L’equivoco Kakà. Per l’ultima volta.

Domani si gioca una partita speciale, in uno stadio speciale, con un avversario speciale. Una di quelle partite che solo a giocarle ti danno delle sensazioni particolari e che nell'era Berlusconi hanno fatto in modo che il Milan diventasse grande in Europa, mentre gli altri stavano a guardare le nostre imprese.
Quel Milan non c'è più, fino a qualche mese fa sapevamo con certezza che la nostra squadra sarebbe andata a Madrid e ci avrebbe resi orgogliosi, indipendentemente dal risultato. Oggi la paura è quella di prendere bastonate sulle orecchie.
Mi piacerebbe parlare di questa partita, del fatto che la affronteremo con Dida in porta e la cosa mi mette i brividi al solo pensiero, mi piacerebbe parlare della formazione, del ritorno di Borriello, dell’assenza di un fenomeno come Ronaldo, delle speranze che Ronaldinho si risvegli proprio nello stadio dove ha toccato l'apice della sua carriera, con i tifosi merengues in piedi ad applaudire il Gaucho blaugrana, roba dell'altro mondo…ma inevitabilmente questa partita è per molti tifosi e per tutti i media la partita di Kakà. Purtroppo, perché presentare questa sfida come la sfida del cuore tra Milan e Kakà è riduttivo.

Lo sapete come la penso sul nostro ex numero 22, non mi interessa quello che fa oggi, rappresenta il passato, non piango per la sua cessione e non l'ho mai fatto, non voglio considerarlo una vittima. Certe decisioni si prendono insieme, la società gli ha comunicato che per esigenze economiche sarebbe stato messo sul mercato, lui ha scelto il Real, rifiutando in partenza altre offerte interessanti (Chelsea) e "costringendo" la società a venderlo ad un prezzo minore di quanto non sarebbe stato se Ricky non avesse imposto la destinazione. Poco importa, tanto quegli eventuali soldi non sarebbero stati investiti lo stesso, però…
Le due parti hanno entrambe fatto il loro interesse, il Milan voleva venderlo e l'ha venduto, Kakà ha scelto un'ottima destinazione per rilanciare la sua carriera e per continuare a coltivare sogni di gloria, non mi sento tradito da lui, ha fatto una scelta assolutamente comprensibile, gli si è presentata un'opportunità importante e l'ha colta al volo. Nessun astio, quindi, se non fosse per il fatto che molti Rossoneri vedono questa vicenda come un tradimento e vedono in Ricky la vittima di Galliani e Berlusconi; io proprio non ce la faccio a considerarlo tale. Evidentemente, dal mio punto di vista, la sua faccia pulita, la sua mano sul cuore dopo ogni gol anche quando aveva già le valigie pronte, il suo sventolare la maglia dalla finestra quando aveva già comunicato al Milan che non avrebbe disdegnato l'approdo in Spagna, sono riusciti a persuadere molti tifosi della sua "innocenza". Non odio Kakà, però mi infastidisce questa cosa, che molti dimentichino che nei suoi anni al Milan è sempre stato piuttosto incerto nel dare risposte concrete alle domande sul suo futuro. Troppi “vorrei”, troppi “un giorno”, troppi “lo sa solo Dio”. E’ sempre stato chiaro che il Real lo affascinava, vogliamo forse dimenticarci del fatto che suo padre, ben prima della scorsa estate si era incontrato con i dirigenti madrileni? Vogliamo pensare che il padre agisse all'oscuro del figlio il quale voleva invece con tutto il cuore rimanere al Milan a vita? No, io non lo penso proprio.

Non c'è nulla di male in quello che ha fatto, ripeto, il fastidio che mi procura Kakà nasce indirettamente dall'atteggiamento  che hanno molti tifosi verso di lui.
E quello che vedremo domani sera sarà solo l’antipasto di quanto avverrà tra due settimane a San Siro, dove,  visto come girano ultimamente le cose, non mi stupirei se ci fosse più tifo per il figliol prodigo che per il Milan.

Credo proprio che eviterò pre e post-partita in questa doppia sfida, certi sentimentalismi non mi piacciono, specie se non sono meritati. Per il resto Kakà sarà un avversario, in teoria come tutti gli altri, anche se probabilmente alla sua prima volata mi verranno in mente piacevoli ricordi, il giocatore e quello che ha fatto per noi non si discutono. Ma i ricordi dureranno poco, per lasciare spazio all’attualità, al Milan di oggi.

                                                  

Kakà passa. Il Milan resta.
Sempre.

3 punti e basta

Dedico il post a tutti coloro che invece di sostenere la squadra la stavano danneggiando, con quei pensieri assurdi e fuori luogo di un Milan in lotta per la salvezza. Lo dedico anche a chi pensa che il Milan non sia più in grado di vincere con le proprie forze, ma che ieri sera abbia rubato la partita, lo dedico agli interisti a cui non basta vedere la loro squadra vincere, ma presi dal complesso di inferiorità maturato negli ultimi 20 anni sono ancora lì che sperano che il Milan perda anche quando non può più impensierirli nella lotta per il titolo, e infine lo dedico a Mangiante, il giornalista di Sky e il suo assurdo teatorino Ranieri – Mexes – Pradè nel dopogara. Il Milan coglie 3 punti meritati. Senza palle. Contiene la Roma nel primo tempo, con una difesa in cui ognuno faceva quello che gli pare. E' vero la Roma ha attaccato molto, ma nell'unica azione in cui ha segnato, il gol glielo abbiamo regalato noi. Poi all'improvviso uno sconosciuto… è in porta a parare tutto. Nelson Dida, ancora lui. Incolpevole sul primo gol, tra i migliori in campo della partita. La sensazione iniziale è che finisca tutto come al solito, loro che segnano alla prima occasione avuta, poi ci attaccano ma non combinano nulla. Eppure qualcosa cambia: si infortuna Abate, unico che del Milan di questo inizio di stagione non avrei mai tolto. Ma c'è una partita da recuperare e Leonardo ne approfitta: 4-3-3. La difesa della Roma si allarga, Pizarro salva un'occasione netta su calcio d'angolo (anche se poi di occasioni a fine partita si ricordano solamente quelle che subiamo e mai quelle che creiamo), teniamo la Roma lì nella loro area. Per la prima volta si vede nei giocatori (tranne Seedorf che ha camminato 90 minuti) quella voglia di correre e di fare gioco. Rosetti abbrevia l'agonia della Roma concedendo un rigore che in diretta mi è parso netto, al replay meno ma darlo non è uno scandalo. Ronaldinho segna e dopo fa un gran lancio per Pato (ma non erano due giocatori scarsi e finiti?). E' il 2-1. Strappato da provinciale come qualcuno voleva che giocassimo. Si mangeranno poi due occasioni Pato e Seedorf per chiudere la gara. Rosetti prova a riaprirla lui mandando sotto la doccia Ambrosini. Ma per la Roma è buio pesto. A Ranieri e soci non resta che rosicare. La classifica parla chiaro. Siamo a soli tre punti da Juve e Fiorentina e sotto di noi ci sono ben 12 squadre. Chi continua a parlare di retrocessione se ne scelga una e tifi per quella.

Milan e Milano… la domenica della verità.

O'Brien alzo' quattro dita.
-Quante sono le dita che tengo alzate, Winston?
-Quattro
-E se il Partito dice che sono cinque, quante dita sono?
-Quattro
Winston urlo' di dolore a causa di una macchina controllata da O'Brien
-Quante dita, Winston?
-Quattro
-Quante dita, Winston?
-Quattro! Cosa altro posso dire?Quattro!
-Quante dita, Winston?
-Quattro!Basta!Basta! Ma perchè non ti fermi? Sono quattro, quattro!
-Quante dita sono, Winston?
-Basta!Cinque!Cinque!Cinque!
-No, Winston non serve a niente. Tu stai mentendo. Pensi ancora che siano quattro. Per piacere, quante dita sono?
-Quattro!Cinque! Tutto quello che vuoi! Ma basta con questa sofferenza! […]
[…] -Sei lento nell'apprendere, Winston
-Ma come posso fare a meno…come posso fare a meno di vedere quello che ho davanti agli occhi? Due più due fa quattro.
-A volte, Winston. A volte fa cinque, a volte tre. A volte fa cinque, quattro e tre contemporaneamente. Devi sforzarti di più. Non è facile diventare sani di mente.

(Da George Orwell, 1984)

E' il momento, se volete, l'ennesimo, di dimostrare che non siamo quello che i giornali, la stampa e la gente vogliono che siamo. Oggi sapremo quanto è servita la sosta. Troveremo una squadra, la Roma, che ha vissuto momenti simili a noi a inizio stagione, ma dai quali ha saputo uscire. E non vedo perchè noi dobbiamo essere gli unici a rimanere dentro vita natural durante. Per la prima volta la formazione mi piace: Oddo e Zambrotta sulle fasce, fuori Jankulovski, Abate a spingere a centrocampo, nel suo ruolo. Davanti l'arma a doppio taglio del puro talento di Dinho, Pato e Seedorf. Ormai siamo rimasti in due a credere in Ronaldinho: io e Berlusconi, ma sono convinto che il Brasiliano potrà dare ancora molto a questo Milan. Magari con un po' meno di pressione da parte della stampa. Non mi sembra che altri fenomeni brasiliani (vedi Diego) abbiano fatto un granchè di più. Eppure si continua a parlare male sempre e solo di Ronaldinho, destabilizzando l'ambiente e il giocatore. E' il momento di cominciare a risalire la classifica: in caso di vittoria questa sera, Juventus e Fiorentina sarebbero a soli tre punti. Ripeto quello che dico da inizio stagione: l'assenza di Kakà non può essere una scusante per etichettare come scarsa una squadra che a tre giornate dalla fine l'anno scorso poteva ancora matematicamente vincere lo scudetto. Rispetto allo scorso anno non ci saranno nè Totti nè Dida. E questo può essere solo un fattore positivo, visto come andò. Arbitra Rosetti: visti i precedenti, speriamo che dia buoni solamente i gol segnati di piede.

LE PROBABILI FORMAZIONI DELLE SQUADRE:

Serie A 8a giornata: Milan-Roma e Lazio-Sampdoria (tv SKY, M, Premium, Dahlia)MILAN (4-4-2): 30 Storari , 44 Oddo , 13 Nesta , 33 Thiago Silva , 15 Zambrotta , 20 Abate , 21 Pirlo , 23 Ambrosini , 10 Seedorf , 7 Pato , 80 Ronaldinho (1 Dida , 19 Favalli , 18 Jankulovski , 16 Flamini , 77 Antonini , 11 Huntelaar , 9 Inzaghi) All. Leonardo

Serie A 8a giornata: Milan-Roma e Lazio-Sampdoria (tv SKY, M, Premium, Dahlia)ROMA (4-4-2): 32 Doni , 77 Cassetti , 5 Mexes , 29 Burdisso , 17 Riise , 11 Taddei , 7 Pizarro , 16 De Rossi , 20 Perrotta , 89 Okaka , 9 Vucinic (1 Lobont , 3 Andreolli , 22 Tonetto , 14 Faty , 24 Cerci , 94 Menez , 19 Baptista) All. Ranieri

Prima del Milan, alle 18.15 è il momento dell'Olimpia Milano, al Lido contro Ferrara. Due punti in comune col Milan: non c'è più la stella, David Hawkins, ma la squadra è stata ulteriormente rinforzata rispetto alla scorsa stagione. Come il Milan, però, anche qui i risultati non sono arrivati. Perso contro Varese, che ieri sera è stata letteralmente asfaltata a Teramo oggi serve a tutti i costi una vittoria per dimenticare la pessima prestazione, che ha messo in atto i soliti problemi: troppe palle perse. Il problema principale resta il Playmaker: non se ne vede uno decente indossare le scarpette rosse dai tempi di Sacha Djordevic. Con Varese inoltre non si è mai vista una voglia di fare seria, quasi come se la palla nel canestro per i giocatori in campo entrasse da sola. Oggi serve una vittoria convincente per dimostrare che sotto Siena, per ora, c'è solo Milano.
La Carife è una squadra pericolosa, l’anno scorso ottenne tranquillamente la salvezza, ora l'obiettivo sono i play-off, grazie ai nuovi innesti. Da tenere d'occhio Luke Jackson, ala americana del 1981, con un passato in Nba, che già alla prima è piaciuto con 23 punti all’esordio, il “folletto” Anthony Grundy, protagonista a Teramo qualche anno fa e il francese ex Olimpia Yohann Sangarè, mai decisivo a Milano, ma che sembra avere trovato una buona rotazione a livello di esterni. Sotto canestro invece tutto ruota intorno a Jamison, pivottone di soli 204 cm, ma molto fisico, ormai al suo terzo anno con i biancoblù, e al dinamismo dello svedese Oluoma Nnamaka e dell’oriundo Joel Salvi. Due assenze nelle file Milanesi: Joey Beard ancora fermo per problemi muscolari e Jeff Viggiano che domani sarà operato per mettere a posto il legamento del pollice sinistro. Arbitrano Lamonica, Giansanti e Gori, palla a due alle 18.15.

 
 

Vorrei chiarezza…

Sarò breve, è uscito sul sito del Milan l'elenco dei convocati per la partita di domani con la Roma; ebbene i convocati di Leonardo sono 18, tra i giocatori indisponibili  figura Gattuso, oltre ai soliti noti Abbiati, Bonera, Di Gennaro e al "neo-infortunato" Onyewu, mentre sono due i giocatori che figurano nell'elenco dei non-convocati: Kaladze e Marco Borriello. Ed è proprio di quest'ultimo che voglio parlare. Dalla sciagurata partita contro l'Inter, il nostro non mette piede in campo; ufficialmente infortunato, i cui tempi di recupero, come troppo spesso accade al Milan da circa un anno a questa parte, sono sconosciuti. Sembrava dovesse tornare proprio dopo la sosta, poi una ricaduta, lavoro fisioterapico, lavoro a parte e oggi si apprende che non è stato convocato. E' facilmente intuibile che il giocatore dovrebbe essere recuperato dal punto di vista fisico, altrimenti figurerebbe nell'altro elenco, quindi dovrebbe trattarsi di scelta tecnica. Dico dovrebbe per due semplici ragioni: la prima è che nella conferenza stampa odierna del nostro (non) allenatore non c'è alcun riferimento a Borriello, o quantomeno nessun organo di stampa, compreso il sito ufficiale, riporta delle dichiarazioni di Leo sul nostro ariete, perciò credo proprio che non se ne sia parlato. La seconda è che si fanno sempre più insistenti le voci sulla vita privata del giocatore. Ci sono persone che dicono che non si sia ancora ripreso da alcuni avvenimenti personali (la fine della storia con Belen), altri dichiarano di vederlo sempre più spesso in discoteca fino a tarda notte (o meglio, mattino inoltrato), alcuni si lanciano in tesi più preoccupanti e penso più fantasiose, ossia che Marco faccia uso di sostanze strane. Certe voci giravano già lo scorso anno, ma nelle ultime settimane si sono fatte sempre più insistenti. Ora, la verità io non la conosco, come al solito esiste una spiegazione più razionale e cioè che Borriello non è ancora al top, in attacco giocheranno probabilmente Ronaldinho e Pato, con Huntelaar e Inzaghi in panchina: quindi  una terza punta in panca sarebbe di troppo. Ma dal momento che nessuno fa chiarezza, che non si sa nemmeno bene di preciso quale problema (fisico) abbia avuto il centravanti ex Genoa, questa volta sono tra i primi a cercare una risposta alternativa a quella che sembra la più logica.

A pensar male si fa peccato, ma …

Ovviamente, mi auguro che non ci sia nulla di vero, continuo a credere che Marco Borriello al 100% sia l'attaccante giusto per questa squadra e spero di vederlo al più presto in campo.

Si riparte dalla Roma.

Ci siamo, la pausa per le nazionali è finita, finalmente aggiungo io, ora niente più soste fino a Natale, ci aspettano 10 partite di campionato più 4 di Champions, tra cui il doppio affascinante confronto con il Real Madrid; ma andiamo con ordine e pensiamo alla prima di queste sfide, quella di domenica sera con la Roma.

Il Milan: c’è la curiosità di vedere come la squadra ha lavorato durante la sosta, sosta che non ci ha privato di moltissimi giocatori (solo sei e l’infortunio di Onyewu non ha tolto il sonno a nessuno) e che ci ha restituito Thiago Silva, mentre su Marco Borriello rimane un fastidioso velo di silenzio: le ultime lo danno tra coloro che svolgono lavoro a parte. Si spera che queste due settimane siano servite soprattutto a Leonardo per chiarirsi un po’ le idee, sembrate troppo confuse nella prima parte di stagione.
La novità, a quanto si dice, potrebbe essere rappresentata dal cambio di modulo, da Milanello infatti filtra l’ipotesi di abbandonare il centrocampo a rombo per passare ad uno in linea, per il più classico dei 4-4-2. Questo modulo dovrebbe dare maggiore compattezza alla squadra, riducendo il rischio di trovarsi in inferiorità numerica ad ogni contropiede avversario. Le perplessità nascono però dal fatto che l’unico esterno veramente affidabile è Abate e che in questo modo tutti e quattro i nostri giocatori di fascia (Antonini non lo considero, come non lo fa Leonardo del resto) sarebbero in campo contemporaneamente, a meno che Seedorf non si ritagli, al solito, un posto da titolare, anche come centrocampista di fascia.  Se venisse applicato questo modulo, tra l’altro, giocherebbe presumibilmente un solo mediano dei tre a disposizione, con il rischio quindi di vedere Flamini spesso in panchina: si sa che al Milan le gerarchie contano parecchio e in questo senso Gattuso e Ambrosini gli sono superiori di molto.


La Roma: viene da un ottimo periodo di forma, la cura Ranieri sta decisamente funzionando; la squadra è meno spettacolare di quella di Spalletti, ma ha guadagnato molto in fatto di compattezza e concretezza. La difesa, pur non trascendentale,  non è più il colabrodo di un mesetto fa; l’attacco è ed è sempre stato molto temibile, sono molte le frecce nell’arco dei giallorossi: dagli scambi veloci tra le punte, agli inserimenti degli esterni, ai calci da fermo di Riise e Totti, al tiro dalla distanza di De Rossi.  Considerando che di questi tempi basta uno Zurigo qualsiasi a farci soffrire, la Roma è sicuramente una squadra che mette paura.

I precedenti: dalla vittoria-scudetto del 2 maggio 2004 (1-0 gol di Shevchenko), i giallorossi ci hanno quasi sempre fermato a San Siro. Una sola vittoria nostra, un pareggio e ben tre sconfitte consecutive. L’ultima, quella dello scorso maggio, alla penultima giornata di ritorno, verrà ricordata negli anni non tanto per il risultato finale (2 a 3), quanto per il grottesco saluto riservato dalla Curva Sud a Paolo Maldini, nel giorno della sua ultima partita a San Siro con la maglia del Milan.

 

Ripartiamo. E facciamolo bene, per metterci alle spalle questo difficile inizio di stagione e il pessimo ricordo dell’ultima sfida.

L’angolo dei pronostici – 18 e 19 Ottobre 2009

Ci si avvicina a un super Week-end: Juventus – Fiorentina; Genoa – Inter e Milan – Roma. E’ un week-end che puo’ dire molto. Puo’ dire chi è ancora da scudetto e chi no. A Torino una buona Fiorentina si presenta alla Juve con gli stessi punti in classifica, ed è il pari per me il risultato che avremo al 90esimo: 1-1. Neanche il tempo di cenare che subito dopo avremo Genoa – Inter, Mourinho torna a Genova dove ha perso già con la Sampdoria. Non ci sarà Milito, fuori un mese, ci sarà forse Thiago Motta. In attacco Eto’o: un bel gol al Parma in questo inizio di stagione, poi più nulla. La mia previsione è che finisca ancora come a Genova: 1-0 Genoa, magari, gol di Crespo. Sempre che non si inventino ancora gol inesistenti per Balotelli come l’anno scorso. 24 ore dopo a Milano scendono in campo i ragazzi, contro la Roma, la cui evanescente difesa potrebbe aiutarci a ritrovare la via del gol. Si parla di Seedorf dietro a Dinho e Pato, soluzione che mi piace: via, diamo fiducia: 2-0 secco. Potrebbe sbloccarsi anche Huntelaar entrando a partita in corso. All’estero poco o niente in Inghilterra, la partita più interessante si gioca allo Stadium of Light tra Sunderland e Liverpool. Dopo aver fatto bene con lo United per me il Sunderland potrebbe imporre il pari agli uomini di Benitez. In Spagna partita facile per il Real che regolerà facilmente il Valladolid per pensare poi alla doppia sfida col Milan. Ma la sorpresa arriverà da Valencia, dove il Barcellona perderà partita e vetta.
In sintesi (vi do anche le quote per chi se le volesse giocare, io personalmente non me le gioco)

Juventus – Fiorentina X

3,40
Genoa – Inter 1 3,25
Milan – Roma 1 2,15

Real Madrid – Valladolid 1 1,12

Valencia – Barcellona 1 4,85
Sunderland – Liverpool X 3,60

Carlo Ancelotti Show

Un Carletto così forse non l'avevamo mai visto nei sette anni di Milan. Finlmente ha potuto levarsi tutti quei sassolini dalle scarpe che quando era tesserato per noi non ha voluto (o forse non ha potuto) levarsi. E' lui a difendere il Milan. Problema questo che ormai caratterizza la società da molti anni. Non ho mai visto né Ancelotti, né Galliani, né Berlusconi né ora Leonardo difendere la squadra come farebbe in prima persona qualcuno dell'altra sponda. Ma torniamo alla frase che ha fatto più clamore: quella su Mourinho. Ha ragione Carlo, ancora una volta. Lui che di coppe ne ha vinte ben due, una in quella che attualmente è ancora la più importante partita del calcio italiano a livello di club, a cui si aggiunge uno scudetto nel 2004. E' riuscito a vincere tutto con la stessa squadra. E' arrivato come "il perdente che alla Juventus aveva fallito" ed è diventato il miglior allenatore al mondo. Poi la scelta di separarsi, una squadra che non seguiva più i suoi ordini e con un gioco che stava diventando sempre lo stesso e sempre prevedibile. Ora la grande opportunità: portare a Londra quella coppa che Mourinho ha inseguito inutilmente dopo essersi fatto fare da Abramovich la squadra su misura e che un Avram Grant qualunque ha portato a una scivolata dall'alzare il trofeo. E' un Ancelotti diverso quello inglese, più libero, più sfacciato con gli avversari, che ha più consapevolezza di sè e dei propri mezzi come d'altronde accade in Premier League. Parla dei tifosi della Juve, una storia vecchia quella, mai digerita a Torino, dove se non vincevi uno scudetto eri per forza un perdente. Eppure ora sappiamo come andavano quei campionati.

Probabilmente è stato giusto così, per tutti e due ora è una grande opportunità. Per il Milan per ricominciare e rinnovare e per Carlo che ha finalmente la sua grande opportnità di muoversi liberamente senza imposizioni dall'alto.

"Le panchine sono uguali in tutto il mondo, sei vinci sei bravo, se perdi sei un coglione“.

Ora è la tua occasione. Alza la coppa a Madrid, ancora una volta. E poi zittisci quelli che diranno che comunque un po' di merito della vittoria sarà a causa delle scelte di Mourinho. Ci vediamo a Madrid Carlo, sono sicuro che tu ce la farai. Noi un po' meno.

Il bivio

Entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem et frustra fit per plura quod fieri potest per pauciora. 
Siamo nel XIV secolo. Con questa semplice frase Guglielmo da Occam distrugge circa 2000 anni di storia della filosofia. "Non moltiplicare i problemi più del necessario. La soluzione molto spesso è la più semplice". Non è proprio la traduzione letterale, ma è la sintesi di quanto detto sinora. La situazione del Milan non è problematica. O perlomeno non lo è ancora. La vetta è lì. A soli 7 punti. Ma per poterla guardare senza quel respiro affannoso bisogna risolvere i problemi. Anzi, prima semplificarli, poi risolverli.
Non è la prima volta che ci troviamo in una situazione del genere. Basti pensare alla stagione 2006/07. Eravamo partiti bene, poi un calo. 2 vittorie in 13 partite di campionato. Una classifica che ci vedeva a 13 punti dopo 15 giornate, 14 gol fatti e 14 subiti e ben 4 sconfitte con un girone di Champions League passato per il rotto della cuffia. Eppure quella era la squadra che a fine anno la coppa l'avrebbe sollevata. La svolta arrivò a Gennaio con una preparazione decente. Da lì siamo stati la squadra più in forma di quel campionato, fino al raggiungimento dell'obiettivo minimo del terzo posto. E poi Paolo la alzò. Eccoci quindi di nuovo di fronte a un bivio, più che un bivio, per chi come me conosce Milano, è come cercare di rientrare su corso Buenos Aires per tornare verso Loreto una volta svoltato a destra dal corso stesso. Quasi impossibile, ma la strada c'è. E' quella strada che deve trovare Leonardo col Milan, senza guardare in faccia a nessuno. Semplifichiamo il problema. Promossa la difesa, per un semplice motivo: derby a parte i gol incassati sono gli stessi, se non simili rispetto alla scorsa stagione. Uno dallo Zurigo, anche uno di meno rispetto all'Udinese e al Siena, due di meno col Bologna, compensati dal gol preso a Bergamo. In più le due neopromosse dalle quali però non abbiam preso alcun gol. Il problema è la miglior difesa: l'attacco. Inzaghi ci regala ancora nottate straordinarie, ma è un giocatore che rende 1 partita ogni due mesi. E questo da un paio di anni. Borriello sarebbe la punta ideale per il gioco del Milan, che prevede un numero innumerevole di cross (vani) ogni partita. Pato e Huntelaar non li voglio nemmeno discutere. Sono due grandi campioni che hanno dimostrato quello che valgono. Pato in Italia e Huntelaar nella Liga. Stanno attraversando un pessimo momento di forma. Il problema è che lo stanno attraversando in contemporanea. Quando uno dei due uscirà ne uscirà anche l'altro e vedremo di che pasta sono fatti.
Nel momento chiave della stagione arrivano due partite che Leonardo può anche permettersi di perdere. Nessun individuo dotato di ragione lo criticherà, a mio parere se farà 0 punti con una Roma che a San Siro vince da tre anni consecutivi o nel caso non dovesse espugnare il Bernabeu, cosa che a nessun allenatore del Milan è mai riuscita. Non pretendiamo le stelle, ma per la prima volta la squadra andrà in campo senza pressione, senza quel dover vincere per forza.
Ho un sogno nel cassetto: vedere Ronaldinho involarsi ancora in corsa verso la porta di Casillas, come quattro anni fa applaudito da tutto il Bernabeu. Forse rimarrà solo un sogno, ma non smettiamo di sognare, la speranza è sempre l'ultima a morire. E Galliani non riuscirà ad uccidermela nemmeno usando una mannaia.

P.s. Scusate se mi può essermi venuto un po' da schifo ma finora ho scritto in altri posti di tutto ma mai di calcio per principio. Ora questo principio è venuto meno. Vediamo di migliorare l'aspetto sportivo…
P.p.s. Due ore per fare un post

Così, per caso…

Per caso, è così che è nato questo blog.
Volevo solo sapere come inserire le emoticon nei miei commenti su MRN, qualche giorno prima che il nuovo splinder entrasse in funzione a tutti gli effetti.
Mi risponde Apocal, che mi dice che devo creare un blog per poterlo fare…ma come, tutto ‘sto casino per una faccina? Vabbè, proviamo, in fondo non mi costa nulla. Blog creato, ora posso mettere le faccine nei commenti.
Ma già che c’è il blog, perchè non provare a scrivere qualcosa? Al massimo poi lo cancello, voglio solo provare a vedere un mio post pubblicato; così scrivo qualche riga e clicco su pubblica. Bene, il mio post c’è, se avrò ancora voglia di buttare giù qualche riga lo farò. E l’ho fatto, poco dopo, un post più impegnato, un’idea che mi sembrava carina. Chissà cosa ne pensano gli altri mi sono detto e così ho mandato qualche pvt, c’è un nuovo blog sul Milan, se volete fare una visita siete ben accetti. Ma che brutta la grafica, il template per dirla in linguaggio informatico, vediamo di sistemarla un pochino, così se in futuro qualcuno verrà a trovarmi troverà un blog presentabile.
Non sono un mago del pc, ma mi applico, ho un pomeriggio vuoto da destinare al template e all’header, chiedo qualche consiglio al buon Apocal e pian piano ci prendo gusto. Una modifica di qua, una colorazione di là, un Maldini un po’ più largo, qualche pasticcio con le scritte, Apocal, come si fa?
La base c’è, col tempo cercherò di eliminare i difetti, sì perchè ormai ho deciso di dedicarmici a questo blog.
Le modifiche sono fatte, facciamo un post, vediamo se piace.
Poi succede che trovo un pvt, è Diavolo1990, da qualche giorno non si vede su MRN, è una risposta alla comunicazione dell’apertura del blog. Mi dice che stava proprio per chiedermi di aprire un blog insieme, l’ho bruciato sul tempo! Bhè il blog c’è, io pure, manca Diavolino. Ma tra poco arriva, o almeno così mi ha detto, io l’invito gliel’ho spedito, lui ha risposto, è il mio compagno di viaggio. Sono contento, un aiuto fa sempre comodo, ci potremo alternare nei post, che saranno così più numerosi, con diversi punti di vista e poi…bhè Diavolino è molto pratico di informatica, certamente mi darà una mano importante.

Quindi il blog da oggi diventa il nostro, io e Diavolo, Diavolo e io. E il Milan, ovviamente!
Chi vuole aggiungersi a commentare è il benvenuto!

Un ringraziamento particolare ad Apocal per l’aiuto ottimo che mi ha dato in questi giorni.

Come d’incanto (un altro) Pato

Avevo detto qualche post fa che il nostro Papero meritava capitolo a parte. Eccolo, tutto per lui.

Come dicevo, è la più grossa delusione di questo inizio di stagione, ovviamente da dopo Siena ad oggi.

Dov’è finito il giocatore che fino a qualche mese fa faceva la differenza da solo e che con le sue accelerazioni ci faceva sognare un futuro migliore, costruito intorno a lui?

Da solo, appunto, perchè Pato non ha certo bisogno che la squadra si esprima al meglio per giocare bene, lui è un solista, uno che può accendere la partita con una giocata individuale, come l’anno scorso ha fatto più volte, in una squadra, quella di Ancelotti, che non era certo molto più forte, rapida e veloce di quella di oggi.

E allora, qual è il motivo di questa involuzione così netta e così imbarazzante? La risposta può essere che si sta semplicemente verificando quello che molti di noi temevano in estate e cioè, che dopo la partenza dell’amico Kakà e il ridimensionamento della squadra, il Papero si senta in gabbia. E magari da questa gabbia vorrebbe evadere, per andare il più lontano possibile. Il dove, non saprei dirlo, dato che il Chelsea ha il mercato bloccato, Real e Barcellona sono stra-coperti nel ruolo e che comunque non se ne parla fino a giugno.

Se il rendimento del ventenne di Pato Branco sarà questo fino a fine anno, difficilmente arriverà qualcuno con le chiavi ad aprire la gabbia per portarlo lontano da Milano.

Però, volendo, si può vedere anche il bicchiere mezzo pieno…oddio, forse proprio mezzo no, facciamo un quarto.

Bene, lo scorso anno, più o meno di questi tempi, Pato non attraversava un momento molto migliore di questo; partiva spesso dalla panchina, segnava poco, sembrava involuto rispetto al primo anno (dove per me ha fatto bene, ma non benissimo), con Carlo Ancelotti che addirittura gli tirò le orecchie in un paio di occasioni in confrenza stampa (“Deve allenarsi meglio“). Nel frattempo sul web impazzava la campagna Salviamo Pato, ricordate?

Qualche settimana più tardi Pato è diventato titolare inamovibile e assoluto punto di riferimento per la squadra, in poche parole: un Fenomeno.

Per questo motivo aspetterei ancora qualche settimana prima di esprimere giudizi più o meno definitivi sul nostro numero 7, mi auguro che esca dal guscio come fece l’anno scorso e torni a spaccare in due le difese avversarie con le sue accelerazioni.

Certo è, che dopo la partenza di Kakà, mi aspettavo da Pato una crescita maggiore, soprattutto dal punto di vista del carattere e della personalità.
Salvati Pato e

Salvaci Pato.

Per una volta…

Irlanda-Italia 2-2, il punticino che serviva è arrivato e per una volta devo fare i complimenti al Gila.
Bel gol, soprattutto importante, bravo Gila!

Andiamo in Sudafrica!
Forza azzurri!

p.s: il blog è ufficialmente aperto!

Lavori in corso

Per chi, come me, non è un campione di informatica, sistemare un blog può essere molto complicato…

Abbiate pazienza, spero che nei prossimi giorni il blog diventi completo

L’alfabeto del Milanista 2009-10

A come ABATE: e lo dico con un pizzico di presunzione, perchè quest’estate ho fatto più volte il suo nome come possibile sorpresa. Sta bruciando le tappe, ci piacciono molto la sua grinta e la sua personalità. Sicuramente un punto fermo da cui ripartire.
B come BERLUSCONI: perchè che piaccia o no, il nostro Presidente oggi è lui e credo che lo sarà ancora per un po’ di tempo. Quindi non resta altro che sperare che Silvio si rinnamori del nostro Milan e ci porti fuori da questo tunnel nel quale lui stesso ci ha condotti.
C come CARLETTO: insultato a ripetizione lo scorso anno (anche da me), ma oggi forse dobbiamo ricrederci. Il terzo posto, a pari punti della Juve, con la seconda miglior difesa, con quella rosa, con un anno intero con Maldini e Favalli centrali quando andava bene, altrimenti Maldini e Senderos, senza Nesta, senza Abate, senza Borriello eccetera non è affatto un pessimo risultato.
D come DINHO: cioè colui che doveva essere il nostro nuovo leader. Non lo è, semplicemente non lo vuole diventare, si accontenta di qualche giocata estemporanea in campo e di fare la bella vita fuori. Non un gran comportamento per uno che guadagna 8 milioni all’anno. Un peccato
E come ENTUSIASMO: quello che si è perso e che bisogna assolutamente ritrovare per non trasformare una stagione difficile in una stagione da dimenticare. Dobbiamo ritrovarlo tutti, dal presidente, all’A.D, alla squadra, ai tifosi
F come FORTUNA: che, inevitabilmente, ti volta le spalle nei momenti difficili. Non possiamo farne una colpa, dobbiamo lavorare per far sì che le cose migliorino presto e che la sorte torni a sorriderci di tanto in tanto.
G come GIOCO: quello che più manca a questa squadra. Non si capisce quale sia il nostro vero modulo, il nostro 11 titolare, le nostre armi, nulla… E il fatto che la squadra non è fortissima non è una scusa. Chievo, Bari e Cagliari ad esempio esprimono una certa idea di calcio, noi no.
H come HUNTELAAR: forse è troppo presto per giudicarlo, ma i suoi movimenti, il suo modo di gestire i palloni, il suo carattere mi ricordano molto un certo Gilardino…e la cosa non mi piace.
I come INZAGHI: che alla sua età è ancora un esempio per molti giovincelli. Se supereremo il turno di Champions e Pippo rinascerà come al solito verso primavera, potremo toglierci qualche soddisfazione europea, d’altronde si sa che Pippo ama la Champions tanto quanto Lei ama lui.
L come LEONARDO: troppi errori, poca convinzione, zero gioco. Direi una scommessa persa. Non sembra che si voglia cambiare strada, quindi avanti con Leo, sperando che abbia il coraggio di osare e proporre cose nuove. Basta con Janku e Oddo!
M come MALDINI: perchè uno con la sua personalità manca tantissimo in campo, ma soprattutto fuori. Ci sta provando Nesta a fare il leader, ma sostituire Paolino è impresa quasi impossibile.
N come NOIA: quella che mi assale vedendo giocare il Milan sempre allo stesso modo, mai una reazione, mai qualcosa di diverso…sempre i solti “vecchi” che passeggiano in campo come se non gliene fregasse nulla di quello che stanno facendo.
O come ORGOGLIO: perchè dopotutto siamo pur sempre il Milan! Van bene le critiche, ma certe esagerazioni nevrotiche e depresse non mi piacciono proprio. Suvvia!
P come PATO: che merita un capitolo a parte, quindi, qui, dico solo che, personalmente è la più grossa delusione da inizio stagione. Ne riparleremo…
Q come QUARESMA: ormai nemmeno gli stop dei cugini ci tirano su di morale, però vedere di tanto in tanto Quaresma sì, o almeno per me, è così. E penso che se l’avessimo preso noi probabilmete qualche tifoso particolarmente depresso si sarebbe già buttato nel Naviglio.
R come RIFONDAZIONE: che dovrà avvenire necessariamente la prossima estate. C’è tanto lavoro fa fare, tanto da cambiare.
S come SEEDORF: perchè visto quanto gioca quest’anno mi viene da pensare che non fosse semplicemente il cocco di Ancelotti, forse c’è qualcosa in più, forse è lui che comanda nello spogliatoio.
T come TERZO POSTO: fondamentale per costruire il futuro, qualcosa da raggiungere con ogni mezzo.
U come UMILTA’: parola d’ordine, non siamo più la squadra che può battere chiunque, siamo la squadra che può perdere contro chiunque. Testa bassa e lavorare. Molto.
V come VOGLIA: di onorare questa maglia, questi colori, questi tifosi. Non si vede spesso ed è questa la cosa che più mi amareggia.
Z come ZERO TITULI: perchè anche quest’anno finirà così. Non importa, a patto di vedere una squadra che lotta e corre, che non si lasci trasportare dalle difficoltà e che non si nasconda dietro i tanti problemi.

Prima o poi…

…torneremo.
Ne sono sicuro, il calcio è ciclico.
Ce l’hanno fatta quelli là, perchè non dovremmo riuscirci pure noi?
Qualcosa da tenere su cui ripartire c’è, sembrerà strano in questo clima da vene tagliate, ma non è tutto da buttare!

Abate in primis, Abbiati, Nesta al centro della difesa e soprattutto come uomo spogliatoio, mi sono piaciute tantissimo le sue parole in questo periodo, non lo facevo così "leader".
Thiago Silva ovviamente, Flamini, possibilmente più calciatore e meno rugbista, Borriello se tornerà disponibile per più di due partite all’anno e Pato, sempre che voglia realmente seguire il progetto Milan.
I nostri giovani in giro per l’Italia, da Paloschi a Perticone.
E ora sono curioso di tenere d’occhio il nostro settore giovanile, qui sì che è stato fatto un lavoro interessante, aspettiamo e vediamo cosa uscirà.