Chi l’ha visto?

Se qualcuno l’ha visto o è riuscito anche solo a captarne la presenza, che ce lo dica! Stiamo parlando naturalmente di Pato, oggetto misterioso di questo inizio di stagione del Milan. Tra infortuni, virus ed eventi mondani, il papero ha passato gran parte del tempo dall’inizio della stagione fuori da Milanello.

I sui problemi fisici non  sono una novità e c’è poco da fare se non augurarsi che lo staff medico e i preparatori atletici gli distribuiscano al meglio il lavoro, per non gravare troppo sui quei muscoli che si sono fino a qui dimostrati troppo fragili per un campione annunciato come lui. Ma al di là di questo, il problema principale di Pato sembra essere a livello mentale. Gli manca la convinzione, gli manca la grinta e la determinazione del campione. Lo so, quelli affezionati alle statistiche diranno che da quando è al Milan ha segnato 60 goal in 135 presenze, il che vuol dire circa un goal ogni 2 gare. Ma non basta, non può bastare. Le sue qualità sono indiscutibili ma il modo in cui si presenta in campo nella maggior parte delle partite farebbe innervosire anche il più calmo e pacato dei tifosi.

Sguardo perso, camminata svogliata, dribbling sbagliato… questo è il Pato in campionato fino ad ora, fino a ieri con il Bologna. E’ vero, le presenze sono solo 6, ma da quando è tornato tutto si è visto tranne la voglia di far goal e di vincere. “Un giocatore si vede dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia” diceva una canzone, e se questo fosse vero negli ultimi tempi Pato sta dimostrando di non essere un giocatore, perché tutte queste cose sembra che le abbia lasciate da qualche parte, che sia un cassetto sotto il letto o un forziere in fondo al mare lo potremo sapere solo con il tempo.

Non riesce a motivarlo Ibra,indomabile e onnipresente in ogni gara dei rossoneri, con i compagni che non possono fare a meno di servirlo perché si trova sempre nella posizione migliore per ricevere la palla. Con uno così vicino in molti ne trarrebbero benefici, lui invece sembra offuscarsi, sembra perdersi dietro la sua sagoma. Non riesce a motivarlo Allegri, che ha velatamente fatto intendere che il posto Pato se lo deve guadagnare (forse troppo velatamente, ci vogliono azioni più decise); non lo sprona neanche il cazziatone di Ancelotti in diretta televisiva, dove gli chiede di essere più concreto, più arrabbiato e di spaccare la porta quando tira. Niente e nessuno sembra riuscire a motivare Pato, addirittura nemmeno le voci di mercato con il possibile arrivo di Tevez (“Giuda” permettendo) che andrebbe sicuramente a rilevarne il posto in gare complicate, come quella di ieri,  o in partite decisive.

Resta solo da chiederci cosa gli manchi, cosa non gli vada a genio in quel di Milanello che lo ha portato a questo continuo declino; perchè non può essere questione di condizione quando uno come lui rinuncia a giocare, quando la sua presenza in campo viene messa in discussione da tutti… non perchè sbaglia un tiro o un dribbling, ma perchè dà troppo spesso l’impressione di voler essere da tutt’altra parte, alla Scala o a ballare “Ai se eu te pego” in compagnia dei sui amici brasiliani.

Ci manca tato, ma se non torna al più presto il Milan sarà costretto a cambiare, o quantomeno ad aumentare la concorrenza nel reparto offensivo…sperando che qunto prima qualcosa o qualcuno gli dia le giuste motivazioni.

Bologna – Milan 2-2: dov’era il centrocampo?

Una partita indecente. Non ci sono altre parole per descrivere la gara di oggi. Se la cava Rocchi, almeno per quanto riguarda il punto di vista del risultato, considerato che manca un rigore per parte e che quello su Ibra era, da regolamento, netto. Non parlo quindi degli errori arbitrali se non limitandomi a dire che nonostante il fatto che l’arbitro oggi sia riuscito a compensare cazzate con cazzate non favorendo nessuna delle die squadre mi auguro di vedere al più presto interdetto questo direttore di gara da tutti i campi di ogni categoria sotto l’egida della FIGC.

Analizziamo quindi le motivazioni puramente tattiche di questo pareggio a Bologna che ci fa lasciare per strada due punti dal peso specifico enorme. Oggi è stato assente soprattutto il reparto di centrocampo, reparto dove si sapeva che il terzetto Van Bommel – Seedorf – Aquilani non avrebbe fatto filtro. Se andate a rivedere la partita con calma vedrete infatti il Bologna entrare a centrocampo da tutte le parti, prova evidente le due azioni in solitaria di Diamanti appena dopo il gol del 2-1. Gli emiliani sono riusciti a dominarci per lunga parte della gara, meritando forse anche di più del misero punto raccolto.

C’era comunque margine nelle sostituzioni (che ricordo ad Allegri che sono tre, e sono disponibili in qualsiasi momento) per porre fine allo scempio messo in campo nel primo tempo, invece oltre che errate si sono rivelate addirittura tardive. Sbagliato togliere, ad esempio, Clarence Seedorf, con un Aquilani che oggi non sarebbe stato titolare nemmeno nel torneo della parrocchia sotto casa sua. Abbiamo certamente sofferto l’assenza di Nocerino (e qui dovremmo chiederci, è possibile che il Milan debba soffrire l’assenza di Nocerino?) ma si poteva porre rimedio inserendo, ad esempio, Ambrosini come alternativa al numero quattro o insieme allo stesso in un centrocampo di maggior contenimento. Emanuelson è addirittura entrato andando sull’altra fascia, nel ruolo di mezzala destra, per motivi che gradirei aver sentito nel postpartita invece di parlare per mezz’ora dell’arbitro Rocchi. (A quando una analisi tattica con domande scomode agli allenatori? Chissà perché l’unico che aveva fatto una domanda del genere in spagnolo a Luis Enrique è stato cacciato da Sky…)

Chiusura su Pato: prima della partita è stata mandata una intervista in cui il brasiliano diceva che lui dava sempre il meglio in ogni partita. Beh, se il meglio è quanto vito nella giornata di oggi, il ragazzo non è assolutamente da Milan e l’arrivo di Tevez va visto nell’ottica del rimpiazzo del numero sette. E’ importante e vitale nel rush finale comunque un rinforzo a centrocampo di peso che farà il paio con il ritorno di Flamini (dopo la sosta?). Oggi è mancato infatti soprattutto quel pressing e quella presenza a livello fisico a centrocampo che Van Bommel, Ambrosini, Gattuso, Flamini sapevano dare lo scorso anno e Nocerino questo. Non si è visto il pressing alto fatto col Barcellona, (ma anche con il Chievo) e siamo arrivati praticamente mai ad un tiro con la palla in area a botta sicura, segnando con il Jolly di Seedorf e con un calcio di rigore.

A dispetto comunque dei gufi rossoneri e non che non aspettavano altro per parlare di squadra da rifondare, le prospettive scudetto restano comunque immutate considerato che chi c’è davanti gioca con Basta e Di natale, o con Pepe e Marchisio. Perderlo sarebbe un delitto più grave di quello andato in scena ad Istanbul sei anni fa.

BOLOGNA-MILAN 2-2 (Primo tempo 1-1)
MARCATORI: Di Vaio (B) all’11’, Seedorf (M) al 16′; Ibrahimovic (M) su rigore al 27′, Diamanti (B) al 28′ s.t.
BOLOGNA (4-3-2-1): Gillet; Crespo, Raggi, Portanova, Morleo; Casarini (dal 1′ st Perez), Mudingayi, Kone; Ramirez (dal 31′ st Taider), Diamanti (dal 38′ st Cherubin); Di Vaio. (Agliardi, Loria, Vantaggiato, Acquafresca). All. Pioli.
MILAN (4-3-1-2): Amelia; Abate, Thiago Silva, Yepes (dal 17′ st Bonera), Antonini; Aquilani, Van Bommel, Seedorf (dal 22′ st Emanuelson); Boateng; Pato (dal 32′ st Robinho), Ibrahimovic. (Roma, Mexes, Ambrosini, El Shaarawy). All. Allegri.
ARBITRO: Rocchi di Firenze.
NOTE – Spettatori 25.736 (di cui 14.290 abbonati) per un incasso di 570.419 euro (di cui rateo abbonamenti 134.404 euro). Ammoniti Ramirez, Kone e Perez per proteste, Aquilani,Yepes, Diamanti e Antonini per gioco scorretto. Angoli 11-2 per il Milan. Recuperi p.t. 1′ e s.t. 5′.

Bologna – Milan: LIVE

[match id=1263]

[liveblog]

VOLETE VEDERE PER LA PRIMA VOLTA UNA PARTITA CON LA MOVIOLA IN CAMPO? SE SEPP BLATTER NON FERMA TUTTO OGGI SARA’ FINALMENTE POSSIBILE: CLARENCE SEEDORF PARTE DAL PRIMO MINUTO! SE QUESTA NOTIZIA NON VI HA FATTO VENIRE VOGLIA DI PRENDERVI UNA DOMENICA PER USCIRE, RIMANETE QUI CON NOI, DALLE 15.00, PER SEGUIRE I RAGAZZI LIVE NELLA GARA DI BOLOGNA!

Bologna – Milan: non è il solito compitino

Stadio Dall’Ara, ore 15.00. E’ una gara facile, ma da non sottovalutare. Andiamo infatti a Bologna in un campo sul quale quando si è vinto si è sempre vinto largo, senza mezze misure nel misero gol di scarto ma andiamo contro una squadra che ha dimostrato di saper difendere bene strappando due pareggi su due allo Juventus Stadium al 90′ minuto (il secondo con le riserve nella coppetta). Il Bologna nonostante la gara di giovedì è infatti in buon momento di forma, avendo raccolto 10 dei 14 punti in classifica nelle ultime sei gare. Il Milan torna invece in campo dopo ben quattro giorni di riposo e la trasferta di Plzen che ha dato ulteriori conferme sul potenziale della squadra almeno in fase offensiva riuscendo a realizzare facilmente due gol nell’unico momento in cui si è vista una vera accelerazione di gioco. Rispetto a quella gara, però, oggi tornano i titolari, in primis Ibrahimovic che, nonostante il litigio con Allegri per giocare in repubblica Ceca, è stato messo a riposo. Una vittoria metterebbe pressione sulla Juventus vista in calo la scorsa settimana con il Cesena e chiamato a una non facile partita contro la Roma (anche se i bianconeri non perdono all’olimpico dal 2004) e ci permetterebbe di tornare nuovamente davanti alla Lazio vittoriosa ieri a Lecce.

ALTO LIVELLO? – Nel frattempo si è giocata in settimana tutta la sesta giornata della Champions League e il calcio Italiano è riuscito a tornare ai vertici qualificando (unico) tre squadre nelle prime sedici. Di queste tre solamente una è in lotta per lo scudetto e, tra Milan e Napoli, sono state affrontate le attuali capoliste di Spagna, Inghilterra e Germania uscendone con sole due sconfitte. Insomma, probabilmente non siamo così pessimi come lo si dipinge (o come faceva comodo farlo dopo il calo dell’inter). La prova dell’alto livello del campionato italiano sono le quattro squadre nelle prime posizioni a poca distanza tra loro con una media punti relativamente elevata – con l’attuale infatti la Juventus chiuderebbe a 84 punti, Milan e Udinese a ben 82 gli stessi con cui l’anno scorso e l’anno precedente è stato assegnato il massimo titolo. Si rassegnino i disfattisti, il calcio italiano sta cominciando a tornare su quei binari da cui quell’estate del 2006 qualcuno lo aveva fatto deragliare… 

FORMAZIONE – Con l’infortunio di Nocerino in settimana (torna nel 2012?) dovrebbe tornare Seedorf dal 1′ nel ruolo di mezzala sinistra dietro a Boateng e davanti a Mark Van Bommel (voci di addio a Gennaio?). Completa il centrocampo Aquilani mentre in difesa viene bocciato Mexes (torna Yepes di fianco a Thiago Silva) e sulle fasce torna il duo Abate – Antonini davanti ad Amelia. Davanti sarà invece Pato ad agire di fianco ad Ibrahimovic. Il Bologna risponderà con tutta probabilità con il solito albero di natale per Di Vaio supportato da Ramirez e Diamanti. Al dall’Ara arriva un Milan che non ha preso gol nelle ultime quattro gare di campionato e che ne ha preso uno solo nelle ultime sei gare contro i rossoblu al Dall’Ara. La striscia continuerà? Vi aspettiamo con noi, dalle 15.00, con il consueto live per scoprirlo.

[poll id=”3″]

Da Onyewu a Tevez

La sensazione che Galliani abbia finito di inventarsi manovre di mercato da ricovero coatto e abbia deciso di dimostrare di essere il numero uno è forte, e man mano che passano i mesi i fatti gli danno ragione. Le operazioni di quest’estate sono state oculate e geniali, Aquilani e Nocerino danno grandi soddisfazioni, rendono come nessuno immaginava potessero rendere, soprattutto il motorino ex-Palermo, che non perde mai il vizio di far rosicare i suoi numerosi detrattori.

Due giganti, uno formidabile, l’altro inguardabile

Non è passato molto tempo da acquisti come Senderos, Adiyiah e Onyewu, quest’ultimo acquisito per cercare di ammazzare Ibrahimovic durante gli allenamenti. Tra alti e bassi, le ultime stagioni si sono rivelate, però, molto interessanti sul piano di acquisizioni di cartellini oculate e ben studiate dalla premiata ditta Galliani-Braida. Viste le ultime prestazioni, possiamo solamente immaginare come sia avvenuta l’acquisizione di Nocerino da parte del Milan, con Zamparini che spiegava al proprio allenatore pro tempore che la cessione sarebbe servita per acquisire 2/3 di Ferreira e 4/16 di Pato.

Dopo lustri di insulti nei confronti del maggiordomo di casa Addams, in queste ultime stagioni Galliani sta operando con classe e capacità difficilmente riscontrabili in altri dirigenti di A. E’ molto facile fare l’AD di squadre come il City o il Real Madrid, dove il capitale a disposizione permette di lavorare con una lieve serenità, molto più difficile al Milan dove il bilancio risicato, in linea con le casse nazionali, si dimostra sempre come la classica coperta troppo corta. Ibrahimovic e Robinho sono due colpi da 90 che hanno contribuito alla conquista dello scorso scudetto e alla rincorsa stratosferica delle ultime settimane sulla Juventus, ma i veri colpi da maestro sono Boateng e Cassano, che hanno dato al gioco del Milan una classe ed un dinamismo difficilmente riscontrabile in altre squadre di A. Giocatori come Ibra e il Boa hanno poi ridato grinta e cattiveria alla squadra, quella vis pugnandi che durante la gestione Ancelotti, sinceramente, avevamo completamente scordato.

I rumors delle ultime ore danno in dirittura d’arrivo giocatori come Maxi Lopez e Tevez. La prima punta, attualmente in forza al Catania, è ai margini del gioco di mister Montella e non vede l’ora di accasarsi altrove: per caratteristiche, con i suoi 188 centrimetri per 83 kg, è la sponda ideale per Ibra, e potrebbe dare una grossa mano in quei match dove si richiede una classica prima punta, oramai vacante dalla contemporanea dipartita di Huntelaar e dell’impomatato. Tevez, invece, non ha bisogno di moltissime presentazioni: è uno di quei giocatori che fa la differenza, anche se, a guardarlo bene, ci si chiede se sia capace di fare anche le moltiplicazioni e le addizioni.

L’arrivo di numeri uno, solitamente, anticipa la partenza di altri numeri uno, e l’imputato principe del prossimo mercato è il papero, il beniamino della tifoseria rossonera prima dell’arrivo di fenomeni come Boateng e Ibra, che, grazie alla sistematica voglia di spaccare la faccia all’avversario, hanno acquisito punti sulla tessera fedeltà dei tifosi. Vedremo nei prossimi mesi se i continui infortuni ne hanno minato la credibilità sportiva agli occhi di Braida e Galliani. Sicuramente c’è bisogno di un disboscamento generale: situazioni contrattuali come quelle di Zambrotta, Seedorf, Bonera, Van Bommel , Ambrosini, Gattuso, Flamini ed Inzaghi richiedono un’attenta valutazione su chi possa continuare a servire la causa e chi invece necessiti della stessa soluzione finale riservata ad Oddo, che sta ancora rincorrendo Lavezzi in occasione del goal di Cavani.

Problemi di fascia

Chi ce l’ha se lo tiene ben stretto, e non fú un caso che per Cissokho ci vennero chiesti 15 milioni. Stiamo parlando del terzino sinistro, o comunque del terzino in generale, ruolo in via d’estinzione nel nostro Paese. Peccato, perché godevamo di una importante tradizione nel ruolo, con giocatori davvero determinanti, dai Facchetti ai Cabrini, ai piú recenti Bergomi, Tassotti e Maldini…

Tornando nello specifico sulla mancina, il Milan di ruolo naturale ha solo quel Taiwo che al momento é l’ultima scelta di Allegri. Antonini e Zambrotta sono di piede destro adattati alla corsia opposta, e per Gianluca si parla anche di ruolo, visto che nasce esterno offensivo (Bari, prima Juventus); stesso percorso che sta capitando sull’altra corsia ad Abate, che a Torino giocava esterno alto del 4-2-3-1. Ci sarebbe da contare anche Emanuelson, che in Olanda ha sempre giocato sulla fascia, ma che Allegri sta utilizzando esclusivamente come trequartista di quantitá. Ma non é solo al Milan che giocano gli adattati.

Bisogna fare dunque una pausa e definire terzino ed esterno. Il terzino é un difensore che si schiera sull’out, mentre l’esterno é generalmente un centrocampista adattato o comunque un giocatore che ricopre tutta la fascia. L’evoluzione é naturale visto che ormai il terzino puro é un ruolo quasi inutile per la mancanza di schemi come il 4-4-2, dove vista la presenza dell’ala, era necessario avere qualcuno che coprisse la fascia e appoggiasse il centrocampista che invece era di attitudine piú offensiva. A dire il vero ci sarebbe anche il fluidificante, ovvero il terzino che attacca, ruolo che in Italia svolge Maicon e che ha nei brasiliani i maestri assoluti (vedi Dani Alves, o all’epoca Cafú); tuttavia personalmente ritengo che il terzino sia un giocatore che oltre a spingere e crossare debba saper difendere. Ecco dunque tornare alla premessa, ovvero chi ce l’ha se lo tiene ben stretto.

In Italia a sinistra l’unico vero terzino mancino forte rimasto é Balzaretti, per il resto é un ricorrere a stranieri, ad esterni abbassati o adattandosi con ció che passa il convento: la Juventus, dopo aver silurato Ziegler giá in agosto e perso De Ceglie (comunque un esterno), ha rimesso Chiellini barricando di fatto la fascia (non a caso Giorgione era finito centrale). L’Inter non ha una corsia sinistra degna di tale definizione da Roberto Carlos, negli anni si sono alternati svariati fallimenti (capitanati da Gresko) fino all’utilizzo di Chivu (un centrale) o Javier Zanetti (un centrocampista, per di piú destro di piede). A Roma l’ultimo vero terzino sinistro fú Candela, mentre la Lazio puó vantare un passato piú recente con Kolarov. Udinese e Napoli giocano con difese a tre e le fasce sono occupate da tornanti. Qualche terzino in realtá ci sarebbe, come Pasqual o Mantovani, ma le premesse erano migliori del valore reale dei giocatori, e in un mercato cosí lacunoso, se davvero valessero avrebbero sicuramente trovato sistemazioni piú prestigiose e qualche convocazione in Nazionale.

In questa ottica se fossi dirigente prima di spendere qualsiasi soldo su Tevez o l’ennesimo attaccante (in un reparto che conta ad oggi cinque uomini abili e arroulabili in tutte le competizioni) mi guarderei davvero in giro e cercare di mettere a disposizione del tecnico una corsia equiparabile a quella destra, in modo da avere Zambrotta, Antonini e Taiwo riserve e non costantemente in ballottaggio per una maglia da titolare.

Considerazioni varie… al limite del cazzeggio

Per mancanza di tempo non ho potuto rivedermi le ultime partite e di conseguenza non me la sono sentita di un’analisi tattica. In virtù di questo ho optato per un post nel  vecchio stile Dnarossonero…Il rinnovato stile Cantera tornerà la settimana prossima.

In una recente intervista il nostro Clarenzio ci ha bellamente aggiornato sulle sue scarse attitudini a digerire la panchina. E fin qui, nulla di nuovo. Lo sapevamo già dall’ alba dei tempi che non apprezza lo starsene buono e tranquillo seduto in panchina, senza rompere l’ anima al suo prossimo, anche senza il suo ennesimo intervento. Detto questo, evitando di soffermarmi sul quanto questi atteggiamenti ci stiano profondamente sulle balle, vorrei approfondire la sua visione tattica e commentarla. Praticamente, il suo credo calcistico lo porta a vedere Ibrahimovic (seconda punta per antonomasia e rifinitore nel dna), principalmente, come una prima punta ai limiti del rapace d’ area. Ora il nostro allenatore non è proprio la cosa migliore che il calcio possa offrire e su questo, penso, siamo tutti d’ accordo, però se pur con ritardo mostruoso, ha finalmente capito che Ibra sta all’essere prima punta come io sto all’essere Allegriano e in virtù di questo, ha preso i dovuti provvedimenti, dando alla manovra offensiva quel minimo di senso e logica che è lecito  aspettarsi da una rosa di questo tipo.

Domanda. Cosa spinge il nostro 4 volte vincitore della beneamata a posizioni tanto assurde? Ma è ovvio e naturale. L’amore incondizionato per il suo ruolo di trequartista ovviamente. Perché sempre secondo la sua idea, dovrebbe implicitamente starci lui dietro alle 2 punte a cercare il filtrante per Ibra. Il fatto che Nocerino a sinistra s’ inserisca che è una meraviglia, che Boateng sulla trequarti sia la cosa più bella al mondo dopo ciò che ben sappiamo, che Ibra come rifinitore renda 4 volte di più che come prima punta, che cosi giochiamo 3 volte meglio e con maggiore velocità ed imprevedibilità va assolutamente in secondo piano. Poco conta se anche i ciechi capiscano che  il Milan senza di lui è infinitamente più forte che con lui in campo. A tal proposito, ora che per una volta il Dio del calcio ci è venuto in contro con gli infortuni (a parte con Cassano ovviamente) permettendoci di trovare la tanto sospirata quadratura del cerchio con la formazione, bisogna continuare costantemente su questa strada. Pazienza se una volata alla settimana dovremmo leggere le solite litanie di chi non accetta la panchina. Il prezzo della libertà e della liberazione lo si paga sempre ben volentieri.

Capitolo dualismo Pato e Robinho. Io sosterrò fino alla fine che Pato non è  compatibile con Ibra. A livello tattico e soprattutto caratteriale. Nemmeno  se questo gioca in veste di rifinitore. Io personalmente risolverei il problema alla radice. Metterei fuori Ibra e giocherei con Boateng dietro a Robinho e Pato. Poiché capisco che non è possibile perché in troppi vedono Ibra come il salvatore della patria, dico che il suo miglior partner d’ attacco è Robinho.

Capitolo rinnovo ad Allegri. Grazie a Dio è bloccato. Non tanto per lui che proprio ora cominciava a darmi delle soddisfazioni, ma perché si sta profilando all’ orizzonte un’ idea suggestiva. Marco Van Basten sulla nostra panchina. Nel caso, sarebbe un gentile omaggio del nostro caro presidente che, dopo aver distrutto allegramente  il nostro debito pubblico, tornerebbe ad occuparsi di noi a pieno regime con tutti i pro e i contro che ne conseguirebbero dopo essere stato cacciato dal governo.

Destinazione Monaco – 9° puntata: Addio Manchester

Marco Streller, giustiziere del Manchester United

Iniziando dal martedì, anche il Barça B riesce a dominare vincendo 4-0 contro il BATE Borisov, con una doppietta di Pedro. Ma forse, questo è il gruppo meno importante: c’è comunque da sottolineare come il Barçelona era in casa, con un Bate che, nonostante la matematica, non aveva più nulla da chiedere. Ma tanto, riusciremmo mai noi, voce in sordina di un blog, a sopire le boiate dei giornalai? Nell’incerto gruppo G, lo Shakhtar ha finalmente gloria battendo 2-0 a Nicosia uno spento APOEL, che conserva comunque il primo posto del girone sullo Zenit. L’undici di Spalletti passa nonostante lo 0-0, condannando così il Porto all’Europa League.

Nel minuto 93 si consuma il dramma dell’Olympiakos nel gruppo F: i greci confermano con un gol di Modesto il sorprendente 3-1 sull’Arsenal, e sono pronti a festeggiare la qualificazione, quando l’Olympique Marsiglia li supera con il 3-2 di Valbuena, completamento di una clamorosa rimonta in extremis dal 2-0 del già eliminato Dortmund. Nel gruppo E, al Bayer Leverkusen basta un pareggio col Genk per passare: il Chelsea vince 3-0 col Valencia e condanna gli spagnoli alla ex Uefa.

Ma le grandi sorprese sono tutte al mercoledì. La scorsa giornata avevo definito l’Ajax qualificato “salvo miracoli”. Il miracolo è avvenuto: sconfitta per 3-0 (con tante polemiche e due gol annullati) dei lancieri col Real Madrid [punteggio pieno: non accadeva dal Barça 2003] e soprattutto il 7-1 esterno del Lione (con un parziale nel secondo tempo di 6-0), che porta ai francesi una differenza reti maggiori. Nel Lione si segnala Gomis, che eguaglia il record dei 4 gol segnati in una partita di Champions. Record detenuto da Messi, Shevchenko, Van Basten, Prso e Inzaghi. Simone.

Il gruppo C non è meno da infarto. Col Benfica che addormenta fin dall’inizio la partita con l’Otelul, a Basilea accade l’impensabile. Su tre azioni importanti in tutta la partita, gli svizzeri ne mettono in rete due, e, nonostante il gol nel finale di Jones, passano, mentre lo United, dopo tre finali in quattro anni, è costretto in Europa League. Nel gruppo B ennesima figuraccia dell’Inter, che regala in extremis la qualificazione al CSKA Mosca. Con la vittoria, i russi superano di slancio Trabzonspor e Lille, fermi sullo 0-0.

Si conclude con il gruppo A. Manchester, città in crisi: insieme all’eliminazione dello United, anche il City (senza Balotelli per 80 minuti), nonostante la vittoria contro il Bayern Monaco, viene eliminato. Il Napoli vince contro il Villarreal (0 punti, come l’Otelul e la Dinamo Zagabria) ed entra, terza squadra italiana, tra le migliori 16. L’Italia è la nazione più rappresentata, con 3 squadre contro le 2 della Spagna, della Germania, dell’Inghilterra, della Francia e della Russia (una sola per Svizzera, Portogallo e Cipro): possiamo considerarla una vittoria. Ma al contempo mi dispiace per l’Udinese: questa Europa League sarà di livello davvero alto.

Viktoria Plzen – Milan 2-2: dolce suicidio

Apparentemente inutile e poco interessante il match disputato questa sera dal nostro Milan a Praga contro il Viktoria Plzen. Si è vero, lo scarso blasone degli avversari non aiutava certo ad aumentare l’interesse verso l’incontro. Ma chi conosce i meccanismi del calcio sa bene che è importante non perdere l’abitudine a ottenere risultati positivi. Talvolta delle brutte sconfitte possono minare il rendimento futuro della squadra. Era importante fare bene, quindi. Anche perchè si parla pur sempre di Champions League, dove anche il più sconosciuto degli avversari può risultare un test importante.

Non finivano certo qui i temi caldi della serata. Era altrettanto importante valutare lo stato di forma sia dei reduci dagli infortuni sia di chi, per un motivo o per l’altro, non aveva ancora dimostrato il proprio valore. Ogni riferimento a fatti e persone non è puramente casuale: Taiwo, su tutti, sbandierato come il futuro della corsia di sinistra rossonera non è stato ancora in grado di ritagliarsi un posto da titolare. Sarà tutta colpa sua o non gli sono state date le dovute opportunità?

Non ha certamente ancora dimostrato di essere da Milan anche Urby Emanuelson, alla corte di Allegri già da quasi un anno, ma con prestazioni sempre al limite tra la fumosità e l’inconsistenza. C’erano anche l’esordio dal primo minuto di Mexès e la curiosità di vedere all’opera i tre giovani della primavera convocati: De Sciglio Cristante e Innocenti, con il primo in campo già da titolare. Qualcuno parlava di test anche per Pato e Robinho, ma io credo che il valore dei due campioni brasiliani non sia in discussione. Per Pato è semplicemente l’ora di tirare fuori il carattere che lo può proiettare tra i giocatori più forti del mondo; Robinho, invece, deve associare alla corsa e alla duttilità tattica una maggiore determinazione sotto porta.

Ebbene, torniamo da Praga con un pareggio che lascia l’amaro in bocca ma anche alcuni riscontri positivi. Il primo tempo è abbastanza noioso, creiamo poco o niente e rischiamo altrettanto. Il secondo tempo è sbloccato dall’uno-due fulmineo di Pato e Robinho, che si scrolla via, almeno in parte, i fantasmi dei clamorosi gol falliti con il Barcellona e con il Genoa. Matura la prestazione di De Sciglio. Buona anche quella di Mexès, non ancora al meglio ma comunque protagonista di un paio di buone chiusure difensive. Per la verità il Viktoria non è irresistibile quando attacca. Si vede poco Taiwo nel primo tempo, cresce nel secondo seppur appaia ancora poco affidabile nel difendere nell’uno contro uno; sicuramente sfrutta la metà delle potenzialità fisiche e atletiche di cui dispone.

Meglio Ambrosini, soprattutto se si raffronta la prestazione con quella alquanto scadente di Genova. Nocerino si fa male dopo 40 minuti, lasciando il posto a Thiago Silva che si va a piazzare davanti alla difesa. Il Viktoria, soprattutto nella ripresa, cerca con coraggio di spingersi in avanti lasciando delle voragini in contropiede, non sempre sfruttate nel migliore dei modi dai nostri. Seedorf è come se non ci fosse, ma lo conosciamo bene e sono altre le notti in cui ci fa sognare. Forse lo amiamo anche per questo, così irritante quando sembra non avere voglia di giocare, così decisivo e spettacolare quando la partita vale una stagione. A dieci minuti dalla fine c’è spazio anche per il giovane Bryan Cristante, un premio più che altro per il classe 1995 di cui si parla un gran bene.

Tutte le valutazioni valgono fino all’89esimo, quando decidiamo che per oggi può bastare così. Il pareggio del Viktoria, sotto di due reti con un minuto più recupero da giocare, è gentilmente offerto dalla retroguardia rossonera che è già sotto la doccia. Ma alla fin fine che importa, non contava niente.

VIKTORIA PLZEN-MILAN 2-2
Viktoria Plzen (4-2-3-1): Cech; Rajtoral, Bystron, Cisovsky, Limbersky; Jiracek, Horvath; Petrzela, Kolar, Pilar; Bakos. A disp.: Pavlik, Reznik, Sevinsky, Fillo, Darida, Duris, Hora. All.: Vrba.
Milan (4-3-1-2): Amelia; De Sciglio, Bonera, Mexes, Taiwo; Nocerino, Ambrosini, Seedorf; Emanuelson; Pato, Robinho. A disp.: Roma, Abate, Thiago Silva, Innocenti, Cristante, Boateng, Ibrahimovic. All.: Allegri.
Arbitro: Vad (Ungheria)
Marcatori: Pato (M) 46′, Robinho (M) 47′, Bystron (V) 89′, Duris (V) 92′.
Ammoniti: Ambrosini (M) 10′, Bakos (V) 84′, Darida (V) 91′

Viktoria Plzen – Milan: LIVE!

[match id=619]

[liveblog]

VOLETE SAPERE QUANTI CHILI HA PRESO TAIWO RESTANDO FERMO AI BOX? VOLETE VEDERE LE NUOVE EXSTENSIONS DI PHILIPPE MEXES? VOLETE CONTARE I GOL SBAGLIATI DA ROBINHO? VOLETE VEDERE CHI TRA PATO E SEEDORF CORRERA’ DI MENO QUESTA SERA? SEGUITE CON NOI VIKTORIA PLZEN – MILAN, ULTIMA GIORNATA DELLA FASE A GIRONI DELLA CHAMPIONS LEAGUE 2011/12!

Viktoria Plzen – Milan: l’ultima chance del Papero?

Eden Stadion, ore 20.45. 800 mila euro, 2 punti nel Ranking UEFA e null’altro. E’ questo l’unico bottino in palio in questa serata di Champions League di cui tutti noi faremmo volentieri a meno. Mentre nel resto d’Europa Zenit e Porto, Valencia e Chelsea, Olympiacos e Marsiglia si giocheranno la qualificazione, infatti, nel gruppo H tale pratica è stata già archiviata ormai più di un mese fa. Pochi quindi i temi in campo per quella che è di fatto per noi una amichevole contro una squadra che è invece obbligata a vincere per guadagnarsi il posto in Europa League in caso di sorpresa del Bate al Camp Nou (eventualità non così improbabile dato che scenderà in campo una formazione molto simile al Barcellona B in vista del clasico di sabato sera).

Saranno infatti Nocerino e Robinho gli unici titolari a scendere in campo stasera in una formazione già annunciata da Allegri nella giornata di ieri che prevede l’esordio di Mexes dal 1′ di fianco a Bonera davanti ad Amelia, il gradito ritorno di Taiwo sulla fascia mancina (sull’altra agirà De Sciglio) e la presenza oltre ad Emanuelson di Ambrosini e Seedorf in piena formazione B (sgarbo all’olandese?). E poi ci sarà, appunto, Pato: se un anno fa contro l’Ajax era la gara per Ronaldinho quella di stasera odora di ultima chance per il papero, con l’Apache in arrivo e Robinho prescelto da Ibrahimovic come proprio partner d’attacco preferito lo spazio per lui in rossonero potrebbe ridursi sempre di più…

Obiettivi per stasera? Giocare col freno a mano tirato ed evitare cartellini e infortuni che potrebbero poi pregiudicare il resto del torneo. Se poi, come contro l’Ajax l’anno scorso, vedremo giornali esultare e titolare su una sconfitta in una gara che valeva nulla, avremo l’ennesima conferma che a livello mediatico oltre che ostacolati siamo ancora temuti, e non poco.

Il momento di scendere

Nostalgia, romanticismo. Sentimenti che ogni appassionato di calcio non puó, e non deve, ignorare. Ed é cosí che ogni tanto si vanno a ripescare i vecchi video, le vecchie imprese. Cosí come i momenti piú toccanti. Non solo le Coppe alzate, ma anche le lacrime versate. Come quando con un giubbino scamosciato e da dodicesimo uomo entra in campo Marco Van Basten, salutando il suo Stadio, salutando il suo Popolo. O come quando il Capitano, Franco Baresi (unico che quelli della mia generazione scriveranno in maiuscolo, non ce ne voglia Maldini), fa il suo giro di campo dopo la sostituzione in una partita in suo onore che annovera tra gli invitati piú stelle che quante contenute nel cielo. Ed é cosí che devono lasciare i Campioni, i Fuoriclasse, i giocatori che ci hanno riempito i cuori e inumidito gli occhi, che ci hanno fatto dolere le mani a forza di applausi, e perdere la voce a forza di cori. Bisogna saper appendere le scarpe al chiodo da idoli, in modo che il mito rimanga per sempre.

La tendenza attuale invece é quella di esasperare la gente, tentare di allungare la carriera fino a livelli fantascientifici. Negli Anni 80 chi voleva continuare a giocare dopo i 30 anni scendeva di categoria, oggi a 33, 34, 35 anni c’é gente che non si vuol sentire mettere in discussione. Nel Milan questo é un trend che ormai va avanti da anni, da troppo tempo. E se all’epoca Costacurta capí che alla sua etá mettersi a completa disposizione dell’allenatore (anche a costo di giocare 20 minuti ogni due mesi e da terzino sinistro) era l’unico modo per restare a Milanello, giá Maldini tiró un pó troppo la corda non ricevendo il giusto tributo al suo addio dopo gli anni di onoratissima carriera e dedizione alla causa. Ma veniamo ai giorni nostri, dove al Milan ci sono in rosa otto giocatori ultratrentenni: Nesta, Yepes, Zambrotta, Ambrosini, Gattuso, Seedorf, Van Bommel e Inzaghi.

Nesta, anni 35, dopo una stagione di grazia come quella scorsa è tornato il Nesta di sempre, quello che non riesce a restare integro per piú di un mese filato, e che si fece ai box praticamente tutto il 2009 dopo anni di mal di schiena e fastidi muscolari. È giá al terzo stop stagionale e abbiamo visto non solo contro il Barcellona di come soffra incredibilmente sugli attaccanti rapidi. Il primo ricambio dovrebbe essere Mexes, ma anche lui é rientrante dal secondo infortunio, e pertanto ad affiancare Thiago Silva si è ritrovato Mario Yepes, che di anni ne ha anche lui 35. A completare il reparto sulla sinistra ci gioca sempre piú spesso e volentieri Zambrotta (anni 34), viste le lacune tecniche di Antonini e i misteri che aleggiano intorno a Taiwo. A centrocampo davanti alla difesa c’é da scegliere tra i 34 anni di Van Bommel o quelli di Ambrosini (coetanei appunto), mentre fino all’infortunio (questa volta neurologico, dopo un anno pressoché fuori con Leonardo), la mezz’ala di contimento era quella destra con Gattuso (33), mentre quella di classe, la sinistra, era affidata a Seedorf, che di candeline ne ha spente 35 l’ultima volta. In avanti a scalpitare per una maglia é Inzaghi, che dopo due infortuni stagionali e un campionato scorso passato piú a MilanLab che sui campetti, di anagrafe puó vantare 38 primavere.

Questi otto giocatori sono ancora validi per quanto riguarda la Serie A e lo sono soprattutto se possono usurfruire di soste tra un incontro e l’altro. In tanti a parlare delle prestazioni di Pirlo alla Juventus, ma Pirlo oggi gioca una partita ogni 7 giorni, non 3 in 8. Non è la stessa cosa. Recuperare le energie a 27 anni come fanno Aquilani e Nocerino è ben diverso che recuperarle a 34. Soprattutto in chiave europea dove il punto debole del Milan è sempre stato il centrocampo, quasi costantemente saltato. Oggi con la velocitá e l’agonismo in campo internazionale, Van Bommel o Ambrosini e Seedorf contemporaneamente in campo è un lusso che il Milan non puó permettersi nemmeno contro il Bate Borisov.

A fine anno come quasi certo partente é dato Van Bommel che vuol terminare la carriera in casa sua tornando al PSV. Su tutti gli altri ancora non si dice nulla. Nesta si dice prolunghi, Ambrosini si valuta, Gattuso vorrebbe rimanere, cosí come Inzaghi che vorrebbe il Milan come ultima squadra (a 39 anni e un posto nelle liste Champions). La vera patata bollente è Seedorf comunque, giocatore a cui verrá affidato un ruolo in societá (si parla di quello che era di Leonardo), ma che non vorrebbe giá passare dagli scarpini alla scrivania sentendosi ancora in grado di giocare. Seedorf è un giocatore che appena arrivò al Milan mi presi la sua maglia, stimandolo fin dai tempi dell’Ajax. E le sue gare nel periodo Ancelotti rimangono nel cuore in modo indelebile. Ma anche per Clarence è arrivato il momento di mettersi una mano sul cuore, e se ha in esso il bene per le sorti del Milan, che lasci il posto ai giovani: c’è un Merkel che scalpita a tornare e un Eriksen pronto su cui investire.

Cari ragazzi, cari campioni. Eterna gloria ed eterna riconoscenza. Ma é arrivato il momento di scendere, che per voi la corsa é terminata. Cambiano i presidenti, gli allenatori e i giocatori. Ma il Milan é per sempre, e voi avete giá fatto il vostro tempo.

Il dilemma del Mediano

Da quando Massimiliano Allegri siede sulla panchina del Milan, il ruolo del mediano ha assunto una notevole importanza e delle caratteristiche ben precise: il tecnico livornese ha infatti fin da subito cercato di piazzare a protezione delle difesa, nel centrocampo a tre, un mediano di puro contenimento, forte fisicamente e mentalmente, che potesse trainare la squadra e sostenerne il gioco sia offensivo che difensivo. Questa particolare concezione ha determinato lo spostamento del “centrocampista dai piedi buoni” nella posizione laterale, non senza conseguenze; infatti la scorsa stagione Pirlo e Seedorf si solo spesso alternati in questo ruolo, uscendone nella maggior parte dei casi con le ossa rotte.

Dall’arrivo di Van Bommel dello scorso gennaio, il ballottaggio per un posto in mediana è sempre stato tra lui e Ambrosini. L’olandese ha fatto abbastanza bene nella seconda parte dello scorso campionato mentre quest’anno è in netto calo e non sembra essere nemmeno la controfigura del giocatore che ha dominato per tanti anni in Germania. Ambrosini, dal canto suo, è spesso alle prese con infortuni e questo non giova sicuramente alle sue prestazioni che, nonostante tutto, quest’anno sono decisamente superiori a quelle del compagno di squadra. A sommarsi a tutto ciò ci sono le scelte di Allegri, sì ancora lui, che talvolta sembra tornare sui propri passi proponendo in quel ruolo un inguardabile (come ieri a Marassi) Seedorf, al posto del biondo capitano.

No, così non va. In una squadra quasi perfetta, che gira bene e gioca bene, il mediano è un chiaro punto dolente. Palloni persi, occasioni regalate, sbagliati posizionamenti sono solo alcuni degli errori che di domenica in domenica siamo costretti ad osservare. E in un periodo in cui siamo frastornati da voci di mercato su attaccanti, difensori e persino allenatore, viene spontaneo chiedersi perchè nessuno pensi a quel ruolo, così fondamentale nel gioco di Allegri. Certo nessuno ti regala niente: il mediano bisogna cercarlo e pagare per averlo, ma siamo sicuri che ne varrebbe la pena. Forse sarò l’unico, o uno dei pochi, ma sacrificherei volentieri Tevez per avere De Rossi. Pensando al mercato scorso, mi viene da mangiarmi un po’ le dita pensando ad Inler, giocatore dal mio punto di vista straordinario, che unisce piedi buoni ad un fisico prestante e possente: sarebbe stato perfetto nel nostro 4-3-1-2, e invece a goderselo sono i tifosi del Napoli, e per di più a seguito di una spesa economica abbastanza irrisoria per un giocatore del genere.

Già, è vero, noi aspettiamo le occasioni o i saldi di fine anno… ma, se continuiamo di questo passo, prima o poi il castello crolla; perchè per sostenere un attacco stellare e proteggere una grande difesa ci vuole un ottimo centrocampo. Ma al momento ci manca il perno centrale, e speriamo che qualcuno se ne renda conto!!!

Genoa – Milan 0-2: nel segno di Zlatan

Sembra un titolo banale, un ritornello già visto e rivisto tante volte. Ma è ancora lui a spianare la strada, con il settimo sigillo nelle ultime 6 gare, verso la settima vittoria su otto partite che ci lancia momentaneamte in vetta alla classifica, aspettando la contromossa di domenica della Juventus. Aumentano così i rimpianti per lo scippo di Firenze: ringraziamo il signor Mazzoleni per aver interrotto la striscia di vittorie consecutive che ora sarebbero addirittura otto. Bene quindi per i tre punti, ma abbiamo commesso degli errori su cui sarà meglio lavorare in prospettiva futura. Tralasciando quelli commessi sotto porta e rassegnandoci a prendere atto che quello di Robinho è un caso patologico, abbiamo evidenziato una certa macchinosità in alcuni frangenti dell’incontro, soprattutto quando i grifoni hanno creato traffico davanti all’area di rigore con molti uomini dietro la palla, per impedirci di ragionare.

Il grimaldello per scassinare il 3-5-2 ermetico del Genoa, a dir la verità, il Milan lo aveva anche trovato: gli inserimenti dei centrocampisti e in particolare di Nocerino avevano subito messo in difficoltà la squadra di casa. Dopo l’interruzione del gioco per i lacrimogeni, siamo rientrati in campo con le idee un po’ confuse, cercando di renderci pericolosi quasi esclusivamente con i duetti tra Abate e Aquilani sulla corsia di destra, che non hanno arrecato particolari disturbi alla retroguardia genoana.

Il Genoa ha preso coraggio e a tratti ha creduto anche di poter andare in vantaggio, cosa che assolutamente non si può e non si deve concedere; andare sotto su campi come quello di Genova può essere un errore da pagare a caro prezzo. L’altro errore che non dobbiamo più commettere è quello di non chiudere la partita quando se ne ha la possibilità. Sull’ 1-0 abbiamo sbagliato troppo e col passare dei minuti abbiamo consentito al Genoa di rientrare nuovamente in partita, rischiando anche di prendere gol. Da dimenticare la prestazione di Ambrosini, apparso in un evidente ritardo fisico: dai suoi piedi sono partiti numerosi contropiedi del Genoa che per fortuna hanno avuto esito negativo. Non brillantissimo anche Antonini, che spesso e volentieri si è trovato in difficoltà ora con Mesto ora con Marco Rossi.

In ogni caso, altra vittoria pesante e altra prestazione che ci conferma squadra da battere in Italia. Andiamo avanti così, con il massimo rispetto per la Juventus o chi per lei cercherà di soffiarci il titolo, ma con la consapevolezza che i più forti siamo ancora noi.

GENOA-MILAN 0-2
Genoa (3-5-2): Frey; Granqvist, Dainelli, Kaladze; Mesto, Veloso, Constant (24′ st Merkel), Rossi, Moretti; Pratto (41′ st Jorquera), Jankovic (32′ st Ze Eduardo). A disp.: Lupatelli, Seymour, Ribas, Caracciolo. All.: Malesani.
Milan (4-3-1-2): Amelia; Abate, Thiago Silva, Yepes, Antonini; Aquilani, Ambrosini (24′ st Seedorf), Nocerino; Boateng; Robinho (41′ st El Shaarawy), Ibrahimovic. A disp.: Roma, Bonera, Mexes, Taiwo, Emanuelson. All.: Allegri.
Arbitro: Celi
Marcatori: 11′ st rig. Ibrahimovic (M), 34′ st Nocerino (M)
Ammoniti: Granqvist, Moretti, Kaladze, Veloso (G); Ambrosini, Antonini, Roma (M)
Espulsi: 9′ st Kaladze (G) per somma di ammonizioni

Genoa – Milan: LIVE!

[match id=740]

[liveblog]

– Il Milan ha spesso il pallino del gioco (il doppio di minutaggio come possesso palla é significativo) ma la manovra é lenta e prevedibile. A sinistra Antonini non appoggia e l’esterno lo sta facendo Robinho. Sotto tono anche Boateng e Ibrahimovic (francobollato da Rossi). Nel Genoa fá tutto Veloso, per il resto per i padroni di casa é notte fonda. Nella ripresa mi auguro di vedere Merkel in campo, oltre che ad un Milan piú tonico e brillante. Ci ritroviamo qui dopo l’intervallo

47′: puó bastare per quanto riguarda la prima frazione. Risultato bloccato sullo 0 a 0.

45′: 2 minuti di recupero. Celi ha fermato il cronometro nell’occasione dei fumogeni

43′: giallo anche per Moretti che falcia Abate lanciato sulla fascia.

41′: tiro di Veloso, potente ma centrale. Amelia c’é!

39′: sugli sviluppi di un angolo un tiro sbagliato si trasforma in assist per Robinho, il cui tiro, comunque fuori, é vanificato dal fuorigioco attivo di un compagno

37′: piattone alle stelle, la palla gira ma non si abbassa

36′: Rossi sgambetta Ibra a circa 25 dalla porta di Frey. Sulla palla lo svedese…

34′: pasticcio difensivo, ne approfitta Mesto il cui tiro-cross peró non trova alcun tap-in… occasionissima del Genoa, ma che incertezza Yepes…

32′: Veloso direttamente in porta. Amelia alza in angolo

31′: parte Aquilani, ma la palla é troppo lunga e Thiago Silva non riesce a rimettere in campo . Capovolgimento di fronte, Antonini ammonito per trattenuta su Pratto

30′: giallo per Granqvist che prende la caviglia d’appoggio di Ibra su una palla esterna… punizione interessante

29′: incredibile a Marassi: Ambrosini messo davanti a Frey da Ibrhimovic calcia per terra mancando completamente il apllone…

26′: volé di Nocerino su suggerimento di Abate che sfiora il palo  a Frey battuto. Un minuto dopo ancora Frey su botta di Ibrahimovic. C’é solo una squadra in campo, manca la cattiveria giusta peró… FORZA RAGAZZI!!!

25′: Boateng finta il tiro, serve Robinho sulla sinistra il cui cross basso taglia tutta l’area senza che nessun compagno intervenga. Bella azione del Milan

24′: offside di Ibrahimovic in mezzo all’area. Il Milan é cresciuto dopo 20 minuti di noia assoluta

21′: azione prolungata del Milan, palla a Boateng, la cui conclusione sfiora il palo…

20′: Pratto viene fermato in fuorigioco

18′: Moretti toccato durissimo da Abate. Entrata decisa ma non cattiva quella del campano

– Si ricomincia con una rimessa laterale per il Genoa

– I giocatori del Milan rimangono in campo, non si capisce peró quanto tempo ci vorrá a far tornare le condizioni ottimali per riprendere l’incontro

– Celi manda le squadre negli spogliatoi… cerchiamo di capire cosa succederá

17′: gioco fermo per fumogeni

15′: ancora Robinho, debole, Frey si oppone

14′: Veloso imita Robinho e di piede, e di fatto… conclusione da dimenticare

12′: Nocerino!!! Milan vicino al goal ma Frey nega la gioia all’ex Palermo. Sugli sviluppi dell’azione ammonito Ambrosini

11′: si conclude con un nulla di fatto l’angolo per il Genoa. Segnalamo la terza palla da Ambrosini davanti alla difesa

9′: sinistro da fuori area di Robinho… da dimenticare!

8′: il Milan ha sempre la palla, ma la manovra é lenta e macchinosa

5′: rivisto il replay, il contatto Rossi – Nocerino é stato veniale, giusto non fischiar nulla

2′: Dainelli a terra, Milan restituisce il pallone

1′: subito Milan, con Nocerino che non arriva sul pallone

1′: Partiti

Buona sera amici di Rossonerosemper. Partiamo con le formazioni.

GENOA: Frey, Granqvist, Dainelli, Kaladze, Mesto, Veloso, Constant, Rossi, Moretti, Pratto, Jankovic.
MILAN: Amelia, Abate, Yepes, Thiago Silva, Antonini, Aquilani, Ambrosini, Nocerino, Boateng, Ibrahimovic, Robinho.

SIETE SOLI A CASA? NON POTETE SEGUIRE LA PARTITA SU SKY O MEDIASET? VOLETE SEGUIRE LO STESSO I RAGAZZI SUL DIFFICILE CAMPO DI MARASSI? LA CRONACA DELLA GAZZETTA VI FA RIBREZZO PERCHE’ VI SEMBRA SCRITTA DA UNA FUSIONE TRA BERGOMI E ZANETTI? SEGUITE LA PARTITA CON NOI DALLE 20.45 GRAZIE ALLA PRIMA DIRETTA LIVE DI ROSSONEROSEMPER! (sperando di non portare sfiga…)

Genoa – Milan: inizia il mese della verità

Stadio Luigi Ferraris in Marassi, ore 20.45. Si gioca di venerdì perché si pensava che la gara col Plzen fosse decisiva, invece questa volta sarà quella di campionato la gara più importante del binomio data la qualificazione in Champions League già ampiamente archiviata. Genoa – Milan apre quindi il programma della 14° di A in un campionato che, per questo mese, normalizzerà il piccolo vantaggio che ha la Juventus su di noi di non giocare le coppe Europee (e che continuerà anche per il mese di Gennaio) considerato che presumibilmente in Repubblica Ceca martedì si giocherà poco più di una partitella di allenamento. Da qui a Natale abbiamo quattro gare (recupero della prima giornata compreso) di cui tre di queste in trasferta. Difficile ma non impossibile che arrivino in queste dodici punti data la caratura delle avversarie – mi accontenterei di dieci che ci porterebbero alla sosta a soli sei punti (su nove residui) dai quaranta con cui si è concluso lo scorso anno il girone d’andata, lasciandoci anche un margine per eventualmente fallire la gara più difficile delle ultime tre – ovviamente quella contro i nerazzurri (anche questa in trasferta sul non facile campo di Bergamo).

FORMAZIONE MILAN – Saranno le indiscrezioni provenienti dall’Olanda (sponda Van Basten) o la presenza di Donadoni in tribuna domenica scorsa (pare non casuale) ma Allegri è parso ieri particolarmente spavaldo e sicuro di se come raramente lo si è visto. “A Coverciano ci sono corsi da allenatore che si possono tranquillamente frequentare” è stata la risposta al solito giornalista fan dell’olandese col numero dieci sulle indicazioni tattiche circa la posizione di Ibrahimovic fornite dall’olandese. Olandese che Allegri comunque accontenta, data questa ispirazione tattica che lo pervade, e che acciuga colloca per la seconda volta consecutiva al posto di sua competenza – quello in panchina – per far spazio allo stesso centrocampo che ha spezzato le reni al Chievo ad eccezione di Van Bommel affaticato (dovrebbe giocare Ambrosini). Yepes dovrebbe vincere infatti il ballottaggio con Bonera in difesa per il posto a fianco di Thiago Silva, mentre sulle fasce non si toccano Abate e Antonini. In attacco Pato favorito per il posto a fianco di Ibrahimovic proprio come un anno fa quando in questa gara a Gennaio il brasiliano riuscì a segnare – chissà se il fatto di doversi giocare il proprio futuro rossonero in quattro partite lo spingerà a rendere al meglio.

FORMAZIONE GENOAIl Genoa è tuttora imbattuto a Marassi ma il Milan arriva da sei vittorie e un pareggio nelle ultime sette gare. Meno incoraggiante lo score rossonero in trasferta con due vittorie e un pari in cinque partite disputate anche se tutte in campi difficili a parte quello di Lecce. Peserà per il Grifone l’assenza di Palacio che ha segnato ben cinque delle quattordici reti messe a segno dai rossoblu in questo torneo, al suo posto di fianco a Caracciolo (in gol contro la Juventus) partità Jankovic. Dietro di loro Merkel, in comproprietà proprio dal nostro vivaio, e per il quale si parla già di ritorno come rinforzo a centrocampo nella prossima sessione di mercato. In difesa altra vecchia conoscenza rossonera, quella di Kakha Kaladze che giocherà di fianco a Dainelli e davanti a Frey. Genoa in un momento no dopo la sconfitta a Cesena che ha fatto parlare in settimana anche di possibile esonero per Malesani – insomma, non approfittare della situazione e lasciare punti sulla A7 sarebbe veramente un peccato.

Clarence, così no!

E’ bastata una panchina per farlo tornare a parlare, panchina in cui ovviamente non è stato lui stesso a schierarsi (magari in ciabatte, vero?) contro il Chievo per farlo protestare indipentendemente dal fatto che tale panchina è coincisa con la miglior partita della squadra da inizio stagione ad oggi.

Il fatto è che non sono abituato a stare fuori. Poi, è ovvio, con una quantità così elevata di partite da giocare l’allenatore cerca di ruotare i giocatori in modo da risparmiare le forze. Ma la gente deve sapere che io voglio essere sempre in campo. E’ la mia mentalità, mi piace troppo giocare.

Insomma la panchina a Seedorf non è un atto di lesa maestà, almeno secondo l’olandese. E’ forse più semplicemente un turnover che deve coinvolgere tutta la squadra e – ovviamente – anche egli stesso. Seedorf in questo campionato ha giocato solamente sei partite contro Napoli, Cesena, Juventus, Udinese, Catania e Fiorentina mentre in Champions League è sempre stato nell’11 titolare tranne nella gara casalinga contro il Bate Borisov. Da qui il primo dato, puramente statistico che, ad eccezione della prima gara contro la Lazio vede il Milan sempre vincente in questa stagione quando l’olandese non scende in campo.

Mi chiedo invece se sia accettabile, per una società di calcio, il dover continuamente subire questi comportamenti da parte di un giocatore. Non nego che Seedorf sia stato un grande campione in passato così come non posso non negare ora che il ruolo del numero dieci rossonero può e deve essere quello di riserva per Boateng e Nocerino per raggiunti limiti di età. E’ tollerabile questo comportamento da parte di una società (e di un allenatore che non penso sia stato esente dalla decisione del rinnovo contrattuale)?

Mi stupisco anche del carrozzone che gira intorno a questo giocatore, basti pensare che non ho letto dopo la gara di Champions col Barcellona un singolo giornale che avesse dato a Boateng un voto più alto di quello del numero dieci e lo stesso è stato fatto con Zambrotta e Abate cercando di parificare prestazioni che non sono state per niente uguali. Eppure lo spettacolo del cadavere dell’olandese che si trascina in campo (tranne quella rara giornata ogni cinque mesi in cui pesca il jolly) è evidente e sotto gli occhi di tutti – come mai non vi è invece un giornalista che glielo faccia notare chiedendo “a quando il ritiro”?

Mi auguro e spero che sia questo l’ultimo anno del numero dieci al Milan, ma credo e temo che il contratto possa essergli prolungato per un altro anno. Vale la pena rimanere così tanto a lungo vittime dei capricci di un singolo giocatore?