Perché non credo al complotto mediatico anti-Milan

Come era prevedibile con la sosta nazionali i giornali sono tornati a parlare della cessione del Milan evidenziando preoccupazioni circa il patrimonio di Yonghong Li e il successivo subentro di Elliott. Tra le esagerazioni e le bufale conclamate, tipo il rientro di Galliani (dovrebbe dimettersi dal Senato, cosa impossibile senza voti dell’aula che richiedono tempi lunghi) e i debiti rifinanziati in bitcoin la società si è difesa semiufficialmente, tramite l’account di Mauro Suma, dicendo che diamo fastidio perché ci stiamo riavvicinando alla zona Champions League. Mi spiace ma non posso accettare questa tesi.

Da dove partiamo? La procura di Milano sta indagando per riciclaggio? Benissimo, ben venga. Qualsiasi operazione porti chiarezza e trasparenza sulla provenienza dei fondi usati per comprare il Milan non può che essere accolta in maniera positiva da chi ha a cuore la squadra. Se ci sono dei reati accertati chi ha sbagliato pagherà, se non ci sono sarà scritto nero su bianco che la compravendita è stata pulita. Non si può nascondere sotto il tappeto i problemi aspettando che si risolvano da soli.

C’è qualcosa che non torna dietro tutto questo? Non può essere altrimenti quando il Milan viene comprato da una società lussemburghese passando per una catena di scatole cinesi con nel suo mezzo dei paradisi fiscali. E’ oggettivo che non vi siano né chiarezza né trasparenza su chi sia oggi il vero proprietario del Milan al di là di come la si pensi. Berlusconi promise di lasciare il Milan in mani sicure ma continuo a pensare che il Milan non è stato venduto da Berlusconi ma da Fininvest che approfittando dei suoi problemi al cuore non vedette l’ora di disfarsene il prima possibile. Non credo e non penso che sia un rientro di capitali nonostante alcune strane coincidenze come Elliott che punisce Vivendi (che venne meno ai suoi impegni in Premium) in Telecom.

Non credo che sia un complotto della stampa semplicemente perché sono troppi i giornali coinvolti. Dal New York times, a l’Equipe, a Marca fino a Forbes hanno tutti postato dubbi più che leciti sull’attuale proprietà del Milan. Troppe notizie, troppi fatti oggettivamente verificabili, troppe coincidenze strane per essere semplicemente un “complotto” per non farci avvicinare alla Zona Champions League.

La situazione oggi vede il Milan aver chiesto 10 milioni per esigenze di cassa ed averlo fatto tramite lettera a Yonghong Li preoccupato per il non arrivo degli stessi. Alla prossima assemblea bisognerà ripianare un bilancio molto pesante dovuto soprattutto all’incremento di ammortamenti e cartellini per via dell’ultimo mercato e Li non si potrà più nascondere, nel senso che ci saranno da mettere 100 milioni in un sol colpo e bisognerà vedere se ci saranno e chi li metterà. Il bilancio piange, la fuga degli sponsor è più che evidente e i “grossi sponsor” annunciati in estate ancora latitano.

Elliott potrebbe non essere l’inferno auspicato bensì l’ancora di salvezza del Milan: difficilmente gli americani in quest’ultimo anno non avranno trovato un compratore per una squadra che comunque è stata ceduta a 750 milioni ed è stata rinforzata rispetto a quel momento. In questo senso ecco che la Champions League ed il flusso di cassa che porta risultano fondamentali sia per il bilancio che per l’appetibilità del club. Va capito da che parte stia Fassone che ha portato Elliott il quale ha preteso per lui poi quasi pieni poteri e la famosa clausola di illicenziabilità ma ha poi aumentato il debito del club (azzerato con la cessione, saldando tutte le pendenze) e questo sembra avere indispettito e non poco qualche manager del fondo.

Cosa succederà nei prossimi mesi? Personalmente credo che non sarà Li il proprietario del Milan alla prossima assemblea soci. Per quella data il Milan potrebbe già essere passato in mano ad Elliott o al nuovo compratore. A livello sportivo mi aspetto invece restrizioni di mercato dalla UEFA che ci costringeranno alle cessioni di Suso e Donnarumma che a bilancio hanno un prezzo di cartellino molto basso e permettono di realizzare facili plusvalenze nell’immediato (non male come macerie, vero?) a differenza dei giocatori arrivati in estate. Il mercato non sarà quindi pieno di botti ma aspettiamoci risparmio e parametri zero nel tentativo di valorizzare l’organico in entrata l’estate scorsa. Continuo a credere che il mercato di una estate fa non andava sbagliato perché era un mercato fatto per due estati e non una sola, poi se non ci ho capito niente e ne arriva un altro così tanto di guadagnato.

Ai tifosi in questo momento non resta che attendere per capire come si svilupperà la situazione ma sarebbe anche ora di usare un po’ di franchezza invece di nascondersi dietro un “tutto a posto” ed un “complotto contro di noi” e scrivere lettere dove si minacciavano querele al New York Times che non risultano mai recapitate. Il clima di persecuzione di chi ha sollevato dubbi leciti su componenti oggettive rimane qualcosa di inqualificabile ed imperdonabile. La Champions per il bilancio è un traguardo molto più importante di come appare oggi ed è altrettanto difficile raggiungerlo a meno di un colpo importante con Juventus o Napoli. Cerchiamo quindi di pensare al piano sportivo perché se non c’è un complotto è anche vero che da quello – e solo da quello – dipenderà poi quello che accadrà in estate.

P.s. sulla nostra pagina Facebook è attivo un post per tutti coloro che avessero bisogno di vendere/comprare i biglietti del derby del 4 aprile visto che il Milan è l’unica tra le società (seppur non obbligata) a non offrire un rimborso diretto del prezzo del biglietto. Anche questo piccolo dettaglio è comunque abbastanza preoccupante.

Destinazione Tricolore: 29a giornata

Altri due punti rimontati, anche se solo nei confronti della Lazio e con derby e Juve che incombono tra meno di due settimane.

Nella giornata che vede ben due capitomboli casalinghi per 0-5 (Samp e Verona, contro Inter e Atalanta) il Milan è abile a portare a casa una partita non scontata, dove era anche finito in svantaggio. Tre punti importantissimi che portano i rossoneri sopra la fatidica soglia dei 50. E che ci ricordano che con qualunque scarto una vittoria vale sempre 3 punti. Due cambiamenti davanti: il pari della Lazio in casa con il Bologna, e quello di sabato della Juve a Ferrara che consente al Napoli di recuperare due dei punti persi per strada.

Doveroso punto sul calendario: dopo la sosta nazionale (la prima dopo il fiasco con la Svezia) si tornerà in campo da subito con Juve e Inter per poi affrontare un mese e mezzo in discesa. Posticipo serale del 31 marzo a Torino, recupero del derby mercoledì 4 aprile alle 18.30, una pessima scelta per chi ha dovuto rifare tutte le trafile per il viaggio. Poi, le 8 sfide finali: tutti i fine settimana per un mese e mezzo, con il solo infrasettimanale di Torino il 18 aprile e nel mezzo anche la finale di Coppa Italia del 9 maggio all’Olimpico.

Risultati 29^ giornata: sabato Udinese-Sassuolo 1-2, Spal-Juventus 0-0; domenica Sampdoria-Inter 0-5, Benevento-Cagliari 1-2, Crotone-Roma 0-2, Milan-Chievo 3-2, Torino-Fiorentina 1-2, Verona-Atalanta 0-5, Lazio-Bologna 1-1, Napoli-Genoa 1-0.

Classifica: Juventus* 75, Napoli* 73, Roma* 59, Inter 55, Lazio* 54, Milan 50, Atalanta e Sampdoria 44, Fiorentina 41, Torino 36, Bologna* 34, Udinese 33, Genoa 30, Cagliari 29, Sassuolo 27, Chievo e Spal* 25, Crotone 24, Verona 22, Benevento 10

Milan – Chievo 3-2: l’ha vinta Gattuso

Abbiamo sofferto più del previsto in campo ma nonostante tutto ce la siamo cavata. Decisione forse folle quella di non chiedere il posticipo nonostante una trasferta impegnativa a Londra giovedì sera e presentarsi in campo alle 15.00. Ce ne rendiamo conto nel primo tempo dove andiamo sotto con il Chievo che per 20 abbondanti minuti ci mette sotto nell’intensità chiudendoci prima nella nostra metà campo e poi segnando due gol. Sembra forse finita perché all’intervallo non sembriamo avere forza di reagire.

Si passa quindi allo schema di salvataggio, lo stesso che ci ha salvato a Genova. Palla a Suso e che dio ce la mandi buona. Pareggiamo su iniziativa di Biglia che oggi ha forse giocato una buona partita per davvero e non solo per chi ha avuto interessi ad esaltarlo. Gattuso poi si dimostra bravo a leggere la partita in corsa passando a tre dietro – la stessa difesa a tre sciagurata con Montella. Dentro densità in area, quella di André Silva, che andrà poi a segnare il gol del 3-2 dopo una serie interminabile di occasioni sprecate tra cui un anticipo di Cutrone a Bonaventura e due cross di Zapata e Kessie. Segnato il 3-2 si torna a 4 con Musacchio che fa 10 ottimi minuti nonostante non fosse impiegato da mesi.

In difesa buona prova di Zapata che sui gol non ha colpe nonostante gliene si provi ad attribuirne. Zapata e Musacchio così come Montolivo a Londra sono l’emblema di un gruppo dove anche chi non gioca più o meno discutibilmente dà tutto quello che ha quando entra per provare a vincere uscendone spesso con buone partite. Le note stonate in difesa arrivano da Bonucci che gioca tutto il tempo con lo spauracchio della diffida che lo costringerebbe a saltare ancora la Juventus e ne risulta condizionato. Borini è costretto in un ruolo non suo e il risultato è pessimo mentre Rodriguez, purtroppo, continua un declino inarrestabile in questa stagione.

La fortuna di questo gruppo è che arriva ora la sosta e non può esserci momento migliore sia per rifiatare dopo una lunga sequenza di partite sia per recuperare al meglio Conti che a questo punto spero giochi con la Juventus. Il girone di ritorno ci sorride: in 9 giornate il Milan ha portato a casa 25 punti su 27, pareggiando l’andata. Ora però arriverà il bello con Juventus, Inter, Sassuolo e Napoli nelle prossime quattro partite come le gare che segneranno irrimediabilmente la stagione in un senso o nell’altro. Gare in cui bisognerà ritrovare quel gioco visto nelle gare dell’Olimpico con le romane che ha permesso di sbancare Roma e di qualificarci alla finale di Coppa Italia e di tenere imbattuta una difesa che oggi ha subito due gol. Buona sosta a tutti, a Pasqua si andrà al Gobbodromo.

MILAN-CHIEVO 3-2 (1-2)
MARCATORI: Calhanoglu (M) al 10′, Stepinski (C) al 33′, Inglese (C) al 34′, Cutrone (M) al 7′ s.t., André Silva al 37′ s.t.
MILAN (4-3-3): Donnarumma, Borini (André Silva dal 15′ s.t.), Zapata, Bonucci, Rodriguez, Kessie, Biglia, Bonaventura, Suso, Cutrone (Musacchio dal 38′ s.t.), Calhanoglu. In panchina: A. Donnarumma, Storari, Antonelli, Conti, Gomez, Locatelli, Mauri, Montolivo, Tiago Dias, Tsadjout. Allenatore: Gattuso
CHIEVO VERONA (4-4-2): Sorrentino, Cacciatore, Tomovic, Bani, Jaroszynski, Depaoli, Radovanovic, Castro (Pellissier dal 42 s.t.), Giaccherini (Hetemaj dal 26′ s.t.), Inglese (Birsa dal 31′ s.t.), Stepinski. In panchina: Seculin, Confente, Dainelli, Cesar, Gobbi, Rigoni, Bastien, Leris, Pucciarelli. Allenatore: Maran
ARBITRO: Mariani di Aprilia
NOTE: Giornata piovosa, terreno in buone condizioni. Spettatori: 45.000 circa. Al 93° Sorrentino respinge un rigore calciato da Kessie. Ammoniti: Depaoli, Kessie, Calhanoglu, Jaroszynski, Giaccherini, Biglia, Stepinski, Cacciatore. Angoli: 8-1. Recupero: 1′; 6’30”

Arsenal – Milan 3-1: vergogna arbitrale in eurovisione

Si dovrebbe parlare in questa sede di calcio e della partita appena conclusa ma la partita ha purtroppo avuto senso solamente fino al clamoroso rigore regalato all’Arsenal nel miglior momento del Milan, appena passato in vantaggio. Un rigore che non esiste, che l’arbitro non aveva fischiato e che solo l’assenza del VAR ha potuto permettere che venisse trasformato. Inaccettabile assistere ad una cosa del genere nelle competizioni Europee a questo livello. Se aggiungiamo che pochi minuti dopo è stato negato al Milan un rigore per fallo di mano altrettanto netto in area. Quello che è successo dopo poco importa, così come il crollo del finale per un 5-1 complessivamente bugiardo.

https://twitter.com/AntonelloGuerra/status/974402617639079937

Probabilmente non saremmo passati ma stasera all’Emirates ci hanno tolto il diritto di giocarcela fino alla fine e questo fa più male del risultato finale. La prestazione è stata comunque di livello fino alla papera di Donnarumma che ha portato al 2-1, una prestazione che in Italia ti consente di battere forse tutti tranne Juventus e Napoli. E’ stata senza dubbio buttata alle ortiche nella partita d’andata con uno 0-2 casalingo che come previsto era difficile rimontare. Alla luce di tutto pesa il passivo preso da questa squadra che non aveva troppa differenza col Milan attuale in un periodo in cui le altre inglesi nelle coppe tranne City e Liverpool sono uscite con figure barbine.

Fa rabbia perché siamo andati fuori prima di tutto perché ci siamo suicidati noi. L’arbitro ci ha dato la mazzata ed è per questo che il risultato di stasera conta relativamente anche perché fino alla papera di Donnarumma la prestazione era ottima. La scelta di Montolivo a centrocampo – tra i migliori oggi – ha premiato sul piano della prestazione (e l’altra miglior partita del Milan in questa tranche, con la Sampdoria, fu con lui in campo) e questo non può non andare considerato. Si è visto Chalanoglu sui livelli del Bayern e si è visto anche un buon André Silva.

La macchia di questa squadra rimane un attacco insufficiente per le competizioni Europee. Che nessuno si azzardi a tirare la croce su Suso senza il quale avremmo si e no la metà dei punti in campionato. Due parole anche su Donnarumma al centro ormai di destabilizzazioni continue che anche stasera ci sono costati un gol. Un grazie a chi ha fatto passare la velina domenica nella sala stampa del Marassi ai giornalisti – non Mino Raiola. Ora testa al quarto posto, obiettivo fattibile vista la classifica attuale.

ARSENAL-MILAN 3-1 (primo tempo 1-1)
MARCATORI: Calhanoglu (M) al 35′, Welbeck (A) su rigore al 39′ s.t.; Xhaka (A) al 26′, Welbeck (A) al 41′ s.t.
ARSENAL (4-2-3-1): Ospina; Bellerin, Mustafi, Koscielny (dall’11’ p.t. Chambers), Monreal; Ramsey, Xhaka; Mkhitaryan (dal 24′ s.t. Elneny), Wilshere, Özil (dal 34′ s.t. Kolasinac); Welbeck. (Cech, Iwobi, Maitland-Niles, Nketiah). All. Wenger.
MILAN (4-4-2): G. Donnarumma; Borini, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Suso, Kessie (dal 34′ s.t. Locatelli), Montolivo, Calhanoglu (dal 24′ s.t. Bonaventura); Cutrone (dal 21′ s.t. Kalinic), André Silva. (Storari, Musacchio, Zapata, Biglia). All. Gattuso.
ARBITRO: Eriksson (Svezia).
NOTE: ammoniti Donnarumma (M) e Romagnoli (M) per proteste; Borini (M) e Monreal (A) per gioco scorretto, Suso (M) per simulazione.

Arsenal – Milan: solo con un’impresa epica

Ci vorrebbe un 1-3 per ribaltare la brutta sconfitta dell’andata. Anche se il Milan di Rino Gattuso non è in crisi, visto il successo di carattere contro il Genoa di domenica, la scalata al quarto di Europa League è molto aspra e senza appigli.

Lo 0-2 di San Siro è stato un “ritorno sulla terra” per molti, me compreso. Nonostante i pochi trofei degli ultimi anni, dominati in Inghilterra dalle squadre di Manchester e dal Chelsea con la comparsa recente del Tottenham, i Gunners restano una squadra con diversi giocatori “internazionali” ed esperti, tra le favorite per il trofeo a guardare i nomi. Sarebbe importante uscire, se saremo in grado, magari con un pari o una vittoria all’Emirates Stadium, stasera alle 21; il vero tifoso non molla fino al 95′ e anche oltre (in caso di 0-2) ma realisticamente sarà molto difficile ribaltare il risultato con la squadra di Wenger.

Emergenza difesa in casa rossonera. La formazione probabile, presa dai convocati, sarebbe questa: G. Donnarumma; Zapata, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Biglia, Kessié, Bonaventura; Suso, Cutrone, Calhanoglu. A disposizione Storari, Musacchio, Montolivo, Locatelli, Borini, Kalinic, Silva. Per Wenger possibile il 4-2-3-1 con: Ospina; Koscielny, Mustafi, Chambers, Bellerin; Kolasinac, Wilshere; Ramsey, Xhaka, Ozil; Welbeck. In chiaro ci sarà la diretta gol di Tv8 con alternanza tra Arsenal-Milan e le partite di Borussia Dortmund e Lione. Arbitro della partita lo svedese Eriksson.

Il teatrino Donnarumma sulla pelle dei tifosi

Sono bastate le visite mediche di Pepe Reina a scatenare nuovamente sui giornali i mal di pancia della famiglia Donnarumma, manifestati ormai a reti unificate. Come ormai sapete, quando la stessa notizia viene calata dall’alto sui giornali non si tratta di notizia – ma di velina. La notizia, parlando con un po’ di fonti vere, di giornalisti con tesserino insomma, vicini all’ambiente e non con oracoli di facciata o altri finti insider a controllo dell’opinione social è che tale velina non arriva, come si potrebbe pensare, da Mino Raiola o soci. Ovviamente non posso scrivere da chi arriva, ma se non è Raiola e non è la famiglia ci siamo capiti.

Pare improbabile a chiunque sia dotato di buon senso che l’organico dei portieri rossoneri possa essere composto da Donnarumma Gianluigi (12 milioni lordi), Donnarumma Antonio (2 milioni lordi) e Reina Pepe (7 milioni lordi) per un totale di 21 milioni lordi. Così come pare estremamente improbabile che una società paghi 3,5 milioni netti un secondo portiere: lo fa solo la Juve e solo per quest’anno visto che Buffon si ritirerà. Usando la testa e non la pancia la cessione di Donnarumma sistema parzialmente i problemi di bilancio del Milan creati con un mercato a debito grazie ad una colossale plusvalenza. Non è escluso che Suso segua a breve, vista la presenza di una clausola di 38 milioni fatta passare come “imposta” quando nessuno sano di mente firmerebbe un rinnovo a quelle condizioni. Cosa resta, quindi?

In un momento in cui la libertà di informazione rossonera è in pericolo come mai prima d’ora e chi legge bene il copione si vede spesso premiato con l’accredito stampa e chi dissente è vittima di minacce coordinate da una vergognosa macchina del fango seguita da qualche paginetta di quindicenni che fanno la parte dell’utile idiota lanciamo un appello ai tifosi: non fatevi fregare. La nostra personalissima sensazione è che entrambe le parti in causa stiano recitando – benissimo – una commedia sotto i nostri occhi con lo scopo di ottenere il meglio per ognuno. Raiola si prenderà la commissione, Donnarumma lo stipendione in un top club, il Milan la plusvalenza che sistemerà il bilancio. Si ripartirà quindi con Reina il cui giudizio tecnico è personalmente negativo ma non fa pare di questo post.

Donnarumma è e rimane un patrimonio del club che non può essere screditato in questo modo pubblicamente per giochini di poltrone e per salvarsi la faccia agli occhi dei tifosi. Provo profonda vergogna per quanto sto leggendo oggi sui giornali e per chi sta facendo passare la storiella del cattivo Raiola che vuole portar via il ragazzo a sua insaputa con un contratto firmato. Solo non credendo a questa storiella preconfezionata, forse – e dico forse – potremmo mettere tutti di fronte alle loro responsabilità ed evitare che ciò accada.

Genoa – Milan 0-1: il primo, pesantissimo, gol di André Silva

Per segnare il suo primo gol in campionato André Silva non poteva scegliere momento migliore. Il Milan a Genova non meritava più del pareggio che stava ottenendo sul campo dopo una partita decisamente sottotono in cui sono stati commessi molti errori in attacco e in cui solamente gli ultimi 30 minuti grazie al solito Suso si era visto qualcosa. Il gol di Silva è pesantissimo perché porta a tre potenziali punti dalla Champions il Milan vincendo il derby con l’Inter grazie al pareggio della Lazio a Cagliari. Se consideriamo che il Milan non vinceva quattro partite di fila in serie A dai tempi di Clarence Seedorf quando infilò una cinquina prima della Roma ecco che i tre punti oggi significano tantissimo.

Resto convinto che con 70 punti si vada in Champions: avendo previsto un punto a Genova ora possiamo pareggiare il derby per arrivare a quota 70, non facendo punti ovviamente con Napoli e Juventus. E’ ancora durissima ma è molto meno dura di prima anche grazie ai punti pesanti di oggi e a quelli contro Sampdoria e Roma. Proprio sulla Sampdoria guadagniamo punti su un sesto posto che è importantissimo in ogni caso per evitare i preliminari di Europa League.

Andando però ad analizzare la partita devono suonare degli importanti campanelli d’allarme. Se Gattuso ha registrato la difesa, anche oggi imbattuta per la quarta partita di fila in campionato, è anche vero che in attacco ci sono problemi e sono evidenti. Il gol di Silva non lo trasforma in un bomber e non ne rivaluta l’acquisto – almeno per ora – e provo sincera pena per chi al 94° invece di festeggiare è venuto a rinfacciare.

Se come pensavo negli ultimi due mesi siamo emersi anche e soprattutto per un recupero di Calhanoglu, ora è anche vero che il turco sta nuovamente calando e bisogna inventarsi qualcosa per sopperire. Bonaventura e le due punte può essere una soluzione anche se una volta trovati gli equilibri col 4-3-3 è meglio mantenerli e non cambiare più modulo. Rimaniamo comunque fortemente Suso-dipendenti e abbiamo molti, troppi, problemi realizzativi soprattutto contro chi si chiude. Sarà curioso vedere se questo gol sbloccherà qualcosa in André Silva che mi sembra comunque ancora limitato.

L’unica nota negativa della partita arriva dalla mancata ammonizione di Bonucci che in caso di giallo col Chievo salterà la trasferta di Torino. Proverei a rispolverare Zapata per non correre rischi, considerato che il Chievo è in crisi nera con 5 punti nelle ultime 15. Ora si va a Londra a cercare una impresa francamente non alla nostra portata in un momento in cui nella lotta per il quarto posto è fondamentale ogni punto. Abbiamo ancora un finale di campionato tutto difficile, ma tutto da giocare per un obiettivo.

GENOA MILAN 0-1 Marcatore Andrè Silva al 49’s.t.
GENOA (3-5-2): Perin; Biraschi, Spolli, Zukanovic, Lazovic, Hiljemark, Bertolacci, Rigoni (dal 30’s.t. Omeonga), Laxalt; Galabinov (dal 30’ s.t. Lapadula), Pandev (dal 36’ s.t. Bessa). A disposizione: Lamanna, Zima, Cofie, Rossettini, El Yamiq, Migliore, Rosi, Lazovic, Rigoni, Pereira, Medeiros, Rossi. All. Ballardini.
MILAN (4-3-3): Donnarumma; Borini, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie, Biglia, Bonaventura (dal 35’s.t. Calabria); Suso, Kalinic (dal 15’s.t. Cutrone), Calhanoglu (dal 23’ s.t. André Silva). A disposizione: Donnarumma A., Storari, Antonelli, Gomez, Musacchio, Zapata, Locatelli, Mauri, Montolivo. All. Gattuso
ARBITRO Fabbri
NOTE Ammonito Bertolacci

Genoa – Milan: le ultime dal campo

A meno di 72 ore dalla sconfitta con l’Arsenal, squadre di nuovo in campo. Pioggia permettendo, anche se al momento c’è solo allerta gialla dalle 16 e si dovrebbe giocare. Genoa-Milan è il primo dei due posticipi di serie A, alle 18.00 di oggi, poco dopo la fine delle 5 sfide del pomeriggio.

In molti ricordano lo 0-0 dell’andata come uno dei punti più bassi della stagione: dal rosso via Var a Bonucci, ai fischi post-partita di San Siro. Il ritorno a Marassi sarà l’occasione per rialzarsi dopo lo 0-2 contro gli inglesi in Europa League, che a meno di sorprese sancisce l’uscita agli ottavi del Milan (ci vorrebbe un 1-3 all’Emirates). Tra i convocati rossoneri si rivedono Storari, Musacchio e Antonelli, ancora fuori Abate, Conti e i primavera. Nel Genoa fuori Izzo, Veloso, l’ex Taarabt e Cofie, rientra Giuseppe Rossi.

3-5-2 per Ballardini con: Perin; Biraschi, Spolli, Zukanovic; Rosi, L. Rigoni, Bertolacci, Hiljemark, Laxalt; Pandev, Galabinov. Risponde Gattuso con il solito 4-3-3. G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Kalinic, Borini. La panchina di fatto sarà quella segnalata dalla Gazzetta con Antonelli al posto di Gabbia. Tanti i ballottaggi, Rigoni-Bessa nel Genoa e Borini-Calhanoglu più Montolivo-Kessié-Biglia nel Milan. Arbitro Fabbri di Ravenna, con Manganiello-Ranghetti al Var. Prima della sfida di Marassi si giocheranno, in chiave europea, Cagliari-Lazio e Crotone-Samp alle 15, molto importante anche Inter-Napoli alle 20.45.

Milan – Arsenal 0-2: umiliati in eurovisione

Nello smantellamento di qualsiasi cosa abbia costituito il Milan storico, quello vero, qualcuno tra un direttore sportivo ed un responsabile del settore giovanile deve aver buttato via anche quel DNA europeo che ci aveva contraddistinto in queste notti. La sconfitta di San Siro contro un Arsenal in piena crisi e con qualche titolare fuori dai giochi è umiliante considerato che parliamo di una squadra che poco tempo fa è stata battuta da Brighton, Swansea, Bornemouth e Nottingham Forest. No, non sono schiaffi salutari e non va bene nemmeno la scusa “erano più forti” – sia perché in questo momento non è così, sia perché non siamo l’Atalanta di turno.

Il Milan con l’Arsenal non è che ha perso – semplicemente non è stata mai in partita con una squadra che in patria al momento si sta dimostrando poco più che mediocre. Il Milan che era reduce da un periodo positivo ha perso in casa prendendo gol dopo 600 minuti e non è riuscito a segnare con una squadra nelle ultime 8 partite di gol ne aveva presi ben 14. Il tutto con l’aggravante di arrivare a questa partita “fresco” visto che il derby domenica sera non si è nemmeno giocato. Non può andare tutto bene e probabilmente questa partita rischia di avere ripercussioni decisamente pesanti in campionato.

Non si vince in Europa senza un centravanti e Cutrone non può assumersi il ruolo di salvatore della patria in serate del genere perché sono stati buttati 70 milioni. I capri espiatori saranno sempre i soliti Suso e Bonaventura ma la realtà è che il Milan dell’ultimo periodo si è basato sullo schierare Calhanoglu al posto di Borini. Chiuso o calato il turco torniamo quelli di Benevento. Kessie rimane un medianaccio buono per la serie A mentre Biglia si è scoperto responsabile di due gol subiti ed una traversa – anche qua non siamo in serie A e difficilmente si potrà minimizzare tutto con un 8 per far avere l’accredito di tribuna al caporedattore.

Ci hanno asfaltati non perché sono più forti ma perché noi non abbiamo giocato a calcio. Abbiamo mostrato tutti i nostri limiti di fronte a 70mila persone e questo rimane una cosa inaccettabile che non può essere giustificata in nessun modo. Poi la colpa sarà dei soliti Bonaventura e Suso che qualcuno vuole fuori da Milanello perché icone scomode di un passato scomodo e guai a toccare biglia, inadeguato a giocare ogni competizione europea. Ci rimane solo un quarto posto che come già detto era l’ipotesi più probabile per un difficilissimo rientro in Champions che ad oggi questa squadra non so se merita e difficilmente sarà in grado di centrare. Non solo per colpa di Montella.

MILAN – ARSENAL 2-0
MILAN (4-3-3): Donnarumma; Calabria (34′ st Borini), Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie, Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone (24′ st André Silva), Calhanoglu (17′ st Kalinic). A disp.: A. Donnarumma, Zapata, Locatelli, Montolivo. All. Gattuso
ARSENAL (4-3-2-1): Ospina; Chambers (40′ st Elneny), Mustafi, Koscielny, Kolasinac (17′ st Maitland Niles); Ramsey, Xhaka, Wilshere; Mkhitaryan, Ozil (35′ st Holding); Welbeck. A disp.: Cech, Iwobi, Nelson, Nketiah. All. Wenger
ARBITRO: Turpin (FRA)
MARCATORI: 15′ pt Mkhitaryan (A), 49′ pt Ramsey (A)
NOTE: Ammoniti: Ramsey, Kolasinac (A). Recupero: 4′ pt, 5′ st.

Milan – Arsenal: le ultime da San Siro

Dopo il ritorno in Europa, nella fase a gironi e quindi nell’eliminazione diretta, a 4 anni di distanza il Milan ritrova anche un’avversaria degna per blasone e importanza europea. Si tratta dell’Arsenal di Wenger.

Fischio d’inizio alle 19 contro i Gunners, quinti nella passata Premier League e tornati a vincere trofei l’anno scorso con l’accoppiata FA Cup-supercoppa. Una multinazionale in Europa League, più anche del Ludogorets dei brasiliani: solo cinque inglesi in rosa (più il gallese Ramsey). Tra gli stranieri, diversi nazionali: da Shkodran Mustafi e Mesut Ozil, a Pierre Aubameyang  che non ci sarà avendo già giocato in CL col Borussia, passando per il “vecchio” Petr Cech. L’ultimo precedente europeo, la doppia sfida di Champions del 2011-12: 4-0 Milan in casa, 3-0 Arsenal all’Emirates Stadium già nel primo tempo con però la qualificazione ai quarti, nell’ultima campagna europea di successo (che finì con un’eliminazione per 3-1 in casa del Barcellona ai quarti).

18 convocati contati, con una formazione stabile. Si va avanti probabilmente con i soliti 11 titolari; se turnover sarà, sarà domenica (a meno di un rinvio della trasferta col Genoa che intaserebbe ancora di più il calendario). G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone, Calhanoglu l’undici titolare. A disposizione: A. Donnarumma, Zapata, Borini, Montolivo, Locatelli, Kalinic, A. Silva. L’Arsenal risponde con: Ospina; Bellerin, Mustafi, Koscielny, Kolasinac; Ramsey, Xhaka, Wilshere; Mkhitaryan, Ozil; Welbeck. Su Tv8 si vedrà Lazio-Dinamo Kiev, quindi niente diretta in chiaro, che ci sarà probabilmente al ritorno (a Londra si giocherà alle 21.05). Arbitrerà il francese Turpin.

Morto Davide Astori, rinviata Milan-Inter

Dopo la tragica scomparsa nella notte del capitano della Fiorentina Davide Astori tutte le rimanenti partite della 27esima giornata di Serie A, compreso il derby tra Milan ed Inter, sono state sospese. Il Milan aveva comunque chiesto di non giocare il derby sconvolto dalla scomparsa del giocatore che è stato, in passato, nella primavera rossonera.

Non è possibile, al momento, indicare una possibile data di recupero del derby considerato che gli unici due impegni infrasettimanali liberi da partite Europee sono coperti da un turno infrasettimanale di Serie A e dalla finale di Coppa Italia in cui il Milan prenderà parte. I rossoneri torneranno in campo giovedì alle 19.00 in Europa League con l’Arsenal.

La redazione di Rossonerosemper esprime quindi le più sentite condoglianze alla famiglia Astori per la tragica scomparsa.

Milan – Inter: è derby

Per la 292esima volta (221esima ufficiale) Milan e Inter si affrontano nel derby della Madonnina. In un clima e un periodo recente completamente diversi dall’andata.

In realtà si tratta del terzo derby stagionale, dopo il 3-2 di campionato per l’Inter e l’1-0 di Coppa Italia che ha di fatto svoltato la stagione del Milan. “Cutrone 104” è una finta maglia celebrativa circolata molto nei giorni successivi a quel quarto di finale; una partita che ha contribuito a rialzare lo score rossonero, visto che in quattro anni e 9 derby precedenti la vittoria era arrivata solo due volte, nel 2014 (1-0 firmato De Jong) e a gennaio 2016 con Mihajlovic (il derby del celebre rigore sbagliato di Icardi sull’1-0, poi finito 3-0 per noi). Tre anche le vittorie dei “cuginastri” nelle ultime dieci sfide, per uno score perfettamente pari di 3 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte.

Da quella sfida di ottobre, 32 punti per il Milan e 29 per l’Inter. Segno che l’inizio da incubo (e la mancanza di una vera punta) ha pregiudicato gran parte del campionato del Milan. Formazioni tipo per entrambe le squadre, 4-3-3 per Gattuso con: G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone, Calhanoglu. 4-2-3-1 per Spalletti. Handanovic; Cancelo, Skriniar, Miranda, D’Ambrosio; Vecino, Gagliardini; Karamoh (Rafinha), Candreva, Perisic; Icardi. Come sempre, il derby è un mondo a sé, la sfida da triplo segno in schedina per eccellenza. Arbitrerà Di Bello di Brindisi, con il duo Orsato-Schenone al Var.

Lazio – Milan 0-0 (4-5 d.c.r.) – Bentornati in finale

Il 9 maggio 2018 il Milan cinese giocherà a Roma per conquistare il suo primo trofeo. In finale ci andiamo noi, ci andiamo dopo una maratona che speriamo non si faccia sentire più di tanto domenica sera nel derby ma è una maratona che vale la pena vivere. Ci sono voluti 14 calci di rigore ma alla fine è passato forse chi ha più meritato in una partita decisamente equilibrata. La partita è stata molto simile a quella di domenica scorsa col Milan venuto fuori nel secondo e con tre occasioni pesantissime sui piedi di Calabria, sulla testa di Romagnoli e ancora sui piedi di Kalinic che potevano concludersi a nostro favore (quattro con quella dell’andata) contro un Donnarumma che comunque prima dei rigori non lascia parate degne di nota all’almanacco di questa partita.

La Lazio è il miglior attacco della serie A e contro il Milan di Gattuso ha segnato un gol in tre partite. Questo dovrebbe far riflettere sul momento di una squadra che ormai ha portato la voce “gol subiti” a zero come fosse una abitudine. Il Milan di Gattuso a Natale era a 18 punti dal quarto posto e con l’Inter capolista da affrontare in coppa Italia. Oggi si trova a giocarsi una finale da un lato e a poter tornare a quattro punti dalla Champions dall’altro vincendo il derby. A Gattuso va dato il merito di aver resuscitato una stagione data per morta da tutti, dirigenti in primis col non mercato di Gennaio che ci costringe ad un undici contato e pochi cambi di livello.

E’ un peccato non giocarla domani questa finale, nel nostro miglior momento di forma. E’ un vero peccato perché a Maggio non sapremo in che condizioni saremo. E’ una finale che a differenza di quella del 2015 ci siamo sudati con Inter e Lazio, avversarie decisamente migliori di Carpi ed Alessandria. E’ una finale di una coppa dove non abbiamo ancora preso gol per uno score che arriva a sei partite consecutive senza prendere gol, quattro nelle ultime 11 con 4 pareggi e 7 vittorie in attesa di Inter ed Arsenal.

La vittoria ai rigori può e deve essere il giusto viatico in vista di un derby che è l’ultima chiamata per l’obiettivo che conta davvero. Peccato giocarci tutto con un solo attaccante decente su tre, un undici contato con tre centrocampisti che non devono calare per nessun motivo visto che l’esterno a Gennaio non è arrivato. Vediamo per quanto continuerà questo miracolo, magari in attesa di partite più abbordabili. Della coppa Italia ne riparliamo a fine stagione, sperando che la partita si giochi in pari condizioni per tutte e due le squadre e che si veda Bonucci alzare una coppa in faccia alla sua ex squadra.

LAZIO-MILAN 4-5 d.c.r. (0-0 dopo i tempi supplementari)
SEQUENZA RIGORI: Immobile (L) gol; Rodriguez (M) parato; Milinkovic (L) parato; Montolivo (M) parato; Leiva (L) parato; Bonaventura (M) gol; Parolo (L) gol; Borini (M) gol; Felipe Anderson (L); Bonucci (M) gol; Lulic (L); Calhanoglu (M) gol; Luiz Felipe (L) fuori; Romagnoli (M) gol
LAZIO (3-5-1-1): Strakosha; Caceres (dal 23′ s.t. Luiz Felipe), De Vrij, Radu; Marusic (dal 3′ p.t.s. Lukaku), Parolo, Leiva, Milinkovic, Lulic; Luis Alberto (dal 22′ s.t. Felipe Anderson); Immobile. (Guerrieri, Vargic, Wallace, Bastos, Patric, Basta, Murgia, Nani, Caicedo). All. Inzaghi.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie (dal 6′ p.t.s. Montolivo), Biglia, Bonaventura; Suso (dal 2′ s.t.s. Borini), Cutrone (dal 25′ s.t. Kalinic), Calhanoglu. (A. Donnarumma, Guarnone, Abate, Gomez, Musacchio, Zapata, Locatelli, Mauri, André Silva). All. Gattuso.
ARBITRO: Rocchi di Firenze.
NOTE: ammoniti Kessie (M) e Milinkovic (L) per proteste, Romagnoli (M), Calabria (M), Marusic (L), Radu (L) per gioco scorretto.

Lazio – Milan: un risultato e mezzo su tre

Dopo lo 0-0 casalingo del 31 gennaio e la vittoria di campionato il Milan torna ad affrontare la Lazio, per la prima volta all’Olimpico dopo la disfatta del 10 settembre.

Pezzo “ibrido” tra Destinazione e prepartita, quello di oggi: un’altra bella prova per il Milan che è rimasto nella capitale dopo lo 0-2 in casa della Roma. Grande prova corale, e due gol pesanti di ragazzi cresciuti nel vivaio; la formula di responsabilizzazione di “nuovi” e “vecchi” insieme pare funzionare, nel pieno di un tour de force che durerà ancora settimane. Il Napoli intanto allunga in chiave scudetto, in attesa del recupero di Juve-Atalanta, mentre nella zona rossa è importante la vittoria della Spal a Crotone. La nuova classifica: Napoli 69, Juventus* 65, Lazio 52, Inter 51, Roma 50, Sampdoria e Milan 44, Atalanta* 38, Torino 36, Fiorentina 35, Udinese e Bologna 33, Genoa 30, Cagliari e Chievo 25, Sassuolo 23, Crotone 21, Spal 20, Verona 19, Benevento 10. *una partita in meno

Veniamo a stasera. La sfida dell’Olimpico sarà preceduta da Juve-Atalanta delle 17.30. La Lazio dovrebbe schierarsi con: Strakosha; Caceres, De Vrij, Radu; Marusic, Parolo, Leiva, Milinkovic, Lulic; Luis Alberto; Immobile. Risponde Gattuso con il solito 4-3-3. G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié. Biglia, Bonaventura; Suso, Kalinic, Calhanoglu. Formazioni praticamente titolari, segno che la coccarda tricolore è un obiettivo per entrambe le squadre. Arbitro Rocchi di Firenze, con il duo Irrati-Paganessi al Var.

Roma – Milan 0-2: il 4 marzo voto Gattuso

2664 giorni. Tanti sono passati dall’ultima vittoria del Milan fuori casa in campionato sul campo di una squadra che quell’anno disputava la Champions League. Era il primo derby rossonero di Ibrahimovic che vinse proprio grazie al rigore segnato. Già questo risultato può e deve dare l’idea del salto di qualità che ha fatto fare Gattuso in pochi mesi ad una squadra che pur limitata ora conosce i propri limiti. La vittoria di Roma non è una vittoria di catenaccio, è una vittoria pesantissima che può rimettere il Milan nella corsa per il quarto posto. 

Il Milan a Roma meritava addirittura un passivo più grande di quello visto in campo – e lo avrebbe ottenuto se Borini non si fosse mangiato il gol del 3-0. Ha potuto creare gioco anche alla rivalutazione di un mercato che rimane abbastanza deficitario davanti ma che ha ritrovato Calhanoglu e Kessie a centrocampo. Ha trovato finalmente la piena maturazione del settore giovanile, culmine di quel progetto iniziato nel 2012-13: oggi hanno segnato Cutrone e Calabria, due prodotti di tale lavoro. E’ un po’ una grande coalizione del tifo rossonero: dopo una estate passata a litigare su Bonaventura o Calhanoglu la risposta è stata tutti insieme. Gattuso vince non scegliendo né il vecchio né il nuovo ma fondendo insieme il tutto in un governo di larghe intese.

La Roma era oggettivamente partita bene ma nel secondo tempo Di Francesco ci ha concesso il centrocampo, lo stesso che ci aveva tolto nel primo tempo. Kessie, Bonaventura e soprattutto Suso sono saliti in cattedra e con buona pace di Montella che diceva che con Suso e Bonaventura siamo arrivati sesti con Suso e Bonaventura andiamo a vincere a Roma. Per il resto da quando Bonucci è sceso dal piedistallo la difesa rossonera è diventata un vero e proprio muro invalicabile: nelle ultime 12 partite siamo a 8 vittorie e 4 pareggi con 8 clean sheet e dei 4 gol subiti uno è un autogol mentre l’altro è una papera di Donnarumma.

Il Milan può arrivare quarto? E’ ancora molto difficile, serve un’altra giornata favorevole per sperarci. Il Milan può andare avanti in Europa League? Sicuramente non deve temere quest’Arsenal ma solamente l’Atletico Madrid (che stasera ha fatto una manita al nostro ex-fallito allenatore) o almeno questo è quello che dobbiamo pensare in questo momento. Sul futuro, invece, attendo ancora perché sono convinto che questa rosa è troppo corta e non durerà su tre impegni a meno che non aver fatto una preparazione intensa nella prima parte di stagione non ci abbia lasciato più energie degli altri nel serbatoio. Per adesso viviamo alla giornata a partire da mercoledì sera dove ci si gioca una finale di Coppa Italia e forse anche l’accesso alla Supercoppa Italiana.

ROMA-MILAN 0-2 (primo tempo 0-0)
MARCATORI: Cutrone al 3′, Calabria al 29′ s.t.
ROMA (4-2-3-1): Alisson; Bruno Peres, Manolas, Fazio, Kolarov; Pellegrini (dal 35′ s.t. Gerson), Strootman; Under (dal 28′ s.t. Defrel), Nainggolan (dal 19′ s.t. Dzeko), Perotti; Schick (Lobont, Skorupski, Juan Jesus, Capradossi, De Rossi, Florenzi, J. Silva, El Shaarawy). All. Di Francesco.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie, Biglia, Bonaventura (dal 45′ s.t. Montolivo); Suso (dal 37′ s.t. Borini), Cutrone (dal 22′ s.t. Kalinic), Calhanoglu (A. Donnarumma, Guarnone, Gomez, Zapata, Abate, Musacchio, Mauri, Locatelli, André Silva). All. Gattuso.
ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo.
NOTE: spettatori 42.537, incasso 1.435.463 euro. Ammoniti: nessuno. Angoli: 9-3. Recupero: 1′ p.t., 4′ s.t.

Roma – Milan: le ultime dal campo

Partita che negli ultimi anni non ha portato benissimo ai nostri colori, ma dove tutto è possibile visto il campionato altalenante di entrambe le squadre. Roma-Milan è il posticipo della 26a giornata di serie A.

Clima freddo permettendo (ma a Roma qualche fiocco di neve dovrebbe arrivare solo nella notte, a sfida finita) la sfida ha tutti i crismi del big match di giornata. Le quattro sconfitte nelle ultime cinque sfide di campionato sono certamente da migliorare; l’ultima vittoria risale al 2015, con quel 2-1 dove pure Destro segnò uno dei suoi pochi gol al Milan. Si parlava di maltempo: ad oggi sono a rischio le partite di Verona, Reggio Emilia e Sassuolo. Si dovrebbe giocare negli altri campi, anche se il grande freddo condizionerà comunque quest’ultima giornata di febbraio.

Maglie larghe per le convocazioni di Gattuso, che porta a Roma per il lungo ritiro che comprende anche il ritorno con la Lazio ben 30 giocatori. Ci sono tutti i disponibili, perfino Vergara, Juan Mauri e Mastour. Conferma della formazione tipo con: G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone, Calhanoglu. 4-2-3-1 per la Roma con: Alisson; Florenzi, Manolas, J. Jesus, Kolarov; Pellegrini, Strootman; Under, Nainggolan, El Shaarawy (Perotti); Dzeko (Schick). Arbitro della partita Mazzoleni con il duo Irrati-Carbone al Var.

Milan – Ludogorets 1-0: un buon allenamento

C’è chi come Sarri vede l’infrasettimanale come una scocciatura e chi come Gattuso lo vede come un allenamento utile e riesce a motivare i giocatori al dare il 110% anche su una partita valida solamente pro-forma. La maggiore insidia in questa partita era prendere gol subito come successo ai tempi d’oro in Champions con Arsenal (dopo il 4-0), Barcellona (dopo il 2-0), Deportivo (dopo il 4-1) e PSV (dopo il 2-0). Diciamo che in questi casi i precedenti erano più sfavorevoli al Milan che mai si era goduto un ritorno tranquillo. Stavolta però il ritorno è a San Siro e nonostante i Bulgari facciano la loro partita non segnano.

Il Ludogorets è stato giocoforza protagonista a San Siro. Doveva provare a segnare ed è venuto a fare la partita con un Milan che ha fatto più una gara di contenimento con un possesso palla decisamente scarso. La notizia è non essere riusciti a prendere gol con la conferma del solito Zapata che ormai raramente tradisce quando chiamato in causa e ha ormai scavalcato Musacchio nelle gerarchie. Buona anche la partita di Montolivo che dovrà necessariamente trovare spazio in un delle prossime tre.

Due i fallimenti odierni: il primo è ovviamente André Silva che doveva segnare e non ha segnato nemmeno nella sua coppa dove finora era capocannoniere della squadra. Il secondo è Locatelli che ormai è fermo a quel gol alla Juventus e non ha mai saputo ripetere prestazioni di livello. Gattuso crede in lui ma le chiamate stanno per finire e i posti a centrocampo dove già fatica a entrare un ottimo Montolivo sono limitatissimi.

Terminati i sorteggi agevoli ora inizia l’Europa League vera: tra le 15 avversarie non ce n’è una definibile abbordabile e visti i limiti delle italiane in Europa già visti con Tottenham, Shakhtar e Lipsia delle tre squadre che dominano il campionato è vietato illudersi di essere anche solo tra le prime 5 favorite del torneo. Domani scopriremo l’avversario, per adesso ogni discorso è prematuro. Basti considerare che, preliminari esclusi, l’ultimo turno andata/ritorno che il Milan passò in Europa fu contro l’Arsenal nel 2011/12 mentre il penultimo fu la famosa notte con lo United che ci portò ad Atene

MILAN-LUDOGORETS 1-0 (Primo tempo 1-0)
Marcatori: 21′ Borini (M)
MILAN (4-3-3): 
A. Donnarumma; Abate, Zapata, Romagnoli (dal 73′ Bonucci), Rodríguez; Kessié (dal 55′ Mauri), Locatelli, Montolivo; Borini, André Silva, Cutrone (dal 55′ Kalinic). A disposizione: G. Donnarumma (GK), Biglia, Bonaventura, Calhanoglu. Allenatore: Gennaro Ivan Gattuso.
LUDOGORETS (4-2-3-1): Broun; Cicinho, Terziev, Moti, Natanael; Anicet (dall’82’ Dyakov), Goralski; Misidjan (dal 70′ Lukoki), Marcelinho (dal 63′ Campanharo), Wanderson; Swierczok. A disposizione: Renan (GK), Forster, Kovachev, Plastun. Allenatore: Dimitar Dimitrov.
ARBITRO: 
Alberto Malenco (Spagna).
NOTE – Ammoniti: 70′ Goralski (L), 86′ Bonucci (M). Recuperi: 0′ p.t., 1′ s.t.. Spettatori: 17.453.