Milanisti che ridono…

E’ ancora una volta il Liverpool il crocevia della stagione per Carlo Ancelotti. Il suo Chelsea si presenta ad Anfield Road forte di un punto di vantaggio sul Manchester United, impegnato in una trasferta sulla carta più agevole. Siamo alla penultima in Premier League, la giornata di oggi ci dirà tantissimo (se non tutto) su chi alzerà il trofeo.

Ancora una volta il Liverpool, dunque. Rafa Benitez e i suoi sono l’ultimo ostacolo per Carletto, come ad Istanbul, come ad Atene. Per la verità questo Liverpool è veramente poca cosa, fuori dall’Europa e senza un proprietario. In estate smobiliterà: via Benitez, via Mascherano, via Torres, fino (forse) al sacrificio supremo, quello del capitano Steven Gerrard.

Ma guai a dare le cose per scontate, anche se quando hai Carlo Ancelotti in panchina puoi stare tranquillo che difficilmente ti sbaglia una partita fondamentale (il primo interista che viene fuori a ricordare gli ottavi di Champions vince una Premier di cartone!). E’ stato così anche oggi, il suo Chelsea soffre nella prima mezzora, ma poi con la solita concretezza capitalizza una follia di Gerrard con il gol del solito Drogba (33 in stagione). Da lì è tutto in discesa, il raddoppio di Frank Lampard avvicina la Premier a Stamford Bridge. Il Chelsea si fa aprezzare per qualche bella azione in contropiede, soprattutto con Malouda, giocatore assolutamente rigenerato da Ancelotti.

Basterà superare domenica prossima il modesto Wigan in casa propria per aggiudicarsi il trofeo. Teoricamente la certezza matematica potrebbe arrivare anche oggi tra un paio d’ore se lo United non dovesse vincere in trasferta col Sunderland. Sottigliezze, ormai è quasi impossibile togliere la Premier dalle mani di Carletto.

E non è finita, la settimana successiva Sir Charles può conquistare anche la FA Cup nel tempio di Wembley, superando così lo Specialone per numero di trofei al primo anno. Mica male.

Insomma, tra tanti musi lunghi Milanisti, spicca il sorriso di Ancelotti, uno che probabilmente aveva già capito da tempo come si sarebbero messe le cose a Milano. Negli ultimi da noi è stato accontentato poche volte e ha dovuto subire (come Leo) rimproveri assurdi da parte di Mr. President. Ha accettato da signore (come Leo), è andato via senza sbattere la porta (come Leo?). E ora merita i successi che sta per ottenere. D’altronde deve rifarsi da due anni di digiuno, mica pochi per uno come lui!

 

Spremuta l’arancia non esce più nulla.

https://i0.wp.com/images2.gazzettaobjects.it/Hermes%20Foto/2010/05/01/0L1RC0LL--620x300.jpg?resize=387%2C187Benedetti rigori. Diciamocelo, senza i tiri dagli 11 metri saremmo molto indietro in classifica.

Nella classica partita scialba di fine stagione arrivano i tre punti che ci strameritiamo e tranne suicidi dovrebbero consolidare un terzo posto che potrebbe, difficilmente, arrivare da domani.

C’è stata un aria strana però, pubblico contro pubblico, Allenatore contro presidente (e se anche Galliani fosse vittima di SB? Avete visto l’abbraccio a fine gara con Leonardo) e si è visto anche in campo. Fiorentina che viene a Milano col chiaro intento di rompere le scatole e ci stava anche riuscendo grazie all’ennesimo arbitro inadeguato nel nostro campionato.

C’è poco da dire sulla partita. Tanto da dire sul futuro. Vedere uno stadio che esulta per una vittoria del genere come fosse una Champions League non è rassicurante.

Nota su Thiago Silva. Reggere la baracca da solo come sta facendo è veramente da fuoriclasse.

Eppure è fondamentale

In questi giorni si sta parlando di tutto meno che delle nostre ultime tre partite. Fa più notizia la cavalcata nazional-europea dei cugini, le parole (sempre fuori luogo e sempre smentite…) di Berlusconi, gli pseudo-movimenti di mercato. Tutto tranne Milan-Fiorentina.

Eppure la gara di stasera vale. C’è da terminare una stagione nata male e che tra polemiche e stanchezza rischia di finire  anche peggio. Nel mezzo di cose buone ce ne sono state parecchie, ecco perchè rovinare tutto adesso sarebbe deleterio. Ecco perchè è il momento di stringersi attorno alla squadra. Per tutto il resto ci sarà fin troppo tempo quest’estate.

Forza ragazzi e forza Leo, ancora uno sforzo, poi sarà il momento di bilanci,  chiacchiere, addii e arrivi (?),.Ora bisogna solo stingere i denti e portare a casa il terzo posto. Servono realisticamente dai 3 ai 4 punti, non un’impresa titanica. Direi che conviene cominiciare da stasera.

Anche perchè i Viola non se la passano un granchè bene, tutt’altro. A tre partite dalla fine la Fiorentina è già tagliata fuori dall’Europa (sia Champions che E. League), il futuro di molti giocatori e dell’allenatore è incerto. Si può parlare di stagione fallimentare, sicuramente hanno peccato in discontinuità.

Sarà dunque una sfida tra due squadre col morale sotto i tacchi, perlomeno noi abbiamo l’obiettivo stagionale ancora a portata di mano.

Capitolo formazione: Dida tra i pali, rientra Bonera accanto a Thiago, Zambrotta a destra, Antonini a sinistra. Pirlo, Ambrosini e Seedorf in mezzo al campo, nel tridente offensivo certi del posto Borriello e Dinho, ballottaggio Huntelaar-Mancini per l’ultima maglia.

In sintesi: ottima occasione per chiudere definitivamente il discorso che riguarda il terzo posto. FORZA RAGAZZI!

Storie di calcio: Inter-Milan 1-1

10 aprile 1993, stadio San Siro, Milano, 27esima giornata. E’ la partita della stagione. Un Milan in evidente affanno, che aveva dominato il campionato fino a qualche settimana prima, ma che da qualche giornata pian piano stava perdendo inesorabilmente strada nei confronti dell’Inter, che aveva iniziato una cavalcata inarrestabile. Ricordo bene la tensione di quella partita, soprattutto per i milanisti, che nonostante la netta superiorità della squadra rossonera avevano la netta sensazione che l’Inter avrebbe vinto in quanto era più in forma.
Ma sono proprio queste le partite grazie alle quali Fabio Capello si è dimostrato il più grande allenatore del mondo. Don Fabio lascia fuori Savicevic e propone Papin (detto JPP) in attacco insieme a Gullit, confermando la difesa titolare ormai celebre in tutto il mondo (Tassotti-Baresi-Costacurta-Maldini).
L’Inter gioca meglio ma il risultato non si sblocca fino alla fine del primo tempo, quando Berti al minuto 44 raccoglie una punizione di Sosa e da pochi passi, di testa, infila la porta di Sebastiano Rossi.  Milanisti nel panico, il campionato sembra ufficialmente riaperto. Nel secondo tempo i rossoneri non riescono quasi mai a rendersi pericolosi, Papin delude e lascia il posto a Massaro, ma il risultato non cambia. All’83esimo, quando tutto sembrava perduto, arriva il gol-scudetto: lo firma Gullit, che con un perfetto diagonale non lascia scampo a Zenga e rimette a posto le cose.
Il risultato non cambierà più, e quel pareggio si dimostrerà poi decisivo per la conquista dello scudetto. Il Milan continuerà a perdere qualche punto (clamorosa la sconfitta contro la Juventus la settimana successiva), ma alla terz’ultima giornata arriverà un fondamentale pareggio a Cagliari che toglierà tutti i dubbi.

INTERNAZIONALE: Zenga, Bergomi, De Agostini, Berti, Paganin, Battistini, Orlando (55′ Taccola), Manicone, Schillaci, Shalimov, Sosa – All.: Bagnoli
MILAN: S. Rossi, Tassotti (27′ Nava), P. Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi II, Lentini I, Rijkaard, Papin (63′ Massaro), Gullit, Eranio – All.: Capello
Reti: 44′ Berti, 83′ Gullit
Arbitro: Pairetto

Destinazione Madrid – 5° puntata: La finalina

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Quinta puntata della rubrica, a conclusione della due giorni di semifinali. La finale è quella che tutti si aspettavano, Inter – Bayern Monaco, ovvero le due squadre più aiutate dalla UEFA in questa Champions League. Ma andiamo con ordine.

Lione – Bayern Monaco 0-3

Un’incredibile prova di forza del Bayern. 3-0 alla Gerland non è cosa di tutti i giorni, soprattutto senza il proprio giocatore simbolo. Non c’è mai stata partita, dal 1′ al 90′ si è giocato quasi sempre a una porta sola con Olic nel ruolo di mattatore della serata con 3 gol che gli garantiscono probabilmente il posto da titolare nella finale. Nient’altro da dire su questa partita. Il risultato parla da solo. 4 gol al Lione, la squadra che aveva eliminato il Real Madrid. Ma a Madrid ci vanno i Bavaresi.

Barcellona – Inter 1-0

La ‘partita del secolo’ si è rivelata una delle più brutte partite di calcio della storia. Parlare di calcio su questa partita vuol dire insultare chi l’ha inventato. In campo l’antisportività ce l’ha messa tutta l’Inter, perdendo tempo dal primo al novantesimo minuto e chiudendosi nel più vergognoso catenaccio che la storia del calcio ricordi, a coronamento la manata di Thiago Motta e l’entrata killer di Chivu su Messi, mentre Snejider simulava dall’altra parte del campo, così come Maicon che era a terra fuori ed è rientrato per accasciarsi nel terreno di gioco. Per il resto sembravano le nostre partite a San Siro contro la piccola di turno. Barcellona che doveva vendere cara la pelle completamente sottotono, senza corsa, senza inserimenti palla a terra, molto con il tiro dalla distanza. E’ stato un torello senza fine che avrebbe portato a due gol se non fosse che De Bleckeere decide di inventarsi un fallo di mano di Yaya Touré su braccio attaccato al corpo. Se l’anno scorso il Barça aveva defraudato il Chelsea di una semifinale, stavolta ad essere stati defraudati sono stati gli stessi catalani. Il lavoro sporco era già cominciato a San Siro una settimana fa. Il totale è 3-2. Ma solo uno di questi 5 gol è in fuorigioco, e nonostante i tentativi di mistificazione della realtà da parte di alcuni cronisti e giornali non è quello di oggi. E’ forse tornata la grande Inter delle pilloline dopanti (vedi giocatori di 38 anni che corrono come se ne avessero 20) e delle Mercedes ai direttori di gara?

Che finale ci aspetta il 21 Maggio? Probabilmente una delle più brutte della storia. Inter e Bayern sono due squadre che hanno poca costruzione di gioco e mirano soprattutto a distruggere l’altrui. Ci aspettavamo squadre che giocassero un calcio vero come Barcellona, Manchester United, Chelsea e Real Madrid. Ma a quanto pare la UEFA ha voluto diversamente. Chi sarà strafavorito dall’arbitro in finale? Se vince il Bayern vado all’Oktoberfest a piedi.

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DE-RUBADA!

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Ha vinto il non calcio.

Con che coraggio De Bleckeere non ha cacciato fuori Julio Cesar per ripetute perdite di tempo e ha annullato il gol regolarissimo del 2-0 lo sa solo lui.

Finale tra le due squadre più arbitralmente favorite del torneo. Livello da Europa League.

E’ inutile parlare di calcio. Quelli non lo capiscono, e visto come hanno giocato questa sera sarebbe solamente un insulto a chi lo ha inventato.

Tra triplete e remuntada

Segnali forti in arrivo da Barcellona, segnali che mi hanno sorpreso e incuriosito. Al Barça non è andata giù per niente la sconfitta nella semifinale di andata e per la partita di stasera hanno intenzioni più che battagliere.

Lo si era capito già da sabato, quando dopo aver liquidato lo Xerex, i giocatori blaugrana hanno indossato una maglietta piuttosto esplicita: “venderemo cara la pelle” c’era scritto. Da lì in poi è stato un crescendo di messaggi partiti in direzione Milano. Ha parlato Ibra, ha parlato Piquè che vuole che i giocatori dell’inter “odino per 90 minuti il loro mestiere” e che peraltro confida nella maggiore larghezza del Camp Nou, nel prato leggermente bagnato e nell’erba più bassa. Ok, i professionisti devono stare attenti a tutto, però la cosa mi ha strappato un sorriso.

Il pubblico del Camp Nou è stato chiamato a raccolta, tutto esaurito, 95.000 tifosi culè a spingere la squadra di Guardiola verso l’impresa della remontada. Entuasiasmo alle stelle, il pullman dei blaugrana arriverà allo stadio scortato da un seguito di macchine, moto e motorini.

Sono andato anche a farmi un giro su El Mundo Deportivo, quotidiano sportivo equivalente a ciò che Tuttosport rappresenta per la Juve (e visto come vanno le cose ultimamente, direi anche la Gazzetta per l’inter...). Non si parla d’altro ovviamente, è la “partida del año“, addirittura per alcuni la “partida del siglo”.

Piccola curiosità, sul El Mundo Deportivo si trova anche un sondaggio su quanti gol segnerà Messi, da zero a “más de cuatro”…e poi vi lamentate dei nostri, di sondaggi!

Grande entuasiasmo (e grande ottimismo) dunque dalle parti di Barcellona. Io ne ho un po’ meno, l’inter ha già dimostrato di essere una squadra letale in contropiede e la retroguardia di Mourinho è attrezzata in modo tale da poter essere in grado di resistere all’urto culè. Spero di no, ci mancherebbe altro.

Anche perchè se passano oggi, l’incubo triplete si avvicinerebbe sempre più. In quel caso non saprei veramente più di cosa parlare…non resta che confidare in Guardiola&co, tutta Barcellona (e almeno mezza Italia) è con voi!

Non mollare mai

https://i0.wp.com/www.sport.it/fnts/sport/immagini/350x350/terim.jpg?resize=209%2C209C’era una volta un Milan talmente brutto che è finito per due anni nella parte bassa della classifica. Un Milan che già i primi detrattori cominciavano a dare come vecchio e finito a guardare altri che lottavano per gli scudetti. Era il Milan, ad esempio, di Tabarez poi di Sacchi e Capello, versione minestre riscaldate. Era già anche il Milan di Weah ed era un Milan che non vinse nulla se non lo scudetto del 1999.

In quegli anni la tanto decantata zona Champions l’abbiamo raggiunta tre volte su sei: 1999, 2000 e 2002. Era un Milan che è stato profondamente cambiato e rifondato. Perché se a Maggio 2002 avessimo detto che il Milan lottava per la zona Champions per vincerla saremmo stati presi probabilmente per pazzi. Bastarono tre acquisti quell’estate a fare la differenza: Nesta, Seedorf e Rivaldo. E di questi ne abbiamo pagati solo due. Tre acquisti che trasformarono una squadra che non vinceva quasi nulla da sei anni nella squadra campione d’Europa in carica. E fino al 31 Agosto nessuno pensava che potessimo prendere Nesta. Troppo caro già all’epoca.  Per chi si ricordasse eravamo su Cannavaro, poi sbolognato all’ultimo ai cugini che scartarono quello che si è rivelato il miglior centrale al mondo.

E’ questo che la dirigenza forse ci sta togliendo, la capacità di sognare in grande. Abbiamo visto questa squadra risollevarsi da situazioni peggiori e non abbiamo mai mollato. Non facciamolo ora. Continuiamo a lottare per la Champions dell’anno prossimo. Come nel 2002.

Parlando di altro, come sempre, nei commenti seguiremo minuto per minuto la diretta odierna dell’udienza di Calciopoli.

25 milioni per un miracolo

Da quello che si legge il budget per la prossima campagna acquisti si aggirerà intorno ai 25 milioni di euro (si dice anche 20, ma facciamo gli ottimisti per una volta), che sono una miseria. Ci ho pensato parecchio, e mi sono fatto alcune domande:
1) Possibile usare questi soldi per fare una squadra competitiva per scudetto e champions? Impossibile.
2) Possibile usare questi soldi per ripetere almeno il campionato di quest’anno? Non impossibile, ma difficile.
3) Possibile usare questi soldi per ringiovanire la rosa e iniziare un progetto basato sui giovani? Fattibile.

PARTENZE ARRIVI
storari (33) Consigli (23)
dida (37) primavera (18)
roma (36) paloschi (20)
favalli (38) yepes (34)
oddo (34) bale (21)
kaladze (32) astori (23)
jankulowsky (33) nocerino (25)
inzaghi (37) joe cole (29)

Non si vince niente così, sia chiaro. Ma non abbiamo vinto nulla neanche in questi ultimi due anni, con l’aggravante che non abbiamo neanche investito nulla e abbiamo solo peggiorato la situazione rinnovando il contratto a mummie viventi.
Con una squadra farcita di ragazzi promettenti mi andrebbe anche bene non vincere. Sarei almeno contento di vedere una società impegnata a fare qualcosa per evitare di abissare totalmente, cosa che sta accadendo adesso.

Cosa ne pensate di questo progetto? Se non siete d’accordo non limitatevi a criticare, dite la vostra campagna acquisti ideale (ovviamente non sforando il budget di 25 milioni e considerando che Yepes è già stato preso).

In tempi tristi come questi, almeno giochiamo un po’. Tanto peggio di così…

Notizie dal Mondo – 5° puntata

https://i0.wp.com/www.calcioline.com/wp-content/uploads/2009/08/oddo.jpg?resize=236%2C155Oddo difensore centrale. A Palermo non ci credevano.

Zamparini: perdiamo 2-0. Poi smentisce: “non ho acquistato il Milan

Oddo centrale: ha fatto talmente cagare che Lippi sta pensando di proporlo ai mondiali.

Non disperiamo per il terzo posto. Casomai andasse male, all’ultima c’è sempre la Juventus.

In Francia scandalo prostitute. Quest anno i francesi si portano avanti, vanno già a puttane prima del mondiale.

Ma andiamo alla notizia della settimana, quello che è successo martedì a San Siro. Guardiola: “Il problema non è che abbiamo perso, né che abbiamo perso con l’Inter, né che abbiamo perso con 2 gol di scarto: è che abbiamo perso con lo stesso scarto della Juventus“.

Mercoledì gli arbitri UEFA erano in preda al panico: in caso di Finale tra Inter e Bayern non sapevano quale delle due squadre avrebbero dovuto favorire

In serata poi ci ha pensato Rosetti

Ma è stata anche la settimana della nube. Hanno riaperto gli aeroporti quando è stato trovato il modo per assorbire le polveri nell’aria: sul primo aereo che è andato a ripulire l’atmosfera c’erano a bordo Diego Armando Maradona, Francesco Flachi e Lapo Elkann.

Moggi: troverò le intercettazioni tra la nube e Facchetti.

Facchetti: chiamavo Bergamo perché così mi ricaricavano il telefono. Trovati 50.000.000 € di credito nel suo cellulare.

Moratti: non ho mai parlato con i designatori. La linea era sempre occupata da Facchetti.

Appuntamenti: domani sera nella sede centrale della Telecom, verrà inaugurato il busto in bronzo in onore di Paolo Bergamo

Pedofilia, secondo Radio Vaticana è coinvolto solo lo 0,03% dei sacerdoti. Per tutti gli altri era soltanto sesso.

Giovinco: dopo lo scandalo ho paura di dormire con Legrottaglie

Ma è stata anche la settimana della Sindone, stimata per un valore di 15 milioni di euro. Pensate quanto varrà l’originale.

Visto il successo della Sindone a Torino, da oggi ogni città ne avrà una tutta sua.

Mourinho sulla Sindone: “ridatemi il mio lenzuolo, me l’hanno scippato mentre lo stavo portando a lavare”

Mezza italia tifa Roma: Totti ha promesso che se vince lo Scudetto smette di fare spot

Tutta la serie B per i prossimi due anni su Sky. I tifosi della Juventus abbonati tirano un sospiro di sollievo.

Sospetti su chi andrà lo scudetto 2005/06: Abete e Albertini avvistati con dei Rolex al polso.

Polemiche arbitrali dopo Inter – Barcellona. Mourinho: “Il Barça voleva Ovrebo“. Ci è solo rimasto male, lui voleva ancora Stark.

Per smorzare le polemiche Mourinho ha annunciato: “Al ritorno arbitro io

I filosofi riscrivono le domande fondamentali della storia dell’umanità. Dopo “Chi siamo?”, “Dove andiamo?”, “Perchè esistiamo” si aggiunge “Ma come cazzo ha fatto una squadra con Oddo e Jankulovski a vincere una Champions League“?

Leonardo non vuole rischiare i giovani. Favalli: “Mi spiace, vista l’età media della rosa se questa è la linea rischio di dover restare in panchina

Inter vicina alla finale di Champions. I Maya: “Forse abbiamo sbagliato i calcoli di due anni

Indagine sulla prostituta francese che è andata con Ribery e Benzema. Si indaga sul suo numero di diottrie.

L’incapacità di rischiare

https://i0.wp.com/u.goal.com/95700/95703_news.jpg?resize=257%2C205Ci ha messo appena 13 minuti Jeffren Suarez a segnare il primo gol con la maglia del Barcellona. Già, perché Guardiola a differenza di Mr. 4 Pappine i giovani non li porta solamente in gita di piacere ma li porta per vincere la partita e li fa giocare.

Ha sbagliato tutto stasera Leonardo. A cominciare dalla formazione. Ha preferito non rischiare Albertazzi, per una certezza: quella che Oddo centrale questa sera avrebbe fatto ridere tutto lo stivale. In tutti e tre i gol subiti oggi c’è la sua, forte, responsabilità. Nel terzo però non è solo. Basti guardare la velocità di rientro di Gattuso e Seedorf, sono in vacanza e ormai di questa squadra a loro non importa più nulla.

E’ questo il vero cancro nella squadra. Bisogna liberarsi dei senatori, di Gattuso di Pirlo di Inzaghi e di Seedorf e possibilmente anche di Zambrotta e Oddo e trovare altri 9 giocatori ai livelli di Ronaldinho e Thiago Silva. Non inganni il gol dell’Olandese, come al solito tra i peggiori in campo. A lui va solo il merito di essersi fatto trovare all’ennesimo assist di Ronaldinho. Ma Seedorf non ha mai messo un pallone pericoloso in area. Avremmo segnato lo stesso a parti invertite tra i due? Probabilmente no, un pallone così Seedorf non l’avrebbe mai rischiato. Per costruire azioni pericolose da gol bisogna raggiungere la linea di fondocampo e crossare basso in mezzo. Cosa che puntualmente non facciamo mai se non con Ronaldinho e qualche volta con Antonini.

I giocatori preferiscono fare il compitino. Sapevamo che avremmo affrontato una squadra che avrebbe dato l’anima pur di raggiungere il quarto posto e siamo entrati con la testa già alla prossima stagione, con un terzo posto che ora è tutt’altro che scontato. Il problema sta nell’ossatura. Chi ha avuto una carriera dove ha vinto due o tre coppe dei campioni o un campionato del mondo non metterà mai la gamba per un terzo posto nel campionato italiano. Via i senatori, prima possibile. Cerchiamo di fare cassa, sempre se qualcuno ce li compra.

Per la cronaca siamo matematicamente fuori dalla lotta scudetto. Una giornata prima rispetto all’anno scorso.

Chiusura su Huntelaar: abbiamo bruciato un campione. Ora mancano tre partite, per essere padroni del nostro destino dobbiamo vincerne due. Nesta e Pato devono essere recuperati. Abbiamo bisogno di gente che ci metta la gamba. Questa non è la società delle fighette.

Dovere di firma

Diciamoci la verità: fosse per noi questo campionato sarebbe già finito da almeno un paio di giornate. Ora che abbiamo poco e nulla da chiedere rischiamo solo di esporci a figuracce.

Mi dà fastidio doverlo dire, ma l’obiettivo di stasera è proprio questo: evitare una serataccia. Il mio pessimismo è dettato da molti fattori. Il Palermo sta bene, il Palermo è in lotta per il quarto posto, il Palermo è imbattuto in casa (a proposito, tutto esaurito, se ci fossero dei dubbi). Dall’altro lato noi, stanchi, scarichi e decimati: oltre ai lungo-degenti Pato e Nesta oggi mancano Abate, Favalli, Bonera, Flamini, Ambrosini e Borriello (tralasciando Onyewu, Kaladze e Beckham). Oltre tutto questo al Barbera non si vince dal 2006, decideva Shevchenko.

Sconfitta annunciata, dunque? Sì, non ho grossi dubbi. Non mi aspetto da parte nostra nulla di così diverso dalla partita di domenica con la Samp, anzi sarei quasi pronto a firmare per perdere di misura dopo una partita tutto sommato accettabile. La vedo ancora più difficile oggi, non fosse altro per il fatto che abbiamo perso altri pezzi.

Per il terzo posto son tranquillo. Casomai inizierò a preoccuparmi da dopo la partita con la Fiorentina. E poi Palermo e Samp dovranno ancora incontrarsi. Un passo alla volta.

La formazione vedrà ancora Dida titolare (e lo sarà fino a fine stagione, diventando così il secondo portiere rossonero di sempre per presenze…). Oddo centrale (per la gioia di Miccoli&co.) accanto all’eroico Thiago Silva, Zambrotta e Antonini ai lati. Centrocampo old style con Gattuso, Pirlo e Seedorf (quello del 2003 per intenderci!) e tridente offensivo Mancini-Huntelaar-Ronaldinho.

In sintesi: si salvi chi può.

LE PROBABILI FORMAZIONI DELLE SQUADRE:

Serie A:  Palermo-Milan e Inter-Atalanta (SKY Sport, Mediaset Premium, Dahlia)PALERMO (4-3-1-2): 46 Sirigu , 16 Cassani , 24 Kjaer , 5 Bovo , 42 Balzaretti , 8 Migliaccio , 11 Liverani , 9 Nocerino , 6 Pastore , 10 Miccoli , 90 Hernandez (28 Benussi , 88 Blasi , 27 Calderoni , 89 Celutska , 14 Bertolo , 20 Budan , 7 Cavani) All. Rossi

Serie A: Palermo-Milan e Inter-Atalanta (SKY Sport,  Mediaset Premium, Dahlia)MILAN (4-2-1-3): 1 Dida , 15 Zambrotta , 33 Thiago Silva , 44 Oddo , 77 Antonini , 8 Gattuso , 21 Pirlo , 10 Seedorf , 30 Mancini , 11 Huntelaar , 80 Ronaldinho (12 Abbiati , 59 Albertazzi , 53 Romagnoli , 18 Jankulovski , 51 Strasser , 9 Inzaghi , 55 Novinic) All. Leonardo

L’ARBITRO E I PRECEDENTI CON LE DUE SQUADRE: arbitro Romeo di Verona. Ha finora diretto 40 gare di serie A in carriera e solo 4 volte ha vinto la squadra in trasferta. Palermo imbattuto ne 7 precedenti ufficiali con l’arbitro veneto: 3 successi e 4 pareggi, lo score. In stagione dirige per la quarta volta i siciliani che hanno sempre pareggiato 1-1 contro Bari, Catania e Sampdoria. Romeo dirige per la prima volta in gare ufficiali il Milan.

Storie di calcio: Stella Rossa – Milan, 1988

10 novembre 1988, ritorno degli ottavi di finale di Coppa Campioni. Milan e Stella Rossa si giocano il passaggio del turno a Belgrado, con gli yugoslavi leggermente favoriti dal risultato dell’andata, visto che avevano strappato un prezioso uno a uno fuori casa. Era un periodo strano da quelle parti, il delicato equilibrio della grande Yugoslavia stava scricchiolando e lo si capiva in modo evidente, anche se non si diceva. Da lì a qualche anno inizierà una guerra tremenda che porterà poi al disfacimento della stessa Yugoslavia e alla nascita di tanti Stati indipendenti, così come li conosciamo oggi.

Il giorno prima si era provato a giocare, ma la nebbia aveva causato a circa metà del secondo tempo la sospensione della gara, sul risultato di uno a zero per la Stella Rossa. La partita si rigiocò il giorno successivo, ma le regole di allora imponevano la ripetizione integrale della gara, dal primo all’ultimo minuto.

Si gioca quindi di pomeriggio. Sacchi a sorpresa lascia fuori Gullit e lancia il giovane Mannari (noto “Lupetto”), che si rende subito pericoloso dopo pochi minuti. Proprio da una sua azione nasce infatti una delle più grandi ingiustizie sportive degli ultimi 20 anni: dopo un batti e ribatti nell’area della Stella Rossa il difensore Vasiljevic calcia male il pallone a pochi passi dalla porta, e la palla varca la linea di almeno un metro. I giocatori avversari rimettono la palla in campo e continuano a giocare come se niente fosse, con il conseguente sgomento di tutto lo stadio. Per l’arbitro non è gol, ma la cosa più incredibile è che gli stessi giocatori milanisti proseguono come se non fosse accaduto nulla.
Il vantaggio dei rossoneri arriva al 34′ con Van Basten, ma ci penserà il fantasista Stojkovic (che vedremo a Verona qualche anno dopo) a riequilibrare il punteggio. Il risultato non cambierà più, ci vorranno i rigori per stabilire chi passerà il turno: Giovanni Galli ne para due, ed è Rijkaard, il più grande centrocampista del mondo, a segnare il penalty che dà la vittoria al Milan. Decisivo per gli avversari l’errore di quello che era considerato a livello internazionale il più grande giovane talento di quel periodo: Dejan Savicevic.

Stella Rossa: Stojanovic, Najdoski, Vasilljevic, Sabanadzovic, Radovanovic, Juric, Ivanovic, Savicevic, Bursac (51′ Mrkela), Stojkovic, Djurovic (73′ Prosinecki). All.: Stankovic

Milan: G. Galli, Tassotti, P. Maldini, Rijkaard, Costacurta, Baresi II, Donadoni (45′ Gullit), An. Colombo, Van Basten, Evani, Mannari (115′ Cappellini). All.: Sacchi

Marcatori: 34′ Van Basten, 38′ Stojkovic

Arbitro: Pauly

Destinazione Madrid – 4° Puntata: c’era una volta la Champions League

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Quarta puntata della nostra rubrica sulla Champions, con l’andata delle semifinali. Semifinali che la UEFA avrebbe dovuto, a ragion veduta, rinviare di una settimana visto che le squadre che si sono trovate in trasferta hanno dovuto fare 900 chilometri di autobus ognuna, favorendo così in maniera spropositata le due squadre di casa, Inter e Bayern monaco, guarda caso le due già strafavorite dal settore arbitrale in questa Champions League. Ma andiamo con ordine.

Inter – Barcellona 3-1

Si scrive 3-1 ma si legge 2-2. Il Barcellona nonostante il viaggio in pullman e un momento non al top della forma poteva non vincere questa partita solamente a causa dei torti arbitrali. E così è stato. Al di là del fatto che il Barça ha comunque giocato meglio dell’Inter questa partita e ha avuto un po’ di sfortuna sottoporta, resta l’amaro in bocca per quel giallo sventolato davanti a Puyol per un intervento leggero (casualmente il capitano del Barça era diffidato), per quel rigore netto negato a Daniel Alves diventato addirittura simulazione, fino al gol dell’Inter in fuorigioco (ma d’altronde era già successo a Kiew, no?). Insomma un favore dopo l’altro stanno portando in finale una squadra che doveva essere eliminata già nel girone. Il vero vuoto normativo dell’UEFA è tutto qui. C’era una volta una competizione dove in fondo arrivavano le due squadre migliori, non le più aiutate. Dove sono Real Madrid , Chelsea e Manchester United? Già il Chelsea… e pensare che Mourinho nel dopo gara ha pure avuto il coraggio di dire che il Barça avrebbe preferito arbitrasse Ovrebo. Lui invece, visto com’è andata col Chelsea, avrebbe preferito Stark… Ora sono 50%-50% per la qualificazione. Per i marziani, quelli veri e non quelli pompati dal giornaletto rosa, un 2-0 al Camp Nou è la normalità.

Bayern Monaco – Lione 1-0

Era conosciuta semplicemente come l’altra semifinale e così è stato. Partita noiosa. Prova a movimentarla Rosetti con un rosso diretto su Ribery, a mio parere esagerato, che rischia di rovinare l’intero doppio confronto (e in caso di squalifica per due giornate, anche la finale). Bayern che in 11 contro 11 aveva costruito molto e sprecato altrettanto. Dopodiché la gara sembra scivolare verso uno 0-0 che porterebbe a decidere tutto a Lione. Se non fosse che anche il Lione rimane in 10 (doppio giallo a Toulalan) e che il giocatore preferito dal nostro Bitcha, all’anagrafe Arjen Robben si inventa un altro tiro dei suoi e la mette in porta. Sono 20 gol in stagione. E se pensiamo che per vincere la Champions League il Real ha scartato Robben e Snejder, non lamentiamoci di come fa il mercato Galliani.
Certo, se stasera ci fossero state Real Madrid e Manchester United contro sarebbe stata magari tutta un’altra partita. Ma per ora accontentiamoci semplicemente dell’altra semifinale.

Chiudo con due righe sull’ennesimo caso Balotelli. Il ragazzo, ovviamente spinto dal potere mediatico del Milan e di Striscia la notizia per destabilizzare l’ambiente nerazzurro (lo sapete che in curva nord gira fumo pesante, no?) si è finalmente ribellato al popolo dei lanciamotorini che l’ha criticato e osannato solo quando segnava. Ha capito di che pasta sono fatti. Forse è la volta buona che l’Italia se lo leva dalle scatole, e sappiamo tutti che se lascerà l’Inter finalmente i giornali smetteranno di pomparlo come il fuoriclasse che non è mai stato.

Le occasioni del rimpianto

Premetto: sono assolutamente soddisfatto di quanto la squadra ha fatto finora, considero la stagione positiva senza ombra di dubbio, l’obiettivo della qualificazione diretta alla Champions è lì e non credo che ci sfuggirà (ma se sfuggirà non sposterà di una virgola il mio giudizio sulla nostra stagione) e inoltre non dimentico che tra ottobre e gennaio abbiamo visto spesso un calcio divertente, non dimentico che siamo andati a vincere al Bernabeu. Non dimentico le cose buone.

Abbiamo fatto ciò che era nelle nostre possibilità, forse qualcosa in più, tuttavia a riguardare il cammino in campionato rimangono piccoli rimpianti per alcune partite, per alcuni punti persi che avrebbero potuto tranquillamente essere nostri. Eccole queste partite:

NAPOLI-MILAN 2-2: smettiamo di giocare dopo 10′. Puntiamo a gestire il doppio vantaggio, ma soprattutto nel secondo tempo lo facciamo malissimo. Tuttavia a pochi minuti dal termine il vantaggio resiste. Crolliamo nel finale, il gol di Cigarini è il preludio al pareggio di Denis nei secondi finali. Con più calma e possesso palla…

MILAN-LIVORNO 1-1: la partita dopo il derby. L’occasione perfetta per rialzarsi contro quella che è la squadra più scarsa del campionato. Atteggiamento morbido, ma nonostante questo arriva il vantaggio di Ambrosini. Da lì ci rilassiamo, Lucarelli punisce e il risultato non si schioda dal pareggio. Regaliamo un punto ai peggiori del campionato.

BOLOGNA-MILAN 0-0: la settimana successiva. Partita simile a quella col Livorno, ci manca grinta, siamo troppo molli. Si segnalano un paio di occasioni nel secondo tempo e nulla più. Il letargo post-derby continua.

MILAN-NAPOLI 1-1: l’occasione per il sorpasso. A San Siro si vedono finalmente tanti tifosi. L’attesa è delusa, il Napoli ci schiaccia, la squadra non sembra credere all’opportunità che ha e Pato ha l’ennesima ricaduta. Siamo scarichi mentalmente, in certe partite “il campo te lo devi mangiare”...

PARMA-MILAN 1-0: contro un Parma che ha poco da chiedere al campionato. Giocano meglio, noi non creiamo un’occasione decente. Il gioco è lento, Seedorf e Ronaldinho dormono. Negli ultimi minuti gol di Bojinov con la compiacenza della difesa, rosso a Pirlo e giallo al diffidato Ronaldinho.

MILAN-LAZIO 1-1: giocata dopo la sconfitta a Roma dell’inter. Anche questa volta conoscere il risultato non serve. La squadra gioca a ritmi bassi, sembra non crederci nemmeno. Le tante assenze sono una parziale giustificazione, così come un secondo tempo generoso ma inconcludente.

MILAN-CATANIA 2-2: non vale più per lo scudetto, ma conta per mettere al sicuro il terzo posto in attesa di gare difficili. Ebbene, al 45′ siamo sotto di due. Altro primo tempo regalato, una costante in questo finale di stagione. Agguantiamo un punto di cui ce ne facciamo poco.

Post-metto: ho volutamente tralasciato le partite della prima parte di stagione, quando non eravamo ancora una squadra e ho tralasciato il derby di ritorno. Erano superiori, c’è poco da fare.

Concludo: vincendo anche solo una di queste partite il terzo posto sarebbe un capitolo chiuso. E qualcuno potrebbe ancora sognare un happy ending per la lotta scudetto. L’unica cosa che rimprovero alla squadra è di averci messo poco entusiasmo, di averci creduto poco in alcune partite. A volte dove non arrivano le gambe, può arrivare il cuore.

DenisCigarini

Dopo il Chelsea… Tronchetti colpisce ancora!

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Gol di Milito in fuorigioco

Rigore non dato su Daniel Alves con conseguente espulsione di Snejider

Ammonizione regalata a Puyol diffidato

Dopo i quattro rigori non dati nelle due partite col Chelsea abbiamo capito la squadra designata dalla UEFA per vincere questa coppa.

Oggi è morto il calcio.

VERGOGNA

Milano, purgatorio

Vi sembra giusto, vi sembra normale
Che in questa storia, alquanto bestiale,
Tanti tifosi, pronti a far festa,
che avevano già perduto la testa
per un campionato, per una occasione,
che si è dimostrata una mera illusione,
con il viso sceso giù
non riescano a fare i supporters più?
Non sento però di poterli biasimare,
né vorrei loro quattro cantare.
Ma vorrei farlo a quelle persone,
che per il Milan non hanno passione,
che dalla squadra più forte del mondo
un’accozzaglia che giracchia intorno
han ricavato: manca la voglia
e manca quello che matasse sbroglia.
Manca un mediano, central di paese
Ed un terzin che soddisfi le attese.
L’uomo veloce, l’uomo che quadra
Son quello che manca a questa squadra.
Però, parlando con serietà
Quel che deficie è la società.
Mancan gli acquisti oramai da anni,
e quelli fatti sol portano danni.
Da Mancini ad un ghanese ignoto,
a gente più fragile di un fiore di loto.
L’allenatore fa il suo lavoro,
per mantenerlo daremmo dell’oro
ma il gran problema è che il brasiliano
verrà cacciato via da Milano
e al posto suo verrà un viareggino,
ma andrebbe persino meglio un bambino.
Il calciomercato si sta approcciando,
ogni compagine si sta attrezzando
tranne la squadra che noi tutti amiamo,
dove c’è l’aria dello sbaracchiamo.
È vero, nessuno lassù ci vuol bene,
anzi, qualcuno ci vuol dare pene,
ma se qualcuno assennato sarà,
lesto nel Milan reinvestirà:
siamo una squadra dal grande blasone
non ci meritiamo qualche caprone
né l’ultimo scarto di colombiano
né uno sconosciuto, un qualunque cristiano*.
In caso il concetto chiaro non fosse
fatemi fare un colpo di tosse
La dirigenza, col saio di juta,
faccia sì che la società venga venduta!
Forse con me non sarete d’accordo
Ma non culliamoci nel ricordo.
bari2020, dedicato alla memoria di un qualcosa che non c’è più.
*barese crestiane=”persona”