L’emergenza è finita

La trasferta di Genova in un modo o nell’altro sarà una di quelle partite da spartiacque della stagione, nel senso che dal Milan si attendono risposte positive, risposte che solo una vittoria può dare, la quale riporterebbe il sereno a Milanello e ridarebbe all’ambiente milanista quella fiducia in parte smarrita in questi ultimi giorni, per riprendere agevolmente la corsa allo scudetto.

La principale novità è che dopo tanti anni il Milan non andrà a Marassi da solo ma con i suoi sostenitori della curva dopo aver scontato anni di esilio; finalmente non vedremo più quel brutto spettacolo della curva chiusa ai tifosi ospiti, che tanto contribuiva a rendere questa partita diversa e carica di tensione in memoria dei tristi fatti culminati con la morte del tifoso genoano Spagnolo.

Il campo di Marassi per noi recentemente è sempre stato ostico: nelle ultime due stagioni due sconfitte, ma Allegri per questa trasferta potrà contare sul rientro di Van Bommel e Gattuso ed il ritorno di Thiago Silva in difesa.

Si spera che il rientro dei due giocatori di forte personalità   centrocampo contribuisca a dare al Milan quella giusta grinta e cattiveria che in queste ultime partite in parte è mancata. Nel giro di due settimane rientreranno altri giocatori dall’infermeria quali Pirlo, Strasser, Abate e Boateng, giocatori che permetteranno al Milan di ritrovare gioco ed equilibrio, entrambe le cose nelle ultime partite  sono mancate e non è possibile affidarci sempre allo schema palla lunga ad Ibrahimovic.

L’allenatore è chiamato a scelte difficili, come  quale attaccante inserire al fianco di Ibra:  Pato,  Cassano o Robinho. In questa settimana vi sono stati allenamenti mirati per provare schemi d’attacco in cui Pato ed Ibrahimovic coesistano e qui arriviamo al punto dolente: nelle ultime esibizioni abbiamo visto un Pato snaturato nel suo ruolo, invece di puntare e saltare il suo marcatore e concludere l’azione con un tiro, si è assistito ad un Pato versione assist per Ibrahimovic. Pato è un’egoista che vive per il gol, non possiamo chiedere a lui di svolgere il lavoro da seconda punta che svolge Robinho, da lui dobbiamo ottenere invece che svolga quel lavoro di pressing sui portatori di palla avversari quando iniziano l’azione.

Non si può pretendere che Ibrahimovic da solo risolva sempre  le partite, prima o poi avrà un normale calo fisico e la squadra dovrà in quel momento sfruttare al massimo le qualità di Pato e pertanto invitiamo il nostro allenatore percorrere tutte le strade possibili per una maggiore intesa tra i nostri due fuoriclasse.

Concludendo, ritroviamo alcuni giocatori e con essi speriamo di ritrovare il gioco smarrito e l’equilibrio e soprattutto incrociamo le dita, forza ragazzi, il peggio è passato.

Storie di Calcio: Milan-Leeds 1-0, 1973

Mercoledì 16 maggio 1973, stadio Kaftadzogleio di Salonicco. Il Milan si gioca la finale di Coppe delle Coppe contro gli inglesi del Leeds United. I rossoneri allenati da Cesare Maldini (col mitico Nereo Rocco come direttore tecnico) non giocano di certo questa gara con il massimo della concentrazione, visto che in campionato sono primi in classifica e quattro giorni dopo si giocano la gara decisiva contro il Verona nell’ultima giornata di campionato. Cesarone manda in campo Rivera con Bigon e Chiarugi, Vecchi in porta e Benetti in mezzo al campo a fare legna.

Al terzo minuto del primo tempo subito la svolta della gara: Chiarugi prende una breve rincorsa e calcia di sinistro un tiro basso e teso, che si infila nell’angolino nonostante il tuffo del portiere a braccia protese. Il Leeds prova a rispondere con Lorimer, che riceve palla dentro l’area piccola ma da pochi passi, spalle alla porta, non riesce a tirare in rete e si fa respingere il pallone dal portiere. Dopo le vibranti contestazioni per un fallo di mmano in area milanista non fischiato dall’arbitro, Hunter subisce un normale fallo da Rivera e subito dopo si scaglia contro il capitano milanista, accendendo una mischia furibonda che si conclude con il meritato cartellino rosso inflitto al calciatore inglese.

La partita non ha più nulla da dire, il vittimismo della squadra inglese aumenterà sempre di più fino al 90esimo a causa di alcuni altri episodi contestati, e quando l’arbitro fischia la fine delle ostilità i rossoneri possono godersi la seconda Coppa delle Coppe della loro storia.

MILAN: Vecchi, Sabadini, Zignoli, Anquilletti, Turone, Rosato (58′ Dolci), Sogliano, Benetti, Bigon , Rivera, Chiarugi. All.: C. Maldini – DT: Rocco
LEEDS UNITED: Harvey, Reaney, Cherry, Bates, Madeley, Hunter, Lorimer, Jordan, Jones, Gray (54′ McQueen), Yorath. All.: Revie
Reti: 3′ Chiarugi
Arbitro: Michas

Varie ed eventuali

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Il logo della Rec.Sport.Soccer Statistics Foundation.

Come recitò Federico Buffa in una celebre cronaca NBA, esistono, in ordine crescente, bugie, grandi bugie, e statistiche. Mi è capitato due settimane fa di imbattermi per caso nel sito della Rec.Sport.Soccer Statistics Foundation, o, più semplicemente, http://www.rsssf.com/ e, in mezzo alle comuni statistiche, albi d’oro di campionati, numeri di coppe e cose varie, che già hanno tutti gli altri siti ben attrezzati, ho trovato in più una curiosa sezione “Miscellaneous” che presenta le statistiche più disparate, sotto la voce “Trivia” e quindi ho deciso di presentarvi le più curiose.

E SE FOSSIMO NELLA BOXE? – Un mondiale diverso da come lo conosciamo ora. Chi vince regna, partendo da coloro che hanno creato il football, gli inglesi, e assumendoli come campioni uscenti. La statistica è aggiornata ad Agosto 2009, e vede come campioni attuali gli Olandesi che mai hanno alzato nella loro storia la coppa Rimet. Contano tutte le partite, ufficiali e non, e quello che colpisce è che, con questo metodo, sono considerate campioni, nel lontano 1963, anche le Antille Olandesi. Segue poi una interessante carrellata di Padri e Figli che hanno giocato almeno una volta il mondiale, quello vero, unici in Italia, Cesare e Paolo Maldini, chissà se un giorno, capiterà anche a Christian. Una cosa simile la possiamo trovare qui, partendo non dagli inglesi, ma assumendo come campione in carica la vincente della prima finale la possiamo trovare qui, anche se sono escluse partite andate oltre il 90′ minuto.

MEGLIO DEL BARCA – Se pensavate che il sestete fosse il massimo raggiungibile in un anno solare da una squadra, beh, vi siete sbagliati. La formazione più vincente della storia del calcio si chiama Linfield FC, e viene dal Nord dell’Irlanda, capace di vincere ben sette trofei ufficiali su sette in una sola stagione: Campionato, Coppa d’Irlanda, Community Shield, Intermediate Cup, Charity Cup, Gold Cup e City Cup nel lontanissimo 21/22. Ma la cosa che colpisce è che, 41 anni dopo, ebbe anche la possibilità di fare meglio, con l’aggiunta e la vittoria della Ulster Cup, ma fallì l’ottavo titolo, la finale della Intermediate Cup, accontentandosi di un’altra stagione a soli ‘sette tituli’.

FINO ALLA FINE – Degna di nota anche la serie C Romena dell’83/84 che vince il titolo di lega più competitiva, vedendo soli 10 punti tra la prima e l’ultima squadra, un campionato emozionante fino alla fine, almeno per i suoi tifosi.

CHIAMATELE RISERVE – Concludiamo quindi con la serie B cecoslovacca del 57/58, che ha una particolarità. In tale campionato, infatti, concorrevano entrambe le formazioni dello Spartak Kosice, la A e la B. Non solo i titolari, infatti, sono finiti dietro le riserve, cosa già capitata altre volte, ma si è arrivati alla paradossale situazione in cui le riserve hanno finito il campionato promosse in serie A, a 44 punti, e, i titolari, retrocessi, a soli 6. Complimenti al selezionatore.

Tante botte, zero gol

Milan-Lazio 0-0 e le inseguitrici gongolano. Doveva essere sulla carta un turno interlocutorio, con impegni abbordabili per le prime quattro della classe (Milan, Napoli, inter e Roma) e che probabilmente si concluderà con la vittoria delle inseguitrici e col discorso scudetto assolutamente riaperto. Se tutto andrà come è prevedibile che vada, da domenica in poi non saremo più certi di conservare la testa della classifica sempre e comunque, insomma: i bonus son finiti, da ora in avanti è vietato sbagliare.
Vietato sbagliare soprattutto a San Siro, dove abbiamo concesso un pari al Catania, una vittoria incredibile alla Juve e una evitabile alla Roma, poi un punto a testa per Udinese e Lazio. Rendimento casalingo poco soddisfacente, all’appello mancano (come minimo) quattro punti, senza chiedere la luna.

Sulla partita sarò più breve del solito, perchè c’è poco da dire. Una squadra prova a giocarla, l’altra sfodera un catenaccio che questa stagione non avevamo ancora visto, perdendo tempo dal primo all’ultimo secondo (mentre il signor Reja, in conferenza, predicava un gioco offensivo e frizzante). La cosa mi innervosisce, ma purtroppo non posso contestare niente ai biancocelesti. L’hanno preparata così e avranno gioito di questo punto.
Mi fa invece incazzare il costante gomito largo di Kozak che passa 90 minuti a colpire a turno tutti i nostri difensori, facendo inferocire Yepes e causando l’uscita dal campo di Bonera e Legrottaglie per k.o. tecnico.

Quanto a noi, abbiamo fatto poco. Pressione costante, ma poche palle gol pulite. E quando arrivano, come a inizio ripresa, vanno a sbattere su un doppio palo o escono di millimetri o vengono salvate sulla linea. La palla non vuole entrare, capitano serate del genere e non resta altro da fare che rassegnarsi, il gol rimarrà sempre nell’aria, non finirà mai in porta.

K.O-zak

Migliore in campo: Mario Yepes, che guida la difesa, fa a sportellate col ruvido Kozak senza farsi abbattere come i due sfortunati compagni. Segue a ruota Ibrahimovic, che se non altro è quello che prova a costruirsi le occasioni e sfiora in gol in più circostanze. Tutti gli altri si mantengono sulla linea di galleggiamento della sufficienza (chi più, chi meno) grazie a un buon impegno.
Male Antonio Cassano, decisamente impalpabile al momento del suo ingresso, che avviene al posto di un altro impalpabile: quel Pato che quando gioca in coppia con Ibra, lo fa con il pannolone sotto i pantaloncini. Più che evidente che la coppia non funzioni, urge trovare soluzioni al più presto, ma…quali soluzioni? Pato in panca? Ibra in panca (…)? Metterli a vivere insieme in un bunker per far sì che imparino a collaborare?

Ragazzi, si fa dura. Da ora c’è da dare battaglia in ogni santa partita. Sarebbe bello poterlo fare con qualche giocatore in più, coi quali credo che torneremmo a livelli di tranquillità, ma le notizie che arrivano sulle date dei rientri sono totalmente discordanti e incerte. Quindi avanti con quello che abbiamo (che ad esempio ieri sera era sufficiente per vincere). Stringiamo i denti, non possiamo mollare ora!

Uomo partita Sky…

Abbattiamo l’Aquila

San Siro, ore 20.45. A 80 si vince lo scudetto. Lo pensa Allegri, e lo ha ribadito in conferenza stampa ieri. Questo vuol dire, in soldoni, bissare il girone d’andata, su cui abbiamo già un punto di vantaggio, 5 invece di 4 raccolti dopo 3 gare 4 mesi fa. Questo vuol dire che ne mancano 35, potremmo quindi portarci già a 8, e a +3 sul nostro stesso girone d’andata questa sera, contro la Lazio, in un anticipo inedito di turno infrasettimanale di campionato, dal sapore di Champions per la sua collocazione di Martedi. La Lazio è in piena crisi, non vince fuori casa dal 31 Ottobre contro il Palermo, ha realizzato 2 punti nelle ultime 5 lontano dall’olimpico, e, soprattutto, non sbanca la Milano che conta in campionato da ben 21 anni. Partita quindi comunque da vincere, per rimanere a +6 prima di un periodo favorevole dove noi affronteremo Genoa e Parma, mentre l’Inter dovrà andare contro Roma e Juventus e quindi rimanere a giocarci lo scudetto contro il Napoli, che domani giocherà a Verona.

INFORTUNI – Come sempre il solito aggiornamento sugli infortuni, ormai d’abitudine, e ormai ultimamente unico modo per saperlo, dato che la disinformazione mediatica ha esaltato solo quelli altrui. Da valutare Ambrosini, infortunato a Catania, i più ottimisti sperano di averlo in formazione già domenica, Gattuso e Nesta, notizia di ieri, potrebbero recuperare per il Tottenham con Zambrotta. Disperso Boateng, potrebbero rientrare invece già a Genova Abate e Seedorf. Sempre fuori Inzaghi e Strasser e con l’infortunio di Amelia e la squalifica di Van Bommel oggi fanno undici giocatori fuori. Non sta meglio la Lazio che con Bresciano, Floccari e Rocchi fuori si troverà con il solo Kozac unica punta.

FORMAZIONE – Difesa quindi obbligata, davanti ad Abbiati, con Oddo e Antonini sulle fasce, Bonera e Yepes in difesa, questo perché Thiago Silva agirà ancora a centrocampo nel ruolo di interditore, con il recuperato Flamini (per fortuna) ed Emanuelson. Davanti Robinho e la coppia Pato-Ibrahimovic. In panchina Merkel, Cassano, Jankulovski e Papastathopulos unici giocatori papabili per subentrare in caso di infortunio di uno dei titolari. E’ ancora emergenza quindi speriamo nella voglia di vincere di chi scenderà in campo, come nelle ultime partite, dove sono stati 2 i gol segnati e 3 i punti portati a casa. Teniamoli dietro!

LE PROBABILI FORMAZIONI DI MILAN-LAZIO

Serie A 23 Giornata: Milan v Lazio (diretta SKY Sport HD e Mediaset Premium HD)MILAN (4-3-1-2): 32 Abbiati , 17 Oddo , 25 Bonera , 76 Yepes , 77 Antonini , 16 Flamini , 33 Thiago Silva , 28 Emanuelson , 70 Robinho , 7 Pato , 11 Ibrahimovic (30 Roma , 35 Didac , 15 Sokratis , 66 Legrottaglie , 52 Merkel , 18 Jankulovski , 99 Cassano) All. Allegri

Serie A 23 Giornata: Milan v Lazio (diretta SKY Sport HD e Mediaset Premium HD)LAZIO (4-3-1-2): 86 Muslera , 2 Lichtsteiner , 3 Dias , 20 Biava , 26 Radu , 32 Brocchi , 24 Ledesma , 6 Mauri , 8 Hernanes , 18 Kozak , 77 Sculli (12 Berni , 13 Stendardo , 5 Scaloni , 14 Gonzalez , 17 Foggia , 11 Matuzalem , 23 Bresciano) All. Reja

Raiola for president!

Passerò per un criticone della società a prescindere, sticazzi. A me questa storia che siamo passati da pendere dalle labbra di Bronzetti a quelle di Raiola non va proprio giù. Alcuni mi dicono “meglio dipendere dal pizzaiolo che da uno che rifilava pacchi”. Io non sono d’accordo neanche su questo. Perchè gli ultimi tre acquisti della sua scuderia a me non piacciono, per motivi che ho già detto nei post precedenti.

Ma poi, mi chiedo: perchè sono stati presi questi giocatori? Apparentemente solo Van Bommel è una acquisto che ha senso. Un mediano ci serviva, si può discutere sul fatto che era meglio prendere qualcun altro, ma di certo non sul fatto che l’olandese sia pronto a giocare subito. Ma prendere Emanuelson, un’ex grande promessa di cui si ignora l’esatta collocazione nello schema di Allegri, e soprattutto Didac Vilà, un giovane terzino totalmente sconosciuto, perchè comprarli? Non sono utili nell’immediato, non hanno, almeno sulla carta, la prospettiva per poter dire che saranno grandi in futuro. Ma allora perchè prenderli? La risposta la sappiamo tutti, solo che qualcuno crede alla cazzata gigantesca che in realtà sono giovani che servono per fare la squadra del futuro… Vabbè, crediamoci tutti dai. E qualcuno sta già uscendo fuori dicendo che in realtà gli osservatori del Milan sono arrivati su questi giocatori prima di tutti gli altri.

Io, dal basso della mia incompetenza, avevo proposto nomi non altisonanti ma che hanno già dimostrato qualcosa e soprattutto non sono bolliti: gente come Sissoko, Lazzari e Poli per il centrocampo, Criscito, Taiwo, Aogo, Armero, Tremoulinas come terzini. Mica fuoriclasse, semplicemente gente giovane che ha calpestato i campi di gioco in campionati importanti, o che almeno hanno fatto la trafila nelle nazionali di appartenenza. Insomma, giocatori seri, che poi possono andare bene o male, ma con un curriculum inappuntabile.

Il mio amico redattore Lpf dice “Guardiamo cosa combinano e poi diremo la nostra”. Come non dargli ragione… Però quante volte ce lo siamo fatti in questi anni questo discorso per poi risponderci sempre allo stesso modo? Cavolo, bisognava prendere un terzino serio visto che siamo in condizioni disastrose là dietro, non l’hanno fatto. Anzi, hanno preso lo sconosciuto di Raiola.

Ibra e Robinho sono due grandi acquisti che garantiranno (speriamo) lo scudetto, Cassano ci darà una mano in questi mesi, Boateng è stato preso con qualche pasticcio ma alla fine si sta rivelando utilissimo, Yepes per qualche partita è affidabilissimo. Tutto bene, e ringraziamo società e dirigenza per questo.
Ma un vero progetto studiato a tavolino con serietà e competenza che aprirà un pluriennale ciclo rossonero arriveranno o dobbiamo rassegnarci a vivere alla giornata grazie alle voglie di un procuratore anche i prossimi anni?

Giusto per saperlo, tanto noi milanisti si rimarrà sempre e comunque.

L’ha vinta Allegri


Allegri batte diavolino 15-0

Milan batte Catania 2-0 in una partita da ricordare. Vittoria ottenuta con il cuore, senza un gioco particolarmente brillante, ma assolutamente meritata. Non ci hanno fermato le infinite assenze, con 6 centrocampisti in infermeria che diventano 7 con Ambrosini in corso d’opera e una difesa che negli ultimi minuti recitava Oddo-Bonera-Yepes-Antonini, tutte riserve. Non ci ha fermato l’inferiorità numerica per quasi un tempo, non ci ha fermato l’aggressività (le botte) della squadra più fisica del campionato. Vittoria di straordinaria importanza, che vale ben più dei 3 punti in palio. Oggi tocca alle inseguitrici rispondere, ben sapendo che da Catania è partito un segnale forte e chiaro.

Primo tempo decisamente brutto. Il gioco non ingrana a causa delle continue interruzioni, noi cadiamo nella trappola del Catania e ci facciamo innervosire, Tagliavento fatica a tenere in mano la gara. Non creiamo pressochè nulla, tuttavia non subiamo nemmeno. La squadra è legata, soffre soprattutto Merkel, ancora non pronto a giocare contro gente che ha almeno 10 centimetri e 10 chili in più di lui.

Secondo tempo che inizia male con l’espulsione di Van Bommel (severa, ma sciocco l’olandese). L’unico modo per sbloccarla è un’invenzione di Ibra e, di fatto, è lui a propiziare il vantaggio con una punizione sulla cui respinta insacca Robinho. Dopodichè, la squadra inizia a perdere energie, ottimamente compensate da due palle d’acciaio. Tutto sommato, andiamo più vicini al 2-0 che non al pareggio e, sul finale, lo troviamo grazie a un contropiede sull’asse d’oro Thiago Silva-Robinho-Ibra.

Bravi, bravi tutti. Quando vinci queste battaglie in condizioni difficili, è giusto promuovere in toto. Alla distanza crescono Yepes, Thiagone, Binho e l’immenso, gladitore Zlatan Ibrahimovic, che fa reparto da solo, ma lotta per quattro. E’ veramente il trascinatore, il leader in campo della squadra, senza contare che i gol vedono quasi sempre il suo zampino.
Nei miei post, dimentico sempre di dare un giudizio su Allegri. Bene, permettetemi di dire che se la squadra ieri ha vinto, lo ha fatto perchè è un gruppo. E se è un gruppo, è merito di Allegri. Io ieri ho visto una squadra simile all’inter di Mourinho. Se chi entra campo una volta ogni tanto (sia esso Papa, Yepes, Oddo, Janku e chi per loro), riesce comunque a dare un suo contributo, è merito di Allegri.

E questo deve essere chiaro a tutti i soloni che parlano soltanto per dare aria alla bocca o darsi a sè stessi delle arie. Allegri e Ibrahimovic, Ibrahimovic e Allegri: sono queste le chiavi del nostro successo.
Avanti così, con sempre meno uomini a disposizione (c’è chi non vinceva una partita con qualche titolare fuori, eh…e loro, si dice, avevano una rosa ben più lunga della nostra!), ma con tanta voglia di far bene. Chi scenderà in campo con la Lazio non lo so. Però so che darà il massimo. Al resto ci pensa Zlatan.

Un diavolo nel vulcano

L’Etna. La dimora del dio Vulcano, la fucina delle armi degli eroi.
Gigante nero, dalla natura selvaggia, aspra e difficile. In una parola, magica.
L’Etna, la montagna da scalare. Per arrivare più vicini al cielo, unica cosa ora sopra di noi.
DALLO STADIO ANGELO MASSIMINO DI CATANIA, CATANIA – MILAN
RIPROVIAMO LA FUGA?

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Braveheart tifa Catania

Angelo Massimino, ore 20.45. “Una gara rognosa”. L’ha definita così Allegri ieri in conferenza stampa la trasferta di Catania. Andiamo infatti, dopo Lecce, su un campo tradizionalmente difficile, dove nelle ultime 5 partite, abbiamo vinto solamente 3 volte. L’anticipo al sabato ci impone inoltre la responsabilità di vincere, per non alimentare false speranze nelle inseguitrici che giocheranno dopo di noi. In ordine di classifica, il Napoli affronterà al San Paolo la Sampdoria, la Roma andrà a Bologna, la Lazio avrà già giocato all’olimpico contro la Fiorentina, la Juventus riceverà l’Udinese e infine l’Inter (con 3 squalificati) affronterà in casa il Palermo. Tutte, tranne quella della Roma, partite sul filo di lana dove i segnali che manderemo stasera potrebbero contribuire a spingere il risultato da una parte o dall’altra.

SITUAZIONE INFORTUNI – Come ogni partita ecco l’aggiornamento. Partiamo dalle note dolenti: Boateng rimanda il rientro di almeno un’altra settimana, a Genova, giornata in cui dovrebbero rientrare anche Strasser, Seedorf, Gattuso Amelia e Zambrotta. Potrebbero giocare già Martedì contro la Lazio nell’anticipo dell’infrasettimanale invece Flamini e Abate, che salta quindi la partita di oggi. Pirlo dovrebbe rientrare a Parma, mentre Nesta potrebbe farcela per l’andata contro il Tottenham. Rientrano invece Bonera ed Ambrosini.

PATO – IBRA, ULTIMO TENTATIVO? – Formazione quindi obbligata con, davanti ad Abbiati, Thiago Silva che dovrebbe rientrare al centro della difesa insieme al sempre più sorprendente (non per me) Yepes, Oddo sostituirà Abate sulla fascia destra mentre sulla sinistra agirà Antonini, Ambrosini quindi a interdire a centrocampo con Van Bommel ed Emanuelson alla loro seconda partita rossonera in 4 giorni, davanti RobinhoPatoIbrahimovic, che dovranno dimostrare dopo i passaggi a vuoto contro Lecce e Udinese di saper giocare insieme. Io continuo a ritenere Pato e Ibrahimovic due attaccanti completamente diversi che non possono giocare insieme in quanto Pato necessita più di una formazione votata alla corsa, mentre Ibrahimovic di una formazione fisica e di compagni che fanno movimento attorno, cosa che Pato non fa. E quindi non mi stupirei, se dal 1′, stasera toccasse a Cassano.

CASO SEEDORF – E’ rottura. Vi posso già anticipare che Seedorf lascerà il Milan a giugno per la gioia del popolo rossonero. La goccia che fa traboccare il vaso è stata l’arrivo di Van Bommel, nemico storico di Clarence per carisma nello spogliatoio. Van Bommel infatti è spostato con la figlia di Van Marwijk, attuale CT dell’Olanda che, pare, su consiglio proprio del genero, avrebbe escluso Seedorf dal mondiale di Sudafrica 2010. Non è un caso che a precisa domanda se avesse sentito la conferenza del nuovo numero 4 rossonero lui ha risposto “no, non ho sentito”, Van Bommel ha inoltre chiesto un parere a Snejider che gioca dall’altra parte di Milano e lo stesso Galliani ha ammesso di aver chiesto parere a Ibrahimovic per l’acquisto, sempre più nuovo leader carismatico (oltre che di stipendio) dello spogliatoio. Allegri ha approfittato della situazione mettendo fuori squadra l’Olandese dopo il diverbio di Lecce. E, ne siamo sicuri, difficilmente rientrerà.

NUOVO SITO – Due parole di commiato anche per il nuovo sito. La storia continua. Quella storia nata su splinder, il 9 Ottobre del 2009 con questo Post. Prima o poi torneremo. Perché il calcio è ciclico. Eccoci qua. Era un periodo in cui andava di moda tra i blog rossoneri la linea del disfattismo, dell’anti societarismo a prescindere. Noi abbiamo voluto semplicemente essere noi stessi, raccontando la squadra e mettendola al primo posto. E mentre chi ha dovuto mantenere a prescindere, con molte difficoltà, la propria posizione pessimista e disfattista nonostante l’evidenza dei fatti noi abbiamo potuto continuare a raccontare questa meravigliosa storia targata Milan, siamo cresciuti da quasi 4.500 a 6.000 visite, e da 45.000 a 60.000 visualizzazioni di pagina al mese nell’ultimo anno anche grazie al nostro racconto del mondiale di calcio portandoci a diventare uno dei blog rossoneri di riferimento (certo non abbiamo la fortuna di Milan Night che ha centuplicato le visite dopo essere stata insultata da Serafini su Milannews 😀 ). Questa è la nostra nuova casa, apparentemente non cambia nulla, ma grazie al nuovo host potremo avere importanti innovazioni per gli utenti. Il ringraziamento principale ovviamente ai redattori senza i quali questo blog non sarebbe potuto continuare. Ah, e ovviamente a Sadyq e Apocal 😀

Arriva Didac Vilà. E il terzino sarebbe lui?

Classe 1989, 23 presenze e zero gol in una stagione e mezzo con la maglia dell’Espanyol. Si chiama Didac Vilà il nuovo acquisto rossonero, un ragazzo dalle imponenti doti fisiche (184 cm per 81 chili, non certo un fuscello), ma che nessuno conosce. Nazionale spagnolo under 20, Vilà secondo gli esperti è un terzino sinistro arruolabile però anche per il settore destro, essendo bravo con tutti e due i piedi. Per lui la società ha sborsato poco più di un milione di euro, cifra ridottissima che quindi non intacca le casse rossonere, ma allo stesso tempo ci fa capire che non può essere lui il laterale difensivo titolare di cui ha assoluta necessità il Milan per questa seconda parte di stagione.

Su di lui Allegri ha già detto la sua in modo chiaro: “E’ un buon giocatore con un buon piede. E’ un ’89, molto giovane che ha però molto da imparare”.

Insomma, il ragazzo può giusto stare a Milanello e imparare. Ben vengano questi acquisti, in cui si spende poco e quindi tutto sommato, se il giocatore non vale, non è una gorssa perdita. Però un terzino subito pronto per questo campionato lo vogliamo prendere?

Storie di Calcio: Verona-Milan 1-2, 2002

http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcS33gq0TUvAUTBsSQhl_uEqdxAR6MRYdZyLLhHtWqgkuJb0HGHjzQ&t=1Domenica 28 aprile 2002, Stadio Bentegodi, Verona. Il Milan di Carletto Ancelotti, al suo primo anno nella panchina rossonera, si gioca tutto in una trasferta insidiosa contro il Verona di Malesani, in piena lotta per la salvezza. Partita difficile, il grande Milan che verrà ancora non esiste, Carletto ha preso in mano una squadra ridicolizzata dalla breve gestione del turco Terim, e sta cercando di portarla, fra mille contraddizioni, all’obiettivo minimo, e cioè il quarto posto. Cosa tutt’altro che scontata visto che il Milan è distanziato di due punti dalla Lazio, che va a giocare a Bologna.

Ancelotti schiera un 4-3-1-2 e preferisce Chamot all’inaffidabile Contra, mentre sulla trequarti sceglie Pirlo e manda in panchina Rui Costa. Malesani schiera la formazione ideale, con Camoranesi dietro le due punte Frick e Adrian Mutu. La partita si dimostra subito complicata per il Milan, e Mutu porta in vantaggio i padroni di casa con la sua consueta azione che lo rende inarrestabile: parte decentrato, si accentra e fa partire un gran tiro da 25 metri che sorprende Abbiati, un po’ troppo fuori dai pali nell’occasione. Per il Milan sembra finita, anche se da Bologna arrivano buone notizie visto che la Lazio sta perdendo e quindi è un’occasione da non perdere.
La ripresa parte con un Milan diverso, più aggressivo e il gol del pari arriva grazie a un gran giocata di Kaladze, che dà un pallone a Inzaghi, il quale stoppa e fa partire un bel tiro dal limite dell’area che Ferron non riesce a parare. Il pareggio è raggiunto, ma non basta ai rossoneri. Per questo Ancelotti fa entrare Jose Mari, mediocre attaccante spagnolo, al posto di Helveg, terzino entrato nel primo tempo in luogo dell’infortunato Laursen. Rossoneri all’arrembaggio, e all’82’ arriva l’insperato gol del vantaggio: mischione in area veronese, la palla arriva Kaladze che con una freddezza pazzesca serve un cioccolatino per Pirlo, il quale trovandosi davanti a Ferron lo salta con un dribblig da fuoriclasse e a porta vuota mette dentro. Il gol scatena l’esultanza di tutto il popolo rossonero, consapevole di aver raggiunto un traguardo fondamentale che permetterà al Milan di iniziare una nuova era piena di vittorie e grande spettacolo.

Tutto iniziò da lì, dai due grandi assist di Kaladze e dal gol a fine partita dell’allora giovanotto Andrea Pirlo.

VERONA: Ferron, Cannavaro, Zanchi, Dainelli, Cassetti, Colucci, Italiano (77′ Mazzola), Seric (90′ Adailton), Camoranesi, Frick (68′ Cossato), Mutu. All.: Malesani
MILAN: Abbiati, Chamot, Laursen (34′ Helveg, 80′ José Mari), P. Maldini, Kaladze, Gattuso (58′ Contra), Ambrosini, Serginho, Pirlo, Inzaghi, Shevchenko. All.: Ancelotti
Reti: 28′ Mutu, 65′ Inzaghi, 82′ Pirlo
Arbitro: Farina

Un articolo prepartita

Il mercato non risolve tutte le lacune della rosa

In questi ultimi giorni di mercato i tifosi rossoneri sono soddisfatti degli ultimi acquisti effettuati della società di via Turati ,che con i fatti, dimostra di voler seriamente vincere quest’anno il campionato dopo anni di dominio nerazzurro.

A memoria non ricordo un’ altra annata, dove si sia acquistato solo per vincere il campionato. I nuovi acquisti del mercato di gennaio, sono tutti giocatori non utilizzabili in Champions League e per la prima volta nell’era berlusconiana il campionato diventa l’obiettivo principale. Stiamo quindi assistendo ad un cambio di indirizzo epocale nella filosofia degli obiettivi sportivi della società, ma anche ad un cambio nel tipo di calciatori da acquistare: in questi ultimi mesi sono ritornati dopo anni di assenza, giocatori muscolari vedi Boateng, V. Bommel, Yepes e questo, diciamolo subito, è un fattore positivo. Positivo in primis perché sono i giocatori più adatti per il campionato italiano, forse meno belli da vedere giocare rispetto ai vari Pirlo e Seedorf ma sicuramente più efficaci nell’affrontare ogni fine settimana gli scontri e le marcature degli avversari.

Bisogna doverosamente evidenziare che la società rossonera non ha colmato ancora le lacune della rosa, dovute al mancato rafforzamento nel triennio 2006-2009. In difesa malgrado il probabile arrivo in questi ultimi giorni, di un terzino sinistro, rimangono ancora le carenze in organico, nei centrali difensivi e negli altri terzini.

Alla luce degli infortuni occorsi ai nostri “senatori” appare evidente la necessità di non rinnovare a nessuno di questi il contratto in scadenza a Giugno: sono tutti giocatori usurati ed in fase calante e che comunque impegnerebbero ingenti risorse del bilancio della società per il rinnovo dei loro contratti, almeno  45/50 mil .

Nella sfortuna di questa concatena di infortuni, bisogna sottolineare anche che siamo stati fortunati: se si fossero verificati all’inizio di Febbraio, con il mercato chiuso, i dirigenti non avrebbero potuto porvi rimedio.

Un altro aspetto importante che va evidenziato è che con i nuovi arrivi molti senatori della rosa non troveranno più posto in campo o in panchina: per la prima volta assisteremo ad un Seedorf e Pirlo in tribuna?

In conclusione i più sentiti applausi alla dirigenza rossonera che con la modica cifra complessiva di 3 milioni si è assicurata le prestazioni di 3 giocatori da Milan di cui uno Cassano anche se non ancora al 100% della condizione fisica,  allo stato attuale, ha già fornito prestazioni positive ed è risultato decisivo con i suoi assist.

Avanti tutta!

Milan batte Sampdoria 1-2 e conquista l’accesso alle semifinali di Tim Cup, da giocarsi prossimamente contro il Palermo. Ormai che siamo in ballo, balliamo e proviamo a portarcela a casa, anche se ora la testa si sposta su traguardi più prestigiosi.

Milan che scende in campo con una formazione assolutamente inedita a causa delle assenze (basti pensare che il capitano è nientepopodimeno che Oddo). I ritmi sono subito abbastanza alti, i ragazzi ci mettono impegno nonostante non abbiano mai giocato insieme e si insediano nella metacampo blucerchiata. Sugli sviluppi di un corner arriva il vantaggio di Pato su torre di Thiago Silva. Poco dopo è ancora Pato a colpire per il 2-0: controllo al limite, tunnel e tiro in rete, una perla.

Secondo tempo in cui la Samp si gioca il tutto per tutto, come se fosse una finale di Champions. Dimezzano lo svantaggio con Guberti, ma poi resistiamo bene fino alla fine, evitando lo spettro dei lunghissimi supplementari. Abbiamo sofferto un po’ sul piano del gioco, soprattutto le distanze non erano perfette, ma viene da dire che è cosa inevitabile con una formazione del genere.

Pertanto promuovo tutti, dal decisivo Pato, all’alieno Thiago Silva, passando per Robinho, Yepes, Merkel (ma quanto velocemente sta crescendo?), un combattivo Oddo e anche i due nuovi acquisti, Emanuelson (mi raccomando, una “s” sola!) e Van Bommel. Tra i due è sicuramente più pronto il secondo, se non altro per la grandissima esperienza.

Nel complesso sono veramente soddisfatto dell’approccio combattivo e aggressivo della squadra. Non me l’aspettavo, invece ho visto quella mentalità vincente di cui abbiamo parlato anche nei commenti. Merito evidentemente di Allegri, ma anche di un gruppo in cui tutti remano nella stessa direzione.

Ora sotto con il vero obiettivo della stagione, sabato è già tempo di riprendere la corsa scudetto. Si va in anticipo a Catania, campo difficile che vedrà l’esordio sulla panchina etnea dell’ex nerazzurro Diego Simeone, sconfitto domenica a Parma e voglioso di presentarsi al nuovo pubblico con una grande prestazione (nonchè di dare una mano all’inter). Si prevede ambiente caldo e partita complicata, una vera battaglia, sperando di recuperare energie e almeno un paio di pedine dall’infermeria.

Tutti per Antonio

Lo squalo è una creatura mansueta,
Lo squalo non attacca l’uomo se non quando vede il sangue
Il sangue oggi lo vedrà Cassano, cacciato dal suo ex-pubblico
Quelli che erano per lui li avrà tutti contro,
ma in fondo, nella città dell’acquario, essere un po’ squali è un vantaggio.
DALLO STADIO MARASSI DI GENOVA SAMPDORIA-MILAN
SQUALI O SOGLIOLE?

https://i0.wp.com/images2.gazzettaobjects.it/Hermes%20Foto/2011/01/25/0LFHUZTR--300x145.jpg?resize=300%2C145Marassi, ore 17.30. Dopo aver eliminato il Bari è subito il momento dei quarti di finale. Il sorteggio benevolo, ma non fino in fondo, ci manda fuori casa a Genova, in casa della Samp che proprio settimana scorsa ha fermato ai rigori l’Udinese pompata dai media dopo la prestazione di domenica. Si va in situazione di emergenza, con fuori Gattuso e Nesta. A Marassi non ci saranno neanche Ambrosini (fastidio coscia destra), Flamini (ginocchio destro), Strasser (risentimento adduttore destro) che dovrebbero rientrare a Catania; Pirlo (contrattura coscia destra), che dovrebbe rientrare Martedì contro la Lazio e Boateng (infiammazione agli adduttori, rischio pubalgia…), per lui si parla di Fine Febbraio. Si va quindi, stavolta, con la classica formazione di Coppa Italia, segno che forse il 3-0 con il Bari serviva più per ritrovare la fiducia che per portare a casa il portaombrelli nazionale. La sensazione è che oggi si esca come sempre, anche se, forse, con un po’ più di dignità del solito e che ad affrontare il Palermo in semifinale il 20 Aprile e l’11 Maggio ci andrà la Samp.

Dovrebbero quindi giocare di nuovo Oddo nella difesa Yepes-Papasthathopulos davanti a Roma, con Antonini titolare dal 1′. Probabile il nuovo impiego di Thiago Silva a centrocampo, centrocampo che sarà rafforzato con i due nuovi acquisti, giocheranno tre tra Abate, Van Bommel, Emanuelson e Merkel. Davanti dovrebbe riposare Ibrahimovic, segno quindi che la volontà di passare il turno non è poi così grande. Chiuderanno quindi Robinho dietro a Pato e Cassano. Sarà in particolare Antonio a dover dare prova di grande maturità contro la sua ex-squadra da cui è stato cacciato. 6 a 4 i precedenti per il Milan, l’ultimo negli ottavi di finale del 2004. A proposito, ve l’ho già detto che quell’anno alla fine fu scudetto?

Benvenuto Mark!

Van Bommel e Robinho si vogliono già bene

Mark Peter Gertruda Andreas van Bommel è un nuovo giocatore del Milan. Olandese, classe ’77, arriva dal Bayern Monaco e firma un contratto di sei mesi, sul quale mi auguro nessuno abbia nulla da dire. Prima ne valuteremo il rendimento, la continuità e l’utilità e poi, eventualmente, verrà allungato il contratto.
Alto poco meno di  190 cm per un’ottantina di chili abbondanti è un giocatore potente, aggressivo, non particolarmente simpatico agli avversari coi quali finisce spesso per beccarsi. Non è un campione di simpatia, ma dopo Ibra tenteremo di addolcire pure Mark (che peraltro in passato ha avuto screzi con lo svedese). Se falliremo pazienza, l’importante è portare a casa un trofeo. In breve è un altro puntello per l’immediato, un cristone che abbina potenza e grinta a due piedi discreti, con un buon tiro da fuori.

Insomma, un bel mastino, un giocatore rognoso per il centrocampo di Allegri e la mia personalissima impressione è che sia un bel colpo al duo Pirlo-Seedorf, sempre più due corpi estranei al resto del centrocampo. A sensazione dico che non saranno mesi facili per Andrea e Clarence.
L’acquisto è intelligente, a quanto pare arriva a parametro zero, con un contratto in scadenza tra pochi mesi che quindi non ci obbliga a tenercelo anche la prossima stagione e, tutto sommato, parliamo di un giocatore che a centrocampo sa farsi sentire (a volte anche troppo) e gode ancora di una più che buona integrità fisica. Personalmente, sono soddisfatto. Welkom bij Milan, Mark!

Preso Emanuelson. Ma in che ruolo lo mettiamo?

Abbiamo acquistato Emanuelson dall’Ajax. E’ considerato dagli esperti un ottimo giocatore, di grande talento e soprattutto giovane, quindi di prospettiva. Complimenti a Galliani, che ha condotto l’operazione di nascosto e ha preso un giocatore di cui nessuno parlava e ha preso come un ragazzo di ottima prospettiva.

Benvenuto Urby Emanuelson!

Urby Emanuelson è nato ad Amsterdam il 16 giugno 1986, è di fatto un’ala sinistra, anche se in Olanda ultimamente era stato messo un po’ più in avanti in quanto non era considerato affidabile in fase difensiva. E’ piccolino e leggero (176 x 68 kg), ma ha un’ottima tecnica e soprattutto è uno che dà tutto in campo.

Prima di parlare di lui dal punto di vista tattico è bene fare una premessa: al di là delle caratteristiche attuali del giocatore, tutto può succedere in futuro e un giocatore può cambiare e migliorare le proprie caratteristiche. Cafù quando arrivò al Milan giocava ala offensiva nella Roma di Capello, Serginho appena arrivato era talmente scarso a difendere che faticava a fare l’esterno di centrocampo nel 3-4-3 di Zaccheroni, e poi entrambi sono diventati dei grandi terzini in una difesa a 4.
Detto questo, diciamo che Emanuelson può essere paragonato (con le dovute proporzioni, chiariamo) al primo Serginho, quello appena arrivato in Italia. Insomma, può giocare esterno di centrocampo in un 3-4-3 o 3-5-2, può giocare ala pura in un 4-4-2, può giocare ala offensiva in 4-3-3.
Ecco, credo sia giusto dire nessuno di questi schemi è utilizzato da Allegri, che come sappiamo bene ha impostato il Milan col 4-3-1-2. E quindi come si fa? A questo le ipotesi possono essere tre:

1) Il Milan sta pensando a un cambio di modulo, ipotesi che mi sento di scartare.
2) Il calciatore è stato acquistato ora in previsione dell’anno prossimo. Un acquisto tipo Pato e Thiago Silva, dunque, viene fatto arrivare a gennaio per farlo lavorare e insegnargli a fare il terzino sinistro, per poi lanciarlo titolare nel prossimo campionato. Credo che questa sia un’ipotesi plausibile.
3) E’ il solito acquisto fatto a cazzo, giusto per prendere qualcuno. Ipotesi che non è da scartare a priori, visto che giusto per fare uno dei tantissimi esempi Sokratis fu preso per fare il terzino detro, e dopo una settimana Allegri ha detto che era un centrale. In questo caso ritirerò i complimenti fatti all’inizio del post alla dirigenza.

E voi, come la pensate?

Siam tornati

“Nel calcio esistono partite che sei sicuro di vincere ancor prima di scendere in campo a giocarle”. Parole pronunciate da Carlo Ancelotti nel 2007, in riferimento alla leggendaria semifinale di ritorno col Manchester. La sera prima -lui disse- quando vide il Liverpool staccare il biglietto per Atene, si convinse che ci saremmo andati pure noi, se ne convinse lui e tutta la squadra, tanto da scendere in campo con sorprendente serenità.

A me è successa la stessa cosa durante la rullata che Leonardo e i suoi han subìto contro l’Udinese. In realtà speravo in una prestazione più convincente, ma poco importa, l’importante era tornare alla vittoria in campionato, soprattutto in quel San Siro che troppe volte è stato terreno di conquista per altri.

Allegri manda in campo la formazione migliore che può schierare, con Merkel in mediana al posto di Flamini (che si ferma in mattinata), Thiago Silva a centrocampo e Yepes che prende il posto di Gattuso a pochi istanti dalla partita. Robinho dietro a Ibra e Cassano (preferito al lunatico Pato).
Partita che inizia su ritmi bassi e con la squadra poco reattiva, il Cesena cerca spazi sulle fasce e ne trova soprattutto sulla nostra sinistra (come al solito). Si fa male Nesta, entra Papa, la situazione non è facile, ma la squadra reagisce molto bene e in finale di tempo trova diverse conclusioni e anche il gol del vantaggio, grazie a Pellegrino che “anticipa” Ibra, ma infila nella porta di Antonioli.

Decisamente migliore la ripresa, in cui la squadra mantiene il controllo dalla partita. Yepes chiude tutti gli spazi dietro, mentre davanti le occasioni per il raddoppio non mancano, ma vengono puntualmente sciupate. Quando ci si avvia verso l’1-0 finale, arriva nei minuti di recupero l’immancabile timbro di Ibrahimovic, altro gol non certo banale. 2-0 e tutti a casa.

Marione: partita da leader

Non è stata una passeggiata, tutt’altro. In un periodo che non è di abbondanza, ci siamo trovati davanti a una vera e propria emergenza dopo gli stop di Gattuso e Nesta. La squadra ha però avuto tanto carattere ed è uscita bene dopo un inizio complicato.
Manca ancora la miglior condizione fisica e sarà importante ritrovarla presto e svuotare l’infermeria. Per quanto riguarda lo scudetto, solo una settimana fa si parlava di Leomuntada e si magnificava la rosa dell’inter (ma se giocano sempre gli stessi 11?), dopo ieri sembrano spariti tutti i fantasmi. Il mio consiglio è quello di vivere alla giornata ancora a lungo, tra un paio di mesi si potrà iniziare a fare qualche ragionamento, ora come ora la situazione cambia di giornata in giornata.

PAGELLE:
Abbiati 6.5: due interventi importanti nel primo tempo e poco altro.
Abate 6.5: cresce nel secondo tempo e gioca una discreta partita, soprattutto in fase difensiva, che  interpreta con buona sicurezza.
Nesta s.v: gli manca solo di infortunarsi al pene.
Papa 6: non facile giocare dopo mesi di panchina e tribuna, lo fa senza creare danni.
Yepes 7.5: partita monstre di Marione che chiude tutto, guida la difesa e prende pure per mano la squadra nel momento di difficoltà.
Antonini 5: smette di soffrire quando esce Schelotto (avessi detto…).
Ambrosini 6: si ricordano partite migliori, ma cuore e grinta non mancano mai.
T.Silva 7: dove lo metti sta, giganteggia anche a centrocampo, crescendo esponenzialmente col passare dei minuti.
Merkel 6.5: la miglior prestazione fin qui del tedeschino. Gioca di destro e sinistro, si fa vedere e i compagni lo cercano. Molto bene.
Robinho 7: si gioca voti altissimi per i gol che si mangia, ma è lui a far girare il Milan.
Cassano 6.5: il migliore a verticalizzare, è lui a mettere l’uomo davanti alla porta. Concreto.
Ibrahimovic 6.5: 17 gol e 10 assist. Ovvero 27 volte Ibra nella nostra stagione.