Lui non ci vuole
Ancora ci ricordiamo la sbornia del dopo-scudetto, i caroselli per le strade, la gioia di poter finalmente rispolverare, dopo qualche anno sabbatico, quello sguardo e quel sorrisetto beffardo con cui squadrare i cugini, ed è già luglio. Le città si svuotano e, nonostante le tv incitino ogni volta alle partenze intelligenti, le autostrade si riempiono di tamarri e di chiassose famiglie con destinazione un ameno lido da qualche parte qui a Sud. Mentre la televisione ci propina ogni giorno repliche e collage, e anche i notiziari sembrano riportare le stesse notizie ogni giorno, le uniche cose che ci ricordano che quest’estate stancamente si sta trascinando un giorno dopo l’altro sono le dichiarazioni del nostro amatissimo amministratore delegato.
Se si stesse a collezionarle, si penserebbe a dei rossoneri in una piena crisi di nervi: un giorno l’obiettivo è Fabregas, l’altro Fabregas è irraggiungibile, il terzo Hamsik è vicinissimo, il quarto lo slovacco non interessa. E, per mia somma gioia, negli ultimi giorni si è smesso di parlare di Mister X. Perché, se non serve più fare tanta pretattica, vuol dire che la situazione è già abbastanza buona: e in più, per uno che a “Indovina Chi” ha sempre perso, è qualcosa di abbastanza snervante. Di lì a poco, si sarebbe cominciato a giocare all’Impiccato. E come se non bastasse, ci si mette anche il Piersilvio, che lancia la boutade Iniesta. Nella speranza, forse, di confondere chi all’estero legge “Berlusconi”.
Ma ora vediamo nel dettaglio le situazioni sui singoli obiettivi del Milan:
HAMSIK: Sono oramai diversi giorni che il giocatore strizza sempre di più l’occhio al Milan, mentre davanti alle telecamere De Laurentiis scaccia tutte le voci. In realtà è chiaro, nonostante anche le smentite di Galliani [un po’ troppo veementi per essere vere: ricordate, excusatio non petita, accusatio manifesta], quanto l’accordo non sia così lontano. Serve poco per ammorbidire un po’ le pretese economiche degli azzurri, e questo processo potrebbe forse essere aiutato anche da una contropartita tecnica: forse El Shaarawy, con mio grande dispiacere – lo vedo pronto per il grande salto. Hamsik, comunque, sarebbe il biglietto da visita per capire che, come obiettivo nel breve-medio periodo, sia stato stabilito il raggiungimento di quota 20 scudetti, sacrificando un po’ – o meglio, arrendendosi? – quell’Europa nella quale l’anno scorso lo slovacco si è dimostrato ben poco competitivo. Realisticamente potrebbe essere la scelta giusta, ma…
Lui sì
FABREGAS: È lui il grande nome intorno al quale, invece, si potrebbe costruire una squadra competitiva per l’Europa. Anche qua ci metto un ma grosso come una casa. Il Milan è la squadra più titolata nel mondo, abbiamo 7 Coppe dei Campioni/Champions League in bacheca, siamo forse una seconda scelta? Lui vuole andare a Barçelona, bene, ci vada! Ovviamente, se riescono a prenderlo. Eccolo il modello del grande club di Laporta, eccola la cantera! Eccolo il modo migliore di gestire il calcio, l’azionariato popolare! Il risultato? Blaugrana pieni di debiti fino al collo e massimo 30 milioni da spendere per il mercato. E vogliono comunque Thiago Silva, è lui il loro vero obiettivo: spedirei loro una copia di Fifa 11, in Modalità Allenatore il Barça è ricchissimo. Eppure, è l’unico degno a sostituire il Pirlo dei tempi migliori.
GANSO: Uno che, invece, non ha mai considerato il Milan come una seconda scelta è Paulo Henrique Ganso. La Libertadores appena conquistata – per la prima volta dai tempi di Pelè – ha fatto sì che il supermarket Santos aprisse i battenti: se Neymar, il pezzo più pregiato, sembra destinato al Real Madrid (o a rimanere là, come più volte auspicato non solo a parole dalla dirigenza) l’altro campionissimo della rosa è il vero obiettivo del Milan. Per Ganso, raro caso per un brasiliano, non si riesce a trovare un nonno molisano o qualcosa del genere, dunque si sta tra color che son sospesi, in attesa del prossimo Consiglio Federale: si dovrebbe arrivare al secondo extracomunitario, sperando che qualcuno non metta i bastoni fra le ruote… Ganso comunque sarebbe la perfezione nel medio termine, arrivando, con ogni probabilità, non quest’estate ma a gennaio, dopo il Mondiale per Club [in cui spero con tutto il cuore che facciano vedere i sorci verdi al Barça].
DANILO: Sempre dal Santos c’è ancora, pure se un po’ raffreddata, la pista Danilo. Talentino che, però, sembra gradire di più il Benfica. Per me, dunque, stesso discorso che per Fabregas: non ti piace qui? Via! Ma forte è forte, e non è nemmeno tanto costoso: non segna molto, ma i gol che ha fatto finora sono stati molto pesanti: e se con lui avessimo trovato una nuova gallina dalle uova d’oro? La tentazione di replicare il colpo Kakà c’è sempre, e stavolta il prescelto sembra qualcosa di meglio dei soliti Grimi/Mattioni/Montelongo…
Lui anche, ma per me è un no
KAKA’: Lo ho appena nominato, ed eccolo qua: c’è chi è pronto a giurare che l’interesse di Galliani e company per il nostro ex-22 non sia per niente scemato, e che [fonte Milan Day] sarebbe disposto, pur di tornare, a dimezzarsi l’ingaggio e ad accettare un ruolo da comprimario, da chioccia per El Shaarawy. Mi dispiace, per me non va. Sei stato anche tu a volertene andare, e non dimenticherò i momenti in cui con la mano sinistra sventolava la maglia rossonera dal balcone e con la destra la oltraggiava come fosse il più penoso dei cenci sporchi, firmando per il Real Madrid. I ritorni, poi, non sono mai stati forieri di successi, e Sheva non è l’unico caso. Preferirei rimanere con i ricordi di Milan-Manchester 3-0…
LE PARTENZE: Purtroppo le partenze sono destinate ad alzare l’età media della squadra: i quattro Primavera aggregati a tempo pieno alla rosa sono oramai un’utopia, e la quotidiana dose di notizie sul calciomercato non prescinde da “Strasser via”, “Verdi e Oduamadi al Torino” e cose del genere, e intanto Merkel – sperando che il gioco sia valso la candela – è già andato.
Spero però che una cosa sia chiara: il grande nome deve arrivare, è già luglio e non dobbiamo rischiare che i tifosi, alla fine di questa calda estate, pronti a ricominciare al lavoro dopo un’estata passata al mare lontano dalle fatiche calcistiche, si trovino con un pugno di mosche in mano ed una squadra quasi uguale e un anno più vecchia.
Ah, non dimentichiamoci, ad inizio agosto c’è la Supercoppa: trofeino sì, ma io glielo voglio sventolare in faccia. Giusto per il gusto.