Il fatto che siamo a mercoledì mattina e Stefano Pioli è ancora l’allenatore in carica del Milan è preoccupante. E’ preoccupante dopo aver fatto un mercato ottimo e avergli messo in mano la migliore squadra d’Italia. E’ preoccupante dopo aver visto nell’ultima settimana giocatori che recuperano per una partita di Champions e successivamente infortunarsi nuovamente grazie alla tenuta atletica di un pensionato. Ho il terrore dovuto anche alle voci che mi arrivano che la società pensi che firmando Ibrahimovic come consulente tutto torni magicamente a posto. Perché dovrebbe? Ibrahimovic era al Milan anche lo scorso gennaio quando arrivò il tracollo che costò due obiettivi stagionali su tre (per il terzo attendere maggio). Ibrahimovic non ha impedito infortuni, non ha impedito di perdere quattro derby e non ha impedito di prendere cinque gol dal Sassuolo. Perché ora dovrebbe essere diverso?
Il Milan oggi è una realtà eccellente a livello di marketing e sviluppo del fatturato – che è la cosa che è mancata negli ultimi 20 anni (e non si può dire altrimenti quando passi da 200 a 300 a 400 milioni in due milioni) ma resta deficitaria nella gestione del mercato stesso (paradossalmente) e del campo. Dopo lo scudetto vinto il Milan ha agito come se fosse l’unico attore di un sistema dimenticando di essere seduto al tavolo con altri e che danneggiare questi ultimi vale tanto quanto rinforzarsi. Un esempio lo abbiamo avuto quest’estate a parti invertite dove l’Inter ha impedito al Milan di prendere Thuram e molto probabilmente anche Taremi (anche se non lo ammetteranno mai, essendo illegale) semplicemente alzando la cornetta e rilanciando sugli agenti.
L’Inter è da due anni che ha campo totalmente libero su ogni acquisto. VI ricordate quando il Milan cercava Pjaca e la Juve si inserì perché lo riteneva valido e lo mise a marcire in panca pur di non rischiare che lo prendessimo noi? Ecco, questo è quello che doveva provare a fare il Milan. Il Milan ha invece fallito perché lo scorso mercato non solo non è riuscito a vendere a peso d’oro qualche giocatore che avendo overperformato nel 21/22 aveva mercato (quello che ha fatto l’Inter con quel mediocre di Onana, ad esempio) – ma nel post scudetto invece di cercare di mantenere il vantaggio impedendo alle competitors di rinforzarsi ed inserendosi nei loro affari ha deciso “ma si, sticazzi, buttiamo tutto il budget su un bidone belga”. Da primi a quinti.
Avere un bilancio così, avere un fatturato in crescita in questo modo e degli sponsor veri che pagano il doppio rispetto alla rivale sfigata cittadina e poi essere a -8 a novembre – sia chiaro – non è una attenuante. E’ un’aggravante. L’Inter a maggio 2023 era una squadra morta e sepolta che al massimo poteva vincere Supercoppa e Coppa Italia, gli stessi trofei per cui se li vince Pirlo alla Juve è un incapace che va comunque cacciato, se li vince Simone Inzaghi è grande Inter, meglio questi quattro che lo scudetto.
Parlando di campo in senso stretto – mi chiedo come sia possibile che al Milan non ci sia una figura che si renda conto che se si perdono 4 partite in un mese in qualsiasi squadra al mondo si caccia l’allenatore. Se si fanno 2 punti in 4 partite di campionato e il tuo obiettivo era vincere il titolo, si caccia l’allenatore. Se (almeno) quattro giocatori hanno chiesto ai procuratori di trovargli una squadra perché non sopportano più il tecnico tu per proteggere il tuo patrimonio prendi e cacci il tecnico. Quando Berlusconi si è trovato di fronte alla scelta Sacchi o Van Basten ha scelto il secondo sul primo – ed il primo era il miglior allenatore in quel momento.
Al Milan l’esonero dell’allenatore non pare mai essere contemplato. L’esonero dell’allenatore serve a recuperare quando l’obiettivo ti sta sfuggendo mentre per qualche motivo al Milan arrivano traghettatori ad obiettivi già falliti che poi vengono addirittura confermati minando la stagione successiva. Anche qua il Milan vive nella sua isola felice lontano da quanto sta accadendo nel mondo dove praticamente qualsiasi squadra in questa sosta sta decidendo di cambiare (anche perché, poi, non ci si fermerà più fino a marzo).
Ecco, mentre i nostri dirigenti inaugurano club a Dubai mi chiedo come sia possibile che tra questi nessuno abbia pensato di prendere un team manager che capisca di campo – e si limiti a fare questo, senza pretese decisionali che fanno solo danni. La Juventus dei nove scudetti consecutivi ai suoi tempi riuscì a farlo con Nedved che fu un perfetto collante tra spogliatoio e squadra – le decisioni le prendeva sempre uno solo (Agnelli) nel bene o nel male. Il Team Manager del Milan oggi è Alberto Marangon che non ha nessuna esperienza di campo da giocatore il tutto dopo essere passati dall’ex arbitro Romeo.
Se il Milan non sistemerà al meglio e al più presto le ultime crepe il destino è quello di una potenza economica che vedrà gli altri vincere. Nel calcio, però, i soldi non bastano, altrimenti PSG e Manchester City si sarebbero spartiti le Champions League degli ultimi 10 anni – invece ne hanno vinta una sola lo scorso giugno. Nel calcio i soldi sono necessari ma non sufficienti, se Furlani pensa che basti aumentare il fatturato per poter automaticamente vincere allora saranno anni duri.