It’s Champions time!

Let's make a night to remember

Stadio San Siro, Milan-Tottenham. Torna dal letargo invernale la competizione più affascinante, riprende il cammino che porterà una sola squadra ad alzare al cielo di Wembley sabato 28 maggio, la coppa dalle grandi orecchie.
Probabilmente quella squadra non saremo noi, a meno che gli dei del calcio non continuino ad aleggiare sopra la madunina e stavolta proteggano la squadra giusta di Milano, ma dato che dobbiamo giocarle queste partite (anche se c’è chi l’anno scorso avrebbe rinunciato alla Champions per non fare brutte figure) proviamo a tirare fuori il massimo e centrare l’obiettivo dei quarti di finale. Obiettivo che, dal trionfo del 2007, non è stato più centrato: due eliminazioni agli ottavi (Arsenal e Manchester) e un anno sabbatico nell’Europa di serie b.

TABU’ INGLESE Dicevamo di Arsenal e Manchester, gli ultimi nostri giustizieri, squadre inglesi come gli avversari di stasera. Più in generale sono parecchie le eliminazioni subìte dalle italiane per mano delle inglesi negli ultimi anni. E si è trattato spesso di sconfitte nette, in cui si è evidenziata una differenza di dinamismo notevole.
E il Tottenham è fondamentalmente questo: una squadra dinamica, esplosiva, atleticamente devastante. Pecca nella fase difensiva ed è lì che dovremo essere spietati: colpire appena possibile. Quando attaccheranno loro sarà importante mantenere la squadra corta e non concedere spazio alle ripartenze e alla velocità degli Spurs (Lennon su tutti, in assenza di Bale).

REBUS FORMAZIONE – Allegri dice poco o nulla in conferenza stampa,  basiamoci sugli indizi. Si parte dalle certezze, ovvero Abbiati, Nesta, Yepes, Thiago a centrocampo con Gattuso e, infine, Ibra. Sulle fasce sono favoriti Abate e Bonera su Oddo e Antonini. A centrocampo Flamini su Merkel, Seedorf probabile trequartista e accanto a Ibra, Pato o Robinho. Uno dei due siederà in panchina per poter sfruttare a partita in corso un cambio in attacco.

PUNTO SU PATO – Non so ancora se giocherà dall’inizio. Ad ogni modo lo vedremo sicuramente in campo e vorrei che questa fosse la sua notte. E’ ancora fermo ai due gol di Madrid in Champions, ma ha tutte le caratteristiche per mettere in ginocchio la retroguardia londinese. Deve ritrovare la cattiveria agonistica, sfruttare gli spazi e puntare spesso la porta. Insomma, più punta e meno guardalinee e può diventare decisivo per il passaggio del turno. Anche se dovesse entrare a partita in corso.

EFFETTO SAN SIRO – Non è un ruolino invidiabile quello casalingo, soprattutto in Champions (una vittoria sola negli ultimi 7 incontri). Gli Spurs puntano tanto sul ritorno a White Hart Lane dove, spinti da un tifo incredibile, riescono a rendere oltre il 100%. Quindi, oggi ci giochiamo una bella fetta di quarti di finale,  il risultato perfetto sarebbe un 2-0.

Con il Tottenham non siamo favoriti

Non commettiamo l’errore di pensare di essere più forti degli altri solo perchè ci chiamiamo Milan. Un tempo era così, da 4-5 anni non più.
Un conto è dire che, a differenza dello scorso anno dove avevamo già perso in partenza, con gli inglesi ce la possiamo giocare, un’altra cosa è affermare che non possiamo fallire.

Parto col dire che il Tottenham al gran completo a mio modesto avviso è superiore al Milan al gran completo. Non ha grandi fuoriclasse, ma ha l’esterno più forte del pianeta e soprattutto hanno tanti ottimi giocatori. Woodgate, Gallas, Assou-Ekotto sono tre buoni difensori, Lennon una grande ala e Modric un centrocampista centrale molto talentuoso, anche se ancora non ha fatto il salto di qualità. In attacco Pavlyuchenko e Defoe due grandi attaccanti (che giocano nelle loro rispettive nazionali), come alternative giocatori esperti di caratura internazionale come Jenas, Keane, Pienaar e Crouch.

Insomma, il Milan ha una buona squadra, qualche fuoriclasse in più degli avversari, ma nel complesso non si può affatto  dire che siamo nettamente più forti. La qualificazione ce la possiamo e ce la dobbiamo giocare fino alla fine (anche perchè martedì ci sono assenze importanti per loro), sperando nella serata buona dei nostri attaccanti e soprattutto nella speranza che i nostri terzini facciano una prestazione al di sopra del loro standard abituale, ma dire che la sconfitta sarebbe uno scandalo sarebbe ingiusto nei confronti di un allenatore e dei giocatori che comunque stanno facendo già il massimo che possono fare.

Qualcuno dirà che il Tottenham tutto sommato è solo in quarta posizione nel campionato inglese, mentre noi siamo in testa al campionato italiano. Però mi pongo e vi pongo una domanda: se nel campionato in cui gioca il Milan ci fossero Manchester United, Chelsea, Arsenal, Manchester City, Liverpool e appunto Tottenham, il Milan in quale posizione sarebbe? Di sicuro non al primo posto.

Il “Derby d’Italia”?

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Ci ho fatto caso solo io che tutte le volte che se la tirano con quella pseudo-definizione per farci un torto lo perdono sempre?

Questo è il vero Milan

E’ bastato recuperare una parte dei giocatori infortunati e ritrovare una buona condizione atletica per rivedere finalmente la squadra esprimersi a buoni livelli (non ottimi si intende). Il cammino è ancora lungo ma i segnali che arrivano sono positivi e vediamo di indicarli, questi segnali:

1) La squadra ha ritrovato equilibrio. Il ritorno di Nesta in difesa ed un centrocampo  più unito e coeso in cui Van Bommel ormai si è perfettamente inserito  negli schemi rossoneri, un  bel primo tempo  brillante di  Seedorf  nel ruolo di trequartista ed un Cassano finalmente ritornato ai suoi abituali livelli completano con la ciliegina sulla torta. Bisogna sottolineare che il Milan sembra esprimersi meglio quando gioca con un trequartista  e due punte, (sia esso Seedorf o Merkel o Boateng)  che non quando gioca con le tre punte e a questo proposito chiedo la vostra opinione.

2) L’allenatore ha capito in quale direzione muoversi. Alzi la mano chi non avrebbe criticato la formazione scelta da Allegri prima della partita; ha avuto ancora una volta ragione lui a riproporre Merkel e Seedorf, d’altronde lui è un allenatore con i fiocchi e lo fa di mestiere , noi siamo solo dei tifosi che giochiamo a fare l’allenatore , quindi applausi ad Allegri, che ha potuto fare anche un poco di turnover in vista della partita di coppa di martedì, risparmiando Gattuso e Flamini non ancora al meglio della condizione e preservando Robinho apparso appannato nelle ultime esibizioni.

3) Alcuni acquisti incominciano ad incidere. Anche nel Milan finalmente, come nella Juventus  e nell’Inter gli ultimi arrivati Cassano e Van Bommel sono titolari con prove convincenti alla faccia di chi dichiarava, anche tra di noi redattori del blog , che era stato un mercato di gennaio fallimentare. Certo alcuni giocatori sembrano essere stati bocciati dall’allenatore, si vedano Didàc ed  Emanuelson (quest’ultimo scavalcato dal giovane Merkel nella considerazione dell’allenatore), ma essendo la stagione lunga non è detto che con calma ed un maggior apprendistato a Milanello, questi ragazzi non siano utili nel prosieguo.

4) L’impegno profuso dalla vecchia guardia. Vedere Seedorf correre e fare pressing sugli avversari non ha prezzo, vuol dire che tutti i giocatori applicano le idee dell’allenatore e si sacrificano per il bene della squadra, anche Oddo, pur con i suoi limiti, ha disputato una buona prova. Più giocatori sono coinvolti nel progetto dell’allenatore e maggiori sono le possibilità di vittoria.

5) La condizione atletica. Partita dopo partita la squadra sta ritrovando brillantezza, il futuro è roseo considerando i probabili rientri di Abate martedì e Boateng domenica, consentendo all’allenatore di avere  finalmente in panchina giocatori da inserire in corso della partita e capaci di incidere in modo consistente e positivo.

6) La miglior difesa e il miglior attacco del campionato. Pur con una rosa incompleta , questa squadra continua a non prendere reti e ad avere l’attacco potenzialmente più forte del campionato, nessuna squadra ha 4 attaccanti di pari livello  e pertanto suona ridicola l’affermazione che questa rosa  sia inferiore a quella dell’Inter.

7) Attenzione all’atteggiamento della nostra  dirigenza. Bisogna condannare quello che potrebbe rivelarsi come la pratica più deleteria: il rinnovo automatico del contratto ad un giocatore assente per un grave infortunio. Caro Galliani, su questo modus operandi  non ci siamo: se in passato è stata utilizzata questa soluzione con ottimi risultati , ci auguriamo che questa non si ripeta automaticamente con gli attuali infortunati: Ambrosini, Inzaghi e Pirlo, giocatori che causa logoramento fisico, non hanno in questa stagione giocato neanche la metà delle partite in calendario. Largo ai giovani come Merkel e reinvestiamo sul futuro, questa è la giusta linea da seguire.

Antonio Cassano show

1 gol e 2 assist oggi. Dove c'è gol, c'è Cassano

Milan batte Parma 4-0, in una partita che fila via liscia come l’olio. Vittoria migliore non poteva esserci: un toccasana per il morale dopo le ultime difficili giornate e poche energie spese, dato da non sottovalutare, considerato che martedì ci sarà da correre e pure tanto. I tre punti di oggi non erano particolarmente in dubbio, ma è sempre rischiosa una gara che precede la Champions e segue i ritiri delle nazionali, quindi son contento della maturità e serenità mostrata dalla squadra.
Allunghiamo momentaneamente sulle inseguitrici, il resto del weekend possiamo viverlo in poltrona a gustarci Roma-Napoli (chi si tifa?) e Juventus-inter (qui c’è poco da chiedere). Tutto questo con un pensiero alla Champions League.

LA PARTITA- Allegri, come spesso accade, cambia all’ultimo la formazione, inserendo Merkel e Seedorf trequartista, per far riposare Robinho in ottica Champions. Tutto il resto è confermato, con Cassano ad agire accanto a Ibrahimovic.
La squadra non incanta, ma è autoritaria e spietata. All’ottavo minuto arriva il gol vantaggio, firmato da Seedorf (che non segnava da una vita), ma partorito da un’idea geniale di Ibrahimovic, con tanto di no-look. Copione che si ripete una decina di minuti di dopo, uno-due sontuoso tra Cassano e Gattuso che mette il barese davanti alla porta: tocco di destro e primo gol rossonero di Antonio.

Partita chiusa al quarto d’ora della ripresa, con un’altra triangolazione, che questa volta vede protagonisti Cassano e Robinho (con Ibra attore non protagonista). Pitagora ci fa un baffo. E’ ancora Cassano poco dopo a mandare in porta Binho, alla prima doppietta rossonera. Diventano così 6 gli assist di Fantantonio, che pochi non sono, considerato il rapporto coi minuti giocati.
Tutto il resto è accademia fino al novantesimo, con la porta che resta inviolata pure oggi.

Migliore in campo: Antonio Cassano, 2 assist e 1 gol, per la prima volta ruba la scena alla Scala del Calcio. Ottime prestazioni anche da parte di Abbiati (puntuale nelle poche occasioni gialloblu), il solito Thiago Silva e Rino Gattuso. Sufficienti anche tutti gli altri, con Merkel che si mette in mostra per alcune giocate notevoli, alternate a errori superficiali. Tanti palloni persi anche da parte di Seedorf, che (gol a parte) non fa tantissimo. Terza partita a secco per Zlatan, il quale nel frattempo si consola con assist come quello di Genova o oggi per Clarence. Che mica son poco.

Partita che non passerà alla storia come indimenticabile, ma era importante dare un segnale al campionato: noi ci siamo. E dobbiamo lottare per andare a prenderci questo maledetto scudetto. Secondo la tabella-Allegri ora mancherebbero 10 vittorie, ma questi sono calcoli che lasciano il tempo che trovano. L’importante è proseguire la marcia con meno interruzioni possibili, le partita in casa devono essere roba nostra come lo è stata oggi.

Ultima spiaggia

Accerchiati, assediati
Improvvisamente soli nel buio
Sapevamo che sarebbe successo
Sapevamo che sarebbe toccato a noi
E’ il momento di riaccendere la luce e scacciare i fantasmi
DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO, MILAN – PARMA
SIAMO ANCORA VIVI?

https://i0.wp.com/static.sky.it/static/contentimages/original/sezioni/sport/calcio_italiano/2009/10/31/sport_calcio_italiano_milan_parma_pato.jpg?resize=333%2C206San Siro, ore 18.00. Col Tottenham alle porte saremo noi, ancora una volta, ad aprire la giornata di serie A e a giocare quindi senza conoscere il risultato delle dirette avversarie. Questa volta però è diverso, col Napoli a -3, anche se impegnato a Roma e l’Inter impegnata a Torino e poi Mercoledì a Firenze, non vincere oggi potrebbe non farci più trovare in testa alla classifica già dalle 22.45 di Sabato sera. Classifica che comunque dopo i recuperi di mercoledì sarà finalmente chiara a tutti. C’è quindi il pericolo di perdere il primato, collante che ha tenuto la squadra unita fino ad ora. Personalmente rimango convinto che, qualora perdessimo il primo posto, difficilmente lo recupereremmo, quindi bisogna tenere duro fino alla fine.

PIRLO NON TORNA PIU’ – Sembrava ne avessimo recuperati altri due: Gattuso e Pirlo. Ma il regista non ce l’ha fatta. Infortunato nell’allenamento di rifinitura. Per lui sospetta distorsione, questo farà si che difficilmente si ricomporrà il centrocampo delle 10 vittorie su 12 nel girone d’andata. Di Pirlo si è parlato anche per il contratto: pare infatti non avere alcuna intenzione di ridursi il pesante ingaggio per le prossime stagioni. Secondo me rimane uno dei pochi giocatori in grado di fare la differenza se sfruttato bene, come ha fatto proprio Allegri nel girone d’andata, ovvero senza dargli compiti difensivi con un mediano a protezione e diventa un danno per la squadra se lo si usa come l’aveva usato Leonardo lo scorso anno. Ma è troppo tardi, bisogna inventarsi qualcosa. Lancio la provocazione: Seedorf regista davanti alla difesa? La brutta notizia arriva dalle fasce, dove ci toccherà vedere il replay dello scempio di Genova con Oddo e Bonera ad agire ai lati. Abate partirà infatti dalla panchina mentre Antonini e Zambrotta rientreranno, forse, per la Champions League di Martedì. Chi rientra oggi è Nesta, titolare al centro della difesa. Davanti Pato e Ibra, o forse chissà, ancora Cassano anche se sarebbe la seconda partita in quattro giorni. Il Barese non è però utilizzabile in coppa e quindi ecco che potrebbe giocare titolare.

POTERE MEDIATICO E NON – Se lo fa il Milan fa notizia, solo nel male. Mi riferisco a questo stupendo e ironico articolo di Franco Ordine sugli ultimi arbitraggi della squadra (ovviamente il Giornale non ha comunque lo stesso potere mediatico della gazzetta). C’è un filone, lo stesso che si lamentava di Galliani che aveva chiesto parità di trattamento nei calendari pre-derby, e che ha tacitamente spostato tra il silenzio-assenso dei presidenti, le due partite contro Cesena e Fiorentina dall’11 e 22 Dicembre al 12 Gennaio e al 16 Febbraio (perché “La partita di campionato non è un jolly che si gioca quando si vuole” vero?), gli stessi che ritenevano inaccettabile giocare Inter – Juventus a sole 24 ore da Milan – Udinese, ma proprio quest anno hanno ritenuto accettabile giocare Inter – Cesena 24 ore prima di Milan – Bari, gli stessi che l’anno scorso nelle prime partite non dove hanno ricevuto torti, come capitato a noi quest’anno, ma dove non hanno ricevuto più gli enormi favori del girone d’andata sono entrati in silenzio stampa mostrando manette. Signori, coerenza.

LO SFOGO DI THIAGO (E DI ALLEGRI) – Ultima notizia della settimana lo sfogo di Thiago Silva, che è stato crocifisso per aver parlato, svelato quella cosa di cui tutti in società si sono accorti ma nessuno lo può dire: “La verità è che in questo momento ci sentiamo assediati c’è un’atmosfera strana intorno a noi. Televisioni, radio e giornali parlano solo dell’Inter. Possibile che in Italia siano diventati tutti tifosi della squadra di Leonardo? A volte vado a riguardare la classifica per avere la conferma che in testa ci siamo noi. Se anche l’Inter dovesse vincere il recupero contro la Fiorentina resterebbe comunque dietro. Noi non dobbiamo cadere in questa trappola”. Bella anche la risposta di Allegri ieri in conferenza stampa: “dai giornali sembra che noi siamo terzi o quarti, e che in testa ci sia un’altra squadra”. So già che qualcuno arriverà a controbattere con il potere mediatico di una mediaset in cui persino gli interisti Longhi, Foroni e Bartolomucci lavorano e sono in maggioranza, o della Rai del vice-direttore interista dichiarato Marco Civoli (quello dell’Inter Fan Club RAI).  Lo stesso potere mediatico che negli ultimi quattro anni però non ci ha portato alcun titolo. Non dimentichiamo, dopotutto, che proprio RCS Sport, come da loro indicato nel comunicato ufficiale, è impegnata in una valorizzazione del brand neroazzurro. E allora sì, se porteremo a casa questo titolo, potremmo dire di averlo vinto veramente contro tutto e contro tutti. Ma per farlo, è obbligatorio vincere oggi, altrimenti sarà campione d’italia ancora il team sponsor della RCS Sport.

Storie di calcio: Milan-Aek Atene 2-1, 1994

https://i0.wp.com/i.ytimg.com/vi/P5rqQYFBdk8/0.jpg?resize=332%2C249Mercoledì 2 novembre 1994, stadio Nereo Rocco di Trieste. Il Milan di Fabio Capello, in crisi di risultati sia in Champions che in campionato, si gioca una partita fondamentale per il passaggio del turno nella massima competizione europea. Rossoneri con i nervi scoperti, vista l’assurda penalizzazione  di due punti subita poche settimane prima a causa del lancio di una bottiglietta che ha colpito Konrad, il portiere del Salisburgo, al San Siro.

Capello sa che deve vincere, ma non si scompone e anzi, conferma la sua filosofia del contenimento con una formazione che prevede la solita linea difensiva a 4 Tassotti-Baresi-Costacurta-Maldini, ma con un centrocampo di ferro composto da Panucci, Desailly e Albertini, più Donadoni che inventa sulla fascia sinistra per Simone e Massaro. Eppure le cose iniziano malissimo, visto che dopo 16 minuti Savevski porta in vantaggio gli ospiti: calcio d’angolo, palla respinta dalla difesa milanista fuori area, il calciatore della squadra greca in equilibrio precario calcia a casaccio di sinistro e trova l’angolino con un tiro beffardo. La situazione si fa difficile, nel primo tempo il Milan non riesce quasi mai a rendersi pericoloso e il pubblico di Trieste comincia a pensare che la qualificazione al turno successivo della Champions sia un miraggio.

Nella ripresa Don Fabio prova a dare una scossa alla squadra inserendo Gigi Lentini al posto di Tassotti, e spostando quindi Panucci sulla linea della difesa (suo ruolo naturale). Il Milan però continua a essere ingessato, si vede che è una squadra in crisi e non riesce a sfondare il muro greco. La svolta arriva al minuto 68: Lentini dalla destra crossa per Massaro, che appoggia centralmente ad Albertini, che lancia Maldini sulla sinistra, il terzino rossonero fa partire un cross a palombella sul quale il portiere non ci mette colpevolmente le mani, Panucci a tutta velocità si fionda sul pallone e da pochi passi mette dentro di testa. Il pareggio rivitalizza i rossoneri, che cinque minuti dopo realizzano il clamoroso gol del vantaggio: punizione di Albertini forte e tesa dalla trequarti, Panucci ancora di testa dal centro dell’area colpisce alla perfezione e la palla si insacca nella rete all’incrocio, nulla da fare per Atmatzidis. Un gol che fa saltare dalla panchina anche il misurato Capello, che viene travolto dalla gioia di Panucci.

Il Milan nell’ultimo quarto d’ora controlla la gara senza problemi, anche perchè il mister rossonero si copre subito inserendo Stroppa per Donadoni in modo da aumentare la capacità difensiva della squadra.

Una vittoria, questa del Milan, che si rivelerà decisiva per il passaggio del turno, anche se poi il trofeo non si concluderà nel migliore dei modi.

MILAN: S. Rossi, Tassotti (46′ Lentini), P. Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Panucci, Desailly, Simone, Donadoni (73′ Stroppa), Massaro. All.: Capello
AEK ATENE: Atmatzidis, Kopitsis, Karagiannis (76′ Kespaja), Sabanadzovic, Vlachos, Manolas, Saravakos, Savevski, Kostis, Tsartas (73′ Agorogiannis), Kassipis. All.: Bajevic
Reti: 16′ Savevski, 68′ e 73′ Panucci
Arbitro: Zhuk

httpvh://www.youtube.com/watch?v=vUUSui67lkk

Un occhio all’Europa

Approfittiamo del turno infrasettimanale di amichevoli tra nazionali, per dare un occhio a quanto sta accadendo nei maggiori (e non solo) campionati europei, ora che la stagione, con la Champions alle porte si appresta ad entrare nel momento caldo, quello in cui è vietato sbagliare.

INGHILTERRA- King Charles abdica? Sembra proprio di sì, troppi i 10 punti da recuperare allo United nonostante gli scontri diretti ancora da giocare e nonostante la campagna acquisti faraonica di gennaio, con gli acquisti di Fernando Torres e David Luiz. Punterà sulla Champions, complice un sorteggio che lo vedrà impegnato agli ottavi con il Copenhagen e quindi con la concreta possibilità di accedere ai quarti senza grossi patemi. Premier in mano a Ferguson, le inseguitrici si chiamano Arsenal e City, ma non sembrano ancora essere pronte a scalzare quel vecchio volpone di Sir Alex.
Più aperto il discorso quarto posto, Gunners, Citizens e Blues non possono rallentare, altrimenti rischiano il sorpasso del Tottenham e di un Liverpool in ripresa grazie alla cura di Kenny Dalglish.

SPAGNA- Discorso a due per il primato o forse discorso a uno, dato che il Barcellona è inarrestabile ed ha appena stabilito il nuovo record di vittorie consecutive in Spagna (16). Mourinho segue a -7, forse farebbe meglio a buttarsi sulla Champions e sulla finale di Coppa del Re (da giocare proprio contro il Barça, a soli 3 giorni dal Clasico di ritorno al Bernabeu) per non rischiare gli zeru tituli. Apertissima la battaglia per il titolo di pichichi tra Messi e Ronaldo che viaggiano a medie gol spaventose.
Dietro alle due grandi potenze troviamo il Villarreal (primo tra i terrestri) davanti al Valencia. Attenzione all’Athletic Bilbao, quinto, con una squadra come da tradizione di soli baschi, sogna la zona Champions.

GERMANIA- Meisterschale in direzione Dortmund, dove la giovane e spettacolare squadra di Klopp (su cui mezza Europa ha puntato gli occhi in cerca di talenti) conduce la Bundes con 12 punti di vantaggio. Prosegue, non senza intoppi la risalita verso il secondo posto del Bayern di Van Gaal, mentre le squadre nobili degli ultimi anni (Schalke, Wolsfburg e Werder) arrancano nella seconda metà della classifica. A un passo dalla retrocessione lo Stoccarda di alcune vecchie conoscenze del campionato italiano, come Molinaro, Kuzmanovic ed ex squadra di Camoranesi, tornato in Argentina a gennaio.

ALTRI- Partiamo dal Portogallo, dove comanda il Porto del nuovo Mourinho, Villas Boas, ancora imbattuto in campionato e a +11 sul Benfica. Nel campionato più triste d’Europa, quello francese, guida il Lille, inseguito da 7 squadre in 4 punti.
In Olanda è testa a testa tra PSV e Twente con l’Ajax che segue da vicino, mentre sprofonda il mio Feyenoord. Infine la Scozia, primo il Celtic, ma i Rangers, con due gare da recuperare, sono potenzialmente avanti di un punto.

Mezzo pieno?

https://i0.wp.com/www.fifa.com/mm/photo/tournament/competition/84/47/26/844726_full-lnd.jpg?resize=342%2C257Non è un caso che a negare la soddisfazione della vendetta ai tedeschi, sia proprio Giuseppe Rossi. E non è un caso che la coppia con Borriello, altro giocatore che secondo me andava portato in Sudafrica, sia risultata ben più efficace del tandem poco prolifico Pazzini – Cassano. Il primo è e rimane un attaccante da provinciale, il secondo, ancora fuori forma e mai decisivo, non fa altro che confermare che aveva ragione Lippi ad escluderlo dal Mondiale.

La Germania stasera si è cullata troppo su se stessa, poteva agilmente chiuderla dopo il gol dell’1-0, viziato da un errore di Ranocchia. La difesa Bonucci-Ranocchia non può e non deve essere la difesa di una delle maggiori nazionali Europee. Si faccia qualcosa perché la ex coppia del Bari si è dimostrata totalmente inadatta ai grandi palcoscenici. Per il resto questa squadra sembra vivere delle individualità dei suoi campioni, le quali possono fare la differenza, nel bene, o nel male: Buffon (ma non è meglio Storari ora, anche a livello di Juventus?), Chiellini (annullato Lahm) e De Rossi (con ovviamente Pirlo, quando rienterà).

Il centrocampo si conferma comunque il tallone d’Achille, manca un trequartista degno di tale nome, già dai tempi di Totti, Montolivo è stato semplicemente vergognoso mentre Thiago Motta appena sufficiente e rimandato alle prossime partite, un sei di fiducia per lui considerato che era comunque all’esordio. I centrocampisti non si inseriscono negli spazi creati dalle due punte che tendono però troppo a slargarsi, necessario quindi l’inserimento di uno come Giovinco nell’11 titolare. Per Prandelli c’è comunque margine di crescita, lui stesso ha chiesto di intensificare il calendario degli impegni, che saranno comunque sempre più tosti. Affronteremo infatti ancora Spagna, Inghilterra e Francia prima degli europei in Polonia e Ucraina.

Le altre però non stanno meglio di noi, il Brasile esce con le ossa rotte in Francia in una partita che non si ricorderà certo per lo spettacolo espresso in campo, beffato il Portogallo da un rigore di Leo Messi nei minuti di recupero con l’argentino finalmente decisivo anche con una maglia diversa da quella del Barça, 0-0 a 20 minuti dalla fine per la Spagna contro la Colombia di Yepes al Santiago Bernabeu mentre Capello vince come sempre senza troppo convincere in Danimarca. Nazionali che si confermano quindi un cantiere aperto, un cui anche noi possiamo lavorare.

Pagelle: Buffon 6-; Cassani 5, Ranocchia 6, Bonucci 5, Chiellini 7,5; Montolivo 5, Thiago Motta 6, De Rossi 6,5, Mauri 6,5; Cassano 4, Pazzini 5; Criscito s.v.; Maggio 5,5; Aquilani 6,5; Giovinco 6; Borriello 6,5; Rossi 7

#UPDATE – Per completezza il finale dal Bernabeu, vince la Spagna, con un gol di Silva all’85°

Deja-vu

Dicono che l’assassino torni sempre sul luogo del delitto,
anche se il delitto, a volte, è stato perfetto.
Il tempo cambia, invecchiano i ricordi,
è ora di levare la polvere, dopo il 4-3, il 3-1 e il 2-0:
c’è da scrivere un’altra pagina di storia!
DAL WESTFALENSTADION DI DORTMUND: ITALIA – GERMANIA
PIZZA BATTE CRAUTI?

http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSan2jX3JCa067AjTqPWsRLiCDchJRsRgB57K9ahwfk5pj710Cx&t=1Westfalenstadion, ore 20.45. Il primo sguardo stasera andrà inequivocabilmente là. Verso quella porta, dove ormai quattro anni e mezzo fa, Fabio Grosso insaccò su una splendida palla di Pirlo, il gol che ci portò a Berlino. Da allora molto è cambiato, unico superstite di quella gara, infatti, per noi, sarà Gigi Buffon, che opererà, come  quattro anni fa, nell’altra porta. Sarà un ritorno anche per De Rossi, che quella partita non la poté giocare, causa la famosa gomitata contro gli Stati Uniti. Ma nel frattempo le squadre si sono evolute diversamente, in Austria all’Europeo sono arrivati secondi, in Sudafrica loro hanno confermato il terzo posto cambiando quasi tutto l’undici titolare mentre noi disputavamo il peggior mondiale della nostra storia. Come se quindi volessero tornare a quattro anni e mezzo fa, la DFB ha scelto proprio Dortmund per questa amichevole, per vendicare l’unica sconfitta subita dai tedeschi in quello che è il loro stadio.

L’ITALIA – Esordisce oggi Thiago Motta, centrocampista brasiliano, altro oriundo, secondo alcuni uno dei migliori al mondo, ma a quanto pare i selezionatori brasiliani non la pensano così preferiscono dare fiducia a gente come Felipe Melo, ecco quindi da noi, dopo Camoranesi e Amauri un altro scarto della nazionale sudamericana, basterà? In attacco partiranno dal primo minuto Pazzini e Cassano, ricomponendo così l’ex attacco della Sampdoria. La difesa sarà invece composta da Ranocchia e Bonucci, che tornano centrali come l’anno scorso a Bari, con Chiellini e Cassani nel ruolo di terzini. A impostare sarà Montolivo, causa l’indisponibilità di Pirlo, rientrante sabato nell’anticipo contro il Parma.

LA GERMANIA – Per i tedeschi da quel 2006 c’è invece come già detto stato un ringiovanimento generale della rosa, si sono aggiunti Muller, Neuer, Khedira e Bender a fianco dei soliti big come Klose, Schweinsteiger e Podolski. Si ipotizza una formazione quindi con Neuer tra i pali, difesa a 4 con Lahm, Hummels, Mertesacker e Badstuber. Centrocampo con Schweinsteiger, Özil e Khedira mentre in attacco Podolski e Müller faranno da supporto a Gomez.

PRECEDENTI – Le due formazioni non si affrontano proprio da quella semifinale del 2006, i Tedeschi non ci battono dal 95, in un’altra amichevole, giocata a Zurigo. Le ultime due amichevoli ci hanno visto prevalere per 4-1 nel 2006 a Firenze e per 1-0 a Stoccarda sempre nel 2003, con i tedeschi siamo imbattuti in gare ufficiali. Ovviamente il precedente più illustre è un’altra semifinale, quella del 1970 dell’Atzeca con il celeberrimo 4-3. Insomma, contro i mangiatori di Wurstel e crauti, è sempre una partita vera.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI GERMANIA-ITALIA

GermaniaGERMANIA (4-2-3-1): 1 Neuer, 2 Lahm, 5 Mertesacker, 6 Badstuber, 3 Schmelzer, 4 Khedira, 8 Schweinsteiger, 10 Muller, 11 Ozil, 7 Podolski, 9 Klose. A disp.: 12 Adler, 13 Aogo, 14 Boateng, 15 Friedrich, 16 Hummels, 17 Schmelzer, 18 Westermann, 19 Bender, 20 Goetze, 21 Grozzkreutz, 22 Traesch. All.: Loew.

Calcio, Amichevole: Germania - Italia (diretta tv ore 20.50 Rai 1)ITALIA (4-3-3): 1 Buffon, 16 Cassani, 19 Bonucci, 15 Ranocchia, 3 Chiellini, 18 Montolivo, 8 Thiago Motta, 5 De Rossi, 6 Mauri, 7 Pazzini, 10 Cassano. A disp.: 12 Sirigu, 23 Viviano, 3 Criscito, 20 Maggio, 13 Astori, 17 Palombo, 14 Aquilani, 24 Nocerino, 21 Giovinco, 22 Rossi, 9 Matri, 11 Borriello. All.: Prandelli.

Il secondo posto non sarebbe uno scandalo

In un periodo dove criticare la società e la dirigenza del Milan si passa per essere comunisti e anti-milanisti, è bene chiarire una cosa: non sopporto la sinistra, né quella moderata né tantomeno quella estrema, tifo il Milan da quando sono nato e spero con tutto il cuore che riesca a portare a casa questo scudetto.

Però mi sento di dire che la vittoria di questo campionato non è affatto scontata, e anzi arrivo ad affermare che se arrivassimo secondi secondo me non ci sarebbe nessuno scandalo. Considerando l’ottima prima parte di stagione sarebbe un peccato buttare tutto al vento ora, ma ci sono alcuni elementi che non mi fanno dormire sonni tranquilli:

1) La vergognosa campagna acquisti di gennaio, in cui sono arrivati due vecchi ormai alla frutta, un’incognita e uno che non giocherà mai se non in Coppa Italia. Sono davvero arrabbiato con società e dirigenza, perchè a mio avviso hanno sprecato l’occasione di rinforzare seriamente la squadra e rinnovare in alcuni ruoli dove siamo vecchi (difesa centrale e centrocampo) o siamo scarsissimi (fasce laterali).
2) Gli infortuni sono una variabile impazzita, che ora sta colpendo noi pesantemente. E’ difficile vincere con Bonera-Oddo sulle fasce, oppure con Emanuelson e Van Bommel titolari in due partite su tre, e soprattutto senza giocatori come Nesta, Gattuso, Ambrosini, Boateng, Flamini. Per non parlare del fatto che per quanto scarso, Abate è nettamente superiore a Oddo, se non altro perchè il biondo almeno arriva sul fondo e ogni tanto il cross giusto lo mette.
3) Ho l’impressione (che spero rimanga tale) che nelle ultime settimane la classe arbitrale non abbia trattato bene noi e abbia invece trattato molto bene l’Inter. Spero di essere smentito, ma il trattamento che abbiamo avuto con Catania e Lazio è scandaloso, mentre l’Inter ha goduto di errori a loro favore clamorosi con Palermo e Bari.
4) L’incompletezza della nostra rosa è palese, e questo si ricollega al primo punto. Cassano è con noi da un mese e mezzo e non si muove dalla sua mattonella ora come prima. L’avete visto in queste partite saltare una volta l’uomo palla al piede? Fa sempre la stessa giocata, quasi mai influente. Il centrocampo è solido, ma non ha qualità. Pirlo sarebbe fondamentale anche a partita in corso, ma ormai sono due mesi che non mette piede in campo, e per questo soffriamo. La difesa regge, ma Yepes non è infallibile, i terzini non esistono e Thiago Silva non può essere ovunque, anche se ogni tanto dà questa impressione.

Insomma, ci sono gli elementi per essere pessimisti, ma ce ne sono anche alcuni per essere ottimisti:

1) In un periodo nero la squadra si è comunque dimostrata solida. Non abbiamo perso e abbiamo subito un gol in quattro partite. Capello, che come sapete io considero il miglior allenatore del mondo, ha insegnato a tutti noi che i campionati si vincono subendo pochi gol prima ancora che segnandone molti. Questo mi dà fiducia.
2) L’inter, l’unica squadra che a mio avviso ci può insidiare, è una specie di circo in cui ci si diverte tanto, ma non credo che in queste condizioni possa durare a lungo vincendo sempre. L’equilibrio nel calcio è tutto, e l’Inter a causa del diversamente allenatore equilibrio non ne ha neanche un po’.

Non ci resta che sperare…

Memoria a breve termine?

https://i0.wp.com/www.calciocheblog.it/wp-content/uploads/2010/06/moratti1.jpg?resize=293%2C220“Inseguire per noi è una sensazione nuova”

Forse però non ha tutti i torti, quando il calcio italiano era una cosa seria e arrivavano a 20/25 punti non era inseguire, era solo fare presenza.

(Ad ogni modo, grazie, per la barzelletta del lunedì)

Le sette Sparta che non ridono

Dopo il pareggio in trasferta contro la seconda migliore difesa del campionato, sul quale campo gli ultimi 2 anni abbiamo perso, si rafforza il disfattismo di una gran parte della tifoseria milanista, secondo i quali “lo scudetto è perso, rischiamo di perdere il posto in Champions, in EL e la salvezza”. Spero che abbiano comunque chiaro che, se Atene piange, le varie Sparta non ridono. Anzi.

8° posto – Juventus: Niente da dire su di loro, se non che, nonostante Matri e gli entusiasmi delle ultime due partite, restano ancora un circo senza capo nè coda con un allenatore inadatto al ruolo e frutto di una campagna acquisti fallimentare.

7° posto – Roma: Non possiamo preoccuparci di una squadra che alterna prestazioni magnificenti ad altre da zona retrocessione e gogna pubblica. E non possiamo che sperare che le prestazioni magnificenti arrivino con le altre sorelle.

6° posto – Udinese: Ha un gran momento di forma, ha due grandi stelle come Sanchez e Di Natale e un buon collettivo intorno a loro, ma sembra stare perdendo forze e il gran momento di forma potrebbe confermarsi tale. Sono comunque alla prova del nove nelle prossime partite.

Hernanes, il simbolo della Lazio meteora

5° posto – Palermo: Sono discontinui non tra una partita e l’altra, ma durante ogni singola partita: alternano momenti disastrosi, con evidenti amnesie difensive a momenti straordinari, con un favoloso potenziale offensivo. Sono inoltre troppo legati alle prestazioni di Ilicic e Pastore.

4° posto – Lazio: Stanno peggio di noi. Si confermano squadra non ai livelli delle grandi, ed Hernanes, volto dell’undici di Reja, nonostante il gol di oggi, da stella diventa meteora. Saranno terzi, ma sono quelli che mi preoccupano di meno.

3° posto – Inter: Molto probabilmente è dall’inizio del post che aspettate questo momento. Per loro, basta vedere gli ultimi risultati. Udinese 3 – Inter 1: 20 minuti decenti, poi 70 minuti da dimenticare. La partita che ha fatto vedere che non sono la perfezione fatta squadra. Inter 3 – Palermo 2: Sfruttano un evidente e citato prima calo del Palermo nel secondo tempo (e un rigore negato ai siciliani sullo 0-2), giocando da squadra di C2 nel primo. Bari 0 – Inter 3: Come Udinese-Inter, solo che i 20 minuti decenti sono arrivati alla fine, col Bari stramazzato a terra e dopo il gancio di Chivu e 70 minuti di sofferenza contro l’ultima in classifica. Prima di Inter-Roma, dove ha trovato un momento negativo dei giallorossi (e un momento MOLTO POSITIVO NEI SUOI CONFRONTI degli arbitri)

2° posto – Napoli: Al momento la più seria contendente, sono fortissimi, hanno 3 giocatori lì davanti che è un piacere per chiunque vedere in campo. Ma. C’è un ma, anzi ce ne sono due: hanno una panchina cortissima quanto a giocatori di livello, il che potrebbe essere un problema in caso di infortunio importante, e, se per noi, per la Roma e per quegli altri là ricomincia la Champions, per loro c’è la EL. E a mio parere è a quella che dovrebbero puntare, perchè la rosa è quella da “squadra da gare singole”.

Queste sono le sette Sparta. E speriamo che Atene torni a ridere.

Dov’è finito il Milan?

Genoa-Milan 1-1. Partita bruttissima a Marassi, che mi lascia in eredità brutte sensazioni. Le cose si stanno mettendo male e non parlo solo della classifica, per quanto il vantaggio che c’era adesso non c’è più, il gruppo si è bene o male compattato (questo a prescindere da quello che succederà stasera) e con tanti scontri diretti da giocare, il discorso scudetto è assolutamente in bilico.

Ma la cosa più preoccupante è senza dubbio la prestazione, quella di oggi, ma direi più in generale tutte le ultime uscite. Alzi la mano chi dice di aver visto un Milan brillante almeno una volta nel 2011. Io no, tutte le partite hanno visto un Milan mediocre sotto l’aspetto squisitamente tecnico.
C’è una ragionevole spiegazione tattica, a mio avviso, e se ne era già parlato quando le cose andavano al meglio. Giocare coi tre mediani porta un beneficio nel momento in cui gli stessi sono al massimo della condizione fisica e riescono a portare quel pressing alto che ci aveva fatto innamorare pochi mesi fa. Il Milan di oggi viaggia ad una condizione fisica molto lontana da quella ottimale e i tre mediani finiscono per appiattirsi sulla nostra trequarti (quindi senza portare pressione agli avversari) e risultano complessivamente inutili alla costruzione della manovra, affidata di conseguenza al solo Robinho o ai lanci lunghi per Ibra.
O cresce alla svelta la condizione atletica lì in mezzo o bisogna sperare nel rientro rapido di Pirlo e/o Boateng. Senza gioco puoi vincere qualche partita, non di certo il campionato.

Sulla partita tocca ripetere quanto avevo già detto con la Lazio: c’è poco da raccontare. Gioco inesistente fino all’episodio del gol di Pato propiziato da un bell’assist di Ibra, poi una decina di minuti a buon ritmo, ma manca il colpo del k.o, mentre a tempo scaduto ci esibiamo nella cosa che da anni ci riesce meglio: rendere indimenticabili le giornate di alcuni scarsoni da competizione, oggi tocca a Floro Flores.

Giudizi sui singoli complessivamente negativi. Darei la sufficienza solo a Thiago Silva e forse a Gattuso per l’impegno e Robinho per essere comunque chiamato ad un lavoro difficilissimo. Per il resto prestazione da dimenticare da parte di tutti, Pato fa il gol e poco altro, Ibra non punge, i terzini sono pressochè inutili e a metacampo Van Bommel e Flamini si fanno sentire poco, come detto poc’anzi. Male Cassano, da cui è doverso pretendere molto di più. Prendere il posto di Ronaldinho non è inteso come mettersi sulla sua mattonella, rientrare sul destro e crossare. Altrimenti tanto valeva tenerci il Gaucho.

Momentaccio. Ho visto Allegri molto preoccupato in panchina. Lo sono anch’io, spero che la squadra sappia reggere la pressione che le inseguitrici mettono. E mi auguro lo sappia fare anche l’allenatore, che per la prima volta in carriera si trova in una situazione del genere. Forza o coraggio, non c’è tempo da perdere.

Ancora a Genova per vincere

A metà, sull’orlo del baratro
di fianco il vuoto, in fondo la gloria
dietro solo uno scomodo passato,
nel giorno in cui, dopo 16 anni
nella città del porto, non camminiamo soli
DALLO STADIO LUIGI FERRARIS DI GENOVA, GENOA – MILAN
FUGA O REMUNTADA?

https://i0.wp.com/www.ultrasmilan.it/images/foto/92-93/1992_93_genoa_milan.JPG?resize=366%2C298

L'ultima dei tifosi a Marassi

Marassi, ore 15.00. A una settimana e mezzo di distanza dalla qualificazione in semifinale di Coppa Italia si torna a Marassi. Cambia l’avversario, affrontiamo infatti la prima squadra di Genova, questa volta anche con il pubblico rossonero presente dopo tanti anni. La partita con Lazio ha fatto scattare immediatamente qualche campanello d’allarme, subito rientrato dopo la sconfitta del Napoli a Verona, il distacco sulla seconda in classifica è infatti addirittura aumentato. Non cambia quindi nulla, scudetto a 80 punti a meno che qualcuno si illuda che l’Inter possa tenere questo ritmo e vincerne 12 delle prossime 14 e portarsi ad 83 punti (86 col recupero) addirittura a 4 giornate dalla fine. 80 punti per raggiungere i quali ci basta tenere una media di 2,13 a partita, che in soldoni vuol dire che, continuando con il ritmo delle ultime tre gare, ovvero di 7 punti in 3 gare, a fine anno sarà scudetto, ad 83 punti. La giornata di oggi ci dirà inoltre quale sarà l’avversaria per il titolo, se infatti il Napoli come è presumibile mollerà, lo scontro tra Inter e Roma di questa sera diventa quindi determinante, così come è determinante vincere per non dare motivazioni extra ai nerazzurri.

Ma pensiamo a noi. Rientrano oggi Gattuso, Van Bommel e Seedorf. In campo i primi due con Flamini, in panchina, se non addirittura in tribuna il terzo. Dovrebbe invece partire dal primo minuto Cassano con Ibrahimovic al suo fianco davanti a Robinho. Thiago Silva può tornare quindi in difesa di fianco a Yepes, con Bonera che giocherà quindi come terzino destro (bocciata la prova di martedì di Oddo) e Antonini che è invece confermato a sinistra. Solo panchina invece per Emanuelson e ovviamente Pato. Del ragazzo ne abbiamo già parlato in settimana forse anche troppo quindi non mi dilungherò ulteriormente, ricordo solo come il sottoscritto la cosa l’aveva fatta notare già dai tempi dello 0-2 di Cesena. Giusto puntare sullo svedese. Ibra è il presente per questo scudetto, Pato il futuro per i prossimi.

Concludiamo quindi con il riassunto della settimana, gli insulti di Ibrahimovic verso l’arbitro Damato in Milan – Lazio presi da qualcuno come malafede per la non espulsione del giocatore svedese. Ennesima prova di quanto si cerchi di destabilizzare l’ambiente da parte di chi prima dovrebbe pensare a guardare in casa propria (e ai pugni di Chivu, sono episodi non paragonabili) ma non ne è capace, ricordando che per insulti in Italia da sempre eventuali espulsioni sono eccezioni, dovute all’esagerazione di giocatori graziati che insistiono nell’insulto (esempio Snejider nel derby) e non regole, non si può paragonarlo per questi motivi a un rigore non dato o a una testata o a un pugno. Ricordiamo inoltre che proprio Ibra è stato ammonito in Milan – Roma per un eccesso di zelo del’arbitro. Chiediamo quindi a chi di dovere di guardare in casa propria e pensare a vincere con i propri uomini sul campo e non cercando di danneggiare l’avversario con questi mezzucci. Mai da parte Milanista sono state sottolineati insulti avversari nel tentativo di chiedere la squalifica di un giocatore della squadra rivale. Ma considerato con chi stiamo parlando, è forse una richiesta vana. Come recitava un commento che ho molto gradito sul milannight, siamo antropologicamente diversi.

L’emergenza è finita

La trasferta di Genova in un modo o nell’altro sarà una di quelle partite da spartiacque della stagione, nel senso che dal Milan si attendono risposte positive, risposte che solo una vittoria può dare, la quale riporterebbe il sereno a Milanello e ridarebbe all’ambiente milanista quella fiducia in parte smarrita in questi ultimi giorni, per riprendere agevolmente la corsa allo scudetto.

La principale novità è che dopo tanti anni il Milan non andrà a Marassi da solo ma con i suoi sostenitori della curva dopo aver scontato anni di esilio; finalmente non vedremo più quel brutto spettacolo della curva chiusa ai tifosi ospiti, che tanto contribuiva a rendere questa partita diversa e carica di tensione in memoria dei tristi fatti culminati con la morte del tifoso genoano Spagnolo.

Il campo di Marassi per noi recentemente è sempre stato ostico: nelle ultime due stagioni due sconfitte, ma Allegri per questa trasferta potrà contare sul rientro di Van Bommel e Gattuso ed il ritorno di Thiago Silva in difesa.

Si spera che il rientro dei due giocatori di forte personalità   centrocampo contribuisca a dare al Milan quella giusta grinta e cattiveria che in queste ultime partite in parte è mancata. Nel giro di due settimane rientreranno altri giocatori dall’infermeria quali Pirlo, Strasser, Abate e Boateng, giocatori che permetteranno al Milan di ritrovare gioco ed equilibrio, entrambe le cose nelle ultime partite  sono mancate e non è possibile affidarci sempre allo schema palla lunga ad Ibrahimovic.

L’allenatore è chiamato a scelte difficili, come  quale attaccante inserire al fianco di Ibra:  Pato,  Cassano o Robinho. In questa settimana vi sono stati allenamenti mirati per provare schemi d’attacco in cui Pato ed Ibrahimovic coesistano e qui arriviamo al punto dolente: nelle ultime esibizioni abbiamo visto un Pato snaturato nel suo ruolo, invece di puntare e saltare il suo marcatore e concludere l’azione con un tiro, si è assistito ad un Pato versione assist per Ibrahimovic. Pato è un’egoista che vive per il gol, non possiamo chiedere a lui di svolgere il lavoro da seconda punta che svolge Robinho, da lui dobbiamo ottenere invece che svolga quel lavoro di pressing sui portatori di palla avversari quando iniziano l’azione.

Non si può pretendere che Ibrahimovic da solo risolva sempre  le partite, prima o poi avrà un normale calo fisico e la squadra dovrà in quel momento sfruttare al massimo le qualità di Pato e pertanto invitiamo il nostro allenatore percorrere tutte le strade possibili per una maggiore intesa tra i nostri due fuoriclasse.

Concludendo, ritroviamo alcuni giocatori e con essi speriamo di ritrovare il gioco smarrito e l’equilibrio e soprattutto incrociamo le dita, forza ragazzi, il peggio è passato.

Storie di Calcio: Milan-Leeds 1-0, 1973

Mercoledì 16 maggio 1973, stadio Kaftadzogleio di Salonicco. Il Milan si gioca la finale di Coppe delle Coppe contro gli inglesi del Leeds United. I rossoneri allenati da Cesare Maldini (col mitico Nereo Rocco come direttore tecnico) non giocano di certo questa gara con il massimo della concentrazione, visto che in campionato sono primi in classifica e quattro giorni dopo si giocano la gara decisiva contro il Verona nell’ultima giornata di campionato. Cesarone manda in campo Rivera con Bigon e Chiarugi, Vecchi in porta e Benetti in mezzo al campo a fare legna.

Al terzo minuto del primo tempo subito la svolta della gara: Chiarugi prende una breve rincorsa e calcia di sinistro un tiro basso e teso, che si infila nell’angolino nonostante il tuffo del portiere a braccia protese. Il Leeds prova a rispondere con Lorimer, che riceve palla dentro l’area piccola ma da pochi passi, spalle alla porta, non riesce a tirare in rete e si fa respingere il pallone dal portiere. Dopo le vibranti contestazioni per un fallo di mmano in area milanista non fischiato dall’arbitro, Hunter subisce un normale fallo da Rivera e subito dopo si scaglia contro il capitano milanista, accendendo una mischia furibonda che si conclude con il meritato cartellino rosso inflitto al calciatore inglese.

La partita non ha più nulla da dire, il vittimismo della squadra inglese aumenterà sempre di più fino al 90esimo a causa di alcuni altri episodi contestati, e quando l’arbitro fischia la fine delle ostilità i rossoneri possono godersi la seconda Coppa delle Coppe della loro storia.

MILAN: Vecchi, Sabadini, Zignoli, Anquilletti, Turone, Rosato (58′ Dolci), Sogliano, Benetti, Bigon , Rivera, Chiarugi. All.: C. Maldini – DT: Rocco
LEEDS UNITED: Harvey, Reaney, Cherry, Bates, Madeley, Hunter, Lorimer, Jordan, Jones, Gray (54′ McQueen), Yorath. All.: Revie
Reti: 3′ Chiarugi
Arbitro: Michas