Bologna – Milan 1-2: una vittoria cinica

La vittoria di oggii limito a chiamarla così, “cinica”. Avremmo letto questo se al posto del Milan oggi a Bologna ci fosse stata la Juventus. Il Milan in campo non ha brillato ma si è trovato 2-0 dopo il primo tempo grazie ad un tiro di Chalanoglu e ad un gol di Bonaventura dopo assist del turco. Come avevamo detto a dicembre, se è stato Suso a tirare la carretta nella prima parte della stagione ora è proprio il turco a risultate imprescindibile nella seconda visto che Suso ha finito ancora la benzina dovendo giocarle tutte visto che gli esterni arrivati dal mercato portano il nome di Fabio Borini.

A Bologna rimangono i problemi mostrati durante tutta la stagione: il Milan non fa gol coi suoi attaccanti. Ci arriva vicino stavolta con il palo di Cutrone che è stato comunque decisivo sul primo gol ma non può essere abbastanza se consideriamo anche che Bonaventura con 7 reti è diventato il principale cannoniere in campionato del torneo, agganciando proprio Cutrone, due che nelle formazioni titolari estive erano assenti. La stagione 2018/19 non può prescindere dal destinare gran parte del budget estivo nel Centravanti, quello con la C maiuscola, quello intorno al quale va costruita una squadra.

Il resto è questione di modulo e proprio qua il Milan deve decidere cosa fare “da grande”. Chalanoglu va inserito nel ruolo che gli consente di rendere al meglio dove è forte nei fondamentali, il tiro da lontano – quello col trequartista. Suso invece deve fare l’esterno che è l’unica posizione in cui sa giocare. Nessuno di questi moduli è però il 3-5-2 pensato nel mercato estivo. Da qua il problema principale della stagione e dei limiti strutturali nella costruzione di questa squadra. Ringraziamo Montella (a proposito, due esoneri in cinque mesi) per non averci capito niente con il turco perché il non averlo schierato ad inizio stagione fa si che abbia qualcosa in più nelle gambe ora e non sia nelle condizioni di Suso. A chi farà mercato estivo – speriamo non Mirabelli – sciogliere i nodi.

L’ultima cosa riguarda l’allenatore: è ovvio che quelle 10 vittorie su 11 non erano il vero valore di Gattuso così come è ovvio che ad oggi Gattuso non sia un top e abbia molti ed evidenti limiti. Mi fa però schifo e ribrezzo chi ha usato il calabrese per cercare di giustificare il mercato estivo dell’altro calabrese raccontandoci per mesi puttanate come “ecco, avete visto, se ci fosse stato Montella dall’inizio saremmo terzi! salvo scaricarlo cinque minuti dopo quando i veri valori di una rosa corta e limitata sono usciti. Ecco, questi qua mi fanno schifo e dovevo dirlo. Personalmente cambierei Gattuso solo se ci fosse la possibilità di accedere ad un top per la serie A: Ancelotti, Conte, Spalletti, Emery, Sarri – o uno di quella caratura lì. Non lo cambierei mai, invece, per un altro Mihajlovic o Montella, sarebbe un anno perso.

Quattro partite alla fine della stagione: Verona, Juventus, Atalanta, Fiorentina. La seconda potrebbe rendere inutili le altre tre e considerato che la Juventus si giocherà lo scudetto la domenica successiva a Roma non è reato pensare di fermarla. Certo, bisognerà fare un salto molto importante rispetto all’ultimo mese.

BOLOGNA-MILAN 1-2 (primo tempo 0-2)
MARCATORI: Calhanoglu (M) al 34′, Bonaventura (M) al 46′ p.t.; De Maio (B) al 29′ s.t.
BOLOGNA (4-3-3): Mirante; Mbaye, Gonzalez (dal 13′ s.t. Romagnoli), De Maio, Masina (dal 37′ s.t. Keita); Poli, Pulgar, Nagy (dal 7′ s.t. Avenatti); Orsolini, Palacio, Verdi. (Da Costa, Ravaglia, Krafth, Torodidis, Dzemaili, Crisetig, Krejci, Di Francesco, Falletti). All. Donadoni.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Zapata, Rodriguez; Kessie, Locatelli, Bonaventura (dal 39′ s.t. Montolivo); Suso, Cutrone (dal 35′ s.t. Kalinic), Calhanoglu (dal 31′ s.t. Borini). (Storari, A. Donnarumma, Abate, Musacchio, Antonelli, Gomez, Torrasi, Mauri, André Silva) . All. Gattuso.
ARBITRO: Giacomelli di Trieste.
NOTE: spettatori 24.263. Ammoniti Locatelli (M), Masina (B) per gioco scorretto.

Bologna – Milan: le ultime dal campo

Dopo la seconda figura stagionale rimediata contro il Benevento, al Milan servono punti per sperare ancora nel sesto posto, confidando nel frattempo in una sconfitta, massimo un pareggio dell’Atalanta.

Si gioca nella Bologna del grande ex Roberto Donadoni, quello che secondo il direttore Mauro Suma “ha perso la fede” nella celebre esultanza del post 0-1 di Pasalic dello scorso anno. Rossoblu invischiati nell’ennesimo campionato di metà classifica, tra alti e bassi lontani dalla tradizione da 7 scudetti degli emiliani. Tre gli ex in casa Bologna: Simone Romagnoli, prodotto del vivaio rossonero che non ha mai esordito in prima squadra, Andrea Poli (in campo un anno fa prima del passaggio estivo in rossoblu) e Mattia Destro, in gol 6 volte dopo un contestatissimo inizio di campionato.

Calhanoglu torna a disposizione, mentre viene aggregato come 23° della rosa il primavera Torrasi. 4-3-3 speculari per Donadoni e Gattuso. Mirante; Mbaye, De Maio, Gonzalez, Masina; Poli, Pulgar (Crisetig), Dzemaili; Verdi, Palacio, Di Francesco il probabile undici felsineo. Risponde il Milan con G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Zapata, Rodriguez; Kessié, Locatelli, Bonaventura; Suso, Cutrone, Calhanoglu. Unico precedente stagionale il 2-1 dell’andata. Arbitro della partita Giacomelli, con il duo Gavillucci-Schenone al Var. Atalanta-Genoa, Samp-Cagliari e Fiorentina-Napoli le altre tre sfide EL, con quest’ultima che servirà al Napoli per provare a rimanere attaccato alla Juventus nel lungo tiramolla scudetto.

Milan – Benevento 0-1: lo schifo e la vergogna

Il Benevento quest’anno in trasferta aveva subito oltre 40 gol, raccogliendo un solo punto nel 2-2 di Reggio Emilia. Il Milan non aveva mai perso in casa con l’ultima in classifica dalla stagione 1975-76, Milan-Cagliari 2-3, ma era una partita ininfluente giocata all’ultima giornata. Bastino questi dati per capire l’importanza della figura di merda epocale fatta stasera, una roba da dimissioni immediate dell’allenatore e del direttore sportivo.

In una serata abbiamo visto il riassunto dei difetti della stagione. La squadra funziona solo se corre e se tutti corrono. Non può permettersi un calo del genere e non può permettersi di avere sia Suso che Chalanoglu stanchi. Per il resto si è visto come sempre creare tanto e nessuno che la mette dentro. Ancora una volta non si vince con André Silva titolare e le partite iniziano ad essere tante per pensare che sia un semplice caso. E’ forse il caso di finirla con la retorica del “con Gattuso dall’inizio arriviamo terzi”: non si arriva terzi con una rosa del genere con un attacco inferiore alla scorsa stagione e da media classifica. Punto.

Finita la benzina il Milan fa un punto in casa con Sassuolo e Benevento. Questo rimane scritto indissolubilmente nero su bianco. Lo fa in un periodo che coincide con un calo fisico della rosa ed una eliminazione con l’Arsenal in Europa League. Abbastanza da rimettere in discussione un rinnovo di Gattuso che non andava fatto fino a fine stagione. Abbastanza da ridiscutere il contratto di un direttore sportivo capace di peggiorare il risultato della stagione passata con il budget più alto della storia della serie A per un mercato estivo.

Facciamo i conti: al 21 aprile i migliori giocatori del Milan per ogni reparto – e i pochi che si salvano – sono Donnarumma, Romagnoli, Calabria, Suso, Bonaventura. Nessuno di questi è stato comprato in estate e due di questi. Già nel primo tempo di oggi abbiamo visto cosa vuol dire avere Borini (2,5 – quinto stipendio della rosa) al posto di Suso: non abbiamo creato nulla nel primo tempo.

C’è solo da vergognarsi per questa squadra ma perlomeno noi non dobbiamo vergognarci di averla sostenuta e difesa a testa bassa negando l’evidenza durante la stagione per qualche accredito in tribuna stampa. Fuori dal Milan Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli il prima possibile perché questo fallimento non ha eguali non nella storia del Milan ma nella storia del calcio. Fa passare la voglia di seguire questa squadra ed il calcio. Questi risultati dopo i tromboni estivi sono la più grande presa per il culo ai tifosi del Milan.

https://twitter.com/Frasim88i/status/987800999514591233

La domanda è come si faccia ancora a difendere questa roba e a tirare fuori il passato per giustificare i fallimenti del presente. Come se un chirurgo uccidesse il paziente alla prima operazione e desse la colpa al collega appena andato in pensione. Non posso che provare altro che schifo per tutto quello che sta accadendo e per la fine di quella che era la squadra più gloriosa del calcio italiano. E allora se Fassone dice che il futuro è roseo io mi sento di rispondere che il futuro sarà roseo solamente senza di lui.

MILAN-BENEVENTO 0-1 (primo tempo 0-1)
MARCATORE: Iemmello al 29′ p.t.
MILAN (4-4-2): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Zapata, Rodriguez; Borini (dal 4′ s.t. Suso), Kessie, Biglia (dal 27′ s.t. Locatelli), Bonaventura; Cutrone, André Silva (dal 16′ s.t. Kalinic). (A. Donnarumma, Storari, Abate, Antonelli, Gomez, Musacchio, Mauri, Montolivo). All. Gattuso.
BENEVENTO (4-3-1-2): Puggioni; Sagna, Djmsiti, Tosca, Letizia; Cataldi, Sandro, Djuricic; Viola (dal 31′ s.t. Parigini); Brignola (dal 23′ s.t. Venuti), Iemmello (dal 16′ s.t. Diabaté). (Brignoli, Sparandeo, Gyamfi, Billong, Rutjens, Del Pinto, Sanogo, Volpicelli, Coda). All. De Zerbi.
ARBITRO: Mariani di Aprilia.
NOTE: Espulso Diabaté (B) per doppia ammonizione; ammoniti Sagna (B) e Kessie (M) per comportamento non regolamentare, Locatelli (M) per gioco scorretto.

Milan – Benevento: le ultime da San Siro

Seconda sfida in assoluto tra Milan e Benevento dopo il famigerato pareggio dell’andata, che segnò l’esordio di Rino Gattuso in panchina. Squadre in campo alle 20.45.

La squadra di Roberto De Zerbi sarà – verosimilmente – retrocessa dopo questa giornata, comunque vadano le altre. Il -15 dalla Spal è indicativo di un campionato nato male, dove però i campani non hanno mai ceduto del tutto dando vita a risultati comunque decenti per il loro tasso tecnico; su tutti, gli “scherzi” riusciti a Milan e Sampdoria o le vittorie davanti al proprio pubblico contro Chievo, Verona e Crotone. Solo 1 dei 14 punti giallorossi è arrivato fuori casa, però, e l’attesa è durata fino alla 32a giornata (2-2 a Reggio Emilia, sponda Sassuolo). Tra i convocati del Milan fuori Calhanoglu oltre a Conti e Romagnoli.

La Gazzetta dà per probabile un passaggio al 4-4-2 per i rossoneri. G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Zapata, Rodriguez; Borini, Kessié, Biglia, Bonaventura; Cutrone, Silva sarebbe l’11 in questo caso. Panchina per Montolivo, Suso (entrambi rientrerebbero in gioco in caso di 4-3-3) e Kalinic. 4-2-3-1 per il Benevento con: Puggioni; Sagna, Djimsiti, Tosca, Letizia; Cataldi, Sandro; Brignola, Iemmello, Djuricic; Diabatè. Unico ballottaggio Brignola-Lombardi. Prima, però, c’è da tenere d’occhio Sassuolo-Fiorentina in chiave EL, alle 18. Atalanta-Torino e Lazio-Samp le sfide di domani nella lotta per il sesto posto. A San Siro arbitra Mariani di Aprilia, assistito da Abisso-Carbone al Var.

Silenzio, parla Fassone

Siccome sui fatti c’è poco da dire, in questo post abbiamo deciso di lasciare parlare le parole. Tutti gli estratti qua riproposti arrivano da interviste dirette di Marco Fassone, ricercabili facilmente nel web grazie ai link allegati.

Punteremo ancora su italiani, la componente fondamentale della nostra squadra. Non prenderemo solo stranieri (14 aprile 2017. Italiani arrivati: Conti, Borini e Antonio Donnarumma)

Stiamo pensando di fare ancora un’operazione in attacco. Sarebbe bello avere uno tra BelottiMorata Aubameyang. Vedremo su chi cadrà la scelta (16 luglio 2017)

Abbiamo un piano quinquennale secondo cui, entro il 2022, contiamo di raddoppiare il nostro fatturato, passando dagli attuali 200 milioni a 400-500, riportando il Milan nella Top 5 mondiale. A proposito, settimana prossima annunceremo l’ingresso di un nuovo sponsor di primo livello. Voluntary agreement? Siamo grati all’UEFA. Abbiamo inoltrato altri piani, garantendo che in autunno ci presenteremo con cose concrete e non solo progetti. Il voluntary ci darà un anno di ossigeno (21 luglio 2017. Sul fatturato prendiamo nota, lo sponsor non si sa che fine abbia fatto, il voluntary invece sì.)

Il giocatore o i giocatori che arriveranno saranno giocatori top nel loro ruolo. Non è detto che se magari si spendono 3 milioni per un giocatore in prestito sia per forza più debole o meno importante di quello che si compra a titolo definitivo spendendone 50. Quello che arriverà – diciamo quello, perchè due è complicato – sarà sicuramente nel suo ruolo un giocatore eccellente (21 luglio 2017. Indovinate il giocatore eccellente? Sì, esatto, proprio Kalinic!)

Ieri abbiamo consegnato le liste per la Uefa, non troverete i nome di Bonucci e Biglia: si tratta solo di problemi tecnici e di tempi legati alla nostra trasferta, che saranno risolti al nostro rientro in Italia (22 luglio 2017. Le fideiussioni arriveranno ad Agosto inoltrato)

Abbiano incontrato Mendes che gestisce giocatori importanti, stiamo lavorando nella direzione che Montella e il direttore vogliono, vedremo. Si sa quali sono le posizioni a cui ambiano e dove vogliamo rinforzarci in un ottima squadra, lasciamo i tifosi sognare con la lista di Mendes (3 giugno 2017)

Siamo lieti di aver raggiunto la qualificazione in Europa League perchè rappresenta un passo importante e sarà una priorità per noi quest’anno tornare su un palcoscenico internazionale, ma la casa del Milan per natura deve essere la Champions League. Questo è l’obiettivo che i nostri proprietari ci hanno posto: vorrebbero vedere il Milan costantemente in Champions negli anni a venire. Sanno che, dal punto di vista sportivo ed economico, cambia la vita di un club, soprattutto in Italia, perchè le entrate sono impressionanti. Siamo fortunati perchè questa è la prima stagione in Italia in cui quattro club si potranno qualificare alla competizione (per il 2018-19): l’obiettivo è difficile, ma non impossibile. Rappresenta il traguardo minimo che vogliamo raggiungere (27 agosto 2017. Traguardo minimo fallito, ma va tutto bene)

Elliott: Stiamo già lavorando per rimborsarli e lo faremo davvero presto, possibilmente all’inizio del 2018 (27 agosto 2017. e infatti li abbiamo rimborsati no?)

Come potrete immaginare, ho un piano A e un piano B: all’UEFA ho presentato un piano più conservativo che mostra una progressione del club anche se non raggiungerà la Champions League in questa stagione. In quel caso, l’investimento sul mercato non potrebbe essere alto e dovremmo pensare anche di vendere uno dei nostri top player. Ma abbiamo anche uno scenario che dice: “Marco, cosa succede se il club non raggiunge la Champions?”. Gli investitori ed io vogliamo arrivare a quel traguardo, ma siamo preparati se non lo raggiungeremo e assicureremo la piena protezione e sicurezza del club. (27 agosto 2017)

E’ stata una nostra decisione: avremmo potuto decidere di comprare 3 o 4 giocatori quest’anno e fare lo stesso l’anno prossimo, che avrebbe forse reso più semplice l’integrazione degli stessi nella squadra, ma con il ds Mirabelli abbiamo deciso di fare una grande rivoluzione quest’anno. Sappiamo che potrebbe volerci un anno circa per vedere integrati tutti i giocatori, ma in questo modo l’anno prossimo saremo nella posizione di cambiare magari due o tre giocatori che non renderanno nel miglior modo. E’ un rischio calcolato, secondo noi. (27 agosto 2017 e meno male che lo avevano calcolato…)

Ho detto che al 99% la società rimarrà all’attuale proprietà lasciando però un minimo dubbio? Avrei potuto anche dire al 99,9%, ma come manager, in presenza di un ri­finanziamento non ancora certo, un minimo margine di dubbio va lasciato. Spero di poter dire che saremo a posto al 100% nella primavera del 2018, forse addirittura a febbraio-marzo, con 6 mesi di anticipo sulla scadenza del debito con Elliott. (12 settembre 2017)

I top club lì fatturano poche decina di milioni di euro, 20-25, anche il Manchester United che è il leader assoluto in quel mercato. La nostra scommessa è arrivare nei prossimi anni a 60-70-100 milioni. Come? In Cina abbiamo una società locale, non un semplice ufficio, e manager cinesi che possono sviluppare il nostro business conoscendo la cultura e sapendo come muoversi. (12 settembre 2017)

C’è un piano economico che va di pari passo con quello sportivo. L’obiettivo è la zona Champions League: vogliamo conquistarla per poi crescere ancora e vincere. Non riuscirci, però, non sarebbe un dramma. Alla Uefa ho presentato anche dei piani che non prevedono la partecipazione alla Champions e quindi 40 milioni in meno di ricavi. Se arriveremo ‘solo’ in Europa League non chiuderemo la baracca, ma non nascondiamo che gli azionisti ci hanno chiesto di tornare subito a giocare la coppa più prestigiosa  (12 settembre 2017)

A maggio abbiamo ottenuto lo slittamento della sottoscrizione del Voluntary Agreement. Siamo stati convocati in un momento in cui i nostri piani erano ancora super­ficiali. Ci rivedremo a novembre e speriamo che tutto vada a posto. Trovare l’accordo per il Voluntary Agreement potrebbe darci dei vantaggi, ma dei vincoli con l’Uefa li avremo. Quest’anno la proprietà ha accettato perdite forti che nel prossimo bilancio saranno coperte da aumenti di capitale e abbiamo inserito in rosa 11 nuovi giocatori. Nel 2018 niente rifondazioni: l’idea è quella di aggiungere 2-3 elementi e migliorarci dove ne abbiamo bisogno. Faremo mercati importanti anche senza cessioni di spessore (12 settembre 2017)

Non andare in Champions non sarebbe un dramma perché alla Uefa ho presentato anche dei piani che non prevedono la qualificazione alla Champions. Avere 40 milioni di euro di fatturato in più sarebbe positivo...e ci consentirebbe di non dover pensare alla cessione di un giocatore (22 ottobre 2017)

Ricardo si è preso un po’ di tempo per decidere cosa fare del suo futuro, prima di Natale ci risentiremo e non solo per farci gli auguri. L’ho conosciuto un po’ meglio due settimane fa, abbiamo parlato un’ora, c’era anche il papà. Ci siamo scambiati un po’ di idee e lui si è preso il suo tempo per decidere. Siamo in tema di favole e, nonostante mi senta un po’ un intruso, sono curioso di vedere se con Ricardo le favole continuino, finiscano o ritornino. Tra breve ne sapremo di più. Immagino la gioia nei volti dei tifosi… (19 dicembre 2017 e poi Kakà gli ha tirato il pacco)

Rinnovo Romagnoli: Nelle prossime settimane ci siederemo col suo agente, non era una priorità ma a breve ne parleremo. (26 febbraio 2018, avete visto per caso un rinnovo in giro?)

Torino – Milan 1-1: il re è nudo

Di cazzate ce ne hanno raccontate tante, Torino – Milan smentisce la più grossa di tutte, quella che con Gattuso dall’inizio il Milan sarebbe arrivato in Champions League. Nelle ultime cinque il Milan ha raccolto la miseria di 4 punti su 15 con una sconfitta e 4 pareggi, potevano forse essere di più o di meno ma il calo fisico era comunque più che evidente già dalle gare con Genoa e Chievo. Non è sfortuna e non è caso, è la naturale progressione di una rosa che si è trovata senza ricambi nel momento clou della stagione quindi – ad esempio – Suso non può essere cambiato e se deve riposare Calhanoglu per un problema fisico entra Borini che giustamente da quinto più pagato della rosa non sa fare due passaggi di fila.

La partita è bruttissima. Per certi tratti ricorda il tragicomico Torino-Milan di Pippo Inzaghi, quello di Bocchetti per Menez. Il Milan segna con una prodezza di Bonaventura che diventa il secondo marcatore della rosa pareggiando Suso – una coppia che qualcuno vuole vendere (come tagliarsi il pene per fare un dispetto alla moglie). Dopo quella non si prova a giocare, siamo sulle gambe ed il Torino prende progressivamente campo. Si vorrà ovviamente sminuire l’episodio dando la colpa ad Abate o Kalinic per la marcatura o a Donnarumma per l’uscita ma la realtà è che la squadra stava ormai soffrendo ed il gol era inevitabile.

Da Torino a Torino il primo “girone” di Gattuso si chiude con 34 punti in 19 partite che fanno 68 su un campionato intero. Difficilmente sufficienti ad entrare in Champions League perché la quarta supererà i 70 punti. Se consideriamo che la Champions se la stanno giocando l’Inter (che era dietro di noi l’anno scorso) e la Lazio (che si è indebolita, ma a differenza di noi ha un vero direttore sportivo) e che ci giocheremo l’accesso all’Europa League con Fiorentina ed Atalanta ecco che bisognerebbe farsi due domande sui “240 milioni spesi per avere una base“.

Non si va in Champions con Nikola Kalinic. Non ci è mai andato nella sua carriera, non vedo perché avrebbe dovuto fare eccezione col Milan. L’errore principale di questa dirigenza è aver sbolognato Bacca perché non piace ai tifosi. Lapadula, la seconda punta, lo scorso anno aveva più gol in campionato di Kalinic e Silva messi insieme quest’anno. Avevamo scritto al 31 di agosto che il problema era un attacco da metà classifica, i dati raccolti fino ad oggi non possono che confermarlo: Gattuso o non Gattuso. L’unico tiro pericoloso lo ha fatto Cutrone che è l’unico presentabile ma non può giocare perché ci sono esigenze societarie da rispettare.

La stagione è quasi finita. C’è una coppa a Roma che salva forse la dignità di qualcuno ma non certo la stagione. Ci sono 10 punti da fare nelle prossime 5 partite: non per la CL o l’EL ma per fare meglio dell’anno scorso, delle famose macerie tanto usate come scusa per i fallimenti attuali. Il rinnovo a Gattuso, per cui come già detto avrei aspettato la fine della stagione, prevedendo un calo del genere, in modo da valutare il quadro nella sua interezza, è l’ennesimo sintomo del dilettantismo che ormai attanaglia questo povero milan che – seguendo la moda di twitter – non merita più nemmeno la lettera maiuscola.

Non ci resta che chiudere la stagione con le prese per il culo del cerchio magico che è contento di giocarsela con la Juventus come un Crotone qualsiasi che magari poi ci pareggia pure o che si esalta al primo gol in campionato di André Silva dopo mesi come se ne giustificasse il prezzo. Il Fair Play finanziario incombe ed il Milan aveva una sola possibilità di cambiare la propria storia recente: poteva farlo quest’anno con un mercato all’altezza ed una diversa pianificazione sportiva.

Si possono quini raccontare bugie fino ad un certo punto ma poi arriva la realtà dei fatti: una serie positiva, come già capitata con Montella, Seedorf o Allegri non rivaluta il resto della stagione ed un organico incompleto. Cari Fassone e Mirabelli, chiedete scusa ai tifosi e poi abbiate la decenza di liberare le scrivanie di casa Milan – possibilmente portandovi via Kalinic.

TORINO-MILAN 1-1 (primo tempo 0-1)
MARCATORI: Bonaventura (M) al 9′ p.t.; De Silvestri (T) al 25′ s.t.
TORINO (3-4-2-1): Sirigu; Nkoulou, Burdisso, Moretti; De Silvestri, Rincon (dall’11’ s.t. Obi, dal 40′ s.t. Acquah), Baselli, Ansaldi; Ljajic, Iago Falque (dal 19′ s.t.Edera); Belotti. (Ichazo, Coppola, Molinaro, Bonifazi, Barreca, Valdifiori, Berenguer, Niang). All. Mazzarri.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Abate, Bonucci, Zapata, Rodriguez; Kessie, Biglia (dal 22′ s.t. Locatelli), Bonaventura; Suso (dal 32′ s.t. André Silva), Kalinic (dal 29′ s.t. Cutrone), Borini. (Storari, A. Donnarumma, Calabria, Musacchio, Antonelli, Gomez, Montolivo, Mauri, Calhanoglu). All. Gattuso.
ARBITRO: Maresca di Napoli.
NOTE: Belotti (T) fallisce un calcio di rigore al 3′ p.t. Espulso De Silvestri (T) per doppia ammonizione. Ammoniti Rincon (T), Bonaventura (M), Baselli (T), Locatelli (M) per gioco scorretto, Cutrone (M) per proteste.

Torino – Milan: le ultime dal campo

Dopo il Napoli, il Torino prima di un calendario di sfide salvezza e scontri diretti in chiave Europa League. Squadre in campo alle 20.45 al Grande Torino, già Comunale, alla stessa ora di altre 7 partite (ormai un “evento” raro).

I granata di Walter Mazzarri sono decimi con 46 punti, quindi già ampiamente salvi e con una remota possibilità di tornare ancora sotto per l’Europa (molto difficile avendo quattro squadre davanti). L’andata è stata anche l’ultima partita prima dell’esonero di Vincenzo Montella: uno 0-0 accolto dai fischi di San Siro. Sono cambiati entrambi i protagonisti in panchina, e fortunatamente da allora il Milan ha recuperato qualche posizione arrivando fino alla sesta. I granata sono il terzultimo scoglio importante prima di Atalanta e Fiorentina. Ci sono gli stessi convocati di domenica, più Bonucci che torna dalla squalifica. Toro privo invece di Lyanco e Milinkovic.

3-4-2-1 per il Torino con: Sirigu; N’Koulou, Burdisso, Moretti; De Silvestri, Rincon, Baselli, Ansaldi; Falque, Ljajic; Belotti. Due ballottaggi nel 4-3-3 del Milan. G. Donnarumma; Abate (Calabria), Bonucci, Zapata, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Kalinic (Cutrone), Calhanoglu. Squadre in campo conoscendo già il risultato di Benevento-Atalanta che si gioca alle 18; Fiorentina-Lazio e Sampdoria-Bologna completano il calendario EL. Arbitro della partita Maresca di Napoli, il duo Banti-Schenone lo assiste al Var.

Milan – Napoli 0-0: un pareggio che non serve a nessuno

Un anno fa questa partita era uno scontro diretto per la Champions League, finito malissimo, dando il via alla crisi. Quest’anno – invece – era l’ultima spiaggia ed è finita con un pareggio che ci esclude definitivamente dalla corsa Champions e regala lo scudetto alla Juventus. Se non altro è un upgrade rispetto alle ultime prestazioni casalinghe col Napoli ma rimane l’amaro in bocca per non aver mai provato a vincerla come già successo negli ultimi big-match. Si parla tanto di Montella ma anche oggi si è visto che il problema del Milan è e rimane l’assenza di un vero ed autentico centravanti. Il Milan ha fatto punti finché Cutrone ha retto, poi si è trattato di alzare l’asticella e anche oggi si vede come Kalinic e Silva non siano attaccanti compatibili con la qualificazione in Champions League.

Il Napoli non è una squadra da scudetto. Non lo è quando non fai un gol in casa alla Juventus, non lo è quando non ne fai uno in 180′ all’Inter o pareggi a San Siro. Troppo indietro rispetto alla Juventus per poter competere per lo scudetto. Per quanto riguarda il Milan c’è da registrare che ha messo in difficoltà bene o male tutte le grandi di questo campionato tranne l’Inter – cosa non successa nel girone d’andata di quest’anno (ma in quello di andata di un anno fa). Rimangono però delle difficoltà oggettive dettate dai limiti della rosa che fanno sì che comunque la posizione finale in classifica sia giusta: questo organico non è da primi quattro.

Settimana scorsa ho scritto che Gattuso fa un calcio molto basilare ma è anche vero che oggettivamente non si riesce in questo momento a creare qualcosa di più e visto che l’unica possibilità di creare qualcosa passa dai piedi delle nostre ali che ali non sono. Non è un caso che nel secondo tempo il Milan cresce quando cresce Suso, anche grazie all’uscita di Bonaventura. In sostanza resta una squadra che sicuramente vale più del girone d’andata ma che ha bisogno ancora di 3-4 innesti per poter evitare di suonare sempre lo stesso spartito ed un attacco che vale metà classifica (e qualcuno ha pure avuto il coraggio di parlare di 240 milioni per gettare le basi)

L’unica lieta nota della giornata arriva dalla difesa con Zapata che comunque si fa sempre trovare pronto quando chiamato in causa – è un reparto che non dovrebbe essere toccato nel mercato estivo, Donnarumma compreso. Comunque vada a 7 giornate dalla fine del campionato il Milan sarà a 7 o 8 punti dalla Champions League che era l’obiettivo stagionale dichiarato. La speranza è che non ci vada l’Inter che con quei soldi potrebbe aprire un gap incolmabile mentre – qualora ci andasse la Lazio – questi finirebbero in tasca a Lotito e ci sarebbe ancora una piccola speranza per il 2018/19.

MILAN-NAPOLI 0-0
MILAN (4-3-3): Donnarumma; Calabria, Musacchio, Zapata, Rodríguez; Kessie, Biglia, Bonaventura (80′ Locatelli); Suso, Kalinic (70′ Silva), Çalhanoglu. A disp: Storari, A. Donnarumma, Borini, Gomez, Abate, Antonelli, Mauri, Montolivo, Cutrone. All.: Gennaro Gattuso
NAPOLI (4-3-3): Reina; Maggio, Albiol, Koulibaly, Hysaj; Allan (87′ Rog), Jorginho, Hamsik (66′ Zielinski); Callejon, Mertens (66′ Milik), Insigne. A disp.: Rafael, Sepe, Chiriches, Tonelli, Milic, Machach, Diawara, Ounas. All.: Maurizio Sarri
Arbitro: Luca Banti (Livorno)
Ammoniti: Zapata, Çalhanoglu (M), Hysaj, Koulibaly (N).

Milan – Napoli: le ultime da San Siro

Il Milan affronta l’ultima big di questo finale di campionato prima della volata che comprende anche un infrasettimanale e la Coppa Italia. Ospite a San Siro alle 15, il Napoli di Maurizio Sarri.

Sfida amara negli ultimi anni, con la vittoria più recente che risale a dicembre 2014 (con Inzaghi), un 2-0 a San Siro firmato Bonaventura-Menez. Da allora solo sconfitte, tra cui lo 0-4 casalingo che costò il posto a Diego Lopez e Mexes durante il breve periodo Mihajlovic, e un pari per 1-1 nella stessa stagione. Non ha fatto eccezione l’andata a Napoli (2-1 firmato Insigne e Zielinski), penultima partita in rossonero di Montella. Una buona notizia è però arrivata da ieri sera, con lo 0-0 tra Atalanta e Inter nell’anticipo. A preoccupare è che il Milan sembra essere arrivato col fiato corto a queste “penultime” giornate dopo i 25 punti in 9 gare di inizio ritorno.

Problemi in difesa con la coppia Bonucci-Romagnoli fuori oltre al solito Conti. Si rivede tra i convocati Gomez, con tutto il resto della prima squadra. G. Donnarumma; Calabria, Zapata, Musacchio, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Silva, Calhanoglu pare essere il papabile 11 rossonero. Silva favorito nell’unico ballottaggio “a tre” con Cutrone e Kalinic. 4-3-3 speculare per Sarri con: Reina; Maggio, Albiol, Koulibaly, Hysaj; Allan, Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne. Squalificato Mario Rui, ancora fuori Ghoulam. Il Milan saprà già il risultato di Fiorentina-Spal delle 12.30, mentre bisognerà attendere le 20.45 per il derby Lazio-Roma. Arbitro Banti, al Var il duo Valeri-Dobosz.

Milan – Sassuolo 1-1: finita la benzina

La partita di oggi mette una pietra tombale sulla nostra stagione e mette a rischio anche la partecipazione in Europa League con una Fiorentina che alle spalle spinge. Qualcuno aveva spacciato il Milan delle 10 vittorie in 11 partite per il vero Milan, ma la verità sta nel mezzo: quel Milan è stato fisicamente perfetto e ha avuto la fortuna di affrontare solamente due big-match. Genoa e Chievo erano stati due campanelli d’allarme prima del tracollo: due punti in tre partite e oggi non c’è nemmeno l’alibi Montolivo a fare da parafulmine.

Non ho avuto in settimana il tempo e la possibilità di dire la mia circa il rinnovo di Gattuso, lo faccio ora. Avrei aspettato la fine della stagione in modo da avere un quadro più completo della situazione. Mi attendevo questo calo, mi attendevo anche il fatto che i risultati non potevano continuare a sorridere, d’altronde nonostante 230 milioni spesi questa squadra resta inferiore alle altre cinque che ci stanno davanti ed i nodi alla fine vengono al pettine. Non ho paura di scrivere che Gattuso è stato un eccellente motivatore e senza di lui saremmo a metà classifica ma tatticamente è un allenatore poco più che mediocre. Se non ricordo male fece una cosa simile pure a Pisa, partendo forte e poi perdendosi alla distanza.

Il Milan di Gattuso è vissuto su condizione fisica e giocate dei singoli, alternativamente Suso e Calhanoglu – lo stesso Calhanoglu assente nel tracollo del Milan montelliano. Il periodo di grazia del turco è finito e sono calati i risultati di una squadra che comunque non ha gli uomini per giocare con nessun modulo, non ha un centravanti e vive di giocate individuali. Il merito è di aver registrato la difesa con una coppia fissa, coppia che però appena viene modificata tracolla completamente (grande fuorigioco di Musacchio, oggi, sul gol subito). Avrei aspettato per confermare Gattuso la prossima stagione, specialmente in caso si fosse liberato Conte o Sarri o sarebbe stato possibile arrivare ad Ancelotti – ma probabilmente nessuno di questi tre accetterebbe di venire in una squadra che venderà Suso e Donnarumma per non rimpiazzarli. Meglio Gattuso che soddisfa i tifosi e non ha pretese di mercato.

Il grosso errore di Gattuso oggi è nel cambio di Abate che nonostante non venga mai chiamato in causa stava comunque facendo una buona partita ed era riuscito a servire più volte Suso saltando la prima linea del pressing del Sassuolo – Suso non si è mai più trovato così libero nel secondo tempo dove fino al gol il Milan non aveva mai tirato in porta. Non è un caso che il Milan torni pericoloso quando viene abbassato Kessie a fare il terzino, ma è troppo tardi. E’ a centrocampo che la perdiamo con Bonaventura e Calhanoglu entrambi pessimi anche se si parlerà solo del primo.

Rimane un solo appuntamento che però comunque vada non salverà la stagione. Poi sarà il caso di capire chi sarà il proprietario del Milan in estate e fare qualche considerazione in merito. Nel frattempo tra 7 giorni a San Siro arriva il Napoli…

MILAN-SASSUOLO 1-1
Milan (4-3-3): G. Donnarumma 6; Abate 6 (10′ st André Silva 5,5), Bonucci 6, Romagnoli sv (5′ Musacchio 6), Rodriguez 6; Kessie 5,5, Biglia 5, Bonaventura 5; Suso 6, Cutrone 5 (22′ st Kalinic 6,5), Çalhanoglu 6. A disp.: Donnarumma A., Storari, Antonelli, Calabria, Musacchio, Zapata, Locatelli, Mauri, Montolivo, Borini. All.: Gattuso 5,5.
Sassuolo (3-5-2): Consigli 7,5; Lemos 6, Acerbi 7, Peluso 6; Lirola 6, Mazzitelli 5,5, Sensi 5,5 (12′ st Cassata 6), Missiroli 6,5, Rogerio 5,5 (22′ st Dell’Orco 6); Berardi 5,5 (9′ st Ragusa 6,5), Politano 7. A disp.: Marson, Pegolo, Biondini, Matri, Pierini, Frattesi, Babacar, Duncan. All.: Iachini 6.
Arbitro: Pairetto
Marcatori: 30′ st Politano (S), 41′ st Kalinic (M)
Ammoniti: Kessie, Musacchio, Bonucci (M); Rogerio, Mazzitelli (S)
Espulsi: nessuno

P.s. crederò nella correttezza e nella pulizia del campionato quando vedrò giocare una partita così al Sassuolo allo Juventus Stadium. Oggi cinque giocatori coi crampi, l’ultima volta a Torino magliette nemmeno sudate…

Milan – Sassuolo: le ultime dal campo

Corsi e ricorsi storici (della breve era Mihajlovic…) in questa giornata di serie A. Anche se la partita che due anni fa era costata l’Europa League al Milan si era giocata a Reggio Emilia, più o meno nello stesso periodo.

Da allora i neroverdi hanno lasciato le zone alte della classifica per tornare “sulla terra” e lottano per salvarsi, mentre il Milan tenta pian piano di rientrare nel lotto delle prime in classifica. Anche se il -8 dall’Inter, incassato soprattutto nel girone di andata, lascia pochissime speranze di Champions. L’infortunato Conti e Gomez gli unici esclusi dalla lista convocati in cui rientra Biglia dopo la squalifica. 4-3-3 confermato per Gattuso con: G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone, Calhanoglu. Montolivo e Borini in lizza per una maglia con Bonaventura in caso di turnover, un altro ballottaggio possibile è tra Cutrone e Silva.

Iachini risponde con un 3-5-2. Consigli; Peluso, Acerbi, Dell’Orco; Lirola, Mazzitelli, Sensi, Missiroli, Rogerio; Babacar, Politano. Recuperato tra i convocati in extremis Berardi che dovrebbe partire dalla panchina; fuori Goldaniga e gli squalificati Adjapong e Magnanelli. Due gli ex tra i neroverdi, Acerbi e Alessandro Matri. Buoni risultati finora dagli altri campi, a parte lo 0-2 della Fiorentina in casa della Roma con cui i viola si riportano a -1 dal Milan.  Fischio d’inizio alle 20.45, arbitro Pairetto con il duo Mazzoleni-Tasso al Var. Torino-Inter (tra poco) e Udinese-Lazio delle 18 le partite da tenere d’occhio per le posizioni europee.

Milan – Inter 0-0: ci è andata bene

C’è un dato incontrovertibile, ovvero che da oggi il Milan gioca per eguagliare il risultato delle “macerie” della passata stagione, vale a dire il sesto posto in classifica ed un trofeo conquistato. Il -8 dall’Inter, attualmente quarta in classifica, con lo scontro diretto a sfavore è irrecuperabile e certifica il primo grande fallimento – ovvero farsi superare da una squadra che è arrivata dietro di noi in classifica l’anno scorso. L’Inter oggi ha giocato meglio di un Milan forse stanco dalla partita con la Juventus che si è limitato a difendere – a volte anche in maniera imbarazzante – e ripartire in contropiede. Non mi vergogno di dire che l’Inter meritava di vincere questo derby, quindi il punto che abbiamo portato a casa anche e soprattutto grazie ai sorprendenti errori di Icardi è un ottimo punto che però non servirà a nulla.

https://twitter.com/Frasim88i/status/981599997039955968

E’ inammissibile che il tifoso del Milan ad oggi trovi un punto preciso della partita in cui sa che da quel momento non segnerà più: quando entra Kalinic. Anche oggi Kalinic è stato inutile, dannoso, nocivo e ha mangiato una clamorosa palla gol. Non è colpa di Gattuso se è il primo cambio, se dopo 200 milioni spesi l’attaccante titolare è quello della primavera e gli acquisti estivi non valgono Bacca e Lapadula. Gattuso ad oggi ha ristretto la rosa a 12-13 giocatori: tolti quelli il resto si può buttare nell’umido ed in molti casi chi è partito (De Sciglio, Kucka, Niang, Bacca, Lapadula) è superiore a chi è rimasto come primo cambio.

Andando alla partita rispetto a quella di dicembre ho provato sincero imbarazzo per come siamo arrivati. Decisamente sulle gambe e passivi. Abbiamo sfruttato qualche occasione su piazzato e contropiede, una sola parata da Handanovic ma è troppo, troppo poco per un derby dove solo qualche millimetro di fuorigioco (come dissi per Kalinic contro l’Udinese per me questi non vanno mai fischiati) ci ha salvato da una meritata sconfitta. Il resto è qualche giocatore inadeguato come Ricardo Rodriguez, peggiore in campo netto insieme ad un Bonaventura ed un Suso decisamente fuori giornata – senza loro due il Milan vale la parte destra della classifica.

Quarto posto sfumato quindi e peggio che deve ancora venire. Bonucci che chiedeva campioni è stato redarguito da Gattuso ieri, probabilmente su indicazioni dall’alto, le stesse che come voci di mercato danno in entrata Reina, Ki, Strinic ed in uscita Suso e Donnarumma e che ci fanno capire che il peggio deve ancora venire. Purtroppo ho molta paura di quello che potrà succedere da qua in poi senza Champions League e senza i soldi che questa porta con voci sempre più nebulose sulla proprietà e bonifici che non arrivano e che vengono rinviati. Aprile sarà il mese decisivo con rifinanziamenti e soprattutto settlement agreement di fronte alla UEFA.

In conclusione due cose: in primo luogo vorrei ringraziare la nota sportività nerazzurra che ci ha fatto giocare il derby subito dopo lo scontro contro la Juventus mentre loro nel pomeriggio giocavano la partitella d’allenamento col Verona, in secondo luogo sto notando che per salvare le chiappe di chi è in alto, unico responsabile della mancata Champions, si sta iniziando ad attaccare Gattuso. Questi miseri vermi devono vergognarsi e sparire. Sono il primo che aspetterebbe la fine della stagione per capire se rinnovare o meno il contratto, ma la mancata Champions league non compete assolutamente a lui.

MILAN-INTER 0-0
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie, Montolivo (dal 23’ s.t. Locatelli), Bonaventura (dal 35’ s.t. Borini); Suso, Cutrone (dal 23’ s.t. Kalinic), Calhanoglu. (Storari, A. Donnarumma, Zapata, Abate, Musacchio, Antonelli, Mauri, Silva). All. Gattuso.
INTER (4-2-3-1): Handanovic; Cancelo, Skriniar, Miranda, D’Ambrosio; Gagliardini, Brozovic; Candreva (dal 32’ s.t. Eder), Rafinha (dal 26’ s.t. Borja Valero), Perisic; Icardi. (Padelli, Berni, Lisandro Lopez, Ranocchia, Santon, Dalbert, Vecino, Karamoh, Pinamonti). All. Spalletti.
ARBITRO: Di Bello di Brindisi.
NOTE: spettatori 77.512, incasso di euro 4.241.668,85. Ammoniti Cancelo (I), Skriniar (I), Candreva (I), Suso (M) per gioco scorretto, Perisic (I) per proteste.

Milan – Inter: il 221° derby ufficiale

Sono 291 le gare disputate finora, tra gare ufficiali e tornei amichevoli vari, tra Milan e Inter. Il Diavolo e l’acqua santa (e “onesta”, aggiungerei) si affrontano per la terza volta in questa stagione.

Come sono andate le altre due lo ricordano tutti: 3-2 per l’Inter in campionato con rigore nel finale e maglia di Icardi mostrata al pubblico, 1-0 per il Milan in Coppa Italia grazie alla zampata di Cutrone nei supplementari. Sfide molto equilibrate quelle degli ultimi anni, con assoluta parità (3 vittorie per parte e quattro pareggi) negli ultimi dieci scontri diretti, dove quasi sempre ci si è divisi la posta in palio nell’arco del campionato. Si arriva a questa sfida con l’Inter avanti in classifica, ma meno “corazzata” del girone di andata dove era a ridosso della testa e con un Gattuso in più sul fronte milanista.

Abate per lo squalificato Biglia l’unico cambio tra i convocati rispetto a Torino. 4-3-3 confermato, con un possibile scambio sulla sinistra. G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Montolivo, Calhanoglu/Bonaventura; Suso, Cutrone, Bonaventura/Calhanoglu. Ballottaggio Cutrone-Kalinic (!) e come si diceva possibile ritorno ad ala di Bonaventura, in difficoltà nelle ultime uscite. Di là si va verso la conferma del 4-2-3-1 con: Handanovic; Cancelo, Miranda, Skriniar, D’Ambrosio; Gagliardini, Brozovic; Candreva, Rafinha, Perisic; Icardi. Si gioca nel “balordo” orario delle 18.30. Arbitro Di Bello, con il duo Valeri-Schenone al Var.

Qualcuno volò sul nido del cuculo

A distanza di un anno e mezzo dall’intervista sul closing il nostro blog è lieto di ospitare nuovamente un pezzo di Gaetano Intrieri, docente all’università di Tor Vergata in Roma riguardo la cessione del Milan. Quanto segue nell’articolo – fonti e ricostruzioni comprese – sono quindi frutto del lavoro di Gaetano. Il nostro sito si limita semplicemente ad ospitare l’articolo – che rappresenta unicamente il suo pensiero – nella forma in cui gli è giunto.

E’ passato 1 anno dal giorno del cosiddetto “closing” e ancora oggi tanti sono gli interrogativi che è lecito porsi sulle modalità con cui Fininvest ha alienato la sua partecipazione in AC Milan SpA. Ho pensato così di analizzare i documenti disponibili per dare un modesto contributo nel chiarire alcuni misteri che ancora oggi avvolgono questa vicenda.

Ci tengo a precisare che quanto riportato in questo lavoro di analisi è tutto acclarato da documentazione per cui ho cercato di limitare quanto più possibile le considerazioni personali per focalizzare questo scritto sugli accadimenti acclarati che si sono rivelati essere determinati in questo misterioso atto di compravendita.

Quello che a me appare rilevante nel determinare le modalità di cessione e quindi venire a capo di come si è sviluppata, è la decodifica della struttura dell’operazione finanziaria e la finalità della complessa struttura societaria creata a supporto dell’acquisto di AC Milan.

Vi sono poi due ulteriori aspetti che rilevano se si vuol tentare almeno di chiarire parzialmente ciò che oggigiorno sta avvenendo all’interno della società AC Milan: analizzare il budget quinquennale proposto dal Dott. Fassone ed approvata dal CdA del Milan ed infine analizzare e determinare quale impatto ha avuto sui bilanci di Fininvest l’alienazione dell’asset AC Milan SpA.

La struttura dell’operazione finanziaria e l’architettura societaria

La società che formalmente ha acquistato il 99,93% delle azioni dell’AC Milan S.p.A. ovvero la Rossoneri Sport Investment Luxembourg risulta essere controllata interamente da un’altra società lussemburghese, la Rossoneri Champion Investment Luxembourg, la quale a sua volta risulta controllata interamente da una società costituita ad Hong Kong la Rossoneri Sport Investment Co. Ltd. Quest’ultima infine risulta essere detenuta dalla Rossoneri Advanced Co. Ltd con sede alle Isole Vergini. Ergo la catena di controllo del nostro Milan di fatto risiederebbe nei più rinomati paradisi fiscali del mondo. Il condizionale è d’obbligo in quanto le modalità con cui si è perfezionata la vendita dal notaio e le modalità con cui il Venture Capital Americano Elliott ha finanziato la holding Lussemburghese per l’acquisizione di AC Milan determinano l’impossibilità di definire una proprietà certa almeno a livello documentale. A tal proposito, su richiesta di evidenza dell’atto pubblico relativo alla cessione di AC Milan, lo studio del notaio Burani che secondo i media avrebbe stipulato l’atto di passaggio di proprietà, con mail a firma della sig.ra Eleonora Ceola risponde testualmente quanto segue: “L’acquisizione di AC Milan non è stata formalizzata mediante contratto stipulato per atto notarile. Essendosi proceduto mediante girate azionarie in proprietà, la sua richiesta non può essere soddisfatta”.

Ergo un operazione di 740 milioni di Euro viene definita con la semplice girata di azioni emesse in materialità ovvero azioni al portatore, che tradotto vuol dire le azioni sono di proprietà di chi le detiene e chi le detiene può essere chiunque, quindi di fatto non esiste un atto pubblico notarile che sancisce il passaggio delle azioni di AC Milan alla Rossoneri Lux. Chiariamoci subito, la cosa è formalmente legittima ovvero ciò che differenzia le due forme ammesse in Italia di società di capitali risiede proprio nel fatto che le Società per Azioni a differenza delle Società a Responsabilità Limitata consentono l’emissione in materialità dei certificati azionari e quindi il passaggio di azioni per girata del certificato stesso. Resta il fatto che questa procedura – ripeto – assolutamente legittima è di solito utilizzata per sfruttare la possibilità di detenere anche anonimamente azioni che per questo si definiscono al portatore.

Le modalità di finanziamento della Holding Rossoneri Sport Investment Luxembourg Sarl

Ad Aprile del 2017 la Rossoneri Sport Investment Luxembourg Sarl acquista da Fininvest il 99,93% delle azioni del Milan per un corrispettivo di 606 milioni di Euro, che risulta determinato dall’equity value, ovvero il valore pattuito per AC Milan al netto dei debiti, pari a 516 milioni di Euro a cui si sommano 90 milioni a titolo di rimborso per i versamenti in conto capitale erogati da Fininvest nel periodo Luglio 2016 – Aprile 2017 a copertura perdite.

Nello specifico, Fininvest incassa i 606 milioni secondo le seguenti modalità:

  • 15 milioni alla firma del preliminare di vendita ad Agosto 2016
  • 85 milioni a Settembre 2016
  • 100 milioni a Dicembre 2016 a titolo di ulteriore caparra cofirmataria a fronte della richiesta di parte acquirente di una delazione ad adempiere ovvero spostare da Dicembre 2016 a Marzo 2017 la data di perfezionamento dell’acquisizione.
  • 50 milioni a Marzo 2017 a titolo di ulteriore caparra a fronte di analoga richiesta di parte acquirente di una delazione ad adempiere ovvero ad ottenere ulteriori 30 gg di tempo per perfezionale l’operazione di acquisto.
  • 356 milioni di Euro vengono incassati da Fininvest ad Aprile 2017 di cui 266 milioni a saldo del corrispettivo per l’equity value e 90 milioni a titolo di rimborso dei versamenti in conto capitale a copertura delle perdite dell’esercizio 2016-2017.

Secondo quanto riferito dagli organi di stampa i pagamenti a titolo di caparra sono stati effettuati per conto della Sino Europe Investiment poi divenuta Rossoneri Lux da una società anonima off-shore denominata Willy Shine International Ltd con sede alle Isole Vergini e sempre gli organi di stampa ci riferiscono che la dote finanziaria per adempiere alle caparre viene concessa alla Willy Shine da un fondo Cinese denominato China Huarong Asset Management Ltd specializzato in distressed asset. Il particolare della specializzazione in distressed asset non è secondario, vedremo più avanti che entrerà in gioco in un altro fondo di questo genere a ben altre latitudini.

Circa i 356 milioni versati a Fininvest al perfezionamento della vendita gli organi di stampa ci fanno sapere che ci pensa in parte il Venture Capital americano Elliott che finanzia la Rossoneri Lux per circa 175 milioni di euro ad un tasso dell’11,5% e non solo, Elliott finanzia infatti anche lo stesso Milan sottoscrivendo per intero due emissioni obbligazionarie al tasso del 7,7% di AC Milan per complessivi 128 milioni di euro. Nello specifico vi è una prima obbligazione per Euro 73 milioni il cui corrispettivo in denaro viene integralmente girato a Fininvest a estinzione di un credito appostato alla voce finanziamento soci e che si era reso necessario per estinguere le esposizioni con le banche italiane ed una seconda obbligazione pari a 55 milioni di Euro che viene usata come leva finanziaria per le acquisizioni dei calciatori nel mercato estivo 2017 e che genera un indebitamento con un ratio di 1 a 4,5 circa.

Occorre qui specificare che estinguere le esposizioni bancarie non è stata una scelta per come lasciato intendere dal Dott Fassone nel suo discorso inaugurale ma un atto obbligatorio e necessario alla finalizzazione del trasferimento azionario. In Italia il TUF (Testo Unico Finanziario) impone agli istituti di credito di non concedere alcun forma di finanziamento a società di cui non si conosce con certezza l’identità del soggetto economico di riferimento.

Secondo quanto risulta acclarato da acclarati riscontri documentali, Elliott avrebbe finanziato la Holding Rossoneri Lux non in forma diretta, ma attraverso un veicolo denominato Project Redblack Sarl anch’esso di diritto lussemburghese che a sua volta risulta essere controllato da una holding anch’essa lussemburghese la Blue Skye Financial Partners operante nel Regno Unito e anch’essa specializzata in distressed assett e fondata da due italianissimi finanzieri napoletani: Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione.

Dalla consultazione dei documenti disponibili, si può agevolmente verificare che qualche giorno prima del perfezionamento dell’acquisizione di AC Milan l’assemblea della Project Redblack delibera l’emissione di tre differenti classi di azioni, deliberando inoltre un patto parasociale per cui le azioni di classe A garantiscono la maggioranza dei membri del CdA. A latere di questa delibera, le azioni di classe A vengono cedute a due holding schermate si tratta della King George Investment LLC e della Genio Investments LLC entrambi con sede nel Delaware. Per chi non lo sapesse il Delaware si trova negli Stati Uniti d’America ed è il paradiso fiscale più longevo della storia della finanza mondiale. In Delaware l’anonimato delle transazioni finanziarie e dei soggetti economici di riferimento delle società li costituite è più che garantito ed a prova di qualsiasi indagine e non è un caso che l’80% delle società anonime costituite nel mondo risiede in Delaware.

Quindi ad oggi, per tabula si evince che la provvista creata per finanziare l’ultima tranche dell’acquisto del Milan risiede in Delaware presso le due citate holding schermate che poi le stesse siano state intermediate da Elliott questo è certamente possibile, ma è chiaro che Elliott agisce su indicazione di qualcuno di cui è praticamente impossibile definire l’identità e che si trova dentro le due holding schermate in Delaware. Ecco quindi che abbiamo determinato che di fatto Elliott non è il finanziatore ma bensì un soggetto finanziario che ha intermediato il trasferimento dei circa 300 milioni di Euro che a titolo di finanziamento sono stati resi disponibili alla Rossoneri Lux per finalizzare l’acquisto e poi gestire le sorti del Milan.

Al fine di determinare l’assetto proprietario è opportuno evidenziare quali siano le covenant che garantiscono il finanziamento ovvero le garanzie concesse come collaterale del finanziamento fatto sia alla Rossonero Lux che al Milan. Tale garanzie sono descritte nella relazione sulla gestione 2017 di AC Milan ergo un documento ufficiale edito dagli stessi organi amministrativi e di controllo del Milan che ci informa che a fronte del finanziamento da 73 milioni di euro (emesso sotto forma di bond) sono state concesse le seguenti garanzie:

  1. atto di pegno sul cd. “conto corrente ricavi” aperto dalla Capogruppo presso Banca Popolare di Milano;
  2. atto di pegno sui diritti di proprietà intellettuale (in particolare, sui marchi) di proprietà della Capogruppo;
  3. atto di cessione in garanzia dei crediti derivanti dai vari contratti commerciali e di sponsorship stipulati dalla Capogruppo;
  4. atto di cessione in garanzia dei crediti derivanti dai contratti di “media” stipulati dalla Capogruppo;
  5. atto di cessione in garanzia dall’archivio immagini, dati, registrazioni e video fruibili e/o di proprietà della Capogruppo;
  6. atto di pegno sulla quota di proprietà della Capogruppo rappresentativa del 100% del capitale sociale di Milan Entertainment S.r.l.;
  7. atto di pegno sul cd. “conto corrente ricavi” aperto da Milan Entertainment Srl presso Banca Popolare di Milano;
  8. atto di cessione in garanzia dei crediti derivanti dai vari contratti commerciali e di sponsorship stipulati da Milan Entertainment S.r.l.

Come se tutto questo non bastasse, il finanziamento erogato alla holding Rossoneri Lux, ha come collaterale il pegno su tutte le azioni di AC Milan e a tal proposito è stata costituita dai finanziatori del Delaware una società sempre di diritto Lussemburghese, la Rossoneri Champion Investment Lux Sarl che oltre a supervisionare la gestione finanziaria del club e quindi di fatto controllarne e influenzarne la gestione è il veicolo designato ad incorporare le azioni di AC Milan qualora non venisse restituito il finanziamento erogato.

Per quanto sin qui esposto dall’analisi dei documenti disponibili risulta che ad Aprile 2017 si perfeziona il trasferimento di AC Milan da Fininvest ad altro soggetto attraverso un girata azionaria e senza atto pubblico e la provvista necessaria all’acquisizione viene erogata alla società acquirente attraverso due distinte catene di controllo, una che parte dal Lussemburgo e arriva alle Isole Vergini e che dovrebbe fare capo a Mr Li, ed un altra che partendo sempre dal Lussemburgo arriva in Delaware. Ad oggi e sino a quando non verrà restituito il finanziamento qualora anche Mr Li fosse il soggetto economico di riferimento della catena societaria che ci porta alle Isole Vergini di fatto la sua proprietà è del tutto teorica e la sua gestione è del tutto condizionata dalle stringenti clausole pretese dalla seconda catena societaria terminante in Delaware a fronte del finanziamento concesso. Ecco perché il dott. Fassone sta in tutti i modi cercando di rifinanziare il debito, rifinanziare il debito in altre parole significa comprarsi finalmente il Milan e quindi finalizzare l’operazione di acquisto sia pure a debito e significa inoltre trovare i 100 milioni di euro che servono per coprire le perdite 2017-2018 senza i quali il collegio sindacale sarà costretto ad intervenire in ottemperanza ai criteri di continuità aziendale.

Il Business Plan proposto dal management di AC Milan agli investitori

Veniamo adesso ad analizzare la gestione attuale, paragonando i dati a preventivo con i dati a consuntivo. Proprio una attenta comparazione dei dati può essere determinante nel definire le cause della crisi finanziaria in cui allo stato versa la società. Ed è proprio l’inattendibilità del budget quinquennale il vero scoglio che AC Milan si e trovato e si troverà ad affrontare con la UEFA per l’ottenimento del Voluntary Agreement.

Limitiamoci ad analizzare l’anno in corso ove vengono ad essere preventivati ricavi per 273 milioni di Euro a fronte di costi della gestione ordinaria a preventivo per 268 milioni di Euro e con un risultato stimato pari a 5 milioni di utile al netto degli ammortamenti gli interessi e le imposte.

Abbiamo quindi che l’attuale gestione preventiva un incremento del 36,7% dei costi operativi che salgono dai 196 milioni della gestione precedente ai 268 milioni preventivati. A fronte di questi maggiori costi il management preventiva un incremento dei ricavi di 77 milioni rispetto all’anno precedente, stimando ricavi per 90 milioni dal mercato Cinese. Ergo Fassone preventiva ricavi dalla Cina che neanche Barcellona, Real e Manchester United messi insieme riescono a generare. Chiunque abbia rudimenti minimi di macroeconomia sa perfettamente che i ricavi preventivati da Fassone dal mercato Cinese sarebbero stati impossibili da realizzare ed i motivi sono essenzialmente due:

  • le aziende Cinesi non hanno interesse ad espandersi verso i mercati esteri e quindi ad investire in comunicazione pubblicitaria su mercati esteri, in quanto hanno già un mercato interno di oltre 1 miliardo di individui, ci troviamo quindi di fronte ad una dimensione macroeconomica totalmente rivolta al proprio interno. La Cina nel mondo esporta solamente quello che gli americani chiamano “Man Hour” ovvero la manodopera a basso costo che mette a disposizione di imprese Europee e Americane per la produzione dei loro prodotti ecco il motivo per cui è molto difficile trovare prodotti Cinesi sui mercati occidentali.
  • Il secondo motivo è da ricercare nella crisi in cui versa ormai da almeno 4 anni l’economia Cinese con la quasi totalità delle imprese travolte da debiti ingenti verso il sistema bancario. Debiti contratti nei periodi in cui il PIL cinese cresceva a doppia cifra ma assolutamente inesigibili oggigiorno considerando che la crescita economica ha avuto un pesante rallentamento nell’ultimo quinquennio. La Cina già dal 2016 ha cercato di correre ai ripari creando una forte distorsione di mercato ovvero regolamentando i mercati borsistici secondo principi di non competitività e contemporaneamente cercando di fare dumping sulla propria base monetaria purtroppo i risultati di questa politica economico monetaria si stanno dimostrando inconsistenti come del resto era ampiamente previsto da chi si occupa di Economia. E’ evidente che conseguenza di questa politica deflattiva sia stata quella di aver di fatto ridotto drasticamente le IDE (Investimenti Diretti Esteri) ad iniziare da quelli in modelli di business non reddituali come appunto ritenuto il calcio. Ecco perché profetizzai in tempi non sospetti l’evoluzione attuale della proprietà Cinese dell’Inter tirandomi dietro le imprecazioni di tanti amici Interisti.

Tornando al nostro caro Milan, troviamo quindi che a fronte di 70 milioni di maggiori costi, di fatto al momento vi è stato un incremento marginale dei ricavi non certo per come preventivato e da ciò deriva la crisi di liquidità che la società sta vivendo e che richiede urgenti iniezioni di capitale a copertura perdite.

L’impatto sui bilanci Fininvest della vendita della partecipazione in AC Milan

Qualche malpensante ancora oggi paventa l’ipotesi che in realtà la vendita del Milan altro non sia che un operazione di rientro di capitali escogitata dal Presidente Berlusconi. Ovvero se questa inaudita ipotesi fosse vera, Berlusconi avrebbe progettato di fatto un condono tombale su eventuali fondi esteri da lui detenuti accreditando gli stessi alla holding di famiglia ed utilizzando l’asset AC Milan come fittizia contropartita.

Rigetto sdegnato tale ipotesi del tutto fantasiosa per come anche smentito dal Presidente Berlusconi che a precisa domanda a riguardo ha negato anch’esso sdegnato una ipotesi del genere (Mi chiedo come avrebbe potuto rispondere diversamente!!!).

Nulla e niente mi potrà far cambiare idea!!! Ciò però non ci impedisce di evidenziare alcuni aspetti su cui gli sciagurati malpensanti fondano la loro fantasiosa teoria.

Intanto ci pensa KPMG che già nel 2001 a conclusione di una perizia commissionata dalla Procura di Milano nel 1996 e dopo 5 anni di duro lavoro individua 64 società off shore collegate a Fininvest su tre livelli. Delle società di primo livello, secondo quanto riscontrato da KPMG, 21 hanno sede nelle Isole Vergini. Vi è poi un’altra società riconducibile a Fininvest che si chiama R.T.I. USA con sede indovinate un po’ dove? in Delaware.

Ecco quindi che questi odiosi malpensanti associando le Isole Vergini ed il Delaware costruiscono il loro castello di fantasie. Ma ripeto questa è solo una coincidenza e niente più e noi che vogliano stare ai fatti ribadiamo che i nomi delle società off-shore collegate a Fininvest e quelli invece che si riferiscono ad AC Milan sono diversi (sic!!!) ergo i malpensanti che vogliono il male del Milan ad iniziare dalla solerte Gabanelli si dessero una regolata!!!!

Vi è poi lo stesso procuratore capo di Milano magistrato di grandissime e acclarate capacità in tema di reati finanziari che interrogato dai giornalisti ha dichiarato che non vi sono indagini in corso sulla vendita del Milan e nella sciagurata ipotesi che un’indagine ci fosse giustamente lo stesso Procuratore Capo lo avrebbe dovuto dichiarare ai giornali inficiando così il lavoro dei propri sostituti. Mi sembra assolutamente sensato!!!!

Vediamo adesso di analizzare l’impatto della alienazione della partecipazione in AC Milan sui bilanci Fininvest, quanto meno per comprendere se la holding di famiglia abbia avuto un qualche vantaggio di tipo economico dalla vendita del Milan.

Fininvest nel bilancio al 31 Dicembre 2013 valuta a libro il valore della partecipazione in AC Milan circa 361 milioni al netto dei debiti, nel 2014 quando l’intenzione di vendere il Milan diventa di dominio pubblico, Fininvest decide di capitalizzare sul valore della partecipazione i versamenti di 64 milioni effettuati a copertura perdite ed ecco che al 31 Dicembre 2014 il valore di AC Milan lievita a circa 425 milioni sempre al netto dei debiti. Ma è nel 2015 che gli advisor di Fininvest danno sfogo a tutte le loro non comuni capacità creative in tema di valorizzazione delle partecipate, assistiamo infatti ad un up-front di assoluto pregio ovvero si ha da un lato una svalutazione della partecipazione in AC Milan per circa 81 milioni che ha come causale “trattative in corso con terze parti”, dopodiché si decide di capitalizzare per intero i versamenti fatti durante il 2015 per un corrispettivo di circa 150 milioni. Ecco che il valore di carico del Milan nell’esercizio 2015, di fatto prende l’ottovolante scendendo dapprima dai 425 milioni iniziali a 344 milioni circa per poi risalire vertiginosamente a 494 milioni (sempre al netto dei debiti) e, la straordinaria ascesa del valore del Milan non finisce qui. Si ha infatti che nel 2016, ulteriori 53,5 milioni versati da Fininvest a copertura perdite vengono anch’essi capitalizzati sul valore della partecipazione che a fine 2016 raggiunge i 557,75 milioni di Euro e di fatto si allinea all’equity value della vendita. Ma guarda un pò che coincidenza!!! Qualche malpensante potrebbe chiosare.

Quindi, ricapitolando in un triennio e proprio mentre si succedono le trattative per l’acquisto del Milan con pittoreschi personaggi accorsi da ogni dove, Fininvest aumenta il valore a libro della partecipazione in AC Milan di un incredibile e straordinario 54,3%, passando dai 361 milioni di fine 2013 agli oltre 557 milioni del 2016. Nel mentre il bilancio del Milan evidenzia nello stesso periodo una netta contrazione di ricavi conseguenza del periodo più avaro di risultati sportivi del glorioso trentennio Berlusconiano.

Possiamo affermare che ci troviamo di fronte al principio secondo cui il valore di una impresa aumenta vorticosamente, al decrescere dei ricavi del risultato reddituale e del valore del brand. In barba ai malpensanti mi sembra assolutamente coerente!!!!

Ma noi non ci fermiamo certo qui ed allora fiondiamoci senza indugio ad analizzare l’impatto della vendita del Milan sulla posizione finanziaria netta (PFN) di Fininvest a partire dal 1 Gennaio 2016 sino al mese successivo alla vendita ovvero Maggio 2017.

La PFN ad inizio 2016 è pari a circa 330 milioni di Euro, nell’esercizio 2016 vengono investiti circa 200 milioni nell’acquisto di azioni Mediaset per circa il 5% del capitale a cui si aggiungono 75 milioni versati in AC Milan per far fronte alle perdite di gestione e circa 92 milioni distribuiti agli azionisti. Per contro Fininvest incassa nello stresso periodo circa 240 milioni di cui 200 milioni sono le caparre incassate per la vendita del Milan. Alla luce di queste operazioni a fine 2016 la PFN di Fininvest si riduce dai 330 milioni iniziali a 190 milioni di Euro.

Nei primi 5 mesi del 2017 Fininvest compra  azioni Mondadori Spa per un controvalore di 10,5 milioni pari a circa il 3% del capitale, compra azioni Mediaset Spa per un controvalore di circa 50 milioni di Euro pari al 1,27% del capitale, distribuisce altri 92 milioni di dividendi ai suoi azionisti, e infine versa 126,5 milioni in AC Milan di cui 53,5 a copertura perdite e 73 ad estinzione dei debiti presso le banche italiane che per come già evidenziato dovevano assolutamente essere estinti prima della cessione per non inficiarne la stessa. Per contro incassa 406 milioni dalla vendita del Milan e 73 milioni dallo stesso Milan che restituisce a Fininvest i soldi versati per estinguere il debito con le banche con l’emissione di un bond di pari importo. A fronte di tali movimenti a fine Maggio 2017 possiamo evidenziare un PFN teorica pari a circa 385 milioni di Euro che quindi evidenzia un miglioramento di circa 50 milioni di Euro rispetto a quella risultante ad inizio 2016.

Deduciamo quindi che Fininvest grazie alla vendita del Milan ha potuto aumentare la sua partecipazione in Mediaset di oltre 4 punti percentuale del capitale sociale difendendosi in tal modo dalla scalata ostile di Vivendi, ha aumentato ulteriormente il controllo su Mondadori Spa ed ha distribuito quasi 200 milioni di Euro di dividendi ai suoi azionisti e si ritrova inoltre 50 milioni in più di disponibilità, e come se ciò non bastasse la PFN consolidata di gruppo conteggiando il differenziale tra avanzi e disavanzi passa da circa 1 miliardo di Euro di inizio 2016 ad un valore teorico di circa 1,2 miliardi di Euro a Maggio 2017.

E niente, a questo punto giù il cappello e standing ovation al Dott. Silvio Berlusconi che malgrado molti definiscono ormai non più in grado di intendere e volere mette a segno l’ennesimo capolavoro economico finanziario della sua non banale esistenza portando a casa un risultato inimmaginabile e che nessun modello economico di valutazione di impresa avrebbe mai potuto ipotizzare.

Considerazioni finali

Oggi addì 2 Aprile 2018 mentre mi accingo a completare questo scritto, il mio pensiero e le mie angosce sono rivolte ai 10 milioni di Euro che dovrebbero entro poche ore essere versati nelle casse di AC Milan per garantirne la continuità aziendale. Sembra incredibile se si pensa al vorticoso giro di centinaia di milioni di Euro che ha caratterizzato questa complessa compravendita. Non vorrei che qualcuno talmente concentrato nel farsi così bene gli affari suoi, si fosse dimenticato del Milan, della sua storia e del suo blasone ma soprattutto si fosse dimenticato di milioni di persone per cui quei meravigliosi colori sono un misto di passione e di incomparabile e disinteressato sentimento.

Sono mesi che, tra insulti di persone in buona fede che giustifico e comprendo perché accecate dalla loro passione per quei colori e destabilizzati da una comunicazione mirata a mistificare i fatti, cerco di dare il mio modesto contributo nel chiarire un atto di compravendita disseminato di misteri, molti mi chiedono chi me lo faccia fare, approfitto qui per dare una risposta a quanti me lo hanno chiesto, me lo fa fare una incondizionata passione per quei colori e un altrettanto incondizionato sentimento di stima verso il mio idolo di una vita, il mio capitano Paolo Maldini colui che prese sotto braccio chi gli proponeva di avere un ruolo in questa società e lo accompagnò alla porta di casa.

A Paolo ed alla memoria di Suo papà Cesare dedico questo lavoro di ricerca che altro non vuole essere che un atto di amore verso il Milan.

Juventus – Milan 3-1: l’importanza di avere una panchina

Partiamo subito con una semplice considerazione: del “ce la siamo giocata” non mi importa un fico secco. L'”a testa alta” non fa parte della storia del Milan – lo ricordo ancora una volta così come è successo dopo Londra, partita peraltro molto simile. Se poi vogliamo andare a vedere nei dettagli, un anno fa il Milan qua perde 2-1 all’ultimo momento dopo una vittoria a San Siro ed una Supercoppa vinta proprio con i bianconeri: risultato finale un sesto posto. Insomma, “giocarsela” con la Juventus non è sinonimo di grande risultato finale. Mi rifaccio alle parole di Gattuso: “Della soddisfazione me ne sbatto, il risultato finale dice 3-1 per la Juve“.

L’abbiamo persa in un preciso momento: l’entrata in campo di Nikola Kalinic. Silva non aveva fatto una partita eccellente ma era riuscito a raccordarsi bene col centrocampo tenendo spesso palla e aiutando la manovra della squadra. Kalinic è stato completamente un corpo estraneo all’azione: la prima palla l’ha persa, la seconda ha causato una pericolosa punizione che Pjanic ha poi sprecato. Gattuso dovrebbe avere il coraggio di dire che questo giocatore non è da Milan e che al suo posto convocherà un Primavera. E’ impensabile a Marzo concedere l’ennesima chance ad un giocatore del genere.

Ha fallito anche Bonaventura che ovviamente non può essere sostituito perché in quel ruolo non ci sono cambi. Così come non ci sono esterni perché a Gennaio la stagione era data per persa e si pensava alla prossima. La Juventus coi cambi vince la partita, il Milan coi cambi la perde perché non ne ha più e perché in panchina le uniche alternative “schierabili” si chiamano Montolivo, Cutrone e Musacchio. Il resto va gettato nell’umido. Dall’altra parte sono entrati Douglas Costa e Cuadrado che non a caso segna il gol che ci taglia le gambe. Tra i bocciati anche Biglia che si limita ai soliti passaggi orizzontali senza affondare come fatto col Chievo (anche se i soliti disadattati daranno la colpa della rimonta a Montolivo) ed è colpevole sul primo gol della mancata copertura su Dybala.

A -8 dalla Champions League e con un’Inter in netta ripresa (certe volte bisognerebbe essere meno sentimentali e fare di tutto per giocare il derby il 4 marzo, quando tu stai meglio dell’Inter) la stagione sembra segnata al netto delle nubi societarie (dovremmo pubblicare settimana prossima un prestigioso contributo di Gaetano Intrieri su queste pagine) per una nuova stagione in Europa League che – tradotto – significa investimenti scarsi se non ridimensionamento dell’organico attuale. E’ bene ricordare che seppur raggiungibile ora solamente con una rimonta il quarto posto era l’obiettivo minimo della stagione e qualora non venisse raggiunta la Champions League sarebbe un fallimento di cui qualcuno dovrebbe assumersi le colpe.

Mercoledì c’è un derby durissimo che a questo punto vale più per loro che per noi e a questo punto le mie preoccupazioni sono onestamente molto più in alto ed extra-campo per capire che tipo di futuro ci attende. Purtroppo dopo averci creduto non vedo l’ora che questa stagione che non ha più niente da dire finisca il più presto possibile con la paura di aver perso quel treno che si chiamava Champions League che era – anche – l’unica possibilità di uscire dalla mediocrità.

JUVENTUS-MILAN 3-1 (primo tempo 1-1)
MARCATORI: Dybala (J) all’8′, Bonucci (M) al 28′ p.t.; Cuadrado (J) al 34′, Khedira (J) al 42′ s.t.
JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Benatia, Chiellini; Lichtsteiner (dal 1′ s.t. Douglas Costa), Khedira, Pjanic (dal 30′ s.t. Bentancur), Matuidi (dal 16′ s.t. Cuadrado), Asamoah; Dybala, Higuain. (Szczesny, Pinsoglio, De Sciglio, Rugani, Howedes, Marchisio, Sturaro). All. Allegri.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie, Biglia (dal 30′ s.t. Montolivo), Bonaventura; Suso, André Silva (dal 20′ s.t. Kalinic), Calhanoglu (dal 35′ s.t. Cutrone). (A. Donnarumma, Storari, Antonelli, Musacchio, Zapata, Locatelli, Mauri, Borini). All. Gattuso.
ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo.
NOTE: ammoniti Benatia (J), Rodriguez (M), Biglia (M), Montolivo (M) per gioco scorretto

Juventus – Milan: le ultime dal campo

Finita la pausa nazionali si torna in campo per due delle tre sfide decisive di questo finale di campionato. La prima è la trasferta di Torino in casa della capolista Juve.

Unici assenti dell’ultim’ora Alex Sandro e Mandzukic, ci sono invece Bentancur e Cuadrado in casa Juve. Così come – che strano – Chiellini che aveva saltato la doppia sfida in nazionale. Nei convocati del Milan ci sono tutti i titolari, mancano solo Gomez e il duo Abate-Conti sulla destra mentre si rivede Kalinic che aveva saltato per scelta tecnica il Chievo. Dopo lo 0-2 dell’andata è molto difficile prevedere di fare risultato a Torino; l’ambiente sarà quello classico dove ci si esalta solo sopra di almeno 2 gol salvo poi fischiare perfino le rimesse laterali invertite, con particolare attenzione a Bonucci.

4-3-3 confermato per Gattuso. G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, A. Silva (Cutrone), Calhanoglu. 4-3-2-1 per Allegri con: Buffon; Lichtsteiner, Chiellini, Benatia, Asamoah; Khedira, Pjanic, Matuidi; D. Costa, Dybala; Higuain. Fischio d’inizio alle 20.45; nel frattempo occhio a Bologna-Roma, Inter-Verona e Lazio-Benevento per le posizioni CL-Uefa. Arbitro della partita Mazzoleni con il duo Massa-Meli al Var. Poi si penserà al derby, tornato ai livelli di polemiche del periodo 2009-12.

La volata Champions League

Mancano 10 alla fine del campionato per capire chi andrà in Champions League. Con 30 punti a disposizione e tre squadre in cinque punti a giocarsi l’ultimo posto disponibile la lotta sembra più che aperta. Abbiamo quindi pensato di fare un’analisi squadra per squadra considerato situazione di partenza, momento e calendario (considerato anche le Coppe)

Roma – Punti 59

La Roma è sicuramente la squadra che ha la situazione migliore sulla carta, partendo quattro punti sopra la Lazio, attualmente ultima qualificata in Champions League e dovendosi far rimontare da due squadre su tre per perdere il posto. Superata una mini-crisi culminata nella sconfitta dell’Olimpico la Roma si è rialzata alla grandissima in Champions dove ha passato il turno con lo Shakthar dopo aver vinto umiliando il Napoli al San Paolo. Il calendario, da qua alla fine, prevede la Juventus a Torino e le partite difficili ma visto il momento abbondantemente alla portata con Lazio e Fiorentina. Il resto – Bologna, Spal, Chievo, Genoa, Cagliari e Sassuolo sono al momento punti in cassaforte. All’80% la Roma parteciperà alla prossima Champions League.

Situazione di partenza: 5/5 – calendario: 3/5 – momento: 4/5 – possibilità: 4/5

Inter – Punti 55

L’Inter parte con un punto in più della Lazio ed ha il vantaggio di avere una partita – il derby – da recuperare. A differenza delle Romane ha anche il vantaggio di giocare senza le coppe sul groppone. Il momento dell’Inter era perlopiù negativo fino alla partita col Benevento dove – complice anche il derby rinviato – l’Inter è riuscita ad infilare due vittorie ed il pari col Napoli. Nonostante un momento no perdurato nella stagione a più riprese va anche detto che l’Inter è stata in grado di non perdere quasi mai in queste partite dimostrandosi comunque un avversario difficile da battere e portandosi a casa punticini che comunque gli consentono di essere ancora lì a ridosso. Il calendario dell’Inter è abbastanza in discesa dato che dopo il derby avrà la Juventus e solamente all’ultima, magari a giochi già fatti per una delle due, affronterà la Lazio. In mezzo tre partite toste come Torino, Atalanta ed Udinese ma anche quattro da punti facili come Cagliari, Chievo, Verona e Sassuolo. Ad oggi hanno più possibilità della Lazio, diciamo un 60% per loro.

Situazione di partenza: 3/5 – calendario: 5/5 – momento: 3/5 – possibilità: 3/5

Lazio – Punti 54

Dalla sconfitta di Milano e la conseguente uscita dalla Coppa Italia la Lazio è in un netto e vistoso calo basti considerare che nelle ultime 7 ha vinto solo con Verona e Sassuolo, perdendo con Napoli, Juventus, Milan e Genoa e pareggiando appunto col Cagliari. Il calendario sorride però ai biancocelesti che da qua alla fine giocheranno sei gare in casa e solamente quattro in trasferta anche se ad Udine, Firenze e Torino (toro). Le sfide più difficili saranno con Roma ed Inter, entrambe di fronte al proprio pubblico – l’unica difficoltà è costituita dall’Europa League dove la Lazio potrebbe andare avanti anche grazie a colpi di sorteggi abbordabili. Ad oggi vedo un 40% di possibilità per i biancocelesti.

Situazione di partenza: 2/5 – calendario: 4/5 – momento: 2/5 – possibilità: 2/5

Milan – Punti 50

Staccata dalle altre tre ma con la possibilità di essere virtualmente a due dalla Coppa vincendo il recupero il Milan parte col miglior momento rispetto alle rivali. Da quando è cominciato il girone di ritorno il Milan ha vinto tutte le partite tranne un pari ad Udine, esattamente come la Juventus capolista. Sul momento va però pesato un calo fisico dovuto forse all’Europa League che ha portato vittorie pesanti sì, ma faticose e tardive con Genoa e Chievo. Quello che probabilmente ci condanna è il calendario: arriviamo a questa situazione non dovendo e non potendo fallire alcuna partita ma con Juventus, Inter e Napoli in tre delle prossime quattro a cui si aggiungono Torino ed Atalanta fuori casa prima della Fiorentina in casa all’ultima. Quattro le gare da tre punti obbligatori: Sassuolo, Benevento, Bologna e Verona. Il Milan in sostanza per andare in Champions League è obbligato a non fallire il derby e vincendo lo stesso possibilmente con più di un gol di scarto per la regola degli scontri diretti (grazie Rodriguez). Data per impossibile la sfida dello Stadium e con una finale di Coppa Italia in mezzo ecco che probabilmente sarà obbligatorio provare a strappare punti al Napoli per provare a sopravanzare Inter e Lazio. 

Situazione di partenza: 2/5 – calendario: 1/5 – momento: 5/5 – possibilità: 1/5