Scommettiamo (su Pato)?

50 milioni per Pato a Parigi. Ha appena firmato anche Ancelotti, fino al 2014 a 6 milioni l’anno. Arriverà dagli sceicchi anche Kakà con Beckham a crossare alle loro spalle in quello che è a tutti gli effetti un remake del Milan 2008/09 (e a Parigi sono tutt’altro che contenti di questo). Personalmente io a quella cifra il brasiliano lo porto là a piedi, anche perché mi sono stufato di aspettarlo per i seguenti motivi:

1) Azzecca più o meno una partita ogni quattro / cinque, mostrandosi svogliato nelle rimanenti (tanto il posto da titolare ce l’ha per motivi presidenziali). Ora come ora è un peso per la squadra rallentando la manovra, e non correndo per allargare il gioco come invece fanno Ibrahimovic e Robinho. Sono gli stessi motivi per cui si critica Seedorf, con la sola differenza che il ragazzo si è completamente lasciato andare a 22 anni, non a 34. Signori, coerenza.

2) Si dice che segnerebbe di più se giocasse prima punta – mi chiederei se si merita una squadra costruita attorno a lui: l’ha avuta nel 2009/10 e si è arrivati terzi non sembrando, comunque, nemmeno un fenomeno a differenza di quanto stanno facendo Ibrahimovic e Robinho adesso o lo scorso anno. Mi chiedo ultimamente se sia sembrato un campione solamente perché i partner d’attacco erano Borriello e Huntelaar e non due giocatori di livello. Non so se il brasiliano abbia delle attenuanti ma anche in coppa america, con una squadra costruita su di lui ha deluso.

3) 50 milioni sono tanti, il doppio del valore attuale del giocatore e se venissero investiti su Tevez e Maxi Lopez in attacco torneremmo a posto, lasciandoci del budget per il resto della squadra. Tenderei a sfatare due miti: il primo che vede i giocatori giovani siano automaticamente dei fenomeni – lo stesso Barcellona si è liberato facilmente di Bojan e Giovanni dos Santos nel momento in cui sono diventati di troppo per la squadra senza alcun problema; il secondo che vuole sempre e comunque i trentenni fuori dalla squadra. Non solo le squadre di soli giovani non vincono nulla, ma a meno di non avere fenomeni il budget per gli acquisti lo si ha vendendo calciatori buoni – non trentenni a fine carriera. Chi non risica non rosica – non sempre si compra un Oliveira.

4) I numeri sono dalla sua? Falso. Nell’anno solare 2011 ha disputato 37 partite, segnando un gol solamente in 10 di esse. Appunto, un gol ogni quattro gare circa e, non sempre, decisivo. Diventerà un campione? Forse. Nel frattempo lo è Tevez, lo è Ibra, lo è Robinho e forse lo sarà anche EL92 così come forse lo può essere chiunque sia giovane e abbia qualche numero in passato.

In tutto questo rimangono le strumentalizzazioni della carta stampata e l’intervista pubblicata sul Corriere della Sera in cui il brasiliano critica pubblicamente l’allenatore cadendo nella trappola tesa dalla sig. Colombo (sì, la stessa che spacciò il pesce d’aprile di goal.com sul ritorno di Maldini per una notizia reale due anni fa pur di mettere in cattiva luce il Milan). Allegri ha altre colpe in questo Milan: non certo quella di preferire la migliore formazione per vincere subito – in sintesi se Pato non corre e non trova l’intesa con Ibrahimovic non è colpa dell’allenatore.

Ma non è solo Pato la notizia della settimana – è fresco anche lo scandalo del calcioscommesse e l’arresto di Doni. Piaccia o non piaccia, nonostante il tentativo di far il nome di Gattuso in modo da citarci a mò di chiacchere da bar il Milan non è dentro. Non si può dire la stessa cosa, invece, degli ex-onesti (alias prescritti) nonostante la copertura dei giornali di casa (specialmente quello rosa). Ci chiedevamo sei mesi fa su queste pagine quale fosse la gara del Chievo a Milano con i bauscia pronti a scommettere, supportati dalla fida gazzetta, che fosse invece Milan – Chievo 3-1 di inizio campionato. Erodiani ha invece confessato in data odierna quello che era evidente ad ogni uomo dotato di intelletto (o che ha visto semplicemente con che facilità il Chievo segnò il 4-2 e il 4-3 in quella gara, salvo poi arrendersi invece di provare a pareggiare) ma che, stranamente (o forse no), non trovate ancora in giro su alcun giornale sportivo:

INTER-CHIEVO: Ad Erodiani il pm cita un’intercettazione in cui lui dice ”l’anno scorso ho fatto il Chievo a Milano”. ”Non parlo di Milan-Chievo – mette a verbale lo scommettitore – parliamo di Inter-Chievo…questa frase me l’ha detta Pirani, perche’ Pirani era amico di Pellissier…me l’ha detta Pirani che l’anno prima aveva giocato Inter-Chievo e fecero una marea di gol”. Pirani le disse che aveva manipolato la partita? ”Si’, tramite Pellissier”. Il pm chiede poi se Pirani gli avesse detto anche della volonta’ del Chievo di segnare almeno un gol ed Erodiani risponde ”Si’, si”’. ”Quindi aveva ricevuto il benestare della squadra avversaria?” chiede ancora De Martino. ”Si”’ e’ la risposta. E il pm fa mettere a verbale: ”Aveva ricevuto il benestare da parte dell’Inter”.

Insomma il TGcom ci aveva preso in pieno, altro che mistificazione informativa (ricordate le rosicate?). Quell’Inter-Chievo era alla penultima giornata di campionato così come era all’ultima giornata di campionato Lecce-Lazio uscita negli ultimi giorni. Le federazioni si muovano e colgano l’occasione per un nuovo regolamento (introduzione dei play-off) che porti fine ai classici biscotti di fine stagione, con le volate scudetto e salvezza decise, a volte, più dall’incontrare avversari che non hanno nulla da dire che dai meriti visti sul campo – e a vedere quanto è accaduto in Champions League con Dinamo Zagabria – Lione, il problema, non è solo italiano…

Le pagelle di metà stagione – Parte Seconda

Concludiamo nella giornata odierna le pagelle di metà stagione

Centrocampo

Nocerino: 8. Viene preso perché si rompe Flamini, gioca perché si rompe Gattuso, gioca a sinistra perché si rompe Seedorf. E sticazzi? C’è chi con tre acquisti a culo ha vinto una Champions League! Migliore mezzala del campionato alla faccia del tanto declamato Marchisio.

Aquilani: 6. Nè carne nè pesce. Ha fatto forse più di Pirlo nella prima parte dello scorso anno e in questo campionato ma resto convinto che valga di più di quanto ha mostrato finora. Non mi convince del tutto ma non ci siamo potuti permettere di meglio.

Ambrosini: 6,5. Meglio nella seconda parte di inizio stagione rispetto alla prima. Alterna alti e bassi nel ruolo di diga davanti alla difesa risultando comunque meglio di Van Bommel. Manca il titolare in quel ruolo, ma per la serie A è anche un lusso come riserva.

Gattuso: s.v. Gioca la supercoppa e contro la Lazio. Poi il problema all’occhio. Lo aspettiamo in campo a Gennaio sperando che sia quello dello scorso anno.

Van Bommel: 5,5. E’ quello dell’anno scorso a tratti, soffrendo la mancanza di un secondo mediano a centrocampo. Ad alti livelli è semplicemente imbarazzante. Finirà l’anno al Milan e poi lo cederemo senza alcun rimpianto.

Flamini: s.v. Non un bel modo rompersi il crociato e rimanere fuori metà della stagione in cui cerchi il rinnovo di un (oneroso) contratto (il terzo stipendio della serie A). Per lui appuntamento al 2012.

Emanuelson: 4. Oggetto misterioso/2. Gioca solo perché di Raiola, per mantenere alto il prezzo di cartellino. Non ha mai convinto da trequartista nè da laterale di centrocampo. Non è un terzino perché non sà difendere. Insomma qualcuno ci dica cos’è – nel frattempo non l’ho mai visto fare una partita sufficiente.

Seedorf: 4,5. I numeri sono impietosi: in campionato sono quindici punti in nove partite quando è sceso in campo (1,66 pt/partita – quattro vittorie, tre pareggi e due sconfitte) mentre senza di lui il bottino sale a diciannove punti in sette gare (2,71 pt/partita  – cinque vittorie e un pareggio, con la Lazio meritando di vincere). Insomma bastano i numeri o si capisce quanto io lo consideri un peso inutile per la squadra (attualmente è la riserva di Nocerino oe Boateng a seconda che voglia giocare mezzala sinistra o trequartista)?

Boateng: 7. Mezzo punto in più per lo stupendo gol col Barcellona. E’ l’unico che ha dato una reazione alla squadra in quel di Lecce realizzando l’unica rimonta dopo essere andati sotto in serie A nell’era Allegri poi portata a buon fine. Facciamo anche qui due medie: 26 punti in dieci partite con il Boa in campo (2,6 pt/partita) solo 12 nelle sei rimanenti (2 pt/partita) – del Ghanese non possiamo fare a meno, piaccia o non piaccia. Ma deve migliorare quella discontinuità di prestazione che a volte lo rende imbarazzante.

Attacco

Pato: 3,5. Frustrante. Perché potrebbe dare di più e non lo fa limitandosi a lampi come quello dopo trenta secondi al Camp Nou. Quattordici punti in otto gare con lui, con sole tre vittorie (1,75 contro 2,5 a partita quando non gioca). Una sola vittoria in campionato contro il Chievo quando è stato schierato dal primo minuto mentre con Siena e Cagliari era entrato a gara in corso. L’apporto in termini di gol che portano punti è praticamente nullo. Insomma dov’è quell’attaccante che nei primi due anni faceva i gol pesanti, molto spesso quelli dell’1-0?

Ibrahimovic: 9. Tredici partite, undici gol in serie A. Quattro partite e quattro gol in Champions dove finalmente risulta decisivo anche nelle gare che contano come quella col Barcellona. Se Ibrahimovic resta quello di inizio stagione lo scudetto è fatto e le probabilità per la coppona aumentano esponenzialmente. Se la seconda parte dell’anno sarà la solita, allora sostituire una papera con un indiano ci serve assolutamente.

Inzaghi: s.v. Gioca pochi minuti senza mai convincere. Avrebbe potuto finire la carriera con quella doppietta al Real Madrid e, forse, sarebbe stata la scelta migliore. Non capisco perché trascinarsi ancora avanti come fa anche Del Piero alla Juventus – certe volte bisogna sapere quand’è il momento di calare il sipario.

Robinho: 6,5. I dati sono dalla sua: in serie A con Robinho il Milan è imbattuto (9 vittorie e due pareggi – 2,63 pt/partita, senza un punto a partita). E’ vero che segna poco ma fa tutto quel lavoro sporco che non finisce nelle statistiche come correre e allargare il fronte d’attacco aumentando la potenza di fuoco di Ibrahimovic. Se sapesse centrare la porta avremmo la coppia d’attacco più forte al mondo.

Cassano: 7. Il miglior attaccante del Milan dopo Ibrahiovic, purtroppo debilitato dal problema al cuore dopo Roma. Lo aspettiamo nella seconda parte di stagione – ma per ora sembriamo non aver accusato il colpo del suo infortunio.

El Shaaraawy: 5. Gioca poco ma quando gioca non convince. Ha 18 anni? Beh, Pato a 18 anni era già di un’altro pianeta. I campioni si vedono da subito, e forse questo non lo è.

Allenatore

Allegri: 5. Continua a non convincermi – sarà perché con una squadra di campioni allenata male è a pari con una squadra di pippe allenata bene. Non vedo la sua impronta nella squadra quanto un tentativo di copiare il modello di Guardiola non avendone giocatori. Continua a sbagliare cambi e a rischiare poco giovani facendo a volte scelte incomprensibili. Sul suo giudizio pesa il non aver improntaato una preparazione atletica per partire forte subito una volta conosciuto il calendario, che è poi il motivo per il quale non siamo 5-6 punti avanti ai gobbi. A panchine invertite con Conte la classifica sarebbe la stessa?

Le pagelle di metà stagione – Parte Prima

Dopo la letterina a babbo natale subentro a LPF anche nel momento più temuto da tutti i calciatori: quello del pagellone di metà stagione. Vi preannuncio, per chi non ha letto le mie pagelle nei postpartita, che è mia abitudine assegnare tutta la gamma dei voti per cui i miei voti potranno risultare poco “fantacalcistici” ma molto più espliciti di quelli a cui siete abituati a leggere sui giornali.

Portieri

Abbiati: 5,5. Non è più decisivo come lo scoro anno e sulla stagione pesano un paio di gol “facili” e due papere, pesanti, contro Udinese e Juventus. L’anno scorso era forse una stagione di grazia e per ora con la difesa davanti quello del portiere sembra essere un problema minore. Ma va risolto, e in fretta.

Amelia: 5,5. Gioca cinque partite prendendo quattro gol, uno esclusivamente per propri demeriti in quel di Bologna. Non dà la sensazione di essere un secondo portiere, probabilmente molto è per il calo di Abbiati. E’ al Milan quest anno solamente per l’affare Boateng altrimenti sarebbe a difendere i pali in quel di Genova.

Roma: s.v. Si fa male nell’unica partita in cui avrebbe potuto giocare titolare, quella contro il Siena. Bel coglione. Fantasma.

Difensori

Thiago Silva: 8,5. Promosso a pieni voti con gol nella prova Barcellona, probabilmente ancora in crescita sicuramente il miglior centrale al mondo in questo momento. Allunga la sua striscia di partite senza prendersi un cartellino giallo non essendo mai stato ammonito in questo inizio di stagione e avendo preso solamente una volta il cartellino giallo nelle ultime 56 gare ufficiali con la maglia del Milan in quel di Genova ad inizio stagione. Il precedente risaliva a gennaio dello scorso anno nel famoso derby degli appalusi di Snejider. Teniamocelo stretto, ragazzi.

Nesta: 7. Normalmente non si coglie la differenza tra lui, Yepes e Mexes. Parte male con la Lazio ma poi fa passare una serata a Messi al Camp Nou che ancora si ricorderà nei suoi peggiori incubi. Non dà garanzie se non è in giornata ed ha ancora troppi infortuni per essere utilizzato come titolare. E’ il nostro jolly per le gare di Champions League così come lo era Inzaghi nel 2007 da tenere in vetrina per farlo giocare nei momenti importanti.

Mexes: 7. Ha giocato poco, ma è quello che sicuramente mi ha convinto di più. Tralasciando la dormita con il Plzen ha dato più affidabilità di Yepes e Nesta pur non raggiungendo i picchi del laziale nelle gare migliori. Lo vedo nella seconda parte di stagione come titolare in campionato per far riposare, appunto, il laziale.

Yepes: 6. Una pessima partita a Bologna, per il resto quando viene chiamato in causa riesce a fare il proprio compitino senza problemi. Come riserva per questa stagione è anche un lusso.

Bonera: 5,5. Bonera è come una pizza margherita. C’è di meglio in giro, ma difficilmente fa cappellate. Due di queste ci hanno portato a perdere a Torino contro la Juventus. Gioca in tutti i ruoli della difesa risultando però appena sotto la sufficienza in ognuno di essi. Il 5,5 finale è la media – per inciso – da una sfilza di sei e un paio di quattro e non da ripetuti cinque e cinque e mezzo.

Zambrotta: 5. Come Nesta viene centellinato schierandolo titolare nei Big Match contro Barcellona, Roma, Udinese e Juventus dove Antonini non basta. Il suo rendimento rimane comunque insufficiente ma attualmente non possiamo forse permetterci di meglio.

Abate: 7. Non è ai livelli della scorsa stagione, ma da lui mi aspetto di più. Per ora mette tanta corsa ma poco talento nei piedi ma l’unica sua assenza in campionato prima delle gare contro Siena e Cagliari – non certo due corazzate – nella trasferta di Torino si è sentita e non poco.

Taiwo: 5. Oggetto del mistero. La mia sensazione resta quella che sarebbe un grande terzino se si ricordasse di tornare dopo essere salito per attaccare. In miglioramento nelle ultime due gare dove è stato responsabilizzato. La sua media è tra il cinque della Champions, il quattro di Cesena e Parma (dove ho avuto il dispiacere di ammirarlo dallo stadio) e il sei stiracchiato delle ultime due gare: con lui sono comunque arrivate sei vittorie e due pareggi in otto gare, casualità?

Antonini: 4,5. Se pensiamo cosa faceva Paolo Maldini dieci anni fa su quella fascia, il paragone è semplicemente impietoso. Non è un terzino da Milan, ma questo passa il convento.

De Sciglio: 6. Di stima, gioca veramente poco e solamente in Champions per la regola della lista B.

Giro di Boa

Siamo ormai vicini alla fine del girone d’andata, il 2011 calcistico termina con una prima parte di stagione che aprirà a un 2012 nel quale potrebbero cambiare molte cose con le trattative del mercato di gennaio. Le squadre sono molto vicine tra loro e in questo post analizzeremo brevemente le formazioni che potrebbero giocarsi lo scudetto, o che nella prima parte di campionato hanno dimostrato di poter rivaleggiare con qualsiasi avversario.

MILAN – Come non cominciare dal Milan? Senza dubbio sulla carta la squadra più forte del campionato, e nella ristretta rosa delle possibili Outsider di Barcelona e Real Madrid in Champions League. Il suo è un cammino di tutto rispetto. I rossoneri hanno agganciato la vetta della classifica dopo una rimonta entusiasmante durata per tutta la prima parte del campionato. Quello del Milan è  un calendario che sebbene abbia danneggiato inizialmente il diavolo, mettendolo subito in una serie di difficili scontri diretti, può però dare quella spinta in più per vincere, dato che nelle ultime giornate gli scontri sono leggermente più facili, ad eccezione della sfida con l’Inter, partita che può assumere diversi risvolti. Conterà dunque riuscire a fare risultato tra gennaio e marzo. Se il Milan sarà in testa a Marzo, avrà la strada spianata per la vittoria del campionato. Per farlo bisognerà però rimaneggiare il settore offensivo, dove una punta sarà di vitale necessità nel lungo cammino della seconda parte di stagione. E non dimentichiamoci del terzino sinistro.. Importante sarebbe recuperare anche un paio di centrocampisti, sperando che Flamini e Gattuso possano tornare in pianta stabile, rendendo più facili le cose per Allegri. Già, proprio lui, Allegri, il mister livornese che deve cercare di capire che Seedorf andrà impiegato a gettone, magari in partite contate, e non stabilmente, visto che non dà più garanzie sul suo rendimento. Con lui in campo il Milan ha avuto una media di 1,63 punti a partita, mentre senza 2,71. Per questo però vi rimando alle pagelle dei prossimi giorni, dove verranno analizzati nel dettaglio i giocatori. Parlando ancora di cifre, Robinho è determinante, con 2,61 punti a gara nelle gare dove è stato impiegato, mentre, senza di lui il Milan ha viaggiato a 1,00 punti di media. In difesa i rossoneri possono contare su un buon reparto arretrato, sperando di recuperare Nesta e di avere Mexes pronto a giocarsela alla grande. Il campionato lo può perdere solo il Milan. Per quanto riguarda la Champions, mai come quest’anno sarà un terno al lotto. Tutti dovranno sperare in una defaillance di Barcelona e Real. Se il Milan supererà gli ottavi, dipenderà tutto dal successivo sorteggio.

JUVENTUS – La rivale designata del Milan per questo scudetto. L’abbiamo analizzata qualche tempo fa in un post dove abbiamo parlato di Conte e del suo modulo di gioco. Cosa dire di più? Dalla sua può contare sull’imbattibilità e sull’allenatore. La Juve infatti non ha ancora perso una partita in questo campionato, ma conta vincere nei campionati a tre punti, e il Milan, dicono le statistiche, finalizza meglio della vecchia signora, pur creando meno occasioni da gol. Per i zebrati, tutto nelle mani dello stratega Conte, ad oggi il miglior allenatore italiano su piazza nel nostro campionato. Per battere la Juve le avversarie dovranno fare tre cose fondamentali. Prima di tutto pressare alti i difensori che partono palla a terra fin dalla propria area di rigore, secondariamente sarà importante limitare il gioco dei mediani, che impostano il gioco. Pirlo dovrà essere limitato, Marchisio quasi marcato a uomo, per costringere magari la Juve a giocare con lanci lunghi, annullando di fatto il suo modo di affrontare la partita. Infine potrebbe essere necessario chiudersi, giocando un po’ in maniera difensiva, “provinciale”. Mourinho in questo caso sarebbe maestro con la sua filosofia dell’occupazione degli spazi. La Juve è bella e imbattibile sul campo, ma se gli avversari capiranno questi difetti, vedremo un’altra Juventus e forse, un altro campionato.

UDINESE – Una sorpresa, ma non troppo. A Udine da anni hanno un progetto ambizioso, nell’investimento sui giovani calciatori. Detto così sembra quasi avere scoperto l’acqua calda, ma a Udine le cose vengono affrontate in maniera un po’ diversa, non investendo necessariamente nella squadra Primavera, ma con una rete di osservatori da invidiare gran parte delle big europee, specificatamente per la prima squadra. Nessuno infatti vanta le strutture e gli osservatori dell’Udinese, sempre connessi in tutti i campionati del mondo con Televisioni e osservatori, che quando non vengono inviati all’estero, prendono minuziosamente appunti nelle sale dello stadio Friuli osservando partite a ogni ora del giorno. È così che sono arrivati primi su Sanchez, che ora è stato venduto al Barcelona, riuscendo a rivendere giovani calciatori a cifre superiori a quelle con le quali erano stati acquistati. Plusvalenze, occhio cinico e una squadra coltivata e messa su con gli anni hanno reso l’Udinese una squadra solida e capace, se non quest’anno, sicuramente nei prossimi, di giocarsi lo scudetto alla pari con altre formazioni più blasonate. Senza contare che tra il girone di ritorno dello scorso campionato, e quello di andata di quello attuale, l’Udinese ha tenuto una media scudetto di tutto rispetto, senza cedere mai. Difficilmente uscirà dalle prime tre posizioni di classifica.

NAPOLI – Ammettiamolo, il Napoli è una bella squadra. Nella partita secca è anche capace di fare l’impresa, e ha un ottimo tecnico, Mazzarri, che sta coltivando un grande gruppo, solido e fiducioso nei propri mezzi, anche se un po’ “rosicant” in certi momenti della stagione. Tuttavia questo Napoli in campionato si è espresso sotto le aspettative, complice una inesperienza europea evidente, che sebbene abbia fatto concorrere gli azzurri per la qualificazione agli Ottavi di Champions per la seconda volta nella storia, li ha penalizzati in campionato, dove hanno alternato grandi prestazioni a flop clamorosi. L’evidente limite del Napoli è la lunghezza della rosa e i ricambi che mancano. A questo il Presidente cercherà di ovviare in sede di mercato di gennaio, con una campagna acquista mirata e organizzata, volta ad avere valide alternative per una squadra che può rischiare di essere ammirata, di piacersi troppo, facendosi però scappare i veri obiettivi della stagione, senza riuscire a concentrarsi su ciò che conta veramente. Quale sarà il destino del Napoli? Lo scopriremo a Febbraio, con la Champions League, se saranno riusciti a recuperare punti per lo scudetto o per i primi tre posti.

LAZIO – Quel volpone di Lotito questa volta sembra aver trovato l’alchimia giusta. Tanti talenti a poco prezzo, il riscatto di qualche giocatore di esperienza, e un “tesoretto” coltivato con anni di risparmi e di gestione corretta di bilanci. La Lazio è il classico esempio di una politica economica educata e rispettosa dei canoni imposti dalla Uefa. Sul fronte tecnico, la squadra ha un’ossatura forte, degli ottimi ricambi, e un attacco di prim’ordine, con Klose, su tutti, che ha messo paura a tutte le difese del campionato, fin dal giorno in cui si è presentato per la prima partita di campionato, quando ha timbrato il cartellino proprio contro il Milan. Tentennando in Europa League, la Lazio però ha tutte le carte in regola per raggiungere sicuramente i primi 5 posti di classifica, e di fare un pensierino alla Champions, e, perché no, con un occhio alle avversarie per lo scudetto, dato il precario equilibrio che sta condizionando questo atipico campionato di Serie A, che rischia di diventare una lotteria incerta, come lo fu quello del 1998-99.

INTER – Senza dubbio la peggiore squadra tra le prime classificate, senza una vera anima di gioco, capace più che altro di recuperare partite perse grazie al carattere dei suoi giocatori. Squadra svuotata di motivazioni, ha cambiato allenatore in corsa, ma Ranieri non sembra comunque essere l’uomo giusto per portare la squadra in alto. Chi pensa che l’Inter possa vincere ancora lo scudetto rischia di rimanerci davvero male. Solo un miracolo, uno scandalo peggiore di calciopoli, o il più grande suicidio della storia calcistica italiana potrebbe regalare il tricolore all’Inter, che deve la sua posizione di classifica al progressivo implodere dei team di centro-graduatoria, che dopo 16 giornate, sono ferme a una media-salvezza. Solo la Juventus del 1994-95 fu in grado di vincere un torneo a tre punti con più di 6 sconfitte stagionali. Squadra organizzata male, concepita male da Moratti & Company, ha vissuto nell’immobilismo sul mercato, o facendo patetici tentativi di disturbo che abbiamo analizzato questa estate. Se dovessimo essere realisti, con questa squadra l’Inter non dovrebbe andare oltre l’ottavo posto, ma questo campionato è strano e può succedere di tutto, ma lo scudetto, proprio no.

Natale a Mille!

Non sarà il classico post di auguri di Natale, per una semplice ragione. Per un curioso scherzo del destino oggi festeggiamo infatti due ricorrenze in una sola. Questo post è infatti il post numero 1000 del blog e colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno portato così in alto.

Prima di tutto un grazie come una casa a Bari2020 e Michele che mi sono stati vicini sei mesi fa nei momenti di difficoltà invitandomi a non mollare. Stiamo risalendo pian piano dopo aver toccato il fondo: non era facile ma anche grazie a loro siamo ancora qui con voi. Il mio regalo di natale è in particolare per Bari che si è veramente fatto quello che in gergo tecnico si chiama “un culo così” per salvare il blog alternandosi al sottoscritto nel postare soprattutto nei mesi estivi in cui abbiamo garantito presenza e continuità e che premio per questo con il ruolo di caporedattore e mio vice-direttore.

Un ringraziamento come già detto ieri anche ai nuovi che sono qui con noi per credere in questo progetto permettendoci di ampliare la gamma dei post e di introdurre la rubrica dedicata ai LIVE. Ovviamente il giorno di Natale non è il più adatto per reclutare, ma la gamma dei redattori – vi prometto – sarà ulteriormente ampliata cercandone altri tra i ragazzi di twitter e conseguentemente cercheremo di offrirvi nuove rubriche (tra cui il ritorno delle storie di calcio) e magari ampio spazio anche alla satira, perchè in fondo non bisogna mai prendersi troppo sul serio.

Vi lasciamo per il momento con i nostri auguri di natale, ricordandovi che gli ultimi cinque giorni dell’anno saranno dedicati al riassunto con le pagelle di metà stagione il 27 e il 28 dicembre mentre 29, 30 e 31 saranno riservati al meglio del 2011

Buon natale da Rossonerosemper!

Caro Babbo Natale…

Caro Babbo natale… lo so, non mi conosci ancora ma il cacacazzo che ti scriveva di solito ha deciso sei mesi fa di lasciarmi da solo di punto in bianco, per cui quest anno dovrai accontentarti di me.

Ti ringrazio degli ultimi acquisti… anche se mi sarei aspettato dei centrocampisti spagnoli. Dicono che il presidente voglia spendere per un attaccante argentino… le alternative sono due. Uno è biondo e ha lo stesso naso di Ibrahimovic l’altro invece è moro, più piccolo, e sembra uscito dai bassifondi di Buenos Aires. Ecco Babbo, se puoi lasciali lì entrambi e portami invece un bel centrocampista coi controcazzi. Ce n’è uno a Roma che gioca là da undici anni e che pare aver deciso finalmente di voler vincere qualcosa dato che nella capitale ha capito che rimarrà a secco a lungo… lo convinci a venire da noi?

Voglio tuttavia esser generoso anche con chi è meno fortunato di noi, in particolare quei bambini che tifano per l’altra squadra di Milano. In estate gli hai portato dei pacchi regalo clamorosi come Alvarez e Castaignos. Ti ringrazio e, se puoi, continua sempre così con i regali prescritti. Ci sono poi quegli altri che sono tornati a farsi sentire, quelli con la maglia da carcerati che sono in testa a pari punti con noi senza nemmeno sapere come abbiano fatto. Vogliamo essere generosi, quindi regala qualche infortunio anche a loro come quelli che abbiamo avuto noi nella prima parte di stagione – vedrai che gli faranno bene.

Per quanto ci riguarda siamo contenti così, nonostante alcuni ex-redattori abbiano deciso di capeggiare da soli altri blog per farci concorrenza con un cambio di sponda degno del miglior Leonardo (a proposito – per loro tanto carbone) ci siamo confermati come numero di visite il secondo blog rossonero del web e primo blog italiano su twitter. Fai mettere quindi l’anima in pace quelli dei boicottaggi, dei furti organizzati di commentatori da questo al loro sito, degli scioperi dei commenti organizzati con i giri di messaggi privati per indurci al bavaglio: NOI NON CHIUDIAMO. Portami se riesci altre persone brave e competenti come i nostri nuovi redattori, e magari qualche commentino in più per poter far godere al meglio a tutti anche un dibattito ai nostri post. Fai se riesci un regalo speciale anche a tutti coloro che seguono questo blog anzichè possano goderne al meglio… anzi a questo potrei pensarci io…

L’ultimo paragrafo lo dedico invece al nostro presidente… sai l’età avanza e si sta un po’ rimbambendo. Ha avuto un brutto colpo quando ha dovuto lasciare Palazzo Chigi… si anche il lettone di Putin. Pensa che dovremmo giocare con Boateng, Ibrahimovic, Robinho, Pato e Seedorf in campo insieme… si gliel’hanno spiegato che alla moviola l’ultimo è veloce uguale… ecco vedi… se ce ne potessi portare uno nuovo che possa mettere in cassa tanti soldini ci faresti un favore. Altrimenti fai sì che sia Adrianone nostro a gestire come meglio crede i soldi del vecchio rimbambito, che lui i conti li sà fare e bene.

Allora ci stai? E’ fatta anche per questo natale? Come dici? Le tue renne? Fai pure quello che ho scritto sopra e te le restiuisco vive, non ti preoccupare…

Medioevo e Rinascimento calcistico

Quando arriva il Natale, dicono, si è tutti più buoni. Il problema è che, a noi, quello che dicono in giro non interessa minimamente, quindi procediamo speditamente ad analizzare quanto di buono e di meno buono è stato fatto in questo inizio di stagione.

Abbiamo visto finalmente un Milan cominciare un campionato con il tricolore sul petto, situazione che mancava da parecchi anni di Medioevo calcistico, dove l’Inter l’ha sempre fatta da padrona, per un motivo o per l’altro. La prima soddisfazione non da poco è stata la vittoria della Supercoppa Italiana proprio contro quei cugini campioni del Mondo di simpatia e correttezza sportiva. Vedendo le soddisfazioni che l’altra squadra di Milano ci sta fornendo, si spera che il lustro di fasti nerazzurri, iniziato per decisione del Sig. Guido Rossi, sia terminato.

I primi periodi del Campionato, però, non sono stati così rosei, e molti giocatori hanno dovuto lavorare parecchio per trovare quella forma che, ora, ha portato ad un filotto di risultati positivi da lasciare quasi stupefatti. I vari soloni vedono nelle vittorie del Milan molti aiuti arbitrali, senza però considerare quanto è stato invece tolto, come ad esempio a Napoli o contro la Fiorentina. Non vogliamo però entrare troppo nel merito di queste solite, inutili, sterili e noiose polemiche, crediamo che la posizione in classifica sia enormemente meritata, al di là di ogni ragionevole dubbio.

Quello che, forse, ha stupito tutti è la corsa della seconda squadra di Torino (dovere di ogni piemontese doc anteporre il Torino alla Juventus) in vetta alla colonna di sinistra, davanti a tutti grazie alle prodezze di giocatori come Pepe e Vidal, non proprio due competitor di Messi per la corsa al Pallone d’Oro. Ad onor di cronaca, la Juve ha avuto fortuna in molte occasioni, ma è altrettanto vero che l’intensità delle sue prestazioni ha fatto spesso pendere l’ago della bilancia verso la meritorietà dei risultati conseguiti. La seconda parte di stagione, da Gennaio a Maggio, vedrà, molto probabilmente, Milan e Juve padrone incontrastate della lotta scudetto finale, a meno di un suicidio collettivo a favore di Inter ed Udinese; sentendo le ultime voci di mercato, nella faretra di Allegri potranno esserci un paio di personaggi nuovi, che rispondono al nome di Tevez e Montolivo.

Poche persone avrebbero scommesso sulle possibilità di Aquilani e Nocerino di diventare, in breve tempo, parti fondamentali di una rosa già forte, ma lacunosa; su Nocerino ho sempre avuto pochissimi dubbi, ha sempre espresso una mole tale di gioco che non poteva che far bene nel Milan, circondato da campioni di altra caratura rispetto ai rosa di quel fenomeno di Zamparini. Aquilani è, fra i tre sopracitati, quello con le maggiori qualità tecniche, e, seppur con andamento altalenante, ha sempre cambiato l’esito delle partite dove è stato chiamato in causa. Se fino ad ora Galliani ha avuto grandissimo fiuto nell’acquisizione dei due nazionali, credo che potrebbe fare l’ennesimo centro: la possibilità di schierare contemporaneamente i tre centrocampisti titolari degli Azzurri è troppo ghiotta per farsela scappare.

Se la difesa è coperta nel mezzo, con Mexes, Nesta e Dio, sulle fasce solo la parte destra vede in Abate un porto sicuro; la sinistra, attualmente, è coperta da un pre-pensionato, da Taiwo, che non ha impressionato per niente, tranne che per la utile e rara capacità di rasentare le ascelle con l’elastico dei pantaloncini, e da Antonini, che, tra i tre, forse, è il più affidabile.

In attacco, invece, stiamo assistendo all’involuzione del gioco di Pato, alle solite Robinhate e ad una, credo, lacuna fondamentale: la solita mancanza di una prima punta di ruolo da affiancare a Ibra. I due brasiliani si sono fatti ampiamente notare per la samba nella gara di Champions, dove Binho ballava e Pato, legnoso come un palo di frassino, riusciva solamente nel ballo del robot con l’Alzheimer, senza però riuscire a superare ancora quella leziosità congenita che ti fa, da un lato venire voglia di entrare nel televisore e prenderli a calci nel sedere, dall’altro pareggiare se non perdere partite che dovresti vincere 5 a 0. Ibra, invece, credo sia assolutamente non criticabile: nonostante si ostini spesso a cercare la finezza, invece di attentare alla vita del portiere avversario con le bordate del suo repertorio, ha spesso risolto le partite da solo, capacità che vale il voto ampiamente oltre il 7.

Speriamo che Babbo Natale decida, durante il suo ritorno a Rovaniemi, di portarsi via la bellissima filosofia della grande famiglia Milan, con i suoi Inzaghi, Seedorf, Zambrotta e compagnia vecchia, e decida di donarci giocatori affamati di vittorie, possibilmente senza patologie astruse alla Dottor House, nei ruoli in cui abbiamo necessità di rinnovamento. Il rischio, invece, è che non solo non ci si liberi in fretta delle cariatidi, ma che ne porti indietro un’altra rispondente al nome di Kaka: sarebbe l’ennesimo minestrone riscaldato, cotto e stracotto, che non porterebbe nessun valore aggiunto, ma solo un bel peso economico per le casse societarie.

Buone feste, quindi, e buon anno, che sia ricco di vittorie rossonere e di sconfitte per l’armata Brancaleone di Ranieri, di molti Boateng per noi e tantissimi Castaignos per gli altri.

Ti te dominet Milan…e non solo!! Che piaccia o no!

Il Milan torna in testa. Non per una notte, non nella speranza che altri giochino. Il Milan è lì, davanti a tutti, condividendo la testa con una Juve che al Friuli non ha la capacità e forse nemmeno la voglia di vincere. Allegri lo aveva detto, bisognava arrivare a Natale in testa; così è stato, il Milan ha fatto tutto il possibile, tranne a Bologna, per far si che questo desiderio divenisse realtà, per non passare la sosta a guardare verso l’alto e a rimangiarsi le mani per qualche punto perso per strada.

C’è chi al Milan non dà meriti, c’è chi dice che ha svolto solo il suo compito, vincendo con squadre da battere e perdendo con le squadre migliori. C’è ancora chi dice che la classifica non è veritiera, che chi al momento è arretrato può rientrare vincendo il derby; ma va bene così, continuiamo a dare fiato ai tromboni, continuiamo ad avere sui pilastri di S.Siro gufi sempre pronti a gridare allo scandalo, anche dove di scandalo non c’è traccia. Ma non importa,  ciò che più conta è che la squadra sia unita e vogliosa di tornare a vincere, sia desiderosa di tornare a sventolare bandiere rossonere in faccia a gente che non si capacita di aver ormai abbandonato i propri stendardi in cassetti impolverati.

Il Milan di Cagliari conferma quanto visto anche contro il Siena; un po’ di stanchezza, un po’ di affanno in campo, ma pur sempre un Milan concreto, guidato dal solito timoniere svedese, che si fa spazio tra gufate e assurde prove tv ma alla fine riesce comunque a dare il suo contributo decisivo. Non c’è la perfezione, non c’è tutto ciò che i tifosi vorrebbero vedere, ma per ora va bene così; i problemi principali di questo Milan restano il mediano e il terzino, due ruoli che per il momento non sembrano avere paternità. Sulla fascia sinistra le uniche novità sono state portate dal doppio impiego di Taiwo, sia contro il Siena che contro il Cagliari; il nigeriano alterna buone cose in fase offensiva a lacune evidenti quando c’è da difendere. Viene da chiedersi se lui, così come i sui compagni di ruolo, meritino di scendere in campo in partite che contano, quando gli avversari non si chiamano Ibarbo o Angelo. Per quel che riguarda il mediano nessuna novità, il solito ballottaggio Van Bommel-Ambrosini, con nessuno dei due mai troppo convincente.

Adesso il Natale e successivamente la preparazione a Dubai, che servirà sicuramente a tutti per ritrovare le energie perse e anche qualche convinzione svanita. La speranza è che alla riprese del campionato ci siano delle novità che diano il giusto contributo per arrivare al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Non importa se sia Tevez o Maxi Lopez, un centrocampista di valore mondiale o un giovane promettente, anche perchè il recente passato ci ha insegnato ad apprezzare ciò che sulla carta abbiamo criticato (Nocerino); ciò che conta è alimentare la speranza per arrivare a realizzare i sogni di tutti noi.

Cagliari – Milan 0-2: Bentornata difesa

Stanchi, con tanti infortunati, ma vincenti. Per una volta in questa stagione portiamo a casa i tre punti non essendo al meglio e lo facciamo risultando tremendamente cinici: con tre tiri in porta abbiamo portato a casa due gol. Il Cagliari ha saputo metterci seriamente alle corde nonostante siamo riusciti a sbloccarla subito anche grazie all’inserimento di Robinho (e se, seguendo la formazione presidenziale avesse giocato Pato?) che ha portato Nocerino al settimo gol stagionale (forse autorete di Pisano, ma la pressione sulle spalle che ha portato all’errore è sempre e comunque del numero 22). Da lì è un primo tempo in sofferenza, dove barcolliamo ma senza cadere. Il Cagliari in cerca del pari si scopre, riusciamo a soffrire in contropiede finché Ibra punisce e fa il 2-0. Sono tre punti che ci riportano momentaneamente in testa mettendo pressione alla Juventus nella sfida di Udine.

Dal punto di vista prettamente tattico la partita di oggi non fa altro che confermare indicazioni di cui già eravamo a conoscenza: Ambrosini è attualmente meglio di Van Bommel mentre Taiwo in questo Milan sarebbe titolare solamente poiché dietro di lui giocano Antonini e Zambrotta. Il centrocampo rimane comunque carente anche con l’inserimento di Nocerino e Aquilani, dato che la maggior parte dei passaggi continua ad avvenire all’interno della linea difensiva (N.b. anzichè l’asse tra i due centrali, oggi il maggior numero di passaggi è stato tra Thiago Silva e Taiwo). Rispetto alla gara con il Bologna si è però avuta l’umiltà di giocare maggiormente palla lunga sfruttando le caratteristiche di Ibra – tipologia di gioco che non ti fa vincere un campionato ma che può aiutare molto in gare come queste dove non si è al 100% e a cui si deve ricorrere quando non si hanno idee o l’avversario neutralizza il gioco palla a terra.

Andiamo alla sosta con soli due punti in meno rispetto a quelli avuti lo scorso anno (il cognome Mazzoleni vi dice nulla?) dopo sedici giornate, rimediando in qualche modo all’avvio di stagione deludente. Le ricette per confermarsi a Gennaio restano le stesse: terzino sinistro e mezz’ala – l’Aquilani visto finora è assolutamente insufficiente e Nocerino rimane un buon giocatore che sta vivendo un ottimo momento di forma come Pepe e Marchisio nella Juventus, ma non certo uno che ti fa vincere scudetti, Ibrahimovic sta cominciando a correre di meno – spero che si riesca a farlo tornare ai livelli di un mese fa quando ci giocheremo gli scontri decisivi. Si dice che senza di lui arriveremmo, forse, terzi – ma mi permetto di chiudere il post rilanciando con una provocazione: e in che posizione arriveremmo senza questo Thiago Silva?

CAGLIARI-MILAN 0-2 (Primo tempo 0-1)
MARCATORI: Autogol di Pisano (C) al 4′ p.t.; Ibrahimovic (M) al 15′ s.t.
CAGLIARI (4-3-1-2): Agazzi; Pisano (dal 34′ st Gozzi), Canini, Ariaudo (dal 17′ st Perico), Agostini; Ekdal (dal 34′ st Rui Sampaio), Cossu, Nainggolan; Thiago Ribeiro; Ibarbo, Larrivey. (Avramov, Dametto, Murru, Ceppelini). All.: Ballardini.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Bonera, Mexes, Thiago Silva, Taiwo; Aquilani, Ambrosini (dal 40′ st Van Bommel), Nocerino; Boateng; Ibrahimovic, Robinho (dal 29′ st Pato). (Amelia, Antonini, Seedorf, Emanuelson, El Shaarawy). All.: Allegri.
ARBITRO: Orsato di Schio.
NOTE – Spettatori 20 mila circa. Ammoniti Ambrosini, Cossu, Bonera e Larrivey per giocoscorretto. Angoli: 7-1 per il Cagliari. Recuperi: p.t. 0′ e s.t.4′.

Era anche l’ultimo postpartita di quest anno, appuntamento al 2012 con le gare dell’AC Milan. Restate con noi, il 27 e il 28 Dicembre per le imperdibili pagelle di metà stagione e il 29, 30 e 31 per il meglio del 2011!

Cagliari – Milan: LIVE!

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SIETE PRONTI PER LA 1° GIORNATA DI CAMPIONATO? SIETE PRONTI PER VERIFICARE I NUOVI ACQUISTI ESTIVI E I NUOVI SCHEMI DI ALLEGRI? SIETE PRONTI PER METTERVI L’ANIMA IN PACE E CAPIRE CHE ANCHE SE E’ LA PRIMA, STIAMO GIA’ A 31 PUNTI E MANCANO CINQUE GIORNI A NATALE? PER QUESTE E PER MILLE ALTRE RAGIONI, SEGUITE TUTTI IL LIVE DI CAGLIARI-MILAN, A CURA DI BARI2020, DALLE 20.45 SOLO SU ROSSONEROSEMPER!

Cagliari – Milan: l’ultima e la prima

Sant Elia, ore 20.45. Per un curioso scherzo del destino, si finisce là dove si era cominciato. Era il sei di Gennaio e nel turno dell’epifania il Milan si laureava campione d’inverno espugnando Cagliari con un gol di Strasser. In mezzo 77 punti in 36 giornate, uno scudetto e una supercoppa portata a casa in questo 2011 che passa alla storia come l’anno in cui i colori rossoneri hanno riportato alla normalità la gerarchia delle due squadre di Milano. Non basterà però per portare a casa i tre punti dal Sant’Elia quanto fatto vedere con Bologna e Siena dato il fatto che non solo la trasferta si preannuncia sempre complicata per via della locazione dello stadio, ma cade anche a soli tre giorni dall’ultima gara disputata.

A farsi sentire, inoltre, ci penserà la tradizione negativa rossonera prima della sosta che l’anno scorso ci costò punti pesanti nella gara casalinga con la Roma mentre contro Leonardo i tre punti furono persi contro il Palermo. Nessuna componente psicologica, ma solamente un calo fisiologico che non può non avvenire in concomitanza della sosta invernale per ritornare ad alti livelli con le gare di coppa dei Campioni. La classifica deficitaria e gli impegni non facili contro Atalanta ed Inter fa si, però, che per tenere una media punti accettabile e sui livelli di quella che ci ha portato sul tetto d’Italia, dovranno arrivare dieci punti nelle prossime quattro gare – e con il derby alle viste il jolly per il mezzo passo falso non è certo da giocare oggi, soprattutto considerando che con una possibile sconfitta della Juventus ad Udine si tornerebbe nella nostra zona di competenza: il primo posto in classifica.

In formazione rientra Abbiati tra i pali e Antonini in difesa non Abate che non riesce a recuperare dall’infortunio confermando quindi un positivo Bonera sulla fascia destra (sulla sx è invece ballottaggio tra Taiwo e, appunto Antonini) con Mexes confermato di fianco a Thiago Silva. Due cambi invece davanti rispetto alla formazione che ha battuto il Siena con Aquilani che partirà dal 1′ al posto di Seedorf e Alexandre Pato al posto di Robinho. Due vittorie solamente in questa stagione con il numero sette titolare dal primo minuto: è ora di invertire la tendenza?

Boateng: ennesimo caso della faziosità mediatica

Boateng va squalificato 5 turni. Il solito Milan. Un rigore a partita. Che ladri. Per forza, c’è Berlusconi. Scudetto già assegnato. Questi sono alcuni dei commenti più frequenti che si fanno da ieri. Alcuni dei quali da gente non che commenta, ma che scrive gli articoli. Articoli come quello di Bocca su Repubblica, che dopo aver già calato la scure col Bologna, non tarda a replicare quest’oggi, ricordando appunto il mani di Seedorf coi Felsinei e coronando il tutto parlando dell’episodio della Fiorentina. Giudicatelo voi, se questo è giornalismo. Giornalismo sempre più irritante e fazioso, perchè si può anche esser schierati, ma allora bisogna esserlo apertamente. Non mi aspetto analisi coerenti sul Tuttosport, ma parliamo della Gazzetta dello Sport, di Repubblica, di quotidiani (e relativi siti) di caratura nazionale e spacciati come super-partes. E non dimentichiamo Eurosport Italia ospitato da Yahoo!, sito che ha come direttore un supporter dell’Arsenal (a detta sua) ma molto filo nerazzurro dalle scelte degli articoli e dal posizionamento delle notizie. Esempio, il Milan che vince è messa 13° notizia su 32 disponibili in Home Page. Invece Juventus-Novara e Cesena-Inter occupano insieme la posizione numero 3. Ma vediamolo questo sistema Milan cosa ha fruttato quest’anno:

Napoli – Milan: fallo di Gargano non ravvisato nel contropiede del 2-1. Negato un rigore per mani di Cannavaro

Milan – Udinese: manca un rigore per parte, il primo era a favore del Milan

Lecce – Milan: rigore per il Lecce, Abbiati non tocca Corvia

Fiorentina – Milan: annullato goal regolare a Seedorf, due rigori non dati

Bologna – Milan: negato rigore per fallo di Mudingayi su Aquilani. Negato rigore al Bologna per fallo di mano di Seedorf. Negato rigore al Milan per fallo di mano di Morleo

Milan – Siena: rigore a favore del Milan

Questo è il sistema Milan, lo stesso sistema che ci fece vincere 1 scudetto in 8 anni e che durante due anni di intercettazioni illegittime e scremate ha fruttato 4 punti in 3 partite. Finalmente però in società qualcuno inizia a stizzirsi, quindi riporto le parole di Galliani che “quando si ritira da far il dirigente si metterà a commentare le partite dell’Inter“, con chiaro riferimento a Bergomi e ai suoi commenti imparziali mentre affianca Caressa (romanista) nelle telcronache del Milan su Sky.

Milan – Siena 2-0: ancora Nocerinho!

Vittoria importante per riprendere la strada interrotta a Bologna, ma tutt’altro che semplice vuoi per le assenze vuoi per un avversario che viene da tre sconfitte consecutive e che vuole invertire la rotta.
La partita è di facile lettura, come in ogni occasione in cui una provinciale ci fa visita. Il Siena si presenta con un 4-4-2 molto ordinato che all’occorrenza (ovvero quasi sempre) diventa un “tutti dietro la linea della palla e ogni tanto ripartiamo”. Allegri schiera il classico 4-3-1-2 con una difesa da reinventare e con la scelta di far rinfrescare le idee all’impalpabile Pato dell’ultimo periodo, lanciando Robinho.
Il primo tempo si svolge in due fasi: una in cui attacchiamo bene, con velocità e con l’inserimento dei centrocampisti; un’altra in cui attacchiamo male con continui cambi di gioco che portano ai soliti cross, i quali poco si addicono al nostro gioco.
Sicuramente manca un importante propulsore come Abate e la “spinta” di Bonera non è neanche lontanamente paragonabile. Dall’altra parte, in realtà, Taiwo non gioca male, anzi, ma si limita troppo al compitino: non è deciso nelle sovrapposizioni, non cambia mai passo e non è attento in occasione dell’inserimento di Bolzoni, che poteva costarci caro.

Nella ripresa il copione è il medesimo della prima frazione, Ibrahimovic non è pimpante come al solito e appare alquanto nervoso. Viene poco incontro e si interstadisce spesso nel fare la cosa più difficile, ignorando soluzioni agevoli. È la classica partita in cui serve solo il gol per sbloccarla: se arriva poi la strada è in discesa.
Ci toglie le castagne dal fuoco il solito centrocampista, che ancora una volta risponde al nome di Nocerino, un ragazzo che sta diventando sempre più importante per questo Milan non solo per la quantità e per gli inserimenti che portano via gli uomini e creano spazi, ma a questo punto anche per i gol sempre importanti che riesce a realizzare, spesso in situazioni in cui ne abbiamo proprio bisogno.

MILAN – SIENA 2-0
Milan (4-3-1-2): Amelia; Bonera, Mexes, Thiago Silva, Taiwo; Nocerino, Van Bommel, Seedorf (10′ st Aquilani); Boateng (28′ st Emanuelson); Robinho (20′ st Pato), Ibrahimovic. A disp.: Abbiati, De Sciglio, Ambrosini, El Shaarawy. All.: Allegri.
Siena (4-4-2): Brkic; Vitiello, Rossettini, Terzi, Del Grosso; Angelo, Bolzoni, Gazzi (15′ st Grossi), Reginaldo (12′ st D’Agostino); Brienza, Calaiò. A disp.: Pegolo, Pesoli, Rossi, Destro, Gonzalez. All.: Sannino
Arbitro: Bergonzi
Marcatori: 9′ st Nocerino (M), 18′ st rig. Ibrahimovic (M)
Ammoniti: Seedorf (M); Gazzi, Brkic (S)
Espulsi: nessuno

Milan – Siena: LIVE

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AVETE DECISO DI NON DIVERTIRVI QUESTO SABATO SERA? VOLETE PROVARE ANCHE VOI L’EBREZZA DI GIOCARE UNA PARTITA CON BONERA E TAIWO TERZINI? E ALLORA RESTATE QUI CON NOI, DALLE 20.45, PER IL LIVE DI MILAN-SIENA, SOGNANDO LA VETTA PER UNA NOTTE!

Milan – Siena: Casa dolce casa

San Siro, ore 20.45. Sarà la prima e l’unica partita casalinga di Dicembre, intersecata tra due trasferte consecutive di campionato prima e dopo questa gara. Sarà il Siena di Sannino una delle ultime avversarie abbordabili tra le mura amiche a dirci quanto è realistico il pareggio di Bologna e quanto di esso dobbiamo preoccuparci per il proseguo del torneo. Tre punti ci permettono di nuovo la vetta temporanea, oltre al poter guardare in tranquillità il posticipo di domani tra Lazio e Udinese e di rimanere a un tiro di schioppo dai friulani e dalla Juventus (impegnata in casa contro il Novara, dove probabilmente farà tre punti). Di punti avevo detto prima di questo ciclo che ne sarebbero bastati dieci dopo la Fiorentina per una classifica, in questa fase, ancora accettabile – siamo quindi chiamati alla vittoria sia nella gara odierna che in quella di Cagliari per andare alla sosta con 34 punti e mantenere la possibilità di chiudere il girone di andata a quota 40, come un anno fa, con due vittorie su tre dopo la pausa.

San Siro è stato per quest’anno il fortino del Milan, con una imbattibilità casalinga che in caso di successo si estenderà a tutto il 2011 nelle competizioni italiane – solamente Barcellona (grazie a un rigore inesistente) e Tottenham (grazie a una serie di infortuni nelle nostre file) sono riuscite a sbancare, di misura, quello che rimane il più difficile campo Italiano nonostante il tanto declamato San Paolo (ovviamente contro la squadra giusta). Tutto questo nonostante un pubblico forse, imborghesito, che sta cominciando a lasciare vuoto lo stadio, per riversarvisi solamente nei grandi appuntamenti (come quello coi catalani) rendendolo comunque un catino molto più caldo di quello napoletano in condizioni di tutto esaurito.

In porta dubbio Amelia, con Abbiati che non ce la fa a recuperare potrebbe giocare Flavio Roma. In dubbio anche Antonini e Nocerino, per il primo è pronto Taiwo sulla fascia per il secondo Clarence Seedorf come mezz’ala. Bonera in vantaggio su Mexes per il posto di fianco a Thiago Silva al centro della difesa, con Abate confermato titolare dal lato opposto. Van Bommel e Aquilani ancora titolari, così come Boateng e così come Pato che, nonostante le critiche e i risultati che non depongono a suo favore, dovrebbe partire ancora titolare dal primo minuto. Nel Siena è in dubbio Mattia Destro, di fianco a Calaiò – sinora il Milan ha conquistato nelle mura amiche 18 punti, contro i soli quattro fuori casa della squadra di Sannino. Non sarà quindi, probabilmente, come contro il Bologna, una gara aperta ma bisognerà saper sfondare le difese avversarie – magari in fretta come nelle ultime occasioni per finire in goleada. Il Milan vince da cinque gare consecutive contro il Siena, toscani reduci da tre sconfitte a  fila senza nemmeno aver segnato un goal. Sulla carta, quindi, una passeggiata di salute. Ma lo doveva essere anche domenica scorsa…

A come vendettA

Vendetta. Se poteva esserci sorteggio migliore (ma anche peggiore) sul piano delle possibilità, l’Arsenal dà in un colpo solo tante occasioni. Nel quarto ottavo di finale consecutivo contro una squadra inglese (ma tanto lo sappiamo come vanno queste cose – vero Platini?) possiamo chiudere quel cerchio aperto da Ancelotti nel 2008 con l’eliminazione proprio per mano dei gunners, per certi versi inaspettata, con quella palla persa davanti alla difesa dal tecnico della valvola che portò al gol di Fabregas in un momento della gara favorevole ai rossoneri, freschi campioni del mondo.

Non si può inoltre non pensare alla truffa che abbiamo dovuto subire questa estate nel tentato acquisto del catalano con Wenger che fece di tutto con il Board direttivo dell’Arsenal per non farci tesserare il giocatore spagnolo per vendicarsi della beffa Flamini. Sarà l’occasione per vendicare anche l’Udinese, eliminata proprio dai Gunners nel primo turno preliminare. L’avversario seppure inferiore a noi, è comunque da non sottovalutare per il picco di forma che è solito avere in questa fase della competizione, salvo poi implodere nelle seguenti. L’incognita sarà quella dell’incastro del calendario con il campionato Italiano: si giocherà infatti l’andata mercoledì 15 Febbraio, il mercoledì successivo a Udinese-Milan e il ritorno martedì 6 Marzo dopo una non comoda trasferta a Palermo con in mezzo tra le due sfide la sfida scudetto con la Juventus che vedrà le due squadre avere entrambe una intera settimana a disposizione per prepararla.

Ma sarà anche una sfida contro quel modello di squadra che è l’Arsenal e che molti tifosi “non evoluti” vogliono vedere applicato nella nostra: una accozzaglia immonda di giovani, che giocano solo perché tali e che basa il proprio gioco sulla corsa alternando ampi sprazzi di bel gioco a colossali umiliazioni, non vincendo un trofeo importante dalla Premier League 2003/04 con la sola finale 2006 come punto più alto in europa. Insomma, i presupposti per una vendetta, ci sono tutti…

Destinazione Monaco – 10° puntata: Il momento più atteso

L'urna: sarà maledetta come al solito?

Più di una finale, più di una partita di qualificazione da dentro-fuori, il grande show più seguito da tutti, dai lavoratori con la radiolina agli studenti iPhone-muniti, è il sorteggio. Più di un posticipo di campionato, più di un derby, diventa l’argomento di ogni discussione da bar: gli ospiti si susseguono più che in un varietà di Fiorello, mani sempre più importanti estraggono le palline dalle urne, tra la trepidazione di cinquecento milioni di tifosi. I giornali ci marciano per una settimana e aumentano le loro copie: con le partite che diventano di giorno in giorno meno spettacolari, sono i sorteggi a farne le veci.

Ma, tralasciando questo spettacolo quantomeno patetico (e non mi riferisco certo al pathos epico o tragico), liberiamoci dell’apparenza: essa non esiste, e, come tanti piccoli Parmenide, approquinquiamoci a quella che è l’essenza, ossia il sorteggio in sé e per sé. La situazione è sicuramente meno cervellotica che nella fase ai gruppi: due fasce in ordine di “merito” di posizione nel girone (seppur allo scrivente riesca difficile parlare di “merito” considerando chi si trova in prima fascia – non mi riferisco all’APOEL), accoppiamenti con tutti tranne che con squadre dello stesso gruppo o nazionalità. Le ultime limitazioni: dalla prossima, tutti contro tutti.

L’handicap causato dalla presenza dei – manco troppo – marziani del Barça nel girone ci condanna al secondo posto, con tante terribili possibilità di scelta, ma senza quella che sarebbe stata la peggiore: non è stato certo un peccato trovarseli nel gruppo e togliersi lo sfizio di segnare loro 4 gol (roba che la seconda squadra della nostra città si sogna la notte in questo momento). Ecco un prospetto di chi ci potrebbe capitare:
Real Madrid ***** – Sarebbero la prova vivente che la fortuna certo non ci sorride ai sorteggi. Sarebbero la quinta e la sesta partita in tre anni. Ma, soprattutto, sarebbe lo scontro tra le due uniche squadre di club dalle quali non si può prescindere nella storia del calcio [o, meglio, in realtà sono 3: la terza è in Europa League…]. Checché ne dicano i soldi o le cantere.
Bayern Monaco **** – Li temo. Semplicemente perché è un anno pari, e prima dei grandi avvenimenti, chissà perchè, si esaltano sempre.
Arsenal **** – Nei preliminari contro l’Udinese e nella fase a gironi hanno dimostrato di essere competitivi anche senza grandissimi nomi. Ne ho paura, più che del Chelsea.
Chelsea *** – Non certo una squadra fortissima, anche se sono migliorati col tempo. La qualificazione, però, è stata affannosa: ci sono pericoli peggiori.
Benfica *** – Non una grandissima. Ma sono pur sempre una delle due squadre che hanno buttato fuori il Manchester United.
Apoel *** – Tre stelle. Non due, non una. Vi ricordate quanto dicemmo tutti l’anno scorso prima di Milan-Tottenham? Beh, non dovremmo fare lo stesso errore. Questi sono forti, checché ne dica il nome poco famoso.

Per il Napoli basta sostituire il pericolo Bayern con quello Barçelona, mentre la seconda squadra di Milano potrà approfittarne per vantarsi di un passaggio ai quarti dopo un ottavo ridicolo [il solito turno che capita loro], con avversarie dalla forza di Basilea e Zenit. La Juventus, invece, avrà tra le alternative approfittare degli sconti al cinema del Mercoledì o vincere la Champions con un gol di Del Piero in finale. A Fifa.