Si decide dopo 2′ nella fredda notte romana l’amichevole tra Italia e Uruguay quando Fernandez improvvisato attaccante date le assenze di Suarez e Forlan insacca dietro a un incolpevole Buffon approfittando di una ingenuità difensiva. Davanti si fa vedere solo Balotelli che rimane quasi fondamentale per una squadra che priva di Rossi e Cassano perde il 50% del proprio talento.
Il gol mette in discesa la partita per l’Uruguay che fa del difensivismo il suo credo difensivo con interventi al limite della regolarità (nemmeno fosse la finale mondiale) che portano in dieci la celeste a un quarto d’ora dalla fine della gara. E’ stato fermato soprattutto Pirlo e – guarda caso – la qualità del gioco è drasticamente calata (dove sono le vedove?). Siamo stati affidati quindi soprattutto alle iniziative di Balotelli e di un Osvaldo che – personalmente – mi vergognerei a portare agli Europei viste le nostre alternative là davanti (magari con la maglia dell’Udinese e due volte capocannonieri della serie A).
Meglio il 4-3-3 rispetto al 4-4-2 per una italia che nel secondo tempo con le due occasioni di Pepe (56′) e Balzaretti (78′) meriterebbe forse qualcosa di più. Ma l’attacco rimane comunque disordinato anche con l’inserimento di Pazzini (chi l’ha visto oggi?). A centrocampo De Rossi e Montolivo sono stati praticamente tagliati fuori dal gioco – un po’ poco per due che dovrebbero impostare l’azione per le punte. Pepe ha dato in particolare quella velocità che Montolivo non dava proponendosi in fase offensiva. Forse abbiamo anche trovato un po’ di sfortuna, ma non sempre è festa – o meglio – non sempre capita di giocare con Polonia, Estonia, Faroe e Irlanda del Nord: da qui a giugno c’è ancora molto lavoro da fare. Consigli? Nocerino e Aquilani al posto di Pirlo e Montolivo hanno dato qualità al centrocampo rossonero: chissà che non possano far lo stesso anche in quello azzurro. Se Pirlo fino a cinque anni fa era la cura, ora è la malattia.
ITALIA-URUGUAY 0-1
MARCATORE: Fernandez al 3’ p.t.
ITALIA (4-2-3-1): Buffon; Maggio, Ranocchia, Chiellini, Balzaretti; De Rossi, Pirlo, Marchisio (dal 37’ s.t. Pazzini); Montolivo (dal 1’ s.t. Montolivo); Osvaldo (dal 20’ s.t. Matri), Balotelli. (De Sanctis, Sirigu, Abate, Criscito, Ogbonna, Nocerino, Thiago Motta, Aquilani). All. Prandelli.
URUGUAY (4-4-2): Muslera; Caceres, Lugano (dal 1’ s.t. Coates), Godin, A. Pereira; M. Pereira (dal 47’ s.t. Scotti) , Perez (dal 6’ s.t. Eguren), Arevalo, C. Rodriguez (dal 39’ s.t. A. Gonzalez); Cavani, Fernandez (dal 38’ s.t. Alfaro). (Silva, Coates, D. Rodriguez, Egueren, Lodeiro, Ramirez, Suarez). All. Tabarez.
ARBITRO: Duarte Nuno Pereira (Por).
NOTE: spettatori 42.000 circa, incasso 308.000 euro. Ammoniti Caceres, Lugano, Cavani, Balotelli, Muslera, Chiellini. Al 35’ s.t. espulso A. Pereira per doppia ammonizione. Recupero: 2’ p.t., 5’ s.t.
UN CASO TUTTO ITALIANO – Non possiamo non dedicare due righe alla vicenda con cui il TNAS si è dichiarato prima competente a decidere sul ricorso Juventus poi ha dovuto subire dopo tale episodio un cambio del presidente – ufficialmente per “motivi personali” fino alla giornata di ieri in cui hanno sconfessato se stessi. Ci dicano allora chi è competente a punire una squadra che indossa uno scudetto per motivi di “onesta, correttezza e lealtà sportiva” che è risultata non avere da una relazione di un procuratore federale che se presentata in tempo avrebbe portato pene analoghe a quelle di Lazio e Fiorentina alla seconda squadra di Milano oltre al privargli dei successivi titoli che mai avrebbe vinto se sanzionata come le altre. Questa è in fondo la giustizia sportiva italiana, giustizia in cui lo stesso tribunale arriva a negare una sentenza da sè emessa nell’arco di tre mesi, una giustizia che ha punito solo alcuni colpevoli ma non tutti. Ma in fondo forse è meglio per tutti che quell’asterisco rimanga sempre lì, imperituto a macchiarli per sempre. E quando ci chiederanno “perché?” racconteremo la storiella delle intercettazioni scomparse e uscite solo a scampato pericolo e di quei tifosi che si sono fatti scudo di un cadavere per difendere un titolo che mai sul campo avrebbero vinto.