Finisce 4-2 una finale mediocre dove la favorita – la Francia – si è limitata al minimo sforzo e si è trovata in vantaggio per quattro gol. Era prevedibile visto l’ampio divario tra le due squadre e come è arrivata in finale la Croazia ovvero da un lato di tabellone che prevedeva la Spagna unica big (visto che l’Inghilterra ha giocato tre partite con un avversario serio e le ha perse tutte) mentre le altre si eliminavano a vicenda dall’altro. La Francia ha eliminato Argentina, Uruguay e Belgio sempre nei regolamentari, la Croazia Danimarca, Russia ed Inghilterra passando tutte e tre le volte per i supplementari, due per i rigori. Era evidente non solo la stanchezza ma anche un evidente divario tecnico.
La Croazia ha tenuto il pallino del gioco e ha fatto la partita ma ciò non è bastato per compensare la qualità tecnica dei francesi e la loro solidità difensiva. I croati, così col Belgio, escono comunque col loro miglior risultato di sempre in un mondiale e quella che è forse una delle migliori prestazioni di sempre nel 3-0 all’argentina. Rimane comunque evidente un gap a livello di talento coi Francesi ma anche con altre squadre che sono state eliminate da quel lato del tabellone. La Croazia si consola con un Modric che ha illuminato il mondiale, ma non è bastato.
Si chiude così un mondiale particolare, a tratti bruttino. Il mondiale che segna il tramonto del tiki-taka e il ritorno dei centravanti. Un mondiale con poco talento ma purissimo e con una finale vinta con un italianissimo catenaccio con ripartenze ma con due perle di Mbappé e Pogba. E’ stato il mondiale del VAR applicato anche oggi ed applicato spesso e volentieri in maniera corretta, non solo con quella celerità che non si è vista quest’anno in Serie A. Un esempio da cui non si può tornare ormai indietro con buona pace dell’UEFA. Rimarrà un mondiale dove non si sono viste poi grandi tattiche e con pochi grandi giocatori che sono emersi dalla media. Non è stato un bel mondiale, vuoi per l’assenza dell’Italia, vuoi per una ecatombe delle tradizionali big e lo sbilanciamento del tabellone.
Non so cosa sarà della Francia, nel senso che squadre che avevano vinto il mondiale come Italia e Germania erano a fine ciclo, loro ci sono dentro a pieno titolo. La squadra è giovane e con ampi margini di crescita anche se non ha dato segnali di essere una superpotenza come poteva esserlo il Brasile 2002 o la Spagna 2010. Da domani però si ricomincia a parlare di calcio di club con il mercato che entrerà nel vivo, in attesa di capire cosa ne sarà del nostro Milan.