Sampdoria – Inter

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Bentornati sulla terra

L’andata degli ottavi di Champions League ha emesso le sue sentenze e sono purtroppo, nella maggioranza dei casi,  sentenze definitive e senza appello.

Appare evidente che la partita di mercoledì sera ha definitivamente  sancito che l’Inter di questa stagione non è più l’Inter fortissima dell’anno scorso, ponendo fine alle illusioni dei sostenitori interisti. Tifosi che in questi giorni sono corsi a cancellare la musichetta della Champions come suoneria dei loro cellulari. Per i  cugini nerazzurri il sogno è finito, l’Inter è ritornata ad essere quella solita, quella  che in Champions League usciva sempre prima del Milan.

I nostri avversari hanno subito un’involuzione preoccupante nella qualità del gioco, i giocatori  della rosa che l’anno scorso facevano la differenza, quest’anno  sembrano la controfigura di loro stessi. Se fino ad ora è sempre stata nei loro riguardi utilizzata la scusante dei passati infortuni  da parte dei media, ora sembra finalmente fare capolino la nuda verità: questa squadra è per larga parte da rinnovare e ringiovanire .

Bisogna anche evidenziare che l’Inter sta ritornando a vincere per qualità e quantità il derby degli infortuni: le assenze di Samuel, Milito, Ranocchia e Cambiasso hanno un maggior peso specifico  delle assenze di Pirlo, Ambrosini e Inzaghi e tenuto conto che  nelle prossime 5 partite, probabilmente si deciderà il campionato, la situazione infortuni, sta di nuovo volgendo a favore del Milan.

Anche il Milan dal turno di Champions esce ridimensionato nelle ambizioni, anche se la società per la prima volta da molti anni,  ha chiaramente posto come primo obbiettivo la vittoria dello scudetto . Gli acquisti fatti nel mercato di gennaio da Galliani e soci, ne sono la controprova, in quanto  giocatori non utilizzabili in coppa.

Domani sera a San Siro con il Napoli si giocherà la partita più importante della stagione al pari del derby. Un Milan riposato arriva all’appuntamento con un Pato voglioso di giocare da titolare e che per la prima volta svolge allenamenti supplementari. Bisogna doverosamente sottolineare che da Milanello parlano di un ragazzo che in queste ultime settimane appare positivamente trasformato e maturato.

L’affermazione definitiva di Pato sarebbe la ciliegina sulla torta, torta che già adesso presenta dei fuoriclasse e che per il futuro prevede finalmente un rafforzamento deciso del reparto difesa. Le ultime prestazioni dei terzini in organico del Milan hanno finalmente convinto la proprietà a orientare la prossima campagna acquisti estiva  in quel reparto.

La notizia in anteprima di mercato  che vi affido è la seguente  gli osservatori rossoneri nel prossimo mese di marzo osserveranno in giro per i campionati stranieri, solo  difensori e per la maggior parte terzini; questo la dice lunga su come la società si senta scottata  dalla situazione presente e voglia correre ai ripari.

Notizie dal Mondo – 10° Puntata

https://i0.wp.com/www.oleole.it/media/main/images/blogs/images/group1/subgrp1/blogimg_3_124-20080902105638653431.jpg?resize=308%2C419Da domani con Tuttosport in omaggio i Dvd “I grandi successi onesti della Juventus”: una raccolta di 10 dvd vuoti, utilizzabili per masterizzare film illegali.

Napoli: lamentele per la designazione di Rocchi. Bocciata la proposta napoletana di Mazzarri arbitro, Lavezzi e De Laurentis assistenti e Maradona quarto uomo.

(Mazzarri, Lavezzi e De Laurentis a Braschi andavano anche bene, è Maradona che rischiava di cancellare la striscia del fallo laterale prima del 90esimo.

Mazzarri si era anche preparato insultandosi nel pre-gara.)

Ibra, 5 partite a secco. Galliani ha ripreso a far andare la musica della Champions negli spogliatoi?

Inter – Bayern. Leonardo: a Madrid tifavo Inter. E anche nei derby.

Moratti: ci sono rimasto male. Anche io. Si, mi si è stirato il braccio mentre esultavo, giuro…

Leonardo: al ritorno è tutto aperto. Anche la difesa Leo, mi raccomando.

Milan – Napoli torna a valere lo scudetto. Già pronte le monetine.

Ganso sempre più vicino all’Inter. Arriverà già infortunato.

Lucio: Ganso è come Coutinho. Oh, perfetto, basta saperlo prima e non comprarlo allora?

Rimanendo in casa Inter, arriva a tavolino anche l’ambrogino d’oro… di cartone!

(Rossi c’è! Rossi c’è!!! No, non valentino…)

Inter, sesto titolo: è suo il festival di Sanremo. (No non stiamo scherzando…)

(Vecchioni interista vero, ci ha messo 45 anni per vincere Sanremo)

(Dovevano vincere i modà… ma Moratti ha pagato più di LPF80…)

Assolto Contador. Per l’Inter sfuma il sogno del Tour de France.

Allegri: “a Londra possiamo qualificarci“. Berlusconi: “lo spero anch’io dato che l’andata è il 6 Aprile”

Galliani: “La verità sulle luci di Marsiglia la lascerò nel mio testamento”. Buio.

 

Storie di calcio: Inter-Milan 0-6, 2001

11 maggio 2001, stadio San Siro, Milano. Il Milan sfida l’Inter in uno dei derby che sembrava destinato a essere fra i più anonimi della storia della stracittadina milanese. Il Milan è in lotta per la zona Uefa, l’Inter leggermente più sotto, ed è l’unico motivo di soddisfazione per i tifosi rossoneri, tristi per l’anno difficile passato dalla squadra.

Sulla panchina rossonera c’è il grande Cesarone Maldini, che dopo aver sostituito a metà anno Zaccheroni decise di andare sul sicuro, impostando un classico 4-4-2 con Serginho ala sinistra e Kaladze addirittura mediano di rottura in mezzo al campo. Tardelli, invece, propone la difesa a tre e preferisce Dalmat a Seedorf e lo spagnolo Farinos a Cauet in mezzo al campo.

La partita inizia alla grande per il Milan: al 2′ grande azione di Serginho sulla fascia, assist per Comandini che da pochi passi batte il poritere. I nerazzurri sono alla frutta, e cercano di riequilibrare chiedendo un rigore per un presunto fallo di Maldini su Vieri, che ovviamente non esiste. I rossoneri invece giocano sul serio e hanno la fortuna di avere un autentico fuoriclasse sulla fascia sinistra, Serginho. Il brasiliano al 19′ pennella un cross fantastico ancora per Comandini, che di testa stacca e mette in rete il raddoppio. Poco dopo Simic non viene espulso dopo aver fermato l’attaccante rossonero che andava solo verso la porta, ma non ci sono problemi. Dopo due clamorose occasioni per Serginho (alto di testa) e Comandini (miracolo di Frey), l’arbitro fischia la fine del primo tempo.

Ma la ripresa inizia ancora meglio, grazie a un gran gol di Giunti, che da distanza siderale fa partire un cross a 2 km/h che nessuno tocca, e la palla finisce in rete. A quel punto l’Inter, che aveva già toccato il fondo, cerca di scavare ancora più in profondità per nascondersi meglio, e il Milan si diverte: al 66′ Serginho fa quello che vuole sulla sinistra, mette in mezzo per Shevchenko che di testa sale in cielo e mette dentro. Undici minuti dopo ancora Sheva raccoglie un cross rasoterra di Kaladze e da pochi passi mette dentro di piatto. Non può finire la partita senza la ciliegina sulla torta, e Serginho fa il sesto gol all’81’ passando indisturbato fra le maglie nerazzurre.

E’ una sconfitta senza precedenti, con i tifosi nerazzurri che con la coda fra le gambe abbandonano lo stadio a partita in corso, con i giocatori dell’Inter che vagano in mezzo al campo senza avere idea di quello che sta accadendo in campo, ma soprattutto con i giocatori e tifosi rossoneri che impazziscono dalla gioia per un derby con il risultato più pesante della storia del calcio italiano. Neanche lo stralunato Milan di Leonardo, lo scorso anno, è riuscito a fare peggio di quell’Inter.

INTER (3-5-2): Frey, Ferrari, Blanc, Simic, J.Zanetti, Farinos (34” Cauet), Di Biagio (46′ Seedorf), Dalmat, Gresko, Vieri, Recoba. All.: Tardelli
MILAN (4-4-2): Rossi, Helveg, Costacurta, Roque Junior, P.Maldini, Gattuso, Giunti (71′ Guly), Kaladze, Serginho, Comandini (57′ José Mari), Shevchenko (81′ Leonardo). All.: C.Maldini
Reti: 2′ e 19′ Comandini, 53′ Giunti, 66′ e 77′ Shevchenko, 81′ Serginho

httpvhd://www.youtube.com/watch?v=oJVQsH3x8xI

 

Destinazione Wembley: 11° Puntata – Anche l’Inter è 0-1

https://i0.wp.com/teladoiolamerica.net/wp-content/uploads/2011/02/610x203-300x212.jpg?resize=300%2C212Seconda giornata degli ottavi, partiamo subito dalla partita più importante, dalla rivincita della finale dello scorso anno. Partita bella, ed è forse questo che deve preoccupare. Inter e Bayern hanno avuto infatti diverse occasioni, quasi tutte sciupate malamente. La spunta Van Gaal in una partita che come dinamica ricorda molto quella di Milan – Tottenham, anche se nel secondo tempo i bavaresi hanno avuto qualche occasione prima del gol, cosa che non si può dire per gli inglesi, che segnarono al primo e unico pallone toccato. L’Inter ha giocato ad un solo schema: palla ad Eto’o sperando inventi qualcosa. Non c’è più Milito, che in carriera, possiamo dirlo, arriva a 32 anni di cui meno di uno giocato ad alti livelli. Snejider è scomparso, tornato il giocatore sui livelli del Real Madrid, Maicon prova, limitato a dare la scossa ma non riesce, Cambiasso e Thiago Motta si confermano due giocatori in fase più che calante e la Champions dello scorso anno episodica e dettata da una contemporanea grande condizione di giocatori che grandi non sono. E non è un caso che il migliore continui ad essere il peggiore dell’anno scorso: Samuel Eto’o, anche lui a secco oggi (ma ha giocato tanto meglio dell’Ibra processato contro il Tottenham?) Alla fine decide una papera dell’ex-portiere più forte al mondo, semmai lo sia mai stato, dato che non è mai stato inserito in un top 11 Fifa o FifPro ma ha vinto solamente il premio miglior portiere della scorsa Champions League. Ovviamente come per noi la qualificazione per l’Inter è ancora apertissima dato che andrà in trasferta sul campo di un avversario comunque inferiore. Ma con queste due difese di burro e soprattutto dei centrocampi inesistenti temo che nè una nè l’altra andranno lontano. Per ora ci resta solo l’immensa goduria al gol di Mario Gomez.

Il resto della giornata ci regala la vittoria del Chelsea facile facile contro un Copenaghen che non giocava una partita ufficiale dal 7 dicembre, lontano parente di quello che ha strappato al Barcellona un pari su quello stesso campo. Ancelotti salva la panchina, ma le vere prove per lui arriveranno più avanti. 0-0 invece tra Manchester United e Marsiglia con un pari che era già scritto prima della gara e che, ovviamente, favorisce gli inglesi che per la sesta volta in sette partite non prendono gol in questa Champions. Chiude la giornata il non meno importante pareggio del Real Madrid contro il Lione, anche se non con lo stesso risultato di un anno fa. Vantaggio dell’ex Benzema, sconfessato apertamente da Mourinho che ha richiesto un deludente Adebayor. Per ora il confronto con Pellegrini è pari in Champions, peggio in campionato, meglio in Coppa del Re. Ma per quanto la finale sia contro il Barça, a lui è richiesto di vincere una delle prime due.

RANKING – Ecco la mia personalissima Top 10 dopo l’andata degli ottavi
1.) Manchester United
2.) Arsenal
3.) Real Madrid
4.) Barcellona
5.) Chelsea
6.) Shakthar Donestk
7.) Tottenham Hotspurs
8.) Bayern Monaco
9.) Olympique Lione
10.) Valencia

 

Perchè sì, perchè no

Marzo è alle porte e con esso si porterà la primavera, ma soprattutto entra nel vivo la lotta scudetto. 12 giornate al termine, tre squadre in cinque punti, la cerchia delle pretendenti al titolo è andata definitivamente restringendosi a Milan, Napoli e inter, in rigoroso ordine di classifica. Son finite (per la verità da un bel pezzo) le velleità di Roma e Juventus, continua il rendimento (per me sorprendente) della Lazio che però a questo punto, si concentra sulla difesa del quarto posto.
Torniamo a noi, a uno scudetto che era pura utopia fino al 20 di agosto, divenuto poi una possibilità e col passare del tempo quasi un chiodo fisso. Possibile vincerlo? Assolutamente sì. Scontato? Direi di no. E allora vediamo assieme quali possano essere i motivi che inducono ad essere ottimisti o pessimisti.

PERCHE’ SI’:
1) Perchè abbiamo i numeri. Miglior difesa (e miglior coppia di centrali, imbattuta, e con un sostituto affidabile come Yepes). Secondo miglior attacco (a 1 gol dall’inter), con un Pato da un gol ogni 96 minuti e giocatori come Ibra, Robinho, Cassano, Boateng.
In un campionato anomalo, senza un vero padrone incontrastato, ma con tante squadre difficili da affrontare (giusto per fare due esempi, il Chievo in casa aveva fermato tutte le big e l’Udinese ha ottenuto 7 punti su 9 nelle ultime tre partite con le strisciate) avere i numeri che tendenzialmente fanno la differenza dalla propria parte, può essere importante.

2) Niente coppe. Probabilmente tra un paio di settimane saranno finiti i nostri impegni infrasettimanali (coppa Italia a parte, a fine aprile). Non so se continueranno quelli dei rivali e nemmeno mi interessa, mi importa molto di più che avremo una settimana per preparare ogni partita, cosa importante per non logorare giocatori come Nesta, Gattuso, Zambrotta, Pirlo e Ambrosini quando torneranno, ma anche tutti gli altri.

3) Effetto Ibra. Ha sempre vinto il campionato nelle squadre in cui ha giocato. Ma non è il lato scaramantico che conta, quanto il suo rendimento. E lo scrivo ora che sta attraversando il momento peggiore della stagione nel quale, nonostante tutto, ha realizzato 3 assist decisivi. Tornerà brillante presto (spero) e lì saranno problemi per gli avversari.

PERCHE’ NO:
1) Il calendario. Diametralmente opposto il nostro e quello dell’inter, che dopo il derby avrà solo lo scontro diretto di Napoli alla penultima che sarà tutto da valutare. Se una della due squadre sarà fuori dai giochi, potrebbe diventare un’amichevole per favorire chi sta meglio. L’impressione è che si vada verso un’alleanza tra piangina da mettere i brividi.

2) L’entusiasmo…altrui. Mentre noi ci perdiamo dietro alle solite polemiche interne tra berlusconisti e anti-berlusconisti, allegriani e anti-allegriani, altrove sognano la Leomuntada, la rimonta impossibile ottenuta grazie a uno di noi, eccetera eccetera. Più a sud non ne parlano, ma affollano sempre il San Paolo e fanno trasferte in massa. Anche noi dobbiamo stare vicini alla squadra, supportarla come negli ultimi anni non è mai stato fatto, riempire lo stadio non solo al derby.

3) Stiamo balbettando. Nel 2011 non abbiamo ancora trovato continuità nè di gioco nè di risultati. Troppe battute d’arresto, sia in casa che in trasferta. E il problema è che le partite più difficili devono ancora arrivare. Non si è ancora vista la condizione fisica straripante del periodo novembre-dicembre e direi che sarebbe ora di vedere gli effetti positivi (se ce ne sono) della preparazione a Dubai. Finchè mancherà Pirlo, è fondamentale che il centrocampo corra tanto e pressi alto. Ultimamente avviene molto di rado.

Quando il tifoso ha torto (e paga le conseguenze)

https://i0.wp.com/www.lastampa.it/multimedia/sport/16217_album/01milan_contestazione.jpg?resize=345%2C249Non si vende Kakà” era il tormentone di due estati fa. Su Kakà ci siamo tornati tante volte, forse troppe. La notizia di ieri, è che Ricardino è di nuovo in vendita, dato che solo in questo modo il Real Madrid può sperare di recuperare parte di quei 65 milioni spesi buttati via due estati fa. Soldi che ci hanno permesso di comprare, una estate dopo, Ibrahimovic e Robinho, cosa che non avremmo potuto fare se la società avesse ceduto subito, alle pressioni dei tifosi. Ma c’è di più. Milos Krasic, acquisto che a Gennaio di un anno fa era praticamente fatto, che il Serbo abbia fatto bene nell’inizio di campionato non vi è alcun dubbio, che però non sia giocatore da Milan è certificato dal fatto che Domenica sia uscito lui per primo sull’espulsione di Buffon e non un altro giocatore Juventino nella disfatta di Lecce. Altra prova sul banco degli imputati Edin Dzeko. Scartato per Ibra, il Wolfsburg per lui chiedeva veramente troppo, alla fine è andato al City dove ha trascorso due mesi totalmente totalmente anonimi. Segnare in una piccola è facile, in una big molto meno. Eh si che con Gilardino e Oliveira, noi, avremmo anche dovuto prevederlo. C’è ancora qualcuno che vorrebbe lui e non Ibra? Mi ricordo anche contestazioni all’arrivo di Robinho e alla cessione di Borriello. Ci stavano fino a dicembre. Ora non più. Dulcis in fundo la cacciata di Carlo Ancelotti, vincente sì, con il double, l’anno scorso, già fuori da tutto questo Gennaio, con il suo Chelsea sempre più brutta copia del Milan, statico, senza gioco e con difficoltà evidenti nell’andare a rete. La sensazione è che anche lui per vincere abbia bisogno della squadra più forte. A suo favore le due coppe, da sfavorito, conquistate con il Milan, nel 2003 e nel 2007. Contro, le coppe buttate da favorito nel 2004 e nel 2005, anno in cui, con quello successivo, buttò lo scudetto con una squadra che vinceva su ogni campo d’Europa, squadra che poteva schierare riserve del calibro di Stam e Rui Costa.

Società invece troppo succubi dei loro tifosi, sono diventate Roma e Juventus. La prima è vittima dei propri giocatori, stufi del carisma di Ranieri. Che ormai negli spogliatoi di Roma comandi Totti non è un segreto. Ora arriverà Montella, ex giocatore che voglio vedere se avrà il coraggio di togliere l’immobile Totti e l’impalpabile de Rossi sotto 1-0 al derby. Tutto per compiacere una delle tifoserie più irrequiete e a mio parere anche strane d’Italia che non ha mai avuto il coraggio di chiedere l’unica decisione utile alla squadra: il pensionamento del loro Capitano. Ranieri anello di congiunzione con la Juventus, da cui fu cacciato per essere stato troppo realista. Mentre tutti spacciavano la squadra di Torino come da scudetto lui teneva i piedi per terra. Troppo pericoloso per la società, che ha comprato tanti acquisti  pur di dare una sensazione di rinnovamento. In realtà alla Juve si sono alternati solamente mezzi giocatori. Alla “Vecchia Signora” manca il campione che può risolvere la partita da solo, giocatore che non ha. Ma manca soprattutto una tifoseria realista che possa sopportare uno-due anni di transizione in relativo silenzio come abbiamo fatto noi. I tifosi Juventini invece hanno la necessità, soprattutto dopo il 2006 di vivere di illusioni, un po’ come l’Inter pre-calciopoli come se le posizioni delle due squadre si fossero scambiate.

Insomma, proprio in questi giorni si sono celebrati i 25 anni di quella che volenti o nolenti è la dirigenza più vincente della storia del calcio. Dirigenza che ha fatto indubbiamente un colpo questa estate pagando Ibrahimovic e Robinho, ma che negli anni di transizione ha comunque saputo prendere un Pato, un Flamini e un Thiago Silva. Io, per ora, tra loro e i tifosi non evoluti, gli stessi che anche di fronte a cose fatte continuavano a Novembre a dire di non poter lottare e a rassegnarsi ad un secondo terzo posto, continuo a fidarmi di loro.

Giudizi sui nuovi, consiglio su un “vecchio”

Credo sia il momento di dare già una prima valutazione dei nuovi acquisti del Milan, quelli che avrebbero dovuto dare una mano a questa squadra per tenere la corsa che i rossoneri avevano avuto fino alla sosta di dicembre:

Van Bommel 6,5 Giocatore solido come una roccia, grandissima esperienza e ancora integro. E’ lento, vecchio e in decadenza peggio di Pirlo e Seedorf messi insieme (vabbè, non esageriamo), ma quando c’è lui in mezzo al campo la squadra è sicura, e soprattutto non perde quasi mai la palla e non la butta via, cosa non da poco. Detto questo, a giugno tante grazie e ciao.

Cassano 5 Assist fondamentale a Cagliari, migliore in campo contro il Parma. Ma per il resto tante prestazioni deludenti. Il ragazzo tutt’ora non è in forma (è stato preso due mesi fa), non salta quasi mai l’uomo e il suo movimento è sempre lo stesso: si accentra e mette la palla in mezzo con un cross dalla trequarti. A quel punto ci tenevamo Dinho, che era fermo e grasso, ma tecnicamente superiore…

Emanuelson 5.5 Quattro presenze, 259 minuti giocati da interno sinistro quando erano tutti infortunati e rimaneva solo lui da mettere. Il ragazzo scarso non è, ma ha ampiamente dimostrato che quello non è il suo ruolo e che giocando là non può contribuire a rendere questa squadra migliore. O impara a fare il terzino sinistro, oppure giocherà quando Allegri deciderà di giocare con il 4-4-2 o il 4-3-3, quindi mai.

Legrottaglie s.v. A parte che ha avuto una sfiga terribile, visto che al suo esordio dopo pochi minuti  si è fatto male. Però mi chiedo se davvero era il caso di prendere questo giocatore, totalmente cotto e quindi inutile, per farlo giocare al posto della nostra ultima riserva (Papastatopoulos), che secondo me è più bravo (si fa per dire). Non credo metterà più piede in campo, soldi buttati al cesso.

Didac Vilà s.v. Troppo facile e soprattutto ingiusto dire qualcosa contro di lui. E chi lo ha preso che si deve vergognare.

Beh, possiamo dire che il Milan  in queste ultime settimane non ha certo mantenuto lo stesso passo che aveva fino a dicembre, ma attribuire la colpa ai nuovi acquisti non sarebbe giusto. La colpa non è dei giocatori, la colpa è di chi ci ha illuso che a gennaio sarebbero arrivati gli acquisti giusti per migliorare la rosa, e invece sono stati presi per lo più giocatori che si stanno rivelando inutili, mentre le nostre dirette concorrenti si sono rinforzate seriamente.

Capitolo Pato: il ragazzo deve essere titolare fisso in questo Milan, c’è poco da fare. Ogni tanto ha battute a vuoto, ma se è vero che nel calcio contano i numeri, l’attaccante ha fatto 10 gol in 16 presenze (alcune non da titolare), e ha una media di 1 gol ogni 100 minuti.

Ditemi voi se c’è qualche altro giocatore al mondo che ha una media-gol del genere sta in panchina…

La scossa

Festa grande al Bentegodi, Milan batte Chievo 2-1 e si toglie di mezzo una marea di brutti pensieri e critiche che erano dietro l’angolo sino al gol decisivo di Pato. E’ una vittoria di quelle che possono segnare una stagione, ce lo siamo detti tante volte in questi mesi, ma forse mai come oggi i tre punti sono una liberazione, era importante tappare la bocca a chi è tornato a sboroneggiare e a sentirsi il padrone del nostro calcio. Ed è stato fatto con il cuore, chiedendo a ripetizione l’incitamento della parte di Bentegodi rossonera, perchè probabilmente non siamo i più forti, i più belli o quelli che stanno meglio, ma se stiamo tutti vicini e compatti, possiamo resistere agli assalti di chi ci legge la targa.

LA PARTITA – Dopo un inizio incerto, non favorito da un campo in condizioni pietose e dal pressing insistente del Chievo, il nostro attacco, guidato da un ottimo Robinho prova a prendere in mano la gara. E’ proprio il tridente a confezionare il gol del vantaggio, grazie ad un’azione bella e convulsa: da Binho a Cassano che (inspiegabilmente) non tira e gira sul secondo palo, dove Ibra fa la sponda per Robinho, controllo col braccio e girata in porta.
Il resto del primo tempo è poco calcio, qualche fallo di troppo e una partita decisamente brutta.
Copione che rimane identico anche nella ripresa, partita da suicidio per chi fosse un esteta del calcio, ma ce ne frega un cazzo. Interessa molto di più il gol di Fernandes che fa 1-1.
Il grigiore di Verona mette tristezza, la squadra reagisce, ma sembra non avere le forze giuste per piegare la resistenza gialloblù. E poi, come d’incanto è Pato a prendere palla e portarla in porta. Prima volta in stagione che riusciamo a tornare in vantaggio dopo essere stati raggiunti.
E’ una scossa per la squadra e speriamo possa esserlo anche per il Papero, che di questa squadra è parte integrante e deve diventarne leader.

ARBITRAGGIO – Ahimè, da ieri sera l’argomento giacchette nere è tornato prepotentemente di moda. Gol irregolare dell’inter e gol irregolare nostro. Per il resto, lo dico sinceramente, la conduzione di gara di Banti non mi è piaciuta e mi è sembrato essersi accorto dell’errore e quindi che fischiasse per rimediare un po’.
Ma non è questo che mi interessa, vorrei fare un appello: a cominciare da me, proviamo a non ridurre le discussioni solo agli episodi arbitrali. Grazie per l’ascolto, ma so già che l’appello non verrà accolto, conoscendo alcuni dei frequentatori del blog.

PAGELLE
Abbiati 6: non molto impegnato, complessivamente attento e reattivo.
Abate 7.5: si ironizza spesso su di lui, ma non ammettere che sta crescendo partita dopo partita, significa essere in malafede. Difende e attacca, oggi come oggi è un giocatore importante per la squadra.
Nesta 7: attento e preciso. Partita su livelli che non toccava da un po’.
Thiago Silva 6.5: si fa preferire il compagno di reparto, ma è buona anche la sua prestazione.
Antonini 6: gioca il primo tempo e lo si vede pochissimo.
Oddo 5.5: impreciso, con la scusante di giocare a sinistra.
Gattuso 7: risponde bene dopo una settimana difficile. Rino c’è.
Van Bommel 6.5: efficace, sbaglia pochissimo e talvolta è molto elegante. Ottimo uomo d’ordine.
Merkel 5: dimostra (se ce ne fosse il bisogno) che ancora non è pronto per affermarsi al 100%. Dopo Catania, un’altra brutta trasferta.
Robinho 7: gran primo tempo, meno bene nella ripresa. Ma è il regista della squadra e si passa sempre dai suoi piedi.
Cassano 5.5: decisamente poco.
Ibrahimovic 5.5: manca il gol per la quinta partita consecutiva. Compensa con l’ennesimo assist, ma deve ritrovare brillantezza. Ha una settimana importante di lavoro e riposo davanti a sè.
Pato 7: man of the match. Forza Ale, prendici per mano!
Boateng 6: niente di che, ma è un piacere rivederlo in campo.

Il ritorno del Boa?

Ripartiamo da Verona.
Certo, ci sono posti migliori.
Ripartiamo dal Bentegodi.
Là, dove abbiamo perso due scudetti.
Ripartiamo per ricordare a tutti
che la capolista siamo noi!
DALLO STADIO BENTEGODI DI VERONA, CHIEVO – MILAN
BOIA CHI MOLLA!

https://i0.wp.com/www.calcioline.com/wp-content/uploads/2010/10/boateng-milan.jpg?resize=279%2C171Bentegodi, ore 15.00. Si va a Verona, per far si che quest anno non sia fatale come lo è per noi nella storia. Con Napoli e Juventus in trasferta alle porte la partita di oggi è quella dove siamo obbligati a strappare tre punti per continuare a dimostrare di essere una grande squadra e respingere ogni velleità di rimonta di chi sta dietro. L’Inter (che ha mantenuto ieri il vizietto di segnare con più di un uomo in fuorigioco) ma anche il Napoli, entrambe con partite casalinghe più agevoli delle nostre in questo turno. Oggi è comunque una partita difficile. Qui han perso punti tutte le big: tre Inter e Napoli, due Roma e Juventus. Rimaniamo comunque superiori al Chievo, che non potrà contare su Mandelli squalificato quindi l’obbligo è quello di vittoria se vogliamo arrivare a vincere un titolo che ora nessun altro eccetto noi in questo campionato merita.

FORMAZIONE – Boateng recuperato. Lui, forse più di Ibra e Robinho il vero artefice del filotto di 10 vittorie in 12 partite con i suoi inserimenti e le sue giocate da trequartista si accomoderà in panchina, forse, entrando a gara in corso. Partirà in quel ruolo Robinho, dietro a Ibra (bistrattato per la gara di martedì nonostante la prova non sia stata particolarmente opaca) e Pato. A centrocampo confermato Gattuso, nonostante la vergognosa campagna mediatica ai suoi danni in settimana, poi Merkel in odore già di convocazione in nazionale tedesca e Van Bommel che tanto ci sarebbe servito nella gara di martedì. In difesa non giocherà l’ex Yepes, per dare ovvio spazio alla coppia titolare Nesta – Thiago Silva, confermati sulle fasce Abate ed Antonini davanti ad Abbiati che recupera dopo la gara di Champions.

I CASI GATTUSO e LAVEZZI – Subito i moralisti (quelli del pugno di Chivu) si sono fatti sentire dopo la rissa di martedì. Gattuso come Chivu, anzi no, Gattuso come Cordoba e Burdisso, perchè non come Materazzi? La realtà è che comunque Gattuso di pugni non ne ha tirato neanche uno ed è per questo che è stato deferito solo lui alla disciplinare UEFA per comportamento antisportivo e non per aggressione rischiando probabilmente una sola giornata di squalifica, massimo due. Nessuna parola invece per Joe Jordan, fatto passare per la bandiera bistrattata del vecchio Milan. Bandiera che stava fuori dall’area tecnica a urlare “Fucking italian bastards”, per la cronaca. Strano che gli stessi giornali che nel 2004 difendevano il lama Totti contro il provocatore Poulsen non abbiano fatto lo stesso per Gattuso. Ancora più patetica la scenetta di Grassani sul ricorso respinto di Lavezzi, asserendo che è stato mostrato un nuovo filmato di cotrocampo. Ovviamente il messaggio che si vuol far passare è chiarissimo: Controcampo = Mediaset = Milan. Ma io non ci sto. Per i seguenti motivi.
Punto primo: non è ammissibile che controcampo abbia manato il filmato in questi giorni, in quanto è vietato dal diritto sportivo. Il filmato di controcampo è stato infatti segnalato dal procuratore federale, e quindi era a disposizione di Tosel, che non ha ritenuto utile guardarlo per giudicare Lavezzi. Questo non vuol dire che però non possano farlo i successivi gradi di giudizio.
Punto secondo: non esistono filmati di Sky o di Mediaset o di Dahila. La produzione è unica per ogni partita. Le immagini di Mediaset le aveva quindi anche Sky Sport. Che al massimo può essere lei colpevole di omissione non avendo approfondito il fatto come invece ha fatto controcampo.
Insomma abbiamo capito da quale parte stanno i media, difendere un giocatore che ha sputato in campo poiché deve giocare contro il Milan, d’altronde sono gli stessi che non concludono articolo o servizio sull’Inter senza pronunciare la parola “rimonta”. Evidentemente piace di più la favoletta dell’allenatore che se ne va e vince con la squadra rivale o quella della provinciale che torna a vincere il titolo dopo oltre 20 anni. Starà a noi oggi rovinargli il lieto (per loro) fine. Mancano ancora 28 punti e tre li dobbiamo fare oggi.

La regola del fuorigioco

Un giocatore si dice in posizione di fuorigioco quando – nel momento in cui un compagno giochi il pallone – egli si trovi al di là della linea del pallone, tra di lui e la linea di porta avversaria, non ci siano almeno due giocatori avversari (uno dei quali può eventualmente essere il portiere, condizione questa non necessaria).

Ma se i giocatori sono ben due è buono

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Nelle puntate precedenti…

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L’Inter quanto ha rimontato?

Quanto hanno rimontato?

In questi giorni oggetto di discussione tra i tifosi rossoneri ed i cugini nerazzurri, sul posto di lavoro, nei bar, sui blog è sempre lo stesso: quanto ha rimontato la squadra di Leonardo  sulla quella di Allegri?

Personalmente ritengo che la rimonta dell’Inter ci sia stata e non di 2 punti come sostiene a torto Galliani, perché obbiettivamente il calendario dell’Inter prevedeva due trasferte da bollino rosso come Juventus e Udinese e due in casa con Roma e Palermo. In realtà l’Inter come minimo ha recuperato almeno 5 punti teorici visto il calendario oggettivamente più difficile e soprattutto  è ritornata prepotentemente in corsa  annullando la mini fuga del Milan.

Il Milan si trova nell’obbligo nelle prossime tre partite di dover fare 7 punti con Chievo, Napoli e Juventus, visto i paralleli impegni abbastanza facili sulla carta dell’Inter. Siamo arrivati alle giornate decisive per le sorti di questo combattuto e incerto campionato ed il Milan deve nelle cinque partite che separano dal derby, conquistare il maggior numero di punti possibili, punti che valgono il doppio.

Conservare questo vantaggio di 5 punti sarebbe importantissimo perché in caso di sconfitta nel derby (speriamo di no) rimarrebbe il Milan la capolista del campionato. Nelle ultime 7 partite i calendari delle due squadre milanesi più o meno si equivalgono e quindi è adesso in queste giornate che si decide il campionato.

Alla fine anche quest’anno gli infortuni hanno condizionato pesantemente il rendimento delle milanesi: l’Inter ha pagato dazio soprattutto in autunno nei mesi di novembre e dicembre, il Milan invece dopo il ritiro di Dubai, ha subìto un’incredibile ecatombe di infortuni nei mesi di gennaio e febbraio (ultimo quello di Bonera). Bisogna riconoscere che entrambe le squadre  arriveranno a primavera con gli organici quasi al completo pronti per la volata finale.

Domenica il Milan  va a Verona allo stadio Bentegodi e si porta ancora irrisolto il problema della convivenza tra Ibrahimovic e Pato. In caso di mancata risoluzione  la partenza del Papero a fine stagione appare ormai evidente e scontata a tutti. I pretendenti non mancano, vista la qualità del giocatore. Tra tutti i rumors  di mercato quello più intrigante è quello che prevede uno scambio tra Pato ed  il terzino destro della nazionale spagnola e del Real  Madrid  Sergio Ramos più un conguaglio di circa 30 milioni a favore del Milan, soldi che il Milan reinvestirebbe  nell’acquisto di Ganso o Lamela. Chiedo a voi  di sapere se siete favorevoli a questa eventuale operazione di mercato che adesso ai giorni nostri appare inverosimile, ma quando c’è di mezzo una società come il  Real Madrid mai dire mai ed escluderla a priori.

Storie di calcio: Inter-Milan 1-1, 2003

13 MAGGIO 2003, stadio San Siro. Inter e Milan si giocano la partita decisiva nella semifinale di ritorno di Champions League. Il risultato d’andata favorisce leggermente il Milan, che grazie allo 0-0 conquistato in casa può anche permettersi di pareggiare segnando almeno un gol.

Carletto Ancelotti schiera la formazione tipo, con Costacurta promosso ormai in pianta stabile terzino destro e la coppia d’attacco Shevchenko-Inzaghi, mentre Cuper si affida a Recoba e Crespo in avanti, e preferisce Emre a Dalmat.

Partita tesissima nel primo tempo, con pochissime occasioni, ma la prima capita sui piedi di Crespo, che stoppa bene un lancio lungo di Materazzi ma tira male e Abbiati non ha problemi. La prima occasione rossonera arriva invece al 23′, con Shevchenko che prova un diagonale su cui Toldo sembra non poter arrivare, ma la palla finisce fuori. Al 46′ il vantaggio milanista a sorpresa: Seedorf lancia Shevchenko in area che riesce a saltare un incerto Cordoba e favorito da un rimpallo in scivolata riesce a battere Toldo. I milanisti scoppiano di gioia, anche perchè sono consapevoli che l’Inter, per passare il turno, dovrà fare ben due gol in un solo tempo.
Anche la ripresa all’inizio non sembra decollare, con Cuper che lascia negli spogliatoi il disastroso Recoba e il troppo nervoso Di Biagio, al loro posto Dalmat e il giovane nigeriano Martins.  I nerazzurri fanno poco o nulla, con Zanetti che al 25′ prova a battere Abbiati dalla distanza senza successo. Ci pensa Martins a riaccendere gli ultimi minuti di gara: al 38′ il nigeriano si libera di Maldini grazie a una spinta abbastanza evidente e batte Abbiati con un tiro di precisione.

A quel punto i nerazzurri si buttano all’attacco, ma battere un’altra volta la super-difesa rossonera è davvero complicato. Kallon a pochi minuti dalla fine riceve in area, supera Kaladze ma si fa parare il tiro ravvicinato da un super-Abbiati, che salva risultato e qualificazione alla finale.

Il triplice fischio dell’arbitro è una liberazione. Il Milan passa in finale di Champions League senza aver vinto, ma dimostrando una netta superiorità tecnico-tattica nei confronti dell’Inter, volenterosa ma con poca qualità a centrocampo e scarsa vena realizzativa in avanti.

INTER (3-5-2): Toldo , Cordoba , Materazzi , Cannavaro , J.Zanetti , C.Zanetti , Di Biagio (1′ st Dalmat ), Emre , Conceicao , Recoba  (1′ st Martins ), Crespo  (26′ st Kallon ). (12 Fontana, 24 Gamarra, 31 Vivas, 26 Pasquale). All.: Cuper
MILAN (4-3-1-2): Abbiati , Costacurta , Nesta , Maldini , Kaladze , Gattuso , Pirlo  (44′ st Brocchi), Seedorf , Rui Costa  (19′ st Ambrosini ), Inzaghi  (35′ st Serginho), Shevchenko . (1 Fiori, 25 Roque Junior, 11 Rivaldo, 15 Tomasson). All.: Ancelotti

Arbitro: Veissiere (Fra)

Reti: nel pt 46′ Shevchenko; nel st 38′ Martins

Destinazione Wembley: 10° Puntata – Inghilterra sugli scudi, Italia sotto

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Chi l'aveva detto a settembre?

Prima parte della prima giornata degli ottavi, spezzatinati, come vuole Platini, su due settimane. Sarà che la finale si gioca a Wembley ma i risultati più sorprendenti arrivano proprio dalle due Londinesi. Della vittoria degli Spurs a San Siro ne abbiamo già parlato troppo, ma torneremo, in finale di post. Parliamo invece dell’Arsenal, che qualcuno a settembre già pronosticava tra le favorite di questa coppa. La risposta è quindi, finalmente: sì, c’è anche l’Arsenal tra le pretendenti.

Ne avevo anche parlato nei giorni scorsi, il Barça soffre troppo le difese basse, soprattutto quelle con centrali di livello. Cosa che nella Liga nessuno ha, Real compreso. Messi impalpabile, come quasi sempre negli ultimi due anni quando la gara conta, fosse stato un po’ più alto e col naso più lungo si sarebbe montato un caso. Ma a proposito di Liga, da rivalutare se anche questa, a pare le ultime due, non sia veramente un campionato di livello più basso, almeno rispetto a Bundesliga e Premier League. Il Valencia infatti, intanto, pareggia con il mediocre Schalke, al Mestalla, con un Raul che riaggancia Inzaghi nella classifica dei goleador Europei e la squadra di Huntelaar che si conferma favorita per il ritorno. Questa Champions può diventare quindi una sorta di FA Cup come già accaduto nel 2007 2008 e nel 2009 dove vi erano tre inglesi nelle prime quattro?

Vale quindi la pena di pensare alla Premier League, sempre più ricca, sempre più modello da seguire per il calcio italiano e non. Non bastasse infatti la sconfitta del Milan ne arriva una anche più assurda, della Roma, in casa, con lo Shakthar Donetsk, che certifica la crisi dei giallorossi. Per noi è quindi quasi ufficiale la presenza, dal 2012/2013, di sole tre squadre in Champions League. Cosa ha causato tutto questo? Lo sappiamo benissimo. Nel 2006 sono state smembrate due delle più forti squadre d’Europa con calciopoli. Nel 2007 di fatto abbiamo vinto la coppa da Outsider, stessa cosa ha fatto l’Inter lo scorso anno. Da quel triste 2006 in italia si è cambiato modo di giocare, non più di classe, ma di fisico, e questo ci ha penalizzati a livello internazionale. Meno soldi anche dai diritti TV, infatti mentre tutti i campionati spacchettavano e spezzatinavano ulteriormente per vendere più partite in italia e all’estero noi non ci siamo adeguati, se non parzialmente, e in ritardo, quest’anno. Probabilmente lotteremo in Italia fino alla fine per il titolo, e forse lo vinceremo. Ma ci hanno tolto le nostre notti, quelle che hanno fatto grandi noi e l’Italia nel Mondo. Quelle che solo in parte abbiamo rivissuto l’anno scorso a Madrid. Il Milan era la Champions League, e la Champions League era il Milan. Ora non più. Era veramente questo, che volevamo?

Figuraccia

Provocatori, intimidatori, mafiosi, animali, indegni, scandalosi, vergognosi, pazzi. Sono alcuni degli aggettivi che compaiono su quotidiani e siti web d’Oltremanica e che vengono puntualmente riportati sulle home page dei vari siti sportivi italiani. Ora, a parte qualche fastidioso clichè che gli inglesi potevano risparmiarsi, è indubbio che ieri sia stata fatta una pessima figura. L’intervento di Flamini è inaccettabile, soprattutto non essendo la prima volta che lo fa. L’ho sempre detto e non mi stancherò mai di ripeterlo, certi falli se li deve risparmiare, Materazzi lascialo là.
Da censurare assolutamente anche il comportamento di Rino Gattuso. Lui sì, a differenza di Flamini un professionista focoso, ma raramente sopra le righe. Ieri sera ci è andato e pure di parecchio. Non ero certamente felice dopo la partita, ma quando ho visto Gattuso scagliarsi come un ossesso contro Joe Jordan, mi son sentito ancora peggio di quanto non mi sentissi: una sensazione strana, mi ha veramente schifato quella scena.

Si può perdere una partita, ma non si deve perdere la faccia. E ieri sera l’abbiamo fatto. E’ giusto dirlo, come si condannano gli altri per le risse a Valencia, dobbiamo ammetterlo quando capita a noi.
Dopodichè sono arrivate le scuse, Rino accetterà la squalifica della UEFA, si volta pagina e si torna al lavoro. Manteniamo il controllo, che c’è tanta strada ancora da fare.

Lezione crudele

La grande che prima domina, poi subisce il ritorno della piccola e poi la punisce come solo le grandi squadre sanno fare nei confronti delle piccole. E’ triste descrivere la partita in questo modo e far fare al nostro grande Milan la parte della piccola e a una squadra anonima come il Tottenham quella della grande, ma tant’è.

Partiamo col dire che il risultato è ingiusto. Il Tottenham nel primo tempo ha dominato in lungo e in largo, dimostrandosi una squadra solida, dotata tecnicamente, ben messa in campo e soprattutto capace di lottare su ogni palla. Rimane da capire, e questo bisogna chiederlo agli allenatori di tutte le squadre italiane (Allegri compreso), come mai all’estero ci surclassano in questo modo dal punto di vista fisico-atletico. Non è un problema di condizione visto che nel secondo tempo abbiamo corso più noi, ma allora il problema qual è?

Allegri sbaglia, come molti di noi avevano già detto prima della gara, a schierare Seedorf titolare dal primo minuto. L’ennesima, forse ultima dimostrazione, di un giocatore finito, incapace di reggere i ritmi alti, totalmente avulso anche dalla manovra della sua squadra, un pesce fuor d’acqua insomma. Credo che questa sia stata l’ultima partita importante da titolare dell’olandese. Ma il secondo tempo migliore del Milan non può certo essere dipeso esclusivamente dall’entrata in campo di Pato, che tra l’altro a mio avviso non ha giocato bene. Un po’ sono calati gli inglesi, ma soprattutto i rossoneri sono entrati in campo col coltello tra i denti, e hanno giocato duro come d’altronde gli inglesi stavano già facendo dal primo tempo.
A quel punto, considerando il primo tempo, lo 0-0 sarebbe stato giusto, un risultato che tra l’altro non ci sarebbe andato così male. E invece quel maledetto contropiede dettato dalla nostra voglia di vincere, il bravissimo Lennon (toh, un esterno che sa giocare a calcio) che ricorda a nonno-Yepes che alla sua età giocare la Champions ha le sue controindicazioni, e ci ritroviamo con una sconfitta sul groppone.

Pensiamo al campionato, che è alla nostra portata e possiamo vincerlo. In Europa siamo una media, non più una grande ormai, rassegnamoci. Gli ottavi sono la nostra dimensione, e a onor del vero bisogna dire che la maggior parte di noi all’inizio della stagione aveva posto come obiettivo in Europa proprio quello di stare nelle prime 16.

Comunque non è ancora finita, non ci resta che sperare in un miracolo al ritorno. Miracolo che, inutile illuderci, probabilmente non ci sarà.

PAGELLE

Abbiati 6 Bene fino a quando è stato in campo, sicuro.
Amelia 6 non sbaglia nulla.

Abate 6.5 Uno dei migliori in campo. Ci mette l’anima, è giovane e quindi fresco e veloce. Ma ha due piedi scandalosi, non ragiona e non è granchè in fase difensiva. Comunque il nostro miglior terzino.

Nesta 6,5 Buona gara, senza grandi picchi, ma comunque senza sbavature. Non è più mostruoso come prima, ma in Italia come lui non ce ne sono ancora.

Yepes 6,5 Mezzo punto in meno per come si è fatto saltare sul gol, anche se la rete del Tottenham non è certo colpa sua. Fa quello che può, sfiora il gol due volte di testa, non sbaglia quasi mai. Di più non gli si poteva chiedere.

Antonini 5,5 Nel primo tempo Lennon lo scherza, poi a fatica prende le misure, prova anche a spingere ma non mette un pallone decente al centro. Il nostro secondo miglior terzino…

Gattuso 8 Non mi interessa quello che ha fatto, dal punto di vista del fair-play forse è da deprecare, ma ieri è stato l’unico nel primo tempo a tenere testa agli avversari, e su ogni palla ci metteva il cuore. Ormai è vecchio e si vede, ma voglio che il mio grande Milan riparta da grandi persone come lui!

Thiago Silva 6 Non era nel suo ruolo e si vedeva. Ha comunque fatto il suo. Poi se penso che fino a qualche anno fa quello era il regno di Pirlo, allora capisco perchè siamo quasi fuori agli ottavi.

Flamini 6 Il suo intervento era da rosso immediato. Però ho la sensazione che gli inglesi abbiamo rallentato proprio dopo quell’entrata. Non è l’esempio classico di sportività, ma ben vengano i giocatori come lui!

Seedorf 3 Ciao Clarence, grazie di tutto.

Robinho 6 Generoso, corre come al solito. Purtroppo non preciso, come sempre.

Ibra 5 Per poco non la pareggiava la partita. Prima o poi doveva giocarla una gara scadente, è accaduto oggi. Forse è meglio, ci serve di più per lo scudetto.

Pato 5,5 Non credo che sia stato il suo ingresso in campo a dare la scossa. Vi sembra possibile che Pato in un tempo non tiri mai in porta? Beh, ieri è successo!

It’s Champions time!

Let's make a night to remember

Stadio San Siro, Milan-Tottenham. Torna dal letargo invernale la competizione più affascinante, riprende il cammino che porterà una sola squadra ad alzare al cielo di Wembley sabato 28 maggio, la coppa dalle grandi orecchie.
Probabilmente quella squadra non saremo noi, a meno che gli dei del calcio non continuino ad aleggiare sopra la madunina e stavolta proteggano la squadra giusta di Milano, ma dato che dobbiamo giocarle queste partite (anche se c’è chi l’anno scorso avrebbe rinunciato alla Champions per non fare brutte figure) proviamo a tirare fuori il massimo e centrare l’obiettivo dei quarti di finale. Obiettivo che, dal trionfo del 2007, non è stato più centrato: due eliminazioni agli ottavi (Arsenal e Manchester) e un anno sabbatico nell’Europa di serie b.

TABU’ INGLESE Dicevamo di Arsenal e Manchester, gli ultimi nostri giustizieri, squadre inglesi come gli avversari di stasera. Più in generale sono parecchie le eliminazioni subìte dalle italiane per mano delle inglesi negli ultimi anni. E si è trattato spesso di sconfitte nette, in cui si è evidenziata una differenza di dinamismo notevole.
E il Tottenham è fondamentalmente questo: una squadra dinamica, esplosiva, atleticamente devastante. Pecca nella fase difensiva ed è lì che dovremo essere spietati: colpire appena possibile. Quando attaccheranno loro sarà importante mantenere la squadra corta e non concedere spazio alle ripartenze e alla velocità degli Spurs (Lennon su tutti, in assenza di Bale).

REBUS FORMAZIONE – Allegri dice poco o nulla in conferenza stampa,  basiamoci sugli indizi. Si parte dalle certezze, ovvero Abbiati, Nesta, Yepes, Thiago a centrocampo con Gattuso e, infine, Ibra. Sulle fasce sono favoriti Abate e Bonera su Oddo e Antonini. A centrocampo Flamini su Merkel, Seedorf probabile trequartista e accanto a Ibra, Pato o Robinho. Uno dei due siederà in panchina per poter sfruttare a partita in corso un cambio in attacco.

PUNTO SU PATO – Non so ancora se giocherà dall’inizio. Ad ogni modo lo vedremo sicuramente in campo e vorrei che questa fosse la sua notte. E’ ancora fermo ai due gol di Madrid in Champions, ma ha tutte le caratteristiche per mettere in ginocchio la retroguardia londinese. Deve ritrovare la cattiveria agonistica, sfruttare gli spazi e puntare spesso la porta. Insomma, più punta e meno guardalinee e può diventare decisivo per il passaggio del turno. Anche se dovesse entrare a partita in corso.

EFFETTO SAN SIRO – Non è un ruolino invidiabile quello casalingo, soprattutto in Champions (una vittoria sola negli ultimi 7 incontri). Gli Spurs puntano tanto sul ritorno a White Hart Lane dove, spinti da un tifo incredibile, riescono a rendere oltre il 100%. Quindi, oggi ci giochiamo una bella fetta di quarti di finale,  il risultato perfetto sarebbe un 2-0.