Il ritorno dello… Zingaro

La strana coppia

Domenica sera nell’incontro tra Fiorentina e Milan assisteremo al ritorno da titolare, nelle file rossonere, del campione svedese. Troverà un Milan disposto diversamente in attacco: ebbene  si, Allegri ha deciso in settimana, di dare più spazio a Pato che giocherà per la quarta volta quest’anno da prima punta, con una posizione di Ibra più arretrata e defilata rispetto a quella in cui aveva giocato in tutta questa stagione.  Sul campo vi è stata quindi una promozione del papero, dopo l’ottima prestazione nel derby come prima punta, prova che era stata preceduta dall’ottima prestazione a Genova con la Samp in coppa Italia, sempre in coppia con Robinho e dalla pessima prestazione di Palermo in cui Pato era affiancato da Cassano. Incrociamo le dita, se a Firenze dovesse andare bene questo nuovo schema, avrebbe delle grosse ripercussioni sui futuri assetti dell’attacco milanista e soprattutto non saremmo più Ibra dipendenti come accaduto fino ad oggi.

Grosse perplessità invece sorgono sull’acquisto del difensore giallorosso Mexes, calciatore vittima di un grave infortunio al ginocchio:  i tempi di recupero per infortuni di questo genere sono lunghi (si parla di circa 6 mesi) ma soprattutto non c è la certezza che il calciatore ritorni al livello delle prestazioni antecedenti l’infortunio. Abbiamo già avuto il caso di Jankulovski, acquistato dopo un  grave infortunio, che nelle stagioni di militanza al Milan non ha più raggiunto gli alti livelli di prestazioni raggiunti in precedenza con l’Udinese. Evidentemente il passato non ha insegnato niente alla dirigenza rossonera.   

Sta arrivando?

In questi giorni a Milanello si respira un’aria strana, alcuni calciatori in privato progettano un futuro lontano: Cassano è in procinto di ritornare a Genova o a Firenze per non perdere il posto da titolare in nazionale, ma anche altri stanno uscendo allo scoperto. Intanto il Milan si sta sempre più avvicinando a concludere la lunga trattativa per Ganso, calciatore che è ormai l’obiettivo primario per la prossima campagna acquisti. Sinceramente avrei preferito che con la stessa somma si acquistassero le due giovani promesse Lamela e Lucas, quest’ultimo un vero fenomeno da quello che dicono gli osservatori, ma mediaticamente  è più importante prendere il più famoso Ganso anche se costa il doppio e con qualche problemino fisico.

Concludiamo con il capitolo Balotelli, giovane promessa anche questa in procinto, purtroppo, di intraprendere la via per Milanello. Sembra esserci ormai  l’accordo tra le due società, sarà curioso vedere quanto sborserà il Milan per questo calciatore, più famoso per i suoi colpi di testa che per le azioni di gioco. Evidentemente in via Turati si è masochisti, dopo Cassano altra testa calda, si sostituisce un problema per lo spogliatoio con un altro problema…non vorremmo essere nei panni di Allegri a dover gestire il turbolento giovane bresciano.

Storie di calcio: Milan-Amburgo 2-0, 1968

23 maggio 1968, stadio DE KUIJP, Rotterdam. Il Milan sfida il temibile Amburgo per la finale di Coppa delle Coppe. Una partita che sarebbe il finale perfetto di una stagione davvero esaltante, nella quale i rossoneri hanno già vinto il loro nono scudetto grazie ai grandi colpi di mercato dell’allora neo-presidente Franco Carraro, che aveva preso il posto del padre scomparso improvvisamente. Gli acquisti sono di quelli che mettono i brividi ai tifosi: Cudicini, Hamrin, Malatrasi, Prati. Inoltre in panchina torna il più grande mister rossonero di tutti i tempi, Nereo Rocco, che dà nuova linfa ai vecchietti ma soprattutto riesce a dare nuove motivazioni a Gianni Rivera, dopo qualche anno di troppo passato a vedere vincere le altre squadre italiane.

La partita non ha storia e la squadra del Paròn la chiude qauasi subito. Il Milan passa in vantaggio dopo 3 minuti grazie a un bel gol di Hamrin, con Sormani che con uno spettacolare colpo di tacco lancia Lodetti sulla destra, il cross rasoterra è perfetto per l’attaccante che  stoppa il pallone a seguire e in scivolata piazza la sfera nell’angolino con il portiere in uscita.
Il secondo gol è un vero e proprio capolavoro della punta svedese, che al 19′ parte dalla linea laterale sulla trequarti, salta il primo giocatore con un tunnel, entra in area saltando un altro avversario con il secondo tunnel consecutivo e poi batte il portiere dell’Amburgo con un bel rasoterra.

Un giocatore fortemente sottovalutato Kurt Hamrin, chiamato “l’uccellino” per la sua particolare corsa, con passi brevi e veloci in grado di saltare facilmente i suoi marcatori. Non è mai rimasto nel cuore dei tifosi rossoneri in quanto ha giocato col Milan solo per due stagioni, ma va detto che al suo primo anno ha subito contribuito a far vincere dopo tanto tempo lo scudetto e una coppa europea alla squadra rossonera. Tutt’ora è il settino marcatore di tutti i tempi in serie A e il secondo straniero per numero di presenza nel campionato nostrano.

MILAN: 1.Cudicini 2.Anquiletti 3.Rosato 4.Trapattoni 5.Schnellinger (ger) 6.Lodetti 7.Rivera 8.Scala 9.Hamrin (swe) 10.Sormani 11.Prati Tr. Nereo Rocco
AMBURGO: 1. Ozcan (tur) 2.Sandamann 3.Schulz 4.Dieckemann 5.Kurbjuhn 6.Kramer 7.Horst 8.Dorfel 9.Seeler -cap. 10.Honig 11.Gert Dorfel Tr. Kurt Kock
ARBITRO: Jose Maria de Mendebil (esp)
RETI: Hamrin 3?, 19?.

Destinazione Wembley – 14° Puntata: tutto già deciso?

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Way(ne) to Wembley?

UNITED CORSARO – Apriamo subito con la gara principale del turno, quella che vedeva in campo United contro Chelsea. La vincono i Red Devils, padroni del campo pur giocando di rimessa, contro un Chelsea scialbo e scarso, che sembrava la brutta copia del Milan che tanto abbiamo visto e biasimato. Giocatori vecchi, fermi, assalti lenti contro la difesa schierata e cambi tardivi. Una punta (Torres) che non è ancora stata in grado di segnare UN gol lasciata in campo per 90′, un solo fenomeno (Drogba) a cui ci si aggrappa nei momenti bui. Questo quando giochi contro il miglior allenatore al mondo, uno che cambia sempre formazione ogni partita che gioca non te lo puoi permettere. Non rimpiangiamo Leonardo, di cui parleremo dopo, ma nemmeno Carletto e i suoi fantasmi su un campo da calcio. United che quindi, a meno che il Chelsea non voglia fare come l’Inter di Monaco passa il turno e si proietta verso una semifinale contro lo Schalke 04. E chissà che non siano loro i nuovi “eroi del triplete”.

BARCELLONA FACILE. Forse avevo sopravvalutato lo Shakthar. Fatto sta che il Barça riesce a far sembrare chiunque una squadretta, Real Madrid compreso. Dominata la gara d’andata, con un piede e mezzo in semifinale. La cosa che più colpisce di questa squadra non sono tanto i suoi campioni, il possesso palla che sfinisce l’avversario, ma il numero di giocatori mandati in gol. Nel Barça sono pericolosi tanti, quasi tutti, a partire da Piquè, a segno sabato contro il Villareal, a segno anche ieri. Lui e Thiago Silva sarebbero forse la coppia più forte al mondo in circolazione. La differenza tra questo e altri fenomeni come appunto il Brasiliano o David Luiz è che questo è 100% cantera del Barça. Ah, complimenti allo United, che dopo un’ottima coppa nel 2007-08 (dove aveva fatto vedere quello che sarebbe potuto diventare), non ha voluto credere in lui, rivendendolo al mittente.

REAL, UNA FORMALITA’. Chi è quasi certo di essere in semifinale è il Real Madrid. Umiliato il Tottenham che ha dimostrato di essere qui quasi per un nostro regalo nella gara d’andata. Troppo decisive le assenze da parte nostra, con un Van Bommel che in Europa non è schierabile e un Boateng che a San Siro avrebbe potuto anche fare male, abbiamo ormai la certezza che sarebbe andata diversamente. Segna due gol Adebayor, voluto da Mourinho e finalmente decisivo. Ma i test probanti devono ancora cominciare. Se sarà Barça saranno quattro partite in meno di 15 giorni, in ordine di importanza: 16 Aprile per la Liga Spagnola, ormai chiusa, a Madrid, 20 Aprile a Valencia, finale di Copa del Rey, poi nei due martedì o mercoledì susseguenti la semifinale. Guardiola finora i Clasici li ha sempre vinti tutti. Facesse una memorabile quaterna, entrerebbe nella leggenda.

INTER – MA DOVE SEI STATA? Helsinborgs, Alaves, Villareal. Le hanno già cancellate. A meno di miracoli sportivi l’ultima frontiera si chiamerà Schalke 04. Non una squadra qualunque, ma la più sfigata di Germania. Una che di giornate simili al 5 maggio interista ne ha avute ben due e in una di queste all’inizio del recupero del secondo tempo si trovava campione. Qualcuno pensava che la vittoria col Bayern potesse essere un segno del ritorno della squadra dello scorso anno. E invece l’andata con lo Schalke ha riportato tutti sulla terra. Era un bluff, forse l’ultimo, con gli interisti che chissà quanto avranno maledetto il gol di Pandev. Leonardo arriva alla 6° partita casalinga in Champions con il misero bilancio di due pareggi, con Real e Marsiglia, quando era sulla nostra panchina. Qualcuno ci credeva, ben ignorando che l’anno scorso tutti gli episodi gli avevano detto bene e che quello non era il livello normale di quella squadra. Chapeau a chi aveva criticato il suo gioco già quando era al Milan e a chi gli ha posto l’aut-aut, contro dei tifosi che ormai cecati dall’aspetto politico della squadra e da una società assente lo avevano posto a simbolo della lotta. Questo rivaluta anche la nostra rosa dello scorso anno, da tutti (me in primis) sottovalutata. Con l’inserimento di due campioni e qualche onesto giocatore è bastato un mezzo allenatore per essere in testa con più punti del Dio di Setubal. La causa del calo dell’Inter è una sola, ed è la stessa che avevo indicato già a gennaio. Pessima gestione delle energie fisiche, ora ridotte a un lumicino. L’Inter non vale 2,40 punti a partita (o quello che è). Finché i giocatori hanno giocato ogni tre giorni hanno comunque mantenuto l’abitudine alla partita a livelli alti. Con la sosta, proprio all’inizio della parabola discendente (Brescia – Lecce) il calo fisico che proprio il Milan dello stesso Leonardo aveva in queste stesse partite è inevitabile. E chissà come sta godendo, in questo momento, Rafa Benitez. Lui 8 gol in due partite, non li avrebbe mai presi.

Intervallo

Riguardo al derby è già stato detto di tutto e di più negli ultimi giorni, quindi avviciniamoci alla partita con la Viola: dobbiamo vincere. Bene, ora che è stato detto tutto anche riguardo alla gara di domenica, torniamo sul derby, con una piccola chicca direttamente dalla conferenza stampa di Pato nel post-partita. Ora, Pato ha il terribile difetto di essere noioso (magari non tra le braccia, per non dire gambe, della bella Barbara), quindi potete saltare direttamente al secondo 45 per ascoltare la domanda di un autentico genio:

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Chi si cela dietro questo misterioso personaggio? Massimo Moratti in incognito (d’altronde non era presente allo stadio)? Un semplice giornalista straniero che riesce a battere in idiozia molti colleghi nostrani? Un piangina straniero e disattento? Soggetti non meglio identificati? Mistero…

Mister CINQUE pappine

Chapeau. Battere, in ordine di figure di merda, se stessi a Manchester e Ancelotti a La Coruna non era facile.

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«Una stracittadina persa non cambia i nostri obiettivi,l’Inter è una squadra capace di reagire»

«Ora però abbiamo un’altra gara, e questa squadra ha sempre risposto bene dopo una sconfitta. Sarà così anche stavolta».

Pensieri a ruota libera: l’altro Milan esiste.

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Il trio delle meraviglie

E l’altro Milan scese finalmente in campo. Un Milan che come da me teorizzato durante la stagione era necessario che venisse fuori. E’ venuto fuori anche e soprattutto per l’esperimento fallimentare di Allegri a Palermo di un Pato alla Ibra di fianco a Cassano. E così ecco finalmente in campo Boateng, Pato e Robinho. Boateng trequartista dietro le due punte larghe. E il risultato è la miglior partita della stagione contro quell’Inter che si manifestava più forte di tutti ma che lo è stata, almeno quest anno, solo a parole, cullandosi sul sogno della tripletta ottenuta la scorsa stagione, pensando che quelli fossero i livelli standard della squadra e non una stagione da miracolata. E proprio i due giocatori, che io avevo consigliato, in questa estate di cedere per far cassa, Milito e Maicon, sembrano i cugini scarsi di quelli della scorsa stagione.

E’ inutile nascondersi, il derby ha certificato quale delle due milanesi può attualmente vantare la rosa più forte d’Italia, e non sono i piangina. Dai titolari, alle riserve, persino ai giovani (Obi e Natalino contro Strasser e Merkel) possiamo vantare un potenziale superiore. Questo è stato anche aiutato dalla presunzione di Leonardo di giocare con quattro punte. Errore colossale. Se al Milan concedi spazi diventa una squadra devastante, e questo non da quest anno ma da un bel pezzo. Leonardo si è però rifiutato di fare una ordinata partita difensiva, da provinciale, peccando di presunzione. Si può ancora fare i finti umili, ma la realtà è che con giocatori così, in particolare su tutti, la crescita di Abate, attualmente il terzino migliore del campionato italiano, il titolo non può e non deve sfuggire. E considerato che siamo inseguiti da due squadre che vantano 7 sconfitte in stagione, qualora non conquisteremo il 18° titolo, possiamo tranquillamente dire che saremo noi a perderlo.

Capitolo Allegri, i numeri sono dalla sua. Più punti fatti e meno gol subiti rispetto a Mourinho dello scorso anno, a parità di partite giocate. Ma la sostanziale differenza, rispetto allo scorso anno, sono i due derby vinti che non possono che confermare quanto già detto in precedenza. Questa squadra, grazie agli investimenti estivi (Robinho, Ibra, Boateng), agli acquisti programmati negli anni di transizione (Thiago Silva, Pato) e ai giovani tornati a casa (Abate) insieme al gruppo storico di vecchi, ancora tra i top player (Gattuso, Pirlo, Ambrosini) è finalmente tornata competitiva ad alti livelli. E se l’eliminazione in Champions è avvenuta a causa di una ecatombe di infortuni, nel campionato, dove conta la media e non il picco di forma in un particolare momento di stagione. E ci si chiede, appunto, perché questa cattiveria e questa rosa non si sia mostrata tale contro Bari, Cesena, Lecce e Palermo, dove non puoi trovare le motivazioni di un derby che, per spirito di rivalsa verso Leonardo, si è preparato di fatto da solo. Gli scontri diretti per noi si stanno rivelando decisivi, invece di essere un plus. L’anno scorso l’Inter li perse con la Roma, ma vinse lo stesso perdendo solamente 8 punti con le squadre della “metà bassa”. E ripeto, perdere punti con le piccole, non può essere considerato colpa della rosa. Bisogna sapersi innovare tatticamente, cosa che siamo stati capaci di fare forzati solo dalla squalifica Ibrahimovic. Che tornerà a Firenze, in diffida. Guai quindi a incentrarsi ancora sullo schema “palla allo svedese”

Capitolo Leonardo, la maschera è caduta. Lo schema 4-2 fantasia è efficace quando l’avversario è tecnicamente inferiore. Di fatto Leonardo ha vinto solo con una Roma in crisi, che stava comunque rimontando tre gol in 10 vs 11, e contro un Bayern che dopo un primo tempo che poteva tranquillamente finire 6-1 ha regalato la partita. E’ stato più difficile vincere il derby con Ibrahimovic e con Benitez in panchina. E proprio lo spagnolo, dimostra ulteriormente di pagare colpe non sue. Per Leonardo infatti questa è la terza sconfitta. Benitez nelle prime 12 gare di campionato ne aveva perse solo due, e aveva incassato solamente 7 gol, tenendo comunque in un momento difficile una grande solidità difensiva. Certo, non aveva l’empatia dello spogliatoio, ma sicuramente non avrebbe regalato un derby con quella formazione.

Chiusura su Seedorf. Il derby è stata forse la sua ultima grande partita. Ma non per questo gli va rinnovato il contratto. Il problema di Seedorf è appunto giocare una di queste partite ogni mese/due. Per quanto mi riguarda, la sua carriera al Milan potrebbe e dovrebbe finire con questo derby. Mi piacerebbe vederlo dietro una scrivania, magari proprio quella del traditore. Oppure, perché no, in panchina.

Ah, una piccola precisazione a Josè Mourinho. La seconda squadra nella storia del calcio per numero di titoli europei, è il Real Madrid. Noi siamo la prima. Diciotto a quindici.

E adesso chi se la sente gli chieda scusa

Allegri e figliola

Per settimane da alcuni è stata chiesta la cacciata dell’allenatore del Milan, ma dopo la partita di sabato penso che abbiamo tutti capito la fortuna che abbiamo avuto ad avere Allegri al posto del mister (o presunto tale) dello scorso anno. Eppure l’allenatore abruzzese è stato trattato in malo modo per due partite in cui, nonostante anche lui ci abbia messo del suo, di colpe non ne aveva poi così tante. Perchè se a Bari bisogna dire che Merkel poteva starsene in panca, è altrettanto vero che a centrocampo, quel giorno, le scelte erano davvero pochine, e sono pochine anche in generale visto che Pirlo e Ambrosini sono spariti da mesi e Boateng ha avuto parecchi problemi fisici (rimane Emanuelson che non si capisce ruolo ha, quindi che si fa?). Ed è allo stesso modo evidente che Allegri abbia sbagliato a far giocare il disastroso Cassano a Palermo, ma bisogna pur dire una volta per tutte che fosse stato per lui a gennaio sarebbe arrivato un altro tipo di giocatore e che, due settimane fa, Robinho era dato da tutti in forma schifosa e tutti (o quasi, io no) si chiedeva al mister di mettere il talento (o presunto tale) di Bari.
Sono seguiti attacchi contro l’allenatore al limite della decenza su alcuni organi ufficiali rossoneri (ma guarda un po’…), e in alcuni blog si è approfittato in modo evidente di mettere in risalto il fatto che il Milan, con una squadra super (sempre presunta, ovviamente) se non avesse vinto lo scudetto sarebbe stato solo per colpa del suo allenatore e di tutti gli errori che hanno causato le sconfitte o comunque le battute d’arresto della squadra.

Dò atto a quasi tutte le persone di questo blog di aver dato ad Allegri i meriti che gli spettavano per la vittoria del derby, ma credo sia anche giusto mettere in evidenza i tantissimi meriti di questa stagione: un allenatore che prima aveva impostato la squadra in un certo modo e poi ha visto la sua squadra cambiare totalmente a settembre. Lui è stato zitto (anche perchè era arrivato Ibra, non uno qualsiasi) e ha dovuto riniziare tutto dall’inizio, reimpostando la squadra per far risaltare le qualità del giocatore più importante che avevamo. Ma questo non basta, perchè è sempre merito dell’allenatore del Milan se la squadra rossonera, dopo svariati anni, ha la difesa meno battuta del campionato (un tempo c’erano Cafu-Nesta-Maldini-Kaladze, oggi Abate-Nestavecchio-T.Silva-Antonini) e una squadra solida e compatta, e se anche nelle partite in cui ha sofferto di più non è mai affondata (ricordate l’anno scorso?). Infine ha dovuto far fronte a una marea di assenze e allo strano obbligo, solo per lui, di non poter avere un periodo di crisi come invece ha avuto per esempio una squadra meglio attrezzata come l’Inter. Per motivi misteriosi il Milan non poteva avere cali e avrebbe dovuto mantenere un distacco di 5-7 punti su tutte le altre, nonostante in campo, in alcune circostanze, siano scese in campo formazioni davvero al limite della decenza (ricordo Seedorf-Strasser-Merkel insieme a centrocampo).

Ormai è inutile continuare il discorso sulle colpe di società e dirigenza, ma mi sento in dovere di far notare il fatto che sabato, nella partita più importante della stagione, nonostante alcune assenze importanti per noi, c’era solo un acquisto di gennaio in campo.

Come sapete io ho deciso di stare dalla parte solo di allenatore e giocatori, che ritengo davvero fantastici quest’anno, autori di un campionato strepitoso, al di sopra delle loro reali potenzialità. Criticarli e con il solo obiettivo di difendere una società assente da ormai troppi anni non ha davvero senso.

S-tre-pitosi

E’ un trionfo totale, su tutta la linea, inter spazzata via, annientata, distrutta e chi più ne ha più ne metta (secondo derby vinto in un giorno, dopo quello primavera). Dopo Milan-Manchester del 2007 torniamo a vivere una partita semplicemente perfetta.
Due settimane di parole, di ansie, di paure, completamente cancellate dopo soli 44 secondi, tempo utile per andare in rete la prima volta e capire che è una di quelle serate in cui il Milan c’è. Campionato finito? Diciamo molto più vicino, con mia grande sorpresa, ammetto infatti di aver pensato il peggio dopo Palermo.
Quello che è molto probabile è che l’avversario difficilmente sarà ancora l’inter, 5 punti, 7 partite e due scontri diretti persi in maniera eclatante, senza alibi (a meno di avere la faccia come il culo…)

100% ALLEGRI – Mi colloco nella posizione di mezzo tra i suoi strenui difensori e gli accusatori. L’ho criticato quando mi sembrava giusto farlo, ma voglio dire ad alta voce questa sera che Massiliano Allegri da Livorno è stato perfetto. Perfetto nella preparazione della gara sul campo, perfetto nella preparazione della gara dietro ai microfoni (qui devo fare mea culpa e ritrattare un’accusa rivelatasi gratuita): toni bassi, evidentemente del tutto diversi da quelli usati nelle mura amiche di Milanello.
Squadra perfetta, non c’è altro aggettivo, in assenza di Ibra non era pensabile giocare meglio. Azzecca tutte le “scommesse” su cui ha deciso di puntare oggi. Giù il cappello.

LEO, UOMO DERBY – Accolto da una coreografia meravigliosa, il Giuda interista si rivela autentico uomo derby. Tre su tre è il suo score, con 9 gol presi e zero fatti. Manca veramente poco per avvicinarsi a Mourinho. Eh già. Il torello degli ultimi minuti è godimento estremo, lezione di calcio vera e propria. Ciao Leo. Ciao, ciao.

PATO SHOW – Torno al mio post di qualche giorno fa in cui gli chiedevo un gran derby. Ora, non so se il Papero l’abbia letto o più presumibilmente le ha trovate da solo le motivazioni, ma ha fatto una partita pazzesca, esattamente quella che volevo. Sempre, sempre costantemente pericoloso, imprendibile, cattivo e determinato ai massimi livelli. Capite perchè mi incazzo quando non fa così? Giocasse sempre come oggi, il pallone d’oro non glielo toglierebbe nessuno.

PERDONO TUTTI GLI INTERISTI – Sconfitto Leonardo, interista vero. Ma in Spagna perde un altro cuore neroblu. Josè Mourinho vede allontanarsi la Liga e perde l’imbattibilità casalinga che durava dal 2002. Destini incrociati, non c’è che dire. Come diceva quel tale? Ah sì, un weekend perfetto.

PAGELLE & DINTORNI: Abbiati super (8) salva il vantaggio, Abate è di una perfezione meravigliosa (8), Nesta e Thiago (7) soffrono il giusto ma chiudono imbattuti, Zambrotta (6.5) che non giocava da secoli inizia piano e finisce forte.
A centrocampo, il meno bene è Gattuso che strappa una sufficienza piena (6.5), Van Bommel (7.5) torna diga insuperabile e Clarence Seedorf (8.5) regala calcio, ma quanto mi fa impazzire!
Boateng (7), tutto a due tocchi con grande visione di gioco, Binho è scandalosamente scarso sottoporta, ma fa un lavoro massacrante (7) e Pato…bhè Pato è l’uomo derby (10 per far vedere che non sono prevenuto).
I sostituti: 7 a Flamini, 5 a Cassano per la stupidità (ma son contento che lasci il segno, anche se a partita chiusa, in un derby) e un 6 di stima ad Emanuelson.

Incipit pre-derby

Guardali quelli dall’altra parte

Stanno arrivando, tienine conto

Con il fiato sul tuo collo

Con le fauci spalancate

Ed in testa a loro uno

Generale traditore

Che comandava per noi,

Noi che da sud ora lo fischiamo.

Prepariamo gli striscioni,

i volantini, i fazzoletti,

e anche la bocca, per cantare

o per fischiare, fate un po’ voi.

Perchè non possono passare

Perchè l’appello ora è arrivato

Perchè non c’è una Cassazione

O un indulto, una prescrizione.

Oggi si scrive la sentenza,

senza il giudice di primo grado,

ma il coro dei trentacinquemila

giunge da Sud, sempre più forte.

Un po’ di insulti, un po’ di ovazioni.

Un po’ di fischi e tante emozioni.

Ultimo sangue, nessuna pietà.

BUON DERBY A TUTTI!

Godiamoci il presente e (speriamo) il futuro

Ci siamo quasi, lo scudetto è vicino, anche se ancora non è stato vinto e quindi invito tutti non a essere scaramantici, ma semplicemente a esultare sono nel momento in cui abbiamo la certezza matematica. Probabilmente manca poco, quindi abbiate un po’ di pazienza, soprattutto mi rivolgo ai più giovani che li vedo particolarmente euforici…

Sui meriti di questa grandissima impresa della squadra mi sono già pronunciato varie volte, inutile che mi ripeta. Anche sui demeriti mi sono già espresso, però sapete quanto mi piace criticare la società. E siccome io concedo sempre un’altra possibilità anche a chi fa cazzate, voglio sperare che la società, con la collaborazione preziosa dei dirigenti (che quando ci si mettono il loro lavoro lo sanno fare alla grande) si ravveda e cancelli tutti gli errori che ha commesso negli ultimi 5 anni.

E allora voglio sperare che quest’anno vengano presi giocatori nei ruoli in cui abbiamo maggiore bisogno (un terzino, un centrale, un mediano e una punta), ma soprattutto spero non facciano la solita fesseria di portarsi dietro quei senatori che, sia chiaro, hanno dato un contributo importante quest’anno, ma sui quali ormai non si può più contare. Allegri quest’anno ha creato una vera e propria corazzata capace di subire poco e soprattutto capace di essere continua, e alcuni vecchi della rosa non sono in grado di stare al passo già da qualche anno. Non possiamo ancora fare conto su un Seedorf che gioca bene 10 partite all’anno e su altri giocatori che passano metà stagione in infermeria. O meglio, considerando che i nostri vecchi sono un’infinità e visto che mandarli via tutti è impossibile, teniamone due o tre, non di più. Con i soldi che risparmieremo dagli stipendi enormi che prendono questi ex campioni, ricostruiamo una squadra che annovera comunque già grandissimi campioni del calibro di Ibra, Pato, Thiago Silva, ottimi giocatori come Abbiati, Boateng, Robinho e Flamini e giovani speranze come Abate.

Insomma, la squadra titolare praticamente è già fatta, mancano quei 5-6 innesti per rendere il Milan una rosa completa e soprattutto competitiva in campo internazionale.

Non so voi, ma io non voglio più vedere la mia squadra del cuore giocarsela alla pari con una squadra che in Inghilterra si arrabatta per conquistare l’Europa League.

Decisiva?

Ci sono giorni in cui si compie il destino
Giorni in cui scegli se essere eroe o mortale
Gli ingredienti oggi ci sono tutti. C’è l’amico che ha tradito
C’è l’acerrimo nemico, in punto di morte, che è appena risalito dal burrone dov’era caduto
C’è chi cerca rivincite e chi cerca conferme. La sfida è lanciata. O Milano, o morte.
DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO, MILAN – INTER: VINCERE E BASTA!

San Siro, ore 20.45. Tutto esaurito per il derby numero 274, partita che probabilmente, Napoli e Udinese permettendo potrebbe già assegnare lo scudetto. Al Milan. Decisiva o no? Penso che sia decisiva solamente nel caso in cui ce la porteremo a casa noi, trascinati dal nostro pubblico. Da un punto di vista prettamente aritmetico, il solo punto di vantaggio che loro potrebbero ottenere nel caso di vittoria non può giustificare l’essere fuori dalla corsa scudetto, mentre potrebbero esserlo i cinque (sei con lo scontro diretto) da parte rossonera, Napoli permettendo. Per chi perde invece può esserci anche il baratro, dal sogno all’incubo, dal titolo alla lotta terzo posto, un deja-vu Leonardiano che almeno qui non vogliamo più rivedere, e che il fatto di essere stati in testa per 21 giornate fino ad oggi renderà sintomo di un’annata fallimentare.

ALLEGRI E QUEL SASSOLINOIn queste due settimane ho sentito tante cose. Mi dà fastidio sentire che siamo in crisi, ogni tanto guardo il giornale per capire se siamo ancora in testa. Ho scelto questa frase significativa, tra le altre, della conferenza di ieri di Allegri. Come se avesse capito la verità. Le ultime due battute d’arresto sono un problema prima di tutto psicologico, poi di pochezza tattica. Probabilmente capiremo subito dai primi minuti come andrà a finire, come è già accaduto nelle ultime due gare. Se i giocatori scenderanno in campo senza cattiveria si avrà la consapevolezza di aver buttato a mare la partita. E se continueranno ancora così per il resto della stagione, anche il titolo.

I DIECI CON PATOAbbiati, Abate, Nesta, Thiago Silva, Antonini, Gattuso, Van Bommel, Flamini, Boateng, Robinho e appunto Pato. Per lui è forse la gara chiave. Di bomber da piccole ne abbiamo già uno. Quest anno è stato meno decisivo di Ibra nelle gare “che contano”, ma ovviamente i media se la sono sempre presa solo con lo svedere. Sono inoltre convinto che Seedorf non giocherà questa partita, almeno non dal primo minuto. Nonostante le dichiarazioni dell’olandese. E questo potrebbe essere un bene, mettendo su Snejider un vero e proprio mastino come Van Bommel che lo limiti e che se necessario lo randelli nei limiti del regolamento (a meno che arbitro e guardalinee non siano girati, nel qual caso, anche no). Non ce la fa a recuperare Pirlo, per lui si parlava di panchina, invece nulla. E’ un derby falsato, come all’andata dalle assenze, da entrambe le parti, per questo motivo decisivo per lo scudetto ma non per decretare la squadra più forte (anche perché il Milan parte dallo 0-1 dell’andata, che l’Inter può solo pareggiare). Più gravi quelle del Milan, Ibrahimovic su tutti per motivi disciplinari, oltre a Ambrosini e Inzaghi, l’Inter ha fuori il solo Lucio squalificato ma può contare sulla formazione tipo negli altri reparti. Favorita? Impossibile dirlo, ma punterei su di noi, sia perché nelle ultime due gare Milan e Inter hanno giocato in maniera molto simile ed è stata solo questione di episodi il recupero di tre punti, sia perché conto su un pubblico che possa finalmente scatenare un tifo degno di tale nome e non quello freddino che ci è costato molti punti in casa.

L’EX LEONARDO – Come non chiudere su di lui? Come non chiudere sull’ex che ad Ottobre si sentiva troppo legato al proprio passato rossonero che non avrebbe potuto tradire per allenare la Roma? Come non chiudere su chi diceva di fare troppa fatica a lavorare in Italia salvo poi sputtanarsi incredibilmente solo due mesi dopo? Questa è senza dubbio la sua partita. Leonardo sarà un fattore determinante. Da vedere se come spauracchio, oppure come motivatore per quei giocatori che lui non ha mai voluto vedere, capitanati da Gattuso. Lui, l’allenatore perfetto, esente da critiche, che ha voluto lasciare la panchina invece che fare il mea culpa e ammettere gli abomini tattici messi in campo in partite decisive come i due derby dello scorso anno e la gara di Manchester. Troppo perfetto per sbagliare, troppo permaloso per ammetterlo. E allora, se c’è un po’ di giustizia nello sport, e se ha preparato il derby come gli ultimi due non ho dubbi. Stasera vinciamo ancora noi.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI MILAN-INTER

Serie A, il derby scudetto: Milan-Inter (diretta SKY Sport e Mediaset Premium)MILAN (4-3-1-2): 1 Abbiati, 20 Abate, 13 Nesta, 33 Thiago Silva, 19 Zambrotta, 8 Gattuso, 4 Van Bommel, 10 Seedorf, 27 Boateng, 7 Pato, 70 Robinho (12 Amelia, 76 Yepes, 77 Antonini, 18 Emanuelson, 16 Flamini, 99 Cassano, 51 Beretta) All. Allegri

Serie A, il derby scudetto: Milan-Inter (diretta SKY Sport e Mediaset Premium)INTER (4-3-1-3): 21 Julio Cesar, 13 Maicon, 15 Ranocchia, 26 Chivu, 4 Zanetti, 8 Thiago Motta, 19 Cambiasso, 10 Sneijder, 27 Pandev, 7 Pazzini, 9 Eto’o (12 Castellazzi, 23 Materazzi, 2 Cordoba, 55 Nagatomo, 14 Kharja, 5 Stankovic, 22 Milito ) All. Leonardo

Un rossonero da Raccontare: Milan vs Inter, Le origini del mito

Nella prima puntata avevamo accennato alla scissione che originò la nascita dell’Inter. In pieno clima derby-scudetto, torniamo su questo tema, analizzando le origini del mito che hanno portato alla storica rivalità tra le due squadre di Milano.

AUTARCHIA – Siamo nel 1908. Il Milan viene da due scudetti consecutivi, è la squadra del momento. Lo strapotere milanista era andato a rompere la precedente dominazione genoana dei primi anni del campionato italiano. Il calcio si sa, in Italia, doveva la sua nascita dall’arrivo di Footballers improvvisati da oltremanica, radunatisi nei porti italiani. La nascita delle società italiane aveva la complicità, e spesso l’esclusiva, di appassionati stranieri. Le squadre più forti del campionato, Milan, Torino, Genoa, Juventus, avevano le squadre piene zeppe di giocatori stranieri. La Federazione, senza tener conto della situazione reale del calcio in Italia, decide, in preda ad un discutibile raptus autarchico, di chiudere il campionato ai calciatori stranieri, assegnando il titolo italiano a squadre che schierassero esclusivamente calciatori italiani. Un provvedimento, secondo alcuni volto a contrastare l’emergente potere milanista.

IL MILAN – Il Milan e le altre potenze del campionato, considerano la decisione insensata. Nasce il campionato Federale, senza titolo in palio, nel quale giocheranno squadre con numero imprecisato di stranieri. Il Campionato Italiano invece, si gioca tra sole tre squadre: Andrea Doria, Pro Vercelli, e U.S. Milanese. Il Milan viene privato della possibilità di vincere la Coppa Spensley, trofeo messo in palio nel 1905 dal fondatore del Genoa, James Spensley, destinato dalla federazione alla squadra che avesse vinto lo scudetto tre volte. La Federazione si rende conto troppo tardi della decisione affrettata. La Pro Vercelli vince il suo primo campionato, dando il via a una vera e propria dominazione, che la porterà a vincere 7 scudetti nei successivi 11 campionati. Quasi a voler ricucire i rapporti, la Federazione assegna d’autorità la coppa Spensley al Milan. La situazione però è ormai compromessa.

FRATTURA A MILANO – Il Milan viene scosso da una vera e propria crisi societaria. Il presidente Edwards torna in Inghilterra, muore il suo vice Nathan, e la società è affidata all’ingegner Camperio, prima di essere presa in mano dallo storico Piero Pirelli. L’ostracismo agli stranieri crea quindi molte fratture in società. Il 9 marzo del 1908, nei locali del ristorante Orologio di Milano, un gruppo di traditori della bandiera del Milan, ben 43 ribelli, capeggiati dal segretario rossonero Giorgio Muggiani, fonda l’FC Internazionale di Milano. È un vero “atto”, sottoscritto da soci di nascita o di origine realmente “internazionale”, cioè italiani di origine svizzera, inglesi, olandesi, francesi, ecc..). La federazione, ormai imbarazzata, decide solo un anno dopo, nel 1909, di riammettere gli stranieri al campionato.

Il primo derby di MilanoLA RIVALITA’ – Intanto, nel campionato del ritorno degli stranieri, in Lombardia se la giocano le tre milanesi. Il Primo derby di campionato si gioca Domenica 10 Gennaio 1909. La sfida è epica. La spunta il Milan che si vendica dei traditori vincendo 3-2. Tra i due litiganti il terzo gode. L’US Milanese elimina Inter e Milan e va a giocarsi lo scudetto contro la Pro Vercelli che vince il suo secondo scudetto. Nel 1909-10, l’Inter, che era nata sotto il segno dello straniero, vince il suo primo scudetto. Un successo frutto del tradimento. Negli anni successivi le due rivali milanesi del Milan si fonderanno. L’Inter da sola non riesce più a volare, il Milan coraggiosamente è in piena ricostruzione. L’U.S. Milanese fa la spola tra prima e seconda divisione. Nel 1927 i fascisti cercano di limitare il numero di squadre italiane, controllandole. Per permettere alla Fiumana (società di Fiume) di iscriversi in Serie A e per evitare che a Milano esistesse una squadra dal nome scomodo, l’Internazionale, si decide l’obbligo della fusione tra Us Milanese e Internazionale. Gli interisti abbassano la testa. Nasce l’S.S. Ambrosiana, che nel 1930 vincerà lo scudetto. Per invertire il suo destino, il Milan dovrà aspettare i favolosi anni ’50. L’Inter intanto in quegli anni vincerà ancora, servo del fascismo, nato dal tradimento.

La gufata?

Spot sky del derby attuale

Spot sky del derby scudetto di un anno fa, perso 2-0
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Che dire… spot identici… finale diverso?

Il traditore Leonardo

L'allenatore dell'inter e...il suo pupazzo ventriloquo

Sono passati meno di sei mesi dall’ultima intervista di Leonardo in cui dichiarava pubblicamente di non voler allenare più in Italia ed ora ce lo troviamo inaspettatamente nel prossimo derbyr. Se si fosse trattato di un giocatore o di un semplice allenatore non ci sarebbe da parte del tifo rossonero questo disgusto ed imbarazzo, ma purtroppo parliamo di una persona che un anno e mezzo fa era il dirigente numero due del Milan.

Immagino che la curva del Milan saprà dedicargli uno striscione ad hoc, così come fece alla fine del campionato scorso; nel bene e nel male bisogna riconoscerlo che è lui la vera attrazione ed il protagonista di questo derby. Diciamolo subito a scanso di equivoci, caro Leo la tua rivincita l’hai  già ottenuta: sei riuscito a resuscitare una squadra che fino a quel momento era l’ombra dello squadrone degli anni precedenti, a suon di vittorie e che vittorie, hai ottenuto il risultato di riaprire un campionato che molti davano, a torto, già vinto dal Milan.

Per il troppo amore che i tifosi hanno concesso a te persona sensibile, capirai che sabato sera riceverai il trattamento previsto dal rovescio della medaglia e per i traditori: l’astio. Immagino un San Siro pieno nella maggioranza dei tuoi ex tifosi, dove i cori che si leveranno, saranno riservati tutti in onore della tua persona. Siamo sicuri che anche questa volta saprai uscirne dialetticamente bene da questa vicenda, purtroppo noi non potremo ferirti come tu hai ferito noi. Dopo aver fatto l’apprendistato come allenatore nel Milan adesso sei diventato un fior fiore di allenatore e leggiamo sui giornali sportivi che come ultimo tradimento, vuoi  scipparci anche l’acquisto del calciatore Ganso, per completare l’opera. Mi piace pensare che dentro tu milanista non lo sei mai stato, ma che al contrario hai utilizzato il Milan come strumento per diventare in questo mondo del calcio la persona competente ed importante che sei.

Ma la risposta al tuo tradimento arriverà dai quei calciatori della rosa del Milan che avevi a più riprese definiti finiti. Saranno ancora gli Abbiati, i Gattuso, i Zambrotta a suonare la carica. La speranza, o meglio dire il sogno di molti tifosi rossoneri è di vincerlo questo derby all’ultimo minuto, con un colpo di mano stile pallavolo,  simile a quello di Adriano, giusto per vedere dopo la fine della partita, i vari giornalisti  (servi di Moratti), scovare le differenze fra  questo e quello di Adriano e la faccia di Leo.

Alla fine, mi sbilancio, sarà ancora Boateng il giocatore decisivo di questo derby, nel bene e nel male.

Concludiamo parlando di mercato: secondo alcuni osservatori di mercato ed ex giocatori brasiliani con cui in questi giorni ho avuto l’occasione e l’onore di parlare, il vero fenomeno tra le giovani promesse brasiliane è Neymar e non questo Ganso tanto reclamizzato mediaticamente. L’impressione è che alla fine il Milan se mai riuscirà ad acquistarlo, lo acquisterà a caro prezzo e pertanto vi pongo la seguente domanda : non era meglio questa somma destinarla all’acquisto del forte terzino sinistro Bale?

Derby da piccola

Quattro giorni alla partita che ci dirà tutto su questo campionato. Ci arriviamo in condizioni psico-fisiche nettamente  inferiori a quelle dei nostri avversari, purtroppo, e a questo aggiungiamoci il fatto che la squadra nerazzurra, nel  complesso, è più forte della nostra.

Partita chiusa? Può essere, ma forse non è ancora detta l’ultima parola. A mio avviso ce la dobbiamo giocare come se fossimo una piccola che sta sfidando una grande squadra. Se attacchiamo e giochiamo a viso aperto, come di sicuro faranno loro, ci massacrano. Loro sono al settimo cielo, hanno una forza d’urto devastante e ogni azione sono pericolosissimi. Attaccare sbilanciandoci e lasciando dunque spazi invitanti all’attacco merdazzurro sarebbe davvero una follia.

Come la giocherei io? Come ho già detto prima, in modo provinciale e molto umile. Chiudendoci a riccio innanzi tutto, chiudendo tutti gli spazi nella nostra metà campo, mantenendo in modo ossessivo le posizioni e soprattutto non dando punti di riferimento agli avversari in fase offensiva. Non c’è Ibrahimovic, e al di là delle fesserie che ha detto qualcuno abbiamo visto che la sua assenza è un grosso problema, ma cerchiamo di fare di necessità virtù: avere Pato e Robinho davanti vuol dire avere due attaccanti rapidi e veloci, perfetti per il contropiede. Ma allora perchè non giocare con due attaccanti larghi e sfruttare gli inserimenti (speriamo devastanti) di Boateng e Flamini?

Quindi io dico: linea mediana di ferro che protegge la difesa, ripartenze veloci e potenti con Boateng, l’appoggio di Robinho che deve fare da punto di raccordo e la finalizzazione in velocità di Pato. Certo, detta così sembra facile. speriamo bene…

A mio avviso, le uniche possibilità di vittoria ce le giocheremo in questo modo, vedremo se il nostro allenatore sarà d’accordo con le mie idee.

PARENTESI NAZIONALE Mi dispiacerebbe scrivere un post senza criticare per nulla dirigenza e società, e infatti anche oggi ho l’occasione di farlo e ringrazio sinceramente queste persone per darmene la possibilità ogni giorno: ieri sera ha fatto il debutto in nazionale (giocando una partita perfetta per un’ora, è stato espulso nel finale per due ammonizioni assurde) Davide Astori, giovane difensore del Cagliari che da tre anni gioca in pianta stabile titolare  nella squadra rossoblù, da anni protagonista di ottimi campionati e che vede in questo ragazzo un vero e  proprio punto di riferimento. Astori è del Milan da parecchio tempo, eppure in questi anni si sono susseguiti in quel ruolo fuoriclasse del calibro di Senderos, Favalli, Legrottaglie, Oddo, Yepes, Papastathopoulos. Credo non serva dire altro.

Infine complimenti a Prandelli, che ha fatto esattamente quello che dovrebbe fare il Milan. Senza risorse a disposizione (in questo caso i giocatori) non è caduto nella trappola di affidarsi a vecchi pur ancora in voga ma totalmente cotti (Totti, Del Piero, Gattuso, Ambrosini, Zambrotta e altri) e ha deciso di puntare su una squadra giovane, nella quale non solo non è presente neanche un fuoriclasse, ma neanche un campione affermato (a parte Buffon), ma grazie all’entusiasmo di questi ragazzi (qualcuno dei quali, forse, diventerà un campione) la nazionale sta facendo buone cose. Probabilmente non vincerà nulla perché la differenza con colossi come Inghilterra, Brasile, Argentina Germania, Spagna e Olanda è abissale, ma fa niente: c’è un progetto ed è quello che conta.

Un po’ come dovrebbe fare una squadra in cui il presidente ha deciso di non cacciare più soldi, solo che in quel caso col cazzo che hanno puntato sull’entusiasmo di giovani promesse…

 

Dna piangina?

https://i0.wp.com/digilander.libero.it/blade223/images/piangina.jpg?resize=246%2C351Leggevo articoli e siti vari riguardanti il derby, ovviamente bipartisan. E non ho fatto a meno di notare l’enorme differenza tra il nostro e il loro ambiente. La perla la lancia derblog, del Corriere della Sera, che mette in evidenza il risalto e la totale differenza tra gli articoli dei due scrittori Gelmini e Pellizzari. Mi hanno colpito in particolare i due post del 24 Marzo, sui tre giocatori avversari che mai vorresti vedere nella tua squadra al derby. In particolare le loro motivazioni. Le motivazioni del Milanista Gelmini sono anche spiritose, Julio Cesar perché si sta involvendo, Pazzini perché se segna vengono fuori titoli illeggibili, e Eto’o perché non paga le multe. Di tutt altro tono quelli dell’Interista Pellizzari. Gattuso e Flamini perché “graziati dagli arbitri” e Allegri perché se fosse da loro sai quanto lo criticherebbero le TV. Niente di nuovo, insomma, il solito vittimismo dei piangina.

Ma i tifosi? Lasciando stare chi spiattellava in prima pagina il codice sportivo, grassettando la parte delle tre giornate come sanzione minima e omettendo la parte “salva l’applicazione di circostanze attenuanti o aggravanti” anche qui ci troviamo in due mondi differenti. Ho guardato, a titolo esemplificativo, il forum di Sky. Cinque pagine sul ricorso per Ibrahimovic. No, non nella sezione del Milan, bensì in quella nerazzurra i cui giornalisti professano tanta superiorità e mistificazione dell’avversario da preoccuparsi tanto se un altro giocatore gioca o meno. E da gridare comunque allo scandalo, e alla corruzione del giudice sportivo. L’obiettivo di Galliani era che Ibra giocasse il derby, quindi, a rigor di logica, nessun complotto. C’è poi chi prova a dare una lezione morale, cercando di erigersi in posizioni di superiorità che ben sanno di non poter occupare, non tanto per essere così stolti da paragonare i due casi Ibra-Chivu (manata vs pugno, anche se per qualche tifoso ottuso è pugno anche Ibra), non tanto perché la sanzione è e doveva essere diversa per la gravità diversa dei due episodi (tre giornate per Ibra erano troppe, per Chivu anche poche), quanto per avere, come sempre, mistificato e disinformato dimenticando un altro ricorso attraverso una memoria selettiva. Certo, c’è da capirli. Dovessimo fare noi un post del genere, con tutte le perle di Paolillo e Moratti, sarebbe anche troppo facile.

Ma sono i due siti nerazzurri di TMW a dare il meglio. Internews e Inter1908. Il secondo, quello diretto da Recalcati resta il migliore. Mandato comune: disinformazione e mistificazione di chiunque pronunci la parola “inter” senza i dovuti elogi di rito, ma anche e soprattutto notizie denigratorie nei confronti dell’avversario, notizie che in un sito che, almeno formalmente, parla della squadra minore di Milano, nemmeno dovrebbero comparire dato che non li riguardano (altro esempio). Ma il meglio lo danno sempre quando si incensano, ad esempio contraddicendosi parlando a Maggio di tripletta come leggenda irripetibile, e ora vedono già concreta la possibilità di vincere tutto. Insomma se loro hanno fatto qualcosa che altri hanno già fatto, hanno l’ossessione di averla dovuta fare per forza meglio (ricordate la “prima squadra a vincere all’Allianz”?) Ma solo una volta ci hanno regalato livelli inarrivabili persino per i servizi ruffiani della coppia Vallini-Barzaghi di Sky Sport. Stiamo parlando di quello stupendo editoriale sull’Ambrogino d’oro di Cannavale, quello che affermava che l’Ambrogino d’oro pone l’Inter in condizione di superiorità. La cazzata dell’anno.

Ma quando non c’è niente da parlare si può sempre tirare fuori Marsiglia e la Serie B. Come se i siti milanisti ricordassero ogni mese la partita dell’8-1 e della lattina o il 1922. E allora viene spontaneo citare, uno sfogo, di Suma, che li descrisse, questa estate come “una tifoseria mediocre e vigliacca che campa sulle disgrazie altrui, non sulle proprie imprese”. Erano così anche, quando vincevano, vent’anni fa?

Ma c’è soprattutto una domanda, a cui il dna piangina e complottista di un campionato governato da Galliani e sorretto al potere mediatico di Mediaset non sa rispondere: perché noi, da manovratori di tutto, abbiamo vinto solo due scudetti negli ultimi 16 anni?

Vincere il derby e il titolo è quindi quasi un dovere morale. Questa gente, non merita proprio di festeggiare più nulla. Diventeranno mai, una tifoseria normale?

La lunga attesa: riflettori su tre

Inizia ufficialmente da oggi, con la fine del weekend, la settimana che porterà ad un derby di indiscussa importanza. Dapprima si conteranno i giorni, poi le ore, infine i minuti e poi sarà il momento della verità, in quella che è per noi probabilmente la partita più importante degli ultimi 3 anni.
Le formazioni sembrano pressochè chiare nelle teste di Allegri e Leonardo, salvo imprevisti e nonostante alcuni problemini fisici, che sanno molto di pretattica. In questo post decido di soffermarmi in particolare su tre giocatori della nostra rosa, uno per reparto, che mi solleticano qualche riflessione.

Alessandro Nesta. Per lui si tratta probabilmente dell’ultimo derby della carriera, vissuta tra il dono del calcio ricevuto dal dio del Pallone e una serie di infortuni che l’ha colpito in ogni parte del corpo (piede, coscia, schiena, spalla, naso). Vederlo oggi è quasi commovente, con quelle mani sui fianchi dopo ogni scatto, lo sguardo sofferente e i capelli che stanno iniziando a farlo scendere in piazza. Ultimamente è stato in difficoltà, ma al derby arriverà con due settimane di allenamenti specifici sulle spalle. La sua zona è quella dove Eto’o segna molti dei suoi infiniti gol, uscendo a sinistra e poi puntando verso il centro dell’area. A Sandro si chiede l’ultima grande notte contro un fenomenale avversario. Sarà coadiuvato da Abate, Gattuso e dall’allievo modello Thiago Silva. Stringi i denti e regalaci un’ultima notte da Nesta in un big match.

Mathieu Flamini. In ballotaggio con Emanuelson, ma credo che la scelta dovrebbe ricadere su di lui. Obiettivo: fotocopiare la gara d’andata, dove oltre a una buona fase difensiva, si inserì costantemente (fino all’espulsione di Abate) in area di rigore a fare, di fatto, la punta aggiunta. Anche per lui le due settimane di lavoro devono servire a ritrovare smalto. Vero è che stavolta ci sarà Maicon, quindi gli inserimenti andranno gestiti con cautela per non lasciare Antonini allo sbaraglio. Serve una grande gara, siamo al bivio: se è un centrocampista di livello europeo deve dimostrarlo. L’ammonizione è quotata 1,01. Andrà valutato con intelligenza il momento in cui spendere il giallo, altra prova di maturità per Matteo (l’anno scorso fu ammonito nei primi minuti, condizionando il resto della sua gara).

Pato. Francamente mi sono scocciato della frase “ha xy anni, deve ancora crescere”. Siamo al quarto anno di Milan, è giunta l’ora di dimostrare quello che vale (perchè vale) e fare la differenza in un big match. Sulla carta il gioco del suo mentore di Niteroi dovrebbe concedergli le opportunità di essere letale.
Non può essere decisivo, deve esserlo. Non ci riuscisse, il valore potenziale del giocatore rimarrebbe immutato, ma forse sarebbe il caso di porsi veramente degli interrogativi circa la sua capacità di diventare realmente un top mondo (cit.).
Alla sua età Messi segnava una tripletta al Real Madrid, posto che Messi fa storia a sè, Pato non può pensare di offrire altre prestazioni in stile Tottenham, Bari, Palermo.