La beffettona

Thiago Silva, tra i migliori in campo ed indubbiamente eroe di giornata

Contentissimo di questo pareggio in trasferta, un po’ meno per come è arrivato. Sappiamo tutti che non ci possiamo sempre permettere di lasciare campo solo agli avversari dal quinto all’ottantacinquesimo minuto. Ma sappiamo anche che squadra sono loro e soprattutto quanto sia difficile persino prendersi un solo punto. Un punto, considerate le figuracce al Camp Nou delle squadre con cui ce la giochiamo in campionato, che non può che soddisfarci contro la squadra ora più forte del mondo. Squadra che, peraltro, ha fatto persino turnover nella scorsa giornata: chissà, non ci avessero riservato questo grande onore.

Contentissimo di vedere quanto ci voglia poco, un respiro, un battito di ciglia, per zittire i gufi, per strozzare i cori in gola al più caldo stadio del mondo: diciassette secondi, Nocerino serve Pato; diciannove secondi, Pato si beve Mascherano e Busquets; ventiquattro secondi, Pato scocca il tiro; venticinque secondi, Valdes vede inerme la palla insaccarsi. Zittiti i gufi, irriso un Barça che cercava di farsi beffe di noi mettendo sulla linea difensiva a quattro solo un vero difensore di ruolo (il pericoloso Dani Alves). Facile facile, ora sembra ovvio il catenaccio. Qualche sussulto nei minuti successivi, tra cui un Pato fermato in inesistente fuorigioco mentre era lanciato in porta, poi tanto, troppo blaugrana (come dirà il 75% a 25% nel possesso palla). Segna Pedro, ma non facciamoci illusioni sulla sua prestazione: non ha fatto poi tanto se non essersi trovato là ad un metro dopo una gran giocata di Messi (sola occasione in tutta la partita in cui sono entrati in area palla al piede). Fine della prima frazione, Boateng fuori per un colpo al fianco.

Contentissimo del primo tempo, pressing alto e spesso blocchi della tiki-taka blaugrana, contropiede e anche qualche pericolo, meno contento del secondo. Trentacinque minuti di squadra nella propria area, con l’apogeo arrivato in realtà non dopo molto tempo: Busquets fa quello che sa fare meglio – buttarsi e simulare dolore e disperazione tali a quelle dell’Achille colpito al tallone -, Villa fa un gran gol. Incolpevole Abbiati, anzi niente male stasera. Uscito l’affaticato Cassano, il Milan a una punta inizialmente nei progetti di Allegri inizia a macinare qualcosina, soprattutto sulle palle inattive.

Contentissimo, infine, che la profezia del buon Matto si sia avverata: “Nel calcio non si può mai dire mai – cito a naso – metti ad esempio un colpo di testa su calcio d’angolo”. Così è, minuto 92. Pieno recupero, si torna a sentire la torcida: Abidal fa una cappellata, non protegge bene un pallone giocato da Nocerino e c’è calcio d’angolo. Batte Seedorf, un istante al contempo breve e lunghissimo, Thiago Silva, gol. La beffettona, l’ha chiamata Pellegatti. Venti secondi inutili e poi il fischio finale. L’uscita dall’inferno, la fine della sofferenza contro una squadra ben più forte e rodata: siamo stati italiani. Catenacciari, contropiedari, cinici. Non è bello. Ma non deve essere bello, dev’essere efficace. Così è stato.

BARCELLONA – MILAN 2-2
1′ Pato (M), 36′ Pedro (B), 50′ Villa (B), 92′ Thiago Silva (M)
Barcellona (4-3-3): Victor Valdes; Dani Alves, Busquets, Mascherano, Abidal; Keita (67′ Puyol), Xavi, Iniesta (39′ Fabregas); Villa (84′ Afellay), Messi, Pedro. A disp.: Pinto, Adriano, Maxwell, Thiago. All. Guardiola
Milan (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Nocerino, van Bommel (33′ Aquilani), Seedorf; Boateng (33′ Ambrosini); Pato, Cassano (62′ Emanuelson). A disp.: Amelia, Yepes, Bonera, Antonini. All. Allegri
Arbitro: Atkinson (Inghilterra)

L’ALTRA PARTITA: pareggio tra Bate e Viktoria a Praga (stadio di Plzen troppo piccolo), gol del centravanti Bakos e di Renan Bressan. Mi sa che entrambe hanno perso l’occasione di mettersi, per una giornata, in testa al girone di due grandi d’Europa.

GODO

Un fuorigioco inventato a Pato lanciato in porta sull 1-0.

Una simulazione di Busquets, e una punizione inesistente che porta al gol del 2-1.

80% di possesso palla sterile. Un solo tiro in porta dall’area, quello del Gol.

E tanta, tanta goduria quando Thiago la mette alle spalle di Valdes.

Ai gufi, rossoneri e non, un bel sucate.

Alle porte del sogno

Camp Nou, ore 20.45. Il passato contro il futuro, la squadra più vincente di sempre contro quella più vincente del momento. Il mondo stanotte si fermerà volgendo gli occhi a Barcellona. Non è il derby d’Europa col Real ma vale sicuramente molto dal punto di vista morale. Il Barcellona ci teme e lo si è capito dalla scorsa gara di campionato quando Puyol, Abidal, Mascherano, Villa e Messi oltre a Iniesta hanno dovuto assaggiare la panchina: il messaggio è chiaro, dopo essere stati eliminati dalla seconda squadra di Milano un paio di anni fa, seppur per mano del direttore di gara, ci temono.

Non affrontiamo il Barcellona in una gara ufficiale da una vita, in particolare dall’era pre-calciopoli: semifinale 2005/06 sconfitti a San Siro con il gol di Giuly e usciti a testa alta costringendoli a giocare a catenaccio andando a dominare il campo a casa loro al ritorno. Più fresco l’ultimo precedente assoluto, l’1-1 dello scorso anno, quando segnarono Ibrahimovic (che quattro giorni dopo avrebbe cambiato maglia) e Pippo Inzaghi, i due grandi assenti della giornata di oggi.

Se di Inzaghi abbiamo già parlato a preoccuparmi sono le condizioni dello svedese, infortunatosi al flessore nella rifinitura. Ibra salterà sicuramente la gara di oggi, lasciando a Pato l’intero peso di un attacco che presumibilmente lo vedrà unica punta dietro a Seedorf, Boateng e Van Bommel a centrocampo. Squalificato Gattuso partirà Ambrosini dal primo minuto mentre dietro confermato Nesta nonostante le cappellate contro la Lazio. Titolare Zambrotta a sinistra con Taiwo convocato ma spettatore mentre dall’altra parte agirà Abate. Il Barcellona risponde con il classico 4-3-3 con Villa, Messi e Pedro davanti, Xavi, Busquets e Iniesta davanti a Dani Alves, Abidal, Puyol e Mascherano.

I presupposti non sono comunque ottimistici nonostante siano dieci anni che in Champions League vinciamo all’esordio. E’ indubbio che l’avversario oltre ad essere il più forte del torneo ha anche il vantaggio di giocare in casa. Ma il resto di quanto detto sui catalani è tutta inutile demagogia. Il Barcellona innanzitutto non può essere un modello. Non può esserlo perché quanto mostrato in campo è il contraltare di una mala gestione sanitaria, che compra di tutto strapagandolo grazie ad un indebitamento che ammonta a 500 milioni. Il Barcellona compra chiunque e lo strapaga grazie alla diversa fiscalità: una gestione che in Italia porterebbe la squadra catalana a non potersi iscrivere al campionato italiano. Presentarsi contro una big spagnola ora è come andare a giocare ad un tavolo da Poker essendo il solo a carte scoperte. Ciò però non è una scusante per subire una goleada, cosa che se capitasse potrebbe giustamente dare adito ai processi. Penso comunque che grazie alla esperienza dei nostri faremo comunque una grande partita. Che non implica vincere, ma evitare la figuraccia dello scorso anno al Bernabeu nonostante sul piano del risultato in un girone facile non ci dovrebbe essere storia per la qualificazione ai primi due posti (quotata 1.02 per i Catalani e 1.03 per noi). E magari rifare quella dell’anno prima. In attesa che contro queste squadre si possa giocare con delle regole pari per tutti.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI BARCELLONA – MILAN

BARCELLONA (4-3-3): 1 Victor Valdes, 2 Dani Alves, 14 Mascherano, 5 Puyol, 22 Abidal,6 Xavi, 16 Busquets, 4 Fabregas, 7 Villa, 10 Messi, 8 Iniesta (13 Pinto, 21 Adriano, 24 Fontas, 15 Keita, 11 Thiago, 20 Afellay, 17 Pedro). All: Pep Guardiola

MILAN (4-3-2-1): 32 Abbiati, 20 Abate, 13 Nesta, 33 Thiago Silva, 19 Zambrotta, 22 Nocerino, 4 van Bommel, 28 Emanuelson, 10 Seedorf, 27 Boateng, 7 Pato, (1 Amelia, 76 Mario Yepes, 25 Bonera, 77 Antonini, 18 Aquilani, 23 Ambrosini, 99 Cassano) All: Massimiliano Allegri

ARBITRO: Martin Atkinson (Inghilterra).

Due certezze, nel bene e nel male

Prima giornata di serie A che scioglie qualche dubbio della vigilia. Se di Milan abbiamo già parlato ampiamente, ora facciamo il punto sul resto del programma in un appuntamento che se gradite spero di rendere fisso in sostituzione del funerale di Elbonito a cui eravate abituati lo scorso anno.

Vincono in sei, tre in casa e tre in trasferta. Di queste sicuramente la più sorprendente è il Cagliari all’olimpico. E’ proprio la Roma la prima sorpresa negativa di questo campionato. Luis Enrique intraprende un progetto ambizioso ma che difficilmente potrà portare avanti in un ambiente come quello della capitale. La squadra è apparsa lenta e imballata in un facile impegno casalingo come poteva essere quello contro il Cagliari, squadra con la quale peraltro aveva una tradizione favorevole. Il secondo gol è l’emblema della situazione attuale della Roma, con i giallorossi a cercare la soluzione per vie centrali lasciando le fasce laterali sguarnite: il Cagliari ringrazia e porta via i tre punti dall’olimpico. L’altra sorpresa è ovviamente l’Inter legata alla Roma con un filo conduttore iniziato nel 2006. Non è ancora chiaro perché Gasperini debba tenere fuori Snejider e giocare con una difesa a tre. Non ha spiegato quali vantaggi tutto ciò dovrebbe portare. Il risultato è un’inter Leonardiana che subisce molto di più di quanto non lo facesse già con l’allenatore brasiliano: quattro gol da un Palermo che quest anno farà fatica a salvarsi dopo la cessione di Pastore che ha lasciato un buco consistente in mezzo al campo. Dei tre gol nerazzurri inoltre l’unico “vero” è quello inutile, finale: il primo è un rimpallo di Milito l’altro un calcio di rigore. Settimana prossima il calendario le metterà già contro dicendoci qual’è il modello per ora meno peggiore.

La Juventus torna invece alla vittoria per 4-1 contro il Parma, forse spronata dall’esordio nel nuovo stadio. E’ forse presto per capire se questo possa essere l’anno buono per un ritorno ai vertici, ma per ora questi sono punti che la squadra torinese lo scorso anno faticava a fare. Due gli assist di un Pirlo tirato a lucido:  non si vedeva giocare così il Bresciano da almeno due o tre anni, tanto da balenarmi l’idea che abbia cercato lui stesso prima una cessione poi il non rinnovo. L’altra certezza è quella del Napoli che diventa macchina da punti in trasferta, risolvendo anche a proprio favore l’incognita del campo sintetico a Cesena. Il problema dei partenopei la scorsa stagione fu l’inverso di quello dei bianconeri, ovvero la perdita di troppi punti nelle gare che veramente contano. In tutto questo una certezza: l’elevato numero dei gol segnati durante la prima giornata (35 in 9 gare, più lo 0-0 tra Catania e Siena) ci fa capire che probabilmente molte squadre, soprattutto nella fase difensiva, dovranno necessariamente migliorare la loro condizione.

Cose turche

Nyon: il luogo della vendetta?

Nonostante l’attenzione di tutto il calcio europeo sia catalizzata sulla sfida tra due Grandi d’Europa quali il Milan e il Barçelona, bisogna ricordare che la giornata di Champions prevede anche altre sfide: una di queste è, mercoledì sera, Inter-Trazbonspor. Solitamente una gara del genere non avrebbe niente da dire, una delle tante sfide tra squadrette di seconda fascia che popolano la Champions’ League da quando si chiama così e non più Coppa dei Campioni, ma c’è un sottile filo rosso che lega le due squadre.

La squadra turca (nel caso ci fossero dubbi su quale fosse delle due, specifico che sto parlando del Trazbonspor) ha infatti avuto il pass per la Champions League solo un giorno prima dei sorteggi: non però giocando i preliminari come l’Arsenal o il Villarreal, ma per squalifica del vincitore del campionato turco, il Fenerbahçe. Nonostante le inchieste siano ancora in corso, l’UEFA ha comunque preferito cautelarsi buttando fuori i campioni – traballanti – di Turchia. Venti incontri truccati, di cui due del Fenerbahçe, ma soprattutto l’arresto del presidente di quest’ultimo club. E la UEFA ha deciso di cautelarsi.

Un tizio che ha passato gli ultimi cinque anni in una cella d’isolamento o in vacanza su Marte potrà ora chiedersi: “Che c’entra la seconda squadra di Milano? Ha il posto assicurato in Champions, a quanto mi sembra”. Beh, non è così. Prima che nel girone o nella fase ad eliminazione diretta, potrebbero infatti essere eliminati in tribunale. Un contrappasso quasi dantesco, direi. E sarebbe proprio la Juventus, che li ha denunciati alla UEFA, a prendersi una dolce vendetta.

L’articolo 2.05 del regolamento Uefa, modificarono solo dopo le polemiche sulla Champions meritatamente vinta dai rossoneri (sottolinerei venti volte il dopo, conoscendo i piangina oggi accorreranno a frotte ad ammorbarci col solito pistolotto sul fatto che non ci saremmo dovuti essere), ritiene punibile anche ogni generico coinvolgimento in possibili combine. E le intercettazioni ci sono, lo fanno vedere: l’onere di difendersi ora sarebbe a carico loro. La terra inizia a traballare, sotto i piedi nerazzurri…

Ma, per rendere ancora più trasversale la vendetta, non basterebbe certo l’esclusione dalla Champions: ecco una notizia fresca fresca. Il Tnas del Coni si è dichiarato competente ad annullare il pronunciamento FIGC sulla non revoca dello scudetto di cartone 2006, rigettando le fin troppo simili linee difensive di Inter e Federcalcio: della serie, da Guido Rossi in poi non è cambiata tanto la situazione in certi palazzi. Specifico ad uso e consumo dei piangina che citavo prima che, su esplicita richiesta peraltro della Juve, la revoca dello scudettino 2006 all’Inter non comporterebbe un’ulteriore assegnazione, anzi…Quello che conta è che c’è finalmente la possibilità di mettere un po’ di ordine, in queste cose turche.

Passo falso, ma niente drammi

Vuoi perché in fondo me lo sentivo, vuoi per la presenza di Milanista90 allo stadio si parte con un 2-2 interno con la Lazio che mi convince veramente poco. Allegri schiera Aquilani a centrocampo e a sorpresa Cassano al posto di Pato, scelte che si riveleranno poi azzeccate. Meno quella di dare spazio a un Nesta inguardabile dalle amichevoli in quel di Monaco di Baviera.

PRIMO TEMPO – E’ la Lazio a provare a fare la partita imponendo alla gara un ritmo elevato e a trovare il vantaggio dopo 12 minuti quando Klose, aiutandosi con il braccio, riesce a stoppare un pallone lasciando sul posto un Nesta (che sbaglia la linea del fuorigioco) poco convincente e a impallinare Abbiati. A dire la verità il primo gol del campionato avrebbe potuto tranquillamente segnarlo Alberto Aquilani se non avesse sparato in bocca a Bizzarri dopo 7 minuti di gioco. Gattuso esce in seguito ad una botta (e a un non meglio precisato problema alla vista) ed è Van Bommel ad entrare in campo ma non cambia il copione: al 21′ la Lazio raddoppia con Cisse che insacca di testa (anche qui una marcatura non perfetta di Nesta) alle spalle di Abbiati. Sono due gol ingenui che attestano ulteriormente il fatto che la fase difensiva sia ancora totalmente da registrare per tornare la difesa perfetta dello scorso anno. Qui c’è per fortuna una reazione d’orgoglio che porta al pareggio (triangolazione splendida tra Cassano e Aquilani) con il gol di Ibrahimovic prima e il colpo di testa di Cassano su corner dopo. 2-2 all’intervallo e tutto da rifare per la Lazio

SECONDO TEMPO – Vuoi per il caldo, vuoi per le energie ridotte al lumicino dopo i primi trenta minuti, la Lazio torna quella provinciale vista lo scorso campionato. Cominciano a fioccare le occasioni per i rossoneri: prima è Ibrahimovic, poi Boateng (che si fa anche male) a fallire il gol del vantaggio. Cassano prende un palo pochi minuti prima dell’unica colossale occasione dei biancocelesti nel secondo tempo: su svarione di Van Bommel prima, di Abbiati poi, Cissè si trova a tu per tu con la porta vuota, salvata solo da un Nesta che ci mette una pezza in corner. Poi i cambi: fuori Aquilani (tra gli applausi) e dentro Nocerino, fuori Boateng e dentro Pato. Cambi che snaturano la squadra mettendo in campo due giocatori per cui una sufficienza stiracchiata sarebbe troppo. In particolare il papero è apparso quello svogliato e fuori dal gioco. La partita si chiude con il sig. Rocchi di Firenze che non fa battere un calcio d’angolo al 50′ dopo che Ibra aveva sparato fuori il 3-2 quattro minuti prima. E con tanta amarezza.

CONSIDERAZIONI – Ripensando alla corrispondente gara dello scorso anno a Cesena di questi tempi è sicuramente un passo avanti. La fase difensiva necessita di una rifinitura urgente considerato che quest anno abbiamo concluso a reti bianche solamente la gara contro la Solbiatese e che martedì si va a giocare in casa dei campioni del mondo in pectore (dopo avere battuto quelli sulla carta a Pechino). Bene Aquilani nonostante la valanga di critiche ricevute in settimana: può essere il centrocampista che ci serve, bene anche Cassano che conferma l’ottimo periodo di forma mostrato anche nelle recenti gare della nazionale. Malissimo Pato, mai propositivo e fuori dal gioco, rimandato Ibrahimovic troppo spesso, soprattutto nella ripresa, fuori area e con scarsa mobilità. Probabilmente questo Milan davanti non può prescindere da uno tra Boateng e Robinho, almeno finché Pato sarà così discontinuo. Con due punti persi e la prossima al San Paolo un avvio come l’anno scorso stavolta potrebbe costarci caro.

MILAN-LAZIO 2-2 (primo tempo 2-2)
MARCATORI: Klose (L) al 12’, Cisse (L) al 21’, Ibrahimovic (M) al 29’, Cassano (M) al 33’ p.t.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati (5); Abate (6,5), Thiago Silva (7,5), Nesta (5,5), Antonini (5,5); Gattuso (s.v) (dal 20’ p.t. Van Bommel (6)), Ambrosini (6), Aquilani (7) (dal 23’ s.t. Nocerino (s.v.)); Boateng (6,5) (dal 31’ s.t. Pato (5)); Cassano (6,5), Ibrahimovic (6,5). (Amelia, Bonera, Yepes, Emanuelson). All.: Allegri (5,5).
LAZIO (4-2-3-1): Bizzarri; Konko, Biava, Dias, Zauri; Ledesma, Brocchi; Mauri (dal 34’ s.t. Lulic), Hernanes (dal 40’ s.t. Matuzalem), Cissè; Klose (dal 24’ s.t. Gonzalez) (Carrizo, Diakitè, Rocchi, Kozak). All: Reja.
ARBITRO: Rocchi di Firenze (5,5); assistenti Niccolai e Romagnoli (5)
NOTE – Spettatori 48.543 per un incasso di 1.286.218,11 euro; ammoniti van Bommel, Dias per gioco scorretto, Mauri per c.n.r.; recuperi 2’ p.t., 5’ s.t. Gattuso trasportato in ospedale per un problema all’occhio destro

Mezzo pieno?

Con una formazione totalmente sbagliata, regalando i primi 20 minuti recuperiamo due gol a una concorrente al titolo. Buono l’impatto di Aquilani, Nesta salva nel secondo tempo una prestazione disastrosa (manca di forma da Monaco). Stasera si è visto uno dei principali avversari per lo scudetto, anche più della Lazio: le giacchette gialle. Il calcio d’angolo non fatto battere alla fine è la ciliegina al gol irregolare dell’1-0 e ai due fuorigioco inventati su Ibra e Cassano (nel dubbio la bandierina non rimane su?). Detto questo, con qualche sistemazione si può fortemente migliorare e tornare a giocarsela senza avversari. Rimando a domani per una analisi più approfondita dato che ora non sono assolutamente in condizione. Unica nota ad Allegri, il fatto che vincere lo scudetto quest anno sia un dovere, non significa che se lo troverà su un piatto d’argento come l’anno scorso.

Anno zero

San Siro, ore 20.45. Non poteva essere diversamente. L’Inter che torna quella che era prima del 2006 con la relazione che ha rivelato al mondo (che già sapeva) tutti gli illeciti commessi e, a differenza delle altre, non pagati. Il Milan che gli toglie finalmente lo scudetto dalle maglie e la Juventus che chiude il cerchio ritornando a giocare al Delle Alpi. Non poteva quindi non essere la Lazio la nostra prima avversaria, la stessa che fu sempre a San Siro nel primo campionato dell’era calciopoli. Si riparte a caccia di uno scudetto dove per ora sembriamo essere gli unici pretendenti, si riparte in casa dato lo sciopero che ha fatto slittare la prima giornata a data da destinarsi e si riparte con una delle pretendenti al titolo. La Lazio si è infatti rinforzata nonostante la cessione di Zarate con gli acquisti di Cissè e Klose e dato l’indebolimento della seconda squadra di Milano e le incertezze della rivale romana può puntare fortemente a un posto in prima fila. Milan che non riesce a riconfermare se stesso dalla stagione 94-95, con Allegri a questo punto chiamato già ad eguagliare un mito cone Fabio Capello. Ecco perché è importantissimo nelle prime due gare con Lazio e Napoli, forse le principali avversarie nella lotta al tricolore, non lasciare assolutamente punti per strada anche in vista di un eventuale confronto diretto.

INCOGNITENon giochiamo una gara ufficiale da oltre un mese, a Pechino e una amichevole vera dal Trofeo Berlusconi del 21 di Agosto. In mezzo le nazionali che – come Cesena insegna – sfalsano pesantemente tutti i lavori di preparazione fatti in luglio e agosto. C’è però tanta voglia in squadra di cominciare e lo si è visto anche domenica quando alcuni giocatori si sono presentati per allenarsi spontaneamente. Incognite anche in formazione dove Van Bommel potrebbe venire risparmiato in vista del Camp Nou, Flamini e Mexes sono attualmente infortunati così come il neo-acquisto Taiwo (nel trofeo Berlusconi) che ne avrà almeno per un mese ancora. Allegri effettuerà quindi due soli cambi rispetto alla vittoria di Pechino con Ambrosini che subenterà a Van Bommel e Pato a Robinho, riproponendo dal 1′ quella coppia Pato-Ibra tanto discussa lo scorso anno.

PATO E IBRA, ORA O MAI PIU’ – Inutile dire che il papero è chiamato alla maturazione definitiva per diventare un grande campione. Ancora Zero i suoi gol in champions ad eliminazione diretta (ma si criticò Ibra) mentre in campionato seppure lo scorso anno fu capocannoniere ex-aequo della squadra i suoi gol furono distribuiti in maniera anomala. Il ragazzo tende a segnare ormai da tempo doppiette per rimanere poi a lungo a secco risultando così con una media gol in carriera da campione seppur portando meno vittorie alla squadra dove gioca. Diverso il discorso per lo svedese che dovrà invece provare a gestirsi in modo tale da risultare decisivo per tutta la stagione o non solo per la prima parte. L’anno scorso arrivò al momento decisivo in una condizione imbarazzante contro il Tottenham fino all’apoteosi nell’espulsione contro il Bari. A lui continuare quel processo di maturazione dopo aver disputato una delle sue migliori stagioni in Italia e diventare determinante anche fuori dai confini del bel paese.

SI RIPETERANNO? – Diverso il discorso per Abate, Boateng, Van Bommel, Robinho, Thiago Silva e Abbiati tra i migliori (se non i migliori) nei rispettivi ruoli nello scorso campionato chiamati a dimostrare continuità dalla stagione scorsa per dimostrare che non fu un fuoco di paglia alla Snejider / Milito / Pandev / Thiago Motta 2010. Su Thiago Silva (che ricordiamo, secondo qualche ottuso, ha dietro almeno due difensori dell’inter), Robinho e Boateng non dovrebbero esserci dubbi mentre ne ho di più per Ignazio Abate. Ma se il miglior terzino destro dello scorso campionato saprà ripetersi non ci saranno problemi nel portare a casa il diciannovesimo tricolore.

PRECEDENTI – Nonostante la Lazio non sbanchi il San Siro rossonero in campionato da ben 22 anni (1-0, autorete di Maldini) il recente trend con i biancocelesti non è positivo. Tre i pareggi nelle ultime tre gare, due 1-1 con Leonardo (la prima poi diventata sconfitta nei supplementari) e uno 0-0 con Allegri. Un’altra statistica per gli amanti della scaramanzia: tutte e diciotto le volte che il Milan è diventato campione d’Italia ha sempre vinto la gara d’esordio, ecco perché stasera ci terrei particolarmente, sempre che la scaramanzia non sia già stata buttata alle ortiche con il trofeo del Presidente.

Il parere dei bookmaker

Affidiamoci all'esperienza dei bookmaker internazionali

Nonostante lo sciopero, nonostante la sofferenza di vedere tutti gli altri campionati già bene avviati, nonostante la quantomai inopportuna (o forse no?) sosta per la Nazionale, domani sera inizia finalmente il campionato. Ad aprire le danze è il Milan, reginetta dell’anno scorso, impegnata in un confronto contro la Lazio: difficile, soprattutto per il clima che si creerà. Aquilani ha già dichiarato di sentirla come un derby, e, se come riferimento abbiamo i due confronti della scorsa stagione, tale lo dobbiamo considerare anche noi. Perchè i tifosi della seconda squadra di Roma non renderanno leggero questo primo giorno di scuola, facendo nella loro solita maniera infantile le veci dei loro omologhi secondosquadristi milanesi.

Dalla fine del campionato sono passati due mesi di mercato, sono passati davanti ai nostri occhi tanti obiettivi di mercato svaniti, tanti talenti sono fuggiti dal nostro campionato, e anche qualche sedicente top player se n’è andato a guadagnare stipendi che in un anno riuscirebbero a sfamare tutti i poveri del suo Paese – e son tanti. Alcune rose sono state puntellate, altre stravolte, altre – come la Juve – sono entrate in piena crisi di nervi, con giocatori prima acquistati e poi venduti in fretta e furia al primo offerente trovato.

Ma per vedere se gli equilibri sono cambiati, al di là di analisi di mercato/formazioni che non potrebbero non essere di parte, Diavolino mi ha suggerito una strada: affidarci alle quote dei più famosi bookmaker internazionali. Oramai quasi tutti hanno sedi di comodo a Gibilterra, Malta, Antigua, ma, per quanto riguarda le sedi reali, dei dieci bookmaker che ho preso in considerazione, cinque sono inglesi (888.com, bet365, Ladbrokes e Blue Square) tre in origine austriaci (Bet-at-Home, l’ormai internazionale Bwin e Interwetten), due scandinavi (Unibet.com e Bet24) e uno – Paddy Power – è irlandese. Una nota: cercherò per quanto possibile di adeguare le quote inglesi a quelle italiane.

Il primo bookmaker analizzato è 888sport: favoritissime Milan, a 2.20 (6/5 secondo le quote inglesi), e Inter, a 2.87 (15/8). Poi un bell’abisso, con Juve a 6.5 e Roma ad 11. Delle altre, solo Napoli, Lazio e Udinese hanno una quota sotto il 100/1. Quello che colpisce di più è la possibilità di scommettere sulla classifica tolte le due milanesi: in questa classifica la fa la padrona la Juve, a 2.62. Stesse identiche quote per Blue Square, dello stesso gruppo. Il terzo ed ultimo bookmaker ad usare le quote inglesi è Paddy Power, con 2.25 del Milan contro 2.75 dell’Inter.

Le quote di Bwin non si discostano da molto, vedendo il Milan a 2.25 e l’Inter a 3. Anche a qua una bella distanza tra le due milanesi e la Juve, a 6, e Roma e Napoli (a 15). L’unica minima differenza è l’udinese, ben a 150. Qualcosa di più interessante ce lo offrono invece le scommesse sul miglior piazzato tra le due squadre di Milano, con la prima a 1.72 e la seconda a 2. Già quattro bookmaker: sarà mai che qualche differenza c’è? A confermare il trend delle altre due scommesse c’è Ibra, favorito come capocannoniere a 6 (più basso perfino del 7 di Di Natale). Potete trovare qua un riassunto delle quote di altri bookmaker inglesi.

Il testa a testa è presente anche sul danese Bet24, che dà il Milan favorito contro l’Inter a 1.75 contro 1.95, contro la Juve a 1.42 contro 2.65 e contro la Roma a 1.30 contro 3.20. Un po’ diverse le quote per la vincirtice dello scudetto, con l’Inter a 2.40 più vicina al Milan (2.25) che nelle quote precedenti. Altra scommessa che ci riguarda è quella per un piazzamento in zona Champions: la quota è 1.08, praticamente una certezza.

1.08 che aumenta solo di pochissimo, a 1.14, con bet365, col quale si ritorna nell’alveo dei bookmaker inglesi. Anche qua, comunque, la quota è più bassa dell’1.20 dell’Inter. Le quote per lo scudetto sono praticamente uguali ai primi tre, mentre per il capocannoniere qui è Cavani il favorito e non Ibrahimovic: da notare che Di Natale è solo al quinto posto, con una quota oltre il 10.

2.20 a 2.50 per il Milan su Bet-at-home, che per le scommesse sul vincitore si segnala in quanto la prima ad assegnare alla Roma una quota inferiore al 10 (8.50). Per il capocannoniere il favorito è invece Di Natale. Stessa cosa per l’altro bookmaker austriaco Interwetten (dove Pato, tra i primi negli altri, è dato a 30), la cui peculiarità è essere l’unico ad assegnare una quota superiore al 3 all’Inter.

Pato che, insieme a Di Natale, è incredibilmente con 7 il favorito per la classifica cannonieri secondo Unibet. Per il resto 2.10 a 3 per il Milan, con Juve a 7 e Roma a 14. Più contenuto il gap tra le due milanesi secondo Ladbrokes: 2.25 a 2.50, con un bassino 5.50 per la Juve. Ibra favorito per la classifica cannonieri, con, tra gli altri milanisti, Pato a 17 e Robinho a 26.

Tanti numeri, tante quote, vien quasi la tentazione di giocarsi qualche euro. Ma c’è un dato in particolare che possiamo leggere da tutti questi dati: siamo indiscutibilmente i favoriti. Non possiamo dire certo di esserci rinforzati più di tanto, ma di certo non ci siamo indeboliti: abbiamo anzi allungato la panchina e ringiovanito un po’ la rosa. Ovviamente non dobbiamo cullarci sugli allori nè vantarci eccessivamente (sono loro, e non noi, i campioni di agosto), ma non dobbiamo nemmeno fasciarci la testa. Il diciannovesimo – davvero diciannovesimo – non è così lontano come qualcuno chiede.

Eh già… noi siamo ancora qua!

Il gol di turno stavolta è di Giampaolo Pazzini, a dire la verità ininfluente. A Firenze arrivano i tre punti che portano l’Italia a quota 22, irraggiungibile per tutte le altre e che portano l’Italia a qualificarsi quindi con due giornate di anticipo all’Europeo come mai era accaduto nella storia della selezione azzurra.

PRIMO TEMPO – La partita si apre subito con Giuseppe Rossi che spara in bocca ad Handanovic (cugino di quello dell’Udinese) dopo pochi secondi seguito poi al 3′ minuto da una conclusione verso la porta di Montolivo. Sembra un riepilogo di quanto accaduto con le Faroe ma invece il ritmo si abbassa subito per un primo tempo che dà ragione alla gran parte degli spettatori di Firenze rimasti a casa per questa partita. Il primo tempo si chiude senza reti, con un solo tiro Sloveno a metà partita e De Rossi che non riesce a dieci minuti dalla fine a concludere in porta un assist di Montolivo.

SECONDO TEMPO – Entra Marchisio per Motta ma l’Italia non riesce a sfondare una Slovenia che si difende con ordine ed è nella ripresa che Prandelli prova a cambiare tutto mettendo davanti i calibri pesanti. Dentro Pazzini al quarto d’ora per un Cassano comunque tra i migliori in campo fino a quel momento e Italia che sfiora il gol con una azione confusa al 24′ con De Rossi che sul primo palo spinge in porta a botta sicura ma viene respinto dalla difesa slovena. Tre minuti dopo l’unica azione Slovena con Novakovic che liscia un possibile contropiede che lo avrebbe lanciato a tu per tu con Buffon. Entra Balotelli per un inconcludente Montolivo e poco dopo costringe Handanovic all’errore. Marchisio spara a lato prima del gol di Pazzini che arriva su assist proprio dello Juventino a sei minuti dalla fine e che ci porta matematicamente ad Euro 2012. Balotelli sfiora poi il raddoppio nel recupero dove la Slovenia, se mai ne avesse avuto, lascia sul campo del Franchi ogni speranza residua di viaggiare in Polonia ed Ucraina la prossima estate.

PAGELLE E DINTORNI – Mi è piaciuta molto la prova di Cassano (7): per il Barese è forse l’ennesimo sintomo di un crescendo di forma che lo sta portando già in una condizione che difficilmente ha avuto negli ultimi anni. L’italia ribalta la partita nei cambi: fuori Thiago Motta (5) finora anonimo, dentro Marchisio (6.5) che ha giocato un buon secondo tempo anche proponendosi diverse volte in fase offensiva. Buona prova anche di Pirlo e De Rossi (6 a ciascuno) che giocoforza devono essere il punto di riferimento a centrocampo anche se l’unica punta che può sfruttare i lanci del nostro ex-centrocampista è Balotelli. Mi ha deluso anche Rossi (5.5) sottotono, oltre alla coppia di centrali (6) che nonostante non dia sicurezza riesce a non prendere gol ancora una volta aumentando la propria imbattibilità. Capitolo a parte lo merita invece Balotelli (7), prima punito nella trasferta di venerdì scorso, poi fatto giocare un quarto d’ora tra gli applausi del pubblico e di un telecronista che è sembrato piuttosto di parte (ma si sà, la scuola Civoli…). Il Ghanese è una pedina della nazionale o un fenomeno da baraccone che il circo italiano si porta dietro? Si è parlato di “caso Cassano” quando gli è stata data a Bari la fascia di capitano, questo caso è analogo. Nel frattempo l’Italia passa con la quarta vittoria per un gol di scarto, tre per 1-0, facendo della difesa il suo punto di forza. Se Prandelli voleva una italia alla Barcellona, per ora è una italia alla Milan.

ITALIA-SLOVENIA 1-0 (0-0)
MARCATORE: Pazzini al 39’ s.t.
ITALIA (4-3-1-2): Buffon; Cassani, Ranocchia, Chiellini, Balzaretti; Motta (dal 1’s.t. Marchisio), Pirlo, De Rossi; Montolivo (dal 31’ s.t. Balotelli); Rossi, Cassano (dal 16’ s.t. Pazzini). (De Sanctis, Bonucci, Criscito, Nocerino). All: Prandelli
SLOVENIA (4-4-2): J. Handanovic; Brecko, Suler, Cesar, Jokic; Birsa (dal 12’ s.t. Ilicic), Koren, Radosavljevic, Kirm (dal 42’ s.t. Dedic); Novakovic, Vrsic (dal 31’ s.t. Pecnik). (Belec, Ilic, Mavric, Matavz) All: Kek
ARBITRO: Oddan Moen (Nor)
NOTE: spettatori 18mila circa. Ammoniti Koren (S) e Pecnik per gioco scorretto; Balzaretti (I) e Brecko (S) per reciproche scorrettezze. Angoli 3-2 per l’Italia. Recuperi 0’ p.t. e 4’ s.t.

A pochi passi dall’Europeo.

Samir Handanovic, grande assente in casa slovena

Prima dell’inizio di questo distico di partite della Nazionale, vi ci appropinquavamo con ben altro stato d’animo: quello entusiasta di chi ha dominato un girone con una sola rete subita e senza sconfitte. Queste due statistiche sono rimaste, ma i freddi numeri non dicono quanto dice l’occhio, quanto ha detto il gioco dell’Italia nella partita di venerdì. Una squadra bloccata a centrocampo, senza spazi di manovra, in certi frangenti quasi tiranneggiata dalle isole Fær Øer, le quali, parliamoci chiaro, meritavano almeno il pareggio.

Pur con tutte le attenuanti del caso – di cui già parlai nel prepartita di venerdì – tipo il campo in sintetico e la loro sicuramente maggiore voglia di vincere e mostrarsi agli occhi del mondo come qualcosa di più che un materasso, non è accettabile un risultato del genere. Ma i risultati del resto del girone, nell’ultima giornata in cui si sono giocate tre partite in contemporanea, ci hanno arriso: ora ci basta un solo punto per poterci automaticamente considerare in Polonia-Ucraina.

Si spera che questo punto arrivi stasera, a Firenze contro la Slovenia. Ma non è facile, per una semplice ragione: l’avversario è di spessore e soprattutto una buona fetta della rosa gioca in Italia e conosce bene il nostro campionato e i nostri schemi. C’è, comunque, un importante punto a nostro favore: quello che forse è il giocatore più forte e rappresentativo della nazionale slovena, il portiere udinese Samir Handanovic, non sarà della gara. Al suo posto, dunque, il fratello Jasmin (portiere del Mantova): ostacolo certamente più abbordabile, ma l’importante è inquadrarla, la porta. Gli altri “italiani” dell’undici titolare sono Cesar e Jokic del Chievo e Birsa del Genoa, mentre i due sloveni del Palermo – Ilicic e Bacinovic – sono in panchina insieme al portiere del Crotone Belec e all’ex-Parma Dedic.

L’Italia invece è per nove undicesimi la formazione che ha vinto di misura contro Spagna e Fær Øer: le uniche novità sono i due terzini, gli ex compagni a Palermo Cassani e Balzaretti al posto degli affaticati Criscito e Maggio. In attacco, invece, con Montolivo ancora dietro le punte, di nuovo spazio al tandem Cassano e Rossi, con Pazzini e Balotelli pronti come nelle precedenti occasioni ad entrare in corso d’opera. Ma le formazioni contano poco, se non c’è la voglia di vincere. Basta un punto, ma ne voglio tre.

ITALIA (4-3-1-2): 1 Buffon, 16 Cassani, 15 Ranocchia, 4 Chiellini, 1 Balzaretti, 6 Thiago Motta, 21 Pirlo, 5 De Rossi, 18 Montolivo, 10 Cassano, 22 Rossi.
(12 Sirigu, 19 Bonucci, 3 Criscito, 8 Marchisio, 14 Aquilani, 7 Pazzini, 9 Balotelli). All.: Prandelli.
SLOVENIA (4-4-2): 12 J. Handanovic 2 Brecko, 4 Suler, 5 Cesar, 13 Jokic 10 Birsa, 8 Koren, 21 Vrsic, 17 Kirm, 11 Novakovic, 23 Matavz.
(16 Belec, 6 Ilic, 22 Mavric, 20 Bacinovic, 19 Ilicic, 18 Radosavljevic, 14 Dedic). All.: Matjaz Kek. Arbitro: Moen (Nor).

La questione Inzaghi, per l’ultima volta

Non ci sarà, ormai lo sappiamo tutti. E a mio parere è un fatto positivo. L’infortunio ha fermato Inzaghi più di quanto abbia fatto il gol di Raul contro l’inter in un inseguimento al record che ormai aveva stufato i tifosi rossoneri.

Mi ero già espresso contro il rinnovo di contratto a un giocatore ormai all’alba dei 38 anni, forse un anno in più di carriera regalato a chi doveva finirla tra gli applausi di tutti con la doppietta al Real Madrid. Egoistico rinnovare a mio parere per la sola ragione del “record”, costringendo peraltro Paloschi ad andare a giocare a Verona e bloccando l’inserimento di un giovane.

Guardiamo in faccia la realtà: Inzaghi è il quinto attaccante della rosa, avendo davanti Ibrahimovic, Robinho, Pato e Cassano e nella lista ci vanno da sempre in quattro (ed è stato proprio l’acquisto del barese a gennaio a buttarlo fuori dalla lista). Da un punto di vista tecnico è una decisione ineccepibile. Così come lo è l’inserimento dei “vecchi di centrocampo”, che a differenza di Inzaghi possono garantire più gare ad alti livelli e sono difficilmente rimpiazzabili sul mercato data l’impossibilità di disporre di giocatori più forti a poco prezzo.

Rimane quindi solo da convincere qualche romantico che lo voleva in campo a tutti i costi, magari lo stesso romantico che si scaglia contro i senatori a centrocampo, il permalosetto, quello con la puzza sotto il naso. Lo stesso a cui schifava un anno fa farsi prestare un giocatore dal Genoa per comprarlo un annata dopo e che ora ha magari nella propria camera maglia o poster di Boateng. Ma se ne farà anche una ragione, mentre sale e scende dal carro di turno.

Ah Raul si metta anche lui il cuore in pace. Il record sarà presto di Leo Messi.

Figura da Inter

Diego Forlan giocherà da gennaio in Europa con l’Inter. L’attaccante non potrà partecipare alla prima fase della Uefa Champions League 2011-2012 avendo disputato, con la maglia dell’Atletico Madrid, il terzo turno di qualificazione all’Europa League contro la formazione norvegese del Strømsgodset, il 28 luglio e il 4 agosto, e l’Atletico Madrid ha poi ottenuto la qualificazione alla fase a gironi nel quarto turno eliminatorio (18 agosto e 25 agosto), contro i portoghesi del Vitoria Guimaraes, gare nelle quali Forlan non è stato utilizzato essendo in trattativa con l’Inter

Ammettiamolo: quanti di noi non sono scoppiati a una sonora risata a leggere che il loro più importante acquisto del mercato estivo che – lo ricordiamo – da noi probabilmente non sarebbe nemmeno titolare, non potrà giocare la fase a gironi della Champions League? Quanti di noi si erano preoccupati, all’acquisto di Nocerino, sul fatto se potesse giocare o meno la coppa dalle grandi orecchie?

Evidentemente non l’ha fatto per loro Branca, che mettendo indebitamente il giocatore in lista Champions si è anche fumato uno dei 25 posti disponibili, lasciando a casa un altro dei nuovi acquisti (Poli) oltre ad aver condotto una intera trattativa di mercato con presupposti diversi da quelli che effettivamente erano. Soprassediamo sul quoziente intelletivo di quei tifosi (con evidente poca materia grigia) che hanno subito gridato al complotto paragonando il caso a quello di Nocerino: semplicemente piangina. In attesa che tornino quelli che non vincevano mai (ma siamo sulla buona strada), e dopo essere tornati quelli con gli spogliatoi spaccati e i giocatori che rimangono controvoglia e che vorrebbero andarsene via prima possibile (Eto’o, Snejider) sono tornati quelli delle barzellette. E’ Un altro passo verso la restaurazione.

Dilemmi di centrocampo

1) Van Bommel davanti alla difesa: imprescindibile?

2) Seedorf alla Pirlo come col Tottenham. Cosa ne pensate?

3) Capitolo Emanuelson: può essere titolare se si gioca a 3?

4) Capitolo Aquilani al posto di Pirlo o decentrato?

5) Robinho trequartista, idea accantonata? E Cassano?

6) Ritorno al centrocampo di Abate, largo a destra con Emanuelson a sinistra. Può essere l’arma in più per un centrocampo offensivo?

7) Con dietro tre centrali di livello come Mexes, Nesta e Yepes in qualche occasione in campionato rivedremo Thiago in mezzo come a Febbraio?

Ci pensa Antonio

E’ un 1-0, forse in sospetta posizione di fuorigioco, il nostro pass per Euro 2012. E’ una italia che non convince, forse per le poche partite nelle gambe, forse per i due legni colpiti dalle faroe.

Eppure a Torshavn si parte bene, tre occasioni nel primo minuto di gara, segno che la tattica di Prandelli era quella di segnare subito. Gol che arriva con Cassano, ma conseguentemente allo stesso le Faroe, lontane parenti di quelle battute 5-0 all’andata, prendono fiducia e dopo una ventina di minuti diventano sempre più pericolose sui ribaltamenti di campo fino a trasformare la gara in un possesso palla italiano attendendo l’arrivo del 90° e venendo graziati dal palo dopo 24′ della ripresa.

Un paio di appunti sulla serata: oltre all’ottimo Cassano mi è piaciuto molto Montolivo (meno Aquilani, ma ovviamente abbiamo preso quello sbagliato), deludente invece Giuseppe Rossi. La difesa dietro non funziona, inutile girarci intorno. Ranocchia, Chiellini, Bonucci… l’unico centrale italiano di livello si è purtroppo ritirato dalla nazionale da un bel pezzo. Italia a cui ora basta un punto, sempre che la Serbia centri bottino pieno, per la qualificazione ai prossimi europei. E’ già in Polonia e Ucraina invece la Germania, (6-2 all’Austria), da segnalare anche la goleada (undici) dell’Olanda a San Marino (44 gol subiti in 8 gare) mentre con una vittoria in Albania la Francia si porta in testa al proprio girone di qualificazione. E lo fa dopo cinque anni.

FAR OER-ITALIA 0-1
MARCATORE: Cassano all’11’ p.t.
FAR OER (4-4-1-1): Torgard; Naes, Gregersen, Baldvinsson, J. Davidsen; Elttor, Benjaminsen, Olsen (dal 30’ s.t. Danielsen), Justinussen (dal 42’ s.t. Samuelsen); Holst (dal 42’ Mauritsen); Edmundsson. (Joensen, V. Davidsen, Danielsen, Udsen, Lokin). All. Kerr.
ITALIA (4-3-1-2): Buffon; Maggio, Ranocchia, Chiellini, Criscito; Thiago Motta (dal 28’ s.t. Aquilani), Pirlo, De Rossi; Montolivo; Cassano (dal 40’ s.t. Balotelli), Rossi (dal 14’ s.t. Pazzini). (Sirigu, Balzaretti, Bonucci, Aquilani, Marchisio). All. Prandelli.
ARBITRO: Bognar (Ung)
NOTE: spettatori 5000 circa, stadio esaurito. Ammonito Olsen. Recupero: 1’ p.t., 5’ s.t.

Il primo match ball?

La torcida faroese (certamente più numerosa del numero medio di spettatori di una partita di serie B)

Strano ma vero, grazie allo sciopero dei calciatori, ad aprire il sipario sulla stagione delle gare ufficiali è proprio la Nazionale. E lo fa con due partite da affrontare senza cali di concentrazione, dato che potrebbe arrivare con congruo anticipo la qualificazione al tanto famigerato Europeo del 2012, quello a cui in realtà, se le cose fossero andate in maniera trasparente, non avremmo dovuto giocare la fase preliminare…

Ma non è certo questo l’argomento del mio post. Lo è invece la prima di queste due partite, che si gioca stasera a Torshavn contro le Isole Far Oer. Squadra singolare, caso più unico che raro, isolette oceaniche a parte, di una nazionale in una nazione non indipendente (commenti non denigratori sulla “Padania” e sulla sua sedicente nazionale saranno da me personalmente censurati). Le Far Oer, infatti, sono un territorio autonomo della Danimarca.

Non c’è molto da dire sulla nazionale locale: quasi tutti i giocatori faroesi sono semiprofessionisti, tranne qualche calciatore militante in squadre scandinave e il giovane Edmundsson, del Newcastle. Ma ancora ci ricordiamo la figuraccia di tre anni fa, quel 2-1 che quasi sapeva di sconfitta, e sappiamo inoltre che il campo in sintetico, le condizioni avverse e forse giocatori avversari più rodati dei nostri possono essere delle mine vaganti. Inoltre il nuovo CT, Brian Kerr (due anni alla guida dell’Irlanda) porta in dote un bel bagaglio di esperienza internazionale. E si è visto contro l’Estonia, sorprendentemente battuta per 2-0.

Prandelli, consapevole di ciò, fa una scelta saggia: non considera gli avversari ridolini nè in pubblico nè dietro le quinte, ma conferma la formazione che ha battuto la Spagna. Buffon dietro a Maggio, Ranocchia, Chiellini e Criscito, trio di centrocampo con Pirlo, De Rossi e Thiago Motta e trequartista Montolivo (per il quale, peraltro, si vocifera di un accordo per il passaggio a parametro zero al Milan nel 2012). In attacco ancora Rossi e, unico Campione d’Italia nella formazione titolare, Cassano.

Bando alla scaramanzia: forma o no, se abbiamo battuto la Spagna (e ricordiamocelo ogni tanto, con tutti gli ammessi e i concessi dobbiamo esserne orgogliosi), non dovremmo e non dobbiamo avere problemi. Sperando che i miei calcoli non siano errati, se vinciamo, la Slovenia non batte l’Estonia e Irlanda del Nord-Serbia finisce pari (mettendola in matematica sarebbe un 7% di probabilità, ma il calcio non è una scienza esatta), siamo già agli Europei, forse i primi a parte le nazionali organizzatrici. Con tre passerelle davanti. Che aspettiamo, dunque?

Mercato, voto sette.

5 milioni spesi per quattro rinforzi, tutti sotto i 30 anni. Provate voi a fare di meglio con tale cifra. E’ il sunto del mercato rossonero 2011/12. Fuori giocatori inutili, dentro rinforzi, anche se non di primo ordine. Fuori l’inutile Pirlo, tanto rimpianto dal primo giorno in bianconero come mai negli ultimi due anni in cui ha costituito un peso gravoso per la squadra. Fuori Jankulovski, Sokratis, Legrottaglie e Oddo dentro Mexes, Taiwo, Aquilani e Nocerino. Non è un non mercato, e non nemmeno è un mercato a vuoto come negli anni precedenti. Vengono rinforzati infatti i due reparti dove più si necessitava il bisogno, quello difensivo e quello di centrocampo. La squadra si è quindi non solo indubbiamente rinforzata rispetto allo scorso anno ma si è anche mossa nell’ottica di un progetto di rinnovamento e verso l’introduzione del Fair Play Finanziario (che, lo ricordiamo per i fan dei “caccia i soldi”, vieterà alle proprietà di ripianare nei prossimi anni). Positivo quindi il rinnovamento in un centrocampo che perderà l’anno prossimo i tre senatori (a cui approvo il rinnovo di contratto di un anno in modo da spronarli ancora alla resa massima, ci sono pochissimi giocatori migliori in giro) e il rinforzo di una difesa che ora può contare su quattro centrali di livello. A queste operazioni vanno poi aggiunte le trattative quasi certe per i primi due acquisti di Gennaio: Ganso (casella extracomunitario lasciata vuota appositamente) e Montolivo.

E’ mancato il colpo di mercato, ma a dire la verità è mancato in tutta europa. Eravamo sull’unico “top player” che si è mosso in questa sessione tra squadre di Champions League: Cesc Fabregas ma che ci ha bellamente presi in giro e usati per andare a Barcellona. E’ stato il mercato della scelta di vita di Samuel Eto’o di andare in Daghestan a prendere 20 milioni l’anno “ma non per soldi“, scelta che ha indebolito la nostra principale avversaria scudetto. E’ stato il mercato di un ottimo Napoli diventato forse, con una incognita legata al doppio impegno, la principale avversaria per lo scudetto e di una Juventus che inconscia degli errori passati ha continuato a dilapidare tanti soldi per mezzi giocatori come nel passato recente.

Da questo mercato usciamo sulla carta primi in Italia e probabilmente tra le prime quattro-cinque squadre d’Europa. L’anno scorso il campo e l’allenatore sono riusciti a confermare il primo asserto ma non il secondo. Quest anno sono chiamati a fare meglio in Europa, eliminazioni col Tottenham o goleade dal Barcellona non sono sicuramente imputabili all’organico.