Napoli – Milan: si comincia

Una prima strana per il Milan che ha saltato la sfida contro il Genoa per il rinvio deciso dopo il crollo del ponte Morandi. Si gioca alle 20.30 al San Paolo contro il Napoli di un grandissimo ex.

Proprio lui, Carlo Ancelotti: in carica sulla panchina del Milan da novembre 2001 all’estate 2009, periodo lunghissimo di tanti trionfi e un paio di delusioni cocenti. 2 Champions con annesse Supercoppe, 1 Mondiale per club, 1 scudetto, 1 Coppa Italia e 1 Supercoppa italiana: un palmares che, unito alle vittorie con Real Madrid e Chelsea, ha fatto gola ai pagrtenopei. Il suo stile sarà verosimilmente diverso da quello sarriano, con meno possesso e più turnover. Il Milan ha un altro ex importante, Gonzalo Higuain, che proprio a Napoli fece il record di 36 gol in campionato.

Esordio ancelottiano bagnato da una vittoria, e non in una partita qualunque: 1-2 all’Olimpico contro la Lazio. Dall’altra parte il Milan del confermato Gattuso parte con meno acquisti “sventolati” rispetto all’estate 2017 della sbornia delle cose formali.

Due 4-3-3 le formazioni speculari scelte dai mister, per ora: G. Donnarumma; Calabria, Musacchio/Caldara, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Higuain, Borini l’undici possibile del Milan. I vicecampioni d’Italia rispondono con Karnezis; Hysaj, Albiol, Koulibaly, M. Rui; Allan, Hamsik, Zielinski; Callejon, Milik/Mertens, Insigne. Diretta Dazn, sperando che ci sia stato qualche intervento sui server…

Non siamo ancora da Champions League

Premessa doverosa: se fosse per Fassone e Mirabelli oltre al truffatore di contadini oggi il Milan sarebbe fuori dall’Europa League, senza Suso e Donnarumma e con la prospettiva di un’aula di tribunale. Elliott va ringraziato per quanto fatto nell’ultimo mese e soprattutto per una doverosa pulizia ai piani alti. Tuttavia non sono soddisfatto delle operazioni di mercato per i motivi che vi elencherò in seguito: ritengo la rosa attuale non troppo difforme dalla precedente – e non poteva essere altrimenti se non si immette valore né lo si toglie. Una rosa che orientativamente balla tra i 65 e i 70 punti finali che vuol dire quarto posto possibile solamente in caso di suicidi altrui.

PORTIERI: escono Storari e Gabriel, entra Reina. Sicuramente un update – mancava un portiere di riserva di livello – ma a carissimo prezzo. Non escludo che il progetto di Mirabelli fosse quello di cedere Donnarumma. Fatto sta che il monte ingaggi dei portieri è qualcosa di inconcepibile ma questo non è ovviamente colpa di Leonardo e Maldini che non potevano certamente cedere il 99.

DIFENSORI: entrano Caldara, Strinic e torna Simic, escono Antonelli, Vergara, Bonucci, Gomez e Felicioli. Si abbassa ovviamente con la partenza di Bonucci il livello rispetto ad un anno fa. Non mi preoccupa nel lungo periodo, ma nel breve – che è ciò che serve – è necessario trovare una intesa e abbastanza velocemente.  Zapata, Musacchio, Caldara nascono a tre. Romagnoli vuole un compagno, ci ha messo sei mesi per abituarsi a Bonucci. Il rischio è di perdere ancora mesi per trovare una intesa. C’è inoltre al momento una sovrabbondanza di terzini con il titolare, Rodriguez, ancora inadatto a giocare nel Milan. E’ un reparto non certo scarso ma ancora non da prime quattro.

CENTROCAMPISTI: disastro totale. Entrano Laxalt, Halilovic, Bakayoko e torna Bertolacci. Escono Mastour, Locatelli e Zanellato. Il reparto rimane gravemente insufficiente dopo il fallimento di Biglia nella scorsa stagione. Perlomeno arriva qualcuno che può dare cambi a Kessie. La più grave lacuna è sicuramente quella di giocatori tecnici che continuano a non essere comprati. Ad oggi i migliori CC a livello tecnico sono Bonaventura, Montolivo e Bertolacci. Il secondo è finito fuori rosa in maniera abbastanza vergognosa, il terzo era sul piede d’addio e rimane solo per far numero. Inspiegabile non vi sia stato oltre alla punta un investimento in tale reparto, anche un Badelj a zero euro. Il centrocampo del Milan oggi vale metà classifica.

ATTACCANTI: dentro Castilliejo ed Higuain, fuori Oduamadi, Silva, Bacca e Kalinic. L’attacco ovviamente viene migliorato anche se c’è da dire che peggiorarlo dopo i due cessi croatoportoghesi era pressoché impossibile. Higuain è certamente un colpo importante su cui però ho qualche riserva per età, voglia di fare una vita da atleta, calo nel ritorno alla Juventus. Sicuramente non si può giocare solo palla a Suso e sperare che Higuain la metta. Non capisco la scelta di cedere Bacca che i suoi gol li fa e rimanere solamente con due punte.

Due parole infine su Elliott che ha sì ricostruito una struttura societaria credibile ma niente di più e in campo ci vanno i calciatori, non i dirigenti. Alla prova dei fatti, per il momento, Elliott non ha immesso nel Milan un euro in più a quelli necessari per tenerlo in piedi. Andrei coi piedi di piombo sui proclami di progetti triennali e di stadi e credo che lo stesso Maldini abbia accettato più per l’amicizia con Leonardo che per altro. La mia sensazione è che appena potrà Elliott si toglierà il peso e cederà al miglior offerente un club in Champions League, guadagnandoci il più possibile. Rimango pessimista, forse realista. Mi aspettavo una svolta ed una squadra da prime quattro – usciamo con un gap da Inter e Roma addirittura aumentato.

L’onda positiva arriva più dalla conquista dell’EL per via giudiziaria che dagli acquisti, se questo mercato fosse stato fatto da Mirabelli e Fassone anziché Leonardo probabilmente ci sarebbero più critiche di quante ne stiamo leggendo – e ve lo dice uno che non sopportava Fassone e Mirabelli. A Maldini e Leonardo vanno riconosciute le attenuanti di aver dovuto operare in tutta fretta senza un vero organigramma e il merito di non essersi comunque posti come i salvatori della patria con imbarazzanti teatrini e altrettanto imbarazzanti dichiarazioni.

A livello tattico la squadra va sempre più verso il 4-2-3-1 anche se bisognerà vedere se Gattuso intenderà usare tale modulo. Di certo nessuno può chiedergli la Champions League quest’anno e nessuno può usarlo come scusa per il non raggiungimento dell’obiettivo. La sensazione è che stiamo per rivivere un’annata sportivamente in fotocopia di quella appena trascorsa, con Gattuso nella parte di Montella e Conte in subentro. Mi aspetto una partenza molto lenta per il nuovo modulo da fare e la nuova coppia di centrali da assemblare. Purtroppo non si torna grandi senza grandi colpi.

Ipocrisia tutta italiana

Il rinvio di Milan-Genoa è semplicemente inaccettabile ed inconcepibile. Capiamo il rinvio di Sampdoria-Fiorentina per i possibili problemi logistici dovuti a raggiungere Marassi (anche se sette giorni dopo dovrà giocarci il Genoa, che si fa, iniziamo a giocare lì tra un paio di mesi?) ma il rinvio di Milan-Genoa è l’ennesima decisione ipocrita di un paese che è sempre il massimo esperto nel finto lutto con lacrimoni artificiali agli occhi e facce di commiato, basta che non si parli di cose più serie come manutenzione e prevenzione. In Italia siamo sempre tutti bravi dopo nel lutto, nella solidarietà e nell’indignazione.

Il rinvio della partita è assurdo. E’ assurda la motivazione del Genoa che ha saltato un allenamento (vi ricordate la Supercoppa di Doha? Successe la stessa cosa col Milan per l’aereo perso, e quello fu un gravissimo danno). E’ ancora più assurda la motivazione del ponte, successa al martedì con la partita di domenica (quindi non si può giocare ben sei giorni dopo, ma tredici si?). Il Milan si troverà con una partita in meno, con Chalanoglu squalificato a Napoli invece che contro il Genova, con un incasso pressoché dimezzato quando il tutto sarà recuperato in un infrasettimanale di dicembre (che costringerà ad un impegno extra in sette giorni) anziché in una serata di agosto e con zero minuti di gare ufficiali nelle gambe per la partita del San Paolo. Avremo un campionato falsato fino a tale data, con quattro squadre con una partita in meno ed il conseguente impatto psicologico negativo di vedersi “dietro” invece che “davanti”.

L’ipocrisia è doppia, perché Sabato – vero ed unico giorno di lutto nazionale dove poteva aver senso (seppur veramente minimo) non avere “momenti di gioia” per il rispetto delle vittime si giocherà regolarmente Chievo-Juventus. Guai a rimandare l’esordio di Cristiano Ronaldo in Serie A con annessi articoli pomposi e marchettoni al seguito di giornalisti che da due mesi ci informano anche cos’ha mangiato. Perché chiudere solo gli stadi? Perché non anche i bar, le discoteche, i cinema, i ristoranti? Poi riapriamo tutto il giorno dopo e chiediamoci a cosa sarà servito il blocco. Passerà anche questa. Passerà tra il solito minuto di silenzio con facce vuote, due applausi di commiato e poi via, dimenticato tutto come sempre, fino alla prossima tragedia e ai prossimi rinvii per lavarsi la coscienza.

Real Madrid – Milan 3-1: puniti dai troppi limiti

Partiamo subito da un fatto semplice ed eclatante: non ti puoi presentare a Madrid con una fascia composta da Fabio Borini e Ricardo Rodriguez. Uno dei tanti limiti della rosa in questo momento, sicuramente il più imbarazzante. Come è spesso accaduto lo scorso anno i due gol subiti nel primo tempo sono frutto di errori clamorosi dello svizzero: un abominio tattico semovente, un terzino che non sa difendere. In difesa a otto giorni dal campionato l’intesa è tutta da ricostruire: è partito oggi Musacchio, dovrà entrare Caldara, dovrà trovare presto l’accordo con Romagnoli – prestissimo visto l’esordio pesante con Napoli e Roma.

La partita ha evidenziato tutta la naturale differenza tra le due squadre: il Milan ha messo l’autobus dopo l’1-1 cercando di difendersi con ordine e con due linee molto strette. Ha trovato il gol con una giocata di Higuain che comunque non è mai stato servito adeguatamente nel resto della partita. Sono rimasto sorpreso dalla forma fisica del numero nove, nel senso che mi aspettavo ad agosto un Higuain come lo scorso anno (vedasi foto con pancia nelle amichevoli della Juve) invece si è presentato a Torino e a Milano in forma fisica perfetta. Rimane il fatto che con questo tipo di gioco il centravanti non viene servito a dovere, non può bastare solo il nove a risolvere i problemi davanti.

Il Milan ha avuto due parti della partita in cui è stato pericoloso: la prima è quella iniziale finché Suso e Bonaventura – toh, tra i migliori – hanno retto. La seconda è all’entrata di Chalanoglu e Bacca: passati a due davanti ha creato molte più occasioni. Tutto il resto evidenzia la situazione abbastanza problematica di una squadra che si difende con una difesa da costruire e di una squadra che prova a ripartire con un centrocampo non all’altezza dell’attacco. Con questo organico a centrocampo la squadra non è assolutamente da primi quattro posti. Credo che Leonardo lo sappia, tuttavia al momento sono tenuto a giudicare l’organico attuale.

A otto giorni dal campionato, inoltre, non sappiamo quale sia il modulo. 4-3-3? Credo che Gattuso debba uscirne in questo momento perché non valorizza adeguatamente la punta a disposizione oltre ad essere molto limitati sul reparto esterni. E’ necessario intanto ragionare su un modello di Milan diverso e più propositivo (altrimenti finisce come l’anno scorso quando una volta che han capito che bastava attenderci alti abbiamo finito l’effetto sorpresa e le 10 vittorie). Ad oggi offensivamente creiamo troppo poco: giochiamo ancora come se in mezzo ci fossero Silva e Kalinic. Ad una settimana dall’inizio della serie A il Milan si presenta quindi come un preoccupante cantiere aperto – per un giudizio definitivo non resta che vedere come finisce sul mercato. Poi parlerà il campo.

REAL MADRID – MILAN 3-1
MARCATORI: 2′ Benzema, 45′ Bale, 92′ Mayoral (Real Madrid); 4′ Higuain (Milan)
REAL MADRID (4-3-3): K. Navas; Carvajal, S. Ramos, Varane (61′ Reguilon), Marcelo (45′ Nacho); Isco, Casemiro (45′ Ceballos), Kroos (60′ Llorente); Bale, Benzema, Asensio. A disposizione: Casilla, Lunin, Nacho, Modric, Lucas Vazquez, M. Llorente, Borja Mayoral, Ceballos, Raul de Tomas, Vinicius Jr., Reguilon, Sergio Lopez, Javi Sanchez, Odegaard. Allenatore: Lopetegui
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria (82′ Simic), Musacchio (82′ Bellanova), Romagnoli, Rodriguez (55′ Caldara); Kessie, Biglia (65? Mauri), Bonaventura (55′ Calhanoglu); Suso, Higuain (65′ Bacca), Borini (45′ Cutrone). A disposizione: A. Donnarumma, Plizzari, Bellanova, Caldara, Simic, Brescianini, Calhanoglu, halilovic, Mauri, Torrasi, Bacca, Cutrone. Allenatore: Gattuso
ARBITRO: Fernandez (Spagna)

Real Madrid – Milan: il trofeo Bernabeu

Anche se solo in amichevole, le prime due squadre per numero di Champions/Coppe Campioni vinte tornano ad affrontarsi. Diretta in chiaro per il Trofeo Bernabeu, nell’omonimo stadio dei blancos. Che è stata anche, 18 anni fa o giù di lì, la mia prima partita “televisiva” del Milan.

Segno di un cambio di passo? Lo dirà solo il tempo. Intanto si va a Madrid per l’ultima partita di “prova”, dopo il secondo botto di mercato dell’estate italiana e il cambio al vertice rossonero e sulla panchina madrilena. Il Real ha perso Ronaldo, oltre a qualche prodotto del vivaio e alle cessioni minori di Kovacic (in prestito) e Lienhart. Sovraffollamento in porta, con Courtois, Navas e i giovanissimi Lunin e Zidane jr, mentre gli altri nuovi arrivi sono i rientri alla base di Coentrao e Odegaard e l’acquisto per 45 milioni del brasiliano Vinicius dal Flamengo. Come detto, l’ex ct spagnolo (cacciato poco prima del Mondiale) Julen Lopetegui ha rimpiazzato in panchina Zinedine Zidane.

Sul fronte Milan, agli arrivi a zero di Reina, Strinic e Halilovic si è aggiunto lo scambio Bonucci per Higuain-Caldara. In uscita si segnalano le partenze di Gomez, Kalinic (di ieri l’ufficialità dei 14,5 milioni sborsati dall’Atletico). Anche qui fin troppo affollamento in porta. Formazioni di partenza del tutto incerte, come accade spesso in amichevole. Manca però André Silva, vicino al Siviglia, insieme ai già citati Reina e Strinic e ai vari Abate-Zapata-Montolivo-Bertolacci. Diretta su Canale 5 a partire dalle 21, mentre il campionato rossonero inizia tra otto giorni.

La fine del banchetto e i pentiti sulla via di Damasco

Come era prevedibile la fine dell’era Fassone-Mirabelli ha segnato anche la fine di un certo tipo di connivenza tra il Milan ed un gruppo di giornalisti e tifosi che col Milan ed il suo stile avevano poco a che fare, oserei dire per nostra fortuna. Questi ultimi giapponesi sono rimasti col Titanic che affondava negando l’evidenza fino all’ultimissimo metro, fino alla cacciata definitiva dell’incapace e le facce da funerale viste durante e dopo l’assemblea dei soci che ci ha liberato. A proposito di questo vorrei personalmente ringraziare il dipendente di Casa Milan che ha fatto trapelare la pesantissima sentenza UEFA ai giornali aiutando così la cacciata di Fassone, un AD ormai spudoratamente bugiardo seriale.

Da dove partiamo? Ma partiamo dal direttorissimo Iacobelli, invitato addirittura in pompa magna ad un “festival del milanismo” dove mancavano solo Paolo Montero e Marco Materazzi. Dopo quello che ha detto su Calciopoli è stato un po’ come invitare Rocco Siffredi al Gay pride. Quest’uomo si è messo a fare una difesa strenua dell’amico Mirabelli fino all’ultimissimo secondo con articoli contro l’UEFA, su come il valore della rosa sia aumentato, su come qualsiasi cosa fosse colpa della vecchia dirigenza. Dicevano che in realtà difendeva il Milan? Appena Leonardo è entrato al posto del calabrese – puff – sparito.

Più focoso il duo di Sportitalia che ha difeso la barca anche dopo l’affondamento e continua tuttora a farlo. Dopo il siparietto imbarazzante con l’avvocato La Scala in cui Elliott veniva dipinto come l’avvoltoio fondo speculativo ed il Milan quasi fallito, il duo del calciomercato (uno è il fine intenditore che dileggiava Suso, l’altro o copia le notizie da Di Marzio o le inventa di sana pianta) si è gettato oltre. Per prima cosa hanno annunciato tutte le trattative che Mirabelli ha tentato di imbastire per farsi confermare: Higuain, Benzema, Morata. Ci fanno anche sapere che lui mai avrebbe ceduto Bonucci alla Juventus. C’è solo un piccolo problema: fare le trattative senza soldi veri e aspettare i soldi da chi subentra è come entrare in un negozio di Ferrari, ordinare l’auto e aspettare che qualcuno te la paghi. Vale zero. A questo punto è iniziata quindi la battaglia contro Leonardo, reo di non fare parte del loro giro di amicizie.

Possiamo parlare di quello che vogliamo ma fino a ieri abbiamo sentito cazzate come “ci vogliono almeno due anni per giudicare una dirigenza” casualmente uscita fuori a dicembre, quando il progetto era chiaramente fallito ed il Milan veleggiava a metà classifica. Gli stessi personaggi però che attendevano due anni per Mirabelli ci hanno messo 15 minuti a bocciare Leonardo per Bakayoko in prestito secco evidenziando ancora una volta la malafede imperante in questi ultimi 18 mesi. Magari gli stessi che hanno difeso 6 milioni per Borini quinto giocatore più pagato della rosa, ad esempio – giocatore descritto addirittura come migliore. E’ finito il tempo dell’incompetenza e delle amicizie, delle veline agli amici e dei personaggi su Twitter che si collegano dalla cina però twittano solo dalle 8.30 alle 22.30 italiane, mentre in Cina è piena notte. Fatevene una ragione.

L’ultimo caso riguarda i finti pentiti, quelli che fino all’ultimo stavano sul carro dell’amico Fassone ed erano in prima fila alle conferenze stampa (salvo disertare quelle di Leonardo, Caldara/Higuain e Maldini). Quelli che hanno insultato tutto e tutti per un anno mezzo, parlato di complotti internazionali contro l’UEFA, difeso Fassone contro ogni evidenza e ora pensano di cavarsela con uno “scusate, ci siamo sbagliati, eravamo in buona fede”. Ma stiamo scherzando? Ma veramente fate o ci state prendendo per il culo? In un paese civile questi dovrebbero aver avuto il buon senso e la decenza di cancellarsi da twitter e non parlare più di Milan per 10 anni. Invece eccoli – qualcuno un po’ nervosetto – sgattaiolare via dalla nave che affonda per risalire su un altro carro. Senza vergogna. Si divertano pure a minacciare con fake creati ad arte, vediamo il primo che tira troppo la corda e finisce alla postale.

Ammiriamo invece la posizione coerentissima della curva che dopo aver difeso Fassone e Mirabelli (si vociferava, in realtà senza alcuna prova, di qualche favore società-curva) e dopo averci detto che ciò che contavano erano “serietà, trasparenza e programmazione” ora si aspetta i risultati. Siamo usciti da una estate con sentenze UEFA, amministratori delegati cacciati, Maldini che torna in società e l’unico comunicato lo hanno fatto per difendere Massimiliano Mirabelli. Io due domande me le farei così come me le farei sul fatto che per il secondo anno consecutivo il secondo blu è tutto esaurito in abbonamento all’apertura della vendita libera (e la prima fase della campagna abbonamenti non era sotto la gestione Elliott).

Un piccolo saluto lo dedico anche al capitano più imbarazzante della storia del Milan che ha ben pensato di levare le tende e ci ha risparmiato uno stipendione nel monte ingaggi. Caro leonardo bonucci – rigorosamente in minuscolo – quando parli di “ringraziare chi mi ha sostenuto durante tutta questa stagione“, ecco, quelli erano i tifosi del MILAN di cui tu eri CAPITANO e che tu ti sei ben guardato anche dal solo nominare. Sei stato un capitano imbarazzante che avrebbe dovuto rifiutare la fascia e invece l’ha accettata, che si è posto su un piedistallo per mesi spaccando il gruppo e che se ne è andato da primadonna implorando di tornare a Torino dopo aver visto l’arrivo di Ronaldo. Un capitano che mentre indossava quella fascia che fu di Baresi e Maldini pensava di voler tornare alla Juventus. Vergogna a te e a chi ti ha nominato. Sarebbe bastato trattarlo come un normale giocatore, ma per il duo di narcisisti era forse troppo.

Si vincerà o si perderà ma la miglior garanzia di avere Leonardo e Maldini è che certe cose non succederanno più. Come scrissi su Twitter l’ultimo anno è stato qualcosa al limite del surreale, soprattutto per accadimenti fuori dal campo. Non nascondo che per il bene del Milan è stato difficilissimo turarsi il naso e continuare a sostenere la squadra augurandosi che sempre per il bene del Milan quella dirigenza saltasse il prima possibile. Non nascondo che probabilmente avessero continuato Fassone e Mirabelli non sarei andato avanti col blog. Non me ne vergogno: il tempo è stato galantuomo e ci ha collocati ancora una volta dalla parte giusta della storia.

Alla fine Fassone e Mirabelli sono quasi da ringraziare: fosse arrivata subito una dirigenza competente i fenomeni che avrebbero accettato anche Farina e Manenti pur di liberarsi di Galliani sarebbero passati per tifosi veri e disinteressati. Così invece, sono apparti per quello che erano ed il loro mondo è crollato agli occhi dei tifosi ed è stata finalmente rivalutata l’opera di chi ha giudicato per competenze e non per simpatie. Non nascondo la soddisfazione di vedere finalmente il Milan libero da questo cerchio magico imbarazzante che gli ruotava intorno e di vedere questi personaggi che hanno costruito per anni il loro business sull’odio e sulle divisioni tra tifosi finalmente sbeffeggiati ed isolati. Ora zitti, e giù dal carro, cari milanisti di interesse.

UFFICIALE: Paolo Maldini torna al Milan

PAOLO MALDINI RITORNA AL MILAN
Assumerà il ruolo di Direttore Sviluppo Strategico Area Sport
La leggenda Maldini continua nella nuova era del Club

Milano, 5 agosto 2018
Il nuovo corso di AC Milan è ulteriormente rafforzato dalla nomina di Paolo Maldini a nuovo Direttore Sviluppo Strategico Area Sport. Paolo è una leggenda vivente nella storia rossonera per la sua eccezionale classe, per il talento, la leadership, la lealtà, e il suo record di successi, senza pari. Tali qualità giocheranno un ruolo determinante per far tornare il Milan alla grandezza che merita.
Il cognome “Maldini” tocca il cuore di tutti i milanisti, simbolo di una dinastia di dedizione e successo. La gloriosa storia della famiglia Maldini iniziò con l’indimenticabile Cesare, padre di Paolo, capitano della squadra che vinse la prima Coppa dei Campioni nel 1963. La forza dei Maldini è testimoniata dalla storica maglia rossonera numero 3, che è stata ritirata, e in futuro potrà essere indossata solo da altri Maldini.
La storia di Paolo nel Milan non ha eguali. Ha debuttato in serie A a soli 16 anni, il 20 gennaio 1985. Nel corso della sua carriera da difensore, Paolo ha vinto 26 trofei: 7 campionati nazionali; 1 Coppa Italia; 5 Supercoppe italiane; 5 UEFA Champions League (giocando in 8 finali, un record che condivide con Francisco Gento); 5 Supercoppe europee; 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del Mondo per Club. Paolo si è ritirato alla fine della stagione 2008/09 e dopo 25 anni gloriosi in maglia rossonera, con 648 presenze in serie A, record assoluto, e 419 partite con la fascia da capitano.
Paolo Scaroni, Presidente di AC Milan, ha dichiarato: “Non ci sono parole per descrivere ciò che Paolo Maldini rappresenta per il Milan. E’ stato un privilegio vederlo giocare e vincere innumerevoli trofei in campo. Sono felice e onorato di lavorare con lui in questo suo nuovo ruolo. La leadership e l’esperienza di Paolo saranno di grande beneficio per il Club, così come la sua passione e la sua energia. La nomina di oggi è un ulteriore segno dell’impegno di Elliott per costruire una solida base per un successo a lungo termine. Non sarà facile e ci vorrà del tempo, ma abbiamo obiettivi ambiziosi e l’arrivo di Paolo è un passo importante verso il ritorno al grande Milan”.

La conferenza stampa di presentazione è stata organizzata per domani, lunedì 6 agosto alle ore 16:30 CET presso Casa Milan, via Aldo Rossi 8. Diretta televisiva sul Club Channel “Milan TV”, e “live streaming” su Facebook (lingua italiana), Youtube (lingua inglese).

Il punto sul mercato al ritorno dall’america

Sconfitti ai rigori dallo United, sconfitti nei 90 minuti contro il Tottenham, vincenti contro il Barcellona. Questi i tre risultati con cui il Milan esce dalla ICC con un provvisorio ottavo posto su 18 squadre in attesa delle ultime partite. Sono state tre partite di impostazione radicalmente diversa: con il Manchester United la partita è stata molto equilibrata, col Tottenham il Milan ha fatto la partita ma non l’ha sbloccata ed è stato punito da una vaccata di Calabria, con il Barcellona è successo esattamente l’opposto ovvero siamo stati messi sotto ma l’abbiamo sfangata noi.

Che cosa è emerso da queste partite? In primis che c’è tanto bisogno di un centrocampista perché abbiamo evidenti limiti in fase di creazione dell’azione mentre abbiamo il pallone tra i piedi. Le palle che arrivano davanti per Cutrone sono pochissime e non so quanto possa cambiare con un Higuain che comunque al Milan viene da scarto della Juventus e bisogna vedere se continuerà a fare la vita da soldatini che si fa a Torino. Il centrocampo con Locatelli, Kessie e Chalanoglu al momento è assolutamente da bocciare se si vuole entrare tra le prime quattro. Lo sa anche Leonardo che punta tremendamente ad inserire uno forte.

La sensazione è che al momento, nonostante Higuain, la squadra abbia ancora grosse carenze e gli manchi qualcosa per entrare nelle prime quattro. Vi ricordo che i nostri due avversari Champions saranno Napoli e Roma visto che l’Inter si è rinforzata bene ed in maniera importante e andrà, con ogni probabilità, molto vicina ai ladri di Vinovo nella classifica del prossimo anno. E Napoli e Roma saranno affrontate immediatamente, alla seconda e alla terza giornata – in altre parole un buon 30% della lotta Champions League la giochiamo già ad Agosto con le squadre in rodaggio.

Attendiamo quindi le ultime due settimane ed eventuali grossi colpi in serbo: non credo che Paul Singer venga a Milano solamente per fare un giro a casa Milan.

Il dead man walking ed il rischio del Montella-bis

Antonio Conte sarà l’allenatore del Milan. Il problema non è più se, è quando. Settimana scorsa Conte è stato a Milano e ha firmato un precontratto che è stato confermato praticamente da tutte le testate sportive negli ultimi giorni. Conte arriverà al Milan al primo momento utile dalla risoluzione del proprio contenzioso col Chelsea. E’ una scelta di Leonardo, anche contro la primissima volontà di Elliott. Non si sa quanto per il tentativo di dare alla squadra una guida di prim’ordine o piuttosto per vendetta e comunque dei rapporti molto freddi con Gattuso.

Gattuso arriva al Milan esattamente come ci sono arrivati Seedorf, Inzaghi e Brocchi. Con un arrivismo in condizioni difficili e con un iniziale incarico a termine. Ha fatto vedere qualcosa ma è anche vero che allenatori con medie punti superiori alla sua sono stati cacciati. E’ stato abbandonato a Gennaio dalla vecchia società e ora si trova in un limbo scomodo: le sue facce, le sue conferenze lasciano trasparire comunque un malumore di fondo. Dalle nostre fonti risulta un Gattuso molto più nervoso negli ultimi giorni che non risponde più a nessuno da settimane sul tema Milan. La sensazione è che lascerà.

Quello che sentiamo di escludere categoricamente è che Gattuso lascerà il Milan di propria volontà rassegnando le dimissioni. Vorrà giocarsi le proprie carte fino in fondo cercando di resistere il più possibile, magari con risultati favorevoli. Nonostante le dichiarazioni di facciata i rapporti tra lui e Leonardo sono ai minimi termini, essenziali per sopravvivere. Il grosso, grossissimo rischio di partire con un allenatore delegittimato lo abbiamo visto l’anno scorso. La società sta facendo, purtroppo, un gravissimo errore su questo fronte: lecito e anche se vogliamo giusto mettere un allenatore vero in panchina per cercare di ottenere il massimo, sbagliatissimo partire con un allenatore a tempo.

Speranza è che si possa risolvere tutto al ritorno dalla tourneé americana dove il Milan avrà un Bonucci in meno ed un Higuain ed un Caldara in più. Leonardo ha strappato in questa trattativa condizioni migliori di quelle che avrebbe strappato Mirabelli che avrebbe pagato molto di più il cartellino dell’argentino facendo di fatto un piacere ai bianconeri. Ho ancora molte riserve però sullo stesso Higuain su cui l’anno scorso si iniziava ad intravedere un viale del tramonto, meno sulla forma fisica impeccabile dalle prime foto. Resta il fatto che è anni luce sopra le alternative che giravano in questo mercato per cui ce lo prendiamo volentieri.

Sempre secondo quanto ci risulta (da fonti diverse), questa potrebbe non essere l’unica trattativa di mercato: si sta cercando di fare un grosso colpo che prevederebbe Donnarumma e Bonaventura in uscita per finanziarne l’entrata. Il nome è veramente buono, le modalità mi lasciano perplesso. Lo scorso anno abbiamo pagato il non avere ricambi (soprattutto per Suso) che ci ha portato al limite delle energie nel finale di stagione. E’ necessario rinforzare la rosa non solo qualitativamente con dei top ma anche numericamente con giocatori di medio-alto livello. A meno di non giocare l’all-in sui primi 4 posti in campionato e lasciare le riserve in EL e in Coppa Italia.

Settimana prossima con l’arrivo di Singer in Italia probabilmente ne sapremo di più su rifinanziamento, possibile trattativa con UEFA che porti ad un Voluntary Agreement, piani ed organigramma societario. La certezza che per ora può farci star tranquilli è che i cinesi e la farsa dirigenziale dell’ultimo anno è alle spalle e la liberazione del tempio dagli amici è in corso di svolgimento. La speranza è che si centri quella maledettissima qualificazione CL da cui dipende fortemente il nostro sviluppo ed il nostro futuro.

Higuain, Leonardo, il sistema Juve e le fake news bianconere

Come sempre accade quando la Juventus si muove sul mercato lo fa con lo squadrone di serv… ehm, giornalisti al seguito e lo fa cercando di dettare le trattative sui giornali. La trattativa principale è quella ovviamente tra Bonucci ed Higuain ma lo scontento non è solo il capitano (sorvoliamo sulla cosa) rossonero, bensì anche l’attaccante bianconero. E’ stata proprio la Juventus a fare partire la trattativa chiedendo Bonucci al Milan ben conscio dei suoi mal di pancia, magari anche provocati dal solito parlare tra Marotta ed agenti dei giocatori senza l’autorizzazione del club come è solito vizio bianconero.

Leonardo al momento non ci è cascato e si è seduto al tavolo sapendo di avere il coltello dalla parte del manico. Bonucci è un professionista: io me lo posso tenere anche scontento. Siete voi che dovete a tutti i costi vendere Higuain perché già siete andati sotto di 54 milioni all’ultimo bilancio e dovete far quadrare i conti con Cristiano Ronaldo (nota a margine, una società che programma non fa una operazione del genere senza prima aver ceduto). Da qua l’interesse del Chelsea in cui gli stessi giornalisti per cui Ronaldo alla Juventus faceva bene al calcio consigliano ad Higuain di andare. Non so quanto sia vera l’offerta del Chelsea – so che in passato alcuni giocatori come Dzeko sono saltati per la politica di non andare oltre ai biennali per gli Over 30.

Leonardo ha quindi chiesto Caldara che da pochi giorni è passato da “incedibile” a “solo con la recompra” fino a “lo vendiamo tranquillamente al Chelsea“. Incredibile, vero? Il Chelsea su tutti i giocatori che deve vendere la Juventus, disposto a spendere 100 milioni per Higuain e Caldara e 50 per Rugani però su Cristiano Ronaldo non c’era nessuno, solo loro. Addirittura, da Pedullà, noto postatore di notizie retrodatate dopo averle viste da Di Marzio, scopriamo che alla Juve ha fatto enormemente piacere leggere i giornali e scoprire che la valutazione di Caldara sia stata considerata oltre i 40 milioni. Insomma, prima la Juventus manda all’amico le veline e poi gli fa piacere scoprire il valore dei propri giocatori dalle veline che ha dettato.

I fatti sono però che Bonucci è stato valutato dalla Juventus a luglio 2017 40 milioni così come Caldara è stato valutato a gennaio 2017 15 milioni più 6 di bonus. Ballano 19 milioni di differenza in un periodo in cui Caldara ha anche avuto un grave infortunio – per cui al momento è il Milan a fare un grosso favore alla seconda squadra di Crotone valutando i due a pari. Leonardo non è Mirabelli che ha chiuso in fretta trattative senza strapagarle, ma è decisamente più competente e più “bastardo” nel senso buono del termine. Quello che sa è che quando lotti contro la Juventus stai lottando contro un sistema che va al di fuori dal semplice calcio giocato e si ramifica in succursali sul territorio che strapagano giocatori (i 20 milioni di Mandragora gridano vendetta, ma anche l’Atalanta dovrebbe spiegarci perché si fa strapagare Conti, Kessie, Cristante e qualsiasi giovane e poi svende Caldara) e rinunciano a giocare ed un sistema giornalistico ben ramificato e prono. Negli ultimi anni fuori dal campo la Juventus ha fatto tutto il possibile per tenere le Milanesi fuori dalle posizioni che contano perché finché dietro di lei ci saranno Roma e Napoli continuerà a banchettare.

Oltre ai giornalisti bianconeri dobbiamo anche guardarci in casa dalle vedove dell’ex direttore sportivo, quello che ci ha lasciato fuori dall’Europa, con 21 milioni lordi di ingaggi per i portieri ed un bilancio che piangeva. Questi hanno già cominciato accusando Leonardo di essersi messo in cattiva luce scaricando Bonucci. Deve essere difficile per loro alzare la cornetta e non avere più informazioni o accessi privilegiati e nonostante tutto fingere di continuare a fare i tifosi. Ci spieghino, piuttosto, perché i loro amici Fassone e Mirabelli hanno ritardato l’entrata di Elliott fino all’ultimo, ci han fatto perdere una settimana non dimettendosi dal consiglio (il primo) e chiedendo una lautissima buonuscita. Non so che rapporti siano rimasti ai velinari di fiducia di trasparenza e nduja ma la rinascita del Milan per me avverrà solo con il loro simbolico defenestramento. Ai veri tifosi del Milan come sempre chiediamo di prendere le distanze da chi sul tifo ci guadagna in qualsiasi forma. A questi signori facciamo presente che oltre alla situazione portieri Leonardo eredita una rosa assemblata male con lacune e doppioni, giocatori strapagati con stipendi altissimi e un capitano ai limiti dello squallore. Non a caso il prossimo capitano del Milan non lo sceglierà Leonardo ma lo spogliatoio.

A proposito del piano societario ci fa piacere vedere che Elliott riparta da persone competenti ingiustamente epurate e ci fa ancora più piacere leggere che Singer sarà a Milano di persona la prossima settimana. Le voci che stanno girando sul nostro mercato vanno in direzione uguale e contraria alla conferenza di Leonardo, sembrano talmente incredibili da risultare quasi fantascienza. Partiamo da un semplice fatto: come consigliai tempo fa su Twitter e come era prevedibile Raiola è furioso con la Juventus visto che con l’affare Ronaldo ora è diventata squadra Mendes. Il Milan ha colto l’opportunità e ha riallacciato i rapporti. Difficilmente la Juventus vedrà giocatori di Raiola in questo mercato, il ritorno di Pogba a Torino è fantascienza. Da qua si muove il Milan e chissà che la storia di Balotelli al Milan non abbia un terzo atto, tanto per cominciare.

Dico fantascienza perché i nomi che girano dopo Higuain sono quelli di due giocatori top nei propri ruoli – sembra quasi l’estate 2007 quando dovevamo prendere Ronaldinho, girarono invenzioni di trattative segrete e comunicati fantomatici di presentazioni pronte. Ronaldinho lo prendemmo lo stesso, solo un anno dopo. Sembra quasi impossibile cambiare tutto in tre settimane il che mi fa pensare che o presto vedremo qualcosa o come è più probabile l’11 del Milan il prossimo anno sarà quello di quest’anno senza Bonucci. Non so come finirà ma la certezza di avere una proprietà solida e personaggi competenti in dirigenza che non hanno bisogno di farsi propaganda tramite amici compiacenti è già un buon punto di partenza.

Addio, capitan gobbo

La vicenda della fascia a Bonucci è solo l’ultimo danno di una lunga trafila a cui Fassone e Mirabelli saranno chiamati a chiedere conto ad Elliott. Una vicenda surreale che ha dotato il Milan di un capitano non riconosciuto dallo spogliatoio e che ha generato parecchio malcontento nella prima parte di stagione fino al momento in cui si è giunti, verso novembre, a mediare con la fascia di vice-capitano ad Abate (togliendola a Biglia) e con due capitani, uno in campo, formale, ed uno fuori.

Bonucci è stato fatto capitano del Milan con una compravendita della fascia (promessa anche a Donnarumma) che è una cosa che non solo disonora la fascia stessa ma è ha rappresentato la gestione dilettantistica di uno spogliatoio dove il (per fortuna) ex direttore sportivo ha fatto figli e figliastri. Non a caso Bonucci è entrato nel cuore come capitano del Milan proprio a quella fascia di tifosi decisamente frustrati e disadattati che hanno passato gli ultimi anni ad insultare Galliani, Abate e Montolivo e in particolare a dare le colpe a quest’ultimo di qualsiasi cosa sia successa in campo.

Come abbiamo già detto durante l’anno è stata gravissima l’ingerenza della società nello spogliatoio con l’ordine dall’alto di dare la fascia specificatamente ad uno dei nuovi (testuali parole di Montella in conferenza), mettendo già per dire, Borini e Rodriguez, sopra Romagnoli e Bonaventura. La vicenda rappresenta una delle tante cose su cui Montella si è fatto mettere i piedi in testa pur di mantenere quella poltrona finché ha potuto (pensate che la difesa a tre sia stata una scelta di Montella?) e su cui sarebbe stato più dignitoso rassegnare le proprie dimissioni.

Di fatto, per grattare la pancia dei beliebers del tifo rossonero, il Milan ha dato la fascia ad un personaggio dal passato molto dubbioso (soprattutto tra Bari e Pisa), ad un simbolo della Juventus per sette anni e che non ha sposato il Milan ma il suo ingaggione da 8 milioni l’anno. Al Milan Bonucci ci si è trovato per non portare il figlio fuori dall’Italia, è stata una scelta quasi obbligata. Al netto delle palle che gli ha raccontato Fassone, Bonucci non ha certo scelto la maglia come può aver fatto ad esempio Romagnoli che ha scelto di rinnovare quando il Milan era tra Commisso, Elliott ed il Tribunale fallimentare.

Sarebbe bastato presentare Bonucci esattamente come la Juventus ha presentato Cristiano Ronaldo. Come un professionista. Senza alcuna fascia di capitano. Invece si è voluto esagerare come in tutta la comunicazione della (per fortuna) passata gestione che ha portato alla luce la più clamorosa distorsione della realtà mai perpetrata ai danni dei tifosi il tutto con la complicità degli stessi che oggi dicono che Elliott è pericoloso e ieri ci magnificavano la grandezza dello stato cinese. Si è scelto di fare simbolo del Milan un personaggio che di milanista non ha niente solo perché “eh ma Montolivo” “eh ma Abate“. Montolivo per vestire questa maglia ha fatto un anno di panchina a Firenze con mobbing annesso. Abate andava in curva mentre vincevamo lo scudo dopo aver fatto le giovanili da noi. Il Milanismo non si compra coi giocatori.

Alla prova dei fatti Bonucci se ne andrà e se ne andrà sputando su questo Milan che non ritiene adatto a quelle che sono le sue richieste: vincere. Questo dovrebbe bastare a far provare imbarazzo a chi lo idolatrava come capitano con tanto di sorrisetti, preghiere e cuoricini. Un tradimento secondo solo a quello di Collovati con cui al momento si gioca il titolo di peggior capitano della storia del Milan. Gattuso sa benissimo che quella fascia è stata disonorata e Leonardo è una persona troppo intelligente per imporre un capitano dall’alto: sarà lo spogliatoio ad esprimere il prossimo e dallo spogliatoio è assai probabile che uscirà Abate con Romagnoli vice (che quindi indosserà la fascia in campo, visto che Abate comunque raramente è titolare).

Oggi alle 16.30 ci sarà appunto la presentazione di Leonardo che ci dirà cosa succederà tra campo e mercato. Ad una ventina abbondante di giorni dalla fine la casella entrate recita Reina, Strinic e Halilovic. Escono nomi altisonanti ma non credo che il Milan cambierà più di tanto sul mercato, non solo per il FFP ma perché in questo mercato scattano anche diversi obblighi dell’AD bravo solo a creare debiti. Se consideriamo che Leonardo ha già l’idea di portare Conte al Milan ecco che questa stagione è possibilissimo sia di transizione con Gattuso mandato a fare quel che può con il materiale a disposizione. Sicuramente uscirà Bonucci i cui equilibri spostati hanno portato un punto in più e tre gol subiti in meno a fronte di 40 milioni spesi ed un ingaggio da top player. Non ci mancherà, né l’uomo, né il giocatore. E siccome gli uomini contano più dei giocatori, fatte fuori le mele marce, allora sì, potremo provare a rinascere per davvero.

Una mattina, mi son svegliato…

E’ stata una lunga attesa sull’altra riva del fiume, è stata una battaglia minoritaria ma che è valsa la pena combattere. Finalmente il Milan è libero da quella sciagura chiamata Marco Fassone che non si è smentito e dopo le esperienze fallimentari in Juventus, Napoli ed Inter ha aggiunto al suo curriculum un licenziamento per giusta causa al Milan. Mentre i suoi cantori, probabilmente lautamente retribuiti, ne tessevano le lodi e la curva sud esternava striscioni imbarazzanti, il nostro ex-AD veniva licenziato per giusta causa per la gestione dei contratti interni (scopriremo probabilmente tanti posti ad amici nei prossimi giorni, soprattutto nel lato sportivo, altro che schiena dritta…) e la responsabilità dei piani prospettici (quando saranno rese note le motivazioni della sentenza UEFA lo vedrete in prima persona).

Con Fassone tramonta finalmente un sistema che stava distruggendo il Milan dall’interno. Citando le parole di Filippo Galli “Quello che penso vedendo il Milan da fuori ora è che in questi mesi si è voluto spegnere l’anima del Milan, degli ultimi trent’anni senza andare a vedere cosa funzionasse o cosa no. Questo è sbagliato. Non è corretto. Ho sempre detto che il management che arriva ha la possibilità per cambiare tutto però forse avrebbe dovuto analizzare quanto funzionava e quanto no. Io parlo in generale, in tutti i settori.“. E’ forse stata la cosa più assurda ed insopportabile di questi mesi: un olocausto interno a qualsiasi cosa sia stata rossonera negli ultimi 30 anni come a voler dimenticare, come a voler sradicare le nostre radici, culminata coi no di Maldini a cui è stato preferito mister nduja, l’addio di Galli, la fascia venduta come merce di scambio e data ad un simbolo di juventinità per finire con una comunicazione plebiscitaria talmente orchestrata ad arte da risultare finta, spinta, creata a tavolino, quasi schifosa per chi ha tifato il Milan e non questi due inadeguati.

Il Milan è libero. Libero dai tifosi di interesse che si era portato in casa in questo anno e mezzo. Libero dall’incompetenza coperta con formule più o meno imbarazzanti (specie per quanto riguarda la giustificazione di due bidoni dell’umido come punte). In due giorni Elliott ha riportato il Milan in Europa League. Lo ha fatto Elliott perché è stato il Milan di Li ad essere escluso ed è stato il Milan di Elliott ad essere riammesso. Ha fatto pulizia in un CDA che ci ha fatto perdere una settimana di lavoro per colpa delle mancate dimissioni di Fassone e dei consiglieri cinesi che non hanno permesso la cooptazione nove giorni fa. Siamo sicuri che nominerà al più presto in società gente veramente competente che non ha bisogno di crearsi amici che ne approvino plebiscitariamente ogni mossa.

Rimane una lezione da imparare a molti: le persone si giudicano sul loro operato e non a simpatie. Non bastava non essere Galliani e Berlusconi per fare meglio di Galliani e Berlusconi. Di questo anno e mezzo ci ricorderemo i fan di due inadeguati che hanno esaltato per spirito di rivalsa la peggiore gestione della storia del Milan, quella che ha portato in default il club prima dell’intervento di Elliott. Ci ricorderemo di come chi si era accorto che qualcosa non andava veniva apostrofato come vedova e veniva esiliato dal gruppo. Ci ricorderemo di personaggi imbarazzanti su twitter, uno peggio dell’altro. Ci ricorderemo dell’ignavia di una curva sempre più lontana dal campo e sempre più vicina ai propri interessi. Ce ne ricorderemo perché non sarà ancora finita finché l’ultimo del sistema mediatico messo su da Fassone e compagnia – che da domani avrà il compito di cogliere al varco gli errori dei nuovi – non andrà a trovarsi un lavoro vero. Spero che chi ha sostenuto questi due inadeguati per rivalsa abbia la decenza, da domani, di andare a tifare Rende o un’altra squadra a piacere: nel Milan per voi non c’è più posto.

Entro martedì il Milan avrà un nuovo amministratore delegato, probabilmente Umberto Gandini a cui facciamo i nostri migliori auguri di buon ritorno a casa e di buon lavoro. Ci auguriamo possa riportare quel Milanismo che il negazionismo a cui abbiamo assistito negli ultimi 15 mesi ha tolto. Ci auguriamo che pensi sempre con la sua testa e riporti il board del Milan ad essere credibile e distante dai tifosi: la società non può e non deve essere un ufficio di collocamento per gli amici come in questi ultimi mesi. Non nascondo che per noi sono stati mesi difficili in cui abbiamo dovuto turarci il naso e sostenere la squadra come se niente fosse nonostante venisse creato un clima intorno ad essa insopportabile. Il tempo è però stato come sempre galantuomo e la pazienza ci ha premiato con un Milan in mani veramente sicure e chi lo ha distrutto nell’ultimo anno e mezzo a casa.

Da domani si ricomincia e ricomincio con un appello all’unità. Chi è stato ingannato in buona fede da questi due signori è il benvenuto sul carro del nuovo Milan. Ho promesso di fare la mia parte con una campagna massiccia di sblocco su Twitter a cui si potrà aderire facendone richiesta a questo modulo. Oggi è un nuovo giorno, un bel giorno. Il tempio è stato liberato dai mercanti e il Milan può finalmente tornare a fare il Milan con la dignità che finalmente Elliott ha restituito al club. 

Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide. Cercheremo altre vittorie che valgano a realizzare ciò che di buono, di forte, di vero c’è in noi, in tutti noi che abbiamo avuto questa ventura di intrecciare la nostra vita ad un sogno che si chiama Milan.

Oggi è un bel giorno. E’ il giorno del ritorno del Milan ai milanisti. E’ il nostro scudetto numero 19.

Rispettati i pronostici: alla Francia il titolo mondiale

Finisce 4-2 una finale mediocre dove la favorita – la Francia – si è limitata al minimo sforzo e si è trovata in vantaggio per quattro gol. Era prevedibile visto l’ampio divario tra le due squadre e come è arrivata in finale la Croazia ovvero da un lato di tabellone che prevedeva la Spagna unica big (visto che l’Inghilterra ha giocato tre partite con un avversario serio e le ha perse tutte) mentre le altre si eliminavano a vicenda dall’altro. La Francia ha eliminato Argentina, Uruguay e Belgio sempre nei regolamentari, la Croazia Danimarca, Russia ed Inghilterra passando tutte e tre le volte per i supplementari, due per i rigori. Era evidente non solo la stanchezza ma anche un evidente divario tecnico.

La Croazia ha tenuto il pallino del gioco e ha fatto la partita ma ciò non è bastato per compensare la qualità tecnica dei francesi e la loro solidità difensiva. I croati, così col Belgio, escono comunque col loro miglior risultato di sempre in un mondiale e quella che è forse una delle migliori prestazioni di sempre nel 3-0 all’argentina. Rimane comunque evidente un gap a livello di talento coi Francesi ma anche con altre squadre che sono state eliminate da quel lato del tabellone. La Croazia si consola con un Modric che ha illuminato il mondiale, ma non è bastato.

Si chiude così un mondiale particolare, a tratti bruttino. Il mondiale che segna il tramonto del tiki-taka e il ritorno dei centravanti. Un mondiale con poco talento ma purissimo e con una finale vinta con un italianissimo catenaccio con ripartenze ma con due perle di Mbappé e Pogba. E’ stato il mondiale del VAR applicato anche oggi ed applicato spesso e volentieri in maniera corretta, non solo con quella celerità che non si è vista quest’anno in Serie A. Un esempio da cui non si può tornare ormai indietro con buona pace dell’UEFA. Rimarrà un mondiale dove non si sono viste poi grandi tattiche e con pochi grandi giocatori che sono emersi dalla media. Non è stato un bel mondiale, vuoi per l’assenza dell’Italia, vuoi per una ecatombe delle tradizionali big e lo sbilanciamento del tabellone.

Non so cosa sarà della Francia, nel senso che squadre che avevano vinto il mondiale come Italia e Germania erano a fine ciclo, loro ci sono dentro a pieno titolo. La squadra è giovane e con ampi margini di crescita anche se non ha dato segnali di essere una superpotenza come poteva esserlo il Brasile 2002 o la Spagna 2010. Da domani però si ricomincia a parlare di calcio di club con il mercato che entrerà nel vivo, in attesa di capire cosa ne sarà del nostro Milan.

Francia – Croazia: una Coppa per due

Al via tra poco più di un’ora la finale mondiale Francia-Croazia, rivincita della semifinale di Francia ’98.

In campo la finalista dell’ultimo Europeo e una sorpresa come la Croazia, tra i paesi più piccoli (insieme all’Uruguay) a raggiungere questo traguardo nella storia della Coppa. Vent’anni fa fu una doppietta di Thuram a decidere chi sarebbe arrivato in finale (gol di Davor Suker per la Croazia, al suo primo mondiale dopo la guerra in Jugoslavia), oggi si intravede qualche margine in più per i croati che però hanno un giorno di riposo in meno. Quasi sempre chi ha giocato la semifinale per prima ha vinto il Mondiale negli ultimi decenni, con l’eccezione della Spagna 2010.

Girone sulla carta più complicato per la Croazia, che si è messa alle spalle Argentina, Nigeria e Islanda; Danimarca, Perù e Australia le avversarie superate dalla Francia. Che però ha trovato sulla propria strada, senza mai sforare i 90 minuti, Argentina, Uruguay e Belgio; anche la stanchezza “pregressa” può essere un fattore. Rigori per i croati contro Danimarca e Russia, prima del supplementare vinto con l’Inghilterra: 360 minuti più recuperi in campo, contro 270. Attacco stellare contro centrocampo stellare + vari giocatori rognosi: Francia-Croazia è tutto questo. Appuntamento al Luzhniki di Mosca alle 17, arbitra l’argentino Pitana.

La fine della farsa cinese, ora via i tifosi di interesse

Il CDA che è andato in onda durante questa settimana è stato l’apice del più grande teatrino ai danni dei tifosi del Milan. Yonghong Li, Lu Bo, Xu Renshuo ed Han Li sono scomparsi. Dispersi. Quattro attori, quattro figuranti mai sentiti prima e comparsi giusto per comprare questo club e scomparsi dai radar una volta che hanno portato a termine il proprio compito. Non era facile superare la presidenza Farina ma il commediante Cinese ce l’ha fatta: dal 21 non sarà più presidente del Milan, il peggior presidente della storia.

Non dimenticheremo facilmente questo ultimo anno. Partito con un mercato pessimo ed un repulisti sia nella squadra che nei quadri societari che sa molto più di purga che di un reale tentativo di rilancio. Non dimenticheremo come chi gestisce il Milan ha costruito quest’anno un sistema di comunicazione inqualificabile atto a cercare di grattare la pancia del tifoso tenendolo calmo finché si poteva, continuando a prenderlo in giro. Chi metteva dubbi sulla solvibilità di Li, sullo stato cinese era un finto tifoso, non uno che si preoccupava veramente della squadra e non del proprio portafogli.

La società si è circondata di adulatori a pagamento. In campo e in curva. Gente che fino al 2017, quando il Milan aveva bisogno di supporto in campo, quando giocare a San Siro era quasi peggio che giocare in trasferta, si era venduta al cavallo sbagliato, quello di Barbara Berlusconi. Strani figuri che guardavano le partite del Milan con disprezzo invitando a boicottare la squadra, il merchandising e i prodotti degli sponsor oltre allo stadio che oggi girano con foto coi dirigenti e il direttore sportivo tra i contatti del proprio cellulare. L’operazione più vergognosa della nuova società, ancora più che i 70 milioni per Kalinic e Silva, è aver venduto il cuore del Milan a questi figuri in cambio di consenso e qualche striscione di supporto.

Che ora questi signori parlino di unità, ora che (si spera ancora per poco) sono pappa e ciccia coi dirigenti, ora che questo Milan gli piace non per i risultati (su cui stendiamo più di un velo pietoso) ma perché ha convenienza personale è oltremodo ridicolo. Io non solo le distanze da questi le voglio, le pretendo. Via chi non ha aiutato il Milan nel momento del bisogno, via chi si è prestato ad una farsa in cambio di vantaggi personali e notorietà. In ogni società che si rispetti il tifo può e deve essere un atto disinteressato senza scopo di lucro alcuno. E in ogni società che si rispetti i dirigenti non intrattengono contatti con giornalisti in o influencers in cambio di consenso personale.

E qua passiamo ai dirigenti. Io non so se Fassone ci sia o ci faccia ma aver eliminato ogni dirigente di quella che era una delle migliori società al mondo è stata una follia. Da Sapienza a Magni, da Bianchessi a Galli per mettere chi? ll tutto in mezzo a prese in giro continue ai tifosi con rifinanziamenti annunciati sempre a 30 giorni dalle dichiarazioni, sponsor che non arrivano, sponsor che se ne vanno e non vengono rimpiazzati, accordi definiti migliorativi quando non lo erano per niente, tutto grazie ai soliti amici influencers di supporto, gli stessi che mandano scagnozzi con 10 followers a minacciare di morte chi dissente dalla linea del va tutto bene.

Poi però succede una cosa. Succede che il tempo è galantuomo e i nodi vengono al pettine. Succede che se fai un mercato di merda non migliori la posizione precedente. Succede che se un cinese non si fa vedere con una cravatta che sia una, e non ha un soldo difficilmente sarebbe arrivato a ripianare 70 milioni (che non sono di più perché ci siamo indebitati sui bilanci futuri) alla chiusura del bilancio. Succede che la UEFA alla farsa non ci casca con un AD definito poco credibile per via di piani finanziari presentati con presunti ricavi dalla Cina che era evidente non sarebbero mai arrivati. Allora il teatro crolla e parte il libera tutti.

Non scopriremo mai se chi ha sostenuto questa dirigenza era o meno in buona fede. Quello che però emerge è che una tifoseria si compatta di fronte ai risultati o alla competenza. Non ci si compatta con l’odio alla dirigenza più vincente della storia. Il tentativo, pessimo, di servirsi di due dilettanti per cercare di dimostrare chissà quale falsità in termini di buona gestione o competenza rimarrà una delle cose più ridicole mai tentate da certi gruppi di tifosi. Tifosi che avrebbero beatificato qualsiasi operazione di qualsiasi dirigenza in cambio di vantaggi personali e capre lobotomizzate al loro seguito.

Non dimenticherò Jacobelli che si erge a difensore di Mirabelli. (E non ho il coraggio di scrivere difensore del Milan, perché a Jacobelli del Milan non importava nulla come sa chi ha seguito le sue opinioni durante calciopoli). Non dimenticherò gente che ci ha preso per il culo per un anno. Non dimenticherò chi si è prosciuttato gli occhi sullo stato della squadra per combattere inutile battaglie personali, chi ha sbandierato per anni la competenza ed in cinque nanosecondi l’ha sostituita con l’amicizia. A questi lasciamo la figuraccia da peracottari di essere diventati più servi di coloro che definivano tali, di aver preso in giro più e meglio i tifosi di quanto loro accusavano chi c’era prima di fare. Speriamo che il tifoso, quello vero, quello disinteressato, abbia capito chi in questi anni abbia tifato Milan e non il proprio tornaconto.

Non sarà il 21 luglio la rinascita simbolica del Milan. Sarà quando la dirigenza – eventualmente futura – non avrà più contatti con alcun tifosi, non cercherà di grattargli la pancia ma ragionerà con la propria testa prendendo anche decisioni impopolari ma necessarie e chi è entrato a casa Milan per adulazione e non per meriti avrà fatto gli scatoloni. Questa rimane una linea da mantenere, una perfetta demarcazione di chi non si è prestato a questa farsa e per questo ha ricevuto minacce di vario tipo da gruppi capitanati dall’idiota di turno. Non ci può e non ci deve essere spazio nel nuovo Milan per chi ha sputato su 30 anni di storia, per chi si è venduto per 30 denari, per chi ha preso in giro raccontato panzane continue sia pure in buona fede, senza alcuno spirito critico o una testa pensante. Per questi signori non ci può e non ci deve essere spazio nel Milan. Ora che il castello è crollato chiedono unità. Io non solo le distanze da questi le voglio ma le pretendo. Non cerco vendette, cerco rispetto dopo essere, con altri, stato infamato da gente con secondi fini per aver visto la verità sulla situazione prima di tutti gli altri.

Questo anno rimarrà come esempio di cosa non fare nella gestione di una società di calcio. Dentro e fuori, campo e tifosi, tattica e comunicazione. Speriamo di essere arrivati alla fine di questa farsa con Elliott ma saremo sicuri della cosa solo una volta che Fassone e Mirabelli lasceranno casa Milan in attesa di essere sostituiti da personaggi più integerrimi e competenti. Non ci resta che sperare nel bene del Milan ed il bene del Milan è in questo momento una proprietà solida ed una dirigenza competente e sopra le parti, che giudichi dipendenti e giocatori in base alle loro capacità e non a chi li ha comprati o assunti. Che non abbia bisogno di amici che gli giustifichino ogni cosa perché sa di operare bene.

Non resta che aspettare una settimana per capire se il sole tornerà a sorgere su Milanello o se rimarrermo ancora nella lunga notte dopo il crepuscolo sperando che senza l’aria pesante intorno a chi dubitasse di qualsiasi cosa durante l’anno. Non ci resta che sperare che il Milan torni nelle mani dei suoi tifosi, 10, 20 o 30mila che siano a San Siro, ma puri e privi di ogni altro interesse. Basterebbe questo, prima del risultato sportivo. Basterebbe ritrovare quella DIGNITA’ che quest’anno al Milan è mancata.

It’s not coming home: a Mosca sarà Francia – Croazia

E’ forse la più grande sorpresa del mondiale: quella che insieme alla Francia era la squadra più solida lascia la competizione sconfitta con pieno merito dalla Croazia che si unisce così al ristretto club dei dodici che hanno disputato una finale mondiale. Per i croati ci vogliono ancora i supplementari ma stavolta la vittoria è netta con 15 minuti scarsi da parte degli inglesi prima che i croati inizino a dilagare e a creare occasioni su occasioni. Basti vedere i due gol subiti per capire l’imbarazzo di una difesa che forse è crollata al primo, vero, avversario serio e di due centravanti che hanno tradito l’occasione della vita. La Croazia è apparsa più squadra, più veloce, più solida. Non certamente quella passata solo ai rigori con Russia e Danimarca. L’Inghilterra ha forse tradito una generazione che ha raccolto sicuramente più di quella dei Beckam, dei Lampard e dei Gerrard ma che mai come in questo mondiale privo di vero talento poteva arrivare in finale.

Chi ci arriva e ci arriva da favorita è invece la Francia grazie all’1-0 al Belgio di martedì sera. Il Belgio si è specchiato in se stesso tenendo palla ma pagando la mancanza di un centravanti con Lukaku che ancora una volta si dimostra giocatorino da gol a Wolverhampton e Stoke City ma totalmente inadeguato a questi livelli. La Francia non ha fatto la partita ma è stata superiore, senza scuse, dal primo al novantesimo minuto ed è la grande favorita per la finalissima di domenica. Sarà una partita decisamente atipica come atipico è questo mondiale tra due squadre che preferiscono subire la partita e non farla ed hanno nella loro forza più il potenziale offensivo che quello difensivo. Arriva al termine di un mondiale che ha rimesso i numeri nove al centro e ha accantonato finalmente quegli abomini calcistici che erano il tiki-taka e il falso nueve. Un mondiale tecnicamente non eccelso ma godibile.

Due paroline sul Milan: come ho già detto su Twitter finché non sarà definita la situazione societaria in questo momento di ritiri, amichevoli e cose di campo mi frega zero. Il Milan è di Elliott, da capire cosa ne farà e che intenzioni avrà. Da capire se Fassone rimane o come probabile saluta la compagnia. Da capire se entrerà o meno Maldini e chi partirà per sistemare i bilanci dell’ultima, sciagurata, campagna acquisti. Ci risentiamo sulle frequenze rossonere più probabilmente per settimana prossima.

Quattro europee in semifinale: la migliore è l’Inghilterra

It’s coming home cantano i tifosi inglesi dopo questi quarti di finale, it’s coming home con la squadra dei tre leoni che ha la possibilità di centrare quella finale che manca dal 1966 e di tornare a lottare per un titolo. Sono rimaste in quattro: Francia, Belgio, Inghilterra e Croazia. Di queste due hanno vinto un titolo mentre le altre due non sono mai nemmeno arrivate in finale. Andando con ordine i quarti sono stati aperti dalla partita di Niznij Novgorod tra Francia ed Uruguay con la pesantissima assenza di Cavani, il migliore degli ultimi due turni. La Francia non è sembrata quella pimpante dell’Argentina ma ha liquidato la pratica con un 2-0 finale, un netto divario e comunque una superiorità in campo e senza nemmeno bisogno dell’ottima partita di Mbappé.

Il big match di questi quarti era quello tra Brasile e Belgio la numero uno contro la numero due del Ranking FIFA: molti – noi compresi – pensavamo che sarebbe stata una passeggiata di salute per Neymar e compagni dopo l’ottimo ottavo di finale da parte del Brasile e la rimonta del Belgio del Giappone. Così non è stato. La solidità vista in difesa contro il Messico è svanita mentre il Belgio non è più quella squadra traballante vista contro i nipponici. L’ultimo quarto d’ora del primo tempo del Belgio fa la differenza e lo porta sopra di due gol prima della reazione brasiliana che risulta più una timidissima caccia al rigore di Neymar che un efficace piano d’attacco. Scomparsa la stella del PSG il Brasile va a casa anche se c’è un grosso dubbio su un rigore non assegnato da Orsato al VAR.

Nel pomeriggio di oggi toccava quindi proprio agli inglesi contro la difesa della Svezia che già ha eliminato Italia e Germania. La nazionale dei tre leoni la sblocca su calcio piazzato prima e trova poi un gol di Delle Alli da fuori area, non rischiando quasi mai di subire gol e chiudendo – proprio come la Francia – per 2-0 su una delle migliori difese del mondiale. Nonostante un Kane a secco l’Inghilterra si conferma la squadra più pragmatica di questo mondiale: in un calcio di fronzoli, registi e tiki-taka c’è chi ancora crede nei calci piazzati e nel centravanti, negli stacchi di testa e nel dominio fisico. E’ a un passo dalla finale, vedremo che succede.

Completa il quartetto di qualificate la Croazia che elimina i padroni di casa ai rigori. Come contro la Danimarca la partita coi russi risulta più che equilibrata con la squadra di casa che riesce addirittura a cogliere il vantaggio. La Croazia fa la partita con la Russia che principalmente si rende pericolosa in ripartenza e dopo il gol rischia addirittura di raddoppiare. Il gol di Kramaric risulta invece come una doccia fredda che ribalta completamente la partita. Il secondo tempo è di marca prettamente croata ma il gol arriva solo ai supplementari con Vida. Sembra finita ma a 5 minuti dalla fine Fernandes insacca una punizione dal limite e porta tutto ai rigori. La Croazia si salva ancora ma per battere gli inglesi servirà un salto di qualità.