Inizia ufficialmente da oggi, con la fine del weekend, la settimana che porterà ad un derby di indiscussa importanza. Dapprima si conteranno i giorni, poi le ore, infine i minuti e poi sarà il momento della verità, in quella che è per noi probabilmente la partita più importante degli ultimi 3 anni.
Le formazioni sembrano pressochè chiare nelle teste di Allegri e Leonardo, salvo imprevisti e nonostante alcuni problemini fisici, che sanno molto di pretattica. In questo post decido di soffermarmi in particolare su tre giocatori della nostra rosa, uno per reparto, che mi solleticano qualche riflessione.
Alessandro Nesta. Per lui si tratta probabilmente dell’ultimo derby della carriera, vissuta tra il dono del calcio ricevuto dal dio del Pallone e una serie di infortuni che l’ha colpito in ogni parte del corpo (piede, coscia, schiena, spalla, naso). Vederlo oggi è quasi commovente, con quelle mani sui fianchi dopo ogni scatto, lo sguardo sofferente e i capelli che stanno iniziando a farlo scendere in piazza. Ultimamente è stato in difficoltà, ma al derby arriverà con due settimane di allenamenti specifici sulle spalle. La sua zona è quella dove Eto’o segna molti dei suoi infiniti gol, uscendo a sinistra e poi puntando verso il centro dell’area. A Sandro si chiede l’ultima grande notte contro un fenomenale avversario. Sarà coadiuvato da Abate, Gattuso e dall’allievo modello Thiago Silva. Stringi i denti e regalaci un’ultima notte da Nesta in un big match.
Mathieu Flamini. In ballotaggio con Emanuelson, ma credo che la scelta dovrebbe ricadere su di lui. Obiettivo: fotocopiare la gara d’andata, dove oltre a una buona fase difensiva, si inserì costantemente (fino all’espulsione di Abate) in area di rigore a fare, di fatto, la punta aggiunta. Anche per lui le due settimane di lavoro devono servire a ritrovare smalto. Vero è che stavolta ci sarà Maicon, quindi gli inserimenti andranno gestiti con cautela per non lasciare Antonini allo sbaraglio. Serve una grande gara, siamo al bivio: se è un centrocampista di livello europeo deve dimostrarlo. L’ammonizione è quotata 1,01. Andrà valutato con intelligenza il momento in cui spendere il giallo, altra prova di maturità per Matteo (l’anno scorso fu ammonito nei primi minuti, condizionando il resto della sua gara).
Pato. Francamente mi sono scocciato della frase “ha xy anni, deve ancora crescere”. Siamo al quarto anno di Milan, è giunta l’ora di dimostrare quello che vale (perchè vale) e fare la differenza in un big match. Sulla carta il gioco del suo mentore di Niteroi dovrebbe concedergli le opportunità di essere letale.
Non può essere decisivo, deve esserlo. Non ci riuscisse, il valore potenziale del giocatore rimarrebbe immutato, ma forse sarebbe il caso di porsi veramente degli interrogativi circa la sua capacità di diventare realmente un top mondo (cit.).
Alla sua età Messi segnava una tripletta al Real Madrid, posto che Messi fa storia a sè, Pato non può pensare di offrire altre prestazioni in stile Tottenham, Bari, Palermo.