Destinazione Tricolore: 21a giornata

Milan in ripresa, settimo posto recuperato e Samp a tiro. 7 punti nelle ultime tre partite per i rossoneri, ancora lontanissimi dalla zona Champions ma che – forse – hanno recuperato un po’ di morale e forma.

In attesa dei recuperi di stasera, Sampdoria-Roma (3^ giornata) e Lazio-Udinese (12^ giornata) l’ultima giornata ha visto pochi cambiamenti nelle posizioni di vertice, con la Lazio brava ad approfittare del pari nello scontro diretto Inter-Roma. Proprio i biancocelesti saranno i prossimi avversari del Milan nella doppia sfida di campionato e Coppa Italia; arriveranno però, si spera, un po’ più fiaccati dall’impegno infrasettimanale. Le sconfitte di Fiorentina e Atalanta e i pareggi di Torino e Udinese, comunque, proiettano il Milan in settima posizione.

Il sofferto 1-2 di Cagliari, con il colpo di testa sardo in pieno recupero che a differenza di Benevento è finito fuori, ha mostrato un centrocampo in crescita, con Kessié finalmente tornato (dopo la pausa) il giocatore per cui era stato fatto un importante investimento in estate. Non è tutto risolto, chiaro, ma una finale di Coppa e un avanzamento in EL potrebbero salvare una stagione finora fallimentare. Il pazzesco tour de force comincia domenica con la Lazio (campionato) e finirà solo con la pausa nazionali di marzo. Massimo periodo di riposo, 6 giorni tra le sfide con Udinese e Spal.

Risultati 21^ giornata: domenica Atalanta-Napoli 0-1, Bologna-Benevento 3-0, Lazio-Chievo 5-1, Sampdoria-Fiorentina 3-1, Sassuolo-Torino 1-1, Udinese-Spal 1-1, Verona-Crotone 0-3, Cagliari-Milan 1-2, Inter-Roma 1-1; lunedì Juventus-Genoa 1-0.

Classifica: Napoli 54, Juventus 53, Lazio* e Inter 43, Roma 40*, Sampdoria* 33, Milan 31, Atalanta 30, Udinese e Torino 29, Bologna 27, Chievo e Sassuolo 22, Genoa 21, Cagliari 20, Crotone 18, Spal 16, Verona 13, Benevento 7

Cagliari – Milan 1-2: la squadra sta crescendo, stavolta per davvero

Per la prima volta subiamo un gol nei primi 15 minuti e per la prima volta la sfanghiamo in rimonta. Il Milan torna al successo fuori casa, non capitava da Reggio Emilia e lo fa battendo il Cagliari con due gol e un Cragno in grandissimo spolvero contro un Donnarumma che è stato pessimo sia nel mancato intervento sul primo gol, sia nel finale di partita. Siamo al 21 di gennaio, ci sono state due settimane di sosta per tutti. In primis la condizione fisica a questo punto coi richiami di preparazione non può più essere un alibi. In secondo luogo il riposo ci ha permesso di recuperare il miglior Kessie a cui continua a mancare una riserva e che può essere decisivo in queste partite.

Il gol subito ed il rosso mettono in evidenza un limite del 4-3-3 di questa squadra: i due terzini non sanno difendere. Non sa difendere Calabria, non sa difendere Rodriguez che è un esterno e a 4 ha sempre avuto problemi in carriera. Se si continua con questa via è impensabile non prendere un tassello lì dietro. Davanti Kalinic oggi ha fatto una buona partita e, pur fallendo 3-4 conclusioni elementari che un vero centravanti avrebbe messo dentro, si è procurato il rigore e ha fatto l’assist decisivo per il 2-1. Certo, i gol delle punte continuano a mancare.

A centrocampo doveva essere il riscatto di Biglia dopo dei buoni 20 minuti con Crotone. Ne è uscito più che male, peggio. Non ha fatto un passaggio, non ha dato copertura, non ha recuperato palloni. L’unica cosa buona è aver fatto prendere rosso a Barella nel finale. La differenza rispetto ad un Calhanoglu in difesa è abissale in questo momento e se gioca è perché in quel reparto c’è bisogno di turnazione pesante con l’alto numero di gare. Con la Lazio può e deve tornare lì Montolivo a dare copertura visto che non ci sarà quella libertà di giocare che l’argentino ha avuto finora.

La squadra sta sicuramente crescendo e a differenza di quella di Montella gioca a calcio. Rimangono però dei seri problemi che come con il Crotone e come col Benevento ci han portato ad un colpo di testa a fil di palo da un 2-2 che con Brignoli entrò ed oggi è finito di poco a lato. Non si possono terminare tutte le volte le partite in questo modo. Ora arriva la doppia sfida con la Lazio che in questo momento sta molto, molto, molto meglio di noi come ha certificato nel pomeriggio. Quella di Coppa Italia vale il 50% di una finale, l’altra potrebbe valere l’ultimo tentativo di strappare un biglietto per l’Europa che conta.

P.s. anche oggi Guida ci ha massacrato. Alzare la voce, grazie.

CAGLIARI-MILAN 1-2 (primo tempo 1-2)
MARCATORI: Barella (C) all’8′, Kessie (M) su rig. al 36′ e al 42′ p.t.
CAGLIARI (3-5-2): Cragno; Romagna, Ceppitelli, Pisacane; Faragò, Barella, Cigarini, Ionita (dal 16′ s.t. Deiola), Padoin (dal 32′ s.t. Cossu); Sau (dal 18′ p.t. Farias), Pavoletti. (Rafael, Crosta, Castan, Andreolli, Miangue, Van der Wiel, Dessena, Giannetti). All. Lopez.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie (dal 41′ s.t. Borini), Biglia, Bonaventura (dal 31′ s.t. Locatelli); Suso (dal 37′ s.t. Abate), Kalinic, Calhanoglu. (A. Donnarumma, Gabriel, Musacchio, Zapata, Antonelli, Montolivo, Silva, Cutrone). All. Gattuso.
ARBITRO: Guida di Torre Annunziata.
NOTE: Espulsi Rodriguez (M) e Barella (C) per somma di ammonizioni; ammoniti Kalinic (M), Suso (M), Deiola (C), Pavoletti (C), Cigarini (C) per gioco scorretto.

Ho visto Ronaldinho

Il 17 luglio 2008 è una di quelle date che cambierà per sempre la storia del Milan e del calcio Italiano. A San Siro viene presentato Ronaldinho che sarà il penultimo pallone d’oro ad approdare nel nostro campionato. L’ultimo è Kakà, nel 2013. Ronaldinho non è stato un giocatore come gli altri – ha avuto una carriera ad alti livelli relativamente breve ma è stato il punto cardine di una macchina perfetta: quella del Barcellona di Rijkard, probabilmente più forte del tanto esaltato guardiolismo.

Quando Ronaldinho arriva a Milano le reazioni sono contrastanti. La tifoseria rossonera, nonostante la Champions di Atene è già stata spaccata dalla cessione di Shevchenko, inizio del ridimensionamento Berlusconiano che si vedrà poi nelle successive sessioni di mercato. C’è chi è contento e chi inizia subito a parlare di giocatore finito e di spettacolo utile solo alla propaganda rossonera – magari gli stessi che a quella cifra oggi sono contenti, per dire, di aver comprato Kalinic.

Ronaldinho in Italia non poteva vestire altra maglia. Non poteva che vestire la maglia di chi ha sempre vinto e convinto – padroni del campo e del giuoco – è stato il completamento ideale dopo il Barcellona di una carriera di quello che forse è stato il giocatore più forte dai tempi di Van Basten. Non ci sono Ronaldo o Messi che tengano, quel Ronaldinho del 2004-05 e del 2005-06 rimane qualcosa di ineguagliabile ed inarrivabile. Il paragone è fortissimo – e pesa – ma limitandoci ai freddi numeri nei primi due anni di Milan segna 25 reti in 79 partite.

Imbrigliato nell’albero di Natale Ancelottiano dove comunque si è tolto soddisfazioni è nel 4-2 fantasia di Leonardo con l’arrivo di Pato che Ronaldinho sembra ritornato quello di Barcellona. Due partite su tutte, la doppietta alla Juventus a Torino e la sfida casalinga col Siena con un gol di quelli da cineteca sembravano averlo nuovamente consacrato all’apice del calcio. La storia di quel Milan – che dopo essersi trovato era andato a giocare per il primato in classifica a 10 giornate dalla fine contro il Napoli si interrompe però troppo prematuramente con gli infortuni contemporanei di Pato e Nesta ed il conseguente abbandono della lotta scudetto. In sostanza non abbiamo vinto niente, ma eravamo maledettamente belli quando volevamo giocare a calcio.

La storia di Ronaldinho finisce lì con 15 gol e 17 assist che sono la miglior risposta a chi lo dava per finito e a chi anche dopo ha continuato a far passare quel giocatore per finito. Basti pensare che solamente Insigne col Napoli è riuscito UNA volta a sfondare la doppia cifra di gol e assist in una stagione. Finisce quando a Milano arrivano Ibrahimovic ed Allegri che ha iniziato l’operazione di smantellamento del Milan levando dal campo centrocampisti di talento per introdurne di rottura. Nel giro di due anni grazie al credo del tecnico il Milan passa da Pirlo, Beckham, Seedorf, Ronaldinho a Van Bommel, Ambrosini, Muntari, Flamini.

Ronaldinho lascia quindi a Milano ricordi molto divergenti anche grazie al sottobosco di pozzi da bonificare ancora liberi di circolare – quello che penso è che campioni così nel nostro campionato non ne arriveranno più per un bel po’ e i pochi che qua ci nascono finiranno per emigrare. E’ proprio vero che, a volte, invece di lamentarsi bisognerebbe soffermarsi e apprezzare ciò che si ha a disposizione. Aver visto un giocatore del genere con la nostra maglia vale più di qualsiasi scudetto.

2017/18 – Le pagelle di metà stagione – Parte seconda

Seconda parte delle pagelle di metà stagione, dedicate ai “nuovi” acquisti. Per chi non avesse letto la prima parte, anche quest’anno abbiamo fatto un tradizionale sondaggio tra i nostri supporters sui social ottenendo un campione di dati che poi vi posteremo mano a mano. Come sempre riporteremo media e varianza – per chi non fosse avvezzo alla statistica un voto – ad esempio – con media 6 e varianza 1 vuol dire che il 90% almeno dei voti del campione raccolto cade tra 5 e 7. Per quanto riguarda l’s.v. lo abbiamo considerato tale solamente se più del 50% dei votanti ha votato s.v.

Portieri

Antonio Donnarumma – s.v.: personalmente, per quanto abbia giocato bene o male al derby non do un voto ad un giocatore per una singola partita. Mi limito a far notare che un quadriennale da un milione a stagione – ovvero due lordi – ovvero 8 milioni per far rinnovare il fratello non sono tanto diversi da 8 milioni per Rodrigo Ely e che il nostro terzo portiere è uno dei più pagati del campionato. Schiena dritta. Il vostro voto: 6,83 ± 1,12.

Difensori

Leonardo Bonucci – 5: sebbene l’affare sia ottimo non si può negare che tranne qualche partita il rendimento generale di Bonucci sia insufficiente, seppure in crescendo. Avevamo preso un difensore nella top 11 mondiale, al momento non è nemmeno il miglior difensore del Milan. Il vostro voto: 5,46 ± 0,93.

Mateo Musacchio – 4,5: candidato al bidone d’oro rossonero 2017. A Villareal, come già detto, i tifosi gli preferivano Bonera (che ieri, a proposito, ha sbancato il Bernabeu). Non si capisce chi lo ha voluto e perché sia stato comprato. Il problema è che venderanno Romagnoli per farlo giocare. Il vostro voto: 5,01 ± 0,79.

Ricardo Rodriguez – 5: ecco l’esempio del nostro mercato estivo. Un buon giocatore (per quanto un anno fa non disputava la Champions League, bensì lo spareggio per non retrocedere col Wolfsburg) che però non andava preso perché non si incastra per niente col progetto tattico del Milan. E il suo rendimento in campo, spesso fuori ruolo quando dietro si gioca a quattro, è decisamente pessimo con l’aggravante di aver regalato un derby. Il vostro voto: 5,87 ± 0,73.

Andrea Conti – s.v.: fuori subito per infortunio. Chiedo solo di non farne il salvatore della patria illudendo che col suo rientro i problemi siano risolti. Non ne vedo il motivo. Il vostro voto: s.v.

Centrocampisti

Lucas Biglia – 3: rido per non piangere. Ci hanno fatto due palle così in estate col “capitanooh dell’argentinaaah” per 45 minuti in una amichevole con Singapore. Dicono che è titolare ma gioca lì perché non ci sono alternative – se non Gago, invocato a gran voce. Su Biglia abbiamo assistito alla più grande malafede dei tifosi rossoneri che lo hanno invocato a gran voce solo perché toglie il posto a Montolivo come fu per De Jong e Locatelli a suo tempo. Quello che è imbarazzante però è il codazzo di elogi ed articoli su partite come Spal e Crotone dove ne esce con una sufficienza risicata e che se avesse giocato Montolivo sarebbe subissato di insulti. Questo è il giocatore che l’anno scorso era sopravvalutato – e parecchio – alla Lazio. Onestamente non so che giocatore abbiano in mente i tifosi e se abbiano visto qualche partita della Lazio, ma qua l’unico fuoriclasse è Lotito che ha fatto pagare a caro prezzo un 31enne in scadenza. Acquisto che non si doveva fare e che speriamo di vendere prima possibile in Cina. Il vostro voto: 4,54 ± 0,58.

Frank Kessie – 5,5: sono molto combattuto su di lui. In estate avevo l’impressione fosse il nuovo Bertolacci. Poi ha iniziato bene. Poi andando avanti in stagione ha patito la mancanza di cambi ed è nuovamente sceso. A differenza degli altri ancora non riesco a capire se il giocatore visto un anno fa a Bergamo era merito suo o di Gasperini che ha rivitalizzato persino Cristante, incapace di fare due passaggi a fila in qualsiasi squadra. Il vostro voto: 5,77 ± 0,59.

Hakan Chalanoglu – 5: qua c’è poco da dire. Le ultime partite buone lo portano dal 4 al 5 ma non salvano il fatto che il suo rendimento è stato tragico. Doveva mettere fuori Bonaventura ed è finito in panchina. Ha tempo fino a giugno per dare continuità alle sue prestazioni. Certo, chi si lamentò ai tempi della 10 ad Honda e ora tace è un po’ incoerente. Il vostro voto: 5,46 ± 0,49.

Fabio Borini – 5: premessa doverosa, i giocatori si giudicano in base alle abilità tecniche, non in base a quanto corrono o si sbattono o sudano per la maglia. Le abilità tecniche di Borini, quinto giocatore più pagato della rosa coi suoi 2,5 milioni annui, sono da zona retrocessione. Non è un caso che Gattuso lo abbia accantonato visto che schierandolo da esterno costringe a giocare sul lato di Suso: la debacle di Verona esprime appieno questo concetto. Sulla carta dovrebbe essere la riserva delle riserve e già questo stona col quinto ingaggio in rosa. Aggiungiamoci che poi gioca oltre 20 partite…. Il vostro voto: 5,78 ± 1,23.

Attaccanti

André Silva: 4,5 – Può un attaccante pagato 38 milioni di Euro non aver segnato un gol in 20 giornate di campionato ed essersi fatto superare nelle gerarchie pure da Cutrone? Sì, può. André Silva è stato mandato in vetrina contro squadre di basso livello in Europa League contro cui non è stato difficile sfigurare. Ha avuto ben quattro chances dall’inizio: Spal, Roma, Inter e Torino. Fallite tutte. Invece di combattere come ha fatto Cutrone sembra pretendere il posto e il piglio con cui entra a Firenze non è accettabile. Mendes ringrazia e si intasca i 12 milioni della sua percentuale di un cartellino che non so se senza quella cifra sarebbe costato comunque 38 milioni. Il vostro voto: 5,16 ± 1,32.

Nikola Kalinic: 3 – Il più grande equivoco estivo. Sostituire un due volte vincitore dell’Europa League come Carlos Bacca con questo signore qua. Si sapeva a priori che Kalinic fosse un bidone. Pensare a quanto lo abbiamo pagato fa solamente salire il crimine. Si parla di attaccanti funzionali per tutta l’estate come prima venivano sminuiti i giocatori forti dicendo che “non erano funzionali”. La verità è che i giocatori si dividono in forti e scarsi – Bacca è forte, Kalinic è scarso. Semplice. Il vostro voto: 4,56 ± 1,20.

MEDIA GIOCATORI “NUOVI”: 4,5 / 5,44 (vostri voti) 

Società

Gennaro Ivan Gattuso: s.v. – non mi permetterò mai di valutare questa bandiera che avrà sempre e comunque il mio sostegno. Se è stato messo qua troppo presto e si rivelerà inadeguato, contrariamente alla mia regola generale, le colpe saranno solo di chi lo ha messo lì. Il vostro voto: 6,41 ± 1,37

Marco Fassone: 3 – come pensavo, come mi avevano detto e come avevo previsto Marco Fassone si sta rivelando più un abile comunicatore che un amministratore delegato. E’ molto bravo a scaricare alla massa ogni problema dando in pasto una gestione che non c’è più o a fare video in risposta a Pallotta. Poi però arriverà un giorno in cui dovrà rispondere ai fatti, all’emorragia di sponsor, ai risultati deludenti, al licenziamento di chi era già in società ed era competente per il solo fatto di appartenere alla vecchia gestione come Bianchessi o Cantamessa. L’unica cosa da salvare è il rinnovo di Donnarumma. C’è Paolo Maldini che aspetta sull’altra riva del fiume. Il vostro voto: 5,77 ± 1,76

Massimiliano Mirabelli: 2 – più che un voto dovrei dargli una sonora risata. Voi gli avete dato 4,73 – ma analizzando meglio i voti i “vecchi” escono con una vostra media di 6,18 contro il 5,44 dei “nuovi”. Insomma, persino per voi dopo 240 milioni spesi in estate abbiamo scoperto che erano più forti quelli che già c’erano prima. Ieri Renzi diceva che l’incompetenza è tale anche dietro la giacca e la cravatta, anche dietro l’onestà. Ecco, noi ci siamo nascosti dietro una (presunta) schiena dritta giustificando un risultato fallimentare coronato con una gestione dello spogliatoio scellerata che ha fatto simbolo del Milan uno che esulta senza mancanza di rispetto per gli avversari invitandoli a sciacquarsi la bocca: un affronto per chi è cresciuto con Baresi e Maldini. Qualcuno gli darebbe un’altra chance in estate dopo aver fallito un mercato e dopo non voler farne un altro a Gennaio per dimostrare che così non era. Almeno abbia il coraggio di non fare paragoni con Galliani a cui non è degno nemmeno di rivolgere la parola. A questo aggiungiamo una eccessiva esposizione mediatica che mai si era vista per un direttore sportivo. Mi dispiace per il Milan, non mi dispiace per quei tifosi in malafede che lo hanno usato per fare un paragone blasfemo e sacrilego con chi ha vinto tutto. Ben vi sta. A mai più e chieda scusa a Paolo Maldini. Il vostro voto: 4,73 ± 2,88

2017/18 – Le pagelle di metà stagione – Parte prima

Posticipato rispetto al tradizionale appuntamento natalizio per via della sosta del campionato ma sempre presente arriva il momento delle temutissime pagelle di metà stagione. Anche quest’anno abbiamo fatto un tradizionale sondaggio tra i nostri supporters sui social ottenendo un campione di dati che poi vi posteremo mano a mano. Come sempre riporteremo media e varianza – per chi non fosse avvezzo alla statistica un voto – ad esempio – con media 6 e varianza 1 vuol dire che il 90% almeno dei voti del campione raccolto cade tra 5 e 7. Per quanto riguarda l’s.v. lo abbiamo considerato tale solamente se più del 50% dei votanti ha votato s.v.

Quest’anno la divisione non sarà più per reparto a differenza degli scorsi anni, bensì oggi daremo le pagelle ai “vecchi“, coloro che erano già in squadra la scorsa stagione e sono stati confermati mentre domani sarà la volta dei “nuovi“.

Portieri

Gianluigi Donnarumma – 6.5: Seppur qualche miracolo si è visto molto spesso a differenza dello scorso anno non ha inciso sul risultato come con Roma, Lazio e Juventus. Di fatto lo ha fatto solo a Firenze. Per me lo stipendio che prende rimane eccessivo per un portiere e per un giocatore così giovane. Da capire cosa ne vorrà fare il Milan visto che secondo me la prima a volerlo cedere a questo punto è proprio la società. Il vostro voto: 6,22 ± 0,98.

Marco Storari – s.v.: Si vede solo in Europa League (male) visto che nel derby si fa male prima di giocare. Il vostro voto: s.v.

Gabriel – s.v.: Quarto portiere per casualità. Non viene nemmeno visto dato che non va nemmeno in panca. Il vostro voto: s.v.

Difensori

Alessio Romagnoli – 5.5: qualche buona partita ma nel complesso troppi errori nella prima parte di stagione. E’ lecito e doveroso aspettarsi di più ma quanto fatto finora non è una catastrofe. Il vostro voto: 6,08 ± 0,75.

Gustavo Gomez – s.v: desaparecido. E’ stato un acquisto condiviso a tal punto che un anno fa lo si prese definitivo e non prestito. Oggi è fuori dalle gerarchie.  Il vostro voto: s.v.

Gabriel Paletta – s.v.: si vede solo in Europa League. Paga il non aver voluto andare via in estate ed un trattamento che off the records qualcuno nell’ambiente non ha esitato a definire mobbing. E’ un peccato perché lo scorso anno nonostante una pletora di ingiuste espulsioni è stato tra i migliori. Il vostro voto: s.v.

Christian Zapata – 6.5: in questa prima parte di stagione per me è stato il migliore. E’ stato messo alla berlina ingiustamente a Genova per due errori che sono principalmente di Bonucci e Borini. Ma quando viene chiamato in causa di solito non sbaglia, ormai da tempo. Il vostro voto: 5,60 ± 0,52

Jherson Vergara – s.v.: sì, è ancora qua. Il vostro voto: s.v.

Luca Antonelli – s.v.: l’opinione pubblica qua si è spaccata a metà, nel senso che più di metà non gli ha dato voti, l’altra parte gli ha dato una leggera insufficienza. Per me ha giocato troppo poco per poter essere giudicato. Il vostro voto: s.v.

Davide Calabria – 5: non mi bastano le ultime poche, buone partite. Ogni volta che è stato chiamato in causa nella prima parte ha fatto disastri – e parecchi. Per me continua a non essere da Milan. Il vostro voto: 6,17± 0,34

Ignazio Abate – 5.5: vive costantemente con pregiudizi sulle spalle e venendo massacrato ogni volta che mette piede in campo. Il rendimento non è sufficiente ma in alcune partite, come ad esempio il derby di Coppa, ha fatto molto bene. Il vostro voto: 5,34± 0,81

Matteo Gabbia – s.v.: si vede solo in Europa League, nel preliminare. Il dubbio è che sia al Milan solamente perché il suo procuratore è Mino Raiola. Il vostro voto: s.v.

Centrocampisti

Manuel Locatelli – 5: una tragedia che si fonda su quei gol a Sassuolo e Juventus ormai più di un anno fa. Sarà anche uscito dalla primavera ma deve ancora crescere e parecchio se vuole arrivare a giocare titolare. Ormai lo vedo come una plusvalenza da farsi – possibilmente non per Izzo. Il vostro voto: 5,34± 0,81

Giacomo Bonaventura – 7: il fatto che abbia come procuratore Mino Raiola ed il fatto che tolga spazio ad uno dei cocchi del direttore sportivo lo ha fatto mettere in cattiva luce con la regia alle spalle di chi avesse interesse che giocasse Calhanoglu al suo posto. Lui è stato zitto e poi ha risposto con assist e gol. Il vostro voto: 6,30± 0,50

Riccardo Montolivo – 7,5: qualcuno ha pensato di farne a meno in estate. E’ stato quasi messo ai margini, gli è stata ingiustamente tolta la fascia per compiacere quattro dementi che controllano ed orientano le opinioni del tifo. Il suo rendimento in campo ha dimostrato prima di tutto chi è un professionista esemplare e tiene alla maglia e non ai dirigenti – in secondo luogo che un vero capitano non ha bisogno della fascia. Chissà se chi lo ha diffamato per anni avrà il coraggio di sparire, feccia del tifo rossonero. Il vostro voto: 6,39± 0,45

José Mauri – s.v.: fuori dal progetto tecnico nonostante volesse una chance. Voci da Milanello dicono si distingua per gli spifferi ai giornalisti. Il vostro voto: s.v.

Niccolò Zanellato – s.v.: dovrebbe essere il prossimo prodotto della primavera. Aspettiamo ancora, ormai da un po’. Il vostro voto: s.v.

Hachim Mastour – s.v.: all’ultimo anno di contratto al nuovo fenomeno del calcio mondiale manca poco. Per diventare uno youtuber. Il vostro voto: s.v.

Attaccanti

Suso – 8: ma ve li ricordate i dementi che in estate facevano le formazioni dell’11 titolare senza includerlo? Senza di lui lotteremmo col Verona per la salvezza visto che l’imprevedibilità e i tentativi di creare qualcosa passano da lui e solo da lui. Il tutto dopo essere stato quasi sbattuto a Roma o a Londra e aver temporeggiato per un rinnovo che poi si è rivelato avere una clausola bassissima. Il vostro voto: 7,27± 0,43

Patrick Cutrone – 7: non posso dare di più a chi non segna in campionato da Agosto ma ha deciso il derby e probabilmente il girone di Europa League. Non possiamo chiamarlo a reggere l’attacco del Milan. Oggi è troppo acerbo per farlo. Il vostro voto: 7,22± 0,47

Nnamdi Oduamadi – s.v.: messo nei “vecchi” anche se il suo contratto era scaduto il 30 giugno ed è stato ripreso dalla nuova dirigenza a settembre inoltrato per aggregarlo alla primavera, probabilmente perché il suo posto in uscita come extracomunitario non è stato poi sfruttato in entrata e quindi meglio tenerlo “parcheggiato” e farlo uscire in estate che dover vendere altri.  Il vostro voto: s.v.

MEDIA GIOCATORI “VECCHI”: 6,35 / 6,18 (vostri voti) 

Società

Vincenzo Montella – 3: il peggiore. Si è fatto imporre acquisti prima, equilibri di spogliatoio nel mezzo, modulo poi e giocatori in campo fino a Milan-Roma. Quando ha capito che stava per essere esonerato si è rimesso a giocare coi suoi uomini. Non ha dato un modulo, non ha dato un gioco, non ha dato serietà ed identità alla squadra. Ha mandato via Carlos Bacca – il miglior attaccante che il Milan avesse dal post Ibrahimovic ad oggi – per far giocare Kalinic, giocatore di media categoria. Ha accettato questo posto e ha accettato le imposizioni dall’alto con la sua schiena ad angolo retto perché sperava nei soldoni per rilanciare la carriera. Una sconfitta sul piano tecnico ed umano. A mai più. Il vostro voto: 3,84± 2,21

Le interviste, quelle (Mira)belle – analisi di un direttore sportivo alla frutta

Chiunque abbia comprato la Gazzetta dello sport di stamani non può non sentirsi preso in giro dall’intervista del direttore sportivo del Milan. Dopo averla letta, personalmente, sono talmente furioso che ho deciso di scrivere questo post ed esaminarne, nel dettaglio, alcuni passaggi.

In entrata non faremo nulla, ve lo dico come informazione ufficiale. In uscita qualche movimento ci potrebbe essere, ma cose piccole. 
E’ ufficiale: siamo tornati al #siamoapostocosì. Con la differenza che prima non c’erano 230 milioni di budget

Un vice Kessie? Il ragionamento ci sta, ma vi chiedo: dopo averne acquistati undici, siamo sicuri che prenderne un dodicesimo sarebbe la scelta giusta? In estate è stato un mercato importante ma non ne ho nostalgia, per tutto c’è un tempo. Oggi credo che la soluzione sia già in casa. Per esempio Montolivo.
Montolivo. L’uomo a cui è stata tolta la fascia e per cui è stato preso un inutile 31enne in scadenza a 25 milioni per toglierlo dal campo per compiacere i tifosi oggi diventa indispensabile a centrocampo. Apprezzo la coerenza, meno la mancanza di vergogna.

Il nostro imperativo è la valorizzazione della rosa già esistente
Sarebbe stato molto bello che la valorizzazione della rosa già esistente fosse un imperativo anche a luglio. Il problema è che ora è l’imperativo di chi rischia il proprio posto e deve dimostrare di non aver toppato in estate per non essere affiancato e sostituito. Orgoglio personale contro il bene del Milan.

Non mi sembrano cifre eccessive. Tutti considerano l’esborso complessivo, io invece invito a scorporarlo e analizzarlo. Non abbiamo strapagato nessuno e vi dirò di più: se, in pura teoria, domani mettessimo qualcuno dei nuovi sul mercato, andremmo a guadagnarci
Eh guarda, c’è la fila di club che pagherebbe Kalinic più di 25milioni, Silva più di 38, Biglia in scadenza a 31 anni più di 21 per non parlare dei 6 milioni tra prestito ed obbligo per Borini. Soprattutto dopo il rendimento attuale. Ha parlato di trasparenza, almeno non prenda in giro i tifosi.

Su chi continuo a scommettere? André Silva e Calhanoglu. Se c’è qualche operazione che non rifarei? No, li ritengo tutti giocatori validi, che formano un gruppo solido e ci danno tranquillità per il futuro
Chi non si sente tranquillo sapendo che se a Suso succede qualcosa gioca Borini? Quale futuro c’è finendo ai margini della zona europa?

Sono lo zoccolo duro del Milan e nonostante molti di loro non stiano rendendo in base alle aspettative, a livello patrimoniale non esiste alcun flop
Lo zoccolo duro semmai è quello che è stato smantellato. Per il resto chi ha seguito gli anni scorsi sa che le aspettative di gente come Borini e Biglia erano quelle. Parlare di flop non patrimoniale dopo aver speso 240 mln e aver fatto peggio dell’anno scorso lo lascio al commento di chi legge.

la nostra gestione è fatta anche di cessioni e di rinnovi. Dalle vendite abbiamo incassato una buona cifra e poi basta passare in rassegna chi ha rinnovato il contratto: Donnarumma, Suso, Cutrone, Calabria, Plizzari. Che nomi vi sembrano? Date voi un valore
Qua è fantastico. Fermo restando che il rinnovo di Suso arriva dopo una estate in cui è stato quasi ceduto prima a Roma e poi a Londra per arrivare a Cuadrado ed è stato rinnovato con una clausola ridicola, avendo floppato il mercato si vanta dei rinnovi di chi già c’era. Che sono fondamentali – soprattutto quello di Donnarumma – ma i meriti per il giocatore non vanno certo a lui.

Con Montella, abbiamo condiviso tutto, a partire da una campagna acquisti così aggressiva, tant’è vero che ho conservato i messaggi entusiasti che mi mandava, per esempio, durante la trattativa Bonucci. Provo dispiacere per come è finita, a livello affettivo e professionale. Se avesse funzionato come avrebbe dovuto, il Milan sarebbe in Champions e lui al suo posto.
Ed ecco il primo capro espiatorio. Come la preparazione. La stessa che un anno prima portò una supercoppa e 39 punti.

Gattuso? Avevamo bisogno di dare un segnale forte ai giovani in termini di Dna milanista.
Lo stesso Dna Milanista rinnegato con la fascia a Bonucci?

A tutto questo si aggiunge che Deulofeu è stato scartato per questioni più di orgoglio che tecniche e che probabilmente finiremo l’anno senza una punta degna di tale nome. Caro Mirabelli, metta da parte l’orgoglio e i tentativi di misurarsi con chi ha fatto la storia del Milan a cui lei non è degno nemmeno di allacciare le scarpe, metta da parte i suoi amici accreditati che continuano ad esaltarla e giustificarla prendendo in giro chi ha a cuore il Milan e, se possibile, scenda dalla nave, visto che la sta affondando.

Destinazione Tricolore: 20a giornata

Mini-serie positiva che prosegue anche nel nuovo anno per il Milan, che recupera 3 punti alla Sampdoria vincendo in maniera sofferta contro il Crotone.

Dopo i due 1-1 di sabato, con la Fiorentina che ferma anche l’Inter pareggiando nel recupero e lo stop (in casa del Chievo) della serie di vittorie dell’Udinese, si arrivava a domenica con una situazione di classifica che rimane parecchio deficitaria, ma anche la possibilità di rimontare qualcosa. Buono l’esordio di Mazzarri, dato che all’ora di pranzo il Torino supera 3-0 il Bologna. Nelle cinque sfide del pomeriggio, spiccavano verso la mezz’ora del primo tempo i 5 gol già segnati a Ferrara, mentre tutti gli altri punteggi erano ancora sullo 0-0. Alla fine, succede poco altro e la Lazio batte 2-5 la Spal, che perde qualcosa in termini di differenza rete con il Crotone.

Vincono Genoa e Benevento, la seconda un po’ a sorpresa, contro Sassuolo e Sampdoria: gli “stregoni” non ci stanno a ripetere il celebre campionato dell’Ancona 2003/04. Ci mette un po’ più del previsto il Napoli ad archiviare la pratica Verona (2-0), mentre sul punteggio risicato del Milan pesa l’annullamento di un gol probabilmente valido di Kalinic nel finale. Tutto sommato si confermano le cose positive viste a Firenze: lo schema con difesa a 4, la crescita di Kessié e Calhanoglu, e qualcosina in più nel complesso che permette di portare a casa queste partite.

In serata, nuova impresa dell’Atalanta (1-2 all’Olimpico giocando 50′ in dieci) e altra vittoria esterna della Juve in casa del Cagliari, anche qui viziata da un episodio da moviola bellamente ignorato, stavolta potenzialmente decisivo a differenza di mercoledì in coppa Italia. Ma si sa, “tv e stampa sono smaccatamente anti-Juve”, “il Var serve a penalizzare la Juve e favorire le altre” e “sì, il rigore c’era ma tanto Szczesny l’avrebbe parato”: deliri gobbi letti tra i miei contatti, che ricompaiono guarda caso nel primo campionato parecchio tirato degli ultimi anni, quando cioè certi episodi servono di più.

Risultati 20^ giornata: sabato Chievo-Udinese 1-1, Fiorentina-Inter 1-1, domenica Torino-Bologna 3-0, Benevento-Sampdoria 3-2, Genoa-Sassuolo 1-0, Milan-Crotone 1-0, Napoli-Verona 2-0, Spal-Lazio 2-5, Roma-Atalanta 1-2, Cagliari-Juventus 0-1.

Classifica: Napoli 51, Juventus 50, Inter 42, Lazio* 40, Roma* 39, Sampdoria* e Atalanta 30, Fiorentina, Torino, Milan e Udinese* 28, Bologna 24, Chievo 22, Genoa e Sassuolo 21, Cagliari 20, Spal e Crotone 15, Verona 13, Benevento 7

Milan – Crotone 1-0: alla faccia del signor Maresca

Premetto: non ho mai, mai, mai visto un arbitraggio così in malafede come quello di oggi. Il gol annullato a Kessie è il meno – e ci poteva anche stare, non ovviamente col metro applicato in settimana a Khedira. Il secondo rasenta invece l’ufficio indagini visto che contrariamente ad ogni direttiva il fallo qua viene fischiato addirittura prima, in modo che il VAR non possa intervenire. Il tutto a corredo di una partita in cui come sempre gli altri picchiano e i nostri prendono i gialli e i calci di rigore spariscono visto che a quanto pare il VAR per verificarli nell’area dei nostri avversari non sembra più essere usato.

L’abbiamo sfangata – non bene – ma l’abbiamo sfangata. Dico non bene perché per fare due gol regolari il Milan ha dovuto produrre molto, tanto, troppo e alla fine l’ha sfangata con un rimpallo nemmeno troppo volontario sulla testa di Bonucci (a proposito, non siamo alla Juve, quell’esultanza qua no – grazie). L’avremmo poi chiusa nel finale con Kalinic (perché il gol di Kessie era giusto annullarlo) rischiando un paio di occasioni per loro. Il tutto con 26 tiri prodotti di cui 9 in porta ed il 66% di possesso palla. Si sente l’assenza di una punta – ad oggi la più forte è Cutrone che non può essere il nostro titolare. Kalinic è un flop conclamato e Silva per come entra in campo spero finisca il più presto possibile lontano da Milanello. Con 70 milioni si prendeva Aubameyang – che va in Cina.

Silva dovrebbe prendere esempio da Cutrone o Calhanoglu che il posto da titolare se lo sono riconquistati con le prestazioni. Il Turco in particolare ha dato seguito alla buona prestazione del derby e di Firenze e ha confermato il buon momento partendo dal primo minuto calando poi alla distanza. Doveva essere però la partita di Biglia con l’avversario per lui ideale – quello che difende basso e non lo pressa. Non ne esce più di un sei stiracchiato, un compitino peraltro malsvolto nel primo tempo. Continuo a pensare che nell’alternanza con Montolivo lui può e deve giocare queste partite, quelle dove l’avversario si chiude ed è libero di svariare anche perché il Monto non può giocarle tutte altrimenti cala. Però serve qualcosa in più di oggi.

Il resto sono i soliti Bonaventura e Suso con lo spagnolo che vista la presenza di Calhanoglu ha potuto godere di maggiore libertà se non fosse che, alla fine, finisce per fare sempre la stessa mossa e provare sempre lo stesso tiro. Suso dovrebbe cercare più altruismo e in particolare la punta. Sicuramente è un terzetto sul quale lavorerei e molto anche perché con Borini nei titolari esterno nel tridente oggettivamente non si può giocare.

Classifica: torniamo alla sosta nella metà di sinistra, nel gruppone a 38 punti. Dopo i 15 giorni di pausa (buffonata dell’assocalciatori il non poter giocare domani e sabato 20) ci saranno anche i recuperi che ci aiuteranno a capire di più sulla classifica. Il quarto posto non è raggiungibile, ma il sesto (che evita tre – e non più due – turni preliminari di Europa League) assolutamente si. Mercato: capisco che Mirabelli (che rischia il posto e a Luglio sarà probabilmente affiancato se non sostituito) voglia dimostrare di non aver preso bidoni ma è evidente che la rosa è incompleta e serve altro e mi auguro che il nostro DS pensi alla squadra e non al proprio posto di lavoro.

MILAN-CROTONE 1-0 (primo tempo 0-0)
MARCATORE: Bonucci al 9′ s.t.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie (dal 38′ s.t. Locatelli), Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone (dal 31′ s.t. Kalinic), Calhanoglu. (A. Donnarumma, Gabriel, Gomez, Musacchio, Zapata, Gabbia, Montolivo, Zanellato, Borini, André Silva). All. Gattuso.
CROTONE (4-3-3): Cordaz; Sampirisi, Ceccherini, Ajeti, Martella; Rohden (dal 18′ s.t. Crociata), Barberis (dal 41′ s.t. Kragl), Mandragora; Trotta, Budimir (dal 31′ s.t. Simy), Stoian.(Viscovo, Festa, Tonev, Izco, Suljic, Aristoteles). All. Zenga.
ARBITRO: Maresca di Napoli.
NOTE: spettatori 42.533. Ammoniti Mandragora (C), Biglia (M), Martella (C), Kalinic (M) per gioco scorretto

Milan – Crotone: le ultime da San Siro

Prima partita del 2018 per il Milan di Gattuso che affronta a San Siro il Crotone, quartultimo a questo punto della stagione; esattamente la posizione in cui la squadra allora allenata da Nicola aveva terminato il campionato 2016-17.

0-3 il risultato dell’andata allo Scida, figlio di un rigore ed espulsione nei primissimi minuti. Una vittoria che aveva illuso molti sulle reali potenzialità della squadra, che già una settimana dopo col Cagliari aveva dovuto faticare parecchio per portare a casa i 3 punti. Nel mezzo, entrambe le squadre hanno esonerato il loro tecnico: al Milan è stato promosso dalla primavera Rino Gattuso, mentre i calabresi hanno salutato il tecnico della rocambolesca salvezza 2017 Davide Nicola, dimessosi un mese fa, chiamando al suo posto Walter Zenga, tornato ad allenare in Italia a due anni dall’esonero con la Samp.

4-3-3 confermato per Gattuso. G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone, Calhanoglu il probabile undici. Esclusi Borini e Kalinic, c’è una remota possibilità di vedere Montolivo in mezzo al posto di Biglia. Modulo speculare per Zenga con: Cordaz; Sampirisi, Ajeti, Ceccherini, Martella; Rohden, Barberis, Mandragora; Trotta, Budimir, Stoian. Solo due ex a livello giovanile, Sampirisi e l’ex primavera Crociata in panchina. Arbitro della partita Maresca di Napoli, al Var il duo Massa-Rapuano. Dopo gli 1-1 di Chievo-Udinese e Inter-Fiorentina, in chiave europea si giocano Benevento-Samp e Spal-Lazio alle 15, mentre l’Atalanta fa visita alla Roma alle 18. Prosegue anche la sfida scudetto a distanza: nel pomeriggio Napoli-Verona, alle 20.30 Cagliari-Juve.

Destinazione Tricolore: Napoli campione d’inverno

Giro di boa decisamente sotto le aspettative per il Milan, mentre il “borsino” del campionato vede pian piano calare alcune delle sorprese di inizio stagione. Dopo la riforma del calendario e l’ingresso delle vacanze di Natale, la fine dell’anno coincide con quella del girone d’andata.

Si restringe a 2 squadre la corsa scudetto: il Napoli, primo con 48 punti, e la Juventus un punto dietro. Perde contatto con una serie di pareggi (gli ultimi ieri), il gruppo centrale formato da Inter, Roma e Lazio; lo 0-0 casalingo dei “cugini” mostra la squadra di Spalletti in difficoltà dopo Udinese, Sassuolo e derby di Coppa Italia. Si ferma sull’1-1 (Var decisivo) la Roma di Di Francesco, che non riesce a superare la sua ex squadra. Capitolo Milan: la zona Champions è più distante di quella retrocessione, e già questo dovrebbe mettere in allarme un po’ tutti.

Era dalla stagione 2013-14, la seconda delle quattro “terribili” post ritiro dei senatori, che il Milan non arrivava a metà stagione così indietro, e sono molti anche i punti in meno rispetto alle “macerie” (cit.) del 2016-17. Poi i vari siti umoristici o pseudo tali possono riproporre i sorrisoni di Montella, o Gattuso con i cartelli quanto vogliono a ogni risultato negativo, il tutto mentre qualcosa si muove nelle prestazioni dei nuovi acquisti, con Kessié e Calhanoglu in fase di miglioramento nelle ultime uscite con tanto di gol del turco-tedesco ieri, e forse la difesa a 3 è definitivamente alle spalle.

Pesano come macigni i 7 punti lasciati per strada con Genoa, Verona e Benevento, che da soli ci avrebbero portato al sesto posto anche senza mai fare punti negli scontri diretti. Intanto, in fondo alla classifica proprio il Verona svolta penultimo, in lotta con Crotone e Spal per il quartultimo posto che vale la salvezza. La Sampdoria ha ripreso a vincere, mentre anche l’Udinese si fa sotto in chiave Europa League dopo aver superato anche il Bologna. Squadre nuovamente in campo per la Coppa Italia (Napoli-Atalanta domani sera, il derby di Torino mercoledì) mentre tra venerdì e sabato si gioca la 20^ di campionato prima di due settimane di pausa.

Risultati 19^ giornata: sabato Crotone-Napoli 0-1, domenica Fiorentina-Milan 1-1, Atalanta-Cagliari 1-2, Benevento-Chievo 1-0, Bologna-Udinese 1-2, Roma-Sassuolo 1-1, Sampdoria-Spal 2-0, Torino-Genoa 0-0, Inter-Lazio 0-0, Verona-Juventus 1-3

Classifica: Napoli 48, Juventus 47, Inter 41, Roma* 39, Lazio* 37, Sampdoria* 30, Udinese*, Fiorentina e Atalanta 27, Torino e Milan 25, Bologna 24, Chievo e Sassuolo 21, Cagliari 20, Genoa 18, Spal e Crotone 15, Verona 13, Benevento 4

Il meglio del 2017

Come ho già detto nel postpartita ieri questo 2017 è stato veramente povero di gioie. E’ un 2017 che vede complessivamente questi 25 punti nel girone di andata del campionato 2017/18 più i 24 del girone di ritorno del campionato 2016/17 più i 6 di Cagliari (ultima giornata dell’andata 2016/17) e Bologna (recupero, giocato nell’anno solare 2017) per un totale di 55 punti in 40 partite con proiezione di 1.375 pt/partita. 15 vittorie, 10 pareggi, 15 sconfitte. Le squadre battute da questo Milan in campionato sono quindi Bologna (3 volte), Cagliari (2 volte), Chievo (2 volte), Fiorentina (1 volta), Sassuolo (2 volte), Genoa (1 volta), Palermo (1 volta), Crotone (1 volta), Udinese (1 volta), Spal (1 volta). Notiamo quindi come la vittoria “di prestigio” del 2017 in campionato sia stata quella casalinga con la Fiorentina che dati e classifica alla mano è l’avversario migliore battuto.

Abbiamo quindi trovato solamente tre partite che riassumano il meglio dell’annata appena trascorsa. Eccole.

8 febbraio 2017 – Bologna – Milan 0-1

Cosa c’è di più bello di vincere in 9 con un arbitraggio al limite dell’indecente? Nulla, appunto. La prima partita scelta è quindi la sfida eroica del dall’Ara tra Bologna e Milan che ci ha visti vincere con gol di Pasalic dopo un numero di Deulofeu. Due che a questa squadra mancano come l’aria.

9 aprile 2017 – Milan – Palermo 4-0

Quando passa la storia persino la crisi si ferma. Milan-Palermo è l’ultima partita della gestione Berlusconi, è l’ultima partita di quella che rimarrà sempre la presidenza più vincente e rappresentativa della storia del Milan. L’ultima pietra miliare di un calcio che non c’è e non ci sarà più, almeno dalle nostre parti. Seconda scelta per questo 2017.

21 maggio 2017 – Milan – Bologna 3-0

Milan-Bologna è la partita che riporta il Milan in Europa. E lo fa, tra gli altri, con un gol di Honda su punizione, l’ultimo con la maglia del Milan di un giocatore troppo spesso bistrattato. Si rientra quindi in Europa League – della quale non abbiamo inserito partite per via del livello troppo basso delle avversarie. E’ il ritorno del Milan in Europa dopo tre anni.

27 dicembre 2017 – Milan – Inter 1-0 d.t.s.

Arriviamo quindi all’unica gioia del 2017/18 che ci ha visto sconfitti praticamente sempre con le big. A San Siro c’è il derby per i quarti di finale di Coppa Italia e – una volta tanto – il derby va al Milan. Non è il derby di Zapata che non è stato inserito perché è stato un pareggio, non una vittoria. Ma è ad oggi l’unica vittoria del 2017 contro una delle prime cinque della classifica attuale. L’unica su 12 partite giocate, coppa Italia compresa. Preoccupante.

Fiorentina – Milan 1-1: un punto solo per il morale, ora il mercato

Per la prima volta in campionato perlomeno il Milan non perde contro una delle big del torneo anche se – a conti fatti – la Fiorentina oggi meritava abbondantemente i tre punti ed il Milan è stato salvato più volte dal suo portiere (oggi alla 100esima, sperando non ultima, col Milan) e da una mezza papera di Sportiello che porta a Chalanoglu un gol nato dall’ennesima incursione di Suso che Cantamessa in settimana ha definito – a ragione – l’unico top player del Milan. Il risultato è che comunque prendiamo un punto che dà morale su un campo difficile anche se contro una squadra che viste le premesse estive qua e là avremmo dovuto mangiarci.

Dal morale alla più fredda e dura aritmetica: il Milan chiude l’andata a 25 punti, il peggior girone d’andata dai tempi dell’ultimo Allegri, quello del giusto esonero a Reggio Emilia e di questi 25 punti il Milan ne ha fatti 12 nelle prime 5 giornate, quindi 13 nelle ultime 14, media da lotta salvezza con serio rischio B. Basti pensare che per fare meglio delle tanto decantate ed insultate macerie il Milan dovrà fare 39 punti nel girone di ritorno, ovvero dovrà dimostrare di essere almeno per metà campionato quella squadra da Champions League che non è stata finora.

Andiamo a vedere il campo perché a livello tattico abbiamo faticato parecchio. Il problema principale rimane soprattutto l’inesplicabile presenza di Borini nelle formazioni titolari che con tutti i suoi limiti crea non pochi problemi in fase offensiva. Siamo saliti mentre è entrato Chalanoglu che mentre tutti piangono ai giornalisti perché non giocano si è dato da fare e ha ripetuto la buona prestazione del derby (capito André Instagram?). Siamo saliti anche quando nel secondo tempo ne ha beneficiato Montolivo che ha beneficiato del riposo infrasettimanale tornando, soprattutto nella ripresa, sui suoi buoni livelli di questa stagione.

Ora, finalmente, si apre il mercato. Bisogna avere l’umiltà di capire i propri errori (tanti) e di ripararli. Non mi strapperei i capelli se arrivasse un’offerta per Bonucci e non sarei troppo contrario ai prestiti secchi come quello di Deulofeu. L’importante è completare il 4-3-3 e salvare ciò che resta della stagione. Stagione che rimane positiva solamente in caso di qualificazione Champions ma può passare da appena dignitosa a fallimentare a seconda di ciò che ne esce da Europa League (qualificazione compresa) e Coppa Italia.

Concludo con due brevi comunicazioni di servizio: la prima riguarda le pagelle di metà stagione a cui siete abituati e che per via della sosta “differita” arriveranno – appunto – durante la sosta natalizia tra il 7 e il 21 Gennaio. La seconda riguarda la rubrica “il meglio di..” che sarà ridotta ad un solo post – appunto, domani – visto che il 2017 è stato un anno terribile, forse il peggiore della storia recente.

FIORENTINA-MILAN 1-1
FIORENTINA (4-2-3-1): Sportiello; Laurini, Astori, Pezzella (28′ st Hugo), Biraghi; Veretout, Badelj; Gil Dias (9′ st Chiesa), Benassi (21′ st Eysseric), Thereau; Simeone. A disp.: Dragowski, Milenovic, Bruno Gaspar, Sanchez, Zekhnini, Saponara, Olivera, Cristoforo, Babacar. Allenatore: Pioli
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie (47′ st Locatelli), Montolivo, Bonaventura (27′ st Silva); Suso, Cutrone, Borini (8′ st Calhanoglu). A disp.: A. Donnarumma, Gabriel, Paletta, Musacchio, Zapata, Antonelli, Biglia, Abate, G. Gomez. Allenatore: Gattuso
ARBITRO: Banti di Livorno.
MARCATORI: 26′ st Simeone (F), 29′ st Calhanoglu (M).
NOTE: Ammoniti: Vertout (F); Romagnoli (M). Recupero: 1′ pt, 4′ st.

Milan – Inter 1-0 d.t.s. – Cutrone-gol, Milan in semifinale

Nessuno se lo aspettava per come si arrivava a questa partita dopo le partite con Verona e Atalanta e con il pre-partita che ci ha obbligato a giocare in porta con Antonio Donnarumma che alle ore 16.00 non era nemmeno tra coloro che dovevano scendere in campo ma era destinato alla tribuna visto che ormai il fratello sembra essere un giocatore del PSG (13 mln l’anno, 75 al Milan) – da qua l’infortunio “diplomatico” di oggi. Si è scesi in campo, inoltre, col fantasma del ritorno di Montella che aleggiava in caso di sconfitta. Il risultato è che nonostante tutte le premesse fossero contro il Milan ha fatto la miglior partita della stagione.

Non c’è stata partita. E’ stato un derby molto episodico in cui l’unica occasione oltre al gol annullato l’Inter l’ha avuta con il tiro di Joao Mario parato da un eroico Donnarumma, tra i migliori in campo. Il Milan in campionato non aveva mai vinto con una delle prime cinque e, se vogliamo, nemmeno pareggiato. Lo ha fatto oggi e lo ha fatto bene nonostante la partita non sia stata delle migliori dal punto di vista tecnico con due squadre imballate che hanno pensato più a non subire gol. Ha rischiato di più il Milan, forse perché con Handanovic all’Inter i rigori non dispiacevano.

Mi aspettavo sinceramente il crollo dell’Inter che in questo campionato ha reso abbondantemente al di sopra delle sue aspettative anche grazie alla forma di Icardi e Perisic. L’inter ha però seri problemi: in primis non può affidarsi sempre al croato, troppo discontinuo ed il suo limite negli ultimi anni tra un’Inter che tiene con le big ed una che fatica con Udinese e Sassuolo. L’altro problema è stato un super-rendimento di Skriniar che rimane un difensore mediocre e che ha avuto sempre la fortuna di non pagare le vaccate che puntualmente faceva ogni partita. Non è stato così oggi. E’ chiaro che una squadra coi centrali contati (se si rompe Miranda entra Ranocchia) difficilmente arriverà nelle 4 e che Suning se vuole entrare in coppa deve fare mercato a Gennaio – fossi un tifoso dell’Inter invocherei le torce ed i forconi contro la proprietà se così non sarà.

Si è ritrovata la difesa che deve essere il punto di partenza di una squadra. Bonucci e Romagnoli oggi hanno fatto sparire Icardi dal campo rendendo il 9 argentino completamente nullo e sterilizzando così ogni possibilità offensiva dell’Inter che infatti non ha combinato nulla. Da rivedere, invece, la fase offensiva con troppi lanci del numero 19 completamente sbagliati quando forse Romagnoli è migliore di lui in fase di impostazione. A centrocampo si è rivisto Kessie che ha dovuto correre per tre visto che Biglia è uscito alla distanza e Locatelli è stato tragico. Forse bisognava inserire Montolivo ma visto che lo stesso non si reggeva in piedi è stato meglio tenerlo a riposo per sabato.

La reale notizia riguarda però la condizione atletica. Doveva calare il Milan alla distanza, è calata l’Inter e sono venuti fuori quei giocatori che hanno avuto più problemi in questi termini come Chalanoglu. Serve comunque un giocatore a centrocampo che rimane il reparto dove fatichiamo di più insieme all’attacco dove invece manca l’assenza di un nove e con un Cutrone così è forse inutile impuntarsi su Kalinic. E’ inutile nasconderci: con questa sterilità offensiva al primo gol subito il Milan perde la partita, mentre il gol segnato continua ad essere un evento. Vediamo cosa succede domenica a Firenze e chi giocherà. Che sia la partita della svolta e non solo un piacevole episodio.

MILAN-INTER 1-0 D.T.S.
Primo tempo 0-0, al 90′ 0-0
MARCATORI: Cutrone al 14′ del p.t.s.
MILAN (4-3-3) A. Donnarumma; Abate (dall’8’ s.t. Calabria), Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie, Biglia, Locatelli (dal 28’ s.t. Calhanoglu); Suso, Kalinic (dal 30’ s.t. Cutrone), Bonaventura (G. Donnarumma, Soncin, André Silva, Borini, Zapata, Montolivo, Musacchio, Paletta, Antonelli). All. Gattuso.
INTER (4-2-3-1) Handanovic; Cancelo, Ranocchia, Skriniar, Nagatomo; Vecino, Gagliardini (dal 30’ s.t. Brozovic); Candreva (dall’11’ p.t.s. Eder), Joao Mario (dal 22’ s.t. Borja Valero), Perisic; Icardi (Padelli, Berni, Karamoh, Santon, Dalbert, Lombardoni, Pinamonti). All. Spalletti
ARBITRO Guida di Torre Annunziata
NOTE Spettatori paganti 48.721, incasso di 2.097.469,10 euro. Ammoniti Locatelli per simulazione, Biglia, Skriniar e Vecino per gioco scorretto, Cutrone per c.n.r.

Milan – Inter: le ultime da San Siro

Dopo la sconfitta “attesa” con l’Atalanta il Milan torna in campo per i quarti di Coppa Italia, nella seconda stracittadina di stagione contro l’Inter. La prima era il famoso 3-2 firmato Icardi, che nonostante il risultato sembrava il segnale di un possibile risveglio milanista.

Si prospetta il derby più deprimente dai tempi del girone di ritorno 2009-10 (quello del 2-0 interista in 10 uomini, 9 nei minuti finali). Solo che all’epoca il Milan quantomeno era secondo in classifica e nonostante le tante parole sull’età media molto alta dava l’impressione di potersela giocare, anche prima di quella partita. A dir la verità nelle ultime partite anche l’Inter ha accusato un po’ di difficoltà, perdendo contro Udinese e Sassuolo in campionato. Turnover annunciato, più nel Milan che nell’Inter.

4-3-3 confermato per Gattuso con: Storari; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Locatelli; Suso, Cutrone, Bonaventura. Ballottaggio Cutrone-Kalinic, gli altri dovrebbero sedersi in panchina. 4-2-3-1 per Spalletti con: Padelli; Cancelo, Skriniar, Ranocchia, Nagatomo; Vecino, Gagliardini; Candreva, B. Valero, Perisic; Icardi. Turnover in difesa, ma non nei reparti avanzati per la terza in classifica. La vincente affronterà in semifinale la Lazio, mentre dall’altro lato del tabellone si giocherà la prossima settimana. Guida arbitrerà la partita, con il duo Massa-Vuoto al Var.

Milan – Atalanta 0-2: ritiriamoci dal campionato

Uno schifo come le ultime due partite io non lo ricordo né negli anni di Inzaghi, né nell’ultimo anno di Allegri. Sapevamo di perdere prima di entrare in campo perché l’Atalanta ad oggi è una squadra migliore di noi. Così come lo sarà l’Inter nel derby. Così come lo sarà la Fiorentina sabato prossimo. Ma l’avete vista la partita? E’ una squadra che ad oggi gioca a caso, timida, impaurita: pensate solo ad una partita dello scorso anno come quella di Bologna e mettetela a confronto con quella di oggi. L’anno scorso si perdeva ma c’era dignità, quest’anno non c’è nemmeno quella ed i risultati sono ancora peggio.

Non siamo stati sconfitti, siamo stati per l’ennesima volta umiliati dopo aver speso 230 milioni sul mercato. Il Milan ad oggi ha tre punti in meno di Sampdoria ed Atalanta, due in meno della Fiorentina, gli stessi di Udinese, Torino e Bologna e solamente tre in più del Chievo. Da quali basi partivano queste squadre? Quanto hanno speso in estate? Qual è il loro monte ingaggi? Basterebbe questo per capire il fallimento dei due incapaci in dirigenza.

Donnarumma vuole andare via? Che se ne vada. Raiola ha ragione, merita di meglio. Non merita di buttare via la sua carriera in questa squadra. Bonucci vuole andare via? Che vada. E’ giusto che non stia per due anni fuori dalla Champions da un lato e non rappresenterà mai i valori del Milan dall’altro, nemmeno con quella fascia che vergognosamente gli è stata data da chi di spogliatoio e di equilibri non capisce nulla.

Questo Milan è la giusta punizione per chi ha insultato e denigrato la dirigenza ed i giocatori negli scorsi anni. I tifosi veri non meritano questo Milan, loro si. E’ uno schifo pensare che c’è gente che ha sostenuto questi signori con discorsi di buona fede, trasparenza e schiena dritta. Purtroppo in campo ci vanno Musacchio, Kessie, Borini e Kalinic, ad oggi peggiori di chi giocava nel loro ruolo un anno fa e i risultati sono questi. Trasparenza (la stessa per cui non si comunicano clausole o abbonati) non fa gol. 

Gattuso si dimette? MAGARI. Gattuso insieme ad Abate, Montolivo, Bonaventura e coloro che hanno a cuore il Milan e non lo stipendio non meritano questa situazione. Gattuso non merita di essere il front-man di questo scempio dirigenziale. Magari Gattuso andasse a Casa Milan e gli sbattesse in faccia a quei due che questa roba qua del Milan non rappresenta nulla, non ha né i giocatori, né i valori del vero Milan (e d’altronde ha scelto un giusto simbolo, Leonardo Bonucci). Questi oggi escono dal campo con le maglie ancora asciutte.

Il Milan è definitivamente morto. Se il cambio di proprietà era una timida speranza oggi sono più che convinto che non torneremo più. Se le prospettive sono di altre partite come Verona ed Atalanta allora non chiedo niente di più di un fallimento, una dignitosa eutanasia per una delle squadre più gloriose d’Italia invece di continuare a trascinare in giro per lo stivale un cadavere morente. Oggi potremmo dire di aver toccato il fondo, la realtà è che nei prossimi giorni potremmo continuare a scavare sempre più a fondo, sempre di più. E continuare a sentirci dire che va tutto bene e dormire tranquilli, che tanto c’è lo statuto a casa Milan.

MILAN-ATALANTA 0-2 (primo tempo 0-1)
MARCATORI: Cristante al 32′ p.t.; Ilicic al 26′ s.t.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Abate, Musacchio, Bonucci, Rodriguez; Kessie, Montolivo (dal 38′ s.t. Biglia), Bonaventura (dal 31′ s.t. Calhanoglu); Borini, Kalinic (dal 38′ s.t. André Silva), Cutrone. (A. Donnarumma, Storari, Paletta, Zapata, Antonelli, Calabria, G. Gomez, Locatelli). All. Gattuso.
ATALANTA (3-4-1-2): Berisha; Toloi, Caldara, Masiello; Hateboer, De Roon, Freuler, Spinazzola; Cristante (dal 35′ s.t. Kurtic); Gomez, Petagna (dal 19′ s.t. Ilicic). (Gollini, Rossi, Castagne, Bastoni, Melegoni, Haas, Vido, Gosens, Orsolini, Schmidt, Cornelius). All. Gasperini.
ARBITRO: Fabbri di Ravenna.
NOTE: spettatori 45.746. Ammoniti Cutrone (M) e Kessie (M) per gioco scorretto.

Milan – Atalanta: le ultime dal campo

Settimana difficile per il Milan, in cui prosegue il ritiro punitivo post disfatta di Verona. Atalanta, poi derby di Coppa Italia e poi Fiorentina: sette giorni non per cuori deboli, specie nelle nostre condizioni attuali.

Fischio d’inizio alle 18.00 per quello che di fatto è un posticipo, anche se di sabato e all’antivigilia di Natale. Ultimo scontro diretto con l’Atalanta, un 1-1 che di fatto aveva consegnato ai rossoneri la qualificazione in Europa League. Da allora gli orobici non hanno più Kessié e Conti, passati proprio al Milan. La squadra di Gasperini sta letteralmente volando in Europa mentre soffre un po’ di più il campionato, doppia fatica invece per il Milan. Senza gli squalificati Romagnoli e Suso, si rivedono tra i convocati Calhanoglu e Gomez.

4-3-3 probabile, con Calhanoglu adattato a sinistra. Il rischio è di soffrire parecchio contro esterni veloci. G. Donnarumma; Abate, Zapata, Bonucci, Rodriguez; Kessié, Montolivo, Bonaventura; Borini, Kalinic, Calhanoglu il probabile undici. 3-4-1-2 per Gasperini con: Berisha; Toloi, Caldara, Masiello; Hateboer, Cristante, Freuler, Spinazzola; Ilicic; Petagna, Gomez. Arbitra Fabbri di Ravenna, al Var il duo Rocchi-Di Liberatore nella giornata che ha visto ieri la vittoria della Fiorentina (0-1 a Cagliari), nel pomeriggio in campo Sassuolo-Inter e Napoli-Sampdoria in attesa del big match serale Juve-Roma.

La situazione della rosa verso il mercato di Gennaio

Mancano 12 giorni e poi Massimiliano Mirabelli avrà la sua prova d’appello dopo aver dilapidato 230 milioni in estate. A Gennaio il Milan potrà provare a mettere una pezza migliorando la situazione attuale e lanciandosi verso un finale di stagione dove l’Europa League diventerà l’obiettivo primario. A tale scopo ho quindi fatto il punto sull’organico a disposizione scrivendo reparto per reparto cosa farei a Gennaio.

Portieri

Parliamoci chiaro: Gianluigi Donnarumma l’anno prossimo non sarà il portiere del Milan. Questo vuol dire che – considerato che presumibilmente partirà anche la tassa Antonio – il reparto portieri 2017/18 al momento comprende Storari, Gabriel e Plizarri. A seconda del valore di quest’ultimo si potrà decidere se promuoverlo in prima squadra o cercare un portiere in altri reparti. Perin non mi dispiacerebbe troppo, facendo un paragone gastronomico è come mangiare una pasta al pomodoro. Buona, nutriente, non è il massimo ma in quel momento non puoi permetterti di più. Difficile farlo arrivare già a Gennaio, difficile che Gigio parta subito nella prossima sessione. Per il momento siamo #apostocosì.

Difensori

Qua si evidenzia una delle lacune tattiche della costruzione dell’organico. C’è abbondanza di centrali e carenza di terzini. Da qua a fine anno si andrà a 4 per cui due tra Romagnoli, Bonucci, Zapata, Paletta, Gomez e Musacchio devono uscire. L’unico tra i sei a cui in questo momento non rinuncerei mai è il colombiano, in quanto unico vero marcatore puro dell’organico. Il parco terzini è il vero problema: ad oggi comprende Abate, Antonelli e Calabria perché Rodriguez non lo è: si è ceduto De Sciglio senza trovare un vero sostituto in quel ruolo perché si pensava di passare al 3-5-2. Servono – e con urgenza – due terzini che possano anche salire nelle fasi d’attacco. A lungo andare dipende se il nostro allenatore dietro giocherà a 4 (Sarri?) o a 3 (Conte?): il primo caso permette di sacrificare Rodriguez ed uno tra Romagnoli e Bonucci per fare mercato – non mi stupirei se fosse il capitano nominato dall’alto a voler lasciare senza coppe. E non ne farei un dramma visto rendimento attuale e lo stipendio.

Centrocampisti

Partiamo dai punti fermi: Montolivo e Bonaventura. Ad oggi manca una alternativa seria a Montolivo che come abbiamo visto in settimana non ne può giocare tre di fila. Su Kessie la speranza è che cresca ma va preso almeno un altro giocatore di pari livello che faccia quello che fa lui nel 4-3-3 (Kucka ceduto troppo in fretta). Se Locatelli può subentrare a Montolivo da qua a fine stagione è già chiaro chi deve essere il sacrificato per trovare l’alternativa a Kessie: quel Lucas Biglia sopravvalutato dalla stampa e dai tifosi che ora all’età di 31 anni si spera di piazzare in qualche squadra. Se ripenso che Mirabelli lo ha nominato vice-capitano mi vengono i brividi.

Attaccanti

L’anno scorso il tridente era Suso-Bacca-Deulofeu. Con Suso-Kalinic-Borini siamo riusciti a peggiorarlo e non di poco. Darei un rene per riportare indietro Gerardo a Gennaio al posto di mister “2,5 milioni a stagione per l’impegno e su tre gol su tre del verona ha segnato quello che stavo marcando“. Al centro ci vuole una punta, ma una punta vera – di quelle grosse che fanno salire la squadra, tengono palla e fanno gol come Ibrahimovic, Icardi, Dzeko. Non può essere Mertens ad esempio. Questa ad oggi è la lacuna più importante della rosa Milan, un attacco da metà classifica. Kalinic ovviamente lo spedirei in Cina sul primo aereo che passa al primo (o dovrei dire secondo?) scemo che lo paga 30 milioni. Per Silva proverei sei mesi di cura Gasperini, altrimenti Mendes dovrebbe comunque riuscire a piazzarlo. Se giocassimo 4-4-2 avrei provato davanti Cutrone con Bacca – una coppia che potenzialmente si completa e bene. Questo però vuol dire sacrificare Suso: lo si voleva cedere la scorsa estate per arrivare a Cuadrado. Saltò tutto e ci fu il rinnovo. Vediamo come si comporteranno le sirene madrilene con lui visto che qua una clausola c’è.

Ricapitolando il tutto, per Gennaio servono: due terzini, due centrocampisti, un attaccante, un esterno. Sei giocatori mancanti nell’organico dopo 230 milioni spesi in estate partendo da una squadra a cui mancava solamente l’esterno. Dopotutto, in fondo, forse serve anche un nuovo direttore sportivo.