La lunga attesa: riflettori su tre

Inizia ufficialmente da oggi, con la fine del weekend, la settimana che porterà ad un derby di indiscussa importanza. Dapprima si conteranno i giorni, poi le ore, infine i minuti e poi sarà il momento della verità, in quella che è per noi probabilmente la partita più importante degli ultimi 3 anni.
Le formazioni sembrano pressochè chiare nelle teste di Allegri e Leonardo, salvo imprevisti e nonostante alcuni problemini fisici, che sanno molto di pretattica. In questo post decido di soffermarmi in particolare su tre giocatori della nostra rosa, uno per reparto, che mi solleticano qualche riflessione.

Alessandro Nesta. Per lui si tratta probabilmente dell’ultimo derby della carriera, vissuta tra il dono del calcio ricevuto dal dio del Pallone e una serie di infortuni che l’ha colpito in ogni parte del corpo (piede, coscia, schiena, spalla, naso). Vederlo oggi è quasi commovente, con quelle mani sui fianchi dopo ogni scatto, lo sguardo sofferente e i capelli che stanno iniziando a farlo scendere in piazza. Ultimamente è stato in difficoltà, ma al derby arriverà con due settimane di allenamenti specifici sulle spalle. La sua zona è quella dove Eto’o segna molti dei suoi infiniti gol, uscendo a sinistra e poi puntando verso il centro dell’area. A Sandro si chiede l’ultima grande notte contro un fenomenale avversario. Sarà coadiuvato da Abate, Gattuso e dall’allievo modello Thiago Silva. Stringi i denti e regalaci un’ultima notte da Nesta in un big match.

Mathieu Flamini. In ballotaggio con Emanuelson, ma credo che la scelta dovrebbe ricadere su di lui. Obiettivo: fotocopiare la gara d’andata, dove oltre a una buona fase difensiva, si inserì costantemente (fino all’espulsione di Abate) in area di rigore a fare, di fatto, la punta aggiunta. Anche per lui le due settimane di lavoro devono servire a ritrovare smalto. Vero è che stavolta ci sarà Maicon, quindi gli inserimenti andranno gestiti con cautela per non lasciare Antonini allo sbaraglio. Serve una grande gara, siamo al bivio: se è un centrocampista di livello europeo deve dimostrarlo. L’ammonizione è quotata 1,01. Andrà valutato con intelligenza il momento in cui spendere il giallo, altra prova di maturità per Matteo (l’anno scorso fu ammonito nei primi minuti, condizionando il resto della sua gara).

Pato. Francamente mi sono scocciato della frase “ha xy anni, deve ancora crescere”. Siamo al quarto anno di Milan, è giunta l’ora di dimostrare quello che vale (perchè vale) e fare la differenza in un big match. Sulla carta il gioco del suo mentore di Niteroi dovrebbe concedergli le opportunità di essere letale.
Non può essere decisivo, deve esserlo. Non ci riuscisse, il valore potenziale del giocatore rimarrebbe immutato, ma forse sarebbe il caso di porsi veramente degli interrogativi circa la sua capacità di diventare realmente un top mondo (cit.).
Alla sua età Messi segnava una tripletta al Real Madrid, posto che Messi fa storia a sè, Pato non può pensare di offrire altre prestazioni in stile Tottenham, Bari, Palermo.

Le milanesi scatenate sul mercato

E' Nuri Sahin il dopo-Pirlo?

E’ passato un mese da quando si diceva che Pato poteva essere ceduto per fare cassa, in realtà adesso le prospettive per l’attacco  rossonero si sono completamente ribaltate: Pato è l’unico sicuro di essere confermato  per l’anno prossimo, i mal  di pancia di Ibra (per  avere l’aumento di stipendio o per andare via?) e l’attuale  squalifica del giocatore, hanno di  fatto aperto una crepa  nei rapporti  tra le due parti. Balotelli più un conguaglio economico di 20 milioni potrebbero far vacillare  le  certezze rossonere. Anche Robinho ha molti estimatori grazie alla buona stagione e la prospettiva di passare un anno a fare la riserva di Balotelli e Pato potrebbero spingere il paulista ad accettare una delle offerte pervenute e cambiare casacca.  D’altronde si sa, in questo momento il Manchester City non è contento delle prestazioni degli attaccanti in rosa  ed anche l’ultimo arrivato alla corte di Mancini, il bosniaco Dzeko, rischia di essere epurato per la prossima stagione. E’ incredibile come un giocatore inseguito in passato da Juventus e Milan possa poi passando ad un grande squadra, non rivelarsi all’altezza. Questo dovrebbe fare riflettere noi tifosi sulla difficoltà di azzeccare l’acquisto.

I buoni rapporti tra le due società (City e Milan)  secondo alcuni dirigenti, dovrebbe favorire anche quest’anno  il passaggio di alcuni giocatori: i più gettonati sono Kolarov  (terzino sinistro)  e Balotelli al  Milan e Ibrahimovic al City. Chiedo a voi: lo fareste questo scambio?

Si stanno anche intensificando i voli  in Germania degli osservatori del Milan per seguire le partite del Borussia Dortmund, in particolare le prestazioni del centrocampista regista Sahin, una delle rivelazioni della capolista del campionato tedesco. Per il ruolo che fu di Pirlo sembra essere stato individuato come il candidato numero uno, visto il basso  costo (circa 6 mil. la clausola di rescissione) e anche perche per Poli la Sampdoria pretende  un esborso economico senza contropartite tecniche, di almeno 12 milioni.

Il nino maravilla verso l'inter

Mentre il Milan cerca di rinnovare la propria rosa a basso costo, l’Inter dall’altra parte, senza limiti alla spesa,  sembra ormai aver acquistato Montolivo per una cifra intorno ai 17 milioni  e Sanchez, per cui si parla  di circa 30 milioni più un paio di contropartite tecniche. Questi due colpi dovrebbero essere ormai  definiti a grandi linee e scaverebbero una nuova distanza di competitività tra le rose delle due milanesi, senza dimenticarsi che l’Inter in caso di cessione di un campione, potrebbe reinvestire il ricavato, nell’acquisto del terzino sinistro Bale, giocatore da tempo nelle grazie di Moratti .

Il sospetto è  che alla fine il nome di Ganso sia stato usato come paravento, per nascondere e distogliere l’attenzione dalle vere trattative  delle due squadre. Sembra strano il comportamento della squadra di via Turati , in quanto a novembre aveva praticamente raggiunto l’accordo con i proprietari del cartellino salvo poi a causa dell’ultimo infortunio occorso alla giovane promessa, non concludere l’acquisto. Stiamo assistendo per caso ad un nuovo caso Hernanes, calciatore trattato dalle due milanesi e poi all’ultimo momento non acquistato per l’eccessiva richiesta economica del San Paolo?

Ancora sette giorni

Guardate come trasuda italianità da tutti i pori!

Inizio con qualche nota sulla Nazionale. Abbiamo vinto con un gol di Thiago Motta. Non Rossi, non Bianchi, non Verdi, THIAGO MOTTA! Mi potete dire cosa ha di italiano Thiago Motta? È nato qui? È arrivato qui da bambino? Ha 28 anni e in Italia ne ha passati 2 – avrebbe più titolo ad essere spagnolo che italiano -, ha giocato persino nelle giovanili del Brasile: non può entrare a pieno titolo nella nazionale! È una vergogna! Soprattutto considerando tutte le lungaggini che un extracomunitario senza piedi buoni deve fare per prendere il permesso di soggiorno, questi favoritismi per puntellare la nazionale sono inaccettabili. Un muratore egiziano ce l’ha, il nonno molisano?

E, soprattutto, potrebbero essere una scusa per non fare un programma decente con le Nazionali giovanili. Non c’è coordinamento e i giovani sono lasciati allo sbaraglio, e quelli che riescono comunque a svettare vengono rapiti verso l’Inghilterra – rapiti, poi, non dovrebbero che essere contenti di andarsene di qua. Prandelli sta facendo comunque miracoli, ma non possiamo sempre contare in tutta questa fortuna. Il girone non è la cosa più facile del mondo, ma tra gol di c. e Bogdanov di turno, lo stiamo facendo passare come un trionfo.

Gianni!

Ma oltre alla Nazionale (aspettando la decisione di Prandelli su De Rossi e Balotelli, questo codice etico contraddittorio è un bel problema) ci sono anche i club: dopo questa quiete, la tempesta, 7 giorni al derby. Nel mondo milanista vedo solo schiere di gente a 90°, braghe calate. Tutti pessimisti, pronti a prenderne anche 3! (leggasi 3 fattoriale). Non è realista! Noi non siamo la miglior squadra del mondo e non stiamo benissimo, ma nemmeno loro! Non possono andare avanti a colpi di fortuna nemmeno loro, come nelle ultime tre partite: a Brescia un rigore sciagurato, a Monaco un cambio sbagliato, a Lecce un gol dubbio convalidato. Se l’Inter che dobbiamo affrontare è questa, io sono fiducioso.

Basta trovare il giusto equilibrio – ed è più facile di quanto sembri: Pato – Binho – Boa mi convincono molto più di quanto non convica la media dei milanisti. E basta tenere fuori Cassano, inconsistente e inconcludente, la vera delusione di questa stagione, e se lo dico io che da barese l’ho sempre difeso ci potete contare. Maicon non mi preoccupa: stagione orribile e grande sterilità, non dovrebbe essere impossibile contenerlo. Eto’o nemmeno: ha un caletto. Pazzini? Abbiamo le forze per contenerlo.

Ricorda Gianni, ricordate gente, l’ottimismo è il profumo della vita.

E intanto una comunicazione di servizio per tutti: stanotte arriva l’ora legale. Panico a Palazzo Chigi.


Italia ok grazie a un brasiliano

Una buona Italia batte la Slovenia 1-0 e guadagna i tre punti che probabilmente valgono la qualificazione ai prossimi Campionati Europei. La partita inizia bene per gli azzurri, che corrono e dimostrano di volersi giocare la gara a viso aperto. Anche la Slovenia dimostra di avere un buon collettivo, e alla fine si capisce che ci troviamo di fronte a due squadre di basso spessore, con pochi giocatori di grande livello. Pazzini prende il palo, Maggio sulla fascia va alla grande e anche Balzaretti, dall’altra parte non e’ male. Maluccio Cassano, che pero’ e’ in crescita rispetto a Palermo, speriamo bene… Fatemi dire, da italiano, che il gol di Thiago Motta non mi emoziona davvero per nulla. Forse avra’ emozionato qualche brasiliano. Che tristezza!

PAGELLE: Buffon 6, Maggio 7, Bonucci 6, Chiellini 6, Balzaretti 6,5, Aquilani 5,5, T. Motta 6,5, Montolivo 6, Mauri 5, Cassano 6, Pazzini 6,5, Nocerino 6, Marchisio s.v.

Contentino?

Squalifica ridotta a DUE giornate.

Contentino?

Tre punti ed è fatta

https://i0.wp.com/www.bustocco.it/IBustocchi%20e%20la%20nazionale/05.italia-slovenia2.jpg?resize=308%2C211ŠRC Stožice, ore 20.45. Si torna a giocare una gara ufficiale dopo il pari in Germania. Si va in Slovenia per chiudere il “girone d’andata” della qualificazione agli Europei 2012. La classifica ci vede primi, con tre punti di vantaggio sui nostri vicini, anche grazie a Ivan Bogdanov che ha tagliato la Serbia fuori dai giochi. Difficile spuntarla oggi, ma se per caso arrivassero tre punti, di fatto, il discorso sarebbe chiuso.

CODICE ETICO? Non saranno della partita De Rossi e Balotelli. Questo per la scelta di Prandelli che ha voluto introdurre un codice etico in caso di espulsione di più giornate scatterà la squalifica. Squalifica che – ha specificato il CT – vale solo per una gara. I due torneranno quindi a disposizione per la gara di martedì, amichevole, contro l’Ucraina. Verrebbe quindi spontanea fare qualche riflessione su tale decisione del CT.
Punto primo: se gli episodi di De Rossi e Balotelli fossero successi un mese prima, sarebbero stati ugualmente esclusi?
Punto secondo: se dovesse succedere una cosa del genere prima dell’inizio dell’Europeo con giocatori più determinanti, come, ad esempio, Di Natale, li terrà fuori per la prima partita del torneo?
Punto terzo: ha senso aggiungere una giornata di squalifica in nazionale a gesti che già sono puniti dalla giustizia ordinaria?

CONVOCAZIONI: ANCORA CASSANO? Messo in discussione, immobile in campo con Palermo, Bari e Juventus, eppure ancora titolare. Cassano è il simbolo di una nazionale in decadenza, o di un CT che non vuole problemi con i giornalisti che stravedono per il Barese e, dopo le campagne mediatiche contro Lippi per averlo giustamente tenuto a casa in Sudafrica, non hanno il coraggio di rimangiarsi tutte le critiche? Ma non è solo Cassano a non convincermi: Prandelli prima afferma di voler creare un gruppo, poi che avrebbe pure convocato Totti e Del Piero. Ma a casa restano i migliori, ci restano ad esempio Abate e Di Natale. Formare un gruppo di giovani può essere utile per il mondiale, ma va forse contro il mio credo. Ho sempre pensato che il gruppo vada formato a qualificazione avvenuta e che in queste partite, così lontane dall’inizio del torneo ufficiale, debbano giocare i migliori.

FORMAZIONI – Vedremo quindi Cassano all’opera dal primo minuto, che comunque per il derby qualche indicazione può dare. Si ricomporrà la coppia della Samp con Pazzini di fianco. E qui comincerei a chiedermi perché, al posto di uno di questi, non passi titolare Giuseppe Rossi. Centrocampo con Thiago Motta, recuperato, Montolivo e Aquilani. Viene da rabbrividire, però, pensando che le riserve di questi si chiamano Marchisio, Mauri, Nocerino e Parolo. E ho detto tutto. Davanti a Buffon agiranno invece Maggio, Bonucci, Chiellini e Balzaretti. Insomma non una grandissima squadra, per questo, la vittoria oggi appare una impresa.

VARIE ED EVENTUALI – Oggi la decisione sul ricorso di Ibra, ricorso in cui la società rossonera farà fede alle motivazioni di Tosel. ‘Manata’ e non ‘pugno’ potrebbe essere la chiave per una riduzione a due, o, improbabile, ad una giornata. Non succede… ma se succede… per quanto riguarda le nazionali in campo anche Spagna contro la Repubblica Ceca e l’Olanda contro l’Ungheria. Domani (diretta Sky) in campo la Germania contro il Kazakistan, l’Inghilterra nel derby, al Millennium Stadium, contro il Galles.

Storie di calcio: Milan-Ajax 4-1, 1969

N.B. Essendoci domani la partita della nazionale in Slovenia, la rubrica Storie di Calcio, viene postata, per questa settimana, eccezionalmente di giovedì.

https://i0.wp.com/media3.acmilan.com/uploads/club/palmares/cdc1968_69.jpg?resize=321%2C21428 Maggio 1969, stadio Santiago Bernabeu, Madrid. Il leggendario Milan di Nereo Rocco va alla caccia della sua seconda Coppa campioni, dopo aver eliminato il Malmoe, il Celtic e il Manchester United, e dopo essere stato fortunato al sorteggio ed essere stato promosso automaticamente ai quarti di finale senza passare per gli ottavi (ebbene sì, per parecchi anni funzionò così).

Il mister rossonero schiera una formazione davvero fortissima, con il tedesco Schnellinger dietro e con un attacco atomico composto da Sormani, Rivera e il mitico Pierino Prati. Va detto che l’Ajax, allora, non era considerata una grande squadra europea, e la vera finale di quell’edizione di Coppa Campioni fu considerata la partita contro il Manchester United, in semifinale. Il Milan passa subito in vantaggio dopo 7 minuti grazie a un gran gol di testa di Prati, che sfrutta nal meglio un cross di Sormani dopo una spettacolare azione sulla sinistra. I rossoneri danno spettacolo per tutto il primo tempo, e il raddoppio è una cosa più che logica. Rivera e immenso quando si accentra e con una calma olimpica attende la sovrapposizione di Prati, lo serve con un colpo di tacco e l’attaccante da 20 metri fa partire un gran tiro che si infila nell’angolino.

Nella ripresa la squadra di Rocco parte forse un po’ sottotono anche per via della netta superiorità dimostrata nella prima frazione di gara, e per questo subisce un gol su un calcio di rigore fischiato dall’arbitro: Vasovic dagli undici metri non lascia scampo al Ragno nero Cudicini. Il Milan riparte alla grande per paura di essere ripreso, e solo 5 minuti dopo torna in vantaggio con un gol meraviglioso di quello che a tutti gli effetti può essere considerato il miglior giocatore dell’incontro: Sormani sulla destra è inarrestabile, al limite dell’area si trova uno contro uno con un avversario, lo salta con una facilità disarmante e lascia partire un fendente di sinistro che si va a infilare nell’angolino. E’ l’apoteosi per il popolo rossonero, che però ancora avrà modo di ammirare uno dei gol rimasti più famosi nella storia del calcio. Chi non ha visto infatti il capolavooro di Gianni Rivera, che al 74’scambia con Prati in mezzo al campo e con la difesa olandese altissima si invola verso la porta tutto solo, salta il portiere e dal fondo fa partire una palombella perfetta per la testa della punta rossonera, che di testa in corsa mette dentro facilmente.

Dopo sei anni il trofeo calcistico più ambito al mondo torna in via Turati.

Milan: Cudicini; Anquilletti, Schnellinger; Rosato, Malatrasi, Trapattoni; Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera, Prati. All.Rocco.
Ajax: Bais; Suurbier, Van Duivenbode; Hulshoff, Vasovic, Groot; Pronk, Swart, Danielsson, Cruijff, Keizer. All.Michels.
Reti: 7′ Prati, 39′ Prati, 61′ rig. Vasovic, 66′ Sormani, 74′ Prati.

httpvhd://www.youtube.com/watch?v=mXSIoN2T9KY

Lectio magistralis

httpvhd://www.youtube.com/watch?v=4Ohtu1HgblI

Lectio magistralis, è questo il titolo che si può dare all’intervento di Federico Buffa (avvocato, giornalista e milanologo) a Milan Channel. Un monologo tattico di una decina di minuti, assolutamente godibili, in pieno rispetto del suo stile straordinariamente comunicativo.
Un’analisi fredda e spietata, nella quale Buffa distrugge tutte le più recenti mosse tattiche di Allegri. Mi trova d’accordo su molte cose, dal respiro di Gattuso che è il respiro del Milan, alle critiche al gioco offensivo, troppo monotono e prevedibile, facile da arginare per i Mutti e Cosmi di turno e che regala giornate di gloria a mezze pippe (Gallas, Muñoz, Belmonte, per citare gli stessi suoi) e, infine, un attacco solo potenzialmente devastante, ma basato più sulla giocata del momento che non su schemi ragionati.
Meno d’accordo mi trova su altre cose, in particolare sulla solidità difensiva, dipinta da lui quasi come un accessorio, mentre per me è un punto importante a favore di Allegri. Oppure sull’utilizzo di Emanuelson, solo in quanto mancino. Ma come lui stesso afferma, il calcio è spesso cosa opinabilissima.

Ma al di là dell’aspetto tattico (pur molto interessante), una cosa mi colpisce: come, di fatto, Allegri sia stato distrutto nella televisione di casa. Pura libertà d’espressione o è il segnale che la società sta ponendo le basi per un allontanamento del tecnico livornese?

Concludo lanciando una piccola provocazione (e prendetela per tale): viste e considerate le capacità tattiche di Buffa (che non si scoprono oggi) ed essendo lui un uomo di sport e uno straordinario comunicatore (ha il dono di rapire quando parla) vorrei chiedere…signor Buffa, non ha mai pensato di passare dalla scrivania alla panchina?

Il buon Candido si vergognerebbe di loro?

https://i0.wp.com/static.blogo.it/calcioblog/gazzetta_inter.jpg?resize=284%2C190Come insegna il buon Travaglio, quando leggete un giornale, guardate, prima di tutto, chi è il suo editore. Detto fatto. Gazzetta dello sport, RCS Mediagroup. Consiglio di amministrazione John Elkann, Franz Grande Stevens (Juventus), Diego della Valle (Fiorentina). Proprietà, tra gli altri: 10,43% della Fiat, 5,499% dei Della Valle, 5,461% della Pirelli, famiglia sì come abbiamo appreso Milanista ma non dalla parte dei Tronchetti Provera. Questo, come abbiamo visto, ha dato adito a due cose.

Punto primo: Juventus. Eliminazione di Luciano Moggi. E’ quanto emerso a Napoli (sul cui processo torneremo nei prossimi post). Che Montezemolo e i suoi volessero farlo fuori, è risaputo da alcune intercettazioni venute fuori proprio a Napoli. Se aggiungiamo poi, che i giudici del processo sportivo avevano emesso le proprie condanne, basandosi sull’aver “interpretato un diffuso sentimento popolare”, sentimento che primo tra i media era proprio il giornale rosa ad aver diffuso ecco qui che scoppia un retroscena interessante.

Punto secondo: Inter. Eliminata sé stessa, con gli Elkann finalmente al potere nel CDA Bianconero, ecco che il giornale rosa, fresco della sua autorevolezza e del suo potere mediatico viene messa in disparte. Il 14% è infatti controllato da Mediobanca, il cui presidente, Cesare Geronzi (si, quello che troviamo con Cragnotti nel Crac Cirio), è tifoso interista. Troviamo anche Giuseppe Rotelli, che ha 3 ospedali indagati dalla procura di Milano, per rimborsi sanitari gonfiati. Lo troviamo protagonista nei movimenti dei titoli RCS, in una inchiesta del 2008/09 per eccesso di rialzo di quotazione. Un altro 7% sempre di Mediobanca alla famiglia Pesenti e così via.

Il filointerismo del giornale rosa si fa sempre più consistente. A Calciopoli si apre il processo d’appello, processo che viene ignorato in toto dal giornale rosa dopo il celebre titolo “Condannateli” nel pre-2006. Il 2 Febbraio 2010 viene nominato direttore il filointerista Andrea Monti, non dimenticando, ovviamente, tra le prime firme di RCS, Beppe Severgnini, ma di lui abbiamo già parlato. Esempi di notizie toppate, il bilancio 2007/08 e i 163 milioni di passivo, ma è su quello dell’anno seguente che proprio Andrea Monti dà il suo meglio sulle accuse di Platini “nessuno comprerebbe l’Inter” ricordate? La situazione reale, era invece, ben diversa.

Il 28 Aprile arriva quindi l’ufficialità dell’accordo commerciale, di cui abbiamo ampiamente trattato nei commenti precedenti, accordo che è stato reso noto dopo che era stato scoperto un conflitto di interesse nella realizzazione di alcuni DVD celebrativi dell’inter (ma i floppy disk non bastavano?) da parte della stessa RCS.

Ma passiamo al lato più “divertente”, quello sportivo. Le moviole sono diventate uno spasso. Linea comune: sempre e comunque nel dubbio l’episodio accaduto all’Inter va interpretato nella maniera più favorevole alla squadra nerazzurra, ovviamente il contrario per le rivali.

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Crederci e progettare: una cosa non esclude l’altra

Sperare ancora nella vittoria del campionato non è una cosa giusta, è un obbligo. Ma ancora più importante, a mio avviso, è guardare al futuro, cosa che non è stata fatta negli ultimi 5 anni almeno. A prescindere da come andrà a finire questa stagione credo sia palese a tutti, anche ai maggiori sostenitori di questa società, che questa rosa, sebbene sia buona, è largamente incompleta e non solo non è la più forte d’Italia, ma  non è fra le prime 10 in Europa. Cosa che non sarebbe una tragedia, per carità, capitano periodi brutti e i milanisti che hanno dai 30 anni in su lo sanno bene. Ma la cosa fastidiosa è vedere una barca che affonda e nel frattempo non vedere i proprietari di quella barca ricostruirne subito un’altra, magari migliore di quella vecchia.

Uno spunto di riflessione: la società si sta muovendo sul mercato? E ha già deciso a chi rinnovare e a chi non rinnovare il contratto in scadenza? Non trovate che il 95 % della squadra dell’anno successivo si faccia in questo periodo, e non a fine agosto come siamo stati abituati negli ultimi anni, con risultati sempre pessimi?

Comunque, ecco la mia valutazione della rosa attuale del Milan, visto che ormai la stagione si avvia verso il finale e quindi i giocatori sono abbondantemente giudicabili.

ABBIATI SI Molte luci e poche ombre, non è più un ragazzino ma non è il suo ruolo la prirorità su cui si deve intervenire.

AMELIA SI Da tenere come secondo di buon livello, ovviamente se rinnovano il prestito gratuito, altrimenti grazie e ciao.

ABATE SI La sorpresa di questa stagione. Miglioramenti spaventosi rispetto allo scorso anno, anche se bisogna stare attenti a due fattori: prima di tutto si sta evidenziando in una squadra di vecchi che corrono poco o nulla, e la sua energia spicca. Seconda cosa, stiamo attenti a non dare giudizi definitivi ora, andatevi a riguardare quello che si diceva lo scorso anno di Antonini… Credo che per Abate sia diverso perchè è più giovane e può ancora migliorare, ma aspettiamo un’altra stagione prima di consacrarlo come buon terzino. Deve migliorare a crossare, ora come ora arriva sul fondo ma non mette quasi mai palloni buoni in mezzo.

ZAMBROTTA NO Inutile tecnicamente e fisicamente, addio.

ODDO NO Inutile tecnicamente e fisicamente, addio.

ANTONINI SI Da tenere come riserva del grande terzino sinistro che arriverà (si spera).

JANKULOWSKI NO Inutile tecnicamente e fisicamente, addio.

DIDAC VILA’ FORSE Non lo conosciamo, probabilmente si autoeliminerà come le altre meteore con cui siamo stati presi in giro in questi ultimi anni, comunque si può tenere e sperare nel miracolo, per quello che costa…

THIAGO SILVA SI Il più forte centrale al mondo. Speriamo non venga ceduto.

NESTA NO Fino a 5-6 mesi fa il piiù forte difensore italiano in attività, a mio avviso è stato uno dei 10 più grandi dfensori italiani di tutti i tempi. Ora è totalmente cotto, addio.

YEPES SI Ha un altro anno di contratto, quest’anno ha fatto bene quando è stato chiamato in causa. Buon rincalzo.

BONERA FORSE Come sapete a me piace, sia come terzino che come difensore. Certo che la sua fragilità non pende a suo favore…

PAPASTATHOPOULOS NO Se sia bravo o scarso difficile saperlo con certezza, la cosa sicura è che le occasioni che ha avuto qua le ha sbagliate, quindi va dato via e spero per lui che trovi fortuna altrove.

LEGROTTAGLIE NO Inutile tecnicamente e fisicamente, addio.

PIRLO NO E’ stato un grandissimo, ma è in fase calante e non è più affidabile fisicamente. Addio.

VAN BOMMEL NO Bene un mese e mezzo, poi il crollo, com’era ovvio che fosse per un giocatore vecchio e logoro. Addio.

SEEDORF NO Un tempo alternava una prtita buona a una cattiva, poi una buona due cattive, poi una buona e tre cattive, ora siamo a 1 buona e 5-6 cattive. Addio.

AMBROSINI SI Uno dei pochissimi vecchi che terrei, perchè è un vero milanista e quando gioca corre come un matto. A patto che faccia la riserva, ovviamente.

FLAMINI SI uno dei pochi che corre. Irruento ma generoso, da tenere a mio avviso.

GATTUSO SI Forse l’unico vecchio che ha retto quest’anno, da confermare un altro anno.

BOATENG SI Uno dei migliori quest’anno, ma attenzione: non è un fuoriclasse, il fatto che in questo Milan sia decisivo è una cosa negativa, vuol dire che la squadra non è granchè.

CASSANO NO Una vergogna il suo acquisto. Chi di dovere chieda scusa (figurati se lo faranno).

ROBINHO SI Benissimo fino a gennaio, poi un calo, ma il ragazzo c’è, anche se non è un grandissimo giocatore.

IBRAHIMOVIC SI Un fuoriclasse. Può avere steccato l’ultimo mese, ma se siamo primi è soprattutto grazie a lui.

PATO SI Un fuoriclasse, purtroppo ancora discontinuo anche per i continui problemi fisici. Ma è da tenere, ovviamente.

INZAGHI FORSE Ma io uno come lui lo terrei sempre…

Game over

O vinciamo il derby o è finita

Avviso: il seguente post potrà risultare molto pessimista. Per quanto mi riguarda è invece tristemente realista e proverò a spiegare le ragioni che mi inducono a pensare che il tricolore ci stia sfuggendo sempre più di mano. Lungi da me di essere scaramantico, come ho avuto modo di dire, se avessimo battuto il Bari mi sentirei lo scudetto già cucito sul petto. Anzi, queste riflessioni le avrei volute fare domenica, ma ho preferito aspettare una settimana per avere più certezze (che sono certezze mie, non assolute e spero di toppare).

LA PARTITA – Il Milan vara il mini-ciclo senza Ibra con Cassano e Pato supportati da Seedorf. Cosmi conferma la difesa a tre. Palermo che passa alla prima occasione, secondo svarione consecutivo di una difesa sin qui ottima. Il resto è un tentativo sterile di pareggio, non supportato da una condizione atletica sufficiente. Nella ripresa c’è tanto cuore, ma è l’unica cosa che abbiamo in questo momento, esce Pato per infortunio e si gioca senza punte. Regge il gol di Goian, il Palermo torna alla vittoria, per noi è la prima sconfitta del 2011.

I PROBLEMI – Fondamentalmente una generale condizione atletica pessima, fatta eccezione per pochi (Thiago, Abate, Boa) che ci rende incapaci di essere reattivi a tutto campo. In queste situazioni la mancanza di qualità in mezzo al campo pesa. E poi non segnamo! 1 gol tra Bari (terzultima difesa del campionato), Palermo (penultima) e Tottenham (difesa di burro). E meno male che per qualcuno ci potevamo permettere il lusso di rinunciare a Ibra per 3 giornate..!

O DERBY O MORTE – Altra sensazione (cazzo, potrei fare il mago) che avevo qualche settimana fa: il derby è più decisivo per noi che per loro, considerato il calendario. Ad oggi lo è ancora più di quanto pensassi. Non basta il pareggio, serve la vittoria per tornare sui binari giusti, diversamente sono pronto a scommettere quanto volete che non vinciamo lo scudetto.

Due settimane lunghissime per prepararlo, maledette soste delle nazionali. Ma forse nemmeno troppo dato che se giocassimo domenica, lo faremmo senza punte. Sono le due settimane più importanti dell’anno, la squadra si guardi dentro e ritrovi la forza di lottare. Se ce l’ha. L’eterno countdown può iniziare.

PAGELLE:

Abbiati 6.5: para il parabile.
Abate 8:
straordinario, devastante, eccezionale.
Nesta 6: sul gol poteva pensare più a Goian che al segnalinee, poi si riprende.
Thiago Silva 7.5: Drago prendici per mano, cazzo!
Jankulovski s.v: dura poco.
Antonini 5.5: la solità mediocrità.
Gattuso 6: stanchissimo, ma non molla mai (se segnava in tuffo di testa…).
Van Bommel 5: altro errore sul gol e generale calo rispetto a qualche settimana fa.
Flamini 5.5: prestazione insipida.
Seedorf 6.5: è l’unico a prendersi le responsabilità di giocare tutti i palloni. Ma è un po’ inconcludente.
Cassano 5: non può giocare solo su un piede, troppo facile chiuderlo.
Pato 5.5: lotta, ma è solo. Allora si addormenta. Ovviamente, colpa di Ibra.
Boateng 6: entra, vivacizza, ma non sposta gli equilibri.
Robinho 6.5: come Boa, solo un po’ più convinto.

(Altre) Dieci domande ad Allegri

1.) Mentre tutti si preoccupavano del pari interno con il Bari lei se l’è cavata dicendo “siamo comunque a +5 sull’Inter”. Pensava veramente di prenderci per il culo così?

2.) Questo Boateng proprio non poteva giocare titolare?

3.) Mi spiega la posizione di Van Bommel sul gol subito e, in particolare, l’ostinazione verso una difesa a Zona che non funziona?

4.) Dopo averle prese da Juventus, Roma, Udinese e ora Palermo sul piano del gioco, quando capirà che non si può giocare con tre mediani se la squadra avversaria corre?

5.) Perché non ha giocato Emanuelson dopo la buona prestazione di domenica scorsa?

6.) Perché Cassano e non Robinho, nel suo ruolo, dal primo minuto?

7.) A quando una punizione battuta decentemente?

8.) Dopo il Bari i giocatori ebbero un giorno libero e un’ora e mezzo solamente di allenamento al giorno. Dobbiamo perdere con la Cavese per vedere un po’ di polso?

9.) La sua ostinazione nello schierare sempre e comunque Ibrahimovic, oltre a far squalificare lo svedese, ha fatto sì che questa squadra non sappia giocare senza. L’aveva previsto?

10.) Come pensa ora di salvare il campionato e la stagione? E’ cosciente, in generale, che se perde un campionato già vinto a dicembre, la colpa sarà unicamente Sua?

Fabri ipsius fortunae

Il treno ha fischiato, sta per partire. Biglietti in mano, possiamo salire?
Chi siete? Questo è il treno per lo scudetto, qui non vi ho mai visti
Siamo il Milan, questo è il nostro treno verso il sogno. Possiamo salire?
DALLO STADIO LA FAVORITA DI PALERMO, PALERMO – MILAN: CHECK-IN!

https://i0.wp.com/images.virgilio.it/sg/sportuni/upload/pal/0002/palermo_milanc.jpg?resize=373%2C280Palermo, ore 20.45. Dal possibile trionfo alla disperazione in una settimana. Settimana in cui siamo passati da un potenziale +7, a tenere il +5, e rimanere senza Ibrahimovic che passerà le prossime tre settimane probabilmente in vacanza. Settimana che ci ha visti sotto, come attori non protagonisti, anche a Monaco, dove un’Inter riuscita a spuntarla con una modesta dose di fortuna, si è poi ritrovata, col sorteggio di Nyon, praticamente in semifinale. Settimana quindi dove valuteremo quanto fatto dalla società anche e soprattutto in sede psicologica, contro una stampa che in settimana ha destabilizzato in ogni modo l’ambiente rossonero. Non sono stati solo i giudizi di condanna, mai visti a questi livelli per episodi ben più gravi, ma anche e soprattutto voci di mercato mai apparse così frequentemente sui giornali. Insomma sembra di essere tornati a quel film (horror) che era l’anno passato. Ma rispetto all’anno passato c’è una sostanziale differenza: noi. Primi, a +5 e non secondi a -1 dopo aver sbagliato il sorpasso. E’ il momento di meritare questo primo posto in classifica, preso proprio in casa contro la squadra di Zamparini nel girone d’andata, per farlo bisogna vincere la prima delle tre partite più difficili – per collocazione – del torneo, a Palermo, campo dove non passiamo dal 2006, doppietta di Inzaghi. Campo dove abbiamo sempre perso nelle ultime tre stagioni, anche se in alcuni casi con attenuanti di squalifiche o errori arbitrali (ricordare il bagher di Amauri?). Il Palermo perde da 5 turni consecutivi, quando proprio in casa batté la squadra bianconera materasso del campionato (no, non il Cesena), si risveglierà proprio oggi?

FORMAZIONE – Non ce la fa Ambrosini, rientro a questo punto nel derby, con Pirlo. Squalificato Ibrahimovic la formazione la annuncia Allegri in conferenza stampa. E’ più probabile che giochi Seedorf piuttosto che Boateng. Boateng sta bene ma ha fatto una settimana di lavoro differenziato e domani chi partirà dalla panchina potrà essere fondamentale. Con Boateng in panchina è probabile che giochino Flamini mezz’ala e Seedorf in trequarti. Centrocampo quindi molto opinabile con un Seedorf mai positivo nella trequarti nelle gare giocate quest’anno, preferito piuttosto a un Robinho o un Cassano che trequartisti non sono, ma sanno ricoprire quel ruolo sicuramente meglio di quanto possa fare ora l’olandese. Alla fine credo / spero che sia  pretattica, e che a giocare sarà proprio Boateng dietro Pato e Robinho, con Flamini -Van Bommel – Emanuelson a centrocampo. Difesa invece titolare. Abate – Nesta – Thiago Silva – Antonini.

QUEL GIALLO CHE SAPREBBE DI BEFFA – Attenzione ai diffidati. Se infatti Gattuso forse rimarrà 90 minuti in panchina, non si può dire lo stesso di Nesta, giocatore a cui non possiamo rinunciare tra due settimane. Arbitra Tagliavento che, come sappiamo da Catania, ha il cartellino facile. Facilissimo. Attenzione quindi anche agli episodi, dopo le proteste di Zamparini all’andata, e, settimana scorsa, per la sconfitta contro il Genoa con un gol irregolare. Il rischio compensazione è altissimo. Ma per vincere questo titolo dovremmo dimostrarci più forti anche della fortuna, che pare aver preso casa ad Appiano Gentile.

Un Rossonero da raccontare: Piero Pirelli

Si apre oggi una nuova rubrica storica del blog. In questa rubrica racconteremo, anche da un punto di vista differente, i grandi personaggi della storia del Milan.

Piero PirelliPIERO PIRELLI – Per la prima puntata, andiamo a raccontare un personaggio che ha avuto una grande importanza nella storia del club rossonero, da alcuni anche dimenticato, Piero Pirelli. Non tutti sanno che prima del sodalizio tra la Pirelli e l’Inter, i Pirelli hanno soprattutto fatto la storia del Milan e di Milano. Piero, figlio del patròn Giovambattista, si innamorò da subito del Milan. Nei primi anni di storia del club infatti, Pirelli era un giocatore del Milan. Un vero pioniere di quella che era definita all’epoca dalla stampa “la squadra inglese”. Pirelli era nei due undici iniziali del primo “torneo” che venne giocato dal Milan, l’esordio del diavolo in partite ufficiali. Si tratta della sfida contro la Mediolanum, battuta 2-0, gara valida per la “Medaglia del Re”, un riconoscimento voluto dalla società di soccorso “Esercito” dopo un altro riconoscimento per i servizi svolti al Monarca Umberto I. Quello che fu “il primo derby di Milano” si giocò al Campo Trotter (là dove oggi sorge la stazione centrale). Poco tempo dopo ci fu la prima storica sfida tra Milan e Juventus. E Pirelli fu ancora protagonista di quest’altra storica vittoria, sempre per 2-0. Di lì a poco il Milan vincerà il primo scudetto.

LA SCISSIONE MILANESE – Il 1909 fu l’anno della crisi della dirigenza, complice anche ciò che avvenne, come tutti ricordiamo, l’anno prima, con la fondazione dell’Inter, nato quindi da una costola del Milan, la famosa scissione milanese. Pirelli, avendo decisamente più mezzi finanziari degli altri, tanta competenza essendo stato giocatore del Milan, ma soprattutto una passione incrollabile, venne scelto vox populi come Presidente del Milan. Ufficialmente rimase presidente del Milan per 20 anni, ma resse la società per 28 anni, un record tutt’ora imbattuto, anche da Silvio Berlusconi, che ha da poco festeggiato i 25 anni di permanenza nella dirigenza del Club.

LA PRESIDENZA – Furono 20 anni senza vittorie, senza scudetti. Pirelli fu un grande traghettatore, fece vivere il Milan in anni difficili, navigando in acque pericolose, evitando la sorte che fu di tante squadre nate e morte in quegli anni del pionierismo calcistico italiano. Due meriti furono la vittoria della Coppa Federale del 1916 e la scoperta di Van Haege, un centravanti capace di segnare 78 reti in 5 anni.

SAN SIRO – Precursore e uomo che sapeva guardare avanti, Pirelli intuì che il crescente pubblico affascinato dal Milan poteva essere canalizzato positivamente. Fu allora che progettò la costruzione di quello che sarebbe diventato “la Scala del Calcio”, San Siro. Il nuovo stadio venne alla luce nel 1926 sponsorizzato e costruito proprio da… Pirelli. Piero rimase come tifoso perché qualche anno dopo abbandonò definitivamente la società. E pensare che 70 anni dopo la Pirelli sarebbe diventato uno dei maggiori sponsor dell’Inter. Forse Piero avrebbe pensato: “Impossibile, una cosa del genere stonerebbe”. E noi non gli avremmo dato torto.

Destinazione Wembley – 13° Puntata. Bayern sciupone.

Tredicesima puntata della nostra rubrica sulla Champions League, a conclusione degli ottavi di Finale.

BAYERN, SVELATO L’INGANNO – Avevo dato a dicembre due stelline su cinque al Bayern. E la gara di ieri sera conferma la mia ipotesi. Van Gaal chiude il cerchio, se era stato fino a martedì sera l’unico a ribaltare una sconfitta casalinga in Champions League, ora passa dall’altra parte. D’altronde la Champions League non può nascondere le debolezze di una squadra che si trova quarta nella bundesliga a 15 punti dalla prima, ed è stata eliminata in coppa di Germania dallo Schalke 04. Bayern che era comunque qualificato per 178 minuti dei 180. Suicida il cambio di Robben, più del divorarsi quei due gol del KO che avrebbero chiuso la partita. Ma il Bayern si conferma una squadra ancora più disastrata di quella eliminata dal Milan, prima vittoria, vera, di una italiana all’Allianz, nel 2007. A Manchester, ancora, si stanno mangiando le mani. Senza l’infortunio di un Rooney, fino ad Aprile da pallone d’oro, con quella metà di tabellone scandalosa, l’anno scorso avrebbero potuto tranquillamente arrivare almeno in finale.

LA NUOVA INTER DOVE PUO’ ARRIVARE? – E così passa l’Inter, che si qualifica a sorpresa (o forse era già scritto dopo questa?) tra le prime otto, salvando almeno la faccia dopo il solito girone deludente. E’ un Inter nuova, che non c’entra nulla con quella dello scorso anno, anche se la fortuna e i favori arbitrali sono gli stessi. Persa la principale caratteristica, la solidità difensiva, con una difesa dove Ranocchia, Lucio e Julio Cesar alternano buoni interventi a cappellate, ci si affida all’attacco, o meglio Eto’o, unico terminale lanciato in contropiede di una squadra lunghissima. La sensazione è che non possa andare lontano. Ma questo lo dicevamo, purtroppo, anche l’anno scorso. Non credo, sinceramente, che due partite in più di coppa incideranno sul campionato. Ma credo che se cadranno da più in alto, si faranno più male.

E LO UNITED RIDE, CON REAL E CHELSEA – Secondo gol subito dai Red Devils, anche se ininfluente. Stavolta, se lo fanno loro con l’autogol di Brown. Marsiglia campione di Francia eliminato, e compitino consegnato. Come al solito Ferguson mette in campo una squadra tatticamente perfetta che non concede quasi nulla e si porta a casa la gara. Se il calcio fosse una scienza esatta, questo United, bello da vedere per chi capisce di tattica, dovrebbe vincere la coppa a mani basse. Mourinho intanto spezza la maledizione degli ottavi, o meglio la fine delle figure di merda delle annate precedenti. Troppa poca cosa questo Lione per uscire ancora, ma intanto ora la testa dei giocatori al prossimo turno sarà diversa. Poco probante anche l’avversario del Chelsea, già qualificato dopo la gara d’andata e quindi sceso in campo con la testa al campionato. Per queste due squadre, aspettiamo test più probanti. Venerdì il sorteggio. Attenzione allo Shakthar Donetsk. Sette vittorie in otto gare di Champions League, non si fanno per caso. Dovendo valutare, come fatto a dicembre, le squadre rimaste, attribuisco personalmente 4 stelline per loro e il Real. 5 per Barça e Manchester United. 3 per Inter, Chelsea e Tottenham. 2 per lo Schalke 04.

IBRA CRITICATO? E PATO? – Capitolo a parte, quello di Zlatan Ibrahimovic. Capitolo a parte per cui ho aspettato apposta una settimana in quanto ho voluto vedere anche la nostra gara contro il Bari dopo la Champions League. Parma, Chievo, Napoli, Juventus, e appunto Bari. In queste cinque partite, che hanno scandito l’intorno dei nostri ottavi di finale lo svedese ha realizzato un solo gol, su calcio di rigore. Non si può quindi attribuire alla Champions League e allo segnare zero gol contro il Tottenham le colpe di un attaccante che sta attraversando un brutto momento di forma anche in campionato. Interessante anche la riflessione sul non averla vinta. Di fatto, solamente l’anno scorso Ibra giocava in una squadra tra le favorite per la Champions. Non lo era la prima Inter di Mourinho, non lo era il Milan quest anno, e non lo erano Ajax e Juventus. E d’altronde non si può bollare come di scarsa rilevanza internazionale un giocatore per non aver vinto la coppa dei Campioni. D’altronde non l’hanno vinta nemmeno Ronaldo e Maradona, per citarne due a caso. Ingenerose quindi le critiche dei tifosi interisti dato che è solo grazie a questo giocatore che hanno potuto vincere prima in italia, e poi, con la sua cessione, in Europa. Chi invece è stato esente da critiche, a sorpresa, è Pato. Lui che ha segnato sia con Chievo che con Napoli, in un ottimo momento di forma, in Champions è ancora fermo ai due gol di Madrid. Lui forse ha un problema più grosso dello svedese in questa competizione. Ibra nelle ultime 18 gare di Coppa (le ultime due stagioni) ha infatti segnato 8 goal, Pato solo due. Ma ai media, la frecciata a chi ha osato criticare la prima Inter, piace troppo, quella era una squadra da Champions, così come quella pre 2006 da campionato. E gli asini volano. Anzi, scrivono.

Senza Ibra? Tre su tre

Avrei voluto fare una lunga digressione sui calci piazzati e sugli schemi inadeguati della nostra squadra. Ma la decisione vergognosa di Tosel mi spinge verso un post di tattica. Per le prossime tre gare, visto che dato l’orientamento del palazzo che sembra non volere il Milan campione d’Italia, dovremmo fare a meno dello svedese. Ecco quindi una rapida carrellata delle altre volte in cui è capitato durante questa stagione.

Milan – Lecce 4-0
httpvhd://www.youtube.com/watch?v=IcMBzsE0dE8

Prima giornata di campionato, Ibra, appena acquistato è in tribuna, in campo ci sono Dinho e Borriello, ormai non più al Milan. Robinho deve ancora arrivare. La prova è buona, ma è attenuata da un Lecce inesistente, e sinceramente non può dare spunti né tecnici né tattici, dato che due dei tre principali interpreti di quell’attacco ora giocano a Roma e in Brasile.

Cagliari – Milan 0-1
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La prima di Cassano con Ibra squalificato per diffida. Fu un 4-3-1-2 con Merkel dietro a due inesistenti Pato e Robinho. Una partita che rimase comunque viziata dalle numerose assenze a centrocampo, assenze che però ci fecero, con il gol di Strasser, vincere la gara.

Sampdoria – Milan 1-2
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Ibra disponibile, gioca i due minuti finali, di fatto possiamo dire che non prende parte alla gara in maniera significativa. Regaliamo il secondo tempo ma di fatto strappiamo la qualificazione al turno successivo. Il fatto che la partita fosse di Coppa Italia fa si che il risultato vada comunque preso con le molle.

Ora, dato che il ricorso sarà quasi certamente respinto, possiamo fare ancora tre su tre, e impedire quindi a tutta l’italia, di vedere quello che vuole: rivincere gli ex-onesti?

Tre giornate ad Ibrahimovic sono giuste?

Alla fine è arrivato l’amaro responso dal giudice sportivo, 3 giornate di squalifica per il fuoriclasse svedese , chiedo a voi sono giuste in relazione al gesto? Giuste o non giuste il danno è fatto, non ci sarà Ibra con il Palermo, l’Inter e la Fiorentina. In questa settimana ho avuto la strana impressione che il nostro allenatore abbia commesso diversi errori di valutazione che alla fine costeranno molto probabilmente in termini di punti nella lotta scudetto:
1) Il primo grave errore è stato far giocare in condizioni fisiche non ottimali Boateng nella partita di Champions League, giocatore che attualmente è il più imprescindibile se si vuol vincere lo scudetto e soprattutto devastante nell’aprire le difese schierate avversarie. La sua assenza ha pesato moltissimo nell’incontro con il Bari.
2) L’ aver schierato un Robinho ormai palesemente alla frutta che, già nel primo tempo, non aveva, una che dico una, effettuato  una giocata giusta; in sintesi era già da sostituire dopo 30 minuti di gioco con il riposato Cassano. L’impressione è che questo allenatore quando ha abbondanza di uomini da scegliere, tenda sempre ad affidarsi agli stessi: fateci caso, sembra non amare il turn over e questo aspetto mi preoccupa non poco.

Bisogna altresì doverosamente evidenziare un rendimento casalingo inferiore alle attese: a San Siro abbiamo perso con Roma e Juventus ma soprattutto abbiamo pareggiato con Catania Udinese e Bari. Anche domenica abbiamo assistito nel primo tempo, così come nella partita di coppa, ad un ritorno al passaggio orizzontale, con una velocità di manovra lenta e prevedibile e con le due punte Ibrahimovic e Pato ferme ad aspettare la palla e non compiendo di conseguenza i movimenti richiesti dall’allenatore. Trovo strano che un allenatore votato alla verticalizzazione della manovra abbia accettato così passivamente il tipo di manovra lenta nella partita di coppa e che questo comportamento negativo non sia stato da lui stesso contestato ai giocatori ed eliminato nella partita successiva.

Allenatore che nella giornata di lunedì pomeriggio è stato convocato a Milanello per chiarire alla dirigenza le modalità di scelta da lui effettuate in questi ultimi incontri, modalità che non hanno convinto né i vertici di via Turati, né la proprietà.

Nel leggere i commenti di queste ultime ore su questo blog si è molto discusso su chi debba assolutamente vincere lo scudetto. Non ci sono dubbi purtroppo, una squadra che è in testa al campionato da Novembre con cinque punti di vantaggio, non può perderlo, indipendentemente dalla pari forza dell’antagonista Inter.

Per la trasferta di Palermo resto fiducioso, il ritorno di Boateng in posizione di trequartista, garantisce maggior equilibrio e pericolosità e soprattutto rilancia nel ruolo di prima punta Pato, papero che avrà l’onere di dimostrare una volta per tutte, liberato dalla presenza ingombrante di Ibrahimovic, il suo vero valore di fuoriclasse. E su questo accettasi scommesse.