Verso la supercoppa

Io non la sento per niente. Sarà perché mi importa molto di più il campionato, e sono tranquillo su questo. Sarà perché non sarà una partita giocata il 6 Agosto a dirci se l’Inter avrà colmato l’enorme gap visto la scorsa stagione. Sarà perché chi la sente tanto sono loro, quelli del triplete 2011 che contano i trofei algebricamente. Sarà perché in cina non è la stessa cosa.

In fondo le Supercoppe sono questo. Partita singola che serve solo per vantarsi di aver vinto un trofeo a chi ha una mentalità da perdente. Le stagioni si decidono con i trofei conquistati a Maggio, non con quelli di Agosto. Detto questo sono abbastanza convinto che la vinceremo comunque.

Proteggete il nostro calcio

Sanchez al Barcellona per 45 milioni di Euro. Pastore al Paris SG per altrettante cifre. E il mercato italiano perde due dei suoi pezzi pregiati. Pezzi che a parte Ibra e Robinho prima di essi hanno visto il solo Eto’o negli ultimi anni venire in italia, arrivato però come merce di scambio e non come desiderio reale dell’Inter di acquisire un giocatore importante

Ci ho ripensato mentre ero in vacanza a Parigi, in Francia. Forse ripensando al Colbertismo adottato sotto Luigi XIV. Per chi non se ne intendesse di economia il protezionismo è una forma che tutela fortemente il mercato interno imponendo pesanti dazi doganali nell’esportazione e nell’importazione delle merci. E così pensare a un’Udinese e un Palermo costrette a vendere i loro pezzi pregiati alle big nazionali e non a rinforzare dirette concorrenti di queste per la coppa.

La federazione a mio parere dovrebbe muoversi in questo senso, tassando le enormi cifre ottenute in questi casi e mettendole magari in un fondo destinato ai club che invece vogliono comprare giocatori di grande livello dall’estero, a cui spetterebbe una cifra fissa come incentivo. Non sarebbe un aiuto alle grandi, ma semplicemente un investimento. Più campioni arrivano in Italia infatti, più il campionato ottiene visibilità e di conseguenza gli sponsor aumentano. Tassa che ovviamente non ci sarebbe qualora il giocatore venisse ceduto all’interno dei confini del belpaese e che, a fondamentale differenza col protezionismo economico vero e proprio, in caso di acquisto di un club italiano di un giocatore di una squadra oltre confine.

La Lega calcio negli ultimi anni con l’accordo collettivo sembra però volere andare in direzione opposta con la reintroduzione dei diritti collettivi che hanno sì ravvivato il livello del campionato, a discapito però della competitività delle grandi. Evidentemente a loro più di tanto la cosa non importa, meglio accontentare la maggioranza delle squadre in un sistema che si è riformato dopo calciopoli (il miglior periodo della lega fu – casualmente? – sotto la direzione di Galliani) per dare spazio anche alle piccole squadre che ora fanno letteramente i padroni, con la legge Melandri che ha fatto il resto.

Di contro però il fair play finanziario, scritto però dagli stessi club che sanno perfettamente come aggirarlo e che non dovrebbe fare altro che congelare le differenze attuali, se possibile dilatandole ulteriormente. Situazione perfetta per le spagnole con la legge (truffa) Beckham che gli ha consentito di risolvere i loro problemi (il Barça nel 2004 ad esempio giocava e usciva dalla coppa UEFA) negli ultimi anni in via di abrogazione. Fair play finanziario che senza una scadenza contemporanea di tutti i contratti in vigore (e quindi tutti i giocatori liberi a zero) nel momento in cui viene applicato e senza un tetto salariale per ogni squadra rimane una colossale -perdonatemi il francesismo- stronzata.

Rimane comunque il caso di una federazione a cui sembra che del giocattolo non importi nulla (e lo si è visto nel caso scudetto 2006). Meglio mantenere il più possibile l’attuale forma, cambiando meno possibile e solo se si è obbligati a farlo (ma nel paese di “quanto erano belle tutte le gare alle 15 con 90° minuto” ci stupiamo ancora?). Incompetente, incapace di tutelarsi e che a livello europeo sta arrivando a contare come l’attuale governo a livello politico. E attenzione: con il settore Basket che sta tornando al top europeo e il settore Pallavolo che lo è dà tanti anni, giusto per citarne due, è evidente che questo sia possibile. Chissà se il buon Bari2020 un giorno inserirà Abete tra gli ignavi…

Un Rossonero da Raccontare… Andrea Pazzagli

Andrea Pazzagli in volo

Se n’è andato un grande del nostro calcio rossonero. All’età di 51 anni il portierone Andrea Pazzagli, l’ex colonna portante del Milan campione d’Europa con Arrigo Sacchi, ha avuto un malore in Provincia di Grosseto. Proviamo a raccontare, anche attraverso immagini, alcune sue gesta.

LA GAVETTA – Ogni calciatore che si rispetti ha la sua gavetta. Pazzagli, cresciuto nei viola, aveva poi svariato tra Imola, Udinese e Catania, mentre era rimasto a fare da riserva per un paio di stagioni al Bologna. Poi, il ritorno in toscana nella Rondinella, dove si è fatto notare per la sua abilità. Da qui la prima occasione a Perugia, dove non tradisce le attese, poi il l’approdo ad Ascoli per tre stagioni. È qui che lo scova il Milan.

SUL TETTO DEL MONDO – Nel culmine della carriera, in due anni riesce a togliere dai pali un santone come Giovanni Galli, guadagnandosi addirittura il posto da titolare nel Milan. In Europa è un gatto, aiutando i rossoneri a conquistare la Coppa dei Campioni dell’89-90. Poi vince due volte la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale, distinguendosi sempre in entrambe le finali. Il Milan, come ricorda una nota “ricorderà sempre Andrea e si stringe intorno alla sua famiglia in questo triste momento.”

"Spero che esistano gli angeli" lo speriamo anche noi

LUTTO – Lutto a Firenze, dove era tornato ad allenare i portieri, lutto al Milan, come già detto, con Abbiati addolorato della perdita del suo mentore. Parole tristi anche per Allegri, che ha commentato così: “Oggi non è una giornata felice, perché oggi è scomparso un uomo, un uomo che aveva dei valori, un uomo per bene. Le mie più sentite condoglianze vanno alla famiglia. Per come lo conoscevo io, Andrea era una grande persona. Abbiamo perso un uomo che ha fatto parte della famiglia del Milan ed è un giorno triste per questa società”.
Anche Tassotti ricorda l’amico:”E’ stata una notizia che ha lasciato tutti senza parole. Se n’è andato un ragazzo d’oro, splendido, solare, sempre pronto a scherzare e fare gruppo, con una famiglia adorabile. Era un ragazzo educato e anche nel periodo in cui qui al Milan c’era una grande concorrenza per il ruolo da titolare, ha sempre avuto una grande compostezza. Sapeva rendere molto più allegro il gruppo nei momenti più difficili. Perdiamo un grande amico, una bella persona e siamo tutti molto vicini alla famiglia. Andrea sapeva sorridere alla vita e sicuramente se n’è andato troppo presto”. Infine il ricordo di Rodolfo Tavana, responsabile sanitario del Milan: “Era un buon padre, amava la sua famiglia e i suoi figli, teneva molto alla loro educazione. Siamo tutti senza parole”.

DOPO IL CALCIO– Pazzagli conclude la carriera onorevolmente nel Prato, dopo una parentesi a Roma e due stagioni positive a Bologna. Si ricicla anche cantautore, venendo apprezzato addirittura da Mogol, che lo tributa con un diploma ad Honorem.

Vi lasciamo con due filmati. Il primo, con una raccolta di parate di Pazzagli, il secondo, con una canzone, scritta e cantata dal portierone, perché tutti oggi abbiamo “Nostalgia di Te”…

Poteva andare meglio

Ronaldo in forma...tondeggiante

A Rio de Janeiro, intorno alle 22 italiane, Ronaldo e il possibile futuro rossonero Ganso sono stati chiamati a sorteggiare i gruppi per le qualificazioni europee al Mondiale 2014. 13 sono le squadre che riceveranno un pass per il Brasile, le prime di ogni girone più le quattro vincenti dei playoff tra le otto migliori seconde [e la nona si frigge]. Ecco il responso dell’urna:

GRUPPO A: Croazia, Serbia, Belgio, Scozia, Macedonia, Galles;
GRUPPO B: Italia, Danimarca, Rep Ceca, Bulgaria, Armenia, Malta;
GRUPPO C: Germania, Svezia, Irlanda, Austria, Far Oer, Kazakistan;
GRUPPO D: Olanda, Turchia, Ungheria, Romania, Estonia, Andorra;
GRUPPO E: Norvegia, Slovenia, Svizzera, Albania, Cipro, Islanda;
GRUPPO F: Portogallo, Russia, Israele, Irlanda del Nord, Azerbaijan, Lussemburgo;
GRUPPO G: Grecia, Slovacchia, Bosnia, Lituania, Lettonia, Liechtenstein;
GRUPPO H: Inghilterra, Montenegro, Ucraina, Polonia, Moldavia, San Marino;
GRUPPO I: Spagna, Francia, Bielorussia, Georgia,Finlandia.

GLI AVVERSARI DEGLI AZZURRI: Gruppo non difficile in valore assoluto, ma arduo in confronto a certe schifezze che le mani di Ganso e gli artigli grondanti sugo di Ronaldo hanno estratto. Danimarca e Repubblica Ceca sono nomi abbastanza altisonanti, ma non hanno certo il valore di pochi anni fa. I danesi, pur con giocatori di alta Premier come Agger e Bendtner, sono orfani dallo scorso mondiale della grande punta che era l’ex rossonero Tomasson: in Sudafrica, inoltre, hanno abbastanza floppato. Nemmeno i cechi sono la squadra di cinque anni fa, con molte stelle in meno. Bisogna stare attenti, comunque, ai collettivi delle due squadre, che stanno ben figurando nelle qualificazioni a Euro 2012 (soprattutto la Danimarca, prima nel suo girone a pari merito con Portogallo e Norvegia); l’importante, comunque, era evitare la Francia.

La Bulgaria, in quarta fascia, ha il suo punto debole nella difesa, mentre tra centrocampo e attacco può annoverare calciatori del calibro di Martin e Stiljan Petrov, Berbatov e Bojinov. Tra i precedenti che possiamo annoverare, quello delle qualificazioni ai precedenti Mondiali [e questo non è che sia un gran pregio], dove pareggiammo 0-0 all’andata e vincemmo 2-0 al ritorno, con gol di Grosso e Iaquinta. Su quinta e sesta fascia – Armenia e Malta – nulla da segnalare, due candidate al titolo di squadra materasso, anche se fa specie non aver trovato, in quinta fascia, i nostri oramai affezionati avversari delle Isole Far Oer. Girone dunque giusto un po’ più difficile di quello che stiamo attualmente dominando, ma bisogna vedere come andrà Euro 2012 e quale sarà il suo effetto per dare un vero giudizio.

GLI ALTRI GRUPPI: Nel gruppo A il primo dei tanti scontri tra vicini di queste qualificazioni: Croazia – Serbia, in un girone di livello medio-basso che potrebbe comunque vedere l’inserimento nella lotta per la qualificazione del Belgio di Witsel e Lukaku. Il gruppo C, uno dei veri gironi di ferro, vedrà molto probabilmente una Germania (che curiosamente è capitata contro l’Austria) dominare, ma sarà interessante lo scontro per il secondo posto tra l’Irlanda e la Svezia di Ibra. Qualcosa di simile anche nel gruppo D: l’Olanda dovrebbe dominarlo abbastanza facilmente, poi un livellamento verso il basso.

Nel gruppo E la ragione per il quale ci poteva andare meglio: già il fatto che la Norvegia sia testa di serie suona abbastanza scandaloso, leggere poi la lista delle avversarie…Vale lo stesso per il gruppo G: con una Grecia ancora testa di serie dopo il successo del 2004, ma che oramai è poca cosa, la Slovacchia trascinata da Hamsik potrebbe arrivare alla seconda partecipazione consecutiva al Mondiale. Il gruppo F vede un Portogallo con nomi altisonanti ma che non ha mai figurato troppo bene dopo il 2006 contro Russia e Israele, in un gruppo che, se fosse l’Eurofestival, sarebbe davvero temibile.

Gruppo simile a C e D è l’H: dopo l’Inghilterra, il vuoto assoluto. Da notare Polonia e Ucraina, le due organizzatrici dell’Europeo, in gruppo insieme. Interessante, invece, il gruppo I, l’unico di cinque squadre, con a dominare l’ennesimo confronto tra squadre confinanti: l’incognita Francia e i campioni del mondo in carica della Spagna. Anche per gli altri gruppi, comunque, appuntamento ad una migliore analisi a dopo il 2012.

Una scena dantesca

Quando alfin giunsi nella bolgia feroce
donde i fautor di furti son dannati
vidi là, con uno sguardo veloce

due spiriti al supplizio condannati
intenti a parlar di roba terrena,
Bettino e Cipe in vita nomeati.

Lo primo, che dapprima a tanta pena
Gl’Italiani in vita aveva ormai abituato
e che poscia fuggì di buona lena

Col pubblico debito più che raddoppiato
morì qualche anno dopo, latitante
e il suo ricordo fu glorificato

Lo secondo, ad età oramai andante
chiamato fu dall’Internazionale
ed egli, del suo amore comandante

fè ruberie in maniera intenzionale
ma, stranamente, manco fu toccato
da un caso di livello nazionale

E poscia, a clamor tutto terminato
Salvato fu da dolce prescrizione
Dai reati dei quali era accusato.

Accostai orecchio alla lor conversazione
e da là udii parole di gran gioia
in merito alla loro situazione

“Sì, male si sta, ma sanza noia
– disse lo primo, lo politicante –
e penso anche al vecchio mondo boia

dove colui di cui fui lo mandante
fa lo tempo bello e lo cattivo
e ha dedicato a me una via importante”

Rispose l’altro con lo sguardo schivo
“Sì, forse sei tu lo più onorato
Ma io ancor come se fossi vivo

Fò scudo ad uno scudo minacciato
che conquistai con trucchi e con inganni
pari a colui che pria fu giudicato:

Fratello Luciano, e poi per cinque anni
Fummo così cosparsi di successi
con avversari mai privi d’affanni

E viemmi a ridere, a veder quei fessi
Che pensan di esser stati gli innocenti
e a sproloquiar continuano indefessi”

“Gonzi direi, aggiungerei dementi
ma mai come color che m’han votato
Lor sì, davver per niente intelligenti”

Lo dibattito fu dunque fermato
da una campanella alquanto forte
che portò tutti al supplizio tanto odiato

“All’accorruomo, è peggio della morte!”
si sentì questo grido di dolore
e m’apprestai a veder cosa la sorte

lor assegnava: ecco. Per due ore
a fare buone azioni eran costretti
senza nemmeno un “grazie” o un “per favore”

e da tutti venivan maledetti
provando lo bullismo d’un bambino
e gli sputi da parte di vecchietti.

“Maestro, perchè a lor questo destino?”
“Così come in vita furon bruti
e considerati fuor come agnellino

invece ora non son riconosciuti
per le cose buone fatte da defunti
e trattati son a guisa di rifiuti”

A passi timidi, quasi consunti
lasciai la grossa bolgia rosso sangue
con schifo per quegli orrendi visi smunti.

Episodio increscioso

La giornata dei Rossoneri si è dipanata intorno a un episodio grave e certamente increscioso, sul quale inviterei tutti a fare una riflessione.

Un membro molto forte della famiglia più importante d’Italia sta avendo da un po’ di tempo dei problemi con la giustizia. Il tutto a causa di una giovane signorina, la quale, dopo un breve periodo di passione tra fine 2009 e inizio 2010, l’ha pressato con richieste economiche poi non esaudite. Ed è scattata la denuncia e la richiesta di carcerazione. Per ora l’accusato si difende dietro ai no comment, cerca di evitare i media tranne che per dimostrare di aver sempre generosamente esaudito le richieste economiche della ragazza. Si ci sta anche tenendo in contatto col ragioniere e col commercialista. Ma contro di lui c’è una schiera di PM ed avvocati.

L'indagato, probabilmente mentre si prepara a inveire contro le BR della procura di Porto Alegre

Ma lui, a differenza di quanto potreste pensare, non ha certo chiesto di spostare il caso alla procura di Monza, e non c’entrano nemmeno agenti dei vip o direttori del Tg4: nonostante ciò, c’è il rischio che Pato l’abbia fatta proprio grossa! Il nostro numero 7 – stavate pensando per caso a qualcun altro? – non avrebbe pagato gli alimenti a Stephany, la sua ex-moglie e prima destinataria dei cuori in tribuna. Sposi a 20 anni, separati a 21, in tribunale a 22: un calciatore che, in campo come fuori, si conferma abile nel bruciare le tappe.

Ma gli avvocati del Papero hanno fatto notare in tribunale che i 5000 real al mese sono sempre regolarmente stati mandati dal gioiellino di Porto Alegre. Intanto Pato se la spassa tra ritiri e giornate di passione con la sua nuova amata…e, se ci fossero problemi, può sempre trovare una spalla di conforto. Conforto e anche rinsaldamento dei rapporti tra suocero e genero: due piccioni con una fava.

Calendari e co.

La prima giornata

Si parte in salita. La prima in casa è infatti la Lazio, in un avvio di campionato difficile che vede il Milan giocare dopo l’esordio a Cagliari la seconda trasferta al San Paolo di Napoli. Poi Cesena, quindi Udinese e Juventus. Spunta all’occhio il derby alla penultima giornata, probabilmente decisivo per lo scudetto, ma c’è una remota possibilità (come nell’ultima stagione) che in tale collocazione possa diventare una amichevole. Ovviamente tutto a vantaggio di chi andrà peggio nei primi mesi che potrà, nello scontro diretto, beneficiare anche di innesti nel mercato di gennaio.

Da sottolineare De Laurentis che, da perfetto pagliaccio, se ne va durante la presentazione per, a suo modo di dire, avere avversarie difficili a ridosso della Champions League, le sceneggiate del presidente del Napoli continuano a far parlare (e a fargli prendere le prime pagine). Calendario che quindi ci costringe a partire forte e, a sorpresa, potrebbe non essere un errore forzare a questo punto la preparazione.

Nella top 5 votata su Facebook vince Benatia come miglior difensore. Sempre detto che pullula di bimbiminchia, ma non immaginavo fino a quel punto.

Parlando di sorteggi non è facile nemmeno la coppa Italia con le Romane e la Juventus inserite nel nostro lato di tabellone, con un quarto di finale possibile contro la nuova Lazio. Tabellone più agevole per l’Inter che dopo un derby agli ottavi con il Genoa se si saprà sbarazzare del Napoli potrà facilmente approfittare di una semifinale facile contro Palermo o Udinese.

Concludo con una comunicazione di servizio. Da oggi (compreso) fino a domenica sarò in vacanza, il blog sarà curato da bari2020 essendo Michele a Londra.

Passo avanti

Scrivo questo articolo prima di sapere l’esito dei rigori, perchè come già accaduto ieri (per due volte) non ritengo che una eventuale sconfitta o vittoria possa cambiare quanto visto sul campo (che è quello che conta).

Si pareggia 2-2 contro il Porto Alegre, come fatto peraltro dal Barça il giorno prima. Passi avanti in attacco con la conferma di Ibra e un Pato che appare più tonico rispetto alla prima gara, così come Binho e Thiago Silva. Non mi è piaciuta la prova di Yepes, così come non mi era piaciuta ieri quella di Nesta. A Pechino chi va con Thiago?

Si conferma da vendere Cassano e lento Seedorf, ma questo non c’era bisogno dell’Audi Cup per capirlo. Nel complesso resta una prova molto più buona rispetto a quella fatta vedere due anni fa con Leonardo.

La prima è positiva

In gol anche oggi

Per la supercoppa è pronto solo Ibra. A Monaco comunque la prestazione è positiva. Strappiamo un pari, con una buona prova difensiva, soffrendo ma senza mai rischiare veramente tanto. Il Bayern infatti tira in porta per quasi tutta la partita ma i due tiri più netti sono quelli di Ibra (che segna) dopo 4′ e di Cassano (che si divora un gol già fatto) dopo 12′. Ma sono anche due i tiri in porta del Bayern: il gol al 35′ e il gran destro di Lahm al 54′.

Il copione della partita è stato quindi chiaro, con i rossoneri che complice una condizione fisica inferiore hanno lasciato principalmente giocare i bavaresi chiudendosi in difesa. In condizione ottimali per Pechino sembrano essere Ibra e Gattuso. Rivedibile la prova di Nesta (che al 7′ lascia in mutande Kroos) e al 24′ si fa superare da Gomes. Rivedibile anche Cassano che non mi è piaciuto per niente nella gara di oggi. Il resto sono segnali buoni in vista non solo di Pechino, ma anche della Champions League. Salta la sfida contro il Barcellona, forse è meglio così. Per quella c’è ancora tempo. Magari verso fine Maggio…

Ah dimenticavo, le rosicate dei tifosi neroblu su sportmediaset (che credono di essere, lo ricordiamo, per mistificazione, i primi italiani a vincere a Monaco) sono stupende. Incredibile come quattro anni di solide certezze siano stati mandati in fumo da uno scudetto.

Prove di Champions

https://i0.wp.com/news.audi.it/wp-content/uploads/2011/05/audiCup2011_02_704x214.jpg?resize=380%2C177Se lo scorso anno era Londra (Emirates) quest anno tocca a Monaco (Audi) ospitarci nel quadrangolare estivo, quadrangolare che ha un doppio sapore di Champions, sia per la location (Monaco) dove si giocherà la prossima finale, sia per la presenza dei campioni in carica del Barcellona. Entrambe sono rivincite delle ultime due estati con il Bayern che proprio in questa coppa battè per 4-1 il Milan di Leonardo. Apparentemente una debacle, in realtà la prima delle innumerevoli goleade subite dal brasiliano nei due anni di panchina (anche se il meglio lo darà sulla sponda nerazzurra, limitandosi al derby e a Manchester su quella rossonera). Si ricomincia col Bayern che sceglie di affrontare noi come primo avversario e non i campioni d’Europa in carica del Barcellona, il quale scontro può sì valere come finale ma può anche non avvenire a seconda di quello che succede nell’altra partita.

L’ALTRA RIVINCITA – Barcellona e Porto Alegre scenderanno in campo prima di noi alle ore 18.15. Anche questa è di per se è una rivincita. L’ultimo precedente è infatti quello della vittoria del mondiale per Club del 2006 dove i brasiliani vinsero trascinati da Pato. Barça che parte con i favori del pronostico, e quindi probabilmente chi tra noi e il Bayern vincerà se lo troverà in finale. Uno scontro coi catalani nella seconda giornata sarebbe quindi suggestivo anche per misurarsi contro quelli che sono la squadra favorita e che, arbitraggi a parte (vedi 2010), ha le maggiori possibilità di tornare qui a fine maggio ad alzare l’altra coppa. L’ultimo test contro i catalani risale proprio alla scorsa estate quando il Milan perse il Gamper (trofeo sentitissimo dal Barça) solamente ai rigori dopo aver imposto il pari al Camp Nou.

CONTRO I BAVARESI – Sarà comunque difficile sbarazzarsi del Bayern Monaco che oltre a partire più avanti rispetto a noi come preparazione (anche per il preliminare di Champions) gode dei favori del pronostico giocando in casa. Rientrano i sudamericani (anche se solo per ragioni di sponsor – dovrebbero giocare il 6). Non convocati Amelia, Flamini, Mexes, El Sharaawy e Inzaghi con i due francesi che ci fanno cominciare la stagione come l’avevamo finita – cioè con un infortunio. Convocati tre giovani tra cui Valoti che molto bene ha fatto contro la Solbiatese. L’anno scorso Allegri diede molto spazio a Strasser e Merkel in queste partite salvo poi preferirgli nella prima parte di stagione tra gli altri un inguardabile Seedorf. A proposito di Seedorf, non si sono fatte attendere in settimana le solite scomode dichiarazioni dell’olandese a cui hanno fatto seguito quelle di Gattuso. Il comitato, mantenuto a suon di rinnovi e conferme, è già tornato?

L’angolo della posta

Nella calura estiva ho deciso di inaugurare questa nuova rubrica: l’angolo della posta.

Iniziamo: una nostra cara amica ci scrive:

“Ciao,

ho bisogno di sfogarmi con te. Vorrei parlare del mio rapporto con Lui. Lo amo tanto perché è simpatico, fa ridere tutti, ha savoir faire, e soprattutto mi ha risollevata da un periodo difficile. Sai, quello prima di lui mi aveva lasciato dopo due figli, due splendidi maschi, e nel mezzo tante storie burrascose. Ero caduta in depressione, ho avuto anche qualche guaio con la giustizia. Ma lui ci ha visto lungo e mi ha salvato. Nei primi anni mi comprava ville, orologi, gioielli ed era sempre presente per me: sono stati gli otto anni più felici della mia vita, tanto che ho avuto altri tre figli, forse quelli più baciati dalla fortuna. Ma chissà perché, e poi tutti dicono della crisi del settimo anno, dopo otto anni si è quasi…Allontanato.

Molto impegnato nella vita pubblica, per qualche anno mi ha del tutto trascurato. Pensate voi, per anni, mentre lui viveva nel lusso e spesso mi tradiva, ho dovuto vivere in catapecchie con auto vecchie e scassate, nonostante il nostro testimone di nozze si desse il più possibile da fare. Negli ultimi anni la situazione è un po’ migliorata: sono tornata a vivere in belle case, mi è tornato ad accarezzare, a baciarmi, e sono arrivati anche gli ultimi due figli, due splendide bambine di otto e quattro anni. Ed è continuata, nonostante tutto, nonostante i guai che ho subito di riflesso da lui, nonostante tutte le sue gaffe alle serate di gala, nonostante quando non c’era nei miei momenti importanti, nonostante il fatto che mi tradisse tanto spesso. Ma che ci posso fare, ama le donne, lui.

Ma un giorno c’è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Le nostre nozze d’argento. Ha organizzato una grande festa, ma sono arrivata e ho notato che l’aveva studiata a sua autocelebrazione, mentre io ero tenuta in disparte. Allora ho chiesto il coraggio a due mani e gli ho chiesto un pegno d’amore. Allora dopo qualche mese mi portò ad una gioielleria e mi fece vedere tanti anelli: uno favoloso, con dei diamanti a forma di X. E disse: “Te ne comprerò uno, stanne certa. Sarà il pegno del mio amore” e mi baciò. Bello, ma… da quel momento è tornato a trascurarmi. Ogni tanto qualche amico mi consiglia di chiedere il divorzio, e ne avrei i motivi. Cosa fare, dunque? Io non riesco a star sola, e altri uomini come lui sulla piazza non ne vedo, ma…non so se riuscirò ulteriormente a resistere. Sarà che sono abituata troppo bene…

Tua, A.C.”

Cari lettori, cosa consigliate dunque alla nostra amica? A voi la risposta!

L’ennesima mistificazione

Veramente è un tipo di domanda che vorrei fare io a lui o a loro, quella di cosa è successo a Calciopoli. Comunque a proposito della sua buona volontà, se è buona volontà, per il momento devo dire che non ho risposte da dare, perché mi sembra che quello che mi pesa di più sia ancora tutto quello che è successo allora contro di noi, quindi non vedo che tipo di giustificazione possa trovare io da quel punto di vista, ma il contrario

Non ci volevo più tornare, ma le parole del presidentissimo prescritto neroblu (autoassoltosi) mi costringono a riportare alla luce per l’ennesima volta la vicenda. Passi il cartonato non revocato, passi barricarsi dietro la figura di Facchetti per non dover giustificare il proprio deferimento per l’articolo sei. Passi inventarsi la prescrizione (penale per i tesserati, non sportiva per le società e comunque dopo l’assoluzione in appello) della Juve, scattata solo per i tesserati e due anni dopo l’assoluzione della società bianconera da parte del TAS (non capisco questo desiderio di rinnegare i gobbi prima e poi voler essere come loro), passi il vuoto normativo della UEFA (di cui anche loro hanno appena beneficiato), passi il reclamare uno scudetto in cui schieravano Recoba comunitario. Ma questo proprio no.

Non stravolgiamo il sistema. Calciopoli nasce dalla Juventus al fine di danneggiare il Milan. Che come le altre prova a difendersi. L’Inter non vinceva semplicemente perché era troppo più scarsa. Il Milan è coinvolto perché dal sistema provava a difendersi. Come l’Inter, come la Lazio, come la Fiorentina. Ma non è l’Inter la squadra più danneggiata da calciopoli, semmai quella che aveva l’organico all’altezza dei bianconeri, quella che voleva combattere Moggi e il suo pool di arbitri. Non permettiamogli di revisionare la storia. Loro non vincevano perché erano semplicemente scarsi, non dimentichiamocelo mai.

Mettiamoci una X sopra

Un identikit di Mister X

Un bel giorno di giugno, il console Adrianone iniziò ad annunziare l’arrivo di questo Mister X, il quale, oltre a ricordarci un noto episodio dei Simpson, era alto, capelli folti, occhi cerulei e cavalcava un bel destriero bianco giungendo a destare il bello addormentato che è il nostro centrocampo. Il nostro, dall’alto del suo metro e ottantatrè centimetri misurati nell’ultima notte di luna piena, doveva sostituire Pirlo a centrocampo. E qua già mi verrebbe da dire: il Pirlo degli ultimi due anni verrebbe egregiamente sostituito dalla libreria dell’IKEA che uso come divisorio nell’ingresso (a pensarci, la libreria, pur con qualche ovvio difetto in fase di impostazione, darebbe anche maggior copertura difensiva). Dunque, dovrebbe tappare questo secondo grande buco per una squadra di livello europeo, dopo quello sulla fascia sinistra.

A fine giugno sembrava tutto fatto: il nostro Principe Azzurro era davvero azzurro, pur con cresta e occhiali dal dubbio stile: ma poi l’orco cattivo, Orco Aurelio, si mise in mezzo al sogno, e ricondusse il principe che veniva dall’Est nelle desolate lande in quel di Neapolis. Poi l’idea persino di questo Mister X finì nel cassetto. Sono arrivati Mexes [rotto], El Shaarawy [fragile], Taiwo [non brillante], è arrivata una bella multa all’indirizzo del Presidente della squadra, per qualcosa di diciamo un po’ più grave di un divieto di sosta.

Tralasciando da ora il linguaggio da favola, in queste ultime ore il pensiero a Mr. X sta ricomparendo: Luca Serafini si è detto certo dell’arrivo di questo, dicendo questo a Radio Radio:

“Io cerco di dare notizie, non creare aspettative. Per questo il calciomercato non mi piace. Per questo qualcuno ogni tanto mi confida qualche segreto di calciomercato. Sono certo del fatto che il Milan abbia concluso un acquisto importante, ma che lo annuncerà più avanti. So, dico e scrivo da maggio che trattano Fabregas. So da maggio che hanno ovviamente dovuto cautelarsi buttando ami per Hamsik, Ganso, ora Schewinsteiger e Pastore perché sono tutti giocatori costosi e appartengono a club che non fanno sconti, quindi sono trattative difficilissime. So per certo come uno di questi sia già’ del Milan, ho una sensazione (e voci da parte di gente della quale mi fido) su chi sia ma potrei sbagliarmi…”.

Tante parole, ma chi ci dice quelle fonti siano vere? Chi ci dice che non voglia solo conquistarsi quei quindici minuti di notorietà? Sono pronto ad essere smentito, ci godrei così fosse, ma ho tanta paura che quella di Mister X resti solo una favola. E che, nella realtà rossonera, non ci sia l’e vissero tutti felici e contenti. I soldi iniziano a scarseggiare e forse, dopo le batoste tra maggio e giugno, non c’è più nemmeno la voglia di spenderli, per tristezza o per vendetta. In più non c’è più l’appeal del Milan a livello internazionale, anzi, non esiste nemmeno più il concetto di appeal, se non per il fascino rappresentato dal dio denaro.

Per fare un gioco di parole, l’unica per ora è metterci una X sopra. Datemi pure del pessimista.

Mister X si avvicina?

E' lui?

Hamsik, Bale, Schweinsteiger, Pastore, Ganso, Asamoah, Montolivo, Fabregas. Da questa lista potremo presto depennare due nomi. Già cancellato, forse, quello di Hamsik, incedibile per il Napoli, presto potremo avere forti indizi sugli altri. E’ infatti vero che il Milan andrà martedì a Monaco per l’Audi Cup dove affronterà proprio il Bayern. La sensazione che possa esserci una replica dell’affare Ibra-Trofeo Gamper con Galliani che si ferma a Monaco a chiudere. Anche perchè a breve ci sono i preliminari della coppona (quella che noi ne abbiamo vinte 7 e loro 3). Il regolamento è chiarissimo: giocatori che saranno schierati in Agosto non potranno giocare le altre gare, come già avvenuto ad esempio con Cassano. Difficile immaginare un acquisto quindi dopo tali partite, da ventilare invece fortemente prima di esse. Se una tra Bayern Monaco e Arsenal infatti uscirà in questo turno potremo contare su una prima fascia nel sorteggio di Montecarlo e quindi un sorteggio molto più agevole.

Intanto il Barça prende Sanchez con 26,5 milioni di Euro + 11 bonus. Segno che forse i soldi ora non ci sono. Manca anche, se non ve ne siete ancora fatti, il grande colpo del Real Madrid che solitamente arriva sempre in questa fase di mercato. E’ infatti Sanchez il primo colpo del Barça, colpo che potrebbe fissare i prezzi di tutti gli altri come spesso accade. Per quanto riguarda il “mercato interno” continuo a proporre il rilancio di Emanelson nei titolari. Lo faccio orai da Milan – Bari dello scorso anno. Delle poche cose valutabili di Milan – Solbiatese mi ha infatti stupito la sua punizione.

Capitolo cugini. Non possiamo non segnalare l’iniziativa lanciata da Critica Rossonera per la giornata di oggi. Alle 18.00 riunione in Corso Vittorio Emanuele 9, davanti alla nuova sede nerazzurra per depositare un cartone. Lì lo riciclano. Sempre a proposito dei cugini mi sono dimenticato di parlare dello scudetto 98 nel post di ieri. Quello reclamato per il rigore su Ronaldo. Quello giocato con Recoba comunitario. Non solo non hanno titolo per reclamarlo, ma dovrebbero restituire anche la coppa UEFA.

Miti da sfatare

  1. Lo scudetto 2006 fu assegnato all’Inter dalla FIGC. E’ il parere non solo di Cudicio, che il 18 luglio votò contro, ma lo stesso parere di Guido Rossi tramite l’ormai famoso comunicato FIGC. E’ infatti sempre necessaria una decisione di assegnazione o di non assegnazione (2005 e 1927).
  2. Il consiglio federale ha votato di non avere merito a giudicare, nonostante secondo lo stesso suo statuto e la stessa relazione di Guido Rossi dicessero diversamente.
  3. Se tutti fossero stati puniti il Milan avrebbe comunque disputato la Champions League. Difficile ipotizzare una retrocessione per i rossoneri la cui relazione di Palazzi aggrava la posizione solamente di qualche punto. Non vi è infatti nemmeno in quella la responsabilità diretta di Galliani, ma non solo. Sono infatti state coinvolte nella stessa relazione Cagliari (diretta, con Cellino), Livorno (diretta, con Spinelli), Foschi (oggettiva, col Palermo), Gasparin (oggettiva, col Vicenza), Governato (oggettiva, col Brescia), e Spalletti (diretta, con l’Udinese di cui era allenatore). Se quindi, con un trattamento equo non solo l’Inter sarebbe finita dietro a Roma e Milan nella classifica 2005/06 anche Palermo e Livorno avrebbero preso qualche punto di penalizzazione finendo dietro ai rossoneri con il distacco accumulato sul campo. Aggiungendo il caso peggiore (ovvero, nella scala dei giudizi, davanti alla Fiorentina) la classifica “corretta” sarebbe stata Roma, Chievo, Parma, Empoli (le quattro società su cui Palazzi nulla ha detto) e poi successivamente il Milan. Con l’Empoli che, però, non avendo la licenza UEFA, avrebbe comunque permesso al Milan di disputare i preliminari di Champions League. Chi ha giocato ingiusamente quella coppa sono altri.
  4. La Juventus non è stata prescritta per il caso doping. La Juventus è stata giudicata e assolta dal TAS di Losanna in data 27 Aprile 2005, sancendo l’irrevocabilità dei trofei per il comportamento di Agricola. La prescrizione non c’entra proprio nulla, quindi la scusa utilizzata dagli interisti perchè l’onesto Moratti non rinuncia alla prescrizione per provare l’estraneità ad ogni sospetto è in realtà l’ennesima bufala colossale di Appiano Gentile.
  5. Facchetti non si può difendere. Vero. Moratti però sì. Anche lui deferito per l’articolo sei anche se in questi giorni si è parlato solamente delle telefonate del Brindellone. In questo caso come già detto stiamo assistendo al più grave tentativo della storia di farsi scudo tramite cadavere.

Dodici reti alla Solbiatese

In novanta minuti si possono fare quindici dodici gol.

Ma che brutto è col codino?

La prima dei campioni

Stadio Felice Chinetti, ore 18.00. Sarà la solbiatese a tenere a battesimo il Milan per la stagione 2011/12. Sarà la prima gara dei rossoneri con lo scudetto “sul petto” dato che la nuova stagione sportiva è finalmente iniziata 20 giorni fa. Parola finalmente al campo, con una supercoppa da preparare per il sei agosto (che lascerei però ai cugini per riempirsi ancora la bocca dicendo che hanno già vinto un trofeo mentre naufragheranno in campionato qualora dovesse inficiare negativamente sulla preparazione). Parola al Milan che scende a Solbiate senza Pirlo, passato alla Juventus, ma con il resto della rosa campione d’Italia confermata. Assenti i sudamericani che si uniranno il 25 con la squadra per esordire in Audi Cup.

Un precedente tra le due squadre nel 97/98 quando il Milan di Capello si impose 2-0, sempre su questo campo con reti di Kluivert e Pelatti. Oggi vedremo all’opera soprattutto El Sharaawy e Paloschi. Difficilmente saranno schierati Ibra e Cassano che solo di recente si sono aggregati alla squadra, mentre sarà abbondante probabilmente l’uso dei primavera. Non Strasser, ceduto in prestito al Lecce e non Merkel in comproprietà al Genoa nell’affare Boateng.

Una partita che non dirà quindi tanto se non per la grande curiosità di rivedere in campo la squadra rossonera 52 giorni dopo il rompete le righe di Udine. Un pensiero anche alla prima gara dell’anno scorso, quando contro il Varese arrivò la figuraccia: come stavamo allora e come stiamo adesso. I problemi e i proclami lasciamoli agli altri, pensiamo a vincere. Se l’anno scorso infatti affrontavamo il campionato senza i favori del pronostico la stessa cosa non si può dire quest anno. Se non arriveranno trofei la squadra e lo staff tecnico dovranno assumersi le loro responsabilità a fine stagione dato che la rosa attualmente è competitiva per l’italia così com’è e il surplus se arriverà sarà solo per l’Europa.