Real-Milan a mente fredda

Smaltito, anche se non del tutto, l’entusiasmo per l’ennesima impresa Europea del nostro caro vecchio Milan (una delle meno aspettate),  proviamo ad analizzare a mente fredda quello che questa fantastica serata ci ha lasciato.

Partiamo dalla nota negativa, via il dente via il dolore, che è ovviamente Dida, il quale dovrà quantomeno offrire una cena ai suoi compagni che gli hanno evitato giorni molto difficili e che a mio avviso dovrebbe avere la dignità umana e professionale per farsi da parte, rinunciando al suo lauto stipendio. L’errore del Bernabeu è qualcosa di assolutamente inconcepibile e inaccettabile e non è che l’ultimo di una lunghissima serie. Per la verità mi piacerebbe anche sentir dire da Colui che rinnovato a quattro milioni l’anno al numero 1 brasiliano un semplice “Ho sbagliato”. Ma sono entrambe ipotesi fantascientifiche.

Passiamo alle note positive.
Innanzitutto questa è la più classica delle vittorie che fanno morale, evidentemente non siamo proprio da buttare, non siamo da retrocessione come qualcuno voleva far credere, ora dobbiamo sfruttare questa iniezione di fiducia per ridurre nel breve tempo la distanza che ci separa dal terzo posto, obiettivo stagionale in Italia. Ne siamo all’altezza, se poi la Juve continuerà a stentare allora si potrà pensare a qualcosa di più, il primo posto era e resta qualcosa che non ci compete, guai a pensare che una vittoria possa portarci tutto quello che da tre anni ci manca in Italia.

Il mercoledì di coppa ci ha mostrato ancora una volta quanto Pirlo e Seedorf siano due giocatori perfetti per questa competizione, tanto quanto inadatti alle partite “di corsa” contro le nostre provinciali. Non c’è niente da fare, la personalità non si compra, la classe nemmeno, o ce l’hai o non ce l’hai, loro ce l’hanno e quando serve la tirano sempre fuori. Sontuoso il secondo tempo di Pirlo, quasi in versione-Mondiale e finalmente ha ritrovato la via del gol che aveva progressivamente perso negli ultimi mesi.

Una menzione speciale la meritano anche Nesta, che sembrava finito e forse lo era, ma è tornato più forte di prima, uno spettacolo vederlo lì in mezzo e Massimo Oddo, alla miglior partita in maglia Rossonera, finalmente direi.

Ma gli “eroi” del Bernabeu sono altri due, Pato e Leonardo. Il Papero dopo la rete alla Roma ha dato continuità, segnando due reti pesantissime, le prime in Champions, in uno dei templi del calcio mondiale. Non è da tutti  avere la freddezza con cui ha scagliato in porta al 43’ l’assist di Seedorf, un pallone pesante come un macigno. Manca ancora un po’ di continuità nel gioco, ma Pato sta tornando.

Infine complimenti meritatissimi a Leonardo, questa volta il suo merito è notevole. Ci vuole coraggio a schierare una squadra così offensiva in un tale momento, col Real Madrid, e soprattutto a mantenerla dopo il 2-1. Molti altri avrebbero inserito subito Flamini, lui invece no e non si è accontentato nemmeno del pareggio dopo il gol di Drenthe. Si poteva vincere, lui lo sapeva e ci ha provato. Risultato: grandissima vittoria e tanti applausi a Leo.