Mentre l’attenzione di tutto il mondo calcistico mondiale si volgeva sul ritorno del Clasico di Supercoppa di Spagna tra Barça e Real, in questi due giorni si è giocata l’andata dei playoff per l’accesso alla Champions League. Playoff che indirettamente ci riguardano, dato che l’eliminazione di una tra Bayern e Arsenal ci garantirebbe ancora per un anno una fortunosa prima fascia al sorteggio dei gironi, il che non sarebbe male considerando la nostra puntuale sfortuna nel sorteggio.
Con il Bayern atteso a un facile confronto con quello Zurigo che tanto male ci ha fatto, le nostre speranze non potevano che ricadere sull’Udinese: abbinata nel sorteggio all’Arsenal, ha messo in scena una sfida che dodici mesi fa sarebbe stata di ben altro livello. Ora, invece, niente Fabregas e Nasri (e stavolta mancava anche Van Persie), niente Sanchez e Inler. Senza tutte queste stelle, hanno deciso, più del gol di Walcott ad inizio partita, la sfortuna nella mira di Di Natale e la bravura di uno Szczesny (ohibò, l’ho scritto bene!) che è finalmente riuscito a far atterrare a Londra il suo gemello portiere di talento.
Ed a pesare non è tanto la sconfitta per 1-0, quanto il non essere riusciti a segnare un gol all’Emirates. Con quello, al Friuli sarebbe stato tutto più facile, e Udine avrebbe potuto davvero sognare. Ce la si può fare comunque, se Totò Di Natale è in palla: l’ultima frase è delizia ma anche croce dei tifosi udinesi, e in attesa che sboccino nuovi campioni basarsi troppo sui gol di un pur grande cannoniere sembra troppo per puntare al doppio impegno. Ma già arrivare al girone sarebbe una grande gioia, per loro, per l’Italia calcistica e anche per noi, come ho già fatto notare prima.
Nelle altre partite di martedì, per concludere i risultati dei playoff piazzati, il Lione come prevedibile ha piegato 3-1 il Rubin Kazan, mentre tra Twente e Benfica il 2-2 di Enschede favorisce i portoghesi in vista del ritorno. La sorpresa viene dall’ex-Cecoslovacchia: in continuità con lo Zilina dell’anno scorso, la rivelazione di questi preliminari sembra essere il Viktoria Plzen. 3-1 ad un Copenhagen che sembra il gemello spento della squadra di un anno fa e fase a gironi ipotecata. Nell’ultima partita di martedì, uno spento 1-1 tra il Bate Borisov e lo Sturm Graz.
Altre cinque partite – due dei piazzati, tre dei campioni – mercoledì. Incontro di cartello, già citato prima, è Bayern-Zurigo. Perentorio il 2-0 dei tedeschi, con gol di Schweinsteiger (mettiamoci l’animo in pace) e Robben, ma soprattutto una dimostrazione spaventosa di forza e controllo. La sorpresa del giorno, invece, viene dalla Danimarca. Precisamente da Odense: l’OB è riuscito a tenere gli attacchi di un Villarreal dalle pistole caricate a salve e a segnare in contropiede a fine partita, tra lo sconcerto del Sottomarino Giallo.
Le altre tre partite del giorno vedono, come del resto le prime due, tre vittorie delle squadre di casa: il Malmö che tanto aveva fatto faticare i rossoneri domenica annichilito 4-1 dalla Dinamo Zagabria, 2-1 del Maccabi Haifa sul Genk (il cui gol è curiosamente stato siglato dall’israeliano ed ex-Maccabi Barda), ed infine 1-0 del Wisla Cracovia sull’APOEL Nicosia. Episodio curioso in quest’ultima partita: tale Malecki, autore del gol, ha esultando mostrando non una dedica alla fidanzata o al figlio, ma l’immaginetta di Wojtyla. Evito di commentare.
Comunque si conferma ancora una volta il fallimento del nuovo sistema Platini per i playoff: è evidente quanto sia forte lo squilibrio tra certe gare e altre, e questa cosa non mi va giù. Come penso non vada giù a molti di voi.