Il più grande interista di sempre

Una volta era Mirabelli con Elliott, ora invece, quando le cose vanno male dal tombino è spuntato direttamente lui. Il re del padel, il principe dei mojitos. Con l’amico Currò che ha sempre attaccato il Milan una bella intervista nel momento peggiore della stagione per spaccare ulteriormente il Milan. Come un Daniele Mari o un Pasquale Guarro qualunque. Parliamo ovviamente di Maldini che con non poco risentimento ha deciso di anteporre ancora una volta il proprio ego al bene della squadra e spiegarci i motivi per cui ora facciamo schifo ed è colpa del fatto che l’han cacciato mente lo scorso anno si faceva schifo ma non era colpa sua.

Non sto qua ad analizzare i contenuti, ma dai contenuti si capiscono molte cose. Si capisce che la società è ambiziosa, perché ha come obiettivo vincere la Champions League in tre anni (appunto, il piano chiesto a Maldini), si capisce anche come Maldini interferisse in ambiti non suoi. Quando parla di “non hanno mai firmato giocatori che non ho voluto” il riferimento è a Dybala della scorsa estate che poi è la causa per cui Furlani ha chiesto l’allontanamento.

Maldini rivendica la scelta del rinnovo di Pioli – scelta che di fatto ci è costata la scorsa stagione e ci sta costando questa. Continua a farsi scudo dietro una semifinale di Champions come se fosse un merito suo aver pescato Dinamo Zagabria e Salisburgo e non Dortmund e Newcastle visto che in quel girone, le uniche partite con un’avversaria da Champions, quelle col Chelsea, sono finite 0-3 e 0-2. Perlomeno sappiamo che Cardinale a differenza del garante non ci sta a perdere in semifinale di Champions contro una squadra inferiore – Maldini invece provava a normalizzarlo.

Dall’intervista si evince anche che il responsabile dell’area tecnica interferisce nello stadio, presenta piani di sviluppo dove è lui a decidere i bugdet invece di lavorare con ciò che gli viene proposto. Insomma, non stupisce che in una società a decidere sia il CEO e non il responsabile della parte sportiva. L’intervista si chiude giustamente con un bello spottone pubblicitario per cercare lavoro con le squadre dove andrebbe e quelle dove non andrebbe – un bell’annuncio per dire “per favore, datemi un lavoro”.

Maldini non ha mai nominato il quinto posto in campionato – ha continuato a difendere De Keteleare non ammettendo che se basi tutto il mercato su un giocatore e quel giocatore floppa, tu hai floppato. Addirittura lo ha paragonato a Theo e Leao. La morale è sempre la stessa: io sono un genio e non sbaglio e se qualcosa esce sbagliato è colpa vostra. Ovviamente non mezza parola su Origi, sugli ingaggi di Messias e Florenzi e sul fatto che il mercato post scudetto ha portato il Milan da primo a quinto in classifica.

Interessante la rinuncia a Calhanoglu per l’ingaggio, peccato che stavano rinnovando a 500.000€ in meno di quanto gli ha offerto l’inter e poi abbiano pareggiato l’offerta per provare a tenerlo all’ultimo momento così come è imbarazzante il tentativo di scaricare le colpe per il riscatto di Florenzi, Messias, Origi, Vranckx e gli altri pipponi dicendo che comunque tutto veniva approvato anche dagli altri. Non risulta, ad esempio, che l’algoritmo consigliasse Origi. L’attacco al mercato attuale da chi stava per prendere Berardi, Arnautovic e Pereyra nemmeno lo commento.

Il paradosso alla fine di questa intervista sapete qual è? Che il garante pur di rimanere avrebbe accettato pure il budget ridotto proposto da Furlani (anche qua, discutibile: il Milan ha sempre speso sul mercato ogni euro di cassa dai tempi di Elliott e questa estate non ha fatto eccezione). Il garante – del suo posto di lavoro – se oggi fosse al Milan avrebbe dato la stessa risposta che dava lo scorso anno in situazioni uguali o peggiori, in quelle interviste dove andava ad autoassolversi e dare tutta la colpa ad altri: siamo nei parametri.

Lo stile non si compra – Galliani non ha mai rilasciato mezza parola sull’operato di Fassone o Mirabelli dopo essere stato liquidato, lo stesso Marotta come molti altri non ha mai detto mezza parola sulle sue ex squadre. Lo Jannik Sinner dei campi di padel di Ibiza ha invece deciso di frapporsi tra i tifosi e chi ora rappresenta il Milan decidendo quindi di mettersi in contrapposizione allo stesso come una entità esterna, insomma dopo questa intervista o stai con Maldini o stai con il Milan. E io sto con il Milan.