Storie di Calcio: Manchester United – Bayern Monaco 2-1 (1999)

Dato che prendo in gestione la rubrica storica, ne approfitterò per ampliarla come l’avevo concepita in origine, (altrimenti l’avrei chiamata Storie di Milan) considerando altre partite che hanno fatto la storia del calcio.

26 Maggio 1999, il Milan di Zaccheroni ha appena conquistato il suo 16° Scudetto e il Camp Nou si avvia per ospitare l’atto conclusivo della stagione: la finale della coppa dei Campioni. Si affrontano Manchester United e Bayern Monaco che già si erano affrontate nella fase a gironi con un doppio pareggio che aveva qualificato entrambe, con i Bavaresi davanti ai Red Devils. Lo United arriva in finale eliminando prima l’Inter (esonero di Simon per Lucescu in corso della stagione) poi la Juventus (con Ancelotti che riesce a buttare via lo 0-2 di Torino). Il Bayern arriva invece da un percorso molto più agevole con Dinamo Kiew (0-0 a Monaco, e 3-3 a Kiew, con rimonta da 3-1 con doppietta di Shevchenko) e Kaiserlsautern.

Nonostante le assenze di Paul Scholes e Roy Keane, squalificati, i pronostici della vigilia sono tutti a favore degli inglesi, che, non vincono la massima competizione europea dal 1968. Ma la sorpresa arriva dopo 5′, quando una deviazione della barriera su un calcio di punizione battuto da Basler coglie impreparato Schmeichel e porta in vantaggio gli uomini di Hitzfeld. L’azione più pericolosa dello United si ha con un giovane Ryan Giggs, ala sinistra, che tira a poco dal palo di Kahn.

Stessa azione, stessa porta, nel secondo tempo con un tiro di Jancker anch’esso sul fondo. Lo United prova a fare il forcing decisivo per pareggiare la gara nei primi 15 minuti della ripresa, ma ottiene solo uno sterile possesso. E’ ancora Basler a rendersi pericoloso per il Manchester United. Arriva quindi il primo cambio: fuori Blonqvist e dentro Teddy Sheringham. Risponde immediatamente Hitzfeld con Scholl che sostituirà Zickler. Scholl colpisce immediatamente un palo, con la difesa dello United quasi completamente in bambola. Ferguson si gioca il tutto per tutto mettendo dentro Solskjaer ma la situazione sembra non sbloccarsi. Ma il copione sembra non cambiare, per il Bayern arriva anche il secondo legno con Jancker che insacca sulla traversa. Sembra un copione già scritto con l’ultimo cambio, quello di Mario Basler, che fa prendere all’autore del gol partita l’applauso di tutta la parte Bavarese del Camp Nou proprio in prossimità della ripresa, eppure….

Collina assegna tre minuti di recupero. 90:36, forse una delle azioni più confuse di tutta la gara eppure è quella che pareggia la partita. Beckham crossa un calcio d’angolo per lo United su Schmeichel, salito in area per colpire nei minuti finali. Il portierone non riesce però a insaccare ma spizza per York, che prova a sua volta a buttare indietro la palla. Palla che finisce però nei piedi di Fink che non riesce a spazzare bene, mandandola sui piedi di Ryan Giggs. Tiro deviato in porta da Sheringham e, tra lo stupore di tutti, al Camp Nou è parità.

Qualsiasi altra squadra si sarebbe forse accontentata a questo punto di giocarsela ai supplementari, non lo United che a questo punto crede nel colpo grosso. Novantaduesimo in corso, rilancio lungo della difesa da calcio d’inizio del Bayern che viene controllato da Solksjaer. Ancora angolo, questa volta corto. Devia ancora Sheringham ma a insaccare il 2-1 che porta lo United sul tetto d’Europa è Ole Gunnar Solskjaer. Due cambi, due gol. Collina è costretto a far alzare i giocatori del Bayern, affranti a terra perchè si giocano ancora 30 secondi. Pleonastici.

Lo United entra nella storia con un trebble, secondo solo a quello del PSV 1988. Divent anche la prima squadra a vincere la Champions League non avendo vinto il campionato l’anno precedente. Come accadrà l’anno dopo, ad Euro 2000, sulla coppa c’erano già i nastrini del Bayern Monaco. Johansson, il presidente UEFA, che nel frattempo aveva già abbandonato la tribuna per andare verso il campo con la coppa si trova di fronte ad uno spettacolo inaspettato. “Non ci posso credere” – dichiarerà – “i vincitori stanno piangendo e i perdenti stanno ballando”. Ferguson, che dopo questa partita sarà nominato Sir invece descriverà il calcio come un sanguinoso inferno. E all’inferno, si sà, vincono i diavoli.

httpvhd://www.youtube.com/watch?v=yRz7OvVRym0

Bayern Monaco (1-4-2-3): Kahn; Matthaus (80′ Fink); Babbel, Linke, Kuffour, Tarnat; Effenberg, Jeremies; Basler (90′ Salihamidzic), Jancker, Zickler (71′ Scholl).

Manchester United (4-4-2): Schmeichel; Neville, Stam, Johnsen, Irwin; Giggs, Butt, Beckham, Blomqvist (67′ Sheringham); Cole (81′ Solskjaer), Yorke.

È meglio una delusione vera di una gioia finta

Un simbolo di onestà, correttezza, sportività e - soprattutto - igiene orale

Questo verso di Neffa del 2006 mi ricorda ogni volta la “gioia finta” che fu un po’ il momento topico di quella calda, strana estate: gli interisti che, dopo decenni di letargo, scesero in piazza e strombazzarono in assordanti caroselli nelle città orfane dei villeggianti, non già per la vittoria di una Supercoppa [in modo da permettere loro di definirsi “supercampioni d’Italia” grazie ad una partita ad inizio stagione] o per uno sfavillante Trofeo Birra Moretti, ma per uno scudetto. Il quattordicesimo, dopo diciassette lunghi anni di attesa, con la parentesi di un godutissimo 5 maggio. Da lì sono cominciati anni duri, fatti di aiutini qua e là, scudetti sull’arrivo dei quali già mi dilungai in un post di un po’ di tempo fa.

Ma ora, dopo un Mourinho il cui ciclo ha avuto effetti più nefasti che buoni (e forse si capisce perché il suo dogma sia “mai più di due anni in uno stesso posto”: al terzo crollano fisicamente), sembra finita un’epoca. Dall’allenatore “campione di tutto”, si è passati a Benitez, a Leonardo, a Gasperini (Gasperini! Comico per chi criticava la scelta di Allegri!). Da “una delle rose più forti del mondo”, si è passati ai mal di pancia di Eto’o e Sneijder, alla ventilata ipotesi di uno scambio tra Maicon e Gago.

Eppure qualcosa resta: grazie a quel cartoncino incollato con l’UHU stic (sì, Google AdSense ci dovrebbe pagare anche per queste cose), possono ancora fregiarsi del titolo di portatori del vessillo dell’onestà, di unica squadra pulita in un sistema più marcio degli intrighi alla corte di Amleto, di povera, tenera vittima sacrificale, di Ifigenia pronta ad essere sgozzata in nome della forza maggiore prima che Palazzi, come una novella Artemide, la sostituisse con il cervo delle penalizzazioni elevandola agli altari delle vittorie dai quali tanto era rimasta lontana, poverina. Con giocatori del calibro di Gresko, Adani e Ümit, in un sistema giusto, avrebbero dominato la scena arrivando in poco tempo alla seconda stella!

Ma sì, hanno ragione, sono loro gli onesti. Talmente onesti che, se per un errore di un dirigente dell’altra squadra vincessero una comproprietà alle buste, rimedierebbero subito all’errore restituendo il giocatore. Talmente onesti che preferirebbero di gran lunga essere assolti da eventuali accuse, piuttosto che subire l’onta di una prescrizione, e che, soprattutto, nel caso essa avvenisse, la considererebbero una grande vergogna e non qualcosa di cui vantarsi o da spacciare come un’assoluzione sui giornali (anche se si sa, nel giornalismo italiano il Tg1 ha sempre fatto scuola).

E soprattutto, li ammiro tanto nella loro onestà e nel loro stile, ancora più rinomato di quello tanto invocato dalla Juve degli Agnelli, e sono proprio sicuro che, nel remoto caso che, in un giorno, un minimo episodio oscuro sfiorasse l’Inter, la reazione della dirigenza, e soprattutto di un uomo così distinto come il presidente Moratti sarebbe assolutamente composta e collaborativa con le autorità.

E, sempre nel loro invidiabile stile, se in un remotissimo caso – questo è un periodo ipotetico dell’irrealtà – quello scudetto di cui parlavo prima venisse annullato dalla giustizia sportiva, di sicuro questa decisione verrebbe accettata con la massima sportività, soprattutto da quel grand’uomo di Moratti, che mai potrebbe nemmeno minimamente pensare di piangere, lamentarsi, criticare e, soprattutto, mollare tutto nelle mani del figlio. È uno scenario praticamente impossibile, se ci pensate.

Un rossonero da raccontare.. Gunnar Nordahl

Gunnar Nordahl

Questa settimana è arrivato il turno di riscoprire un calciatore il cui nome precede la sua fama: Gunnar Nordahl. Un pezzo di storia del Milan e del nostro calcio, un calciatore simbolo di un’epoca. Se fossero esistiti Pallone d’Oro e Scarpa d’Oro ai suoi tempi, di sicuro li avrebbe vinti entrambi, e non una volta sola.

ARRIVO A MILANO – In duemila attesero lo sbarco dello svedese alla stazione di Milano. Non si era abituati alle folle e agli entusiasmi di oggi. A scortare il neo-acquisto del Milan solo due agenti. La folla, talmente euforica, travolse quasi ogni cosa, con diverse vetrate in frantumi alla stazione centrale di Milano. L’esordio, contro la Pro Patria, finì 3-2 per il Milan. Applaudirono anche i tifosi rimasti fuori dallo stadio, costretti, pur avendo il biglietto, a non assistere all’evento. Le gradinate erano talmente gremite che cigolavano e sarebbe stato davvero un pericolo per l’incolumità di tutti far affluire altri tifosi.

UN ALTRO PIANETA – Dove passava Nordahl, non cresceva più l’erba. Pompierone, Ciccia, Carro-armato, Bisonte, lo hanno soprannominato, non certo per denigrarlo. La verità è che quando partiva palla al piede, travolgeva tutti e andava dritto verso la porta, quasi sempre andando a segno. Impossibile paragonarlo ad altri calciatori esistenti. L’unico paragone irreale è con Mark Lenders, quello di Holly e Benji, fantascienza pura. Il 5 febbraio del 1950 il Milan umilia la Juventus 7-1. Il Gre-No-Li è inarrestabile. Perfino Carlo Parola perde le staffe e si fa espellere per una brutta entrata su Nordahl. A fine gara andrà negli spogliatoi a scusarsi. Davvero un calcio di altri tempi.

Lo svedese mentre travolge un avversario

L’UOMO DEI RECORD – Secondo marcatore di sempre del nostro campionato di calcio, è stato il primatista assoluto di gol in una sola stagione di Serie A (35), 5 volte capocannoniere della massima serie italiana. Col Milan ha vinto 2 scudetti, 2 coppe Latine. Vinse anche 4 scudetti svedesi, una coppa di Svezia, e vinse l’Oro olimpico a Londra nel 1948. Col Milan in campionato 210 gol in 257 presenze, e un totale complessivo di 268 presenze e 221 reti.

INCIDENTE DIPLOMATICO – In pochi si ricordano che la Juve provò a “rapire” Nordahl al Milan. Sul treno per Milano, alcuni emissari bianconeri convinsero lo svedese a firmare per la vecchia signora. Gunnar venne dirottato da Ginevra a Torino. Baruffa tra dirigenze, a risolverla l’avvocato Agnelli, che girò l’opzione su Nordahl al Milan e rimise le cose al suo posto.

CIAO GUNNAR – Il Nordahl pensionato è stato uomo attivo e polivalente. Allenatore capace, tornò spesso nel nostro paese a salutare vecchi amici. Organizzò diversi stage da allenatore, segnalò diversi giovani calciatori, e infine si ricicla a Tour Operator. Morì ad Alghero per infarto nel 1995. Ciao Gunnar.

Notizie dal Mondo – 13° Puntata

Palazzi ben deciso a revocare lo scudetto 2006 all'Inter

River Retrocesso in B per la prima volta dopo 110 anni. Ho già cerchiato il 2018 in rosso sul calendario.

Scudetto di cartone a rischio. Ma quanto è bello sorpassare perchè l’altro mette la retromarcia?

Moratti: “non c’entro nulla con Calciopoli”. “E non ho mai ingaggiato Quaresma e Recoba

Comproprietà: il Parma acquista l’altra metà di Giovinco. Gli 80 cm più cari della storia.

La serie A parte il 27 Agosto. 5 turni infrasettimanali: La Juventus di recente non aveva mai giocato così tanto il mercoledì.

La Gazzetta continua a disinformare. Hanno persino chiamato il nostro Michele “giornalista”.

Kakà pronto a tornare al Milan. A un euro a puntata.

Tour de France: annullata la cronosquadre di domenica. La domenica, infatti, le farmacie sono chiuse.

Milan, brutte notizie per El Sharaawy: alla maturità ha copiato da Cassano.

– Precisiamo per la Bocassini e per i deputati del PDL: El Sharaawy non è il nipote di Mubarak

Il Milan su Danilo. Ma Gallinari non conferma.

Materazzi lascia l’Inter. I giocatori italiani ne sentiranno la mancanza. Soprattutto le loro caviglie

– Grazie Matrix, quell’intervento nel derby d’andata è stato indimenticabile

Ma non dimentichiamo anche quello di ritorno. Grazie di tutto LEO.

httpvhd://www.youtube.com/watch?v=TbK9ax-yAwY

Glielo revocano?

Due archeologi alla ricerca dei resti degli juventini

Milan che in calciopoli l’ha sfangata decisamente alla grande, Narducci infiltrato di Berlusconi in procura, scudetto 2010/11 da restituire viziato da errori arbitrali, ricordi di Istanbul del 2005 e della serie B fino alla grande cazzata di Berlusconi che senza il Milan in Champions non avrebbe rinnovato i diritti TV. No, non stiamo parlando di Bausciacafè, bensì degli originali. I gobbi sono vivi, incredibile ma vero li ho ritrovati dai meandri dove erano spariti con le prime sentenze di calciopoli. Ho spulciato stamattina questo link, che mi ha girato LPF80 dove ho ritrovato la doppia copia di un nostro articolo. Mi sono fatto quattro risate leggendo i commenti ad esso e ho ritrovato e ricordato tutti i motivi per cui odiavo i gobbi. Ecco quelli originali: sfacciati, arroganti, rancorosi. Quelli che ti derubavano e pretendevano anche di avere meriti nelle loro vittorie. Quelli che mi hanno fatto godere come mai nella mia vita quella sera del 28 maggio 2003. Loro sono i “bauscia” originali. Gli interisti fino a quell’anno erano quasi innocui e mossi da senso di pietà. Ora sono diventati le brutte copie dei gobbi.

https://i0.wp.com/files.splinder.com/cd0175763422060b97759e5d4ed7ad2b.jpeg?resize=364%2C235

Senza vergogna. Presto giustizia?

Negare infatti che la Juventus in calciopoli fosse l’artefice di tutto è una cosa assolutamente priva di buon senso e di ogni logica. Quelle partite e quei furti in un campionato dove non potevi passare mai davanti ce li ricordiamo tutti. Quei due 0-0 a forza di fuorigioco a Torino con Bertini e De Santis arbitri, quel furto a San Siro l’8 Maggio 2005 non ce lo siamo ancora dimenticato. Ma, come ha già affermato Narducci, la fortuna della Juve è stata quella di alterare anche i risultati di squadre terze. Che si sono difese illecitamente o meno, ma comunque su un piano di illecito inferiore rispetto a quello propinato dai gobbi. Si può discutere in calciopoli sulle posizioni di Milan, Inter, Lazio e Fiorentina. Ma non su quella della Juventus. E non è questione di faziosità, ma di logica e buon senso.

Perchè tutto questo? Perchè domani, 28 Giugno, Palazzi pare che consegnerà in consiglio federale anche la relazione sulle nuove intercettazioni. Chiariamoci subito: niente speranze. L’inter in ogni caso l’ha fatta franca e non rischia più nulla. Cosa può accadere? Una sola cosa: la decisione sullo scudetto 2006 assegnato all’inter per “i valori di onestà, correttezza e lealtà sportiva“. Abete è stato chiaro su questo (l’etica non va mai in prescrizione) e a sentire persino il giornale di casa, “la Gazzetta dello Sport” il rischio di una revoca pare alto. Una revoca che, se accompagnata all’archiviazione per prescrizione invece che con l’archiviazione semplice, darebbe la certezza di quanto detto sopra (l’Inter l’ha fatta franca) e delle parole di Narducci. Con la differenza che l’AC Milan sarebbe stato danneggiato due volte: prima sul campo e poi nei tribunali.

Se infatti dal punto di vista della giustizia cambia poco, dal punto di vista della morale una eventuale revoca avrebbe un effetto altissimo: prima di tutto la fine della nomea di ‘onesti’. In secondo luogo gli interisti sarebbero costretti ad accettare i trofei successivi come grazia ricevuta, dato che senza calciopoli e la tranquillità nel mercato derivata da essa probabilmente mai li avrebbero vinti. In terzo luogo l’incapacità di una dirigenza incapace di mantenere un enorme vantaggio acquisito illecitamente: è bastato che il Milan volesse vincere in italia ed il gap è stato azzerato. Aspetterò con calma l’eventuale copertina della rosea il giorno dopo.

Già perché a Santa Maria Ligure, alla festa dell’Inter campione del mondo (sull’incoerenza di vantarsi di un titolo vinto da un allenatore silurato abbiamo già parlato anche troppo, ma lasciateli fare: è la sindrome della sfigata) era presente anche il presidente di RCS Sport, Flavio Biondi che ci ha regalato questa perla di rara saggezza: “L’Inter è un’azienda che abbiamo voluto fortemente nel nostro portafoglio. In RCS nasciamo interisti e per noi era un’ambizione avere l’Inter tra i nostri partner sia dal punto di vista umano, sia da quello della passione. Siamo sempre stati convinti di questa scelta e non vogliamo cercare altri club. Vogliamo pochi partner ma di grandissimo valore“. Al signor Biondi mi sento di dire che RCS nascerà anche interista, ma la Gazzetta dello Sport no. Per favore, se avete un po’ di ritegno, non infangate la storia di questo giornale e fatevi il vostro tuttointer. Da calciopoli in poi il tifoso Milanista se ne è fatto una ragione e ha scelto di informarsi tramite il blog. Ci vediamo a Pechino, signor Biondi.

Per non sembrare faziosi comunque continuiamo a riportare sempre le prove: ecco le copertine della gazzetta dello sport negli ultimi 26 giorni. La squadra Campione d’Italia non compare da metà copertina del 1° giugno. Non sappiamo se al momento della scrittura del post (sera del 26) hanno per caso intenzione di metterla Lunedì 27 giugno, ma scommetto una pizza sul no. Ecco qui, nella fine del post, la rassegna delle copertine:

Continua a leggere

La scheda: Taye Taiwo

Nome: Taye
Cognome: Taiwo
Data di Nascita: 16 Aprile 1985
Nazionalità: Nigeriana
Ruolo: Terzino sinistro
Pregi: Tiro Potente, Velocità, Resistenza, Forza fisica.
Difetti: Disciplina Tattica, colpo di testa.

In questi ultimi due anni, Taye Taiwo si è guadagnato una fama crescente. Dotato di un sinistro micidiale, anche se non ai livelli del miglior Roberto Carlos, è in grado di sprigionare una potenza inaudita nei tiri e nei calci piazzati dalla distanza. Sicuramente un’altra freccia all’arco delle possibilità del Milan. Fisico possente, ha una muscolatura imponente, nei suoi 183 cm di altezza per 77kg, fondamentale per un giocatore solido in difesa come lui, sicuramente un valore aggiunto per la retroguardia del Milan, che si ritrova adesso due ottimi terzini, insieme ad Abate, giovani, veloci e con la testa sulle spalle. Taiwo è quello che si definisce una macchina affidabile e performante allo stesso tempo. Velocità e resistenza sono delle doti non comuni; il nigeriano, fino a questo momento, visti i valori in campo in serie A, potrebbe guadagnarsi la prossima stagione il titolo di miglior terzino sinistro del campionato, previa altri acquisti di pari valore delle altre squadre. Ovviamente tutto ciò che è sulla carta deve essere comprovato dalle prestazioni del campo.

Nessun giocatore è perfetto. Taiwo è sicuramente un ottimo marcatore, che sovente si spinge in avanti per essere pericoloso. Tra la fase offensiva e quella difensiva, gli preferiamo quest’ultima. Taiwo ha qualcosa in meno in attacco rispetto alla difesa, non proprio un difetto, infatti le prestazioni del giocatore hanno dimostrato il contrario. A questa piccola lacuna, sopperisce la sua grande potenza nel tiro. Non è certamente dei migliori nel colpo di testa, altro difetto, che però non è così grave. Tra le sue mancanze più sponsorizzate è la sua disciplina tattica. Nei primi tempi in cui Taiwo si è avvicinato al calcio europeo, è stato subito chiaro quanto fosse acerbo dal punto di vista tattico. Per come è conformato il calcio africano, la tattica è il primo difetto di ogni calciatore proveniente dal continente nero. Nonostante questo, il neo-acquisto del Milan ha dimostrato grandi passi avanti e si è disciplinato tatticamente. Siamo sicuri che con Allegri potrà portare a compimento il suo percorso formativo, esplodendo definitivamente.

È stata un’operazione brillante da parte del Milan, quella che ha portato all’acquisto di Taye Taiwo. Si era parlato anche di Cissokho, valutato 15 milioni di Euro. Ma il Milan ha bruciato tutti e si è accaparrato il nigeriano a costo zero. A Marsiglia ancora si mordono le mani per non aver monetizzato su di lui.

Gasperini mon amour

Ogni tanto, quando ho davvero bisogno di ridere, video comici su Youtube ne ho già visti e persino la lettura di Tuttosport non fa più effetto, mi diletto a leggere i commenti dei simpatici amici di Bausciacafè.
Onestamente avevo in programma uno dei soliti rosicant “modello Diavolino” ma, per la prima volta da quando ho ricordi di quel sito, sembra sparita ogni traccia di antimilanismo: della serie “eh ma lo scudetto l’hanno rubato”, “eh ma il loro allenatore allenava l’Aglianese”, “eh ma c’è la dittatura dei berlusconiani”
Il tema del giorno è un’analisi dei pro e dei contro riguardo all’arrivo di Gasperini sulla loro panchina: ho provato a leggerlo, ma, sinceramente, scritto in nerazzurro mi fa venire il mal di testa. Al terzo-quarto rigo, l’autore scrive:

Una scelta che a molti farà piacere, mentre ad altri farà storcere il naso, tirare un sospiro amaro, e in qualcuno addirittura venire un po’ di acidità di stomaco.

Un inguaribile ottimista, direi leggendo i gioiosi commenti all’arrivo dell’ex-allenatore del Genoa e di uno staff benevolmente accolto da tutti:

#1:

Questo è nato a Grugliasco,no dico Grugliasco è gobbo nell’animo allenava con moggi
si porta dietro due grossissimi pezzi di merda come rampulla , al quale farei attraversare la milanomeda bendato e ventrone………………………
Speriamo di perdere la supercoppa 5 0 cosi’ il 7 agosto ce lo togliamo dai coglioni.

A parte la scarsa comprensione dell’uso di maiuscole e virgole, l’assenza di connettivi e l’abbondanza di punti di sospensione, risalta la tendenza di lorsignori all’autolesionismo: non escludo di vedere Moratti, nei prossimi tempi, in giro con la frangetta nei Durex party che cerca una piastra… Faccio comunque notare che noi siamo ben disponibili ad agevolare la sua cacciata, se tanto ci tenete.

Un altro, in scia al primo, asserisce (in risposta ad un tale che faceva notare come tutti loro avevano gioito ai gol di Ibra e Vieira):
#2:

Ventrone e Rampulla è proprio necessario che se li tiri dietro? A che pro? Già la corte a Capello mi dà il voltastomaco, ora assumiamo due juventini che più juventini non si può? I calciatori vanno e vengono ed in campo ci mettono il loro impegno, nulla da eccepire che sentano loro gli scudetti, ma due juventini moggiani incancreniti io nello staff non li vorrei proprio. Chiamiamo le cose con il loro nome: è una figura di merda.

E, vien da dire, per una ventina d’anni ci sono stati anche abituati: è importante mantenere l’allenamento.

#3:

Sett.145
fila 8
posto 20

libero

Vista la situazione della seconda squadra di Milano e il clima assolutamente fiducioso all’interno della tifoseria, potrei ben dire che grazie a questa notizia, il tifoso del settore 145 fila 9 posto 20 potrà comodamente poggiarci le gambe sopra, per avere almeno un po’ più di comfort ad incentivarlo a seguire le sconfit…ehm, le partite della sua squadra.

Il #4 è un altro della sempre più nutrita specie dell’interista-emo:

Ventrone e Rampulla sono il simbolo di quel marcio che con la mia maglia non vorrei mai vedere..meglio un Vampeta e un Gresko..fidati

Per come rischiano di dipanarsi i processi, tra Calciopoli e calcioscommesse, per non vedere marcio con la maglia nerazzurra l’interista-emo rischia di dover diventare tifoso del Pisa.
Per quanto riguarda Vampeta e Gresko, io li accontenterei…e voi?

Storie di Calcio: Milan-Atalanta 9-3, 1972

https://i0.wp.com/www.storiedicalcio.altervista.org/images/tabellone_milan_atalanta.jpg?resize=438%2C216Non è mai più successo, e chissà se succederà ancora. Quel 15 Ottobre del 1972 rimane una data che rimarrà nella storia del calcio italiano. Siamo in un campionato pieno di talenti: Rivera, Riva, Mazzola, Boninsegna, Bettega. E’ un campionato dove le piccole sono come sempre predestinate a giocare per lo 0-0. E’ la terza giornata della serie A 1972/73, campione in carica la Juventus di Boniperti, ma dopo due giornate già non esistono squadre a punteggio pieno. E’ un campionato che quindi sembra essere partito all’insegna dell’equilibrio quello in cui nel vecchio San Siro si affrontano alla terza giornata un Milan reduce da uno 0-0 a Terni ed un Atalanta con la porta inviolata da sette partite, considerando anche le amichevoli precampionato.https://i0.wp.com/www.storiedicalcio.altervista.org/images/Milan_Atalanta_reti.jpg?resize=270%2C737

Come è possibile quindi che dopo quelle sette gare consecutive i bergamaschi abbiano incassato ben nove reti? Non esiste una spiegazione psicologica, forse solamente una tattica: l’Atalanta sbaglia innanzitutto l’impostazione a centro-campo, sacrificando uno spento Carelli alla guardia di Rivera e ponendo un libero aggiunto davanti a Savoia che doveva attendere il capitano milanista in seconda battuta.
Ne scaturisce un pastrocchio indescrivibile che finisce per mettere le ali ai piedi proprio a colui che s’intendeva neutralizzare, e cioè Rivera, in grandissima giornata.

Milan già in vantaggio al 15′, quando Prati sfrutta un allungo di Schnellinger, aggira il difensore orobico Vianello e batte un tentennante Piatta. Raddoppio al 30′, di Bigon, che in seguito a punizione di Rivera insacca di testa alle spalle di Pianta. Tre minuti dopo l’Atalanta prova a rifarsi sotto, con fuga e cross di Ghio e incornata di Divina. Nemmeno il tempo di pensare al pareggio che il Milan segna due gol in 7 minuti, prima con Rivera e poi con Benetti.

Il quinto e il sesto gol arrivano dopo 5′ della ripresa, con Chiarugi e Rivera. Segneranno poi subito dopo Ghio e Prati, per un totale di quattro gol in cinque minuti. E’ il decimo della ripresa, Pianta va sotto la doccia dopo aver subito abbastanza. Le ultime due reti di Bigon e Prati, intervallate dal gol di Carelli, le subirà infatti il secondo portiere Grassi, sostituito perchè Pianta ormai “Tremava come una foglia, non capiva più niente, era impossibile lasciarlo in campo“, come dirà Corsini nel postpartita.

Finisce 9-3 per l’Atalanta invece il conto dei calci d’angolo, ma è il record di gol segnati in una singola gara di A che rimarrà nella storia. Un record che oggi, dove le squadre si fermano appena chiusa la partita, non sappiamo quando e se potrà essere battuto e che solleva ancora oggi la discussione sul fatto se il miglior modo di onorare l’avversario sia fermarsi o continuare ad attaccare. Una certezza comunque l’abbiamo: in 90 minuti per ora non sappiamo ancora se sia possibile, come sosteneva il presidente della seconda squadra di Milano, segnare quindici gol. Ma dodici sì.

MILAN-ATALANTA 9-3
Reti: 16′ Prati, 30′ Bigon I, 33′ Divina, 35′ Rivera, 40′ Benetti II, 50′ Chiarugi, 52′ Rivera, 54′ Ghio, 55′ Prati, 64′ Bigon I, 88′ Carelli, 90′ Prati
MILAN: Belli, Anquilletti, Zignoli, Rosato I, Schnellinger, Biasiolo I, Bigon I, Benetti II, Prati, Rivera, Chiarugi (67′ Magherini) – All.: C. Maldini – DT: Rocco
ATALANTA: Pianta (56′ Grassi), Maggioni, Divina, Savoia, Vianello, Picella, Sacco, Carelli, Pirola, Ghio, Vernacchia – All.: Corsini
Arbitro: Giunti

Il mercato non si ferma più

https://i0.wp.com/www.ilsussidiario.net/img/ANSA/Fabregas_R375_11mag09.jpg?resize=261%2C173Boateng è ufficiale, lo si sapeva già da parecchio tempo. Ieri pomeriggio in occasione dei diritti TV (altra fumata nera) è arrivata l’ufficialità delle operazioni con le altre società. Torna a casa anche Paloschi (2,5 euro) insieme all’acquisto del Faraone (che probabilmente sarà girato in prestito?). Nelle casse i 10 milioni (rateizzati in tre anni) del riscatto di Borriello, che la Roma comunque proverà a rivendere a migliori offerenti, ma la cosa non ci riguarda.

Fronte Cellino: tutti si aspettavano il riscatto, invece Astori va a Cagliari per 4 milioni di Euro. In compenso Marchetti ha detto sì al Milan, ma il portiere potrà arrivare solo se Amelia sarà ceduto. E’ una operazione che appare difficile, dato che il portiere ex livorno non vuole lasciare la squadra Campione d’Italia, soprattutto per il Cagliari (con Cellino si è parlato infatti di uno scambio alla pari).

Capitolo mister X: battutona di De Laurentis, che non ci venderebbe Hamsik nemmeno se gli offrissero Pato. Per fortuna noi scambi alla Barça (Ibra-Eto’o) non ne facciamo, quindi se lo scordi pure. In compenso per Fabregas c’è sempre uno spiraglio. Il problema resta però sempre lo stesso: una montagna di soldi da scalare. Se l’offerta da 50 si è ridotta a 35, è altrettanto vero che il Catalano vorrebbe sempre e comunque andare in Spagna. Da qui però la volontà dell’Arsenal che non venderebbe una delle sue stelle per rinforzare ulteriormente la squadra campione d’Europa in carica. Lo spiraglio c’è, ma entra anche in gioco una questione “morale”: a mio parere per la storia che ha il Milan non può essere la seconda scelta di nessuno.

In questo mercato comunque per la prima volta il grande nome non lo si cerca davanti, segno che anche la proprietà ha capito che il reparto offensivo è a posto. E dopo tante stagioni passate a cercare sempre e comunque il grande o il piccolo nome davanti, lo vedo per la prima volta come un segno positivo.

Rossonerosemper 2.0

Ultima comunicazione, poi vorrei chiudere la vicenda.

Ho deciso di interrompere la collaborazione con Boldi ed Elbonito dopo quanto accaduto ieri, non tanto come punizione per il loro comportamento in mia assenza (che comunque mi ha fatto infuriare e non approvo), quanto perché il fatto che sia trapelato ha fatto perdere a loro due ogni forma di credibilità. A lungo andare questo danneggerebbe il blog. Ringrazio in particolare elbi (che mi ha annunciato comunque le sue dimissioni in privato oggi pomeriggio), che è sempre stato disponibile a postare ad ogni ora del giorno e della notte, e anche per questo gli ho sempre concesso ampio spazio per pubblicare i suoi editoriali nonostante personalmente non ne condividessi quasi nessuno. Gli auguro miglior fortuna da qualche altra parte, hanno tutti i mezzi e le potenzialità per ottenerla.

Vorrei approfittarne della cosa per tornare alle origini. Cercherò di essere più attivo in prima persona, magari con post come quello di oggi. L’anti-interismo comunque rimarrà, così come rimarranno i ban agli “amici” interisti con cui ormai abbiamo capito essere impossibile aprire ogni tavolo di trattativa. Magari mi limiterò con alcuni post “polemici” come ho fatto intenzionalmente in passato per attirare l’attenzione su di me, (non che fossero tutti intenzionali – intendiamoci – le due incazzature post finale di CL erano reali).

Ovviamente confermo i tre redattori residui, Michele, Bari2020 e Devil1986 (che arriverà presto, almeno lo spero, mi ha detto che è particolarmente impegnato in questo periodo, ma credo possa battere comunque il record d’esordio di Ghostrider2) come collaboratori occasionali che posteranno quando vorranno loro se me lo chiederanno, o quando glielo chiederò io se vorranno e non escludo di aggiungerne altri qualora ve ne si presenti l’opportunità ed essi ne risultino all’altezza.

Non garantisco più un post al giorno come prima, anche se nei primi giorni proverò lo stesso a farlo, ma di migliorare la qualità degli stessi, non essendo più obbligato a doverli postare per forza.

Vi lascio questo ultimo post per i residui “scannamenti”, poi dal post di domani, che metterò verso le 11 non ne voglio più vedere traccia, pena la cancellazione degli stessi.

L’ultimo messaggio lo lascio ad lpf80, il cui disimpegno mi ha aperto gli occhi e fatto capire molte cose che qui non funzionavano. Questa per me è ancora casa tua, le chiavi ce le hai, io ti aspetto sempre, quando tu lo vorrai un “letto” qui ci sarà sempre.

La variabile mancini. Emanuelson, Taiwo (e forse Ganso?)

https://i0.wp.com/www.tifomilan.it/media/reportero/67/2/4/9/5/n_20110124141652_allegri_emanuelson_e_lunico_mancino_in_rosa_acquisto_fondamentale.jpeg?resize=213%2C213E’ entrato quasi in silenzio Urby, in quella gara di Coppa Italia contro la Sampdoria vinta 2-1, unica delle tre gare che ha giocato per 90 minuti nell’arco della stagione insieme a Lazio e Cagliari. Il silenzio di un giocatore che si è ritrovato col singolare record di due scudetti vinti in un anno: oltre al nostro va infatti considerato anche quello vinto con l’Ajax dove il giocatore Olandese ha militato nella prima parte di stagione.

Con noi colleziona però solo 11 presenze, tre di queste come già detto per 90 minuti, altrettante per metà gara, le restanti cinque subentrando nel secondo tempo, quattro di queste giocandone meno di metà, tra cui quelle in due gare importanti (Napoli e Inter) entrando però a risultato già acquisito. Giudico però buono il suo apporto in alcune gare nella seconda parte di stagione, in particolare contro il Bari quando diede un importnte cambio di ritmo nel secondo tempo e anche in coppa Italia all’andata contro il Palermo. Ha forse trovato poco spazio proprio per il modulo di Allegri, che non prevede delle mezzali. Ma forse la cosa è destinata a cambiare.

Fino all’arrivo di Taiwo infatti l’olandese risultava essere l’unico mancino della rosa, e doveva agire sulla fascia di Antonini e talvolta Zambrotta (le volte in cui furono schierati a sinistra Bonera e Oddo ho preferito rimuoverle forzatamente). Il primo è un destro che gioca a sinistra, il secondo sempre un destro naturale convertitosi poi in ambidestro durante la carriera. Taiwo significa quindi il ritorno di un mancino sul lato sinistro della difesa, cosa che non accadeva dai tempi di Serginho. “Urby” potrebbe quindi sovrapporsi al nigeriano in un modulo con delle mezz’ali.

E’ però tale modulo attuabile? Forse sì, forse no. Difficile a destra togliere Abate (che, lo ricordiamo, nasce laterale di centrocampo) titolarissimo dopo la scorsa annata. Ecco che quindi può entrare in gioco mister X. Scartata l’ipotesi Robben, conclusasi nel silenzio delle ultime settimane, poiché di fatto pesterebbe i piedi allo stesso Emanuelson. A destra potrebbe bastare proprio lo stesso Abate a spingere, dato che con la batteria dell’altra fascia avrebbe anche più tempo per rifiatare tra le azioni invece di sobbarcarsene la maggior parte. Tre le ipotesi quindi per un centrocampista di contenimento: Marek Hamisk, con Boateng trequartista; lo stesso Boateng con Seedorf davanti oppure sempre Boateng con l’arrivo di Ganso. Che potrebbe essere più vicino con la ratificazione da parte del consiglio federale del secondo extracomunitario, quasi imminente. Che potrebbe dare spazio anche lui ad altre strategie, essendo anch’esso mancino.

L’ipotesi finale, quella che più mi affascina, con la batteria di centrali a disposizione è quella di una difesa a tre. Fattibile con la batteria di centrali a nostra disposizione, ovviamente da usarsi in partita quando c’è la necessità di attaccare. Abate quindi avanzato proprio con Emanuelson. Van Bommel a far filtro a centrocampo e due trequartisti, appunto, Boateng e Ganso. Difficilmente sarà applicata, ma il margine per lavorarci su da parte di Allegri potrebbe esserci tutto. A meno che ovviamente i senatori non pretendano di giocare sempre…

Inter: Pessimismo e fastidio

http://link.live.net/?l=http%3a%2f%2fwww.tifobianconero.it%2fmedia%2fgaleria%2f124%2f0%2f3%2f6%2f7%2fo_juventus_caricature_e_vignette-2377630.jpg&h=0u4KAdfWInyjFsATPGS90XrTI%2b9LmcqAXSNADZIT2wQ%3d&p=1

Moratti dopo un colloquio con Bielsa

Da un po’ di tempo a questa parte i cugini neroazzurri si sono imbattuti in una serie di mosse poco felici. Tra azioni di disturbo e tentativi a vuoto di far firmare allenatori in successione a Leonardo.

ALLENATORI – Cominciamo a parlare degli allenatori. Alla fine del campionato, verso metà Maggio, un nome rimbalzava clamorosamente. Guardiola all’Inter. Suarez è sicuro: “Non può rifiutare”. Invece tre giorni dopo arriva l’elegante No dell’allenatore blaugrana. Addirittura, per salvare capra e cavoli, Moratti si inventa una particolare rassicurazione a Leonardo, mascherando il rifiuto di Guardiola. Non è la prima volta che il Presidente dell’Inter si ricicla a mistificatore della realtà. Il comportamento dell’unto di Palazzo Durini si fa sentire, e Leonardo dà il ben servito emigrando al Paris Saint Germain.

PESSIMISMO E FIGURETTE Povero tifoso dell’Inter. Tra inseguimenti e rifiuti comici. Il primo vero inseguimento, come una bambina che tira la sottana della mamma per attirare l’attenzione, è stato quello di Mourinho. Verso Aprile infatti, venivano mandate addirittura le spie, e si sentiva l’esaltazione dei tifosi per l’iscrizione dei figli di Mourinho a Lugano. Siamo al paradossale. Anche perchè Mou li iscrive ogni anno in 5 scuole diverse come pre-iscrizione. Ma non è finita. Tanti sono gli altri allenatori accostati ai neroazzurri. Vogliamo parlare di Ancelotti? Nonostante nei mesi passati avesse detto categoricamente No, Moratti è voluto tornarci sopra, per avere un altro No da Carletto. Masochismo o arteriosclerosi? Ma se ne sono sentite di tutti i colori. Perfino Capello è stato disturbato nella sua vacanza di Marbella, rispondendo di non sapere niente di un suo accostamento all’Inter. E vogliamo parlare del povero Delio Rossi, che dopo le vangate di Zamparini era alla porte dell’Inter, che poi ha ammesso, con Moratti, e il suo solito charme, di preferire Villas Boas? Proprio quando quest’ultimo, non volendo essere il fantasma di Mourinho, ha rifiutato energicamente la chiamata di Moratti. Mentre invece probabilmente andrà al Chelsea.. o forse no? Ormai i rifiuti non si contano più. Nei giorni precedenti all’ultimo No di Villas Boas, si era parlato anche di Marcelo Bielsa, l’ex consunto allenatore del Cile, che ovviamente, non allenando una squadra di Club dal 1998, ha risposto picche. Anzi, ha tirato un bel ceffone a Moratti. Ormai il Toto Panchina è sempre più Barzelletta. Arriverà Mihajilovic? Oppure, come dicono i fiorentini, altra razza di sfigati cronici da figurette, rimarrà a Firenze, come annunciato nei giorni scorsi? Attenzione però, perchè Capello torna di moda. Naturalmente il povero Sinisa è diventato la seconda scelta.. Viva lo charme e lo stile Inter! E invece? Altro calcio in … Capello salta. Moratti e Branca nel pallone. Resta anche Mihajilovic alla Viola. La barzelletta Inter continua! Diamo fiato alle Trombe! Chi sarà il prossimo a rifiutare la panchina tra Spalletti, Gasperini e Hiddink? Ne resterà solo uno. E intanto la Rosea (sempre più neroazzurra) mette il suo quarto sondaggio sulla panchina dell’Inter in una settimana, dopo questo, questo e questo!

FASTIDIO E IRRITAZIONE – Senza un allenatore e senza dunque un piano tecnico valido per la prossima stagione, fino adesso l’Inter non ha avuto una vera strategia di mercato, disturbando per lo più altre squadre, e finendo quasi sempre per perdere ogni corsa-mercato alla quale ha partecipato. Per le vittime di questo sfacelo, noi milanisti come anche altri tifosi e altre squadre, si consiglia una pomata anti-irritazione. Da dove cominciare? Difficile, visto che il cancromercato interista si è diffuso un po’ ovunque. Cerchiamo quindi di dare qualche nome senza un ordine particolare, rispettando la “strategia di mercato” di Branca e Co.

Branca: "Abbiamo una precisa strategia di mercato"

CALCIATORI O CALCI IN…? – Cominciamo dal Milan. Che Taiwo e Mexes siano del Milan si sa da diversi mesi, forse non tutti sanno che ovviamente, per ogni giocatore cercato dal Milan, c’è un agente dell’Inter pronto a fare un’azione di disturbo. Ecco cosa avveniva verso ottobre dell’anno scorso. Non siete ancora soddisfatti? A Marzo anche Mexes è stato avvicinato. Incredibile? No, è la prassi. Perfino per il riscatto di Boateng è arrivata l’azione di disturbo di Moratti, ma il Moonwalker di via Turati ha risposto per le rime, col suo grande carisma: “I miei colori sono il rosso e il nero”. Insomma, piuttosto che andare all’Inter, un giorno forse andrà alla Lucchese.. Ed ecco ancora un’azione di disturbo per Lamela. A parlarne è Davide Lippi, che rivela: “Piace a Inter e Milan”. Ma dai?! Naturalmente però non sempre queste azioni di disturbo sono indolori, spesso gli interisti devono fare sacrifici. Ecco infatti che per aver puntato Diarra, il Real ha subito cercato Maicon per accontentare Mourinho. Chi la fa l’aspetti. Ormai è talmente chiaro che non c’è una strategia di mercato, che a fare l’agente per i neroazzurri è addirittura Eto’O, che sembra voler dire: “Basta stronzate, prendete qualcuno!!! Prendiamo Asamoah!” Prezzemolino Inter, ci prova anche per Kucka, ma Preziosi risponde No. Il Milan  intanto lo prenota per il 2012. Col ricordo andiamo a ritroso nel tempo e pensiamo a quando l’Inter ingaggiò Leonardo. Si parlava anche del clamoroso ingaggio di Kakà in Via Durini. La notizia ormai è stata bollata praticamente come bufala, col tempo, e infatti sono gli stessi interisti a informarci che ormai per Kakà all’Inter non ci crede più nessuno. Ma non dimentichiamo che il terrorismo, in casa Inter, è la prassi, Come dimenticare: “Ronaldinho? Dove va dipende da noi”. Senza contare la telenovela Ganso, ormai non sappiamo più da che parte linkare per dirvi di quanto l’Inter sia voluta andare a braccetto col Milan per il calciatore Brasiliano.  Chiudo con un’ultima azione di disturbo. El Shaarawy, anche l’egiziano è stato vittima delle speculazioni neroazzurre. Ma il neo milanista è un ragazzo con la testa sulle spalle, pensa al Milan e alla Maturità. Quella che manca ai cugini.

Un’idea per le giovanili

Due anni fa si parlava di un nuovo Milan, che aveva cambiato politica e avrebbe puntato tutto sui acquisti di calciatori giovani e avrebbe investito molto sul settore giovanile. L’arrivo di Pederzoli come direttore sportivo del settore giovanile, evidenziato in pompa magna come solo la nostra società e dirigenza sanno fare, sembravano aver spalancato la porta davvero a un nuovo modo di gestire il Milan.

Tutte stronzate, ovviamente. Come hanno dimostrato i fatti, due anni fa SB aveva semplicemente deciso di non cacciare i soldi, e allora si era trovata questa scusa per calmare i tifosi (senza riuscirci nella maggior parte dei casi, per altro), mentre l’estate scorsa è arrivata la mazzata finale con una campagna acquisti che per fortuna si è rivelata vincente ma che di sicuro non era stata studiata a tavolino e incentrata su giovani e settore giovanile. Ci sono stati tutti acquisti occasionali, alcuni andati penosamente (Sokratis), altri che ci hanno consentito di vincere lo scudetto (Ibra, Binho e Boateng).

Ora abbiamo scoperto che neanche per le giovanili c’è un vero progetto. Perchè se va via Pederzoli, il responsabile, dopo neanche due anni, è ovvio che bisogna rifare tutto dall’inizio. Tra l’altro, parliamoci chiaro, per adesso la gestione di Pederzoli non ha prodotto nulla di rilevante. Merkel e Strasser, che tra l’altro con tutta probabilità non si riveleranno due giocatori da Milan, erano stati presi prima dell’arrivo di Pederzoli. Altri giocatori pronti a fare il grande salto, ora come ora, non ce ne sono. Ovviamente non si può gettare la croce su Pederzoli proprio perchè non ha avuto tempo di lavorare, e allora perchè qualcuno continua a parlare di “progetto-giovani” quando è ampiamente dimostrato dai fatti che il Milan sul settore giovanile non investe? E lasciamo stare gli pseudo-isultati ottenuti da Primavera e Allievi, perchè l’obiettivo del settore giovanile di una società non è vincere con le squadre giovanili, ma produrre calciatori di grande livello.

Io ho un’idea che secondo me farebbe il botto, difficilmente realizzabile perchè il personaggio che a mio avviso sarebbe l’ideale per gestire il settore giovanile milanista non si mischia con certa gente. Ma secondo voi affidare a Zdenek Zeman il ruolo di gestire tutte le giovanili rossonere sarebbe una buona idea? Secondo me sarebbe una grande idea, almeno per un paio di motivi:

1) Stiamo parlando di un grande intenditore di calcio, uno dei maggiori esperti nel campo senza dubbio.
2) E’ bravissimo a valutare e valorizzare i giovani.
3) Ha una sua filosofia ben precisa, non ammette primedonne e insegna ai ragazzi a crescere (calcisticamente parlando) nel modo giusto.

Insomma, probabilmente il diretto interessato non accetterebbe mai e il Milan non glielo proporrebbe mai e poi mai (figuratevi se SB accetterebbe di portarsi in casa uno con quei modi di fare), però l’idea di vedere il boemo responsabile di tutto il settore giovanile, e magari perchè no anche allenatore della Primavera, a me non dispiacerebbe affatto, anzi sarebbe un grande arricchimento per tutto l’ambiente rossonero.

Certo, per uno come Zeman bisognerebbe tirar fuori un po’ di soldi (non gli si potrebbe certo proporre un normale contratto che si fa a un qualsiasi allenatore Primavera), ma sarebbero soldi senza dubbio ben spesi. Inoltre bisognerebbe dargli carta bianca e dirgli di fare quello che vuole, come vuole e utilizzando le risorse che ritiene necessarie per il raggiungimento dello scopo.

Insomma Adriano, se leggi questo post dai un colpetto di telefono al Tuo presidente e chiEdigli cosa ne pensa di questa idea. Sempre che ti risponda, ovviamente.

Comunicato Ufficiale

Rossonerosemper è lieta di comunicare di aver acquisito da Milanorossonera le prestazioni sportive del redattore Devil1986. Il redattore si unirà alla squadra nei prossimi giorni.

Sono settimane emozionanti

Bisogna riconoscerlo, in queste ultime settimane le sorprese sono dietro l’angolo. Questo mese di Giugno è stato ricco di  importanti novità: il ritorno del calcioscommesse, il caos-allenatore dell’Inter ed altre che stanno per affacciarsi. Nella prossima settimana finalmente si dovrebbe conoscere la decisione definitiva sul secondo calciatore Extracomunitario. Questa decisione avrà un effetto dirompente, come tutti potete immaginare. Nel caso del Milan decreterà in modo definitivo se il calciatore Ganso arriverà o meno in questa sessione di mercato o nella prossima.

Bisogna anche precisare che un’altra importante partita, non di calcio, si sta giocando in questi giorni tra le squadre di serie A ed avrà effetti abbastanza importanti: la definizione della ripartizione degli introiti TV tra le grandi squadre e le piccole squadre. Nel caso venga accolta la proposta delle grandi squadre, le stesse si ritroveranno ad avere un extra-budget. Per esempio il Milan avrà circa 15 mil annui di entrate in più rispetto alla condizione auspicata dalle piccole squadre. Non sono bruscolini ed anche per questo fino ad ora, in serie A, gli acquisti sono stati quasi tutti dei parametri zero: infatti non sapendo con esattezza quanti extracomunitari poter acquistare e il totale delle entrate dai diritti Tv, le principali squadre hanno preferito posticipare i colpi di mercato.

Malgrado quanto sopra evidenziato, la società Milan continua a muoversi attivamente. Acquistato in comproprietà  il giovane più promettente della serie B, Stephan EL Shaarawy, con il Genoa è stato anche prenotato e blindato, malgrado l’intervento tardivo di disturbo di Moratti, l’arrivo tra un anno del giovane  Kucka, centrocampista di quantità e qualità che tanto piace al nostro allenatore e che probabilmente andrà a sostituire uno dei senatori della rosa in scadenza di contratto nel 2012.

Per fine mese dovrebbe concludersi anche la telenovela Astori, con il ritorno a Milanello del ragazzo. E con questo acquisto sarebbero addirittura 4 gli arrivi effettuati prima del raduno.  Per quanto riguarda il capitolo cessioni Oddo  sembra ormai in partenza con Strasser. Purtroppo di Bonera e Cassano ancora nessuna notizia di trattative ma l’estate è ancora lunga.

Il quesito finale è per mister X : meglio Hamsik  Schweinsteiger o Ganso ?

Legittimo godimento

Legittimo godimento. Prendo in prestito questa locuzione, usata per scopi ben più nobili in questa settimana. Perché anche per noi milanisti – tranne uno, penso – è una settimana di legittimo godimento.

Mihajlovic mentre giustifica la sua ennesima formazione sbagliata.

E sì, trovo assolutamente legittimo godere delle disgrazie che stanno succedendo alla seconda squadra di Milano in questi giorni. Ai supposti campioni di tutto, alla squadra del mini-triplete, è preferito di gran lunga non il Brasile, non il Real, ma il Paris Saint-Germain; i due-tre giocatori su cui si reggeva un’ossatura ormai fragile strizzano l’occhio ad Inghilterra e Spagna; la parola “Inter” inizia a comparire troppe volte nelle intercettazioni della cricca del calcio-scommesse per poterne risultare ancora una volta una vittima innocente, quella che in confronto alle altre squadre sarebbe un agnellino. Nel mentre, da Bielsa ad Ancelotti, tutti rifiutano l’Inter, e la prima scelta sembra essere diventata Mihajlovic, che da allenatore ha una ragguardevole statistica di tre fallimenti su tre. L’ho già scritto settimana scorsa e lo ripeto: li amo quando cercano di renderci le cose più facili.Non si discosta molto la situazione della Juventus: loro l’allenatore ce l’hanno, ma il resto è un cantiere aperto e i giocatori, evidentemente poco allettati, a differenza di quanto credono in corso Galileo Ferraris, dalla prospettiva di passare un anno fuori dall’Europa. Da Aguero, a Nani, a Vucinic, alla fine prenderanno qualche altro rincalzo stile Rinaudo per giocare nel nuovissimo Conad Stadium (un nome che è tutto un programma). Nel mentre, il loro obiettivo principe di mercato, vale a dire Stephen Lichtsteiner, si è eclissato. Se ne sarà scappato per le scale.

È legittimo godere anche per Stephan El Shaarawy, già campione d’Italia primavera e, nonostante un infortunio, protagonista della quasi completa cavalcata del Padova verso la serie A. È già meritorio che non se lo sia fregato qualche squadra inglese, e ora spero che a Milanello ce le abbiano, le palle di tenerlo nella rosa e di non girarlo in prestito/usarlo in funamboliche operazioni di mercato come troppe volte si è fatto e come già i media ipotizzano. Ne abbiamo persi già troppi in questo modo. Sono comunque convinto che 5 milioni più mezzo Merkel si dimostreranno soldi spesi bene. E in più per l’anno prossimo dovremmo avere anche un’opzione per Kucka: osserverei attentamente quest’ultimo, per lui l’anno prossimo sarà la prova del nove (anche se non è più giovanissimo).

P.S. Se loro hanno festeggiato con i caroselli i loro trofeini dell’ultima stagione, mi riservo il diritto di festeggiare lo Scudetto che gli Allievi Nazionali del Milan hanno vinto giovedì pomeriggio contro l’Empoli, con una rete di Kingsley Boateng (solo omonimo del Moonwalker). BRAVI RAGAZZI!

Gli Allievi Nazionali, campioni d’Italia!

Storie di calcio: Milan-Olimpic Asuncion, 1990

9 dicembre 1990, Tokyo, Olympic Stadium. Il Milan si gioca la sua seconda finale di Coppa Intercontinentale consecutiva contro i paraguaiani dell’Olimpia Asuncion. E’ un Milan invincibile quello che si presenta a Tokyo, e i giapponesi impazziscono alla vista di tutti quei campioni. Una squadra memorabile quella guidata da Sacchi, carica e pronta a dare spettacolo e che non deluderà le aspettative.
i rossoneri partono con le novità rappresentata da Angelo Carbone, giovane che prende il posto di Ancelotti e l’altro ragazzino della squadra, Stroppa, in luogo di Evani. In avanti la coppia più forte del mondo: gli olandesi Gullit e Van Basten fanno davvero paura ai poveri sudamericani, vittime predestinate.

Il Milan parte subito alla grande e collezione varie occasioni, ma la prima è per gli avversari con Samaniego, che dall’interno dell’area tira in porta ma Pazzagli respinge con sicurezza. A metà tempo tra l’altro si fa male Maldini che si rompe una spalla, al suo posto Galli. Il gol del vantaggio rossonero arriva solo nel finale del primo tempo. Al 44′ Gullit dalla sinistra fa impazzire il suo marcatore, poi riesce a mettere il pallone al centro e Rijkaard è fantastico nello stacco di testa, da fermo, con il quale mette la palla in rete.
Nella ripresa è ancora uno show strepitoso del Milan, che raddoppia al minuto 61 con un capolavoro di Van Basten, che riceve un bel passaggio da Tassotti ed entra in area, dribbla il portiere ma il suo tiro in porta viene deviato (di mano) da un difensore avversario; la palla finisce sul palo e ricade davanti alla linea di porta, da quelle parti si trova Stroppa che da pochi passi mette dentro per un gol che non dimenticherà mai. Ancora Van Basten prova a sorprendere qualche minuto dopo il portiere della squadra paraguaiana, ma il suo tiro fa fuori area col portiere fuori dai pali finisce alto sopra la traversa. La partita si chiude al 65′, quando Rijkaard, il centrocampista più forte del mondo, ruba un pallone e di prima dà a Van Basten, che salta un uomo come se fosse la cosa più facile del mondo e da fuori area fa partire una palombella che si va a stampare ancola sul palo; sulla ribattuta c’è ancora Rijkaard, che in tuffo di testa mette dentro a porta vuota.

Il mediano olandese verrà premiato come miglior giocatore della partita in virtù della doppietta realizzata, ma il vero protagonista della gara è stato senza dubbio il Cigno di Utrecht.

MILAN: Pazzagli, Tassotti, P. Maldini (25′ F. Galli), Carbone, Costacurta, Baresi, Donadoni (82′ Gaudenzi), Rijkaard, Van Basten, Gullit, Stroppa. All.: Sacchi
OLIMPIA ASUNCION: Almeida, Caceres, Ramirez (48′ Chamas), Suarez, Fernandez, Guasch, Jara Heyn (67′ Cubilla), Balbuena, Amarilla, Monzon, Samaniego. All.: Cubilla
Reti: 44′ Rijkaard, 61′ Stroppa, 65′ Rijkaard
Arbitro: Wright

httpvh://www.youtube.com/watch?v=9Mfw8DMeNPk