Stesso piano?

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Io non ho paura

Io sono fiducioso e spiego il perchè di questo mio ottimismo.

Da gennaio non stiamo dando il meglio di noi, abbiamo alcuni giocatori che ci hanno trascinato nei primi mesi visibilmente appannati (Ibra, Binho, Nesta), eppure abbiamo più punti di distacco sul Napoli e lo stesso identico distacco dall’Inter (io ho sempre contato i due recuperi come 6 punti per loro).
Pensiamoci bene, amici milanisti: noi ci stiamo mordendo le mani per aver perso due punti giocando contro l’ultima in classifica, ma loro che hanno perso due punti contro la penultima in classifica, cosa devono fare? Quelli in netto vantaggio siamo noi eh…

Il nostro calendario è più difficile, con alcune trafserte con squadre complicate. Però se andiamo a guardare il nostro campionato, le partite “difficili” in trasferta non le abbiamo sbagliate mai. Avevamo tutti una paura fottuta per le partite contro Napoli e Juventus,eppure abbiamo stravinto senza subire neanche un tiro in porta. Insomma, nelle gare difficili noi ci siamo sempre.

Noi abbiamo la migliore  difesa del campionato, abbiamo subito due tiri in porta in tre partite (tutti nella gara di ieri, dove ci siamo buttati in avanti) e lo scudetto storicamente lo vincono le difese più solide, non le squadre che vincono 5 a 2 o 4 a 3.

L’espulsione di Ibrahimovic potrebbe anche non essere una tragedia. Io uno come lui lo vorrei sempre in campo, ma stare fermo per tre settimane gli permetterà di ricaricarsi e soprattutto sarà l’occasione per Cassano e Pato di dimostrare quello che valgono. Credo che nel derby, con i merdazzurri che sicuramente si butteranno in avanti sfoggiando il loro solito calcio-champagne, Cassano e Pato si troveranno a meraviglia.

Lo so, il pareggio di ieri brucia, anche io ci sono rimasto malissimo. Però dobbiamo anche essere chiari su una cosa: siamo primi con 5 punti di vantaggio, un miracolo se pensiamo che nessuno di noi si sarebbe aspettato di trovarsi in cima alla classifica all’inizio della stagione.
Quindi, considerando che è già tanto essere lassù, pretendere di stravincere lo scudetto con 7-8 gare di anticipo è un po’ troppo, non trovate?
Ce la giocheremo fino alla fine, siamo la capolista e 5 punti sono tanti a così poche giornate dalla fine.
Speriamo che Boateng recuperi subito e non esca più fino alla fine, speriamo che Ibra torni a essere decisivo alla fine del campionato così come lo è stato all’inizio, e soprattutto speriamo che l’Inter, grazie al suo tecnico, commetta qualche altro suicidio come ha fatto con il Brescia.

Il grande incubo

Mezzo disastro, quantomeno portiamo a casa un punticino. Ma è una giornata assolutamente da dimenticare, una partita che lascia in eredità tanti problemi e tanto nervosismo. Abbiamo rischiato di compromettere gravemente un campionato che oggi doveva esser un po’ più chiuso. Siamo qui a ripeterci le stesse cose dette dopo l’Udinese, la Lazio, la Roma, la Juve, tante e troppe partite casalinghe affrontate senza lo spirito giusto. Punti persi che pesano tanto oggi, speriamo di non doverli rimpiangere a maggio.

LA PARTITA – Allegri conferma il tridente di White Hart Lane, ottenendo in cambio la stessa prestazione scialba e inconcludente. Pato si nasconde, Ibra è nervoso come una scimmia, Robinho un disastro e il Bari non soffre. Prendiamo poi un gol assolutamente ridicolo, la difesa si comporta da difesa di terza categoria e Rudolf ci purga. Inizia il secondo tempo, arriva il pareggio annullato per fuorigioco che non c’è. Lì capisci che non è giornata. Diventa un assedio, ma senza gol. Ibra perde la testa: espulso. Cassano fa 1-1, il raddoppio non arriva, per la gioia di un Bari che ha rubato al gioco ogni secondo che potesse prendersi.

IBRA: CIAO CIAO DERBY? – Follia di Zlatan che colpisce con un pugnetto da stronzo, ma non violento, il povero Rossi. Possono scattare le due giornate di squalifica? Rischiamo di perderlo per il derby? La mancanza di gol lo sta rendendo sempre più irritabile, il gesto di oggi è una autentica cazzata.

ARBITRAGGIO – Senza entrare nel merito degli episodi: ha consentito al Bari di non giocare e nel secondo tempo ha fischiato a senso unico. Molto molto irritante. Sottolineo per quelli che leggeranno, ma faranno finta di non capire che il Milan deve battere il Bari indipendentemente dai fischi del signor faccia da scemo.

PAGELLE:

Abbiati 6: incolpevole sul gol.
Abate 7,5: migliore in campo. Sta diventando una certezza.
Nesta 5.5: meno preciso del solito, migliora nelle ripresa.
Thiago Silva 5.5: come Nesta non bene nel primo tempo, cresce nel secondo, sfiorando anche il gol.
Antonini 6: Spinge con regolarità, ma si mangia un gol incredibile.
Gattuso 5.5: in affanno.
Van Bommel 6: dorme sul gol, ma è l’ultimo a mollare. L’errore comunque è grave per uno come lui.
Merkel 5: impalpabile.
Emanuelson 6.5: ingresso positivo.
Seedorf 5: ma cazzo, Clarence, hai corso per 90 minuti a Londra e oggi dopo trenta secondi ti fermi?
Robinho 4: inguardabile, sbaglia passaggi su passaggi, controlli, tutto.
Pato 6: a sprazzi, ma deve dare di più.
Ibrahimovic 3: stupido, stupido, stupido.
Cassano 6: a parte il gol, niente di che.

Testacoda di mezzogiorno

La velocità aumenta,
il traguardo è vicino
Sulla pista un doppiato
E’ il momento di accelerare e superarlo
Avranno visto la bandiera blu?
DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO
MILAN – BARI, IL TESTACODA

https://i0.wp.com/notiziario.calciomercato.it/wp-content/uploads/2011/01/108200984.jpg?resize=326%2C244San Siro, ore 12.30. Sarà Milan – Bari, nel giorno dopo il carnevale Milanese, ad aprire il programma domenicale della tredicesima di A. Programma che culminerà con un bellissimo derby a Roma pochi minuti dopo il fischio finale e, con una difficile trasferta per il Napoli sul campo del Parma. Lo scherzetto all’Inter l’ha già fatto il Brescia, imponendo ai nerazzurri il pareggio. Eccoci quindi oggi in una partita apparentemente facile con la possibilità di portarci a +7 sui nerazzurri e tentare quella che può essere la mini-fuga finale. 83 quindi i punti che ora ci daranno la certezza dello scudetto, pareggiando il derby, e nella improbabile ipotesi che l’Inter vinca le rimanenti gare da qui alla fine. Mancano quindi 22 punti, in soldoni 7 vittorie nelle altre 9 partite. La prima potrebbe arrivare oggi contro il Bari, squadra ormai con un piede e mezzo in B, ma che sta comunque attraversando un buon momento, uscita sconfitta a testa alta da Udine dove solo episodi sfavorevoli gli hanno impedito di portare via un pari che avrebbe meritato. Molte incognite quindi pendono sulla gara di oggi, tra cui Mutti che già qui con il Messina portò via, tra lo stupore generale, i tre punti che a fine anno ci costarono lo scudetto 2005 e non Ventura a cui le abbiamo già suonate in coppa Italia.

FORMAZIONINon convocato Boateng, dopo il recupero-lampo di mercoledì. Per lui riposo in attesa di Palermo. Giocherà Pato dal primo minuto di fianco ad Ibrahimovic, con Robinho che torna a fare il trequartista. Turno di riposo per Flamini, centrocampo “fresco” con Gattuso, Van Bommel e Merkel, i primi due a Milano mentre si giocava a Londra, il terzo subentrato per una decina di minuti. Rientra Antonini in difesa, mentre sull’altra fascia agirà Abate. Al centro Nesta e Thiago Silva, coppia che non subisce gol in casa dalla partita con la Roma (con l’Udinese giocò Bonera, con il Tottenham Yepes). Si sta comunque svuotando anche l’infermeria, oltre a Boateng infatti rientreranno, per il derby, Pirlo ed Ambrosini.

BISOGNA CREARE – Partita che forse sarà diversa dalle due precedenti, troveremo infatti il Bari con ogni probabilità arroccato in difesa nel tentativo di strappare uno zero a zero. Sarà quindi necessario provare a creare quel gioco che non si è visto contro la Juve e nel primo tempo contro il Napoli, bisognerà crearlo inoltre senza gli inserimenti di Boateng, ma, potendo contare sull’apporto di un Robinho che non rende nella posizione di trequartista. La pressione psicologica sui nostri con l’obbligo di non fallire sarà quindi enorme. E considerato che oltre al derby, nelle prossime tre partite ci saranno anche le trasferte di Palermo e Firenze, ma i tre punti di oggi sono fondamentali.

MA QUALE RIMONTA? – Concludiamo quindi con un dato statistico, vincendo oggi annulleremmo l’effetto Leonardo, di fatto, dal 6 di Gennaio Milan e Inter, nelle partite giocate da entrambe, hanno una differenza di soli 3 punti. Il girone di ritorno è pari, i due punti persi da noi sono quelli del 4-4 contro l’Udinese. Vincendo oggi si “annulla” anche quella partita e, di fatto, annullato l’effetto Leo. Leo che aspettiamo al derby, dopo il quale, vincendo oggi, abbiamo la certezza di rimanere comunque davanti. Ecco perché, nel testacoda, bisogna stare attenti a non ribaltarsi.

 

Il dopo-Champions

Chiuso il capitolo Tottenham è tempo di tornare al campionato e proseguire la strada che porta al diciottesimo. L’impegno non è dei più proibitivi, anzi è probabilmente quanto di meglio ci potesse essere: si gioca in casa contro il Bari, per il più classico dei testacoda.
La squadra allenata da Bortolo Mutti (già vittorioso a San Siro contro di noi quando allenava il Messina) è, di fatto, già in serie B a meno di clamorosi miracoli, pertanto sarà interessante vedere l’atteggiamento con cui giocheranno: difendere strenuamente per uscire da Milano con un punticino oppure giocarsela, rischiando di perdere, ma cercando soddisfazione nella prestazione? Se noi faremo il nostro è difficile che non si vinca, quindi mi auguro che la squadra abbia già ritrovato le energie mentali giuste.
In attesa di ciò, ripassiamo un po’ come sono state negli ultimi anni le partite che hanno seguito l’eliminazione dalla massima competizione europea…

Stagione 2003-04: quella dell’ultimo scudetto, ma anche della disfatta di La Coruña, datata 7 aprile 2004. Tre giorni dopo, in un San Siro ancora incredulo (ero presente e l’atmosfera era stranissima) si giocò Milan-Empoli, partita importante per lo scudetto (il distacco era più o meno quello di oggi, mancavano meno partite però). Partita bruttina, complicata, risolta da un rigore di Pirlo all’87°.

Stagione 2005-06: eliminati in semifinale dal Barcellona di Ronaldinho. Dopo la trasferta al Camp Nou, riceviamo in casa il Livorno: 2-0, doppietta di Pippo. Ero allo stadio anche quella volta, sapete qual’era il tormentone? Vogel in campo al posto di Pirlo, che fece una stagione sottotono (poi si trasformò ai mondiali).

Stagione 2007-08: inizia la maledizione degli ottavi, il Milan campione del mondo esce con l’Arsenal, 0-2 in casa. La classifica in campionato piange (e piangerà anche a fine anno), non c’è da perdere tempo e così arriva una  vittoria a Empoli per 3-1. Partita brutta, ma i gol di Pato, Ambrosini e Kakà sono una boccata d’aria fresca per Ancelotti.

Stagione 2009-10: tempi recenti, quelli del 4-0 a Manchester. Il venerdì però l’inter perde a Catania e domenica 14 marzo giochiamo per portarci a -1. L’avversario è il Chievo di uno strepitoso Mario Yepes, sembra essere l’ennesima occasione persa, ma al novantesimo Clarence Seedorf illumina San Siro con un gol da leggenda.

Quattro precedenti, quattro vittorie. Trattasi semplicemente di curiosità, non attribuisco a queste partite un valore statistico. E’ un piccolo excursus nel passato.

Destinazione Wembley – 12° Puntata: Il nuovo che avanza

https://i0.wp.com/www.calcioline.com/wp-content/uploads/2010/12/shakthar2.jpg?resize=347%2C219La copertina della settimana, è indubbiamente, dedicata allo Shakthar Donetsk, squadra, che molti hanno ignorato solo per non chiamarsi “Arsenal” o “Bayern Monaco” ma che sta continuando a stupire. 3-0 alla Roma, così come avevano fatto nel girone con i Gunners. 7 vittorie in 8 gare di Champions League, solo una sconfitta, all’Emirates, dove però ha perso anche il Barça di Guardiola. Insomma i vincitori della UEFA 2009 diventano una realtà da non sottovalutare e che può guadagnare la semifinale. Sono finiti i tempi in cui prendevano tre gol da Gilardino.

Passa anche lo Schalke 04, per 3-1, non segna Raul, ma avrà altre due partite per farlo e prendersi il record delle coppe Europee. Se consideriamo che la formazione di Gelsenkirchen in Germania occupa la decima posizione, allora è scontato che a preoccuparsi non deve essere solo il campionato italiano, ma anche la liga, troppo occupata negli ultimi cinque anni a fare leggi e normative economiche unicamente a favore di Real Madrid e Barcellona, che ormai giocano un campionato a parte, con avversari scadenti.

Ed è proprio il Barça, seppur con fatica, la terza qualificata. L’Arsenal di fatto al Camp Nou gioca di rimessa, concedendosi solamente un quarto d’ora di calcio vero, nel momento in cui trova il gol del pareggio. Busacca rovina con l’espulsione fiscale di Van Persie (rimborso torti dello scorso anno ai catalani?) una gara bellissima. La sensazione è sempre la stessa, comunque, che le due spagnole siano sì le più forti, ma non dimostrino quella netta superiorità sul campo che gli si attribuisce molto spesso a parole.

E allora io continuo a puntare sulle inglesi, non il Tottenham, che passa per grazia ricevuta eliminando un Milan con importanti defezioni a centrocampo, ma su Chelsea e Manchester United, più abituate a gare di alto livello. Può essere ancora l’anno di Carletto?

Fiero di questa squadra

Non è colpa loro se il Milan non è una grandissima squadra e viene eliminato dal Tottenham. I giocatori scesi in campo ieri hanno giocato davvero una bella partita. Era da anni che non vedevo una squadra italiana correre cosi tanto e giocarsela fuori casa con una squadra straniera, neanche l’Inter dell’anno scorso che era capace di andare avanti soprattutto grazie ad aiutini arbitrali e catenacci con dosi di culo elevatissime.

Il Milan di ieri è quello che vorrei vedere ogni partita (o quasi): giocatori freschi che corrono, pressano a tutto campo, giocano corti (a parte Ibra, ahimè) e soprattutto non aspettano l’avversario come fanno sempre le squadre italiane (e come abbiamo fatto noi all’andata).
Come sapete considero il Tottenham leggermente superiore al Milan, eppure ieri non si è vista questa superiorità. Certo, avere due laterali come Lennon e Bale è tanta roba…

La partita di ieri, che a prima vista potrebbe apparire inutile e dispensiosa, ci ha dato alcune risposte fondamentali in realtà:
1) Seedorf, impiegato una volta ogni tanto, è ancora capace di fare grandi prestazioni. Inutile quindi emarginarlo totalmente, soprattutto se non c’è nessun altro.
2) Robinho segna un gol ogni 5 azioni nitide che ha a disposizione. Esagerato.
3) Abate è un giocatore che sta maturando, sbaglia pochissimo. Da tenere anche la prossima stagione per vedere se si conferma, e pensare a prendere un grande laterale sinistro (però davvero forte eh).
4)  Ibrahimovic è alla frutta, ma escluderlo dai titolari adesso a mio avviso sarebbe un errore. Ci ha trascinato quasi da solo fino a un mese fa, tornerà a farlo a breve.
5) Flamini sarà pure esagerato in alcune entrate, però è il tipo di giocatore che terrei sempre.
6) Boateng (che ieri ha giocato bene) come mediano rende la metà rispetto a trequartista.

Ora si pensa al campionato, che è il nostro obiettivo principale e dobbiamo centrarlo visto che ormai ci siamo. Poi, nella speranza che la società faccia una bella campagna acquisti, il prossimo anno completiamo questa squadra fatta un po’ alla rinfusa e ci giochiamo anche la Champions, ma da protagonisti!!!

PAGELLE:

Abbiati 6 Serata tranquilla, nessun interventi importante.
Abate 6,5 Bravissimo in fase difensiva. Maluccio nei cross, ma i suoi limiti tecnici li conosciamo.
Nesta 6 Ha commesso errori che fino all’anno scorso era impensabile che commettesse. L’età avanza, ma lui regge.
Thiago Silva 7 Il nuovo Baresi.
Jankulowski 6 In difficoltà contro Lennon, ma molto meno rispetto a quanto lo era stato Antonini all’andata.
Flamini 6 Corre come un pazzo e alcune entrare sono da killer. Ma a me va bene così.
Seedorf 7 Partita perfetta. Al di là del ruolo diverso in cui è stato impiegato, se all’andata avesse giocato in questo modo sarebbe stata un’altra partita.
Boateng 6,5 Altra buona partita, ma da mediano è troppo confusionario.
Robinho 5,5 Corre tanto, ma commette troppi errori davanti alla porta. Se non abbiamo segnato è soprattutto colpa sua.
Pato 6 In ombra rispetto alle ultime grandi prestazioni, ma le poche volte che tocca il pallone si avvicina al gol più di tutti.
Ibrahimovic 5,5 Partita generosa, ma non tira mai in porta, e per una punta non è un particolare di poco conto.
Antonini 6 Contiene Lennon alla fine. Sarebbe stato più importante se lo avesse fatto all’andata!
Merkel 6,5 Il ragazzino ha carattere. Entra subito in partita, ma è troppo leggero per ora.
Strasser s.v.

Proviamoci (?)

Si riparte da qui

Londra, White Hart Lane. In uno degli stadi più straordinari d’Europa per l’atmosfera che i tifosi sanno creare, il Milan si gioca l’ingresso tra le otto regine d’Europa partendo dalla condizione di sfavorito, stante la vittoria esterna degli Spurs nel match di tre settimane fa.
Mai partita decisiva di Champions fu meno attesa, almeno per quanto mi riguarda. Da un lato la voglia, forse il dovere, di provarci incondizionatamente, perchè questa è la Champions e non si può lasciare che ci scivoli dalle mani senza nemmeno provare a trattenerla. Ma d’altro canto sarebbe forse meglio poter dedicare tutte le nostre forze al tricolore, obiettivo ben più reale e concreto rispetto alla coppa, che probabilmente ci vedrebbe eliminati ai quarti di finale con un cambiamento quindi non sostanziale.

E poi il discorso delle energie: è il caso di aggiungere altre due partite a un calendario già di suo particolarmente impegnativo? Sì, no, chissà. Però se si passa si fa il pieno di autostima e a volte dove non arrivano le gambe, arriva la testa. Cosa scegliere?
Ultima ma non ultima, la paura che accompagna coloro che devono ribaltare un risultato, cioè quella di prendere una scoppola (ipotesi nemmeno tanto remota, giocando contro una squadra devastante in contropiede). Insomma, un’altra Manchester no, grazie.
Personalmente mi accontenterei anche di un’eliminazione dignitosa, ovviamente senza sputare sopra ad un eventuale passaggio ai quarti di finale. Ribalto quello che dissi l’anno scorso prima della trasferta ad Old Trafford: se là era meglio provarci e prenderne 4, oggi preferirei uno 0-0. Là, non avevamo nulla da perdere, oggi dobbiamo conservare le certezze che ci siamo costruiti nei mesi.

Gli intoccabili

Allegri, questi problemi non se li è posti: giocano i migliori (che alla fin fine è la soluzione più logica davanti a una partita comunque molto importante, schierare le riserve sarebbe stato troppo provinciale). Quindi niente panchina per Zlatan Ibrahimovic, il cui fisico potrà certamente servire, come è stato a Torino e come è sempre, anche quando non segna. Con lui Pato e Binho, dietro loro non sappiamo ancora chi giocherà (sceglierò in extremis, ha datto il mister). Certa la presenza di Flamini, Abate, Nesta e Thiago, mancano il terzino sinistro e due centrocampisti (da scegliere tra una ristretta rosa). Un solo appunto: le ultime prestazioni di Seedorf davanti alla difesa si sono rivelate tragiche.

Nel Tottenham non dovrebbe esserci dall’inizio lo spauracchio Bale, stando alle parole di Redknapp. Il resto della squadra abbiamo imparato a conoscerlo: fisicità e dinamismo.

In definitiva la vivrò con serenità, ma tutte le chiacchere della vigilia andranno a farsi benedire e lasceranno posto al solito tifo di sempre. Dal primo, all’ultimo minuto, perchè come diceva un tale “Non è finita finchè non è finita”. Dopodichè accetterò il verdetto del campo, augurandomi solo che gli Spurs non ci infilzino come fecero coi cugini qualche mese fa. In quel caso mi incazzerei.

 

Due grandi squadre in lotta per lo scudetto

Siamo arrivati all’8 marzo, mancano 10 incontri alla fine del campionato e le due squadre milanesi hanno definitivamente staccato le avversarie per la corsa allo scudetto. Se questa estate in sede di pronostici era evidente la superiorità come rosa delle suddette squadre, la catena di infortuni che ha colpito entrambe in momenti diversi, aveva riequilibrato la situazione, rallentando il cammino di Milan e Inter.

Questo scudetto, sarà sicuramente uno di quelli più combattuti e più belli degli ultimi 10 anni, in cui due grandi squadre meritano, per le prestazioni sportive effettuate,  di vincerlo. Sono sempre più convinto, ma lo ero già a dicembre e gennaio (come scrivevo nei post di allora), che il Milan dovrà fare 84-86 punti,  causa un’Inter che farà sicuramente 80-81 punti. Il calendario prevede per il Milan la trasferta difficile e finale di Udine, pertanto bisogna andarci con lo scudetto già vinto, pena una grossa delusione.

Applausi  ed ancora applausi a Leonardo ed Allegri, il primo come grande comunicatore che è sempre stato è riuscito a tirare fuori il massimo da una squadra in letargo ed appagata, il secondo che con coraggio ha saputo nel momento del  bisogno fare scelte difficili: lasciando fuori dalla rosa titolare campioni come Ronaldinho e Seedorf e proporre a sorpresa tre incontristi a centrocampo, evento mai successo negli ultimi dieci anni.

La squadra modellata da Allegri è una squadra tenace che applica il pressing fin  con gli attaccanti e che  con l’arrivo di Van Bommel, ha costruito un muro davanti ad Abbiati, dove ultimamente tutte le squadre vanno a sbattere.  Gli acquisti di Ibrahimovic, Robinho e Boateng e Van Bommel hanno permesso alla squadra  rossonera di cambiare completamente pelle: meno fronzoli e giocate di classe ma più concretezza, questa la ricetta cucinata dall’allenatore di Livorno. Allenatore che ha saputo recuperare un parte del patrimonio della rosa quali Gattuso, Zambrotta,  Inzaghi,  Flamini ed infine Jankulovski, giocatori che il precedente tecnico aveva deliberatamente accantonato.

Malgrado questi complimenti bisogna sottolineare anche i limiti attuali della compagine rossonera:  in primis questo vizio di non chiudere le partite, anche sabato sera, l’attacco ha sprecato troppe occasioni e la squadra pur avendo la possibilità, non ha segnato la seconda rete della tranquillità,  rischiando di subire nell’ultima azione della partita, il pareggio beffa.

Il calendario propone per i prossimi due incontri di campionato, due partite molto insidiose, non fatevi ingannare dai nomi, la trasferta a Palermo evoca brutti ricordi,  il Milan deve assolutamente vincere, per arrivare al derby in condizione di assoluta tranquillità.

Notizie positive dall’infermeria: i rientri di Antonini,  Zambrotta, Bonera, Merkel e Strasser, dovrebbero permettere ad Allegri di poter scegliere fra una gamma di terzini e i protagonisti del centrocampo e soprattutto  di  spingere finalmente Seedorf  in tribuna. E  questo permettetemi di dire non ha prezzo.

Difesa di ferro

Il segreto di questo Milan è senza dubbio la fase difensiva. A inizio anno nessuno avrebbe mai potuto pensare che i rossoneri sarebbero diventati una squadra cosi solida, capace di subire zero tiri in porta in 180′ contro Napoli e Juventus. Incredibile, visto e considerato soprattutto il fatto che per 10 anni questa squadra ha giocato in modototalmente diverso, e molti membri di quella squadra che giocava in modo offensivo sono ancora presenti, anche se pian piano sono sempre meno impiegati.

Credo che il merito maggiore di questo cambiamento di rotta vada al mister, che dopo un breve periodo di ambientamento ha dimostrato di aver preso in mano la situazione e di aver fatto andare la squadra verso il modo di giocare che lui prediligeva. Non credo che Allegri avesse in testa questo stile di gioco fin da luglio, anche perchè si era trovato con una squadra molto diversa da quella attuale. L’arrivo di Ibrahimovic (ma anche quello di Robinho) hanno poi rivoluzionato i piani del mister, che ha capito dopo poche settimane che il modo di giocare più redditizio è questo che sta utilizzando.

Grandi meriti vanno anche alla nostra coppia centrale di difesa, che si sta rivelando imbattibile. Ma mentre Nesta, dopo una carriera in cui si è dimostrato fra i 10 difensori più forti di tutti i tempi, sta dando qualche ovvio segno di cedimento, Thiago Silva sta crescendo ulteriormente rispetto all’anno scorso, e credo si stia attestando ormai fra i primi 2-3 difensori al mondo ad oggi. Ottime anche le prestazioni di Abate, che come sapete io continuo a considerare non un giocatore di grande livello, ma che quest’anno sta sbagliando pochissimo in fase difensiva e soprattutto gioca con grandissima intensità per tutti i 90 minuti, caratteristica da non sottovalutare nel calcio moderno. Rimane un’incognita la fascia sinistra, anche se Antonini dopo un brutto periodo si sta risollevando, nonno-Zambrotta il suo piccolo ma costante contributo tornerà a breve a darlo, e Jankulowski (che non è più da considerare da almeno 2 anni) ha dimostrato di essere un professionista esemplare (grazie e ciao). Infine, ma non meno importante, un centrocampo composto da corridori a cui si è aggiunta l’esperienza e la freddezza di Van Bommel, che certo non vorrei rivedere il prossimo anno in rossonero, ma che in questo periodo sta dando un contributo fondamentale garantendo un’ottima circolazione di palla.

Rimane il fatto che il principale merito di questa rivoluzione, che sembrava impossibile solo fino a qualche mese fa, a mio avviso è soprattutto dell’allenatore.

Solidità, cuore e Rino-gol

RINOOOOO!!!

Rino Gattuso che segna. Di sinistro. A Buffon. Il gol decisivo. Ebbene no, non è fantascienza, è solo la splendida realtà che emerge in quel di Torino, dove un Milan sempre più tosto e quadrato infligge l’ennessimo duro colpo alla Juve e, cosa più importante, si avvicina di altri tre punti al traguardo scudetto. La gara coi gobbi era un viatico importante, ma tutto è filato liscio, la squadra si è dimostrata per l’ennesima volta matura e paziente, brava a gestire ogni momento del match.
C’è chi diceva che vincendo a Torino era fatta. Io aspetterei ancora un po’ (diciamo fino al derby), ma con le ultime due vittorie è sicuramente aumentata la mia serenità e la fiducia nei ragazzi e nell’allenatore, a cui chiedo solo una cosa: fare bottino pieno da qui a maggio nelle partite casalinghe. Se lo si farà, difficile che il tricolore scappi.

LA PARTITA – Allegri deve rinunciare a Pato per febbre: Cassano titolare con Boa e Ibra. Ennesima rivoluzione invece per Delneri, che riporta Chiellini al centro (fuori Bonucci) con Traorè terzino. Martinez a sinistra, in avanti coppia pesante con Toni e Matri.
Una squadra gioca per vincere, l’altra per non perdere. Ne consegue che sia il Milan a fare la partita, la Juve fa quello che con le grandi le è riuscito meglio sin qui: chiudersi e provare a ripartire. Pochi spazi per noi, che arriviamo al tiro pericolosamente con Ibra e Cassano.
Nella ripresa il copione è simile e proprio quando penso che inizi a mettersi male, arriva il gol clamoroso di Rino. La Juve è totalmente incapace di reagire, i minuti passano, Rizzoli fischia tre volte.

MAMMA CHE DIFESA! – Zero, dicasi zero, tiri in porta concessi a Napoli e Juve, i cui attacchi – ci diranno – sono poca cosa: non ascoltateli. Merito senz’altro dei due colossi, Nesta (vecchio, acciaccato ma superiore a tutti i colleghi) e Thiagone (a tratti direi esagerato), ma non solo loro: la fase difensiva la si fa tutti insieme, quindi i complimenti vanno indirizzati a difesa, centrocampo e (in parte) anche all’attacco, ma pure ad Allegri, artefice di questa solidità invidiabile e invidiata, tranne ovviamente da chi ama il calcio di Telè Santana: che gliene fotte della difesa?!?

PAGELLE:

Abbiati s.v: da due partite, è come stare in vacanza.
Abate 6: copre ma non soffre. E sfodera un paio di chiusure da applausi.
Nesta 7:
ultima stagione da titolare inamovibile. Se non altro chiuderà ai livelli altissimi di sempre.
Thiago Silva 8:
senza più aggettivi per descrivere cotanto difensore.
Jankulovski 6:
due errori da Janku, che passano in cavalleria grazie agli altri.
Gattuso 7:
non segnava da 3 anni. Inutile dire che è il gol più pesante della sua carriera.
Van Bommel 6.5:
controllo assoluto della mediana.
Flamini 6.5:
quando fa il calciatore e non il killer, il centrocampo ne risente positivamente.
Boateng 6.5:
nota dolente. Non per la prestazione, ma per l’infortunio.
Cassano 6:
sta meglio, si impegna tanto, ma non punge. Non male comunque.
Ibrahimovic 6.5:
periodo in cui fatica ad arrivare al tiro. Ma lì davanti ogni pallone è suo e tutti i gol passano per lui. Se conta l’efficacia, allora va bene anche così.
Robinho 5.5:
entra poco in partita.

Cuore d’oro

Il calendario come già detto era un falso problema.
6 punti tra Napoli e Juve, con la stampa già pronta a crocifiggerci a un mezzo passo falso.
Ancora a +5, ma il peggio è passato.
Due partite dove dovevamo soffrire, ma che abbiamo portato a casa senza concedere un singolo tiro in porta agli avversari. Ora dietro hanno molta più paura di quanta ne avessero prima.

E Rino, lui, la sua partita personale contro chi l’anno scorso non l’ha mai visto e lo relegava in panchina, la sta vincendo.
Arrivare secondi, ora, sarebbe sì uno scandalo.

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Altra brutta giornata per loro

#UPDATE – Pagelle:

Abbiati: s.v. poteva giocare in porta anche una vecchia ottantenne. Non fa una parata in due partite.
Abate: 6,5. fa il suo sulla fascia destra dominandola. Stagione ottima, sempre più il Maicon biondo.
Nesta: 6,5. acciaccato ma da lì non si passa.
Thiago silva: 9. MOSTRO. Se vinciamo questo campionato prendete il cemento e fategli una statua davanti a Milanello. Altro che Ranocchia… SPAVENTOSO!
Jankulovski: 7. due partite buonissime ad alto livello, va sul fondo, si inserisce, crossa. Perché negli ultimi due anni ce lo siamo dimenticati in panchina
Gattuso: 7,5. l’uomo in più. Due cubi di granito al posto dei coglioni, corre, segna e spinge la squadra verso la vittoria. CAPITANO VERO
Van Bommel: 7. E ora contestatelo ancora, su, dai contestatelo…. RINNOVO SUBITO!!!!
Flamini: 6. Corre spesso ma i piedi sono quelli che sono. Robinho gli toglie un gol.
Boateng: 6,5. Esce anzitempo, dopo un ottimo primo tempo. L’arma in più è lui. TORNA
Robinho: 5,5. Gioca in un ruolo non suo. Deludente
Ibrahimovic: 6. Solito gioco di sponde. Ma lo vogliamo vedere correre e tirare. BASTA FARE IL PALO IN AREA!!
Seedorf: 3. MA CHI CAZZO L’HA FATTO ENTRARE QUESTO?????
Cassano: 6,5. Si divora un gol che avrebbe chiuso la gara nel primo tempo. Lezioso ma in forma.
Allegri: 6. Sei perché ha vinto. Ma i cambi sono rivedibili.

Coincidenze e differenze

Continua la caccia nel safari rossonero.
L’aquila è scappata,
Il grifone ha resistito
L’asinello è nel sacco.
Ora tocca alla Zebra…
… poi, a soccombere, sarà ancora il Biscione.
DALLO STADIO OLIMPICO DI TORINO, JUVENTUS – MILAN
IL CLASSICO!

https://i0.wp.com/static.sky.it/static/images/sezioni/sport/calcio_italiano/16esima%20giornata/juve_milan/ambrosini_gol_juve_milan_548.jpg?resize=285%2C179In scena a Torino il duecentosessantunesimo derby d’Italia. Per molti anni, la maggior parte degli ultimi, questa era la partita del campionato. Oggi non solo la troviamo inferiore al derby di Milano, ma anche alla nostra partita di Lunedì contro un Napoli secondo in classifica. Arriviano quindi al classico numero 261 due squadre radicalmente diverse, il Milan capolista, reduce da un secco e rotondo successo contro la ex-seconda in classifica e che Mercoledì andrà a giocarsi il passaggio ai quarti di Champions, e una Juventus in crisi, reduce da due sconfitte consecutive, fuori dall’Europa (League) già da Novembre e nel frattempo eliminata anche dalla Coppa Italia. Il Milan ha quindi, nell’unica partita del torneo che tra l’altro celebrerà i 150 anni dell’Unità d’Italia con magliette ad-hoc, la possibilità vincendo di mantenere il distacco sull’Inter, sicuramente vittoriosa contro un Genoa decimato da dubbie decisioni arbitrali a Catania, a cinque punti allineando di fatto i calendari. Alle Milanesi rimarranno, infatti, dopo questa partita, da affrontare, oltre al derby, due big a testa: Napoli e Lazio per l’Inter, Roma e Udinese per il Milan, entrambe in collocazioni di calendario simili ma non vicine. 5 punti possono quindi dire già scudetto, vuol dire potersi concedere, in caso di pareggio al derby, due sconfitte o addirittura una sconfitta e due pari nelle rimanenti nove partite con la sicurezza di alzare il massimo riconoscimento italiano a fine stagione. Per farlo bisognerà espugnare per il secondo anno di fila Torino, impresa difficile, ma che quasi sempre ha coronato gli scudetti rossoneri.

IL MILANFuori Merkel, che non sarà a disposizione per la sfida di Torino, rimangono in infermeria Antonini, Bonera, Ambrosini, Pirlo e Inzaghi. Per gli ultimi tre si parla di rientro eventuale ad Aprile, dopo la sosta, forse per il derby. Recuperano Strasser e Legrottaglie, solo tribuna per loro insieme a Zambrotta (che si sta allenando in gruppo ma non è ancora al 100%). Confermato quindi a sinistra Jankulovski dopo la buona prestazione di Lunedì, a destra agirà Abate, al centro Nesta e Thiago. Centrocampo muscolare con Gattuso, Van Bommel (sempre più ottimo acquisto) e Boateng che agirà da mezz’ala (Flamini risparmiato per Londra?). Robinho quindi ancora trequartista, dietro a Ibra e Pato. Cassano in panchina, nonostante i 90′ contro il Napoli e il fatto che a Londra, mercoledì, non potrà giocare.

LA JUVENTUS – Squalificato Pepe, indisponibile tra gli altri Grosso, a sinistra vedremo Sorensen, terzino giovane, ma da non sottovalutare, considerato che nello scontro con l’Inter ha annullato Samuel Eto’o. Centrali Chiellini e Barzagli (avrei preferito la pippa Bonucci), Traorè a destra. Centrocampo in linea, composto da Krasic, Felipe Melo, Marchisio e Martinez, in attacco l’ex Matri campione d’Europa 2003 e d’Italia 2004 con la maglia del Milan, e Luca Toni. Recuperato in extremis Aquilani ma dovrebbe partire dalla panchina. Attenzione a non sottovalutare la Juve nonostante il Canyon di distanza in classifica, la loro stagione probabilmente finirà qui, stasera è attesa una prova più che altro d’orgoglio. La Juve è infatti grande con le grandi e piccola con le piccole, proprio perché ha difficoltà a fare la partita, ma si trova a suo agio quando la partita la fanno gli altri. Il 2-1 dell’andata, ottenuto senza uno straccio di gioco a San Siro, dove meritava probabilmente di essere sotto tre gol dopo 15 minuti insegna.

L’INTER – Stasera in campo scenderanno anche loro. Per la prima volta con gli odiati rivali, con le sciarpe bianconere al collo. Chissà che effetto gli farà. Chissà, se come contro Napoli, negheranno episodi arbitrali solari e si schiereranno a favore dell’ex rivale. Per loro probabilmente serata strana, anche e forse più di quella di Manchester nel 2003.

Storie di calcio: Juventus-Milan 0-0, 2004

18 dicembre 2004, stadio Delle Alpi, Torino. Il Milan sfida la Juventus in un match che tutti individuano già come decisivo per la vittoria finale, visto che stiamo parlando delle due squadre indiscutibilmente più forti d’Italia. Ancelotti perde all’ultimo Maldini, sostituito al centro della difesa da Billy Costacurta, per il resto la formazione è quella titolare con Shevchenko e Crespo in avanti, Pirlo in regia e Dida in porta. Capello come al solito si copre e preferisce il combattente Blasi in mezzo al campo al posto di Appiah, con Tacchinardi non al meglio in panchina.

Dopo 4 minuti subito pericolosi i rossoneri con Sheva, che riceve da Kakà e prova un diagonale sul quale nessuno riesce ad arrivare, anche perchè Crespo e nettamente trattenuto da Zebina a pochi metri dalla porta. Dopo un altro clamoroso fallo in piena area sempre di Zebina che affossa Kaladze sugli sviluppi di un calcio piazzato, al 17′ ancora l’ucraino si fa vedere con una gran botta da fuori area, la palla però finisce al lato di pochissimo. Al 40′ grande azione di Kakà che salta un paio di uomini e dà il pallone a Seedorf in area, il cui tiro è bloccato da Buffon. Da segnalare che Nedved, nervosissimo, è autore di almeno 3 falli che meritavano minimo l’ammonizione. Da cacciare.
Nel secondo tempo prosegue la vergogna nazionale: dopo sei minuti Seedorf lancia Sheva in posizione regolarissima, ma l’arbitro fischia il fuorigioco. Al 20′ Kakà si invola verso la porta tutto solo, ma l’arbitro Bertini ferma l’azione per sanzionare col giallo un precedente fallo di Thuram. Al 44′ Sheva dà il pallone a Pirlo, che dalla sinistra fa partire un tiro-cross che nessuno riesce a ribadire in rete e finisce fuori di poco.

Una partita stradominata dai rossoneri, che finisce in parità solo a causa di alcune decisioni arbitrali scandalose. Sono queste le partite che mi fanno godere sapendo che la Juventus è stata distrutta qualche anno dopo grazie a Calciopoli.

JUVE: Buffon; Zebina, Thuram, Cannavaro, Zambrotta; Camoranesi, Emerson, Blasi (35’st Tacchinardi), Nedved; Ibrahimovic, Del Piero (1’st Zalayeta)
A disposizione: Chimenti, Pessotto, Montero, Tacchinardi, Appiah, Kapo, Zalayeta
Allenatore: Capello
MILAN: Dida; Cafu, Nesta, Costacurta, Kaladze (18’st Pancaro); Gattuso, Pirlo, Seedorf; Kakà; Shevchenko, Crespo
A disposizione: Abbiati, Pancaro, Coloccini, Ambrosini, Dhorasoo, Rui Costa, Serginho
Allenatore: Ancelotti

Arbitro: Bertini di Arezzo

Il punto sul Mercato: 11° Puntata – I primi botti del calciomercato estivo

Siamo al 3 di marzo e già le grandi squadre della serie A hanno impostato a grandi linee gli obiettivi di mercato della prossima estate. In questi ultimi mesi avevo smesso di dare notizie di mercato infastidito anche dall’atteggiamento di alcuni redattori di altri blog che riprendevano le notizie date in esclusiva dal sottoscritto, facendole proprie.

Cominciamo dalla vicenda Kakà: nel post del 14.09.2010 avevo segnalato in anteprima le telefonate esplorative di Kakà con i giocatori attuali brasiliani della rosa del Milan, per un suo eventuale ritorno. Successivamente le telefonate erano intercorse con i dirigenti Rossoneri fino alla svolta di lunedì sera. Il padre procuratore ha comunicato a Galliani  che Kakà ha rotto definitivamente con l’allenatore di Setubal e pertanto stanno vagliando le eventuali offerte, in particolare quella dell’Inter, destinazione più probabile per il brasiliano. L’intento del padre procuratore è chiaro:  scatenare un’asta tra le squadre milanesi per strappare migliori condizioni economiche. Diciamolo subito: le possibilità che Kakà torni al Milan, per fortuna aggiungo, sono pochissime, anche perché è Galliani il solo dirigente favorevole a questo ritorno. Il calciatore dovrebbe accettare una decurtazione del 50% del suo attuale ingaggio ed arriverebbe sicuramente con la formula del prestito. Condizioni difficili da accettare per un giocatore così attaccato al denaro come il brasiliano.

Diciamolo subito senza giri di parole, il vero obiettivo primario  di mercato della prossima estate è Sergio Ramos: su questo giocatore c’è il parere favorevole della proprietà della dirigenza e dell’allenatore, sarebbe il giocatore famoso che  impreziosisce  una campagna acquisti. Questa trattativa è difficile, ma non impossibile, visti gli ottimi rapporti tra le due società . Sicuramente nella prossima estate il Real Madrid si priverà di diversi giocatori di qualità, ritenuti non compatibili con il progetto dell’allenatore. Le due società milanesi saranno in prima linea per acquistare, a prezzi di saldo, i vari Gago, Pedro Leon, Diarra e Benzema.

Le direttive della proprietà in questi ultimi giorni alla dirigenza sono chiare: rafforzare la difesa con giocatori da Milan, ed ecco spiegata l’offerta a Mexes di un contratto quadriennale. L’impressione è che la società di via Turati, voglia riportare a casa sia Astori che Paloschi ma senza farsi ricattare dalle piccole società come Cagliari e Genoa a costo di rinunciarvi per principio. A gennaio per Lazzari il Cagliari chiese addirittura 10 milioni, una follia.

Che non vi sia unanimità di intenti tra i dirigenti del Milan lo si percepisce anche nella scelta del trequartista tra Ganso o Lamela. Galliani propende per il giocatore brasiliano reduce da due interventi ai crociati ed un menisco mentre Braida caldeggia Lamela.

Continua l’estenuante tira e molla con il Lione per Cissokho, prima scelta nel ruolo di terzino di sinistro. La società francese non intende abbassare la richiesta di 15 milioni. Considerato la situazione di stallo delle trattative si stanno cercando soluzioni alternative. Immaginare una difesa composta nella prossima stagione  da Cissokho, Thiago,  Mexes e Sergio Ramos a questo punto non è un sogno ma una possibilità concreta.

Quello che preoccupa invece è che non si cerca con insistenza un regista di centrocampo. L’interesse per Poli e Leon è rimasto qualcosa di poco concreto e sull’italiano si è inserita l’Inter, viste le difficoltà ad assicurarsi le prestazioni sportive di Ilner o Montolivo. Non vorrei che alla fine, questa campagna di rafforzamento del Milan nel reparto difesa non avvenga a scapito del centrocampo bisognoso di un nuovo giovane regista.

 

La sai l’ultima?

https://i0.wp.com/net-storage.tccstatic.com/storage/milannews.it/img_notizie/thumb1/0655be8bd155eb9f05ac967e1598ecbb-17029-9647c282ca1f65eb65d80312866e51ab.jpeg?resize=260%2C260Il barzellettiere d’Italia colpisce ancora. Alla consegna dell’ambrogino di cartone (quello d’oro a dicembre non gliel’hanno dato, hanno ri-organizzato una cerimonia apposta dopo le lamentele) ci ha regalato questa perla, che non possiamo non condividere.

L’Inter è Milano, i tifosi dell’Inter sono sempre stati considerati i milanesi veri… L’Inter ha sempre rappresentato l’orgoglio dello sport milanese, ha più radici l’Inter per la città che il Milan

Certo, questi livelli sono ancora irraggiungibili, ma il barzellettiere è in forma. Dopo sanremo, ecco il loro settimo titolo.

http://net-storage.tccstatic.com/storage/milannews.it/img_notizie/thumb1/0655be8bd155eb9f05ac967e1598ecbb-17029-9647c282ca1f65eb65d80312866e51ab.jpegL’Inter è Milano, i tifosi dell’Inter sono sempre stati considerati i milanesi veri… L’Inter ha sempre rappresentato l’orgoglio dello sport milanese, ha più radici l’Inter per la città che il Mil

Van Bommel, l’unico acquisto decente di gennaio

A mio avviso il migliore in campo contro il Napoli (insieme a Pato) è stato Van Bommel. Un giocatore che devo dire mi ha favorevolmente impressionato, sebbene all’inizio il suo arrivo mi ha fatto un po’ storcere il naso. E’ vecchio e in parabola discendente, è evidente, però sa ancora il fatto suo e in un centrocampo disastrato come quello rossonero devo dire che si sta rivelando non solo utile, ma addirittura fondamentale. Il centrocampista è ancora forte fisicamente, ma ha stupito tutti quelli che affermavano che era solo capace di distruggere e mai di costruire. Van Bommel lunedì ha dimostrato di saper interpretare in modo soddisfacente il ruolo del regista classico. Non avrà i piedi di Pirlo, ci mancherebbe, ma la palla la fa girare, e la qualità la dà eccome alla squadra. In  più di Pirlo, però, garantisce una fase difensiva eccellente ed è molto difficile passarlo quando ti trovi di fronte a lui.

Devo essere sincero, io a subito l’ho considerato il meno peggio degli acquisti, se non altro perchè di un mediano di questo tipo ne avevamo assolutamente bisogno, anche se al posto suo sarei stato felicissimo di vedere un ragazzo magari con un po’ meno di esperienza, ma con un grande futuro davanti a lui come Poli.

Se Van Bommel riuscirà a garantire questo rendimento fino al recupero di Ambrosini e Pirlo (ammesso e non concesso che recupereranno dato il loro livello di logorio) credo che avremo buone possibilità di vincere, anche se l’Inter va come un treno nonostante le scandalose scelte tattiche dell’allenatore, ma ha talmente tanti fuoriclasse e grandi giocatori in ogni settore del campo che alla fine bene o male riescono a vincere sempre o quasi.

Le prossime due partite saranno fondamentali: se le vinciamo entrambe credo che nel derby potremo arrivare con la massima serenità e addirittura, eventualmente, puntare a un risultati di parità. A quel punto lo scudetto sarebbe davvero a un passo.

Chiusura su Emanuelson: ma nessuno si è accorto del disagio in cui era in quei pochi minuti da terzino?