenersi in piedi per soluzioni totalmente individuali e una profondità di rosa che in Italia nessuno – nemmeno l’Inter – può vantare. Il Milan fa rabbia per quanto di più potrebbe fare rispetto a quello che fa. La partita di oggi onestamente è la copia di Atalanta e Salernitana solo che è andata bene – non si possono continuare a prendere troppi gol.

E’ una vittoria che comunque vale per ora – poco – non tanto per il nostro rendimento che è a +7 su quello dello scorso anno e sempre a -3 da quello dello scudetto ma perché Juventus e Inter stanno facendo un campionato a parte di livello ben superiore a quello nostro di due anni fa. C’è da dire che si spera – almeno – che si sia messa una pietra tombale su chi dice che non ci siamo rinforzati visto che anche oggi tutti e tre i gol arrivano dal mercato.

P.s. prendete il turbante, forse servirà.

UDINESE-MILAN 2-3 

Marcatori: 31′ Loftus Cheek, 41′ Samardzic, 61′ Thauvin, 83′ Jovic, 92′ Okafor 

UDINESE (3-5-1-1): Okoye, Joao Ferreira, Perez, Kristensen, Ebosele (dal 59′ Ehizibue), Lovric, Walace, Samardzic (dal 58′ Payero), Kamara( dall’83’ Zarraga),  Pereyra (dal 45′ Thauvin), Lucca (dal 75′ Success). 

A disp: Padelli, Silvestri, Giannetti, Kabasele, Masina, Tikvi?, Zemura; Camara, Brenner. 

All: Cioffi

MILAN (4-2-3-1): Maignan, Calabria (dal 75′ Florenzi), Kjaer, Gabbia, Hernandez, Adli, Reijnders (dal 67′ Okafor), Pulisic (dal 75′ Jovic), Loftus-Cheek, Leao (dal 90′ Musah), Giroud. 

A disp: Sportiello, Simic, Traorè, Zeroli, Jimenez, Mirante, Romero, Terracciano.

All: Pioli

Arbitro: Maresca di Napoli

Ammoniti: 45′ Kamara, 51′ Ebosele, 55′ Thauvin, 65′ Wallace, 70′ Lucca, 77′ Joao Ferreira, 87′ Hernandez.

Recupero: 6′ 1 T, 6′ 2T 

Charles De Keteleare: basta mistificazioni e vedovismo

E’ ormai tradizione che ad ogni gol del simbolo del fallimento del mercato di Maldini 2022/23, il suo gruppo di vedove, incapaci di aver accettato il fallimento dello scorso mercato, si spenda in lodi per un gol del belga in maglia nerazzurra. Le compagini per cui questi signori si sono spellati le mani sono nientemeno che Sassuolo, Salernitana, Rakow e da ieri il temibilissimo Frosinone. Ogni volta partono le accuse al Milan per non aver saputo valorizzare il talento di questo signore – mai accusa fu più falsa. Pioli ha tantissime colpe – la gestione del belga non è una di queste.

Andiamo a vedere i fatti – come tali non opinabili. De Keteleare arriva al Milan ed esordisce subito da subentrato con l’Udinese. La stessa cosa succede con l’Atalanta. Gioca titolare con il Bologna, subentra con il Sassuolo perché poi gioca da titolare sia il derby che la Champions League con il Salisburgo. Gioca ancora titolare con la Sampdoria, poi subentra in casa con la Dinamo Zagabria, titolare con Napoli, Empoli e Chelsea e panchinaro, subentrato vs Juventus. Poi infortunio muscolare.

In buona sostanza al Milan delle prime 12 (9 di campionato e 3 di Champions) ne gioca sette su 12 da titolare e 5 da subentrato – una era appena arrivato e altre era per ragioni di turnover, non tecniche. Nelle medesime prime 12 dell’Atalanta (9 di campionato e 3 di Europa League) ne gioca 6 da titolare e 6 da subentrato. Dire che Gasperini gli ha dato più fiducia di Pioli è in sostanza una puttanata sesquipedale non confortata dai dati. Numeri oggettivi che fanno cadere l’accusa di scarsa fiducia da parte di Pioli visto che nelle prestazioni mostrate non aveva fatto nulla per meritare quel posto. Dopo queste, esattamente come al Milan, aveva perso il posto subentrando due volte per meno di 20′ tra Empoli ed Inter.

L’unica differenza tra Milan ed Atalanta a livello di campo è stata che all’Atalanta si è infortunato Scamacca e Gasperini lo ha provato come punta. Una cosa per la quale al Milan non è mai stato provato e non era nei piani della direzione tecnica che lo ha cercato ed individuato per fare il trequartista. Come punta, appunto, i risultati sono scarsi – sono sulla linea di quelli di Jovic. Non saranno gol contro Salernitana o Frosinone a ribaltare la realtà delle vedove di un dirigente inadeguato.

L’ultima cosa che nessuno di questi signori con la lingua attaccata al deretano del campo di padel tiene in mente è che giocare a San Siro non è per tutti – servono giocatori che sappiano reggere la pressione ed è evidente che De Keteleare non è stato tra questi. Si fa finta tranquillamente di dimenticare che molti giocatori a Bergamo hanno giocato bene ma poi cambiando squadra e livello sono completamente spariti dai radar – anche Caldara è sembrato buono con Gasperini, per dirne una.

Rimando al mittente tutte le accuse quindi di non avergli dato spazio a prescindere, spazio preso da Brahim Diaz che sul silenzio delle vedove di cui sopra sta facendo meglio di lui al Real Madrid, con una diversa difficoltà, importanza e pressione dello stadietto di provincia. Se hai bisogno di fare giocare un giocatore a prescindere, anche quando non lo merita, perché l’obiettivo è metterlo in condizione a discapito dei risultati forse non dovresti tifare Milan ma rimanere in cameretta a giocare a Football Manager. Nulla può quindi cambiare il fatto che il belga è e rimane un acquisto sbagliato pagato una cifra tale per rendere subito e tale rendimento è imputabile solo alle sue prestazioni e ai suoi errori – non ad altri fattori. Speriamo lo riscattino – sarebbero tanti soldi dal nulla per il niente.

P.s. le vedovelle potrebbero informarci anche su Vasquez, Origi e Ballo-Touré? O lì c’è il silenzio radio?

Milan – Roma 3-1: chiusa per la Champions?

Arriva la terza vittoria consecutiva in campionato, la quinta nelle ultime sei per un ruolino che nonostante venga sminuito continua ad essere importante. Se il Milan dovesse fare 7 punti su 9 nelle tre contro Udinese, Bologna e Frosinone, per dire, arriverebbe ad eguagliare i punti dell’anno dello scudetto. Il campo anche oggi dice che il Milan – o meglio la squadra costruita da Furlani e Moncada – è molto più forte della Roma e riesce a vincere grazie alle individualità. Che è un po’ il copione di tutto il campionato finora.

Rispetto alla follia vista in settimana non cambia il metro arbitrale (manca un rigore nel primo tempo e il secondo giallo a Mancini) e la cosa non deve andare sotto silenzio. Cambia invece la formazione con Pioli che finalmente mette tutti nel suo ruolo a partire da Theo Hernandez a sinistra. La partita segue il copione della classica partita del Milan in questo campionato – ovvero che siamo più forti e andiamo sul 2-0. Poi arriva il momento blackout che in questo caso coincide con un errore di Calabria (che stava giocando benissimo fino a quel momento) sulla linea dell’area e la Roma che trova un gol che non merita.

Qualcuno dice che qua ci sono le basi per una squadra forte – io continuo a dire che invece questa squadra è forte. Datela ad un allenatore che sa allenare i giocatori anche mentalmente e ne vedremo delle belle. Il problema non è tecnico, questa squadra di tecnica ne ha più di tutti, anche più dell’Inter che tra un pompino e l’altro dei nostri “tifosi” gioca con un metro arbitrale a parte di cui sembra essersi accorto solo il presidente della Salernitana.

Vorrei spendere due parole per Gabbia la cui ottima partita ovviamente passerà sotto silenzio dai soliti giovanilisti che vogliono i primavera in campo a tutti i costi invece di essere – appunto – in primavera. Il resto lo dedico al centrocampo dove onestamente da un lato abbiamo capito che Adli anche se resta lento qualcosa può fare sgravato da compiti difensivi mentre Loftus-Cheek ha fatto una partita da spettatore non pagante. Leao invece in campionato è semplicemente frustrante e credo che in caso di arrivo di Conte sarebbe il primo a volare via.

Ora abbiamo una fase interessante perché per un mese giocheremo una sola volta alla settimana: tre infrasettimanali liberi consecutivi in cui non avremo partite. E’ la parte in cui dobbiamo per forza recuperare gli infortunati prima del ciclo finale con il ritorno delle coppe ed evitarne, possibilmente, di nuovi. Di solito in queste fasi, con una gara a settimana, diamo il meglio.

MILAN-ROMA 3-1

Marcatori: 11’ Adli, 56’ Giroud, 69’ Paredes (r), 84’ Theo Hernandez.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Kjær, Gabbia, Hernández (dal 89’ Jimenez); Loftus-Cheek, Adli (dal 89’ Zeroli), Reijnders; Pulisic (dal 79’ Musah), Giroud, Leão (dal 79’ Okafor). A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Simi?, Terracciano, Romero; Jovi?, Traorè. All.: Pioli.

ROMA (3-5-2): Svilar; Kristensen, Mancini (dal 46’ Pellegrini), Llorente (dal 79’ Huijsen); Çelik (dal 79’ Zalewski), Cristante, Paredes, Bove, Spinazzola; Lukaku, El Shaarawy (dal 61’ Belotti). A disp.: Boer, Rui Patrício, Karsdorp, Pisilli, João Costa. All.: Foti (Mourinho squalificato).

Arbitro: Guida di Torre Annunziata.

Ammoniti: 43’ Mancini, 71’ Kjaer, 81’ Huijsen.

Recupero: 1′ 1T, 5’ 2T.

2023-24: le pagelle di metà stagione

Dopo aver giocato 19 partite di campionato, 2 di Coppa Italia e 6 delle Coppe Europee siamo arrivati esattamente a metà della normale stagione sportiva. E a metà della stagione sportiva, come sempre, è il momento delle pagelle.

Portieri

Maignan: 7,5. In salita rispetto alla scorsa stagione. Un solo grave errore contro la Salernitana, per il resto salva il risultato spesso e volentieri che in una squadra con ambizioni non è proprio una cosa positiva. In una squadra con ambizioni il portiere deve essere uno spettatore non pagante.

Sportiello: 7. Quello che ci meritiamo dopo due anni di Tatarusanu. A sto giro sostituisce Maignan anche nell’infortunio della prima parte di stagione, rientrando a Gennaio.

Mirante: 7. Gioca bene contro la Juve (non ha colpe sul gol preso da deviazione) e ha solo una piccola sbavatura con il Cagliari sul 3-0 (ma deviato anche qua). La domanda è: ma se Mirante è questo, perché ci siamo sorbiti due anni di Tatarusanu?

Difensori

Tomori: 5,5. Per me troppo esaltato, è il vero problema della difesa del Milan. Ti costringe a giocare alto perché se giochi basso è uno dei tanti ma è proprio giocando alto che diventiamo vulnerabili. Ti costa letteralmente una puttanata ogni partita.

Thiaw: 5. Io non so come sto coso possa passare per difensore forte. Le due volte che si è trovato senza balia Tomori ha fatto totalmente ridere. Aveva ragione Pioli quando gli preferiva Gabbia. Vendere.

Kalulu: 4,5. Dimenticatevi quello dello scudetto vinto – la sua dimensione è il Bologna ed infatti lì lo volevamo spedire.

Gabbia: s.v. Appena rientrato, c’è da dire che finora ha fatto bene per quel poco che si è visto.

Pellegrino: s.v. Troppo poco (e male) minutaggio per dare un voto. E’ un acquisto per il futuro, non certo per il presente, ma a Napoli ha fatto ridere.

Kjaer: 5. Indecente nella prima parte di stagione, nella seconda registra un po’ la difesa quando torna fino alla sciagurata gara di coppa Italia contro l’Atalanta.

Caldara: s.v. dopo che è stato abolito il reddito di cittadinanza è stato contattato da diversi cittadini napoletani per chiedere come si fa.

Theo: 7. Si deve improvvisare difensore centrale – è un giocatore potenzialmente da top 11 mondiale in mano ad un allenatore pessimo. Basta.

Calabria: 6,5. Lo scorso anno ha annullato Kvara, quest’anno ha annullato direttamente Mbappé. Continuo a non capire come mai sia sempre sotto attacco dei tifosi, Calabria può giocare titolare nel Real tranquillamente.

Terracciano: s.v. Pochi minuti in coppa italia, troppo poco per capirne le potenzialità.

Florenzi: 6. Non mi sento di dargli una insufficienza, certo quando hai davanti Theo e Calabria non è facile giocare.

Centrocampisti

Bennacer: 1. Non me ne frega un cazzo di assist, goal o altro. Se dopo 8 mesi fermo e una squadra che sta cercando di recuperarti non potendoti nemmeno mettere 90 minuti tu te ne scappi a giocare la coppa dei beduini che hai peraltro già vinto da protagonista a Milanello non devi mettere più piede. Fuori dai coglioni, ingrato.

Krunic: 4. Ha giocato male e per male intendo lontano dai livelli che cl hanno consentito di vincere lo scudetto mettendolo nell’11 titolare a fine 21/22. Di certo vista la penuria a centrocampo sicuramente mancherà. C’è da capire come mai si passa da vederlo in campo titolare a vederlo fuori da un giorno all’altro.

Loftus-Cheek: 7. La partita col PSG è stata tanta, tanta, tanta roba. Peccato che in mano a Pioli&Osti questo sia sempre costantemente rotto o a mezzo servizio.

Rejinders: 8,5. Giocatore semplicemente superiore – purtroppo questo tra un paio d’anni lo vedremo in Real, City o simili. Ovviamente il nostro megamind gli fa fare il mediano a tutto campo.

Musah: 6,5. Prestazioni più che positive finché ha visto il campo nel suo ruolo, poi ha cominciato a svariare da terzino a trequartista con risultati ridicoli ma non per colpa sua.

Pobega: 6,5. Altro giocatore ingiustamente accusato di ogni nefandezza ma ragazzi questo è tranquillamente una riserva di un livello che altre squadre di A possono solo sognare di avere. Molto buone le sue prestazioni a Lecce e contro la Fiorentina ma anche contro il Newcastle in Champions, soffre solo a Dortmund.

Adli: 4,5. Non c’è un cazzo da fare, la gente si fa incantare da due passaggetti in verticale ma sto sorcio francese è semplicemente imbarazzante appena si alza il ritmo e necessita di bombole di ossigeno. Sicuramente non può giocare mediano davanti alla difesa – il suo ruolo è trequartista.

Attaccanti

Leao: 5. Non sono sufficienti per il ruolo di leader che vuole e sia per quello che prende, sia per la sua clausola rescissoria, la miseria di 6 gol e 6 assist in 23 partite giocate. Non è accettabile non saper fare un cross o un tiro verso la porta come si deve nell’80% dei casi finendo a ciabattare la palla alta o lunga. Questo Leao non basta per i livelli che pretende di avere. Ad oggi non è nemmeno il miglior esterno del Milan.

Pulisic: 8,5. Il migliore. Un giocatore di livello superiore che con la Serie A non c’entra niente. Letteralmente il furto del mercato estivo. Pensate quando lo vedremo in mano ad un allenatore incapace.

Chukwueze: 6. Non è de Keteleare (a proposito, visti i gol al Real qualcuno ancora si stupisce che giocava Diaz?), il talento c’è e si è visto con due gol in Champions League che hanno ricalcato quelli che faceva con la maglia del Villareal. A differenza di Leao il tiro questo ce l’ha ma si perde nel dribbling. Chi parla di acquisto bocciato ha comunque una malafede grossa come una casa.

Romero: s.v. non si può dare insufficienze per il terzo panchinaro diciottenne, ma la sua dimensione è il Como o il pupazzo nella scatola dei funko pop.

Okafor: 7. Questo è buono, molto buono. Peccato che sia sempre rotto. E dire che volevano Arnautovic.

Jovic: 6,5. Parte male, poi a dicembre si sblocca totalmente. Finalmente una riserva su cui possiamo contare, non come Origi.

Giroud: 6. Croce e delizia. Ogni tanto la sblocca nelle gare importanti ma è per lo più un palo in campo che ci fa giocare in 10. Sbaglia il rigore che ci costa il passaggio del turno in Champions. Per il 24-25 va cercata una punta.

Società ed ex

Pioli: 2. Stagione finita a Gennaio con la rosa più forte del campionato. Se è sulla panchina del Milan è solamente perché lo scorso Giugno non c’erano in giro alternative realistiche di livello. Se non è stato esonerato è per lo stesso motivo e perché questa rosa è così forte da avere solo 3 punti in meno rispetto a quando abbiamo vinto lo scudetto non grazie a Pioli, ma nonostante Pioli. Il giorno dell’esonero sarà festa nazionale, come il 6 giugno 2023.

Furlani: 10. Ci volevano due palle quadrate per cacciare Paolo Maldini fuori dai coglioni dopo la vergognosa estate 22/23. Lui le palle non le ha avute quadrate, le ha avute cubiche. Ha scammato il Newcastle con 70 milioni per un ludopatico. Ha preso calciatori forti in ogni reparto. Purtroppo le macerie di partenza non ci consentono di vincere subito, ma sono sicuro che il prossimo anno con il nuovo allenatore ci divertiremo. Questa non è ibiza.

Cardinale: 8. Se tra un mese i permessi per lo stadio saranno cosa fatta finirà nella storia come il terzo presidente più importante del Milan dopo Berlusconi e Kilpin, con buona pace dei bimbiminchia che piangono perché non hanno l’arabo che spende 300 milioni a mercato. Non siamo più negli anni 2000. Oggi il Milan è un club sano che si autofinanzia e questo vale tantissimo.

Maolo Pandini: 2. Come un Mirabelli qualunque prima di Bologna – Milan mette una bella foto sorridente dopo il gol della pantegana belga col Sassuolo, poi subisce in silenzio il buon avvio di stagione e poi godendo del fallimento di un allenatore a cui ha rinnovato il contratto a 4,5 annui il 1° dicembre fa l’intervista per dire che lui è bravo e gli altri sono cretini. Mai più in società un soggetto del genere, grazie.