Diciamocelo, non era possibile immaginare un rientro dalla sosta migliore. Dopo 15 giorni di cattivi pensieri, preoccupazioni e tensioni, bastano 90 minuti per restituirci un Milan finalmente convincente, che accorcia di ben tre punti le distanze sul Napoli quasi campione d’Italia, battuto a domicilio. Giornata più che positiva dunque, aperta dall’ormai consueta figuraccia dei bolliti nerazzurri.
Ma torniamo a noi. Riusciamo da subito a prendere il possesso del campo, ma il pallone ristagna sulla trequarti avversaria. Va così per 25-30 minuti, almeno fino quando Ibrahimovic non decide di spaccare la partita, facendo alla squadra del mio quasi concittadino Devis Mangia più danni di quelli di certi manifestanti a Roma. Si sposta, si abbassa, si fa dare il pallone e poi inventa: prima mette in porta Robinho, poi la calibra sulla testa di Aquilani, da questi a Nocerino per il più facile dei gol. E poi agganci favolosi, dribbling, porta a spasso 4-5 difensori avversari per volta con una semplicità disarmante. E’ ancora lo svedese a inventare il raddoppio: gran palla nello stretto per Robinho che di punta chiuda la partita. Arriva poi la ciliegina sulla torta, il 3-0 di Antonio Cassano (terzo gol in stagione) a conclusione una bella combinazione Robinho-Abate. Nel finale c’è spazio per El Shaarawy che sfiora in gol con un gran destro, mentre Ibra continua a illuminare San Siro.
Cosa si evince da questa partita? Che non siamo gli zombie di Torino, soprattutto a centrocampo. E’ vero, mancava Seedorf, ma sarebbe rischioso affermare che la differenza sta tutta lì. Un centrocampo che non sia obbligato a giocare 6 partite di fila come successo prima della sosta e in buono stato di forma (l’impressione ricevuta ieri è che siamo fisicamente più brillanti) è in grado di opporre maggior resistenza, quindi si recupera prima il pallone e non si devono fare 70 metri di campo per arrivare in area. Poi, evitare di dichiarare perso il campionato, almeno fino a marzo. Lo ripeto: non ci sono padroni, il Napoli ha vinto solo una partita su tre di quelle che precedono la Champions e perso nell’infrasettimanale di Verona, qualcosa significa. La Juve sta dimostrando che per vincere deve sempre mettere in campo il 110%.
In terzo luogo (?), la gara di ieri è stata l’ennesima conferma di come Ibra si trovi quasi a meraviglia con Robinho e Cassano: è un segnale per Pato, la titolarità non gli dovrebbe essere assolutamente garantita.
In conclusione, è stata una partita importante per risollevare il morale. Il gol di Nocerino ha spazzato via le paure e si è vista maggiore serenità in campo e anche maggior sostegno dagli spalti. Una cosa tira l’altra ed è importante ricreare in breve quell‘entusiasmo che ha contraddistinto ad esempio lo scorso campionato. Bene anche gli zero tiri incassati e i tre gol fatti, c’è da sistemare anche i numeri che ancora non sono perfetti. Ora, sotto con il Bate, poi il Lecce e poi chi altro. Vietato fermarsi.
Pagellone: Abbiati S.V, Abate 6.5, Nesta 6, Thiago Silva S.V, Bonera 6, Antonini 6, Aquilani 6.5, Van Bommel 7, Nocerino 6.5, Robinho 6.5, Cassano 6, Ibrahimovic 7.5, El Shaarawy 6, Emanuelson 5.5.
MILAN-PALERMO 3-0 (1-0)
MARCATORI: Nocerino (M) al 40’ p.t.; Robinho (M) al 10’, Cassano (M) al 18’ s.t.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva (dal 34’ p.t. Bonera), Antonini; Nocerino, Van Bommel, Aquilani; Robinho (dal 21’ s.t. Emanuelson); Cassano (dal 31’ s.t. El Sharaawy), Ibrahimovic. (Amelia, Carmona, Taiwo, Aquilani, Valoti). Allenatore: Allegri.
PALERMO (4-4-2): Tzorvas; Pisano, Silvestre, Migliaccio, Mantovani; Bertolo (dal 29’ s.t. Acquah), Barreto, Della Rocca, Ilicic; Miccoli (dal 1’ s.t. Alvarez), Hernandez (dal 21’ s.t. Pinilla). (Benussi, Cetto, Aguirregaray, Zahavi). Allenatore: Mangia
ARBITRO: Valeri di Roma, assistenti Dobosz-Marzaloni
NOTE: Spettatori 47.765 (di cui 30.398 abbonati) per un incasso di1.331.144,53 euro. Ammoniti Nesta, Robinho, Barreto per gioco scorretto. Angoli 9-4. Recuperi 2’ p.t., 2’ s.t.