Contentissimo di questo pareggio in trasferta, un po’ meno per come è arrivato. Sappiamo tutti che non ci possiamo sempre permettere di lasciare campo solo agli avversari dal quinto all’ottantacinquesimo minuto. Ma sappiamo anche che squadra sono loro e soprattutto quanto sia difficile persino prendersi un solo punto. Un punto, considerate le figuracce al Camp Nou delle squadre con cui ce la giochiamo in campionato, che non può che soddisfarci contro la squadra ora più forte del mondo. Squadra che, peraltro, ha fatto persino turnover nella scorsa giornata: chissà, non ci avessero riservato questo grande onore.
Contentissimo di vedere quanto ci voglia poco, un respiro, un battito di ciglia, per zittire i gufi, per strozzare i cori in gola al più caldo stadio del mondo: diciassette secondi, Nocerino serve Pato; diciannove secondi, Pato si beve Mascherano e Busquets; ventiquattro secondi, Pato scocca il tiro; venticinque secondi, Valdes vede inerme la palla insaccarsi. Zittiti i gufi, irriso un Barça che cercava di farsi beffe di noi mettendo sulla linea difensiva a quattro solo un vero difensore di ruolo (il pericoloso Dani Alves). Facile facile, ora sembra ovvio il catenaccio. Qualche sussulto nei minuti successivi, tra cui un Pato fermato in inesistente fuorigioco mentre era lanciato in porta, poi tanto, troppo blaugrana (come dirà il 75% a 25% nel possesso palla). Segna Pedro, ma non facciamoci illusioni sulla sua prestazione: non ha fatto poi tanto se non essersi trovato là ad un metro dopo una gran giocata di Messi (sola occasione in tutta la partita in cui sono entrati in area palla al piede). Fine della prima frazione, Boateng fuori per un colpo al fianco.
Contentissimo del primo tempo, pressing alto e spesso blocchi della tiki-taka blaugrana, contropiede e anche qualche pericolo, meno contento del secondo. Trentacinque minuti di squadra nella propria area, con l’apogeo arrivato in realtà non dopo molto tempo: Busquets fa quello che sa fare meglio – buttarsi e simulare dolore e disperazione tali a quelle dell’Achille colpito al tallone -, Villa fa un gran gol. Incolpevole Abbiati, anzi niente male stasera. Uscito l’affaticato Cassano, il Milan a una punta inizialmente nei progetti di Allegri inizia a macinare qualcosina, soprattutto sulle palle inattive.
Contentissimo, infine, che la profezia del buon Matto si sia avverata: “Nel calcio non si può mai dire mai – cito a naso – metti ad esempio un colpo di testa su calcio d’angolo”. Così è, minuto 92. Pieno recupero, si torna a sentire la torcida: Abidal fa una cappellata, non protegge bene un pallone giocato da Nocerino e c’è calcio d’angolo. Batte Seedorf, un istante al contempo breve e lunghissimo, Thiago Silva, gol. La beffettona, l’ha chiamata Pellegatti. Venti secondi inutili e poi il fischio finale. L’uscita dall’inferno, la fine della sofferenza contro una squadra ben più forte e rodata: siamo stati italiani. Catenacciari, contropiedari, cinici. Non è bello. Ma non deve essere bello, dev’essere efficace. Così è stato.
BARCELLONA – MILAN 2-2
1′ Pato (M), 36′ Pedro (B), 50′ Villa (B), 92′ Thiago Silva (M)
Barcellona (4-3-3): Victor Valdes; Dani Alves, Busquets, Mascherano, Abidal; Keita (67′ Puyol), Xavi, Iniesta (39′ Fabregas); Villa (84′ Afellay), Messi, Pedro. A disp.: Pinto, Adriano, Maxwell, Thiago. All. Guardiola
Milan (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Nocerino, van Bommel (33′ Aquilani), Seedorf; Boateng (33′ Ambrosini); Pato, Cassano (62′ Emanuelson). A disp.: Amelia, Yepes, Bonera, Antonini. All. Allegri
Arbitro: Atkinson (Inghilterra)
L’ALTRA PARTITA: pareggio tra Bate e Viktoria a Praga (stadio di Plzen troppo piccolo), gol del centravanti Bakos e di Renan Bressan. Mi sa che entrambe hanno perso l’occasione di mettersi, per una giornata, in testa al girone di due grandi d’Europa.