Dopo il Chelsea… Tronchetti colpisce ancora!

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Gol di Milito in fuorigioco

Rigore non dato su Daniel Alves con conseguente espulsione di Snejider

Ammonizione regalata a Puyol diffidato

Dopo i quattro rigori non dati nelle due partite col Chelsea abbiamo capito la squadra designata dalla UEFA per vincere questa coppa.

Oggi è morto il calcio.

VERGOGNA

Milano, purgatorio

Vi sembra giusto, vi sembra normale
Che in questa storia, alquanto bestiale,
Tanti tifosi, pronti a far festa,
che avevano già perduto la testa
per un campionato, per una occasione,
che si è dimostrata una mera illusione,
con il viso sceso giù
non riescano a fare i supporters più?
Non sento però di poterli biasimare,
né vorrei loro quattro cantare.
Ma vorrei farlo a quelle persone,
che per il Milan non hanno passione,
che dalla squadra più forte del mondo
un’accozzaglia che giracchia intorno
han ricavato: manca la voglia
e manca quello che matasse sbroglia.
Manca un mediano, central di paese
Ed un terzin che soddisfi le attese.
L’uomo veloce, l’uomo che quadra
Son quello che manca a questa squadra.
Però, parlando con serietà
Quel che deficie è la società.
Mancan gli acquisti oramai da anni,
e quelli fatti sol portano danni.
Da Mancini ad un ghanese ignoto,
a gente più fragile di un fiore di loto.
L’allenatore fa il suo lavoro,
per mantenerlo daremmo dell’oro
ma il gran problema è che il brasiliano
verrà cacciato via da Milano
e al posto suo verrà un viareggino,
ma andrebbe persino meglio un bambino.
Il calciomercato si sta approcciando,
ogni compagine si sta attrezzando
tranne la squadra che noi tutti amiamo,
dove c’è l’aria dello sbaracchiamo.
È vero, nessuno lassù ci vuol bene,
anzi, qualcuno ci vuol dare pene,
ma se qualcuno assennato sarà,
lesto nel Milan reinvestirà:
siamo una squadra dal grande blasone
non ci meritiamo qualche caprone
né l’ultimo scarto di colombiano
né uno sconosciuto, un qualunque cristiano*.
In caso il concetto chiaro non fosse
fatemi fare un colpo di tosse
La dirigenza, col saio di juta,
faccia sì che la società venga venduta!
Forse con me non sarete d’accordo
Ma non culliamoci nel ricordo.
bari2020, dedicato alla memoria di un qualcosa che non c’è più.
*barese crestiane=”persona”

Sampdoria-Milan, le pagelle

Dida 5.5 Quando lui è in porta, i tifosi non sono mai sereni. E’ l’insicurezza fatta a persona. Intanto Abbiati, che quest’anno non ha mai sbagliato una partita, se ne sta in panchina. Complimenti.
Abate 5.5 Insieme al suo compagno di fascia (Mancini), riesce a far fare bella figura a Ziegler, che fino a ieri non aveva mai giocato una partita al di sopra della sufficienza. Ottimo l’impegno.
Bonera 4 Quando un giocatore è fermo da lungo tempo, non lo si dovrebbe buttare nella mischia in questo modo, ma purtroppo lui era l’unico difensore centrale a disposizione. Non ne azzecca una, il fallo da espulsione è solo l’ultimo di una serie di errori.
Thiago Silva 7.5 Immenso.
Antonini 6 Senza infamia e senza lode. Quasi sempre pronto in copertura.
Gattuso 5.5 Meno peggio del solito, e nonostante tutto è sotto la sufficienza. Questo fa capire il campionato che ha giocato.
Ambrosini 6 E’ calato vistosamente rispetto a due mesi fa, alla sua età è normale. Rimane comunque fondamentale per il centrocampo.
Seedorf 4.5 L’ultima mezz’ora del primo tempo, in cui la Sampdoria ci ha pressato, lui è totalmente sparito. Non fa molto meglio nella ripresa, e questa volta non ha neppure tirato fuori una delle sue invenzioni. Preoccupante.
Mancini 4 Il gol sbagliato a porta spalancata è solo la ciliegina sulla torta. Non riesce mai a saltare l’uomo, inutile.
Borriello 8 Strepitoso. Regge l’intero reparto da solo, nonostante sia in precarie condizioni fisiche. Gran gol, peccato per l’occasione fallita nel secondo tempo.
Ronaldinho 6.5 Male il primo tempo, bene la ripresa, soprattutto quando la squadra rimane in 10. Le due occasioni più importanti per la squadra nascono dai suoi piedi.
Oddo 4 Tre settimane fa è stato impiegato da centrocampista, ieri da centrale difensivo, e in entrambi i casi è stato un disastro. Rende pochino nel suo ruolo naturale, cosa ci si aspetta da lui in ruoli a cui non è abituato?
Zambrotta 5.5 Entra e si mette al posto di Abate (che va a centrocampo). Impalpabile. A quel punto meglio Abate, che almeno ci mette l’anima.

Io penso che il terzo posto alla fine dovrebbe essere nostro, ma rimane la grande amarezza per la situazione che stiamo vivendo noi milanisti. Questa squadra è senza futuro, i vecchi sono ormai alla frutta, dei giovani brillano sono Pato e ThiagoSilva, gli altri sono dei buoni gregari, niente di più.
Io posso anche capire la politica del risparmio, ma se almeno qualcuno di questi vecchietti non verrà sostituito da forze fresche la prossima stagione rischiamo di fare figuracce su figuracce. Ci sono alcuni giocatori che sono veramente finiti e il prossimo anno saranno più vecchi, quindi è probabile che crolleranno ancora prima rispetto a quando sono crollati quest’anno.
Se ora ci lamentiamo per essere arrivati solamente terzi, i prossimi anni rischiamo di abituarci a lottare per traguardi ancora meno importanti.
Situazione preoccupante.

Naufragio nel finale

Capitoliamo nel finale dopo un primo tempo orribile concluso miracolosamente in vantaggio e un secondo tempo giocato in inferiorità numerica in cui tutto sommato (fino ai minuti finali) eravamo riusciti a tenere bene il pareggio, sfiorando anche la seconda rete con Borriello e Gattuso. Ennesimo approccio sbagliato, con una squadra per la gran parte già in vacanza, salvo che poi ci svegliamo quando teoricamente la situazione era tutta a favore della Samp. Mah.

Alla fine è giusto così, soprattutto alla luce di un primo tempo giocato praticamente in una sola metacampo. Pensavo peggio, temevo una brutta sconfitta, ero convinto di un crollo una volta rimasti in dieci. Non è stata così tragica, probabilmente in questo momento non si può pretendere di più, non è una scusa, ma la semplice realtà. Prepariamoci ad un’altra partita del genere a Palermo.

Salvo Borriello, migliore in campo, ha veramente fatto reparto da solo. Salta Palermo per un’ammonizione stupida, unica macchia su una partita da leone. Resiste ancora una volta al pericolo del giallo il sempre ottimo Thiago Silva. Discreto Mansini. Tutti gli altri sono (più o meno gravemente) bocciati. Dall’impalpabile Seedorf all’agonizzante Gattuso, passando per un Ronaldinho che decide di entrare in campo solo nella ripresa (le partite durano 90′). Inutile infierire, questi sono i giocatori che abbiamo, non si può pretenedere molto di più dai Zambrotta, gli Abate, gli Oddo.

Ecco Oddo…non ho assolutamente capito la scelta di Leonardo di  metterlo centrale dopo il rosso di Bonera. In panchina c’era Albertazzi, se non lo rischi quando non hai altre scelte, allora quando vuoi farlo? La situazione di classifica permette anche un esperimento del genere, non vedo il motivo per cui mettere Oddo. Magari Albertazzi non avrebbe anticipato imperiosamente Pazzini e si sarebbe preso gol lo stesso, però la scelta di Leo mi rimane incomprensibile.

Guardiamo avanti, il terzo posto rimane abbastanza tranquillo, non dovrebbe scapparci. E ora entriamo in clima derby…di Roma. Forza Maggica!!!

Destinazione Europa

Oggi nessuno è qui per partecipare.

Oggi è una partita che si vince sputando sangue.

Oggi è una partita che si vince intervenendo su ogni pallone.

Oggi è una partita che si vince se non si tira indietro la gamba.

Oggi è una partita dove chi perde smarrisce se stesso e si volta indietro.

Oggi è una partita che farà la differenza tra calciatori e uomini.

DALLO STADIO LUIGI FERRARIS DI GENOVA, SAMPDORIA – MILAN, DESTINAZIONE EUROPA

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Partiamo da un punto fermo. Dovessimo espugnare Genova e il Palermo perdere a Cagliari il terzo posto sarebbe matematico. Dovessimo espugnare Genova e il Palermo vincere a Cagliari basterebbe un pari alla favorita. Dal dire al fare affrontiamo una delle migliori squadre davanti al proprio pubblico. 10 vittorie, 6 pareggi ma soprattutto zero sconfitte. Qui ci ha perso l’Inter. Non di recente, quando viaggiava a ritmi di Europa League ma a Novembre quando era al top della forma. Qui ci ha perso la Juve, anche se non è una notizia e la Roma è riuscita a strappare uno 0-0. Insomma dalle big la Samp non ha nemmeno mai preso gol.

Oggi i ragazzi sono chiamati quindi a una vera e propria impresa nella partita più difficile di questo turno che ovviamente non può essere quello pseudo scontro che qualcuno con una bella dose di faccia tosta osa ancora chiamare derby d’Italia. Come al solito attenzione a Thiago Silva, se viene ammonito salta Palermo, che sarebbe un bell’autogol. Noi, insieme a Samp e Palermo ci giochiamo il terzo posto in queste due gare. Nella peggiore delle ipotesi tra due giornate potremmo essere a soli 4 punti dalle due, che per nostra fortuna si scontreranno tra di loro alla penultima giornata.

Andiamo all’aspetto tattico: in difesa dovrebbe finalmente rivedersi Bonera anche se a Milanello si vocifera che non sia proprio al 100%. Squalificato Pirlo il centrocampo sarà prevalentemente fisico con Gattuso ed Ambrosini dietro a Sededorf. Là davanti invece non ci sono alternative. Borriello con la certezza della propria regolarità sottoporta, Huntelaar, ancora una volta fuori ruolo e Ronaldinho che come al solito sarà la chiave della partita.

Dall’altra parte attenti a Poli ma soprattutto Cassano e Pazzini. Non andrà al mondiale Antonio, ma non per questo ha smesso di impegnarsi in ogni partita. Vero dinho?

Il punto sul mercato – 6° puntata: una rosa…spinosa

Proviamo a far chiarezza sulle tante voci uscite in questi giorni. All’orizzonte c’è una fitta nebbia nella quale si nascondono vecchi nomi nuovi (passatemela). Stiamo provando a stringere gli occhi per vedere se si scorge almeno in lontananza un progetto. Ma purtroppo non c’è.

CHI PARTE: cominciamo dagli addii questa volta. Leonardo lascia e torna in Brasile dove lo attende la Seleçao. Ne avevamo già parlato nelle settimane passate, ma oggi la cosa è data per praticamente certa. Quando a cantare è Carlo Pellegatti, uno che a Milanello ha le tende, vuol dire che è già quasi tutto deciso. La smentita ufficiale suona una conferma: “voci infondate” si dice, ma nessun accenno alla sua rimanenza.

Attendono una risposta anche molti giocatori. Lunga la lista degli scontenti, da Gattuso a Jankulovski passando per Kaladze, Inzaghi, Huntelaar e Abbiati. Ronaldinho stesso attende gli sviluppi prima di valutare il rinnovo del contratto. Paloschi non torna, altro anno in provincia poi si deciderà. Rimane poi il dubbio Pato: Chelsea e Real buseranno alla porta di Via Turati, riusciremo a resistere?

CHI ARRIVA: anche qui, precedenza alla panchina. Dato che fare le cose semplici ci fa schifo, si parla di una triade: Lippi DT, Tassotti e Galli allenatori. Rimane qualche debole speranza per Allegri, debolissime per tutti gli altri.

Quanto alla squadra, se parte Pato si farà di tutto per inserire nell’operazione una contropartita e non ripetere la situazione-Kakà. Da Madrid potrebbe arrivare Benzema (che non mi piace), dal Chelsea si parla di Ivanovic e Malouda. Teniamoci Pato. Dzeko è l’unico giocatore per cui Silvio sarebbe disposto a sganciare, ovviamente se parte Pato, 40 milioni però son tanti. Qualche nome nuovo arriverà dalla primavera di Stroppa: Albertazzi, Romagnoli, De Vito e Zigoni i più papabili.

AFFATI FATTI: praticamente fatta per Caludemir Jeronimo Barretto, in arte Cacau a  parametro zero. 29enne attaccante esterno, in pratica un Mancini più integro e meno grasso. A proposito di Mancini, pare che rimanga. Non fate i salti di gioia?

Storie di calcio: Milan-Sampdoria 1-0

Stagione 1986-87. I milanisti venivano da anni difficili, con la società in totale crisi, e il rischio di vedere scomparire una delle squadre più gloriose di sempre. Il club era stato acquistato da un anno circa da Silvio Berlusconi, ma nessuno avrebbe mai immaginato l’exploit che la squadra avrebbe fatto gli anni successivi.
In quella stagione il Milan riuscirà a condurre un campionato che allora i milanisti definirono “più che soddisfacente” (come sono cambiati i tempi), ma la qualificazione diretta alla Coppa Uefa dell’anno successivo non arrivò facilmente.

Bisogna prima giocare lo spareggio con la Sampdoria del grandissimo Cerezo, una squadra considerata dai più superiore al Milan.
Torino, 23 maggio 1987: sulla panchina dei rossoneri siede un giovane considerato da chi lo conosce bene un allenatore di grandissime capacità e intelligenza calcistica, Fabio Capello. Aveva appena sostituito il grande Liedholm, e consapevole della forza dei blucerchiati organizzò una gara impeccabile dal punto di vista tattico.

La partita non si sblocca, e quando arrivano i tempi supplementari tutto lascia pensare che saranno i rigori a decidere quale fra le due squadre avrebbe partecipato alla Coppa Uefa 87-88. E invece, già da allora, ci pensò “Provvidenza Massaro”, con un perfetto colpo di testa (dopo un altrettanto cross perfetto dal fondo di Tassotti) a risovere la gara. Una vittoria che allora valeva molto, prima di tutto perchè il Milan di allora era abituato a dare più delusioni che soddisfazioni ai suoi tifosi, ma anche perchè la Coppa Uefa di allora non era quello di adesso. A quei tempi, quando il calcio era più bello, anche questa competizione contava qualcosa.

Destinazione Madrid: 3° puntata. Aspettando le semifinali…

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Terza puntata della rubrica sulla Champions, per questa volta curata da LPF. Vediamo un po’ come stanno le semifinaliste a una settimana dai match di andata. Madrid è sempre più vicina, ma lo è solo per due squadre.

VS

Bayern Monaco-Lione, ovvero la semifinale più incerta. I tedeschi ci arrivano dopo le due grandi rimonte, agli ottavi con la Fiorentina e ai quarti col Manchester. I francesi hanno eliminato il Real prima e il Bordeaux poi  abbastanza agevolemente, centrando per la prima volta la seminfinale di Champions. Confronto senza un padrone, si parte sostanzialmente da un 50% di possibilità a testa di arrivare a Madrid. Il Bayern ha più qualità, il Lione però ha il vantaggio di giocare il ritorno al Gerland, davanti ai suoi tifosi. Dovendo scommettere punterei sui bavaresi, sulla qualità di Robben e Ribery, già decisivi (più il primo per la verità) ad Old Trafford. E non nego che la mie personali simpatie vadano alla squadra di Van Gaal, il quale se dovesse centrare la finale, completerebbe una stagione iniziata malissimo ma proseguita alla grandissima. Puel invece punta sull’effetto sorpresa e sulla voglia di affermazione dei suoi giovani. Entrambe le squadre inseguono anche il titolo nazionale, ma l’Olympique dopo anni di scorpacciate potrebbe lasciar perdere il campionato e concentrarsi sulla coppa.

Precedenti: perfetto equilibrio tra le due squadre. 6 partite giocate, 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. Ognuno di questi uno in casa e uno fuori. Il Lione non batte però il Bayern Monaco dal 5 Novembre 2003, quando vinse 2-1 all’Allianz Arena. Le due squadre si sono sempre incontrate nella fare a gironi. 7 i gol totali segnati dal Bayern al Lione, 9 quelli subiti.

VS

Inter-Barcellona, ovvero forza fisica contro il Calcio fatto a squadra. I pronostici (nonostante la scaramanzia) sono per i blaugrana, ma occhio perchè questo sembra davvero poter essere l’anno buono per i piangina in Europa. Andata a San Siro, ritorno nel fortino del Camp Nou. Anche da questo punto di vista il Barcellona può sorridere. Barcellona che però dovrà fare a meno del genio di Iniesta. Al suo posto Yaya Tourè o Keita, si perde molto in qualità, si acquista in quantità, dote importante contro il centrocampo tutto muscoli dell’inter. Osservato numero uno: Lionel Messi. Se gioca come sa, dovrebbe esserci poca storia. Attenzione però alle botte che riceverà, mi aspetto da Mourinho un catenaccio stile-Hiddink dello scorso anno. Forse è l’unico modo per fermare i marziani catalani, unito a un po’ di buona sorte che in questa Champions League all’inter sembra non mancare. Chi passa, mette le mani sulla Coppa. Inutile dire che è un’occasione che non capitava da anni ai nerazzurri. Ma dall’altra parte il Barça sarà ingolosito dalla possibilità di andare a giocarsi la finale in casa del nemico, al Bernabeu. Che vinca il migliore, se succede, siamo a posto.

Precedenti: Sono 4, i due di questa fase a gironi e i due della seconda fase a gironi del 2003. 2 vittorie Catalane al Camp Nou (2-0 e 3-0) e due pareggi a San Siro, entrambi per 0-0. Anche in questo caso semifinale inedita. 5 i gol segnati dal Barcellona all’Inter che invece ai Catalani non ha mai fatto un gol.

“Chi vusa pusè, la vaca l’è sua”

(chi urla di più ottiene la proprietà della mucca)

Nelle ultime settimane è successo tanto.

Il vistoso calo di rendimento dei nerazzurri, il recupero costante della Roma, la normale impotenza del Milan, De Sica nello spot televisivo che mette le mani sui seni della Belen, il mistero di Luxuria se ha fatto o meno l’intervento ai genitali, scoperto il gene dell’eccitazione sessuale femminile, Allegri esonerato dal Cagliari, stampato il primo libro erotico per non vedenti “Tactile Mind”, Olindo e Rosa che si proclamano innocenti, le tende ipossiche di Capello per i Nazionali Inglesi, l’auto di Silvio arrivata con 40 minuti di ritardo.
Mi fermo qui perché di carne al fuoco ce n’è tanta. E sono tutti fatti verificabili facilmente.
Ma potevamo farci mancare l’ultimo capitolo di Calciopoli? Gli ascolti nascosti delle telefonate scartate? La scoperta che i telefonini venivano usati da tutti? Che ognuno faceva il proprio gioco?

In molti, queste cose, le sospettavamo già da tempo. Ma non perché più bravi o intelligenti di altri, ma semplicemente perché il tendone del circo è uno solo. E Heidi con le caprette o Cenerentola, lì non possono avere dimora.
Oggi siamo costretti ad assistere alla replica dell’accusato che urla la sua voglia di vendetta verso tutto e tutti. In una vicenda squallida dove, peraltro, non ci sarà nessun vincitore. Tutti sono perdenti. E non importa scendere nei dettagli, battibeccare se “Collina” lo dice uno o l’altro. Il solo dire “ma metti dentro…” è perdente, “è una situazione che vorrei proprio anch’io aiutarvi a raddrizzare…” è perdente. Tanto per riferirmi all’attualità.

Come tutta la storia e i suoi protagonisti. Presenti e passati, sia chiaro.
Ho talmente tanta nausea di questo extra time che, prepotentemente e svergognatamente, sta invadendo i discorsi e li devia da ciò che invece più mi interessa, ossia il calcio giocato, che faccio come il Varano di Komodo, libero per un paio d’ore all’Idroscalo: me ne sbatto il c***o! (Ornano, Zelig)
Presto o tardi finirà tutto, spero.

Chi si aggiudicherà la mucca? Non chiedetelo al Varano…..

Ora è ufficiale: Facchetti (almeno) come Meani

https://i0.wp.com/static.blogo.it/calcioblog/calcio_14_672458_resize.jpg?resize=345%2C230Griglie pilotate, cene con i designatori, arbitri europei conosciuti in anticipo. No, non stiamo parlando di Moggi ma bensì dell’ex presidente degli ‘onesti’ Giacinto Facchetti. Gìà, è solo l’inizio ma a quanto pare nella cupola c’erano anche loro e non con un ruolo da comprimari.

Partiamo dalla prima telefonata. Siamo alla vigilia di Inter – Juventus 2-2 con la rimonta dell’Inter.

Facchetti: Senti, per domenica allora?
Bergamo: Senti, per domenica facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente quindi sono lì e tutti e quattro possono fare la partita
F: Vabbeh, ma metti dentro (qualcosa)
B: Collina!…Ma tutti internazionali, Giacinto, così perlomeno non c’è discussione…perché c’è dentro…Collina, Paparesta, Bertini e c’è dentro Rodomonti.
F: Ho capito.
B: Sono tutti internazionali e abbiamo evitato che ci fossero troppi giovani, per esempio anche se Trefoloni sta facendo bene…però preferisco lasciarmelo al girone di ritorno…e poi non abbiamo altri sinceramente…Messina non mi dà garanzie
F: Perché, non è un first class adesso?
B: No…nella first class c’è momentaneamente, il posto suo lo prende Rosetti perchè ha delle aspettative, è giovane e sta facendo bene a livello internazionale.
F: Ho capito, vabeh, con Bertini abbiamo avuto qualche problemino
B: Con chi?
F: Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino anche l’anno scorso là a Torino. Anche altre partite abbiamo avuto qualche problema con Bertini…
B: Semmai, sfortunatamente fosse così, ci parlo, perché anzi, semmai è meglio, ti devo dire, capito…
F: Non lo so, volevo dirtelo, qualche problema lo abbiamo avuto.

Come potete ben vedere questa è una richiesta di griglia in piena regola né più né meno di quelle che faceva il buon Luciano. Ovvio, poteva semplicemente chiedere che venisse messo il miglior arbitro del mondo nel sorteggio di una partita importante? No. Non poteva. Questo è già un illecito in piena regola. E ricordiamo che già Facchetti per quella partita passò da Mazzei per gli assistenti. Ma passiamo a quest’altra telefonata.

Facchetti: “Se tu chiami Moratti…son stato là anche ieri da lui …abbiamo parlato”.
Bergamo: “Io non ho più il suo numero, se tu me lo dai… infatti ricordi…ne avevamo parlato”.
Facchetti: “Sì dai perchè voleva…se passi di qui un giorno…”.
Bergamo: “Ma dov’è è a Forte?”
Facchetti: “In ufficio, no no a Milano se ti capita di venire giù perchè aveva là un regalino da darti“.
Bergamo: “Volevo sentirlo anche così anzi avevo piacere anche di incontrarlo, di incontrarvi, insomma per fare così qualche riflessione insieme”.
Facchetti: “E va bene”.
Bergamo: “È una situazione che vorrei proprio anch’io aiutarvi a raddrizzare…perchè insomma la squadra non merita la posizione che ha…”.
Facchetti: “Sono stati dodici pareggi incredibili…”.

A quanto pare non era il solo Facchetti a delinquere. Da buon presidente Moratti, infatti, sulla falsariga dei famosi Rolex regalati agli arbitri oltre alle cene elargiva regali ai designatori. Già, le cene. Proprio il colonnello Auricchio ha confermato che lo stesso Facchetti andò a cena con Bergamo. Nemmeno Moggi e Meani osarono tanto.

E se lo stesso giudice Casoria ha sbugiardato in aula il proprio PM dicendo che queste intercettazioni scartate gli sembrano penalmente rilevanti la sensazione è che ne vedremo delle belle. Anche se una domanda continua ad attanagliarci: perché queste intercettazioni non sono state passate alla FIGC nel 2006?

La revoca dello scudetto di cartone (cit. Cantamessa) a questo punto più che un obbligo è un dovere morale. Per il resto non c’è niente da fare. Con la prescrizione l’hanno fatta franca. La bomba è scoppiata. Ed è un’atomica.

Riformatori

Domenica avevo tracciato un progetto di riforma del campionato, che qui riporto fedelmente:

Serie A: Retrocedono le ultime 2. Dalla 15°alla 18° fanno un playoff con le prime 2 di B per i due posti rimanenti.

Serie B: Retrocedono 6 squadre

Serie C1: Promozioni bloccate. Niente play-out: dalla 13° in giù, retrocessione.

Serie C2: Promozioni bloccate. Retrocedono le ultime 4 di ogni girone, mentre le quintultime faranno un triangolare in cui solo la migliore tra esse si salverà. Restano (con le promozioni) 56 squadre con cui creare 4 gironi da 14 squadre.

Serie D: Salgono 4 squadre in un torneo tra le nove vincitrici. Poi se la vedono loro con l’Eccellenza e in giù.

La situazione vecchia: A 20, B 22, C1 2×18, C2 3×18 La situazione nuova: A16, B 20, C1 2×15, C2 4×14 (122 squadre professioniste contro le 132 di prima). Nota: i campionati iniziano ai primi di agosto.

Ora arriviamo alla parte succulenta: i playoff scudetto. Userei la formula belga: Play-off con quadrangolare di sola andata tra i primi quattro (PLAYOFF SCUDETTO), mentre dal 5° all’8° play-off per due posti in Europa League. Mentre l’ultima è retrocessa sicuramente, penultima e terzultima fanno un quadrangolare di sola andata, in cui i primi due resteranno (o saranno promossi) in serie A. Sia per i playoff scudetto che per quelli Europa League si parte con i punti dell’andata. Se tra il primo e il secondo (o nel caso dei playoff E.L., tra il sesto ed il settimo) ci sono più di 12 punti, i playoff non si svolgono. Si gioca anche a Natale e a Pasqua la domenica, mentre pausa nella settimana di Capodanno.

Nel progetto ho parlato di Champions ed Europa League. Ma…ripensandoci: vi ricordate i deliri di Galliani su di una Superlega Europea? Non sono poi così infondati. Sedici squadre, che ora vado ad elencare (la scelta è assolutamente personale):

Milan, Roma, Inter, Barça, Real Madrid, Manchester U,. Chelsea, Arsenal, Lione,  Bordeaux, Bayern, Monaco,  Porto, Zenit S. Pietroburgo, Celtic, PSV Eindhoven e Liverpool andrebbero a comporla.

Ogni anno con un unico girone all’italiana: per garantire un ricambio, le ultime sei sarebbero ogni anno sostituite dalle migliori dei campionati nazionali. Campionati a cui, è questa la novità, le squadre della Superlega non parteciperebbero: per le squadre dei campionati nazionali c’è comunque l’Europa League, che aumenterebbe in tal modo la sua importanza, avvicinandosi a quella della coppa UEFA negli anni in cui in Champions ci andavano solo i campioni nazionali.

Vi sembrerò un pazzo, forse un delirante, e forse lo sono. Si potrebbe più ortodossamente fare una normale Champions League, ma a girone unico e con 16 squadre. Voi, foste Blatter, Platini, Abete o chi per loro, cosa fareste?

Le pagelle di Milan-Catania

Dida 5.5 Il primo gol un grande portiere non lo avrebbe preso. Ma lui non è un grande portiere, lo sappiamo bene.
Abate 5.5 Arruffone, gioca con grinta e scende spesso sulla fascia. Deve migliorare tantissimo, ma le alternative in quel ruolo sono peggiori di lui.
Thiago Silva 6.5 Sul primo gol, se fosse salito di qualche passo, probabilmente Maxi Lopez sarebbe stato in fuorigioco. Ma è un dettaglio, se non ci fosse lui avremmo una decina di punti in meno.
Favalli 5 Ennesima partita da titolare. Prima, al posto suo, c’era Nesta. Una discreta differenza.
Flamini 6 Disordinato, ma lotta come un leone.
Antonini 5.5 Non impeccabile sul secondo gol, meno brillante del solito.
Pirlo 4 Il peggiore. Perde tanti palloni e sbaglia parecchi passaggi. In pratica sta perdendo le due caratteristiche che lo hanno reso (fino a 2 anni fa) il regista più forte del mondo.
Ambrosini 6 L’ultimo a mollare, gioca discretamente anche in un ruolo non suo.
Seedorf 5 Ogni tanto tira fuori qualche giocata buona, ma rallenta sempre l’azione.
Mancini 5 Inguardabile, in tutti i sensi.
Huntelaar 5 Non gioca nel suo ruolo, cerca di adattarsi ma non potrà mai essere un attaccante esterno.
Inzaghi 6 Il solito SuperPippo. Ci mette l’anima, crea subbuglio nella retroguardia avversaria.
Borriello 7 Primo tempo pessimo, nella ripresa fa due gol comunque importanti.
Ronaldhino 6.5 Alcuni lo hanno criticato perchè non è stato super, come lo è quasi sempre. Ma comunque è l’unico che accende la luce nel gioco rossonero.

Dieci minuti non bastano

Quando entri nel periodo chiave della stagione e non vinci in casa contro Napoli, Lazio e Catania, conoscendo già il risultato dell’inter, c’è qualcosa che non va. Mi lamentavo stamattina dell’atteggiamento un po’ remissivo che ho visto ultimamente nella squadra e in Leonardo. Lo stesso atteggiamento lo si è ritrovato in campo nel primo tempo. Il Catania ci ha dominati in lungo e in largo, noi non siamo stati capaci di mettere insieme un’azione decente che sia una. Ci siamo svegliati, o almeno abbiamo provato a farlo negli ultimi cinque minuti della prima frazione, giusto in tempo per aprirci in due e concedere il più classico dei gol in contropiede. Un gol che alla fine pesa come un macigno.

Il secondo tempo parte sotto “buoni auspici”. Ma dopo il gol di Borriello ci spegnamo di nuovo, tutta la foga si esaurisce in quei cinque minuti. L’ingresso di Pippo Inzaghi scuote un po’ l’attacco, fino a quel momento rimasto aggrappato al solo Ronaldinho, ben picchiato da Alvarez. Pareggiamo con un bel gol di Borriello, ci sono ancora una decina di minuti, ma le gambe non girano, la mente è annebbiata e ancora una volta dobbiamo “accontentarci” di un misero punticino.

Male tutti nel primo tempo, ad eccezione di Ronaldinho. Menzione particolare per il solito Dida che si accascia con reattività zero sul primo gol e che poteva uscire in occasione del secondo. Malissimo anche Pirlo e in grossa difficoltà pure Ambrosini. Borriello e Huntelaar non si vedono, Seedorf pasticcia. Nel secondo tempo i ragazzi ci mettono cuore, ma non basta. Buona prova di Abate, costante in fase di spinta (purtroppo azzecca un cross su dieci), bravo e spietato Borriello, generosi Dinho e Thiago Silva. Peggiore in campo: Orsato di Schio, non per episodi particolari (non ho visto rigori clamorosi), ma per una conduzione di gara risultata nel complesso molto fastidiosa.

Non bastano dieci minuti di assalto, finisce qua (e stavolta definitivamente) il sogno scudetto. Da adesso sarà durissima, sotto il piano delle motivazioni gli avversari che ci attendono sono molto più carichi. E’ stato bello finchè è durato, sappiamo cosa ci è mancato: qualche riserva, un pizzico di fortuna e la determinazione nelle ultime partite. Teniamo duro in queste ultime cinque giornate, non roviniamo quanto di (molto) buono è stato sin qui fatto.

Nel frattempo salutiamo la nuova capolista. Sperando che regga. Daje maggica!

Inizia il rush finale

E fu così che zitti-zitti senza mai credere allo scudetto ci capitò un’altra occasione per avvicinare i cugini e la vetta. Tre squadre nello spazio di pochissimi punti, con ancora cinque partite da giocare dopo quella di oggi, eppure di queste tre squadre solo due credono allo scudetto. Può sembrare un paradosso, ma è così. I motivi li sappiamo bene tutti: rosa corta e priva di elementi fondamentali, calendario tostissimo che prevede dopo il Catania cinque scontri contro squadre in piena lotta per l’Europa, tre dei quali da giocare in trasferta.

Perchè noi no e la Roma sì? Perchè la Roma sta bene e non parlo solo della condizione fisica. Vive giorni di grande trasporto emotivo, i tifosi riconoscono il campionato strepitoso dei giallorossi dall’arrivo di Ranieri e si fanno sentire. Erano in 15.000 domenica a Bari, ci sarà quasi il tutto esaurito oggi all’Olimpico. Noi invece…stadio sempre mezzo vuoto (che magari si permette anche di fischiare dopo partite in cui la squadra ci mette tutto, si veda la gara con la Lazio), stagione ottima che facciamo passare sotto-traccia senza parlarne più di tanto e tante critiche. In certi momenti ci si può far forza a vicenda, squadra e ambiente, si vede che a noi  non interessa. L’importante è avere sempre qualche motivo per criticare. Troppo comodo.

Delle sei restanti partite, abbiamo detto che quella di oggi è la più facile, non conta altro che la vittoria. Per mettere ancor più al sicuro il terzo posto, per restare in zona scudetto e ragionare di partita in partita, per noi e basta.

La formazione dovrebbe essere quella di Cagliari, ancora Dida in porta, ballottaggio Abate-Zambrotta sulla destra e tridente Huntelaar-Borriello-Dinho. Direi la migliore che si possa schierare in questo periodo, in attesa dei rientri di Bonera, Nesta e Pato quando (e se) ci saranno.

Nel frattempo dobbiamo stringere i denti, firmo per un’altra vittoria come quella di Cagliari. Brutta? Chissenefrega. Siamo i più lenti del gruppetto, ma se gli altri scivolano e noi non ne approfittiamo (ed è già successo) i rimpianti aumenterebbero a dismisura. Non ci credo, ma non ce la faccio a non sperare. Ovviamente, nonostante tutto questo, Forza Roma, sémper…

Le cose cambiano…

https://i0.wp.com/www.puntosportivo.it/public/moratti_al_telefono.jpg?resize=134%2C150“Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai state telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti”
Giuseppe Narducci (26 ottobre 2008)

Bergamo: «Presidente Moratti sono Bergamo».

Moratti: «Volevo chiamarla io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (l’arbitro Bertini che diresse Inter-Samp, ndr). L’ho detto a loro alla fine guar date proprio bravi perché era gia due volte… bravi a beccarli co me cazzo fate voi a beccarli… mi hanno strizzato l’occhio».

Quanto accaduto continua a svilupparsi sempre più. Il clima sembra lo stesso del 2006. Questa volta però è in realtà un vero e proprio supplemento di indagine. C’è chi nonostante tutto continua a prosciuttarsi gli occhi senza vergogna. La realtà è sempre più chiara. C’era sì una cupola che controllava il calcio italiano ed era quella della triade Juventina, ma le squadre a difendersi non erano solamente Milan, Lazio e Fiorentina.

Chissà cosa sarebbe successo infatti se queste telefonate fossero uscite 4 anni fa, oppure prima della scadenza della prescrizione del reato (che guarda caso è stata abbassata proprio dopo il processo calciopoli), visto che proprio la società Milan ha dovuto subire 38 punti di penalizzazione senza nemmeno avere la presenza di una chiamata dirigente- designatore ma solamente per il “comportamento deprecabile, ma non penetrante” di Adriano Galliani.

Ma c’è di più. Se evidentemente queste telefonate vengono fuori solo adesso, è perché qualcuno in federazione ha coperto la società nerazzurra. Si spiegherebbero così, inoltre, le frequenti sviste arbitrali a favore dell’Inter nelle ultime due stagioni. E’ su questo che bisogna saperne di più. Cosa è successo veramente nel 2006? Perché le telefonate dell’Inter sono state scartate visto che il contenuto era lo stesso di quello delle altre squadre? Che ruolo ha in tutto questo Guido Rossi?

Su una cosa non c’è dubbio, ci vuole una parità di trattamento tra Milan e Inter. Alla federazione la scelta:

1) Tutti colpevoli: revoca all’Inter dello scudetto 2005/06, penalizzazione di 30 punti nel campionato 2009/10 e di 8 punti nel campionato 2010/11

2) Tutti innocenti: revoca della penalizzazione di 30 punti al Milan nel campionato 2005/06 e conseguente assegnazione del titolo, più un cospicuo risarcimento per la penalizzazione nel campionato 2006/07 e il danno d’immagine procurato, nonché i danni materiali per non aver potuto fare mercato.

Da notare inoltre come stia cambiando l’atteggiamento dei dirigenti perdazzurri. Se prima non telefonavano, poi le telefonate sono diventate “non penalmente rilevanti” e ora non ne vogliono parlare proprio, se non la minaccia di Moratti che definisce ‘antipatico’ il perdere lo scudo di Cartone (ci ha lavorato tanto sottogamba per ottenerlo, dopotutto lo comprendiamo anche). La sensazione è che il grosso del marcio debba ancora essere scoperto.

Concludiamo con una chicchetta: Eto’o non è stato ceduto dal Barça all’Inter. E’ in prestito, e poi firmerà un nuovo contratto al termine dello stesso con il Barcellona. Tutto questo per risparmiare la commissione del 15% che il giocatore avrebbe dovuto incassare in caso di cessione. Il giocatore dovrebbe quindi essere a tutti gli effetti svincolato dal 1° Marzo 2010. In questa sede si chiede alla FIGC di vigilare se il giocatore ha già firmato un contratto con l’Inter per la prossima stagione prima di tale data, in quanto illegale secondo tutte le norme federali. Se ad Appiano fanno i furbi, non facciano gli altri fessi.

Storie di calcio: Napoli-Milan 2-3

Primo maggio 1988. Erano gli albori del Milan di Sacchi, una squadra che fino a quel momento aveva fatto benino, non benissimo. Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa Uefa dall’Espanyol, fuori dalla Coppa Italia agli ottavi di finale per merito dell’Ascoli.

Eppure in campionato si arrivò a quello scontro con tutto ancora in gioco, con il Milan in ritardo di un solo punto rispetto agli azzurri primi in classifica. Già l’andata (4 a 1 per i rossoneri al San Siro) aveva dato un segnale forte, ma al San Paolo sarebbe stata tutta un’altra cosa. O almeno così credevano tutti.

Al 36′ Virdis porta in vantaggio il Milan con un gol di rapina come solo lui sapeva farli, Maradona pareggia nel recupero del primo tempo con una punizione delle sue.
Nella ripresa entra Van Basten, che ancora non era riuscito a far vedere tutto il suo valore a causa di un brutto infortunio che lo aveva fermato per parecchi mesi, e il Milan si trasforma in un rullo compressore. Pressa il Napoli dall’inizio alla fine e si porta sul 3 a 1 grazie al raddoppio di Virdis (che con un’incornata capitalizza un perfetto cross dalla destra di Gullit), e proprio al gol di Van Basten, che appoggia in rete da pochi passi dopo una galoppata di quaranta metri di uno strepitoso Gullit. La rete di Careca serve solo per dare un’inutile speranza ai partenopei, che non riusciranno più a raddrizzare il risultato.

Grazie a quella partita ci fu il sorpasso, e il Milan qualche settimana dopo vinse il primo scudetto dell’era Berlusconi. La soddisfazione più grande per Arrigo Sacchi fu quella di vedere tutto il San Paolo applaudire in modo convinto il Milan, che aveva giocato una gara davvro magnifica.

Da segnalare le provocazioni di Maradona, che alla vigilia della super sfida affermò di non voler vedere bandiere rossonere al San Paolo. La risposta dei tifosi milanisti fu fantastica: un treno speciale pieno di bandiere rossonere, che da Milano portò i supporter del Milan direttamente a Napoli.

NAPOLI vs MILAN 2-3
Reti: 36′ Virdis, 45′ Maradona, 68′ Virdis, 76′ Van Basten, 78′ Careca

NAPOLI: Garella, Bruscolotti (73′ Carnevale I), Ferrara, Francini, Bigliardi, Renica, Careca, De Napoli, Bagni (56′ Giordano), Maradona, Romano – All.: O. Bianchi
MILAN: G. Galli, Tassotti, P. Maldini, An. Colombo, F. Galli, Baresi II, Donadoni (46′ Van Basten), Ancelotti, Virdis (82′ Massaro), Gullit, Evani – All.: Sacchi
Arbitro: Lo Bello

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Destinazione Madrid. 2° Puntata: Florentino, saluti da Arjen e Wesley

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CSKA Mosca – Inter 0-1


Decide Snejider. Ma non chiamatela Impresa. Il CSKA ha dimostrato anche in questa partita che basta un po’ di fortuna per arrivare nei quarti. Una squadra impresentabile, che non è riuscita mai a imporre il proprio gioco, giocando a ritmi bassi e spedendo l’Inter a nozze. Ce l’avevano pompata all’inverosimile, ci avevano persino fatto passare il giapponesino Honda come un fenomeno senza farci notare che le punizioni tutte in tribuna le so tirare anche io. Inter che riesce a fare il compitino, il proprio dovere niente di più. Non chiamatela impresa. A meno che non sia considerata tale tornare in semifinale dopo 7 anni di astinenza

Barcellona – Arsenal 4-1


Come all’andata per ritmo e qualità di gioco si conferma tutta un’altra partita rispetto a quella della seconda squadra di Milano. Si era illusa l’Arsenal con Bentder. Si era illusa di poter battere un Barça senza Puyol, Piqué, Iniesta ed Ibrahimovich. Sono bastati i soliti due marziani Xavi e Messi. In particolare il secondo che ne ha messi quattro, entrando in quella stretta elité di grandissimi campioni (a parte Simone Inzaghi) ad aver segnato 4 gol in una gara di Champions League. Barcellona in semifinale come da pronostico e favoritissima per la vittoria finale. Come li fermi questi? Temo per le incolumità delle loro caviglie in semifinale.

Bordeaux – Lione 1-0


Ce la fa. Per la prima volta nella sua storia il Lione passa i quarti di finale eliminando i campioni di Francia in carica. Partita non bellissima ma che il Lione riesce a portare a casa attaccando nel primo tempo e riuscendo a contenere il passivo nel secondo. Partita che a un tratto si è anche rivelata nervosa (graziato due volte Cissocho) ma che alla fine regala al Lione la possibilità consistente di andare a Madrid. E attenzione a Lisandro Lopez. L’anno prossimo lo troveremo in qualche big europea ‘furba’.

Manchester United – Bayern Monaco 3-2

Era forse la partita più interessante dei quarti. E l’ha spuntata il Bayern. Anzi l’ha spuntata ancora una volta Robben, come a Firenze, con un suo grandissimo gol (a proposito, Bitcha insignito del premio Massimo Mauro 2010). Sembrava dovesse fare peggio di noi il Bayern, sotto 3-0 al 40′. La differenza tra noi e i tedeschi però è che come noi loro non hanno mai mollato ma senza stravolgere la loro formazione. Come invece ha fatto Ferguson. E’ vero, Rooney non era al 100%, ma tirandolo fuori è stato dato il pallino della partita al Bayern. L’espulsione di Rafael ha fatto il resto. Lo United non veniva eliminato ad Old Trafford dal 2003/04. E di solito chi lo batte alza la coppa. E pensare che a Novembre questo Bayern era una squadra considerata in crisi… ora ha la grande occasione. Col Lione sono 50%-50%.