L’ora della vendetta?

Liverpool – Boca – Cesena: un sottile anello li congiunge
Umiliati quattro mesi fa, ora siamo di nuovo di fronte.
Non ad Atene, non a Yokohama ma casa nostra.
Oggi si riparte con quello spirito.
E’ solo il cesena, ma chissà che vincere possa farci ritornare …
… a yokohama!
DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO MILAN-CESENA
VENDETTA ATTO TERZO?

https://i0.wp.com/calcioseriea.net/wp-content/uploads/cesena-milan-2-0-video-gol-youtube-300x227.jpg?resize=240%2C182San Siro, ore 20.45. Diciamocelo, aspettiamo un po’ tutti questa gara da 4 mesi. Quei 3 punti persi a Cesena con la complicità dell’arbitro Russo ancora bruciano. Stasera per noi c’è la possibilità di vendicare quella gara persa malamente, e di dare una svolta al periodo di lieve flessione nella corsa al titolo. Nel caso giornalai vari se ne siano dimenticati infatti, davanti ci siamo ancora noi e ci rimarremo anche alle 22.45, al termine di questa giornata, comunque vadano le cose. Le nostre inseguitrici oggi giocano tutte in trasferta quindi penso che sia possibile guadagnare qualcosa, sperando sull’Inter, oggi impegnata in una a Udine in una gara difficile ma che penso gli uomini di Beppe Baresi si porteranno a casa.

FORMAZIONE – In campo quelli che hanno abbattuto il Bari in coppa Italia, ad eccezione di Abbiati, che si riprende il posto tra i pali, i due terzini e Thiago Silva che risolti i problemi intestinali torna in campo, Flamini che prende il posto di Merkel e Pato che prende quello di Cassano. Confermato Robinho trequartista. Una notizia che farà felici i milanisti sarà il non impiego di Seedorf, non convocato, si dice per un problema, nella gara di oggi. Il problema principale rimane l’impiego contemporaneo di Pato e Ibra, già da ottobre avevo annunciato la mia teoria della loro incompatibilità, teoria suffragata poi dai fatti. La colpa non può certo che essere del Papero, abituato troppo bene in un Milan di mezzi campioni. Deve mettersi al servizio della squadra, cosa che lui non fa. O forse, ma sperando che non sia così, eravamo abituati a vederlo fuoriclasse in un Milan che non ne aveva mentre in una squadra con due fuoriclasse veri appare un giocatore perfettamente normale? In ogni caso ottimo lavoro della dirigenza che potrà scegliere se tenere il proprio campione o monetizzare (tanto, almeno 40-50 milioni) senza arrecare danno alla squadra.

RISCHIO COMPENSAZIONE? – Dal lato Cesena non ci sarà Giaccherini, espulso nella gara con l’Inter, gara che ha lasciato non pochi strascichi polemici per il gol regolare annullato alla squadra bianconera e, più che altro, al rigore per fallo di mano di Chivu. La società romagnola ha provato a mettere pressioni anche mediatiche lamentandosi per il danno subito nella gara di mercoledì. Ci auguriamo che ciò non si traduca in fischi pilotati in campo, dopo il rigore negatoci su Ronaldinho nella gara con la Roma e quello sul cross di Antonini contro l’Udinese, senza dimenticare la particolare applicazione della regola del fuorigioco nella gara di andata, pensiamo di aver pagato abbastanza. In doubt, no flag.

Varie ed eventuali

1. La partita contro il Bari non va sottovalutata perchè “Coppa Italia”: i due pareggi sono arrivati contro un Udinese che ha fatto 5-6 tiri massimo in quella partita (a fronte di 4 gol) ed è riuscito a pareggiare grazie ad un difensore da serie Z, e contro un Lecce che trovo in gran forma e ben determinato alla salvezza (e se lo dico io che sono barese, un fondo di verità ci sarà): la prestazione, a mio parere migliore di come la descrivono molti milanisti, rispecchia quella che sta tornando, Roma (promuovetelo secondo di Abbiati, vi prego) e pochi altri a parte, la formazione titolare rossonera. Sono molto ottimista, la squadra ha tutte le potenzialità per andare avanti nonostante certi errori di Allegri…

2. Potenzialità che ha grazie anche al fatto che l’Inter non potrà di certo vincere per sempre. Non perchè il calcio sia lo sport ingiusto per antonomasia, e lo è, ma perchè dopo poche partite sembra già che ai cugini manchino le gambe. Milito sta tornando in forma ma non può bastare, e l’assenza di Ranocchia non può essere certo l’alibi per far passare ogni palla del Cesena e per rischiare di pareggiare in superiorità numerica. Leonardo sta facendo poco e niente, delegando molto allo staff come nel suo anno a Milano (e comunque ha capito che con l’Inter l’errore è fare qualcosa), ma sta sottovalutando il turnover. La panchina dell’Inter è molto buona [a parte in attacco] e dunque non si possono far giocare sempre i soliti. Perchè con una squadra dove, chi più chi meno, tutti escono da infortuni, ci andrei con le pinze.

3. Dopo un rigore sbagliato tutto il popolo milanista sta facendo tragedia sull’eventuale (da “probabile” a “possibile”, con una lenta discesa verso “eventuale” e mi sa tra poco “chimera”) acquisto di Ziegler! Pur essendo un ripiego per non essere riusciti ad affondare con Criscito, lo trovo un ottimo giocatore, anzi spero proprio che venga dato il vuoto in materia terzini – e viste le ultime news mi sembra difficile venga.. Ma secondo me Galliani e Braida hanno qualcos’altro in serbo. [3.1: Non è più Berlusconi a gestire il Milan, lui ci mette i (pochi) soldi, la dirigenza vede cosa fare. Non confondiamo calcio e politica, vedi sotto] Allegri sembrava certissimo quando annunciava l’arrivo di un centrocampista, solitamente si fa pretattica sul mercato. Il problema è chi: Lazzari? O qualcun altro…? Fino al fischio finale FIGC, starei con le orecchie rizzate.

4. Vi invito a leggere.

Pensare agli intrallazzi è doveroso. Il calcio non è solamente quello che si vede sul campo, anzi spesso la differenza la fanno certi personaggi dietro le quinte (non è certo il caso dell’Inter ma di molte altre squadre sì).

Detto questo che Berlusconi sia la persona più onesta del mondo e che tutti dobbiamo ringraziarlo per quello che ha fatto e sta facendo per il paese, non significa certo che il Milan sia la squadra dell’onestà, ci sono altre variabili da considerare.

Alex_junior

Solitamente riesco ad essere d’accordo con qualche minima riflessione persino dei peggio interisti. Ma questa frase mi ha fatto scombussolare gli umori corporei: non condivido nemmeno “agli” o “è” o “sul”. E’ la peggiore cosa che abbia mai letto.

Convincenti

COPPA ITALIA- Un Milan stellare spezza le reni al temibile Bari e si aggiudica l’ambito ingresso ai quarti di finale. Scherzi a parte, secco 3-0 e vittoria che fa sicuramente piacere, soprattutto a coloro che questo trofeo vorrebbero portarlo a casa. E’ stata anche una partita discreta, complice un avversario meno temibile di quelli che si affrontano nella celebre amichevole del giovedì. Noi tuttavia ci abbiamo messo un impegno sufficiente, a sprazzi anche un po’ di pressing e corsa, diciamo quel tanto che basta, ma è già un passo avanti rispetto al passato.

Note positive? Il tridente Cassano-Ibra-Binho. Cioè senza Pato. Non lo so, è molto presto e l’avversario di ieri fa poco testo, ma certo è che Zlatan basta e avanza da solo come uomo-gol e Robinho e Cassano sono due che fanno movimento e con cui lo svedese si trova quasi a occhi chiusi. Per ora avanti con Pato, ma non escluderei l’ipotesi della panchina se il rapporto con Ibra non dovesse migliorare e se il pibe di Bari dovesse continuare a crescere sul piano fisico.

Un gol e un assist per Alexander Merkel, che finisce tra i protagonisti  e (immagino) nelle pagine dei giornali senza però aver convinto appieno. Luci e ombre, come è normale che sia per un diciottenne, una buona base nel complesso, ma sulla quale c’è tanto da lavorare.

Si segnala il ritorno al calcio giocato di Flavio Roma (ultima partita ufficiale nel 2008) al quale hanno dovuto rispiegare le regole, dimenticate da anni di inattività (questa mi è stata suggerita).

Note negative? Una, Andrea Pirlo. Entra e si fa male, ancora la gamba destra, ancora un problemino muscolare a quanto pare. Un recupero quindi che salta, in un reparto dove siamo un po’ a corto di qualità, vista la sua assenza, il periodaccio di Seedorf e i problemi del Boa.

VERSO CESENA- Mercoledì sera, dopo il primo quarto d’ora dell’inter ero molto preoccupato, lo ammetto. Perchè ci saremmo ritrovati domenica a giocare contro lo stesso avversario, inevitabili i paragoni anche se ogni partita fa storia a sè. Tuttavia ci hanno pensato i cugini a restituire un po’ di serenità, giocando una partita non certo fantastica.

Al di là di queste seghe mentali sarà necessaria (manco a dirlo) la vittoria. Possibilmente ottenuta con una prestazione convincente (chessò, tornare ai tempi delle triplette con Brescia e Bologna). Sarà importante riuscire a sbloccarla nel primo tempo, questa squadra è già abbastanza nervosa di suo in questo periodo, meglio non aggiungere pressioni. Scenderemo in campo ancora per ultimi, sperando che non vincano tutte le inseguitrici anche a questo giro.

Come giocherei? Con i tre mediani, Robinho trequartista e Ibra con Pato davanti. Vediamo che ne pensa Allegri…

Quest’anno sì?

150 anni fa…
… non c’era il Milan, non c’era “Milano” solo Mediolanum…
… non c’era San Siro.
150 anni fa nasceva il nostro Paese.
Oggi, si celebra con questa Coppa.
DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO MILAN – BARI
LA PRIMA DELLA COPPA ITALIA

https://i0.wp.com/sport.sky.it/static/images/sezioni/2009/sport/Settembre_09/ignazio_abate_milan_bari.jpg?resize=311%2C224San Siro, ore 21. Esordio in coppa Italia per il Milan di Allegri. L’avversario, il Bari, già demolito a domicilio in Puglia in campionato, non è per niente proibitivo. Ma già sappiamo che il rapporto tra il Milan e la seconda competizione nazionale non è mai stato idilliaco. Premettendo che comunque la vittoria di una coppa del genere, composta di sole 5 partite, non cambia di una virgola l’esito della stagione, positiva se arriveranno Scudetto o Champions League, fallimentare negli altri casi pare che la società, abbia deciso di fare un tentativo. Tentativo testimoniato anche dall’accesso gratuito per gli abbonati, tentativo forse provato anche dalla facilità del tabellone: Roma, Lazio, Juventus, Inter, Napoli si trovano infatti tutte dall’altra parte lasciando a noi Palermo, Parma e Sampdoria. Giocando da Milan quindi le possibilità di essere a Roma il 29 Maggio (anche se preferiremmo l’11 di Giugno, in quanto vuol dire che il giorno prima saremmo a Wembley) sono alte. Di certo, comunque, se si esce stasera non mi dispererò (ma state tranquilli che altri lo faranno per noi).

ALLEGRI – “La coppa Italia è un obiettivo” e “schiererò la migliore formazione” sembrano parole evidenti di un andare in questo senso. Sicuro l’impiego di Cassano e Pato dal 1′, così come è sicuro che Ibrahimovic dovrebbe partire dalla panchina per subentrare al Barese (che non ha i 90′ nelle gambe) nel finale. Per il resto di migliore c’è comunque poco dato che di fianco a Thiago Silva dovrebbe giocare Yepes e sulla fascia destra invece di Abate agirà Oddo. A centrocampo Ambrosini e Gattuso saranno supportati da Strasser che dopo Udine torna titolare dal 1′, e come a Cagliari Robinho verrà provato di nuovo trequartista dietro a Pato e Cassano, anche se penso (spero) che si scambierà il ruolo col barese a gara in corso. Si parla anche di uno spazio per Pirlo ma la vedo poco probabile.

INZAGHI – Ma la notizia del giorno arriva da Pippo Inzaghi, che sorprendentemente si dice pronto a tornare già per Marzo, magari per segnare quei gol pesanti, nelle sue notti di Champions. Anche se più realisticamente non penso possa dare altri apporti. Per me la sua stagione è finita nella notte di San Siro con il Real Madrid e quello in fuorigioco a Casillas rimarrà l’ultimo gol della sua carriera.

Chi vince affronterà la Sampdoria a Marassi settimana prossima, che vogliamo fare?

Ci vogliono acquisti di qualità

Le ultime partite di campionato hanno lanciato segnali inequivocabili sulle necessità per l’attuale rosa rossonera di rinforzi di qualità. Qualità che in difesa manca: a parte Thiago Silva, ci si è resi conto della pochezza dei nostri quattro terzini di ruolo: Antonini, Abate, Zambrotta e Oddo e di un campione come Sandro Nesta che non riesce, causa decadimento fisico, a garantire almeno 40 partite all’anno di buon livello.

Davanti ad un reparto che va completamente rifondato a fine stagione, emerge in modo luminoso la lacuna del terzino sinistro: domenica vi ha giocato Bonera che di certo non è un terzino sinistro ma un ripiego visto la scarsa condizione fisica di Antonini e l’infortunio di Zambrotta.

Alla proprietà, che in più di un’occasione ha manifestato la volontà di voler ritornare a vincere qualcosa, chiediamo l’acquisto di giocatori di qualità che non possono essere i vari Criscito e Ziegler onesti giocatori  ma nulla di più. Chi arriva in questo mercato invernale deve necessariamente portare in difesa quella qualità che fino ad ora è mancata. Sinceramente non mi ricordo di aver visto recentemente un cross decente per gli attaccanti, lacuna che limita anche il nostro gioco offensivo.

Come tifoso auspico un solo acquisto ma di assoluto valore, decidete voi se comperare Luiz o Bale (si fa per dire), ma qualunque giocatore e ruolo della difesa scegliate, cari dirigenti, deve essere uno di quella grandezza, in parole povere uno da Milan, perché il duello per lo scudetto con i cugini interisti è appena iniziato.

Non copiamo per favore le campagne acquisti della Juventus, dove si comperano quantità industriali di giocatori assolutamente normali e che comunque determinano ingenti spese per la società: negli ultimi 4 anni la Juventus ha speso oltre 300 milioni di euro, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti .

Sono sicuro che dopo il 25 arriverà sicuramente un campione come ad esempio Vargas, l’unico timore è se sarà in un ruolo in cui abbiamo assolutamente bisogno.

Ma io sto dalla parte di Max

Lo so, sono confronti che non si dovrebbero fare, ma è più forte di me:

TITOLARI

Abbiati-Julio Cesar: meglio loro
Abate-Maicon: molto meglio loro
Nesta-Lucio:meglio noi (ma quest’anno siamo sicuri?)
T.SilvaCordoba-: meglio noi
Antonini-Chivu: molto meglio loro
Ambrosini-Cambiasso: meglio loro
Flamini-T.motta: meglio loro
Gattuso-Zanetti: pari
Boateng-Sneijder: meglio loro (diciamo pari?)
Ibrahimovic-Eto’o meglio noi (di poco, son due fuoriclasse)
Pato-Milito: pari

PANCHINA

Castellazzi-Amelia: molto meglio loro
Ranocchia-Bonera: molto meglio loro
Santon-Zambrotta: pari
Stankovic-Pirlo: molto meglio loro
Mariga-Strasser: meglio loro
Pandev-Robinho: meglio noi
Biabiany-Cassano: molto meglio noi

Sulla carta sono superiori sia nei titolari che in panchina, c’è poco da fare. Ora qualcuno mi spieghi perchè molti milanisti si sentivano lo scudetto già in tasca a dicembre? Non è che molto più semplicemente grazie a Ibrahimovic, alcune scelte azzeccate di Allegri e il suicidio dell’Inter siamo in una posizione in cui non dovremmo essere?

Infine due paroline su Pato: scontato dire che domenica ha giocato molto male, capita. Ma non sono affatto d’accordo con i continui rimproveri di alcuni senatori nei suoi confronti. Contro il Lecce il ragazzo non ha quasi mai tirato in porta, spesso ha cercato eccessivamente il dialogo con Ibrahimovic anche quando non doveva, non è quasi mai partito palla al piede come sa fare lui.
Stiamo attenti a gettare a mare Pato, in squadra abbiamo 4 fuoriclasse (uno dei quali è lui), pochissimi per una squadra che vuole mirare in alto, se ci lasciamo scappare anche lui sarà dura trovarne un altro del suo livello.

Così non si va avanti

Quella che si è vista stasera a Lecce è tutto tranne che una squadra da titolo. L’inter torna padrona del proprio destino, vincendo i due recuperi, il derby per due gol di scarto e facendo i nostri risultati nelle restanti gare è campione d’Italia. Se la squadra continua così è meglio tornare all’anno scorso e cominciare a guardare la distanza dal terzo posto.

Mai in campo a Lecce, Allegri regala come già avvenuto con Roma, Udinese e Cagliari il primo tempo alla squadra avversaria. Poi ci pensa Ibra con una prodezza nel secondo tempo a sbloccare il risultato. Sembra finita se non fosse che concediamo inspiegabilmente campo ai pugliesi che prima ci dominano poi pareggiano. Da vedere se questo calo è previsto dalla preparazione o meno. Fatto sta che l’1-1 con cui usciamo dal Via del Mare è uno scandalo tattico. E ci è anche andata bene.

Principale imputato ancora oggi Clarence Seedorf, più di lui chi lo mette in campo. Speravamo di non vedere più Bonera e invece ce lo ripropone nel ruolo di terzino sinistro dove già male aveva fatto in passato. Ma gli errori di Allegri continuano ancora, al momento dell’unico cambio della gara. Dentro Cassano fuori Pato e non Seedorf. L’Olandese perderà palla e darà vita al calcio d’angolo del pareggio. Ma il gol del Lecce era nell’aria.

Ora resta alla società fare qualcosa, possibilmente acquisti per non fornire alibi ad un allenatore che finora si è rivelato deludente, e per non buttare al vento un campionato già finto solo 4 giornate fa. E regalarlo a chi proprio non se lo merita. Ai tifosi Milanisti rimane un solo, assurdo, giramento di palle per non vedere giocare la più forte squadra del campionato come solo un mese fa.

Ghostbusters a Lecce

Il timone vira,
la poppa si sposta sopravvento
fuori la Randa, dentro lo spinnaker
Ora si va di bolina, ora siamo sottovento
Si torna indietro, con la linea d’arrivo all’orizzonte…
per la volata finale!
DALLO STADIO VIA DEL MARE DI LECCE LECCE-MILAN:
IL GIRO DI BOA!

https://i0.wp.com/static.sky.it/static/images/sezioni/sport/calcio_italiano/serie_a_11_a_giornata/tiribocchi_marek_jankulovski_lecce_milan_298x345.jpg?resize=298%2C345Via del Mare, ore 20.45. Il Milan capolista apre il girone di ritorno, dopo un girone d’andata concluso al primo posto, con 40 punti, ma comunque scarsamente soddisfacente. Lo fa andando nel campo di Lecce, uno dei più difficili storicamente per noi. Qui non vinciamo dal 2002, 1-0 striminzito, con gol di Josè Mari. Lo fa in una giornata favorevole alle inseguitrici, in particolare Juventus e Roma che hanno tuttipiù abbordabili del nostro, tenere a distanza l’Inter vittoriosa ieri, seppure in una partita facile, ma anche eliminare il Napoli dalla corsa scudetto, se mai vi è stato dentro.

40 punti che in proiezione danno 80 come quota scudetto, anzi 73, uno in più della quota raddoppiata del secondo in classifica. Ci crediamo a una proiezione così bassa? Difficile ma forse sì. Considerando che nel girone di ritorno le squadre tendono a fare meno punti di quello d’andata. Io sarei per un salomonico 76, che implica che per portare per primi a Milano il 18° tricolore sul campo ci mancano altri 36 punti, corrispondenti a 12 vittorie nelle 19 gare rimanenti, le stesse 12 già ottenute nel girone d’andata?

La prima di queste non può e non deve scappare oggi, vincere in un campo per noi ostico, vincere nel campo dove avevamo lasciato la vetta nel 2008 sarebbe un bel segnale da dare al campionato. “Quest anno vinciamo tutto“, aveva detto Ibra. Non accadrà ovviamente così, ma questa frase simboleggia il cambiamento principale. Il Milan quest’anno nonostante l’influenza mediatica che continua ad augurarsi rimonte altrui va in campo convinta di essere la più forte e di essere lì perché se lo merita. Già, a proposito di potere mediatico, ci avevano fatto bere per 4 anni i titoloni “Magica Inter, battuta 1-0 la reggina” (su rigore) come scusa che la Gazzetta veleggiasse per la prima in classifica. Oggi possiamo dire che non è così. A quando un organo cartaceo di stampa per i milanisti o, perlomeno imparziale?

Capitolo formazione: Allegri ha votato per la numero uno. Partirà ancora Seedorf titolare dietro a Ibra e Pato, a centrocampo non recupera Boateng, recuperano invece Flamini (dall’infortunio) e Ambrosini (dalla squalifica). Il recupero più importante è quello del miglior difensore italiano di tutti i tempi, come lo ha definito Allegri ieri in conferenza stampa: Alessandro Nesta che partirà titolare di fianco a Thiago Silva. In porta ancora Amelia. Nulla contro di lui. Ma dopo 8 gol in tre partite temo cominci a portare sfiga.

Il punto sul Mercato: 10° puntata – Il Mercato entra nel vivo

Siamo a metà mese ed il calcio mercato entra nel vivo, dopo gli antipasti offerti dalle milanesi soprattutto con Ranocchia all’Inter e Cassano al Milan. Già questi due movimenti basterebbero per far dichiarare positivo il mercato delle rispettive squadre. Ma ecco che arriviamo agli ultimi giorni di mercato, dove i più abili dirigenti sportivi, piazzano i cosiddetti ‘colpi’. In questi giorni la sede di via Turati ha visto la visita del noto procuratore sportivo Mino RAIOLA, il quale oltre a proporre al Milan l’acquisto di Van Bommel, ha discusso con Galliani e Braida anche del giocatore brasiliano Maxwell, terzino sinistro del Barcellona, giocatore in procinto di cambiare casacca causa scarso impiego.

La scadente prestazione della difesa milanista nell’ultima partita di campionato con l’udinese ha definitivamente convinto la proprietà e la dirigenza ad intervenire immediatamente in questo mercato per reperire almeno un terzino sinistro visto le scarse prestazioni  sportive offerte ultimamente da Antonini e gli acciacchi di Zambrotta, attualmente fermo per infortunio.

Bisogna doverosamente sottolineare come la società Milan si ritrova finalmente al centro del mercato con un ruolo da protagonista, come non si vedeva da almeno tre anni.

Da quel poco che filtra da Milanello sembra che oltre al terzino sinistro si stia cercando di reperire anche un centrale difensivo visto i frequenti infortuni di Nesta ed il candidato numero uno sembra ormai essere il giocatore della nazionale francese, Philippe Mexes

Nella conferenza stampa di presentazione di Cassano Adriano Galliani ha fatto ulteriormente capire che salvo sorprese, il mercato di gennaio si chiuderà con uno o due colpi di mercato, naturalmente negli ultimi giorni di mercato (il 30 o il 31 ?) per non dare alla concorrenza la possibilità di replicare.

Per il mercato di giugno restano sempre in prima fila i nomi di Balotelli e Luiz oltre a Lamela e Ganso anche se su quest’ultimo i recenti infortuni e lo status di extracomunitario, hanno raffreddato gli entusiasmi della dirigenza rossonera a favore del giocatore titolare del passaporto comunitario: Lamela.

Concludendo domenica sera, nel posticipo, il Milan si reca in trasferta allo stadio di via del Mare a Lecce , campo in cui recentemente non ha mai vinto. L’allenatore Allegri recupera dagli infortuni due titolari del calibro di Nesta e Flamini  e dalla squalifica il capitano Ambrosini. Unici dubbi di formazione riguarda la composizione del tridente d’attacco: meglio Seedorf  Ibrahimovic e Pato o Robinho Ibrahimovic Pato? A voi la risposta.

Appare evidente che in questa fase del campionato è necessaria subito una vittoria convincente, anche per spegnere sul nascere le velleità di rimonta dei cugini nerazzurri, unici seri antagonisti per lo scudetto.

Più che guardare i risultati delle altre squadre, il Milan deve guardarsi allo specchio, ritornando a viaggiare speditamente con una media di punti di 2,2 – 2,4  a partita  e sarà automaticamente scudetto.

Storie di Calcio: Lo scudetto dei miracoli

8 aprile 1979 Pian di Massiano-Curi, Perugia. Il Milan del più grande rossonero di tutti i tempi, Gianni Rivera, si gioca lo scudetto della stella nella terribile trasferta di Perugia, splendida sorpresa del torneo e fino ad allora ancora imbattuta. Partita difficile per gli uomini di Ilario Castagner, che per l’occasione schiera Novellino e il grande Chiodi, con Rivera fuori. E’ una gara tesissima, le due squadre sanno che ci si gioca tutto in una gara e preferiscono non scoprirsi. I rossoneri passano in vantaggio al quarto d’ora grazie a un rigore trasformato dallo specialista Chiodi, e la strada sembra in discesa. Eppure ci pensa due minuti Casarsa, ancora su rigore, a rimettere tutto in discussione. La partita scivola via come l’olio fino al novantesimo, e Gianni Rivera, che ormai non era più titolare ma che comunque  contribuì non poco alla grande stagione della squadra, finalmente può dare l’addio al calcio con una gioia immensa: lo scudetto della stella.

Grandissimi i protagonisti di quell’anno. Una squadra che all’inizio del campionato nessuno dava favorita, anzi qualcuno diceva che sarebbe già stata fortunata se si fosse posizionata a metà classifica. E invece ci fu una cavalcata trionfale che stupì tutti. Incredibile stagione del portiere Albertosi, che a 39 anni sfoderò forse le migliori prestazioni della carriera. Futuro promettente evidente per Franco Baresi, che nonostante la giovane età dimostrò grande carattere, capace di comandare i più vecchi in campo. Anno pazzesco per il mitico Maldera, che con i suoi 9 gol contribuì in modo decisivo alla conquista del titolo. Decisivo fu pure Buriani, un ottimo esterno di grande quantità, così come importante si dimostrò Bigon, numero uno per realizzazioni subito davanti a Chiodi, che in quell’anno arrivò al picco di una carriera non eccezionale, ma che fu importantissimo grazie ai suoi rigori realizzati. Genio e sregolatezza fu, non ci crederete, il grande Walter Novellino, un trequartista che dribblava come un matto, spesso anche troppo, ma che fu molto importante per la conquista della scudetto. Citazioni doverose anche per Bet, De Vecchi e Antonelli, giocatori troppo spesso sottovalutati ma senza i quali quel Milan non sarebbe andato da nessuna parte.

Un capitolo a parte, ovviamente, lo merita Gianni Rivera. Stagione travagliata la sua, piena di infortuni che lo costrinsero spesso a vedere la squadra dalla panchina o addirittura dalla tribuna. Ma le attenzioni, il giorno dello scudetto (conquistato in casa col Bologna), furono tutte per lui. Un vero e proprio mito, uno dei pochissimi giocatori al mondo ad aver giocato esclusivamente per la maglia e per nient’altro. Emozione ai massimi livelli quando Rivera, microfono in mano, inviterà i tifosi ad abbandonare le gradinate inagibili. E’ la sua ultima immagine con la maglia del Milan. Perchè un campione vero, quando sa che è il momento di smettere, lascia con dignità. In tanti dovrebbero imparare da lui, oggi.

Quanto ti vorrei anche adesso al Milan, grande Golden Boy. Manchi a tutti i veri rossoneri.

PERUGIA: Malizia, Nappi, Ceccarini, Zecchini, Della Martira, Dal Fiume, Bagni, Butti, Casarsa, Redighieri (70′ Goretti), Speggiorin.All.: Castagner
MILAN: Albertosi, Collovati, Maldera, W. De Vecchi, Morini, Baresi, Antonelli, Bigon , Novellino , Buriani, Chiodi. All.: Liedholm
Arbitro: Agnolin
Reti: 15′ rig. Chiodi, 17′ rig. Casarsa

Chi fa il trequartista?

4-3-1-2. Ronaldinho ha voluto sempre fare uno dei due e mai quell’1. Ecco il principale motivo della sua partenza. Il rebus del trequartista rimane però insoluto, ecco la situazione attuale a Milanello:

Lo vogliamo così! (In tribuna)

1) Clarence Seedorf. Ha già ricoperto questo ruolo nel derby con successo, e dovrebbe essere questa la scelta di Allegri a Lecce. Questa soluzione dà la possibilità di giocare con i tre mediani dietro, ma imporrebbe però fuori uno tra Pato e Robinho. Oltre alla poca affidabilità del giocatore olandese, di cui ormai abbiamo parlato a lungo nei giorni scorsi. Dobbiamo proprio?

2) Kevin Prince Boateng. E’ stata la scelta preferita di Allegri nei match con Brescia e Bologna, premiato con un goal. Dovrebbe essere quella definitiva, il vantaggio è l’avere proprio un trequartista-mediano che possa contenere l’azione avversaria. Questo permetterebbe l’impiego di Pirlo davanti alla difesa nel ruolo di regista. Anche in questo caso deve rimanere fuori uno tra Pato e Robinho, scelta che è stata possibile proprio per l’infortunio del numero 7. Va bene, ma non contro le big.

3) Alexander Merkel. Giovane, buona partita a Cagliari, poi solo panchina contro l’Udinese. Non ha né esperienza né fisico per giocare in serie A anche se rispetto ad altri giovani visti non tracolla sotto i colpi avversari. Non ci sono particolari vantaggi tattici se non che anche lui come Boateng può giocare mediano. Ma questo comporta il solito avvicendamento, e la possibilità di schierare uno solo tra Pato e Robinho. Decisamente no.

4) Andrea Pirlo. Per lui sarebbe un ritorno alle origini. Ha giocato da trequartista contro la Sampdoria nella miglior prestazione stagionale della squadra anche se non coronata dal risultato. Ci aveva provato anche il nostro ex-allenatore (che non voglio nemmeno nominare) l’anno scorso, nel deludente inizio di stagione. In quel ruolo è riuscito a farlo rendere solo Prandelli in nazionale, ma penso che sia più per la pochezza dei compagni. Al mondiale contro la Slovacchia fu il migliore della spedizione al 20% della condizione. Detto tutto. Inoltre il ruolo davanti alla difesa, ma con Ambrosini dietro a proteggere le ripartenze lo sta esaltando al meglio. Perchè rischiare?

5) Robinho. Trequartista lui non lo è mai stato. Nonostante ciò Allegri lo ha schierato domenica scorsa contro l’Udinese. Il risultato è che il brasiliano decisivo nelle ultime gare di campionato è scomparso dal campo. Le azioni pericolose arrivavano dalle fasce e comunque mai dai suoi piedi. Lui può e deve giocare largo e non sacrificato per i compagni. Insomma quanto avvenuto domenica è un deleterio tattico da non ripetere, anche se permette di mettere i tre in campo. Se aggiungiamo che prima di Udine fu provato sempre lì con la Juve la risposta è una sola: Mai più.

6) Pato. Sulla carta potrebbe anche farlo. Esalterebbe Ibra e Robinho, ognuno nelle proprie posizioni con il centrocampo fisico dietro, e risolverebbe il problema dei tre in campo Ma non sa passare la palla, si incaponirebbe nei dribbling. Può diventarlo?

7) Cassano. Avevamo già affrontato la questione dicendo che non è trequartista. Ma può diventarlo. Le ultime due partite in cui il Barese ha giocato in questa posizione danno questa idea, ma c’è da dire che la squadra era sbilanciata in un 4-2-1-3 che permetteva sia a Pato che a Binho di giocare larghi. Ma è una soluzione che difficilmente si può fare dal primo minuto. Solo panchina.

8) Nessuno. Cambio di modulo e 4-3-3, Ibra al centro dell’attacco con i due brasiliani larghi, con Boateng, Ambrosini e Flamini in mezzo e il Ghanese che imposta. A mio parere è la soluzione migliore.

Il caso Seedorf

Milan-Udinese, minuto 69. Allegri fa entrare in campo Antonio Cassano e a lasciargli il posto è Clarence Seedorf. Bordata di fischi da parte di San Siro, fischi che hanno accompagnato ogni pallone giocato dell’olandese, dal momento dell’errore che ha spalancato all’Udinese le porte del 3-1 e che ha probabilmente messo fine alle nostre speranze di vittoria.
Non è certo la prima volta che Seedorf viene fischiato, forse è stata la volta in cui i tifosi ci hanno messo più rabbia. Insomma, il rapporto tra Clarence e il tifo è sempre stato piuttosto controverso negli ultimi anni. Alcuni hanno sempre cercato di sostenerlo e difenderlo, in nome della sua enorme classe e di un comportamento sempre corretto sul campo di gioco, altri ne invocano da anni la panchina e l’allontanamento dal Milan, molti lo additano addirittura come astuto manovratore dall’interno dello spogliatoio, capace di un potere di convincimento enorme, che porta i (fessi) allenatori del Milan a piegarsi alle sue strategie.

Io ho sempre stimato Clarence Seedorf, pur riconoscendone la sua discontinuità, che era una “dote” che aveva già da giovane, figuriamoci ora che è a un paio di mesi dai 35…tuttavia l’ho sempre reputato un grandissimo giocatore, uno che nelle giornate di grazia era capace di incantarmi e che (un po’ me ne dispiace) è sempre stato la spalla e mai il protagonista delle nostre vittorie nell’immaginario comune (prima di lui generalmente si pensa a Rui Costa, Pippo, Sheva, Kakà…)

Poi però succede che gli anni passano e le prestazioni calano. Le pause durano durano di più, le partite da professore si riducono e il tifoso Milanista s’incazza. Quello che non cambia, è l‘ego smisurato del nostro numero 10, un ego paragonabile a quello, chessò, di Ibrahimovic, Berlusconi, Cristiano Ronaldo, Josè Mourinho, che lo porta ad affermare frasi del tipo “io sono nato pronto” (dopo un gol da subentrante al Chievo), oppure “ho sbagliato, non mi capita spesso ma anch’io sono umano” dopo la frittata di domenica.

E’ evidente che oggi l’olandese rappresenti un problema di natura tattica: il suo calcio si è sempere basato su un ritmo blando (per usare un eufenismo), che oggi non è più compatibile con il gioco che Allegri richiede. Le ultime partite sono state clamorosamente insufficienti e la scusa che giocasse in un ruolo non suo non regge perchè, ad esempio, quello di domenica è un errore che un giocatore esperto come lui non dovrebbe fare mai. Davanti alla difesa non dà protezione (motivo dello spostamento di Pirlo), come mezzala non corre abbastanza e come trequartista non ha quelle doti di inserimento continuo che tanto vengono apprezzate in Boateng.

Insomma, mi auguro che i prossimi siano gli ultimi mesi di Seedorf in Rossonero, il contratto scadrà a giugno e rinnovare ad un trentacinquenne sarebbe una scelta deleteria. Nel frattempo può essere un rincalzo, ma nulla più. Sono passati i tempi in cui poteva e doveva fare 3 partite a settimana. Le alternative non mancano, dal centrocampo a 3 con Gattuso-Ambrosini-Flamini, all’inserimento di Pirlo, all’arretramento di Boateng con Cassano o Binho sulla trequarti (ovviamente parlo in condizioni di normalità e non quando una falcidia te ne mette 4 su 5 fuori causa).
Insomma, Seedorf part-time da qui a giugno, poi spetterà alla società prendere una posizione forte, che fosse per Clarence avrebbe già un contratto in tasca fino ai 40 anni.

Un pallone che torna d’oro

https://i0.wp.com/www.fifa.com/mm/photo/classic/awards/01/36/23/34/1362334_full-lnd.jpg?resize=368%2C203Tre parole: è giusto così. Promossa la FIFA che dopo anni di credibilità giornalistica persa da France Football riesce in un capolavoro. Il pallone d’oro al calciatore più forte in circolazione indipendentemente da quello che ha vinto, e la suspence dell’assegnazione fino all’ultimo secondo.

Troppo spesso sapevamo già di palloni d’oro già assegnati mesi prima, in attesa solamente di passare in sede a Parigi a ritirare il premio di France Football. La decisione della giuria FIFA segna la fine di un epoca. Quella dove per essere il migliore dovevi aver per forza vinto qualcosa. Il migliore è ancora Messi, anche se si è limitato al solo titolo spagnolo.

Decisione avvalorata dal fatto che dei tre è l’unico che non ha vinto il mondiale. Ma quasi 60 gol nell’anno solare nella liga non possono non essere premiati. L’argentino è una spanna sopra tutti, è il miglior talento in giro, per distacco. Solo Cristiano Ronaldo gli si avvicina.

Molti erano scettici sull’assegnazione del premio da parte della giuria FIFA. Ma se questi sono i risultati la domanda è una sola: perché non l’hanno fatto prima? Avremmo avuto magari Maldini pallone d’oro nel 2003 (anche se magari, non avremmo avuto Kakà….)

httpvh://www.youtube.com/watch?v=-5FGjNAG86k

Facciamo anche i complimenti anche ad un altro grande giocatore che è stato premiato col giusto riconoscimento nella giornata di ieri.

https://i0.wp.com/img145.imageshack.us/img145/145/maicon3.png?resize=360%2C217https://i0.wp.com/mondocalcio.noiblogger.com/files/2010/01/maicon-tocco-mano-derby.jpg?resize=317%2C218https://i0.wp.com/static.blogo.it/calcioblog/le-foto-del-fallo-di-mano-da-rigore-di-maicon-contro-il-bayern-monaco/001.jpg?resize=341%2C260

COMPLIMENTI A MAICON PALLONE D’ORO FIVB 2010

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Non perdiamo la calma

Nulla è compromesso. E dico di più: 4 punti in due partite giocate con una squadra indecente è un buon bottino. Certo che la partita ieri con l’Udinese ha dato conferme che ormai mi sono stancato di scrivere. Abbaimo due terzini non scarsi, ridicoli. Antonini pessimo in fase difensiva (ieri colpevole in 2 gol su 4, ma Carletto non era un incompetente a non metterlo?), e  maluccio anche in fase offensiva visto che non azzecca un cross. Abate è migliorato in fase difensiva, sarebbe una riserva perfetta, peccato sia il terzino che ha giocato di più…
E poi, incredibile il numero di cross che sbaglia, non ne azzecca davvero uno. E non è una questione di sfortuna, è semplicemente scarso. Siamo l’unica squadra a rendere decisivo il ruolo del terzino. Tanto per farla semplice e senza andare a ricercare campionissimi, ieri con Riise al posto di uno delle due pippe nostre avremmo vinto.

Di positivo c’è l’apporto di Cassano nelle due ultime gare, ma credo che per ora sia più fumo che arrosto. Il ragazzo è in forma scadente, fa benissimo Allegri a concedergli massimo 20 minuti, perchè se giocasse di più rimarremmo in dieci. FantAntonio rimane una risorsa in più che in campionato dovremo utilizzare, ma con il rientro di Boateng sulla trequarti rimangono due posti per gli attaccanti: Ibra è insostituibile, Pato fa due gol ogni partita che gioca, voi li togliereste questi due? Io no. Robinho, che ho elogiato per la sua generosità, incomincia a esagerare nei gol sbagliati. Non è possibile che non riesca a fare un tiro decente verso la porta, ne sbaglia davvero troppi.

Di tutte le nostre inseguitrici io guardo solo l’Inter, che alla fine è l’unica che davvero ci può insidiare. L’arrivo in panchina di Beppe Baresi sta dando i suoi frutti, anche se credo che noi riprenderemo a marciare appena rientreranno Nesta, Flamini e Ambrosini. Anche Boateng, comunque, è importante, e Robinho penso che da trequartista tutto sommato può essere una buona alternativa. Tutto questo l’ho scritto per dire che Seedorf, secondo me, dovrebbe smetterla di giocare titolare, al massimo in Coppa Italia. E dopo i fischi di ieri non escluderei uno scatto d’orgoglio dell’olandese, che potrebbe salutarci. A me, invece, piacerebbe che lui rimanesse fino alla fine della stagione, può essere utile a partita in corso.

Un applauso a ThiagoSilva e Gattuso, due che davvero hanno capito cosa vuol dire giocare nel Milan. Grande cuore, soprattutto del calabrese, che sta dimostrando a tutti che prima di dire a qualcuno che è finito bisogna aspettare un po’ di tempo. O per lo meno bisogna aspettare che arrivi un allenatore vero…

Infine, il premio “Non capisci un ca…..lcio” va a dna, che il 12 settembre scorso scrisse questo commento, e noi tutti lo ringraziamo per regalarci perle del genere: Preferire Borriello è da intenditori che considerano una serie di fattori che molti neanche considerano e poi si domandano come mai col Cesena in attacco siamo stati cosi disorganizzati e confusi. La tragedia si chiama Ibrahimovic. E’ lui il principale problema.

Portiamo a casa

Oddio…da dove iniziare? 4-4 al cardiopalma, saliscendi di emozioni a San Siro. Punto guadagnato o punto perso? E’ questa la domanda. Per le assenzee per come si era messa è decisamente un punto guadagnato. Ma nessuno mi toglie dalla testa che questa è una partita che con un pelo in più di pazienza ci saremmo portati a casa.
Apprezzo la voglia di giocarsela per vincere e solo per quello, ma bastava dare un occhio al cronometro per rendersi conto che il tempo era dalla nostra parte, abbiamo iniziato a giocare con solo due difensori (di cui uno e mezzo è Thiago Silva, mezzo Bonera) decisamente troppo presto, aprendoci a delle voragini in contropiede che hanno portato a gol che hanno reso sempre più dura la nostra risalita.
Tutto sommato rimane un punto guadagnato su Roma e Lazio, in attesa di vedere cosa farà il Napoli stasera. 4 punti tra oggi e Cagliari sono un bottino più che buono per quello che abbiamo seminato.

Primo tempo in cui soffriamo il pressing degli avversari e la velocità dei giocatori di Guidolin, in particolare di Alexis Sanchez, ottimo giocatore, le cui scorribande vengono però facilitate da un disastroso Antonini sulla fascia sinistra. Antonini che, tra le altre cose, tiene in gioco Di Natale in occasione del vantaggio udinese. Milan che non c’è a centrocampo (anche comprensibile dato che i ¾ della mediana titolare erano fuori) e che arriva pochissime volte davanti. Pareggia l’evanescente Pato sul finale di tempo.

Secondo tempo da pazzi: nel nostro miglior momento arriva la frittata firmata Antonini-Bonera e il nuovo vantaggio dell’Udinese. La squadra si sbilancia e su una palla persa da Seedorf, Di Natale si invola, salta Bonera con facilità irrisoria e sigla la terza rete. Sembra persa, la riapre Thiago con un cross deviato nella sua porta da Benatia, giochiamo completamente sbilanciati e troviamo il pareggio ancora con Pato. Non ci accontentiamo (a torto o a ragione) e la nostra bestia nera Denis sembra condannarci alla sconfitta. Nel finale segna Ibra (secondo assist di Cassano), ma non c’è più il tempo per sperare.

Tanto cuore e poco cervello. Peccato perchè era una partita da tre punti, ma come i cugini insegnano quando hai così tante assenze, diventa difficile vincere. Certo è che i bonus, soprattutto quelli casalinghi sono esauriti dopo oggi. San Siro da qui a maggio deve diventare un fortino, di punti ne abbiamo già persi troppi tra le mura amiche.

PAGELLE.
Amelia 5: Imprecisioni qua e là un po’ su tutti i gol. Acconentato chi lo voleva titolare.
Abate 6: non è sulla sua fascia che nascono i pericoli.
Bonera 4.5: una partita buona, poi quella successiva è il disastro. Incredibile ‘sto ragazzo. Mediocrità imbarazzante.
Thiago Silva 7.5: regge per quanto può la difesa e organizza gli attacchi. Peraltro è il difensore che crossa e lancia meglio.
Antonini 4: stagione bruttissima. Sulla sua fascia ormai si passa di continuo.
Seedorf 4.5: che lentezza…San Siro esasperato lo fischia giustamente. Urge che torni panchinaro.
Strasser 6: niente di speciale, buona prova nel complesso.
Gattuso 8.5: un cuore grande grande grande. Giù il cappello e applausi per ore.
Robinho 5.5: si fa vedere, ma ha pochissima lucidità, anche per meriti avversari.
Pato 6: mi fa incazzare. Perchè ci sono momenti in cui deve giocare a nascondino? Implacabile sottoporta.
Ibrahimovic 6: quasi sempre spalle alla porta, lotta duro, ma non trova spazi. Gran gol per il 4-4.
Cassano: 7.5: due assist, trova sempre il corridoio giusto. Geniale.

A.A.A. Campioni d’inverno cercano avversaria per Scudetto

Bussano. Da là sotto.
Non aprire. Non preoccuparti.
Gli altri sono lontani. Guarda avanti e pensa a te stesso.
Là davanti sono tornate le certezze.
Dietro ci sono solo vecchi amici che ti hanno tradito.
Bussano. L’importante è non tornare indietro ad aprire.
DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO MILAN-UDINESE
QUALCUNO CI INSEGUE?

https://i0.wp.com/static.sky.it/static/images/sezioni/sport/calcio_italiano/17a_giornata_Serie_A/pato_ronaldinho_milan_udinese_548.jpg?resize=367%2C231San Siro, ore 15.00. Il Milan già campione d’inverno prova a chiudere il girone d’andata a 42 punti. Una vittoria oggi potrebbe essere  importante perché ci porterebbe a fare più punti di quanti ne abbiamo fatti lo scorso anno nelle prime 19 (40) in un campionato dove, per l’innalzamento del livello, i punti valgono un po’ di più. Battere l’Udinese, sempre agevolmente battuta a San Siro negli ultimi anni quando contava (escluso quindi l’addio di Costacurta nel 2007, a 3° posto già acquisito e 3 giorni da Atene) ci terrebbe inoltre ad almeno a +5 sulla seconda, proprio come l’Inter dello scorso anno, con meno gol presi (a meno di non prenderne 4 oggi) e, in caso di due gol, gli stessi fatti. Dietro giornata da tenere d’occhio: ancora alla 19° non è infatti ancora chiaro con chi ci dovremmo contendere il massimo titolo Italiano. La Lazio arriva da 9 punti nelle ultime 6, che certificano come l’avvio di stagione sia stato da exploit e non da grande. Il Napoli è troppo discontinuo, vive di episodi e partite decise nei minuti finali, la Juventus, data da me come avversaria, ha preferito la via del suicidio, l’Inter è troppo indietro, per valutarla dovremo aspettare di avere la situazione chiara dopo i recuperi. Per quanto ci riguarda, nelle prossime 8 giornate, avremo 7 piccole e la Lazio. Giornate che quindi ci si presentano con l’obiettivo di strappare almeno 20 punti su 24 per portarci intorno a 60 a 12 giornate dalla fine e dare un primo, significativo, strappo.

Nel frattempo da noi c’è in formazione il ritorno più gradito, quello di Ibrahimovich, titolare dal 1′ al centro dell’attacco. Cosa che permetterà a Pato e Robinho di giocare larghi e sfruttare gli assist dello svedese (anche se Allegri ha annunciato Binho trequartista). A centrocampo, causa la squalifica di Ambrosini, titolare partirà Strasser. Recuperato Nesta che dovrebbe partire dal 1′ al centro della miglior difesa del torneo. In porta torna Amelia a causa di un infortunio subito da Abbiati. Per l’Udinese da tenere d’occhio i soliti due: Sanchez-Di Natale. Il resto è poca cosa, che dovrà essere pressata e non lasciata pressare i nostri come visto a Cagliari.

Allegri nella conferenza stampa, riportata dal sito ufficiale (dato che il noto giornale rosa cita in bella mostra solo le speranze di rimonta di Leonardo) fornisce una visione originale e un po’ estemporanea della partita di Cagliari (noi giocato meglio e 5 occasioni) ma con un finale che è quello che ci auguriamo: bisogna fare meglio. Allegri che punta ancora su Seedorf, nonostante le ultime due prestazioni dell’olandese siano da Lega Pro. Il tecnico conclude infine con una frase significativa: “la delusione più grande è stata il primo quarto d’ora a Madrid. La gioia è la vittoria del derby in casa dell’Inter anche perché era il mio primo derby“. Leonardo e le sue vedove sono avvisate. Leo, la prima vittoria nel derby, la sta ancora cercando.

# UPDATE
Nesta non convocato. Gioca Bonera

I verdetti della 18° giornata

Questa 18° giornata è stata importante e decisiva perché ha emesso dei verdetti che, salvo clamorosi crolli, probabilmente sono da considerarsi definitivi. Nel posticipo serale, l’ Inter ha demolito un Napoli salito a Milano con velleità di scudetto prontamente rimesse nel cassetto per i prossimi anni.
Pur con ancora le assenze di tre titolari,  la squadra di Leonardo ha dimostrato di essere ancora la vera concorrente per il Milan. Il rientro di Maicon ha dato quella spinta sulle fasce che mancava e l’ottimo Thiago Motta, ha dato invece quell’equilibrio al centrocampo che fino ad oggi non era mai stato raggiunto.
Napoli e Lazio, come era da attendersi, sono scivolate a 5 punti, dando quindi il via ad una nuova mini-fuga dei rossoneri; d’altronde era inimmaginabile che potessero essere loro delle serie candidate alla lotta scudetto.

La stampa amica di Torino

La stampa amica di Torino

E veniamo invece al verdetto più importante: la Juventus non è assolutamente in corsa per lo scudetto, se si analizza la situazione in casa bianconera, alcuni dati sembrano gettare ombre fosche sul futuro. L’anno scorso la vecchia signora, alla 18° giornata aveva totalizzato con Ferrara 33 punti (+2 rispetto ai 31 ad oggi ) ed era terza in classifica, oggi è quinta. L’impressione è che la proprietà Agnelli per il secondo anno consecutivo, abbia sbagliato la scelta dei dirigenti. Il tanto osannato Marotta, ha comperato dei giocatori normali pagandoli anche tanto, giocatori che a parte Krasic e Aquilani, (quest’ultimo ancora da pagare), non hanno dimostrato di essere all’altezza del nome Juventus.
Interessante in questi giorni andare a rileggere i commenti entusiastici della stampa sportiva di questa estate sulla campagna acquisti dei bianconeri.
In questa vicenda emerge un dato importante, avere la stampa dalla propria parte aiuta il lavoro dei dirigenti e allenatori. Perché diciamola tutta, è passato un anno, hanno speso parecchi milioni e non si vede un progetto con valide fondamenta per il futuro.
Quanto durerà ancora questa luna di miele tra organi di stampa e società Juventus in mancanza di risultati?

La capolista con la vittoria a Cagliari ha dimostrato agli avversari che quest’anno, questa squadra è un gruppo compatto, capace di supplire alle assenze del suo giocatore leader, senza subire alcun contraccolpo. In poche parole ha mandato un bel segnale positivo dal punto di vista psicologico alle avversarie, segnale che dopo la sconfitta con la Roma era necessario.
L’ottimo lavoro svolto dalla società in questi ultimi 3 anni con i giovani della primavera, con investimenti mirati, sta cominciando a dare i primi frutti: in un momento di difficoltà causa infortuni, avere 2/3 giovani da poter inserire nella rosa titolare costituisce una ricchezza ed una risorsa che poche altre squadre in Italia si possono permettere ed alla lunga possono incidere sul risultato finale del campionato.

Concludo con una provocazione , forse aveva ragione Moggi in un suo editoriale che consigliava all’amico Adriano, di non acquistare nessuno, a parte Cassano, nel mercato di Gennaio? In effetti così si può valorizzare questi giovani ed al tempo stesso provare qualcosa in proiezione delle prossime stagioni.