Milan – Spezia 3-1: il rasoio di Occam

bffbfaf720a50202490f6a70670070d1-162-kfsH--473x264@Gazzetta-WebComincia con una vittoria (ne dubitavate?) l’uscita dal buio del medioevo allegriano. Comincia con una squadra che lentamente torna a giocare a calcio e lo fa attraverso le cose semplici: lo fa con Montolivo rimesso in cabina di regia dove rende meglio e dove è stato tra i migliori d’Italia la scorsa stagione, lo fa con un centrocampo che vede finalmente in campo tutti giocatori tecnici, lo fa con Pazzini che al netto dei colpi di testa di Balotelli è la nostra migliore prima punta e domenica scorsa era in panchina a marcire così come Poli, tutt’altra cosa rispetto a Montolivo e lo fa con Honda e Rami mandati in campo in maniera decisamente positiva dopo la panchina di Reggio Emilia.

Il risultato è un netto 3-1 (non inganni l’1, preso ormai in pieno garbage time) contro uno Spezia che è sì più debole ma non così tanto rispetto, ad esempio, al Sassuolo. Il campo però dice molto di più: dice che finalmente si è giocato a calcio e lo si è fatto correndo, pressando, recuperando palloni e sfruttando per intero il gioco sulle fasce (esemplare il gol di Robinho, da cross di Pazzini), mettendo due terzini di ruolo al loro posto e Rami al centro della difesa un’altro che si è limitato a giocare semplice, spazzandola sempre e comunque invece di incaponirsi nei soliti passaggi orizzontali alla Zapata.

Il cammino è ancora lungo ma la luce è in fondo e si comincia ad intravedere. Settimana prossima ci giocheremo la semifinale contro l’Udinese in questo trofeo che rischia di essere l’unico vero concreto obiettivo stagionale, obiettivo che potrebbe portarci almeno in Europa League. La sensazione è comunque quella di avere un buon gruppo ed una buona base da cui ripartire per aprire in futuro un nuovo ciclo: senza Matri, senza Muntari, senza Nocerino e, soprattutto, senza Massimiliano Allegri. Oggi era il giorno zero e per ora la prova era superata. Oggi finalmente a San Siro, seppur contro il modesto Spezia, si è tornato a giocare a calcio. Oggi, finalmente, possiamo dare il bentornato all’AC Milan.

Milan-Spezia 3-1 (primo tempo 2-0)
MARCATORI: Robinho (M) al 28′, Pazzini (M) al 31′ p.t.; Honda (M) al 2′, Ferrari (S) al 46′ s.t.;
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Zaccardo, Rami, Mexes, De Sciglio; Poli, Montolivo, Cristante; Honda (dal 19′ s.t. Birsa); Pazzini (dal 26′ s.t. Petagna), Robinho (dal 33′ s.t. Nocerino). (Amelia, Gabriel, Zapata, Kakà, Bonera, Silvestre, Emanuelson). All.: Tassotti.
SPEZIA (4-4-1-1): Leali; Baldanzeddu, Lisuzzo, Bianchetti, Migliore; Schiattarella (16’ s.t. Culina), Bovo, Seymour, Rivas (31’ s.t. Ciurria); Catellani (40’ s.t. Orsic); Ferrari. (Vozar, Valentini, Ceccarelli, Ashong, Magnusson, Klapan, Borghese, Galelli, Passamonti). All. Mangia (squalificato, in panchina Cozzi)
ARBITRO: Russo di Nola
NOTE: ammoniti Honda, Mexes (M), Catellani (S)

Milan – Spezia: LIVE! Tim Cup 2013/14

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COMINCIA LA COPPA ITALIA: A SAN SIRO ARRIVA LO SPEZIA E ASPETTANDO CLARENCE SEEDORF E’ IL GIORNO DI TASSOTTI IN UNA GARA AD ELIMINAZIONE DIRETTA SENZA DOMANI. SEGUITE CON NOI LA DIRETTA SCRITTA DI MILAN-SPEZIA, MERCOLEDI’ 15 GENNAIO 2014, DALLE ORE 18.00, SU ROSSONEROSEMPER!

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Milan – Spezia: un nuovo inizio

mil speMercoledì 15 gennaio, ore 20.45, San Siro. Inizia anche l’ultima competizione che mancava per il Milan provvisoriamente affidato a Mauro Tassotti; avversario è lo Spezia guidato da Devis Mangia.

Lo storico vice dei vari allenatori del Milan, in sella dal 2001, è alla sua seconda e con tutta probabilità ultima partita da “titolare” sulla panchina rossonera. La prima fu un Milan-Cagliari 2-0 a inizio dello scorso campionato, in cui Allegri era squalificato. Oggi la panchina rossonera è vacante, ma si sa già il successore: ed è un nome notissimo, il classico pezzo da 90 del calcio. Clarence Seedorf sarà, da domani, l’allenatore del Milan. Completamente privo di esperienza in panchina, non dovrebbe essere lui a ricoprire in maniera ufficiale la carica, a meno di deroghe della Federazione. Non c’è comunque dubbio che sarà l’olandese (primo allenatore di colore nella storia della serie A) a prendere le redini della squadra, con Tassotti vice fino a giugno. Di certo tutto l’ambiente ne guadagna, ma è impossibile prevedere già da ora cosa succederà. Potrebbe rivelarsi un fallimento per via dell’inesperienza, ma anche un grande colpo (in fondo anche Capello non aveva mai allenato).

L’ultimo trofeo accessibile rimasto, dal momento che in Champions l’Atletico è osso forse più duro dello stesso Barcellona, è appunto la Coppa Italia. E teoricamente la metà del tabellone in cui si trova il Milan non è affatto insormontabile; Spezia, poi Udinese se si passa il turno, e in semifinale la vincente tra Fiorentina e una tra Catania e Siena. Un’eventuale finale potrebbe già significare Europa League, se l’altra finalista è tra le prime cinque in campionato. Quindi è un motivo in più per puntare anche su questa competizione, a campionato ormai rovinato. Lo Spezia di Mangia è squadra discreta, ma gioca in B e viene in trasferta a San Siro. Si spera che almeno questa partita venga vinta, se no ci troveremmo veramente davanti a un grosso problema. 4-3-2-1 per Tassotti, con: Amelia (Gabriel); De Sciglio, Rami, Mexes, Emanuelson; Poli, Montolivo, Nocerino; Honda, Robinho; Pazzini. In dubbio Kakà, che potrebbe restare a riposo. 4-2-3-1 per Mangia (squalificato), con: Leali; Baldanzeddu, Ceccarelli, Borghese, Migliore; Sammarco, Seymour; Schiattarella, Moretti, Carrozza; Ebagua.

Seedorf potrebbe essere in tribuna già stasera, pronto a prendere il comando da giovedì. Lazio-Parma ha visto il successo scacciacrisi dei biancocelesti per 2-1, che segue quello con l’Inter e il pareggio scialbo di Bologna. A completare il turno di Coppa Italia, Catania-Siena nel pomeriggio e Napoli-Atalanta in serata. Non resta che augurare buon lavoro, anche se solo per una sera, a Tassotti, e al suo successore Clarence Seedorf. Che da giugno avrà uno staff di ex rossoneri pronti a far rigare dritto la squadra, da Jaap Stam a Hernan Crespo. Come inizio non c’è male, vediamo se a questo seguiranno i risultati sul campo.

BREAKING NEWS: CLARENCE SEEDORF LASCIA IL CALCIO GIOCATO, E’ IL NUOVO ALLENATORE DEL MILAN

In una conferenza stampa convocata per le 16 italiane si è decisa la seconda parte del futuro del Milan. Dopo l’esonero di Allegri è infatti Clarence Seedorf il nuovo allenatore del Milan. Seedorf comincerà già a lavorare con la squadra da giovedì, dopo la partita con lo Spezia. Questi alcuni passaggi della conferenza stampa.

Smetto di giocare a calcio dopo 22 anni. E’ stata una notte difficile, ma io sono soddisfatto di quello che ho fatto nella mia carriera, quello che ho fatto con il Botafogo. L’obiettivo èstato quello di tornare a sognare, di arrivare in Libertadores dopo 17 anni. La mia felicità è di aver portato anche a risultati importanti in campo. Questo è stato un inizio”

Ci incontreremo ancora. Questa esperienza di un anno e mezzo mi ha fatto crescere molto e mi aiuterà nel mio prossimo passo, come allenatore del Milan, che mi ha ingaggiato in maniera elegante e corretta. Spero che il Brasile possa avere una Coppa del Mondo indimenticabile e la nazionale brasiliana possa onorare i suoi colori. Grazie!

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Il re è morto, lunga vita al re!

1525510_761826863844817_226837872_n - CopiaSignori, tanto abbiamo atteso il giorno. Tanto abbiamo imprecato, tanto abbiamo sofferto, tanto abbiamo subito. Ma anche dopo la più buia e la più nera delle notti, il sole comunque sorge, splendente e caloroso, come sempre. Signori, finalmente è successo. Ci hanno messo tanto, troppo, per me andava fatto a giugno, e il non farlo in estate ha condizionato in negativo tutta la stagione, ma in fondo meglio tardi che mai. L’hanno esonerato. In data 13 gennaio anno del signore 2014, ci siamo liberati del Livornese. La sua eredità è pesantissima, il Milan esce devastato dall’esperienza allegriana, le macerie sono sparse ovunque: la squadra tatticamente è nulla, zero, nisba, tabula rasa, psicologicamente anche peggio. Allegri aveva perso il controllo, ma già da tempo: andava esonerato quantomeno al derby, per lasciare un minimo di tempo allo sfortunato successore di lavorare. Inutile rimuginarci ora: su i calici, il giorno della nostra liberazione è venuto.

Ma concedetemi di brindare: voglio dedicare un brindisi a quelli che vengono chiamati Allegriani, che a lungo hanno sproloquiato giustificando l’ingiustificabile, difendendo l’indifendibile e sostenendo l’insostenibile. Gli Allegriani, da oggi, sono ufficialmente estinti, dispersi, annichiliti. Bravi ogni volta a rigirare la frittata, a parlare di “distribuire colpe”, quando la situazione attuale ha, per grandi tratti, un solo e unico responsabile. Bravi a dire sempre e solo “squadra di merda”, quando in classifica siamo superati da compagini ben più scarse e meno attrezzate di noi. Bravi solo a tirare in mezzo fattori esterni, a criticare l’operato della dirigenza anche nel bene pur di difendere il loro alfiere, quando l’unico clamoroso errore di Galliani è stato proprio intestardirsi sul livornese, al punto di accontentare anche le sue richieste in termini di mercato (l’indegno numero 9 docet). Ma ora, tutto ciò è finito, e il livornese, ciurma annessa, è già un doloroso ricordo.

Non sono così illuso da credere che ora le cose cambieranno: la stagione è finita ancor prima di iniziare, si può solo guardare al futuro. Inzaghi o Seedorf, il dopo Allegri, nell’immediato, è uno di questi due. Inzaghi sta facendo bene con la primavera, motivo per cui, forse, è meglio che prosegua su questa strada. Seedorf, invece, è un calciatore a fine carriera, indubbiamente molto intelligente e indubbiamente gran conoscitore di calcio e del Milan, oltre che vincente, ma assolutamente senza alcuna esperienza; prendere in mano questo Milan in questo momento partendo da zero è un gran bel rischio. Ritengo, ovviamente, entrambe queste opzioni migliori della permanenza di Allegri, per essere chiaro. La soluzione ideale? A mio modo di vedere, sarebbe un traghettatore esperto, capace di salvare la squadra allenandola fino a giugno per poi lasciare il posto, come ormai credo succederà, a Seedorf. La cosa più probabile? Tassotti per una settimana, poi Seedorf subito, in modo tale che possa cominciare già a lavorare con la nuova squadra.

Questo è solo il preludio, comunque, di un disegno più grande: in estate assisteremo alla Rivoluzione, R maiuscola, con Galliani fuori dai giochi e Barbara al comando definitivo. Nuovo quadro dirigenziale, nuovi volti in società, nuovo allenatore e, probabilmente, diversi nuovi giocatori. Ma di questo, avremo modo di parlarne quando sarà il momento. Ora festeggiamo e brindiamo, perchè oggi siamo liberi: niente più non-gioco, niente più cambi a casaccio, niente più fase difensiva imbarazzante, niente più masnada di fabbri ferrai allo sbaraglio, niente più Dai Dai Dai, niente più “Abbiamo fatto una buona partita” anche se perdi contro gli allievi regionali del Monza, niente più allegriani, niente più di tutto ciò. Oggi il sole splende radioso su Milanello: ci siamo liberati di uno dei tecnici peggiori della nostra storia, che ringrazio con riserva per uno scudetto, una supercoppa e fine, nient’altro. Oggi voltiamo pagina, ricominciamo da zero, del futuro parleremo domani: su i bicchieri, oggi si festeggia. 

Finalmente liberi… alè!

ImmagineQuesta volta è veramente finita, senza se e senza ma. Da oggi non abbiamo più Allegri sulla nostra panchina, e la cosa non può che farci bene, da tutti i punti di vista. È un epilogo abbastanza ovvio e scontato, rimandato troppo a lungo solo a causa di una fiducia ingiustificata da parte di Galliani e della mancata voglia di sborsare due stipendi per 6/7 mesi da parte di Berlusconi. Siamo arrivati tardi, ma ci siamo arrivati.

Fatale è stata la sconfitta per 4-3 contro un Sassuolo neo-promosso, in crisi e con un allenatore in bilico, ma che contro di noi ha fatto la partita perfetta, se si eliminano i primi 12 minuti, e gli ultimi 10. Sono solo queste infatti le parti della partita in cui il Milan ha fatto vedere qualcosa di buono, per il resto buio totale. Il livornese sbaglia ancora uomini, scegliendo inspiegabilmente Nocerino a centrocampo invece di Poli, Zapata/Bonera in difesa con un Rami voglioso e pronto in panchina, e ancora schierando Robinho, che goal a parte ha latitato per i restanti 90 minuti. In più, rimane fuori anche Montolivo, che ha dato tutta un’altra marcia al Milan quando è entrato (per altro in un 4-2-3-1 che è stato per troppo tempo e inutilmente richiesto). E poi, volgiamo parlare di come la squadra era stata messa in campo? Forse è inutile, perché è la stessa storia di ogni volta. Non una preparazione tattica, non un idea di gioco, nessuno che sapesse bene cosa fare contro questo avversario…niente di niente. Avrebbe dovuto redarguire Emanuelson per una settimana visto che Berardi partiva di lì, e invece l’olandese gli ha lasciato sempre almeno 5 metri di spazio, schiacciandosi nell’aria vicino ai centrali. Nebbia, tanta nebbia in panchina, e così si torna magicamente in pochi istanti a rivivere i 90 minuti di Istanbul, se pur con le dovute proporzioni.

Per fortuna però è finita, finalmente. Questa volta la sorte ci ha voluto bene, non facendo entrare il colpo di testa di Pazzini a porta vuota che avrebbe portato al pareggio e all’ennesima riconferma dell’incompetente. No, questa volta i singoli non l’hanno salvato, questa volta l’orgoglio dei singoli non è bastato, e ci va benissimo così. Finalmente finisce questa storia tragicomica, finalmente il non-calcio abbandona Milanello e San Siro, finalmente dopo tre anni e mezzo di sofferenze possiamo sperare di rivedere una Squadra, che lotta, gioca, vince e perde, ma sempre degnamente, con un’idea in testa. Adesso dovrebbe toccare a Seedorf, il cui arrivo sarebbe anticipato di qualche mese. Non sappiamo come andrà l’avventura del Professore, se sarà leader come lo era in campo nelle partite che contavano, se lascerà prevalere il suo ego a discapito di qualcuno o altro. Aspettiamo e vediamo, c’è tutto il tempo per osservare e poi giudicare; l’unica certezza è che chiunque, persino chi non ha mai allenato, possa far meglio di Allegri, di colui che è riuscito a vincere uno scudetto solo grazie alla super rosa che aveva e senza avversari all’altezza. Se ci sarà impegno, disciplina e tattica, saranno già tutte cose guadagnate rispetto all’ormai defunto Milan di Allegri.

Da oggi inizia una nuova storia, che si preannuncia breve per quel che ci dicono, ma è sempre meglio viverla giorno per giorno. Intanto festeggiamo la liberazione, il 25 aprile del Milan, la cacciata dell’anticalcio da una panchina che non ha mai meritato. Addio Massimiliano, a mai più rivederci, almeno per quel che riguarda il calcio. Non aspettavamo altro, e oggi finalmente possiamo festeggiare: LIBERI!!!

IL 25 APRILE DEL MILAN, FINALMENTE ESONERATO ALLEGRI!

L’AC Milan comunica di aver sollevato dall’incarico di allenatore della prima squadra, con effetto immediato, il Signor Massimiliano Allegri e il suo staff.

L’AC Milan desidera ringraziare il Signor Allegri e il suo staff per l’opera svolta e augura loro i migliori successi professionali.

La squadra è provvisoriamente affidata alla guida tecnica del Signor Mauro Tassotti.

Tre semplici righe. La fine di un incubo. Il giusto trattamento per chi ha reso questa squadra mediocre. Oggi siamo tutti più felici, forse anche un po’ più liberi. E’ il 13 Gennaio, ma per me è come se fosse il 25 Aprile.

Ciao capra, non ci mancherai.

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Sassuolo – Milan 4-3: Up & Down

Up

Il Sassuolo: dopo Torino e Genoa si aggiunge alle super-rose con il super-organico migliore di quello dei rossoneri. Eh, che disdetta.

Gli Allegriani: c’è un minestrone da raccogliere, Allegri non ce l’ha fatta. Su, forza, al lavoro…

I record di Allegri: dopo la prima volta di una squadra che si fa recuperare un 2-0 in Champions oggi per la prima volta il Milan subisce 4 gol dallo stesso giocatore. A suo modo nella storia.

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Down

Silvio Berlusconi: grande impresa del presidente nel lettone di Putin. Anche lui stasera come il Sassuolo ne ha messi dentro quattro.

Boban: “Cambiare allenatore sarebbe un errore”. Zvone, sul cambiare spacciatore tu come la vedi?

Gli Allegriani: manca poco. Poi chissà se saranno Prandelliani, Seedorfiani o tornano Leonardiani. Sempre -ani comunque rimangono, no?

Sassuolo – Milan 4-3: Il punto più basso

Il primo calciatore a segnarne 4 al Milan: sapete chi dovete ringraziare, vero?

Il primo calciatore a segnarne 4 al Milan: sapete chi dovete ringraziare, vero?

Sono davanti a una pagina bianca, e non ho alcuna parola per esprimere le mie sensazioni su quanto avvenuto questa sera. Sarò giovane, ma non credo ci sia stato un momento in cui mi sia mai vergognato così tanto di tifare Milan. Ma non credo che nemmeno per chi è nato una generazione fa ce ne siano. Nemmeno se si pensasse agli anni della serie B. Perché mai si è visto un momento in cui tutto è andato così male – se non in quei sei tragici minuti ad Istanbul. Ma allora ci stavamo giocando la Champions’ League: oggi è uno scontro salvezza, per usare le parole del nostro amatissimo allenatore – ovvero, di colui che, praticamente solo (seppure con la complicità del suo vice e dello staff atletico e medico), ci sta trascinando in questo gorgo.

Come al solito, ha sbagliato tutto: Montolivo, pienamente recuperato, è stato bellamente ignorato (e non è colpa di Cristante, che comunque ha fatto un’ottima figura dando avvio alle azioni dei primi due gol: probabilmente, se fosse stato disponibile, sarebbe stato schierato Muntari), e lo stesso discorso può essere fatto per Pazzini, che ha dato una verve che per tutta la parte centrale della squadra sembrava smarrita. Per non parlare delle scelte in difesa: perché tenere in panchina (non sfruttandolo e al contempo svalutandolo dato che viene mostrata così apertamente questa tanto spasmodica intenzione di venderlo) Mexes e schierare Bonera, responsabile del primo gol? Perché, dopo averne sbandierato l’acquisto – e dopo che si sta allenando col gruppo da ottobre, si sta ancora lasciando fuori uno come Rami per schierare Zapata, responsabile del secondo gol? Perché non è stato impostato nessuno schema per addormentare la gara dopo il 2-0?

Un allenatore normale, in una squadra normale, avrebbe strigliato la squadra subito dopo il 2-1. Invece silenzio e qualche borbottio, oltre al solito “Dai, dai, dai” costante. E poi la fiera delle banalità ai microfoni di Sky, con flemma, lodi al Sassuolo e constatazioni del totale fallimento del proprio progetto tecnico: si è fatto piccolo piccolo, di fronte alle domande costanti di Costacurta e Boban – due che sanno sicuramente meglio di lui cos’è il Milan e cos’è una mentalità vincente, dato che dell’aria di Milanello se ne sono imbevuti. Invece è nell’aria della provincia, in quella della mediocrità che lui riesce a sguazzare: incapace di imporsi se non per i motivi più inutili (cacciata in fretta e furia di Pirlo senza cercare di “indirizzarlo” altrove), incapace di imporre ad un organico ben più competitivo dell’11° posto la mentalità vincente che corrisponde all’essere Milan. Noi, come tifosi, non ci meritiamo questo. E quando anche la sfortuna ci si mette, con due legni negli ultimi minuti, sembra quasi che ci si stia cercando di dire qualcosa, e di lanciare un messaggio: bisogna dare una svolta netta, e l’unica soluzione è il suo esonero.

La seconda grande nota di demerito, in conclusione, è per la stampa e le televisioni: carissimi giornalisti, come mai Berardi quando fa bravate o rimane un mese inoperoso è un attaccante del Sassuolo e quando fa tre o quattro gol in una partita è un “futuro campione della Juventus”, “una geniale intuizione di Marotta” e “il futuro leader della Nazionale”? Ci sono un po’ di problemi di coerenza, e abbastanza seri.

Sassuolo – Milan: LIVE! Serie A 2013/14

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ULTIMA DI ANDATA IN SERIE A: IL MILAN TORNA A REGGIO EMILIA PER GIOCARE NUOVAMENTE CONTRO IL SASSUOLO DOPO LA SCONFITTA NEL TROFEO TIM. L’AVVERSARIO E’ OSTICO, HA GIA’ FERMATO ROMA E NAPOLI IN CASA LORO MA I RAGAZZI VOGLIONO VINCERE PER LA PRIMA VOLTA DUE PARTITE DI FILA IN CAMPIONATO. SEGUITE CON NOI LA DIRETTA SCRITTA DI SASSUOLO-MILAN, DOMENICA 12 GENNAIO 2014, DALLE ORE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER!

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Sassuolo – Milan: giro di boa

sas milDomenica 12 gennaio, ore 20.45, Città del Tricolore. Termina qui il girone di andata di Serie A, almeno per il Milan; a ospitare i rossoneri sarà il Sassuolo.

I neroverdi sono all’esordio assoluto in Serie A, il cui profumo avevano annusato a lungo nella stagione 2008/09 salvo poi cedere nel girone di ritorno. L’anno scorso è arrivata la “vera” promozione, vincendo la B e quindi senza passare dai playoff, insieme a Verona e Livorno. Similmente a quanto successo al Chievo, la squadra emiliana è arrivata a questi risultati dopo aver scalato tutta la “piramide” dei campionati minori. Il tecnico del Sassuolo è Eusebio Di Francesco, ex mediano della Roma scudettata nel 2001 e poi passato, dal 2008, ad allenare. Al timone degli emiliani dall’estate 2012, ha contribuito alla promozione.

Quella neroverde non è una squadra dai grandi nomi, ma finora non sta del tutto sfigurando, 0-7 con l’Inter a parte. I pareggi con Napoli e Roma invitano a tenere d’occhio i ragazzi di Di Francesco, che hanno nei due giovani talenti Simone Zaza e Domenico Berardi, entrambi attaccanti, i loro giocatori più forti. 12 gol in due, che sui 17 messi a segno dal Sassuolo fanno una bella cifra. La situazione attuale vede gli emiliani al 18° posto in classifica, con 14 punti, uno in più di Livorno e Catania, e soprattutto 8 in meno del Milan. Che stasera potrebbe scendere in campo, se non ci saranno sorprese dell’ultim’ora (mai dire mai) con una formazione quasi normale. Ritorno all’albero di Natale; dentro Bonera e Robinho, fuori Mexes e Matri, rispetto al successo di lunedì con l’Atalanta. Undici iniziale composto da: Abbiati; De Sciglio, Bonera, Zapata, Emanuelson; Cristante, De Jong, Poli; Kakà, Robinho; Balotelli. Il neoacquisto Honda e Saponara sono in panchina, insieme al possibile grande escluso Montolivo. 3-4-3 per il Sassuolo, con: Pegolo; Antei, Ariaudo, Rossini; Gazzola, Magnanelli, Marrone, Longhi; Berardi, Ziegler, Zaza. Fuori ovviamente l’ex meteora rossonera Acerbi, a causa della malattia che lo ha nuovamente colpito, e Terranova.

Dopo lo 0-3 che la rivelazione Parma di Donadoni ha inflitto al Livorno, e lo scialbo 0-0 del Dall’Ara tra Bologna e Lazio, l’ultima del girone di andata ci riserva parecchie gare interessanti. Trasferta a Cagliari per la capolista Juventus, mentre il Genoa andrà a Roma e il Verona ospiterà il Napoli, tutto nel pomeriggio. All’ora di pranzo, scontro che promette un grande spettacolo tra Torino e Fiorentina, all’Olimpico. A completare il lotto Atalanta-Catania, mentre domani sera sarà il turno dei posticipi Samp-Udinese e Inter-Chievo. Tutte partite da non sottovalutare, per nessuna big, ma anche per nessuna squadra di metà classifica, com’è -allo stato attuale- il Milan. Attenzione al Sassuolo “ammazzagrandi” che quest’anno ha già costretto due big a lasciare due punti importanti, addirittura con il Napoli si giocava in casa degli azzurri. Altra partita da vincere per l’orgoglio, come già capitato la scorsa giornata.

101 volte Ricky

kaka_gol_cento_gettyProbabilmente potrei esordire in questo editoriale dicendo” io l’avevo detto” ma data la situazione generale in cui versa la squadra meglio soprassedere,non è proprio il caso di festeggiare. Ovviamente mi riferisco al ritorno di Ricardo Kakà in maglia rossonera coronato dal recentissimo raggiungimento dei 101 gol segnati con la stessa, nella partita di domenica in casa contro l’Atalanta.

Quando è arrivato a Giugno in molti stentavano a credere che un giocatore che aveva passato la gran parte delle ultime stagioni seduto in panchina in uno dei due più prestigiosi club di Spagna a causa di problemi fisici, potesse davvero far la differenza. E come ho detto prima dobbiamo si essere lieti di questo inaspettato “cavallo di ritorno” che ha saputo portare fantasia in campo e grinta ed esperienza nello spogliatoio ma al contempo ci fa anche riflettere perchè se ogni volta che giochiamo l’unica vera stella in campo è il brasiliano, vuol dire che abbiamo un bel po’ di problemi. Fare affidamento a Kakà e scaricargli in questo modo un mare di responsabilità identificandolo come unica ancora di salvezza per una stagione quasi del tutto affondata non è quantomeno giusto nei confronti del giocatore quanto può dimostrarsi del tutto deleterio: chi ha visto la partita domenica ha visto il dispendio di energie che ha costretto Kakà a camminare negli ultimi minuti,come d’altronde nel derby ahinoi. E un ragazzo di 31 anni con già grossi problemi  fisici alle spalle non è certo qualcosa che può fare abitualmente. Sfortuna ha voluto che il suo sostituto naturale ovvero il faraone sia fermo ai box e lo sarà per parecchio tempo ed è quindi anche impossibile farlo rifiatare come dovrebbe.

La storia di Kakà è però emblematica di come ormai nell’ambiente rossonero si mangi solo pane e pessimismo , a volte, come in questo caso anche immotivato poichè non supportato dai fatti concreti. Altro vaso esemplare è quello di Keisuke Honda, il nuovo arrivato, già passato come un bidone senza essere mai sceso in campo con noi, ma semplicemente per il suo modo di vestire, troppo da “damerino“. D’accordo che la situazione è quella che è, ed p impossibile negarlo ma almeno cerchiamo di non diventare come i piangina, per favore.

In merito alla seconda squadra di Milano ho letto che a Mazzarri non piacciono i paragoni con il Milan poiché loro hanno nove punti in più di noi. Beh, lo chieda anche a Stramaccioni quanti punti aveva l’anno scorso e poi com’è andata a finire.

Noi Cristanti tifosi rossoneri

timthumbSarà una domanda che mi sono e ci siamo fatti tante, troppe volte, una domanda che può aver stufato ma che penso sia sempre in voga in quanto nessuno di noi è ancora riuscito a darsi una risposta: ma per quale motivo abbiamo ancora Allegri in panchina?

Questa domanda continua ad affacciarsi alla mia mente ogni settimana, ogni volta che mi costringo a guardare una partita con spirito critico e non semplicemente sperando che la palla termini in qualche modo in rete; ovvero ogni volta che mi rendo conto che dopo 3 anni questa squadra non ha un gioco, un’anima, una direzione. Ma in occasione di Milan Atalanta la mia indignazione verso il mister si è amplificata dopo aver assistito alla più che dignitosa prestazione di Bryan Cristante, il gioiellino tanto esaltato da Galliani a inizio stagione e poi misteriosamente sparito, relegato in panchina e dimenticato.

In questi mesi, nel frattempo, ci siamo sorbiti le disastrose prestazioni di Muntari, Nocerino, Emanuelson, Poli, Birsa e anche di un Montolivo nettamente in calo rispetto alla passata stagione. E mentre il Milan con questo centrocampo lasciava per strada punti importanti, perdendo MERITATAMENTE partite oscene, il giovane Bryan segnava gol determinanti con la Primavera in Youth League. L’esordio del centrocampista classe 95 non può che farmi ben sperare: carattere, buoni piedi, idee, pochi errori nei passaggi, personalità e anche un bel gol. Mi chiedo come Allegri, vedendo ogni giorno Cristante in allenamento, possa aver deciso di relegarlo in panchina fino ad oggi, preferendogli spesso chi non meritava di certo la maglia da titolare. E probabilmente non avrebbe giocato nemmeno lunedì, se Montolivo non avesse dato forfait.

La prestazione della squadra e dei singoli mi fa credere che questa rosa non meriti la posizione che occupa in classifica e che non sia inferiore a molte squadre che ci guardano dall’alto. L’arrivo di Honda, per di più cambia modulo e sistema di gioco e sono molto curiosa di scoprire come il mister sistemerà la squadra e chi sacrificherà per il nuovo modulo. Con il rientro di Montolivo probabilmente Cristante tornerà ad accomodarsi in panchina o, se giocherà degli scampoli di partita, potrebbe non rimanere all’altezza dell’esordio. La prima impressione è per me stata molto positiva e vorrei che gli fosse dato più spazio, per seguire quella strategia giovani tanto conclamata, ma subito abbandonata.

Mercato sulle colonne dei giornali

mercatoCome al solito, il mercato di gennaio fornisce più rumors che veri spostamenti, anche perché da quando c’è stata la riforma del calciomercato -non più un pezzo unico da luglio a dicembre, con spostamenti a stagione iniziata, e nemmeno con la “straordinaria” a ottobre- la sessione invernale del mercato non porta vere rivoluzioni.

Per cui suona molto strano che giornali di ogni “estrazione” calcistica aprano ogni giorno con notizie su faraoniche trattative. Primo, perché i top player non si spostano quasi mai a metà stagione; secondo, anche il denaro immesso in queste trattative è di gran lunga inferiore a quello del mercato estivo (dove arrivano anche gli introiti dei premi Uefa, della tv, e tutto il resto). Se ci mettiamo anche che un certo presidente chiede sempre e comunque cifre esorbitanti per i suoi “gioielli”, che tanto gioielli non sono se il Cagliari ha sempre navigato a centro classifica o poco sotto, ecco che arriviamo all’ovvio risultato: le trattative sono per la maggior parte pompate dal “trio delle meraviglie” dei giornali sportivi. A partire da quella per Radja Nainggolan, il cui acquisto cambierebbe, a mio parere, molto poco negli equilibri del Milan attuale. Un trio Poli-De Jong-Cristante fa esattamente le stesse cose del belga, con il giovane classe ’95 che potrebbe diventare la rivelazione della stagione.

Capitolo Cristante, appunto. Aspettiamo a pompare troppo l’ex capitano della Primavera, come per tutti i giovani (cosa che ancora una volta i giornali “dimenticano”) una partita giocata bene non fa per forza un craque. Anche Alberto Paloschi aveva esordito con un gol, sia in Coppa Italia sia in campionato, ed è finito a fare la punta da 6-7 gol a campionato in una squadra come il Chievo. Se però, come già avvenuto per De Sciglio l’anno scorso, queste prime indicazioni sono corrette, abbiamo di fronte un potenziale grande centrocampista, che all’occorrenza può anche fare il centrale in una difesa a 3, e in mezzo al campo rende bene sia da centrale sia da mezzala. Fino a domenica, causa mancato impiego da parte di Allegri, Cristante (esordiente in prima squadra addirittura a fine 2011, a risultato acquisito col Viktoria in CL, ma poi mai utilizzato se non per pochi minuti) era nell’elenco dei cedibili in prestito, che avrebbe iniziato l’ennesimo vortice di trasferimenti atti solo a rovinare i Primavera rossoneri. Ma ora è incedibile.

Cambiamenti improvvisi (e ricordiamo che se il mediano classe ’95 ha giocato, è solo grazie all’infortunio dell’ultimo minuto di Montolivo e alla squalifica di Muntari) che aggiungono ulteriore sconcerto in una situazione, per la squadra, che non ne aveva certo bisogno. Domenica si va a Reggio Emilia, consapevoli che come a San Siro domenica servono solo i 3 punti. Punti che possono arrivare, se il pupillo Matri lascerà posto a Giampaolo Pazzini; non un grande nome, non uno fortissimo tecnicamente, ma uno che mette la zampata e lascia il segno, a fine anno, nella classifica marcatori. 15 gol l’anno scorso, e questo nonostante il 4-3-3 con Balotelli punta centrale gli avesse tolto il posto da titolare -e, tolti i rigori dello stesso Balotelli, non è che si sia visto poi tanto davanti-. Il suo tanto agognato rientro c’è già stato, ma Matri, l’uomo da 1 gol in 15 partite, inspiegabilmente gli è davanti nelle gerarchie. Tolto questo, ennesima settimana di difficoltà per il Milan, che a dispetto del risultato ha faticato molto con l’Atalanta. Risollevandosi grazie al suo grande campione, Kakà, anche lui un acquisto accolto con poca convinzione dai giornali che oggi pompano Gonalons, Parolo e Nainggolan.

5 buoni motivi per (non) essere ottimisti

Family-Guy-Puke-A-Thon-family-guy-2772560-513-386Dopo aver finito nel peggiore dei modi il 2013, riusciamo ad aprire se non altro degnamente il 2014. Il 3-0 secco contro l’Atalanta ci ridà un po’ di fiato, ma per quanto ancora? Vi propongo 5 motivi per i quali (non) essere ottimisti nel corso della stagione.

1. Il Gioco. Perchè si: tutto sommato riuscire a vincere una partita in modo relativamente largo giocando un non identificato sport differente dal Calcio è qualcosa. Anche non giocando alla fine i colpi del fuoriclasse hanno fatto la differenza: con le piccole ce la si può cavare così. Questo giro è stato Kakà, la prossima volta potrebbe essere Balotelli, quella dopo di sicuro non Matri. Perchè no: l’immagine in alto credo renda abbastanza l’idea. Ok, Nocerino e Poli non sono Xavi e Iniesta, ma davvero: 3 passaggi in fila no? Se i seggiolini fossero un tantino più comodi e fornissero le coperte all’entrata San Siro col Milan in campo diventerebbe un ottimo cinema. Non urlate troppo però.

2. Kakà. Perchè si: il bidone madridista dicevano, il rotto ciarpame scartato dicevano, al buon Ricky ne hanno tirate dietro di tutti i colori, ma sta riuscendo a smentire tutti. Io dissi di aspettare, di dargli tempo, ho concesso un mese e sono stato ripagato, e con me molti altri. La classe del fuoriclasse è rimasta, i colpi anche: spesso e volentieri è lui il trascinatore, triste predicatore nel deserto. Buona parte delle speranze in una stagione dignitosa sono riposte in lui. Perchè no: sono certo che, leggendo la prima parte del commento su Kakà, un mio caro amico stia per premere il tasto x in alto a destra. Fermo la, non ho finito: il numero 22 rossonero porta bene le sue 31 primavere, che però sono appunto 31, non poche. La forma fisica è quella che è, e dopo diverse partite di fila il calo si sente eccome. Ottimisti? Aficionados? Oppure gli rinfacciate il tradimento? A voi la scelta. Ah, complimenti per i 101.

3. Cristante. Perchè si: la domanda ce la siamo fatta tutti, dal primo all’ultimo: per i precedenti 4 mesi, dov’era? Perchè non giocava? Perchè a lui sono stati preferiti più volte Nocerino e Muntari? Il buon Bryan ha dimostrato buone qualità ma soprattutto tanta personalità, facendo un’ottima figura già all’esordio. Il gol impreziosisce il tutto. Il mercato ci sta ancora una volta guardando male, con Nainggolan alla Roma, ma per una volta un buon puntello lo abbiamo già in casa. Perchè no: occhio a non pomparlo troppo. Il ragazzo ha talento, ma deve ancora dimostrare tutto. Se verrà gestito con parsimonia allora renderà, ne sono certo, ma la strada è lunga e impervia, perdersi è un attimo.

4. Rami. Perchè si: davvero? Etichettato come bidone dopo un quarto d’ora scarso? Se vi aspettavate il nuovo Thiago Silva beh, avete sbagliato giocatore. Rami al Valencia ha fatto bene, ha spesso dimostrato ottime qualità in termini di marcatura a uomo e gioco aereo. Ok, è un frigorifero coi piedi tonnati (cit.), ma l’azione la imposterà qualcun altro. Uno così fa sempre comodo, soprattutto quando ti ritrovi con un reparto ridotto a Zapata, Mexes, Bonera e Silvestre. Dategli tempo, almeno. Perchè no: Big Adil porta la 13 del Ministro della Difesa, il sommo Sandro Nesta, la cui eredità è un vero e proprio macigno. Le sue qualità fisiche e tecniche, inoltre, non è detto che possano sposarsi perfettamente con i compagni di reparto e, soprattutto, rivelarsi adeguate per la Serie A. Inoltre, l’ombra di Diego Costa si staglia all’orizzonte…

5. Allegri. Perche sahahahahaha no, niente, vi prendevo per il culo.

Godiamoci il successo, viviamo alla giornata, unico modo per sopravvivere a questa becera stagione. Un saluto a tutti e sempre forza Milan, alla prossima!

Brutti ma buoni

kaka_cristante_milan_atalanta_ansaFinite le feste, si ritorna finalmente a parlare di campo. A noi va piuttosto bene, visto che arriva una delle poche vittorie di questa stagione, anche se il risultato finale appare troppo severo e bugiardo per quello che si è visto in campo.

Ma andiamo per gradi. Quella di ieri contro l’Atalanta sarà sicuramente ricordata coma la gara del centesimo goal di Kakà, seguito a ruota dal centunesimo. Il brasiliano lascia ancora una volta tutti quanti a bocca aperta, per la sua condizione, per la sua dedizione e per la sua immutata capacità di cambiare le partite. Parecchi si sono morsi la lingua, è inutile negarlo, e tanti altri hanno anche il fegato che fa un po’ male (vedi l’imparziale Mauro). Ma a noi interessa poco, sapevamo che l’impegno non sarebbe mancato e che, per il campione che è, avrebbe potuto dare ancora tanto al Milan, e così sta succedendo. Ci vorrebbero altri Kakà in questo Milan e le cose andrebbero molto meglio. Oltre alla sua partita è stata ovviamente anche quella di Bryan Cristante, all’esordio dal primo minuto, che oltre al goal ha mostrato personalità, capacità tecniche e tutto quello che serve per essere preso in considerazione più di altri componenti della rosa più esperti. E pensare che fino a qualche giorno fa era lui la pedina di scambio preferita per arrivare ad altri centrocampisti, mentre oggi è diventato incedibile…le stranezze del Milan attuale.

Di chi la colpa? Bè in primis sempre di Allegri, che si è vantato di averlo mandato in campo dall’inizio tralasciando il fatto che ci ha messo più di un anno per capire che poteva tranquillamente sostituire Montolivo. La differenza tra chi ha successo e chi si accontenta è anche questa: arrivarci prima, anticipare i tempi; lui è invece bravissimo nell’arrivare tardi in tutto. A parte questo, anche ieri siam riusciti a non giocar bene per un tratto della gara, rischiando tanto e concedendo anche il goal del pareggio agli avversari, poi annullato. È inaccettabile per una squadra che vuole riemergere concedere tante occasioni agli avversari, e un allenatore non si può giustificare dicendo “Eh ma ci sono anche gli avversari, non si può controllare una partita per novanta minuti“. C’è modo e modo di far sfogare gli avversari in una parentesi della partita, e non è di certo lasciando il campo sguarnito e i giocatori disposti casualmente; questa volta ci è andata bene, ma se quel goal fosse stato valido o se Abbiati non avesse parato su Denis probabilmente eravamo qui a commentare un altro risultato, uguale a quelli dei mesi scorsi.

Sta di fatto che, bene o male, brutti o buoni, questi tre punti sono arrivati e si spera che siano l’inizio di una risalita lunga, difficile e faticosa. Consoliamoci pensando di aver iniziato l’anno con il piede giusto, tra le altre cose rubando tre punti (sperando che siano i primi di una lunga serie) agli indonesiani, che non fa mai male. Buon anno a tutti!!

Milan – Atalanta 3-0: Up & Down

Up

Bryan Cristante: Fosse francese e giocasse in bianconero, avrebbe tutte le prime pagine della stampa italiana. Peccato sia un azzurro e un rossonero

Stefano Tosel: Un appello al Giudice Sportivo: non è che può aumentare di qualche giornata la squalifica di Muntari?

Antonio Nocerino: Proposito per il nuovo anno: tornare un giocatore di calcio. Per ora pare che ci stia riuscendo.

Chiellini, un uomo di pace

Chiellini, un uomo di pace

Down

Leandro Rinaudo: Livorno e Juventus nel curriculum dell’autore del fallaccio a Giuseppe Rossi. Chissà da chi ha preso ispirazione…

Alessandro Matri: La squadra ha passato un’ora e spiccioli in inferiorità numerica. E non per un’espulsione nel primo tempo.

La difesa della Roma: Ma sì, è sicuramente più forte di quella del Milan: non è certo colpa dell’allenatore, vero?