Milan – Atalanta 3-0: il vecchio e il bambino

1558508_501306293323046_1354241258_nKakà torna in forma (l’avevo detto che aveva bisogno di riposo) + la squadra sbaglia poco o niente + Allegri azzecca un cambio = 3-0 secco e tre punti in tasca. E’ una vittoria che lascia tanto, tantissimo amaro in bocca per quello che poteva essere il resto dell’inizio della stagione: l’infortunio di Montolivo apre le porte del centrocampo al giovanissimo Cristante che – come avvenuto per Saponara al derby disputa una partita di altissimo livello che corona con il gol del 3-0. Partita che non dovrebbe stupire gli addetti ai lavori che lo hanno seguito già in primavera, specialmente nell’impresa del pari a Barcellona in Youth League e che al massimo qualche tifosotto da bar minimizzerà in “solo una buona partita” per giustificare l’incompetenza di un allenatore che ha aspettato quattro mesi e diciotto partite per far esordire un prodotto del vivaio.

Per 70 minuti su 90 oggi la squadra ha dominato il campo. L’unica sbavatura è stata all’inizio del secondo quando abbiamo rischiato più volte il pari prima che il non-allenatore si decidesse a mettere Balotelli per un Matri che, vista la disponibilità di Pazzini, non doveva partire dall’inizio. La differenza si è vista immediatamente nell’assist per il 2-0 di Kakà (che ha la buona idea di posizionarsi dove dovrebbe stare Robinho) – non un caso se al suo ingresso in campo si è chiusa la partita e si è smesso di soffrire dato che il 45 sa tenere alta la squadra a differenza del signor Nargi. Certo, con Pazzini dall’inizio probabilmente il cambio forzato non serviva ma questa è un’altra storia.

Moniti per il futuro: il 22 ha ancora molto da dare ma non ha tre partite a settimana nelle gambe – Honda è la giusta alternativa per farlo rifiatare. La partita di Cristante arriva al momento giusto: me lo aspettavo forte ma non così forte – a questo punto sarebbe stato probabilmente un errore cederlo. Lasciamolo crescere nel silenzio dei media (se a Torino un certo francesino pompato avesse fatto una partita così si parlerebbe di 50 milioni e pallone d’oro grazie a televisioni compiacenti) prima che in Europa lo notino e ce lo portino via. E a questo punto in campo lui, Poli e Saponara: se deve essere linea verde che linea verde sia. Basta vedere in panchina gente più forte di chi sta in campo solamente perché pallino dell’allenatore. Basta con Muntari, Nocerino e Robinho, per pietà.

MILAN-ATALANTA 3-0 (PRIMO TEMPO 1-0)
MARCATORI: Kakà al 35′ p.t. e al 20′ s.t., Cristante al 23′ s.t.
MILAN (4-3-2-1): Abbiati; De Sciglio, Zapata (dal 39′ s.t. Rami), Mexes, Emanuelson; Cristante, De Jong, Nocerino; Kakà, Robinho (dal 28′ s.t. Poli); Matri (dal 13′ s.t. Balotelli). PANCHINA Amelia, Coppola, Saponara, Pazzini, Bonera, Silvestre, Zaccardo. ALLENATORE: Allegri.
ATALANTA (4-4-1-1): Consigli; Benalouane (dal 28′ s.t. Brienza), Stendando, Migliaccio, Brivio; Raimondi, Carmona (dal 18′ p.t. Baselli), Cigarini, Bonaventura (dal 23′ s.t. De Luca); Maxi Moralez; Denis. PANCHINA Sportiello, Giorgi, Canini, Del Grosso, Yepes, Cazzola, Marilungo, Kone, Nica. ALLENATORE: Colantuono.
ARBITRO: Peruzzo di Schio.
NOTE – Spettatori 34.187; ammoniti Matri (M) e Raimondi (A) per gioco scorretto. Recuperi: 2′ p.t.; 3′ s.t.

Milan – Atalanta: LIVE! Serie A 2013/14

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SI RICOMINCIA: A SAN SIRO C’E’ L’ATALANTA CHE VUOLE BISSARE I TRE PUNTI DELLO SCORSO ANNO NEL GIORNO DELL’ESORDIO ROSSONERO DI RAMI. SEGUITE CON NOI MILAN-ATALANTA NEL GIORNO DELLA BEFANA, DALLE ORE 15.00, SU ROSSONEROSEMPER!

AC Milan's Ghanaian defender Prince Kevi

Milan – Atalanta: vincere per l’onore

mil ataLunedì 6 gennaio, ore 15.00, San Siro. Il massimo campionato riprende con la 18° giornata; ospite a San Siro è l’Atalanta di Stefano Colantuono.

L’allenatore romano è al timone della squadra orobica dal 2010, e in precedenza (dal 2005 al 2007) aveva già allenato i nerazzurri. Con loro Colantuono ha ottenuto due promozioni in A, in entrambi i casi quando era appena arrivato, ottenendo -una volta nella massima serie- salvezze quasi sempre tranquille. Punto di forza dell’Atalanta è German Denis, punta argentina con trascorsi a Napoli e Udine, che nei tre anni a Bergamo ha messo finora a segno 37 gol. L’asse portante dei bergamaschi, per il resto è formato dai soliti nomi: Bellini, Cigarini, Lucchini, Stendardo, con la presenza in porta di Andrea Consigli, di fatto il “quarto” della Nazionale azzurra. Anche un ex rossonero milita nell’Atalanta: Mario Yepes, dopo la fine del contratto in rossonero, si è accasato a Bergamo.

Posizione in classifica appena dietro quella del Milan per l’Atalanta; i punti dei nerazzurri sono 18, uno in meno del Milan. E infatti Allegri è tranquillamente andato in conferenza parlando di “scontro salvezza” tra le due squadre. Il countdown dice 132 giorni alla fine del suo periodo sulla panchina rossonera, comunque sempre troppi. Guardate cosa è riuscito a fare ieri sera Conte con la fase difensiva; a prescindere dalle polemiche sull’espulsione di De Rossi e dal fatto che il 3-0 è un risultato un po’ bugiardo, ogni attacco giallorosso è stato respinto con successo. In ogni settore di campo dove si muoveva la Roma i bianconeri erano sempre in superiorità, a rintuzzare gli attacchi. Ottima fase difensiva, e ottima preparazione, non per partire forte ma per vincere. E il trio formato dal sopravvalutato Chiellini, da Bonucci e da Barzagli non è che sia propriamente questa macchina da guerra, presi singolarmente gli interpreti.

Potenzialmente sono 29 o 30 punti dalla vetta se non si vince oggi pomeriggio: troppi, esageratamente troppi per una squadra che in teoria doveva puntare al terzo posto. E attualmente sono 12 dal quinto posto. Situazione già difficile da accettare se ti chiami Lazio, appena un punto sopra al Milan e in piena crisi, figuriamoci se hai nel tuo palmares 47 trofei. Ennesimo 4-3-1-2 per il Milan, con: Abbiati; De Sciglio, Bonera, Zapata, Emanuelson; Montolivo, De Jong, Poli; Kakà; Balotelli, Matri. Matri ancora inspiegabilmente preferito a Pazzini, mentre per una volta (causa squalifica) Allegri è costretto a rinunciare al pupillo Muntari. 4-4-1-1 probabile per l’Atalanta, con: Consigli; Raimondi, Yepes, Stendardo, Del Grosso; Bonaventura, Carmona, Cigarini, Brivio; Maxi Moralez; Denis. Assenti Scaloni e Lucchini, più Bellini e l’ex interista Livaja.

Dopo le tre partite della domenica -Chievo-Cagliari, 0-0 che non fa male a nessuno; Fiorentina-Livorno 1-0, e la già citata Juventus-Roma 3-0) restano le sette gare domenicali. Napoli-Sampdoria aprirà le danze all’ora di pranzo, con la squadra di Benitez che a questo punto può avvicinare la Roma per il secondo posto. Sfida salvezza tra Catania e Bologna, mentre per il lato sinistro c’è Udinese-Verona, preferita da Sky Sport 1 come partita del pomeriggio al posto di Milan-Atalanta (altro segno del declino rossonero dell’ultima stagione). Nel tardo pomeriggio, a concludere, Lazio-Inter, dove è prevedibile che le due tradizionali “amiche” siano molto meno concilianti del solito. Ma è ora di pensare a noi; un altro pari inutile non serve a nessuno, e stavolta non c’è di mezzo la posizione in classifica, ormai compromessa, ma la dignità. Quella persa negli ultimi mesi a colpi di “la classifica cambierà a Natale”.

Anno di rivoluzione o di transizione?

braida

Il 2014 che ci apprestiamo a vivere è iniziato sicuramente in maniera esplosiva: Ariedo Braida, uno dei dirigenti che ha caratterizzato l’era del Milan berlusconiano fin dalla sua nascita, ha rassegnato le sue dimissioni. La sua lunga carriera è stata caratterizzata da alti e bassi, com’è anche giusto che sia, ma quello che più stupisce è il totale silenzio, che rasenta l’indifferenza, con cui la società ha lasciato andare uno dei suoi dirigenti di lungo corso, come se si trattasse di un novellino appena arrivato. Sintomo anche questo a mio giudizio di come questo cambio generazionale che tanto attendiamo si metterà in atto.

Non voglio essere ripetitivo: lo svecchiamento dei quadri dirigenziali è cosa buona e giusta, anche per dare una scossa all’immobilismo in cui siamo caduti in queste ultime stagioni, vittime degli stessi schemi costantemente ripetuti sperando che i risultati raggiunti potessero essere sempre gli stessi. Quello che proprio non riesco a digerire sono i modi in cui si sta producendo tutto ciò, e non parlo di semplice riconoscenza per quanto fatto da queste persone in tutti questi anni: sappiamo che lo stesso discorso applicato a Braida sarà ripetuto per Galliani quando sicuramente lascerà la società, visto che pian piano gli si sta facendo terra bruciata attorno.

L’unica costante in questo turbinio di cambiamenti è proprio il presidente Berlusconi, che non solo tace acconsentendo a tutto ciò ma, bloccando per l’ennesima volta il calciomercato in nome di quell’austerity che solo noi, nel mondo del calcio ad alti livelli, sembriamo rispettare ,spegne sul nascere anche le fioche possibilità di vedere il Milan disputare un girone di ritorno almeno un filo migliore di quello d’andata che ormai sta per concludersi. Probabilmente tutto ciò fa parte di un progetto oscuro, di cui fanno parte anche il prossimo cambio di maglie e logo, che vede nel 2014 rossonero un vero e proprio anno 0 da cui ripartire, visto che probabilmente dal prossimo anno le nuove forze che scenderanno in campo dovranno concentrarsi esclusivamente sul campionato, sicuramente un modo più tranquillo di ripartire visto anche quanto successo a Juve e Inter.

Indubbiamente noi tifosi non possiamo esserne contentissimi visto che la maggior parte di noi fanno parte di quella generazione “tutto e subito” che mal digerisce le attese. Non possiamo far altro quindi che rassegnarci a vivere quest’anno (un altro?) da comprimari e sperare che il futuro ci riservi qualcosa di meglio, e che l’attesa non si riveli più lunga del previsto.

Il coraggio di fare delle scelte

niangL’estate 2013 era stata presentata come quella del “progetto giovani”, e al raduno di Milanello i punti di riferimento erano Mario Balotelli (che, ricordiamocelo, è pur sempre un ’90) e Stephen El Shaarawy, la scommessa era M’Baye Niang, gli innesti si erano chiamati Saponara, Poli e Vergara e le novità dalla Primavera Vergara, Cristante e Gabriel. Fin qua tutto bene. Un anno di transizione, in cui svecchiare e rifondare una squadra che, priva dei necessari punti di riferimento per il progressivo e fisiologico stillicidio di senatori, stava andando allo sbando, ci può stare; a patto, però, che il comportamento, in campo e fuori, della squadra fosse quantomeno dignitoso, e che la scelta venisse seguita fino in fondo da tutte le parti. 

Ma qualcosa, in questa catena, non ha funzionato. Come fin troppo spesso in questi quattro anni, il primo problema è stato Massimiliano Allegri. Da un lato si è fossilizzato sui suoi pochi fedelissimi (leggasi Muntari a discapito di Poli), ignorando bellamente i giovani che scalpitavano (Cristante, Vergara dopo un paio di uscite infelici nel precampionato), buttandoli dentro alla carlona come estrema risorsa (Saponara, riesumato casualmente per il derby), accettando che venissero ceduti in prestito o mandati via (Petagna, ma soprattutto, a gennaio, Cristante) e soprattutto inserendoli senza alcun criterio in un contesto di gioco che evidentemente non è il loro, senza trovare alcuna soluzione per agevolare il loro ambientamento in prima squadra – il caso di Gabriel e Niang, i quali, a mio parere, sono e restano due giocatori dalle ottime potenzialità, che però hanno bisogno di essere inseriti gradualmente per crescere.

Dall’altro, nonostante il delicato equilibrio in avanti e le promesse di dare fiducia ai giovani, ha letteralmente preteso dalla società, in tempi di vacche magrissime, un lauto esborso per il proprio pupillo Alessandro Matri, non inutile ma deleterio per i meccanismi di gioco rossoneri. Inoltre, ha trascurato la componente umana, fondamentale per ragazzi che si affacciano al successo ancora adolescenti: non ha mai dato la giusta motivazione, né li ha saputi guidare sulla retta via, invocando magari l’aiuto dei più esperti – in un ambiente più serio mai Niang avrebbe potuto permettersi un giro in macchina a 17 anni con annessa sceneggiata del “sono Traoré”, mai i giocatori avrebbero passato il pomeriggio prima dell’ultima, decisiva partita di campionato a trastullarsi su Twitter.

Ovviamente, la responsabilità di quello che, già a gennaio, può essere letto come un fallimento del progetto giovani rossonero (che sembra già in smobilitazione, lasciando spazio all’arcinota politica degli sconti da amici e dei parametri zero), non è solo del nostro futuro ex allenatore. Milan Lab e il gruppo di preparatori atletici rossoneri si sono dimostrati incapaci di calibrare i carichi di lavoro per fisici ancora delicati e particolarmente da curare, e il rischio è quello di ripetere con El Shaarawy gli stessi errori compiuti su Pato (pompato eccessivamente nelle prime fasi, alcune ossa non hanno retto), nonché di cronicizzare (come peraltro avvenuto negli anni precedenti con Kakà) i problemi di Saponara.

Ma sembra che nessuno in via Aldo Rossi abbia voglia, per pigrizia, per mancanza di fondi o per semplice quieto vivere (e propendo per questa ipotesi) di effettuare dei cambiamenti radicali, sia sul piano dell’allenatore che su quello della preparazione fisica. I giovani che arrivano a Milanello sono spesso dei diamanti grezzi: basta saperli lavorare con cura, o il rischio è quello di sprecarne buona parte, o di osservarli, impotenti, brillare in altri palcoscenici. Ma affinché ciò avvenga serve il coraggio di rifondare, e di farlo radicalmente. La dirigenza del Milan è composta di persone capaci, che in altri frangenti hanno avuto tale lungimiranza – e penso al nostro Amministratore Delegato: il mio appello è soprattutto a lui, affinché faccia sì che, in concomitanza con l’arrivo di un ottimo DS come Sean Sogliano, l’estate del 2014 sia quella giusta.

Un 2014 all’insegna del mercato… speriamo che passi in fretta

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Buongiorno e buon anno a tutti. Il 2013 che ci siamo lasciati alle spalle si è rivelato piuttosto scialbo, sportivamente e calcisticamente parlando: poche le soddisfazioni, troppe le incazzature. Fino a maggio tutto bene, la squadra si era ripresa benissimo e il terzo posto finale lo aveva dimostrato. Ma, alla luce dei risultati più recenti, un dubbio credo sia venuto a tutti: quanto vale realmente quel piazzamento? O meglio: quanto hanno influito i rigori di Balotelli? Quanto culo ha avuto Allegri? A quanto pare tanto, forse troppo. Questa squadra non ha né capo né coda, una bagnarola con poco meno di 30 marinai che lentamente sta andando alla deriva. Come ho sempre sostenuto, è colpa della dirigenza se la squadra arriva quinta o sesta, dietro alle altre grandi (sempre che di grandi si possa parlare), ma è responsabilità in primis dell’allenatore se questa non supera il 13esimo posto, accodandosi dietro a compagini ben meno prestigiose.

Di fatto, il mercato di gennaio ha sempre portato pedine molto utili: ricordo Van Bommel l’anno dello scudetto, ma anche Cassano e, ultimo in ordine cronologico, Balotelli. Honda e Rami sono due buoni giocatori, non certo campioni che fanno la differenza, ma di sicuro meglio di niente. Il giapponese voglio vederlo nel contesto della Serie A: in Champions e in Nazionale si è spesso fatto valere, speriamo al Milan non sia da meno. Si tratta di un mancino dinamico di buona qualità, capace di muoversi bene sia sulla fascia che da trequartista; il suo forte sono i calci piazzati. Adil Rami, invece, è un centrale di difesa vecchio stampo: armadio di quasi due metri, molto forte di testa e bravo nella marcatura, a discapito della velocità. Insieme al connazionale Mexès, affronterà l’arduo compito, a febbraio, di arginare Diego Costa, centravanti dell’Atletico Madrid. Buoni innesti, ma a questa squadra serve ben altro: un centrocampista di qualità e, visto il nuovo infortunio di El Shaarawy, anche un ritocco al reparto offensivo. Sulla difesa meglio lavorare in estate.

Estate…abbiamo appena festeggiato il capodanno, ma sportivamente parlando siamo già in buona parte proiettati a quest’estate, l’estate del Mondiale in Brasile, ma soprattutto l’estate della Rivoluzione, con la R maiuscola. Il primo a farne le spese è stato il dimissionario Ariedo Braida, ma certamente a giugno lascerà anche l’allenatore (mi raccomando, tra qualche mese in freezer le bottiglie buone eh). Si profila incertezza per la situazione AD: il clima attuale è ovviamente insostenibile: a farne le spese sarà, quasi certamente, Adriano Galliani. Quest’estate vedremo la squadra completamente rivoluzionata, smantellata e ricostruita. Il fato solo sa se questo si rivelerà essere un bene o un male: le grandi squadre, al termine di stagioni negative, spendono e investono per riuscire a rialzarsi subito. Il mercato sarà decisivo, ci dirà che Milan vedremo nei prossimi 2-3 anni. Preferisco essere ottimista e pensare che si possa aprire un nuovo ciclo.

Quest’estate. In fondo, pensarla così forse (forse) mi permetterà di attutire meglio ciò che, calcisticamente parlando, stiamo vivendo oggi. Allora barrichiamoci, amici, in nome della passione e della speranza, sempre di fianco al nostro amato Milan: in fondo, dobbiamo solo resistere qualche mese, da quest’estate cambierà tutto. Se tanto mi da tanto, viste le premesse, speriamo che passi in fretta…

Le (nuove) follie dell’allenatore

sede milanDopo un 2013 agrodolce ecco il 2014. Secondo anno dopo la fine del ciclo che durava ormai dall’arrivo di Ancelotti nel 2001, ma il Milan è ben più in difficoltà di quanto ci si aspettasse a inizio stagione.

In merito alla delirante intervista del sempre meno credibile imbonitore di Livorno che ha chiuso il 2013 in casa Milan, c’è -come al solito- molto da dire. A partire dalla “preparazione per partire forte” che Allegri e il team di preparatori atletici, lo stesso di sempre, hanno approntato con grandi risultati anche quest’anno. E con Tognaccini a Milan Lab siamo passati dalla padella alla brace per quanto riguarda gli infortuni, che Allegri individua come unici colpevoli del pessimo girone d’andata rossonero.

La soddisfazione del livornese per il rendimento della squadra poi è spettacolare. Elogi a Matri (“ha fatto gol in tutta la sua carriera, ma tornerà ad essere importante per noi”) e a Balotelli, tante belle parole sul desaparecido Bryan Cristante, e sorprendentemente niente sul suo pupillo Muntari, che dopo il delirio finale nel derby è meglio non nominare. Uno spettacolo grottesco che raggiunge il culmine proprio quando sembrava che tutte le affermazioni più raccapriccianti fossero già passate. “Avrei potuto essere il tecnico della seconda stella, ma a volte ci sono degli imprevisti”. Tipo vincere un solo scontro diretto su 10 contro una squadra arrivata in Europa (con l’Udinese) o buttare via 3 punti con la Fiorentina (non considerando lo scippo dell’andata) e 4 con il Bologna nell’anno del primo scudetto di Conte, quello passato alla storia per il mancato gol di Muntari.

A giugno, comunque, finirà il contratto di Allegri con il Milan. Mi sembrava di aver avvistato Lippi in tribuna la sera del derby, e visti i trascorsi con l’Inter l’unica squadra con cui avrebbe potuto prendere contatti era proprio il Milan, ma l’ex ct campione del mondo ha annunciato pochi giorni fa il ritiro dal calcio. Il tecnico di Viareggio sarebbe stato una soluzione affascinante, se non fosse per il suo vizio di silurare i giocatori che gli stanno sul gozzo -tra cui lo spettacolare Cassano nel periodo alla Samp a ridosso del Mondiale 2010, o Baggio nei primi anni alla Juventus. A sostituire il livornese sarà, probabilmente, uno tra Clarence Seedorf e Marco Van Basten, con la “nuova” dirigenza che predilige chiaramente il primo. A 38 anni, quindi, l’ex bandiera del Milan potrebbe esordire da subito come allenatore su una panchina di lusso come quella rossonera, un po’ come fece (a 44 anni) Fabio Capello. Resta aperta anche la porta Inzaghi, in caso di rubinetti chiusi da parte della società e di una bella conclusione del campionato Primavera/di una vittoria a Viareggio. Comunque vada, l’incubo dovrebbe finire; resta da vedere se il sostituto sarà in grado di riportare il Milan in alto, visto anche il livello medio-basso del campionato italiano.

Cosa mi aspetto e spero dal 2014

Happy-New-Year-2014-1-1Mi aspetto l’esonero di Allegri. Mi aspetto la liberazione del Milan da un tecnico incapace di valorizzare ciò che ha a disposizione e che ci ha trascinato sul fondo. 30 Giugno 2014: mancano sei soli mesi ma lo festeggerò come se fosse il 25 Aprile.

Mi aspetto un ritorno ed una crescita del tifo, ad oggi a livelli miserrimi. Mi aspetto di non vedere più sermoni al limite del ruffiano, tutti pateticamente uguali accusatori ed inconcludenti per assicurarsi le simpatie di turno. Mi aspetto di non vedere più pagelloni democristiani in cui per non schierarsi e dare il contentino a tutti Allegri, Galliani, Berlusconi ed i giocatori vengono messi sullo stesso piano a livello di colpe.

Mi aspetto che le sedi degli Allegriani diventino le sedi dei Prandelliani, Seedorfiani o qualcosa d’altro (tanto sempre –ani restano). Almeno se dovete ergere un allenatore come simbolo della lotta contro la società, fatelo con uno capace.

Mi aspetto che durante la prossima sessione di mercato ogni acquisto non venga criticato prima, a prescindere, come fatto con Kakà.

Mi aspetto un finale di campionato perlomeno dignitoso: la stagione italiana è compromessa – si pensi più alla qualità e non alla quantità dei punti. Meglio 50 vincendo coi gobbi e coi cugini che 60 battendo solo piccole.

Mi aspetto un allenatore che riporti il Milan dove gli compete partendo dalla buonissima base attuale.

Mi aspetto il solito finale di campionato con polemiche scottanti e finale già scritto.

Mi aspetto la Decima del Real Madrid. Contro il Bayern.

Mi aspetto un grande mondiale di Messi ed una finale tra Brasile ed Argentina.

Mi aspetto il fallimento dell’Italia di Prandelli al mondiale.

Mi aspetto di finire il campionato davanti ai cugini.

Mi aspetto una finale di coppa Italia visto il tabellone ridicolo.

Spero in una Champions League dignitosa. Anche perché sarà l’ultima, almeno per un po’.

Spero di vedere Muntari in tribuna, il più possibile.

Spero in Nainggolan. Da sempre un mio pallino.

Spero che il tifoso, a San Siro, vada a vedere il Milannon il Barcellona.

Spero di vedere un allenatore scarso giudicato per quello che è senza dover tutte le volte ricondurre discorso e colpe ad altri.

Spero di non sentire più la puttanata della rosa non all’altezza quando sei dietro anche al Livorno.

Spero che la rinascita passerà prima di tutto per un miglioramento generale del tifo, troppo spesso disperso dietro a falsi guru disinformatori e mistificatori in cerca di facile coscienza dall’alto della propria esperienza a FM in cerca di pozzi di odio dove sfogare la loro frustrazione.

Spero in Kakà.

Spero che non sia l’ultimo anno di Rossonerosemper.

Il meglio del 2013 – Parte terza

1° Settembre: Milan – Cagliari 3-1

httpvh://www.youtube.com/watch?v=HZKmQ-pdpuk

Seconda giornata di campionato: dopo aver passato il turno in Champions League il Milan fa una grande partita nel turno casalingo battendo agilmente il Cagliari. Si rivelerà soltanto, purtroppo, un fuoco di paglia in un avvio fallimentare.

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22 Ottobre: Milan – Barcellona 1-1

Poche soddisfazioni in campionato… non in coppa dove si gioca ancora a San Siro e ancora contro il Barcellona finendo con una grande partita contro i marziani, ormai una abitudine in quel di San Siro. Finisce 1-1 e sarà un punto fondamentale per il passaggio del turno dato che ci permetterà di avere due risultati su tre contro l’Ajax.

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26 Novembre: Celtic – Milan 0-3


Una partita tanto importante quanto storica: il Milan non espugnava Celtic Park da più di 50 anni. Torna a farlo nel 2013 e lo fa nettamente vincendo 3-0 con le reti di Kakà, Zapata e Balotelli. Una gara che sarebbe valsa la qualificazione anticipata se non fosse stato per il Barcellona contro l’Ajax (ma sarà fatta giustizia nell’ultima giornata)

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Il meglio del 2013 – Parte seconda

28 Aprile: Milan – Catania 4-2

httpvh://www.youtube.com/watch?v=b6yfmL-ySdY

Una partita sul finire di campionato ma non una partita banale. Il Milan è ormai stanco della rincorsa e trova un Catania salvo ma non domo. Il risultato è una partita piacevole risolta solo negli ultimi minuti dal solito Pazzini, forse il più decisivo di tutti per la rimonta terzo posto.

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19 Maggio: Siena – Milan 1-2

httpvh://www.youtube.com/watch?v=GZ4GHsRapCs

La gara decisiva. Nonostante una retrocessione in serie B già acquisita grazie alla comproprietà di diversi giocatori con la Fiorentina il Siena si gioca la gara alla morte, andando anche il vantaggio. Il cuore di Mexes farà però terminare il campionato secondo quello che è il traguardo più giusto per quanto visto in stagione.

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28 Agosto: Milan – PSV Eindhoven 3-0

httpvh://www.youtube.com/watch?v=6ZnlzvA_wZo

L’ingresso tra le grandi d’europa: il Milan ospita il PSV nei preliminari di Champions e chiude la corsa della scorsa stagione con un successo. Sarà però, purtroppo, l’unica gioia per i tifosi rossoneri in questa stagione.

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Il meglio del 2013 – Parte Prima

20 Febbraio: Milan – Barcellona 2-0

Ottavi di finale di Champions League – gara di andata. Il Milan fa forse quella che è la partita dell’anno vincendo 2-0 e facendo uscire il Barcellona da San Siro senza nemmeno un tiro in porta. Non basterà a passare il turno anche e soprattutto per il suicidio del ritorno ma quella sera tutti i milanisti si sono sentiti, per una volta, tornati a casa.

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2 Marzo: Milan – Lazio 3-0

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Scontro diretto per il terzo posto ed è grande Milan. Demolita la Lazio in casa grazie ad un grande Pazzini che si confermerà trascinatore della scorsa stagione. Non sarà così facile contro la Fiorentina ma, alla fine, il traguardo tanto cercato arriverà.

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8 Marzo: Genoa – Milan 0-2

httpvh://www.youtube.com/watch?v=g6iN5oL81QM

Non una partita facile: su un campo tosto e prima della Champions. Pazzini e Balotelli la risolvono anche se purtroppo il primo ha la peggio fisicamente uscendo infortunato dal campo. Chissà come sarebbe andata con lui al Camp Nou…

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Le pagelle di metà stagione 2013/14 – Parte Seconda

visore_pagelleRiprendiamo le nostre pagelle di metà stagione. Se volete spiegazioni su come è stato espresso il vostro voto o, più semplicemente, rivedere il resto delle pagelle vi consigliamo prima di leggere la prima parte.

Centrocampisti – Parte Seconda

Montolivo: 4,5. Semplicemente indecente e ombra di quello che era stato l’anno scorso – ovvero uno dei migliori centrocampisti del torneo. A sua discolpa va detto che il meglio lo ha dato in posizione di regista dove è ora De Jong e che la posizione attuale non lo fa rendere al meglio. Ma figurati se quello in panchina se ne accorge… Il vostro voto 5,4±0,9.

Muntari: 5. Non ingannino le 20 partite con 5 gol ed un assist: è un vero e proprio scandalo che questo signore giochi nel Milan e giochi spesso titolare. Falloso, sempre in ritardo e inutile nell’impostare l’azione – più che un centrocampista è un uomo in più per gli avversari. Il vostro voto: 4,7±2,0.

Nocerino: 5,5. Tanti stralci di partite senza infamia e senza lode: mai decisivo nel bene o nel male. Considerato il prezzo di acquisto, soli 500.000€, non mi dispiacerebbe una buona cessione con plusvalenza. Il vostro voto: 3,9±1,7.

Poli: 6. Tanta roba (ma si sapeva) per il nostro centrocampo ma presenta, per ora, grossi limiti sui 90 minuti di tenuta. Un allenatore normale farebbe giocare lui per far subentrare Muntari nel finale – il nostro fa l’esatto contrario. Il vostro voto: 5,9±1,0.

Saponara: s.v. Per ora l’abbiamo visto poco – una sola partita da titolare, nel derby, e qualche sprazzo qua e là. Forse andava tirato fuori prima, speriamo di non pentircene. Il vostro voto: 5,9±1,3.

Attaccanti

Balotelli: 6,5. Indispensabile. Per vincere lui deve rendere altrimenti non si va da nessuna parte – ci sarebbe da chiedersi perché le partite buone al Milan si contano sulle dita di una mano mentre in nazionale fa bene sempre e comunque. Il vostro voto: 5,3±1,5.

El Sharaawy: s.v. Calvario fisico che continua. E pensare che ci stavano per dare 30 milioni… Il vostro voto: s.v.

Kakà: 7. Luce, faro, trascinatore, a sprazzi quello che non è mai andato via. Sembra quasi di essere tornati indietro di 4 anni – vederlo giocare e segnare è l’unica nota positiva di questa stagione. Il vostro voto: 6,8±1,0.

Matri: 4. Senza dubbio una prima parte insufficiente ma non ritengo sia tutta farina del suo sacco. Non rende in un attacco dove non rende nessuno e abbiamo visto in altre squadre che è in grado di segnare ben più di un gol in 4 mesi. Il vostro voto: 2,4±1,3.

Niang: 3. Cosa sarebbe cambiato se avesse segnato a Barcellona? Credo niente poiché per giocare ha giocato ed il responso è di ZERO gol in campionato nell’anno solare 2013. Via dal Milan, subito.  Il vostro voto: 2,4±2,1.

Pazzini: s.v. Rivisto solo nel derby. Torna al più presto, Pazzo, che ci manchi da morire. Il vostro voto: s.v.

Robinho: 5. Due gol pesanti contro Cagliari (per i punti) e Barcellona (per la gloria) ma una prima parte di stagione non sufficiente. Imperdonabile la foto su Instangram dopo il derby. Il vostro voto: 4,1±1,5.

Società

Massimiliano Allegri: 1. Non ho mai visto un allenatore peggiore negli ultimi vent’anni. Ma non di Milan, di storia del calcio. Prende una squadra che, lo ricordiamo, a settembre era quotata come principale rivale della Juventus e la porta al tredicesimo posto in classifica. E pensare che ce ne stavamo liberando. Certo, ci sarebbero le dimissioni, ma bisogna essere uomini…. Il vostro voto: 2,0±2,3.

Adriano Galliani: 5. La via di mezzo tra il voto per un mercato (che continuo a ritenere buonissimo) e la scelta di Allegri nell’alternativa tra lui e Seedorf spinto dall’onda dei tifosi che ne chiedevano a gran voce la riconferma. Ripartirei comunque da lui – unica persona indispensabile nel Milan. Il vostro voto: 4,3±3,4.

Berlusconi, Silvio: 3. L’ultima parola su un allenatore, piaccia o non piaccia, è la sua da 28 anni. E se oggi abbiamo ancora la capra è anche e soprattutto perché lui due stipendi non li voleva pagare. Dopo la sua interdizione dalla politica speriamo che presto venga eliminato anche dall’AC Milan, magari in favore degli arabi. Il vostro voto: 3,1±5,6.

Berlusconi, Barbara: 4. Questa arriva (con quali competenze, poi? Una laurea triennale in filosofia fuori corso?) e in men che non si dica pretende di comandare. Nel mentre cambia il logo e diventa AD quando dopo lo scambio Pato-Tevez sarebbe stato meglio che non mettesse più la sua faccia nel raggio di 30 miglia da San Siro. Il vostro voto: 4,1±6,5.

Le pagelle di metà stagione 2013/14 – Parte Prima

visore_pagelleCome sempre negli ultimi giorni prima della fine dell’anno tornano le tradizionali rubriche. Partiamo, come sempre, dalle pagelle di metà stagione. Anche quest’anno abbiamo registrato tramite modulo i vostri voti e li troverete, come sempre, di fianco al nome del calciatore – i voti saranno riportati nella forma media ± varianza, ovvero, il 90% dei vostri voti sarà compreso nell’intervallo (media-varianza; media+varianza). Per fare un esempio, se un calciatore ha preso 6±0,5 questo vuol dire che i tifosi si sono trovati molto d’accordo sulla propria valutazione e quel 6 è frutto di una media di molti 5,5; 6; 6,5 ecc.. mentre un 6±4 ad esempio vuol dire che i tifosi non erano in accordo su quella valutazione e che il voto è in realtà frutto di una media tra valori molto disgiunti come 2, 8, 4, 9 ecc… se più della metà dei tifosi ha optato per l’s.v. sarà assegnato tale voto nella valutazione dei tifosi.

Portieri

Abbiati: 5. Pochi alti, molti bassi, tanti infortuni e ad un certo punto della stagione posto perso per Gabriel. Dovremmo dire che non può essere il portiere del futuro e va rimpiazzato però sarebbe tipo la quinta o la sesta volta che lo diciamo. A quando un Consigli o un Marchetti? Barzelletta. Il vostro voto: 5,5±0,9

Amelia: s.v. Una sola partita, seppure per 90′, contro il Barcellona, non può bastare per un suo metro di valutazione in questi mesi. Una mia idea ce l’ho, ma non la esprimo in questa sede dove valuto quanto fatto vedere tra settembre e dicembre. Il vostro voto: 4,6±2,6

Coppola: s.v. Preso in emergenza, serve solo per far numero e farsi un paio di panchine in Champions League. Non ha avuto peso né nel mercato, né nella stagione, né in partita per cui non gliene darei troppo. Il vostro voto: s.v.

Gabriel: 4,5. Una buona partita contro l’Udinese vanificata da prestazioni al limite dell’orrendo tra Lazio, Parma, Fiorentina e Livorno. Doveva essere una alternativa ma per ora sembra essere buono solamente per il campionato primavera. Il vostro voto: 4,9±1,1

Difensori

Abate: 5. Più tempo fuori dal campo che in campo – di buono per ora c’è solo l’assist per El Sharaawy ad Eindhoven in attesa che possa tornare, almeno, quello della stagione dello scudetto. Il vostro voto: 5,4±1,0

Bonera: 6. Rientra per la gara contro il Celtic giocando tutto sommato delle partite accettabili. Continuasse così può essere quello che è sempre stato nel Milan – una buona riserva. Il vostro voto: 6,1±0,7

Constant: 4,5. Parte bene poi si perde durante la stagione diventando inguardabile nelle ultime gare (vedasi screen su twitter del derby). Va ricordato che non è un terzino sinistro ma è stato adattato a questo ruolo ma in ogni caso, comunque, è ben lontano dalla sufficienza in questa stagione. Il vostro voto: 3,9±1,5

De Sciglio: 5,5. Gioca anche lui poco (due infortuni) e forse per questo risulta essere un po’ timido nelle proprie prestazioni. Aspetterei la seconda parte di stagione per giudicarlo meglio – sicuramente non smetterei di puntare su di lui per tre-quattro partite un po’ opache. Il vostro voto: 6,0±0,8

Mexes: 5. Gli avrei dato 5,5 per un girone d’andata per ora sottotono ma levo mezzo voto per quel ridicolo gesto contro la Juventus punito con quattro giornate. Non è comunque scarso come lo si dipinge. Il vostro voto: 5,1±1,2

Silvestre: 6. Non ha fatto faville ma, a dire la verità, quando ha giocato non mi è dispiaciuto troppo. E’ ovvio che essendo in prestito secco la società non ha alcun interesse a valorizzarlo ma gli concederei più spazio anche in ottica turnover: il Silvestre pre-Inter era un ottimo difensore. Il vostro voto: 5,3±1,2

Vergara: s.v. Senza voto solo ed esclusivamente poiché non rientrano nella valutazione le amichevoli. Spero che il futuro dia un senso al suo acquisto. Il vostro voto: s.v.

Zaccardo: 5. Sarei tentato di penalizzarlo ulteriormente se non fosse che il suo arrivo al Milan ci ha levato di torno una delle peggiori sciagure ovvero Djamel Mesbah. Penso che però sia meglio che vada via come è arrivato, ovvero come una pedina di scambio. Il vostro voto: 4,3±1,4.

Zapata: 5. Ritengo sia un buon difensore e ritengo sia da Milan, però non è continuo, ha troppi alti e bassi e soprattutto paga l’indisciplina allegriana nella fase difensiva: un Astori o un Rami al suo posto, comunque, non cambieranno chissà che. Il vostro voto: 4,9±1,9. 

Centrocampisti – Parte Prima

Birsa: 5,5. Media pesata tra il 7 della prima parte di stagione e il 4 della seconda che culmina con l’orribile partita di Livorno. Ci porta comunque dei punti e, soprattutto, ci porta via Antonini ponendo fine ad un incubo su quella fascia. Il vostro voto: 5,8±0,8

Cristante: s.v. Non gioca mai, mai, mai, mai. E viste le prestazioni in primavera sarebbe ora che qualcuno ci spiegasse il perché. Il vostro voto: s.v.

De Jong: 6,5. Esce spesso come il migliore il campo del Milan – da capire quanto per meriti suoi e quanto perché la squadra non abbia un gioco. Continuo tuttavia a pensare che non debba essere impiegato in quella posizione che causa più problemi che vantaggi. Il vostro voto: 6,9±1,1.

Emanuelson: 5. Gioca più spesso come terzino che come centrocampista – è esattamente quello che era quando ha lasciato il Milan: una riserva accettabile ma che mai vorrei nei primi 11. Il vostro voto 5,4±0,9.

Come va il settore giovanile? Intervista a Milannext (seconda parte)

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Ecco la seconda parte dell’intervista a Milannext di ieri (puoi rileggere qui la prima parte). Dopo il pandoro di natale è il momento, nel giorno di Santo Stefano, di soffermarsi sui singoli: buona lettura.

Andiamo a vedere chi esce dalla primavera della scorsa stagione: Lora, De Feo e Prosenik sono stati lasciati andare mentre altri come Ronchi, Ganz, Ferretti, Speranza, Kingsley Boateng e compagnia sono stati spediti in prestito: tralasciando per ora Cristante e Petagna c’è qualche giocatore tra quelli usciti che secondo te potremmo vedere al Milan o in una big?

Lora in realtà è ancora di nostra proprietà, però si è purtroppo infortunato gravemente!

Io punto molto su Fossati, che ha scelto un percorso di crescita graduale e intelligente. Anni fa era considerato il centrocampista 92 più talentuoso d’Italia, speriamo possa mantenere le aspettative. Poi sogno il ritorno, un giorno, di Paloschino. Lo vedrei benissimo alla Tomasson, per entrare e risolvere le partite.

Vorrei soffermarmi ancora una volta su Hachim Mastour: abbiamo visto di tutto in questo periodo fino al famoso spot Nike con Neymar. Come vive il ragazzo questa pressione mediatica? Può condizionare in negativo la sua crescita? Non rischia di complicare il rapporto con i compagni di squadra?

Quest’anno per impegni lavorativi purtroppo riesco meno ad andare al Vismara, quindi non ho avuto modo di osservare gli Allievi Nazionali, la squadra di Hachim, e valutare la sua crescita o capire come viva la pressione mediatica. Spero che questa non ne condizioni la crescita, ma è inevitabile che la pressione ci sia. Dobbiamo essere tutti bravi nel ridurla, aiutando i tifosi a capire che si sta parlando di un ragazzo di 15 anni.

Per quanto riguarda i compagni non so, non parlo molto coi giocatori!

Parlando invece a livello personale: Mastour per come viene trattato sembra quasi una merce preziosa messa in vetrina: il Milan crede nel ragazzo? Non sarebbe migliore in questo caso una politica più “low-profile” per non attirare l’attenzione delle big?

Le big già lo conoscono, visto che prima di firmare per il Milan un po’ tutte le squadre europee tentarono di accaparrarselo. E se una big arriva, non puoi farci nulla, non sei tutelato contro le offensive delle squadre estere. Per quanto riguarda la gestione del ragazzo, non so come il Milan abbia deciso di gestire un ragazzo di talento come Hachim, ma sapendo quanto in gamba siano le persone dello staff sportivo e dello staff extra-sportivo (tutor, psicologi etc…) sono tranquillo.

Quali sono secondo te i giocatori migliori saliti in primavera quest’anno? Vedi qualcuno già da serie A tra questi?

Non faccio mai nomi, al massimo li faccio a voce

Andiamo invece a vedere i promossi in prima squadra. Petagna ha giocato tanto in questo precampionato facendo addirittura l’esordio a Verona…. come mai? Solamente l’arrivo di Matri o c’è di più? Come giudichi la sua stagione finora alla Samp?

Evidentemente Allegri non lo ha ritenuto pronto per sostenere il peso dell’attacco rossonero nei momenti di difficoltà, così come non sta ritenendo pronto Cristante per quanto riguarda il centrocampo. Alla Samp, ora che è arrivato Mihajlovi?, sembra poter avere un po’ più di spazio. In generale manca un po’ di coraggio negli allenatori di A, motivo per cui forse sarebbe stato meglio andare in B dove sarebbe stato quasi sicuramente titolare.

Capitolo Cristante: lo avevi definito “già pronto per la serie A”. Eppure Allegri non lo vede e non lo fa mai giocare se non in qualche inutile amichevole. Qual è il tuo punto di vista e come credi che il Milan si debba comportare con lui in futuro?

Ad Allegri piacciono giocatori più muscolari e di fatica rispetto a Bryan. Credo fosse prevedibile e quindi, in caso di arrivo di un altro centrocampista oltre ad Honda, manderei Cristante in prestito. Possibilmente in B. Tanto più che a Gennaio con allenatori che non ti conoscono è ancora più dura trovare spazio.

Pensando ad altri acquisti estivi come Saponara non si può proprio dire che il Milan punti sui giovani, al contrario di quanto dichiarato? Qual è la tua impressione?

In un momento di grande difficoltà, è normale provare a cercare equilibrio affidandosi a giocatori più esperti. Sono sicuro che quando avremo trovato maggiori sicurezze potremo concedere più spazio ai giovani. Oggi, con i tifosi esasperati, rischiare un giovane è controproducente ai fini della sua crescita.

Credi che Allegri sia l’allenatore ideale per lanciare i giovani in prima squadra o ti auguri che in futuro il Milan trovi un altro allenatore che li sappia valorizzare meglio?

Allegri ha saputo valorizzare giovani a Cagliari, forse perché valorizzarli è più facile in provincia. Le pressioni a cui sei sottoposto giocando in una squadra come il Milan metterebbero a dura prova la sicurezza di chiunque. Faticano giocatori più navigati, figuriamoci ragazzi che magari sono alla prima esperienza da professionisti.

Credo sia l’ultimo anno di Allegri al Milan, spero che chi lo sostituirà riesca a riportare in alto il Milan. Una volta in alto, sarà più facile lanciare i giovani.

Come va il settore giovanile? Intervista a Milannext (prima parte)

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25 dicembre, Natale. A bocce ferme abbiamo pensato di regalarvi per voi un focus sul nostro settore giovanile. Siamo andati ad intervistare ancora una volta Francesco Battaglia, in arte Milannext, esperto dei giocatori che potrebbero essere il nostro futuro. Ecco, in due parti, l’intervista fatta di noi (il 15 Dicembre, alcune parti potrebbero non essere attuali) – il nostro regalo di natale per tutti voi.

Avevamo fatto il punto della situazione a Marzo – partiamo dalla scorsa stagione: la primavera è stata eliminata nel suo campionato in semifinale dall’Atalanta per 1-0 ed è andata in finale al Viareggio dove ha perso contro l’Anderlecht. Come giudichi la stagione della prima categoria giovanile?

E’ stata una stagione molto positiva, non sono arrivati trofei ma si è raggiunto l’obbiettivo primario: far crescere i singoli e il collettivo. A inizio stagione la squadra aveva problemi di equilibrio, concedeva parecchie reti, faticava a restare compatta nelle difficoltà. Emblematico il turno di Coppa Italia contro la Roma, con l’andata vinta 2-0 e il ritorno perso 0-3. Mister Dolcetti è stato bravo nel lavorare sui difetti e nel compattare il gruppo.

Al Viareggio era forse impossibile fare di più, la fisicità dell’Anderlecht e il campo rovinato dalle intemperie neutralizzavano il nostro gioco. Nel primo tempo giocammo comunque meglio noi, poi la stanchezza ha prevalso. In Campionato grande rimonta finale, vinciamo tutti gli scontri diretti (anche grazie ad un super Gabriel), arriviamo alle final eight, battiamo il Catania, semifinale con l’Atalanta, giochiamo bene ma perdiamo 1-0. In Finale comunque sarebbe stata durissima contro la Lazio, Keita già si vedeva che era giocatore vero (e non solo lui).

Per quanto riguarda le altre categorie, invece: quali sono stati i risultati di rilievo?

Nelle altre categorie abbiamo raccolto meno di quello che avremmo meritato, è stata una stagione bella ma un po’ sfortunata. Gli Allievi Nazionali di Inzaghi, dopo essersi qualificati alle Final Eight con una rimonta pazzesca frutto di 20 o 21 (non mi ricordo più) risultati utili consecutivi e aver superato un girone finale in cui c’erano Juventus, Inter e Genoa, ha perso ai rigori una semifinale dominata contro l’Empoli (due traverse).

I ’97 hanno disputato il solito campionato Allievi I/II Divisione di transizione, una stagione di crescita (contro gente più grande) più che di ricerca dei risultati, visto che non si vince nulla (è competizione riservata alle squadre di Lega Pro, noi partecipiamo formalmente fuori classifica). Sono arrivati secondi dietro l’Inter, prestando però molti giocatori agli Allievi Nazionali di Inzaghi.

I Giovanissimi Nazionali hanno vinto la Manchester United Premier Cup italiana a Marzo, competizione prestigiosissima riservata alle meglio classificate dei vari gironi.
Hanno chiuso il campionato con tutte vittorie tranne una sconfitta e un pari con l’Atalanta. Pur essendo la migliore prima di tutta Italia, hanno avuto un cammino complicato nelle qualificazioni e un girone di ferro alle Final Eight.

C’è chi invece è stato più fortunato: l’Inter, dopo aver perso derby tutto l’anno, si è ritrovata in un girone finale facilissimo. Stava per essere comunque eliminata, è passata grazie ad una intossicazione alimentare di massa della Juventus. Ha vinto il Derby semifinale difendendosi per tutta la partita e segnando l’1-0 per rimpalli favorevoli. In Finale, alla Roma bastava segnare l’ultimo rigore, è andato a tirarlo il più piccolo (Scamacca, ’99 molto bravo) e lo ha sbagliato.

A fine stagione disputiamo le finali mondiali della Manchester United Premier Cup. Non possiamo portare Modic per problemi di documenti, né capitan El Hilali infortunato. Dopo due partite si fa male Spinelli (titolare difensivo). Poi sta male bomber Cutrone e lo perdiamo per quasi tutto il torneo. Nei quarti contro il Real viene espulso Locatelli (oggi titolare coi 97), che ovviamente salta anche la Semifinale. Nonostante il destino avverso arriviamo in Finale, ma acciaccatissimi perdiamo 2-1 all’ultimo minuto dei supplementari contro la fortissima Dinamo Zagabria. Vice-campioni mondiali, miglior piazzamento di sempre per un’italiana. Non male.

In base a questi, ci potresti dare un tuo giudizio generale sulle altre categorie?

I ’96 si sono dimostrati un gruppo solidissimo, capace di recuperare e ribaltare un numero impressionante di partite. La forza è stata il gruppo, ma ci sono anche individualità molto interessanti (alcune delle quali si stanno già confermando quest’anno in Primavera). Non faccio nomi perché non mi piace. Nella feroce voglia di vincere rivedo ovviamente il loro allenatore, Pippo nostro, che ha affrontato con umiltà l’avventura sulla panchina di un gruppo giovane, affidandosi con fiducia a due maestri come Fiorin e Nava.

I ’97 sono il primo gruppo che ha giovato della nuova filosofia del Settore Giovanile: gli acquisti, se fatti, si fanno per i 14enni. Due anni fa arrivarono da 5-6 regioni diverse mi pare 9 nuovi ragazzi classe ‘97, quasi tutti diventati immediatamente titolari. Due di loro, De Santis e Vido, han giocato da titolari molte delle partite della Uefa Youth League (in una squadra che di base sarebbe di 95). Come ho già detto, l’anno scorso han disputato il torneo di Lega Pro contro gente più vecchia di un anno, arrivando secondi. E’ purtroppo il gruppo che sono riuscito a seguire meno, perché dal vivo ho scelto di vedere quasi sempre Allievi Nazionali e Giovanissimi Nazionali. A complicare il tutto contribuisce il fatto che mentre per le altre categorie ho genitori, parenti, amici dei ragazzi che mi aggiornano e fungono da “miei occhi”, tra i ’97 non ho nessun riferimento che mi aiuti.

I ’98 sono una squadra fortissima, cresciuta assieme dai tempi degli Esordienti (qualcuno dai Pulcini), con 2-3 innesti ai tempi dei Giovanissimi Regionali e 2-3 innesti l’anno scorso. Giocano a memoria e hanno individualità di enorme talento, come dimostra la quantità record di convocazioni in Nazionale. Ma già sono stato prolisso sulla loro stagione passata, non voglio esagerare con i peana. 

C’è stato ovviamente con la nuova annata un ricambio generazionale in primavera con molti giocatori provenienti dagli allievi nazionali che si troveranno però di fronte il medesimo allenatore (Inzaghi): cosa c’è di simile e cosa di diverso tra la squadra di Inzaghi e quella di Dolcetti e dove può arrivare la primavera quest’anno?

Mister Inzaghi è stato bravissimo nel dare tempo alle due anime della sua squadra (I tre ’94 + i ’95 e i ‘96/97) di conoscersi e diventare complementari. Il gruppo “vecchio” fornisce la forza dell’esperienza, i più giovani il fuoco che li ha alimentati per tutta la passata stagione. Equilibrio che si vede anche in campo, visto che quasi sempre nell’11 titolare ci sono almeno 5 giocatori di uno dei due “gruppi” (ma il gruppo è unico, sia chiaro). Rispetto all’anno scorso vedo principalmente due differenze:

1) la squadra di mister Dolcetti aveva due bomber da 15-20 gol a stagione come Ganz e Petagna, mentre nella Primavera di Inzaghi i gol sono distribuiti un po’ su tutta la squadra. Questo credo condizioni il gioco, nel senso che quando sai di avere uno-due attaccanti così prolifici tendi a servirli più frequentemente, mentre quando giochi più di squadra (un po’ come fa la Roma, dove il bomber è Florenzi) fai si che la tua forza siano gli inserimenti, l’imprevedibilità, la mancanza di punti di riferimento.

2) Secondo me quest’anno c’è complessivamente una rosa più completa e con più alternative, anche se più giovane. Forse manca giusto un vero trequartista per fare il 4-3-1-2, modulo a volte utilizzato ma con giocatori più votati all’inserimento che alla fantasia.

Per quanto riguarda le prospettive, sono scaramantico e non faccio previsioni, anche perché non sto seguendo molto gli altri gironi e quindi non so la reale forza degl’avversari dei gruppi A e C…

Youth League: il Milan è passato con una giornata d’anticipo in un girone che conteneva due dei vivai migliori d’Europa – Barcellona ed Ajax. Te lo aspettavi?

Il giorno dei sorteggi, tra il serio e il faceto su Facebook dissi “arriviamo primi” (sul mio profilo ci sono le prove!). Però ero consapevole del fatto che il nostro girone fosse il più duro di tutta la competizione, vista la presenza dei due vivai di riferimento (Barça e Ajax) e di una squadra fisica come il Celtic, che a livello giovanile ti mette sempre in difficoltà soprattutto quando giochi ogni 3 giorni. Non mi aspettavo di qualificarmi con una giornata di anticipo e mi spaventava il doppio impegno Campionato/Coppa, ma alla fine non ci si può proprio lamentare. Anche in campionato non si è perso troppo terreno, ma senza Youth League saremmo più in alto.

Come esce, per ora, il vivaio del Milan nel confronto con le giovanili delle altre squadre europee? Ritieni gli ottavi un traguardo sufficiente o si potrà puntare ad arrivare più avanti?

Nel confronto con le altre squade europee, vorrei prescindere dalla Youth League. Secondo me siamo fisiologicamente indietro, semplicemente perché fino a qualche anno fa ci eravamo fermati, mentre in Europa ci sono eccellenze consolidate da decenni. Ma da qualche anno si sta lavorando a pieno regime per colmare il gap.

I forti investimenti finalizzati al miglioramento del Vismara, la nascita dell’area metodologica con annesso ingaggio dei tecnici belgi (scuola che sta producendo grandi talenti) e tanti altri particolari che non posso riportare, dimostrano la volontà di rendere il Settore Giovanile rossonero una eccellenza. Inoltre sono convinto che il rinnovato equilibrio economico ci permetterà di essere competitivi anche nel mercato giovanile, dove ultimamente abbiamo dovuto lasciare il campo a società che avendo maggiori capitali hanno determinato un aumento folle dei prezzi nella fascia 15-18 anni. Senza dimenticare che la dottoressa Berlusconi vuole potenziare l’area scouting, conditio sine qua non per essere più efficaci sul mercato (anche giovanile).

Per quanto riguarda la Youth League, vedendo i potenziali avversari (Real Sociedad, Real Madrid, Benfica, CSKA Mosca, Chelsea, Arsenal, Atletico Madrid) direi che evitando Real, Chelsea ed Arsenal si può ambire ai quarti. Poi da lì tutto è possibile.

E’ partito quest’anno il lavoro di Dolcetti di coordinatore di tutte le categorie giovanili di cui avevamo parlato anche la volta scorsa: ci sono già dei segni evidenti?

Credo sia troppo presto per giudicare, almeno per chi come me non ha l’occhio esperto di un addetto ai lavori. I cambi di metodologie di solito non hanno frutti immediati, anche perché vanno metabolizzati tanto dagli allenatori quanto dai giocatori. Chi li vive tutti i giorni magari già sente differenze, io da semplice spettatore per ora non riesco a percepirle.

Lo scorso anno ci hai detto che secondo te il Milan aveva in quel momento il miglior settore giovanile. Confermeresti le tue impressioni? Com’è la situazione oggi rispetto alle altre big?

Confermo, anche se i fatti mi daranno ragione magari non nell’immediato, perché stiamo prima consolidando le fondamenta, investendo nel modo meno appariscente ma più efficace. La Juventus da 2-3 anni spende cifre notevolissime per il mercato giovanile, l’Inter quest’anno ha fatto investimenti importanti sia in Primavera che negli Allievi, noi invece (eccezion fatta per i ’99) ci siamo concentrati sulla parte extra-campo.

Loro comprano le uova oggi, noi preferiamo le galline domani. Poi un giorno avremo sia uova che galline. E ci sarà da divertirsi.

Scherzi societari

1510540_604165079649841_585047963_nTanta la soddisfazione in Casa Milan per Natale: prima per aver passato i playoff di Champions League contro il PSV, poi per aver passato la fase a gironi e infine perchè il Milan è l’unica squadra italiana rimasta in Champions League. La nota apparsa sul sito ufficiale del Milan ieri, dopo un derby perso malamente e con beffa, mi fa pensare solo una cosa: la società reputa i tifosi degli emeriti idioti. Si parla di soddisfazione in un momento in cui il Milan ha appena perso il derby, si trova a 5 punti dalla zona retrocessione, non ha mai vinto uno scontro diretto, non ha un gioco decente da anni e non mostra segnali di miglioramento. La società però parla di “unica italiana in Champions League”, come se esistesse solo la competizione europea e soprattutto come se questo passaggio del turno potesse portarci da qualche parte. Vogliono farci credere che questa squadra abbia davvero qualche possibilità di vincere la Champions? Scemi fino a un certo punto direi. Al posto di prendere per i fondelli i tifosi, stufi marci di dover assistere a prestazioni indecorose della squadra, potrebbero iniziare una seria e pesante autocritica, ammettere che i problemi ci sono e sono gravi, che serve un cambiamento, in panchina prima di tutto. Allegri si adegua alla strategia societaria: dopo ogni partita si complimenta con i giocatori, dice che hanno fatto il massimo, e guarda al futuro, come se potesse essere magicamente più roseo.

Sul derby non penso ci sia molto da dire: un primo tempo decente, in cui avremmo potuto segnare più di un gol a un’Inter come al solito senza classe né gioco, e un calo verticale nel secondo tempo, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Il gol è arrivato come una doccia fredda, dopo minuti di assedio interista che pensavamo tutti sarebbe durato fino alla fine senza conseguenze. Inaccettabile l’espulsione meritatissima di Muntari, come al solito incapace di trattenersi e solito protagonista di scenate inutili. Buona prova di Saponara, che forse avrebbe meritato più spazio prima di questo derby: non ha disputato di certo una partita eccezionale, ma in confronto ad altre prestazioni indegne, si è difeso abbastanza bene e, soprattutto, ha messo in campo più personalità lui nel suo primo derby che altri titolari. Chi mi sembra in ripresa è Balotelli, concentrato, capace di lottare su molti palloni, sempre poco rifornito dal centrocampo: dovrebbe evitare certi tuffi e cadute inutili e credere di più nel gol. Anche questa volta Allegri ci ha messo del suo, dalla malsana e vigliacca idea di inserire Mexes sullo 0 a 0 per difendere il pareggio in un derby (idea tramontata dopo il gol di Palacio), alla scelta di togliere un discreto Saponara, lasciando in campo Muntari, che è poi stato espulso. Se neanche il derby perso è bastato alla società per esonerarlo, mi chiedo cosa serva. Basterà una sconfitta con l’Atletico Madrid o serve la retrocessione?

Natale senza regali

FBL-ITA-SERIEA-CHIEVO-AC-MILANPrima di tutto volevo fare i complimenti alla squadra perché ha disputato una buona partita“; cominciano così il 90% delle interviste post partita di Allegri, che si vinca o che si perda, derby o gara contro l’ultima in classifica. Sarà che è ottimista di natura, che riesce a vedere il buono anche dove non c’è, ma sembra assurdo ogni volta dover assistere alla solita sconclusionata barzelletta.

Anche nell’ultima partita dell’anno solare, siamo costretti ad assistere allo scempio firmato Allegri. Squadra senza organizzazione, con Balotelli sempre troppo isolato e ben marcato per essere pericoloso, con i due trequartisti che dovrebbero girare intorno alla punta creando e approfittando degli spazi, e che invece si appiattiscono sul centrocampo intasando una zona del campo molto ben presidiata dagli avversari. Allegri sbaglia anche i cambi, tanto per cambiare, perché toglie dal campo Saponara, a sorpresa schierato titolare, per inserire Matri, l’acquisto tanto desiderato dal livornese. Ovviamente non si è accorto della bruttissima serata di Poli, non ha pensato a togliere un centrocampista di rottura per mettere in campo un po’ più di qualità, non ha pensato a sbloccare una partita che poteva essere tranquillamente portata a casa se solo avesse avuto un minimo di senno. Se volete possiamo andare avanti, analizzando le marcature “a cazzo” sui calci piazzati e sulle azioni dell’Inter, analizzando la disposizione causale della nostra difesa sul goal, analizzando l’assalto finale in cui i tre attaccanti non creano superiorità, non mettono in pericolo i difensori avversari e, ovviamente, non creano occasioni da goal. Il 2013 finisce nel modo peggiore insomma, ma non poteva essere altrimenti.

Vi ricordate quando il tizio disse “a Natale saremo in un’altra posizione in classifica“? Ecco, natale è arrivato, siamo a un passo dalla zona retrocessione, abbiamo vinto sole 4 gare con una media da neopromossa (ma nemmeno, visto quello che sta facendo il Verona che, come sapete tutti, ha una rosa di tanto superiore alla nostra) e abbiamo abbandonato quasi ogni speranza di rientrare nel giro delle prime. Eppure è ancora lì, al suo posticino, mangerà il panettone in santa pace, e lo ritroveremo anche nel 2014, per un’altra metà di stagione piena di sofferenze e di errori. Arriveranno i rinforzi, probabilmente gli infortunati saranno di nuovo a disposizione e così il tasso tecnico dei singoli ci porterà qualche vittoria in più, ma occhio a non confonderle con il bel calcio e con una squadra ben allenata. Uno che considera la sua rosa da 6 e trova una scusa al disastro stagionale è un perdente e un incompetente, e anche gli ex di lusso non lo nascondono (vedi Nesta, per ultimo).

L’unico regale di Natale che avrei desiderato era un nuovo allenatore, ma purtroppo non sarò accontentato, e come me anche tanti altri tifosi rossoneri. Beh che dire, tenete duro, peggio di così non ci può andare e quindi il nuovo anno si spera porti solo avvenimenti migliori. Da parte mia, i migliori auguri di buon Natale e felice anno nuovo, sempre e comunque con il Milan nel cuore, perché i giocatori, i presidenti e gli allenatori passano, ma la fede deve rimanere la stessa, anche più forte se è possibile. Un grande saluto rossonero(semper).