Milan – Novara 2-1 d.t.s: Up & Down

Up

Seedorf sta per uccidere Emanuelson con un cazzotto alla tempia per prendere il suo posto

I tifosi rossoneri: Con il clasico che incombe e una delle settimane più fredde che il sottoscritto ricordi a Milano, riescono ad andare allo stadio per quella che rimane comunque la gara più inutile di quest anno solare, dimostrando una forte dose di coraggio o – perché no – anche di masochismo.

Clarence Seedorf: ha trovato una idea geniale per giocare titolare fisso e per di più nel ruolo che predilige, quello di Trequartista. Gli basta scendere in campo indossando la maschera di Urby Emanuelson, pupillo di Allegri.

Pippo Inzaghi: non siamo ancora in grado di confermarvi ciò, ma dai primi campionamenti statistici pare che abbia corso più lui in 15 minuti che Pato in tutta la stagione. L’incertezza è sul fatto che potrebbe aver corso di più anche dell’ultimo anno al Milan.

Lo sceicco del Paris Saint Germain: pare che dopo le prestazioni di Pato nel derby e nella gara di ieri sera abbia chiesto di cercare e tagliare la testa a “quel cretino che voleva pagare 28 milioni per sta ciofega”. Leonardo è avvisato, se può si salvi…

Silvio Berlusconi: Clamoroso retroscena sul naufragio della costa Concordia. L’ex presidente del consiglio si è infatti inserito personalmente dopo la trattativa di Pato anche in quella tra capitan Schettino e la capitaneria di Livorno: Schettino stava per tornare sulla nave a dirigere i soccorsi, ma ho fermato tutto io!

Down

Riccardo Trevisani versione Hot dopo il gol del Barcellona

La bestemmia all’88° minuto: Se non l’avete sentita è poco prima del gol del Novara, su una rimessa laterale di cui Tesser chiedeva un controfallo. Almeno questo è quello che è sembrato in diretta, in realtà era Pippo Inzaghi che stava ancora imprecando contro Allegri per il fallo.

Stefan El Sharaawy: cos’è quella roba? Corsa, tiro da fuori, numeri, saltare l’uomo? Questo è il Milan e qui queste cose non si fanno da una vita! Se vuoi giocare adeguati al resto del gruppo come fa Pato, hai capito?

Beppe Bergomi: “Il Milan ha giocato male al derby, ma per grande merito dell’Inter, non dimentichiamolo” – “Il Novara sta assediando il Milan” – “Novara che meriterebbe il pareggio” – “Il Milan sta giocando una pessima partita stasera”. Caro Beppe, è inutile che dici che sei Pietro Vierchowood perché tanto non ti inquadrano e falsifichi il tono della voce, ti abbiamo beccato subito!

Riccardo Trevisani: Com’è che ad ogni Real – Barcellona ti viene da pensare “ma dai, non può fare una telecronaca più scandalosamente di parte dell’ultima volta?” e ogni volta riesce sempre di più a toccare il fondo? Per carità, quando non fa il Barça è un ottimo cronista ma ieri sera l’unico motivo per cui non ha portato la sciarpa blaugrana in postazione era per uscire vivo dal Santiago Bernabeu.

Milan – Novara 2-1 d.t.s: nel bene e nel male, Alexandre Pato

Andiamo ai quarti di finale, ma a quale prezzo? Un calo di attenzione ci costa altri trenta minuti di tempi supplementari che giocati in un freddo mercoledì pomeriggio comportano gli infortuni poi visti sul campo. Per fortuna che l’effetto nel breve sarà limitato dato che domenica ci troveremo nuovamente di fronte ai piemontesi, ma già da settimana prossima contro la Lazio sarà un’altra storia. Per il resto partita bruttina che non fa rimpiangere i molti tifosi rossoneri della scelta di rimanere comodi nei divani dei loro salotti.

Il Novara fa catenaccio puro per i primi 80 minuti (anche se non ai livelli dell’ultima provinciale che domenica scorsa è riuscita a sbancare San Siro) ma viene punita da un tiro del faraone da fuori area dopo 24 minuti – quei tiri da lontano che non si erano visti al derby. Da lì la partita si addormenta, con i rossoneri che compiono l’errore di dare per già chiusa la gara e che vengono sopraffatti a due minuti dalla fine dal calcio di punizione di Radovanovic (mezza papera di Amelia?). Poi nei supplementari il gol di Pato – che coglie in controtempo la difesa avversaria e dopo aver sbagliato tre calci piazzati riesce a mettere la zampata vincente. In una partita abbiamo paradossalmente visto tutta la carriera di questo giocatore: è entrato col solito piglio svogliato, ha mangiato dei gol facili, è riuscito a segnare e si è nuovamente infortunato (inutile ricordare un Wayne Rooney che lo scorso anno in un Birmingham – Man Utd rimase in campo zoppo a battere le rimesse laterali nei minuti finali pur di fare qualcosa per la squadra, lui è Pato e quindi và nello spogliatoio), non sappiamo stavolta per quanto.

Note tattiche: mi è piaciuta la gara di Merkel e di El Sharaawy – gli unici che hanno saputo fare quei cambi di velocità che hanno saputo arrecare danno alle difese avversarie. Emanuelson trequartista rimane invece un esperimento che considererei fallito: troppa poca la corsa, troppi i passaggi all’indietro. Abbiamo sofferto il catenaccio del Novara perché abbiamo avuto pochi uomini capaci di costruire in velocità una azione dalle ripartenze avversarie – in particolare mi soffermerei sulla difficoltà di uscire dalla nostra area di rigore col pallone tra i piedi quando l’avversario ha pressato alto. Non si sa chi debba impostare l’azione a metà campo, non c’è movimento dei centrocampisti e degli attaccanti – Inzaghi a parte. Pippo stasera avrebbe forse meritato il gol d’addio ma il destino gli è stato ancora una volta beffardo: il suo modo di giocare a 38 anni, giocatore calcisticamente finito, credendoci su ogni pallone e andando a pressare il portiere avversario in ogni maniera rimanga da esempio per chi nel Milan pretende di giocare per riconoscenza e camminando in campo – ingiusto toglierlo dopo 60 minuti nell’unica partita stagionale che avrebbe potuto giocare per intero, non se lo meritava. Per il proseguo di stagione se Pato avrà un altro stop puntiamo forte sul tridente El92-Ibra-Binho – stasera il ragazzino mi è piaciuto ed è sembrato lontano parente di quello che non mi ha convinto nella prima parte di stagione, e non sto parlando del sig. Berlusconi.

MILAN – NOVARA 2-1 d.t.s.
MILAN (4-3-1-2): Amelia; Bonera (1′ pts Abate), Nesta, Méxes, Antonini; Merkel, Ambrosini, Nocerino; Emanuelson (37′ st Robinho); Inzaghi (11′ st Pato), El Shaarawy. A disp.: Roma, Taiwo, Cristante, Baldan. All.: Allegri.
NOVARA (4-3-1-2): Fontana; Morganella, Paci, Centurioni (32′ st Jeda), Dellafiore, Garcia; Marianini (9′ st Jensen), Radovanovic, Pesce; Granoche, Morimoto (18′ st Rubino). A disp.: Coser, Coubronne, Gemiti, Rinaudo. All.: Tesser.
Arbitro: Giannoccaro
Reti: 24′ El Shaarawy (M); 88′ Radovanovic (N); 10′ pts Pato (M)
Ammonizioni: Rubino (N), Robinho (M), Radovanovic (N), Nocerino (M), Merkel (M), Morganella (N), Garcia (N)

Milan – Novara: LIVE!

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NON SIETE A CASA MERCOLEDI’ SERA? VOLETE SEGUIRE LO STESSO I RAGAZZI ANCHE NELLA COPPA CHE SI FILA SOLAMENTE L’INTER? VI FA SEMPLICEMENTE SCHIFO LA TELECRONACA DELLA RAI? ALLORA RIMANETE CON NOI, DALLE ORE 21 PER LA DIRETTA DELL’ESORDIO IN COPPA ITALIA!

Milan – Novara: due anni dopo

San Siro, ore 21.00. Era un freddo pomeriggio del 13 gennaio di due anni fa, quando alle ore 15.00 di un mercoledì di un normale pomeriggio lavorativo si affrontavano in un San Siro pressochè vuoto Milan e Novara per gli ottavi di coppa Italia con i piemontesi che ribaltando ogni pronostico si confermarono l’unica squadra di C1 negli ottavi di finale degli ultimi anni. Il Novara ha poi confermato quanto fatto vedere di buono in quell’ottavo guadagnando la serie A, anche se adesso rimane forse la squadra materasso del campionato. Si gioca quindi oggi in gara secca anche una anteprima della gara di domenica dato che si sarebbe dovuto giocare, su richiesta del Milan, questo ottavo in dicembre qualora si fosse qualificato il Catania ma i piemontesi si sono opposti e hanno preferito questa collocazione – che comunque garantisce quantomeno equilibrio tra le due squadre nel prossimo turno di campionato, cosa che non sarà invece in caso di qualificazione al prossimo turno dato che la Lega Calcio ha gentilmente concesso alla Juventus due giorni in più di riposo rispetto ad un eventuale Milan – Lazio nei quarti di finale (a proposito di gobbi, com’è che sui due rigori netti negati al Cagliari la stampa ha glissato e nascosto tutto?), gli ottavi invece si chiuderanno domani con la sfida, sempre a San Siro tra la metà meno nobile di Milano ed il Genoa (ed è strano non aver sentito Paolillo gridare al complotto per dover giocare 24 ore dopo il Milan sullo stesso terreno, ma si sà gli interisti morirebbero piuttosto che affermare che quella polemica del 2010 era priva di qualsiasi fondamento…)

ALLEGRI, IL POST DERBY E LE CRITICHE – Sarà il Novara anche la prova per vedere la reazione della squadra al pessimo risultato visto nel derby e, come nel derby, troveremo contro di noi una provinciale che si chiuderà. Non approvo invece il salvare, come spesso avviene, l’allenatore dalla pessima figura fatta in campo domenica sera sul piano tattico. Ormai non è un segreto che la maggior parte dei milanisti si divida in filosocietari e antisocietari e che per questi ultimi l’allenatore sia una sorta di semi-dio da venerare per tutto quello che subisce dalla dirigenza cui le scelte vengono imposte. Tuttavia negare che ci fossero due modi di perdere domenica sera, sul piano tecnico perché si è incontrata una squadra più forte o sul piano tattico perché si è sbagliato tutto e che di questi due sia andato in scena il secondo rasenta il livello della malafede. Sappiamo tutti che questa rosa è incompleta, ma non più incompleta delle altre in Italia – ove si era tutti d’accordo di essere a livello tecnico i favoriti per il titolo. Diverso è il discorso di un eventuale mercato per tornare competitivi a livello Europeo e qui il caso Tevez ha mostrato tutte le lacune e la mancanza di comunicazione tra proprietà, dirigenza e guida tecnica – ma per approfondire questo servirebbe un ulteriore articolo a parte, e vi ho già tediato abbastanza.

FORMAZIONE – Avrei personalmente schierato Pato per vedere se è in grado di ripetere una prestazione deludente anche contro quella che è in questo momento la peggiore squadra delle 20 di Serie A. Allegri ha confermato Nesta (è squalificato domenica), Mexes, Antonini, Bonera, Ambrosini, Emanuelson, Nocerino, El Shaarawy, e Inzaghi – dal primo minuto o a gara in corso. Giocherà Amelia in porta dato il nuovo infortunio ad Abbiati che lo terrà lontano dai campi da gioco per 15-20 giorni mentre staranno sicuramente fuori anche Clarence Seedorf (febbre) e soprattutto Kevin Prince Boateng per un nuovo infortunio che lo terrà lontano dai campi da gioco per un altro mese. Torna invece in rosa Merkel, anche se non giocherà immediatamente – è un buon ritorno ma non può essere lui il centrocampista che ci serviva e tutto questo mercato di gennaio sembra un voler continuare a rattoppare le falle col chewing-gum sperando che la nave arrivi in porto (sperando che il capitano non sia come Schettino – altrimenti non arriviamo nemmeno lì): prima o poi occorre smettere di rimandare e cominciare a ricostruire lo scafo. Dove sono Fabregas, Tevez, De Rossi e Montolivo?

Aria pesante!

Siamo tornati. La sconfitta di Domenica sera ci ha fatto tornare ad una dimensione già nota, a prestazioni già viste e riviste nel passato più o meno recente. Milan che attacca, squadra avversaria che si chiude a catenaccio intorno alla propria aria e contropiede. Ciao ciao derby, e molto probabilmente anche il titolo di campioni d’inverno. Da una squadra nettamente superiore quale il Milan era lecito aspettarsi di più, tutti quanti avremmo voluto una partita diversa; non tanto per la sofferenza, che non c’è stata mai, dall’inizio alla fine del match, ma quanto per la sterilità offensiva che ancora una volta ha fatto rivoltare lo stomaco ai tifosi innervositi che guardavano. Dominio territoriale, passa a me che passo a te, ma niente di più. La serata del derby è sembrata più una copia degli allenamenti che spesso si vedono a Milanello: possesso palla su pressing dei difensori senza tiri in porta, eseguito alla lettera  per 90′ da giocatori confusi e senza idee.

Tra i rossoneri in campo, pochi sono stati quelli che veramente hanno dimostrato di esserci, con la testa e con i piedi. Uno su tutti Van Bommel che, a dispetto delle prestazioni tutt’altro che buone di quest’anno,  tira fuori dal cilindro una gara quasi perfetta con una traversa colpita e un’ottima gestione del reparto difensivo. Tra i peggiori sicuramente i terzini, Nocerino e i due attaccanti, che mai come ieri sono stati uniti nel disputare una prestazione pessima. Se qualcuno  però non l’avesse ancora capito, oltre agli innegabili errori dei diversi giocatori, nella gara contro l’Inter ciò che più ha penalizzato il Milan è stata la prestazione di una singola persona: Massimiliano Allegri. Nella gara più importante del girone di andata, il tecnico livornese è quello a cui vanno imputate le maggiori responsabilità. E’ chiaro agli occhi di tutti l‘errore nello schierare  la squadra: ha il coraggio di ingabbiare Boateng sulla fascia destra, dando il posto sulla 3/4 ad un giocatore che nessuno ha capito ancora cosa ci faccia al Milan, quell’Emanuelson arrivato come terzino, avanzato a mezz’ala e infine trasformato in trequartista. La formazione diventa così quasi un 4-4-2, con due attaccanti che non attaccano la profondità ma si allargano entrambi alla ricerca di palle facili. Praticamente una condanna a morte, una squadra senza attaccanti che prova a rompere le barricate degli avversari. Se poi i cambi arrivano in ritardo e si butta nella mischia il dormiente Seedorf, che ne approfitta per una bella passeggiata sul campo appena rifatto, a quel punto la frittata è fatta.

Il Milan crolla, l’Inter vola. I giornali si esaltano, Moratti esce dalla tana. Questa è l’altra faccia della medaglia, quella di gente esaltata da questa “Inter perfetta”(citazione giornalistica) che domina la gara. Ma dove? Ma che partita avete visto? L’inter ha vinto seguendo la strategia dei perdenti, secondo la mentalità della provinciale che va a S.Siro a difendersi, facendo di tutto per non prendere goal e ben poco per farlo. Se fossimo stati semplicemente decenti, la partita non ci sarebbe stata, tutto sarebbe finito dopo pochi minuti; un’analisi obiettiva direbbe che il derby lo ha perso il Milan, non lo ha vinto l’Inter. Senza gli errori individuali sul goal, probabilmente sarebbe finito tutto senza reti, a testimonianza della buona tattica difensiva dell’Inter e delle poche idee dell’attacco rossonero. Ma evidentemente c’è chi si accontenta di vincere anche soffrendo e chiudendosi in difesa, negando l’evidenza di una gara passata a non toccare palla. D’altronde l’Inter sa in questo momento di essere inferiore, e ciò che si è visto in campo lo ha ampiamente dimostrato; dunque non si fa una colpa ai nerazzuri di aver giocato in quel modo, ma che non si dica che ha ampiamente meritato la vittoria.

Allargando lo sguardo e ridimensionando il contesto, l’ultima giornata di campionato non va in fondo a cambiare gli equilibri e le gerarchie di questo campionato, anche se lo rende più aperto e combattuto e reinserisce nella corsa ai primi posti più squadre. Sia l’Inter che la Lazio approfittano infatti della pessima giornata delle prime tre che riescono a collezionare un solo punto, con la Juve che conferma quanto aveva già fatto vedere a Lecce; squadra un po’ imballata, avversari che sembrano ormai aver preso le misure al gioco coinvolgente di Conte e attacco che fa fatica a concretizzare ciò che si crea con il gioco. La Juventus dunque non scappa, e questo può essere realmente l’unico segnale positivo di una Domenica da dimenticare per i tifosi milanisti. A questo punto c’è da lavorare e da rimettersi a correre, come si deve e come il Milan sa fare; a partire dalla doppia sfida con il Novara, che può essere un’opportunità per ritrovare un po’ di fiducia persa per strada. La risposta più importante però la si attende dalla società, chiamata ad azioni concrete per rinforzare la squadra. L’abbandono di Tevez (definitivo?) potrebbe aprire nuove prospettive di mercato, portando magari a nuovi acquisti che andrebbero a colmare quei vuoti che in altre zone del campo, oltre all’attacco, si sono formati. Forse questo sarebbe il modo migliore per far cambiare un po’ l’aria di Milanello, aria che mai come ora si sta facendo pesante.

Milan – Inter 0-1: Le pagelle

ABBIATI 6,5: Poco impegnato, l’Inter arriva raramente alla conlcusione. Quando viene chiamato in causa però, si fa trovare pronto sulle conclusioni di Alvarez e Nagatomo.

ABATE 5: Raramente Ignazio si ritrova con un’insufficienza in pagella, ma questa volta è inevitabile visto l’errore che ci costa gol e Derby. Non fa peggio di altri, anzi forse è uno dei pochi che come al solito ci mette la grinta necessaria. Le scuse pubbliche che ci dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto voglia di fare bene ci metta in campo il ragazzo, lo salvano da un’insufficienza ancora più grave. Sei già perdonato.

ZAMBROTTA 4: Il peggiore. Maicon ad ogni sgroppata lo umilia. La situazione diventa critica quando al terzino brasiliano si associa J.Zanetti. Un Nocerino, forse bloccato dall’emozione per il primo Derby della Madonnina, non lo aiuta a dovere e come ovvia conseguenza le poche azioni pericolose dell’Inter sono tutte dalla sua fascia. Un (grande) ex giocatore.

THIAGO SILVA 7: Non ne sbaglia una, il migliore insieme a Van Bommel. Vederlo prendersi gioco di Pazzini, soprattutto durante il nostro “forcing” finale, costituisce l’unica gioia della serata. Serve gente come lui. Monumentale.

NESTA 6,5: Anche lui sfodera la solita onesta prestazione, priva di sbavature difensive. Forse un paio di errori in impostazione, ma non è nelle sue corde nè tantomeno sarebbe suo compito.

BOATENG 5: Fuori ruolo. Da lì non può far male perchè gli vengono tolte le possibilità di vedere la porta e di inserirsi negli spazi, le sue maggiori doti. Non gli resta che tentare qualche sgaloppata che produce al massimo un paio di corner. Mettere Emanuelson trequartista e relegare Prince a esterno di centrocampo è un suicidio tattico.

VAN BOMMEL 7: Come già detto, uno dei pochi a tenere in piedi la baracca. Recupera una quantità industriale di palloni ed è sempre pronto a soccorrere i compagni raddoppiando la marcatura. Solitamente, vicino ad un giocatore così, ci dovrebbe essere un regista che lo completi, ma tra un intorpidito Nocerino e un mutilato Boateng non trova la sua anima genella.

NOCERINO 5: Assente ingiustificato. Non è il solito, è sempre fuori dal gioco e in ritardo nelle chiusure. Sicuramente, come sopra, soffre l’esordio al Derby.

EMANUELSON 5,5: Ultimamente a Milanello va molto di moda il trequartista (?!?) olandese: strano, non mi sembra si sia meritato il posto con prestazioni degne di nota, tutt’altro. Inconcludente è un eufemismo, le sue giocate non portano MAI a nulla. Non andava schierato in una partita così importante e soprattutto non in quel ruolo.

PATO 4: La fragilità psicologica di questo ragazzo è disarmante. Sembra partire voglioso, prova qualche giocata e sembra voler provare ad incidere sul match, salvo poi scomparire totalmente nel corso dei minuti. Personalmente non lo difendo, ma non posso dimenticare cosa ho visto fare a questo ragazzo con la palla nei piedi e non mi posso spiegare un’involuzione di tale portata. Qualsiasi sia il problema va risolto e in fretta: perderlo potrebbe portare a enormi rimpianti, ma la pazienza ha un limite.

IBRAHIMOVIC 5: Gioca male, è innegabile, ma non si può sperare che sia sempre lui a togliere le castagne dal fuoco. Per di più si ritrova a duettare con compagni di reparto che farebbero innervosire un santo. Con Fantantonio, anche per lui, sarebbe stato sicuramente un altro Derby.

ROBINHO 5: Difficile giudicarlo per quel poco che si è visto. Senza dubbio avrebbe dovuto essere schierato dal primo minuto, ma quando entra non fa nulla per dimostrarlo: ormai non era più la sua partita.

SEEDORF s.v.: Anche qui troppo poco tempo per valutare e anche in questo caso farlo entrare negli ultimi minuti, sotto gli occhi di un pubblico già abbastanza innervosito, non può che portare al sistematico rumoreggiare classico di San Siro nei casi in cui Clarence rallenta il gioco.

EL SHAARAWY 6+: Lui invece il voto se lo merita, perchè nonostante spiccioli di gara da giocare entra volenteroso e fa correre qualche brivido agli avversari. Il piglio con cui è entrato ci conferma che, inutile dirlo, doveva entrare molto prima.

Milan – Inter 0-1: Up & Down

Up

Il taccuino su cui Ranieri ha preso appunti prima della partita

Carlitos Tevez: senza dubbio l’uomo del derby. Entra al posto di Pato e risolve la partita su assist di Cesc Fabregas. Questo se Galliani si fosse deciso a cacciare fuori un po’ di soldi almeno per una trattativa – ma non disperate: arriverà in 58 comode rate differite di 23 anni.

Gli interisti: si può esaltarsi come una champions per una vittoria ottenuta grazie ad un catenaccio e facendosi dominare dall’avversario per tornare a ben cinque punti dalla vetta? Si può esaltarsi per aver vinto il più brutto derby di sempre? Evidentemente quando si è consci della propria inferiorità e si vede la vittoria come un miracolo, sì.

Il bel giuoco di Ranieri: ieri Inter in modalità Barcellona – possesso palla alla distanza, Alvarez meglio di Messi, Milan chiuso in area di rigore. Se vi è sembrato un catenaccio che non si vedeva dai tempi di Mourinho, beh avete sbagliato.

Ignazio Abate: dopo l’espulsione lo scorso anno e lo svarione che regalò l’1-0 a Milito nel 2010 ha saputo ripetersi anche in questo derby d’andata: è sempre lui l’uomo-derby!

Cristiano Doni: dalle ultime indiscrezioni a nostra disposizione pare che avesse scommesso “rigore no” contro la Juve in Juventus-Cagliari, ma per ora non sappiamo dirvi di più.

Down

Pato alla ricerca disperata dei Gormiti con cui giocare nel letto di Barbara

Silvio Berlusconi:pensavo di vendere Clarence Seedorf al Paris Saint Germain, ma dopo aver visto la superba prestazione del nostro numero dieci, ho deciso in maniera totalmente autonoma di rinnovargli il contratto per altre dieci stagioni“.

Massimiliano Allegri: pare che abbia ricevuto dopo la gara di ieri sera una convocazione urgente in vaticano per una canonizzazione: pare che come resusciti lui i morti non lo faccia nessuno.

Clarence Seedorf: Speranze di rimonta? Milan in attacco? Ci pensa lui a 10 minuti dalla fine a spezzare ogni sogno di vittoria nel derby. Il suo modo di camminare fermo per il campo ormai è già leggenda.

Alexandre Pato: finalmente nella giornata del derby il brasiliano ha risposto alle accuse che lo vedevano troppo timido e ha tirato fuori le palle. Lo ha fatto due ore dopo la partita nel letto di Barbara.

Gli schemi del Milan su calcio piazzato: in anteprima per i lettori di rossonerosemper il prossimo schema che verrà usato su calcio d’angolo. Robinho passerà la palla corta a Nocerino che la ripasserà dietro a Zambrotta che la darà in panchina ad Allegri che sostituirà il pallone con uno di un altro colore e ovale da rugby. Abbiati proverà quindi il Drop da dietro la metà campo per i tre punti. E tirala in mezzo cazzo!

Milan – Inter 0-1: Grazie Alexandre, Grazie Max

C’erano due modi accettabili stasera di schierare un centrocampo competitivo. Il primo prevedeva Ambrosini e Nocerino davanti a Van Bommel e dietro a Boateng, il secondo prevedeva Robinho trequartista dietro Pato e Ibra. Allegri è partito col terzo, più estemporaneo, con Emanuelson in trequarti. Ranieri dal canto suo ben conscio dell’inferiorità di mezzi tecnici ha schierato un imbarazzante catenaccio di Mourinhana memoria. Il risultato sarebbe forse stato un onesto pareggio a reti bianche se non fosse per lo svarione di Abate che regala un gol facile a Milito, e il derby alla seconda squadra di Milano.

Ci siamo fatti fregare come a Napoli lasciando all’avversario la possibilità di recuperare palloni alti e ripartire in contropiede – non fosse bastata la lezione del San Paolo. La partita si gioca per 90 minuti a senso unico con un Milan padrone del campo che non trova spazi per attaccare e l’Inter che prova a far male in contropiede riuscendoci. Sul risultato pesano come un macigno le responsabilità di Pato, che anche oggi regala l’ennesima pessima prestazione stagionale, uscendo dal campo tra i fischi di San Siro. E’ evidente che il numero sette non è in grado di sostenere una gara ad alti livelli, non in questo momento. Ma c’è forse di più: nel secondo tempo l’ho visto anche rientrare in campo da solo, lontano dai compagni, a pochi minuti prima del fischio d’inizio come se fosse un corpo estraneo per la squadra. Eppure secondo qualcuno continua ad essere un futuro che forse lontano ci porterà a vincere, un po’ come quella parolina magica “programmazione” di cui tutti parlano senza spiegarla nel dettaglio. Il campionato preferirei vincerlo subito e Pato in questo momento è un peso – e da un giocatore che in settimana fa scrivere sul sito ufficiale della società un comunicato in cui annuncia che resta al Milan ci si aspetterebbe una prestazione radicalmente differente: il brasiliano è in questo momento indifendibile.

Campionato riaperto? No. L’inter resta comunque ad una distanza importante e probabilmente calerà alla distanza. Rimane l’imbarazzo per non essere stati in grado di portare a casa nemmeno una vittoria con le prime sei in classifica lasciandoci ad un punto in un campionato in cui comunque anche Juventus e Udinese sembrano il calo e daranno il colpo di reni nel finale. Per Allegri è finita la pacchia di trovare sull’altra panchina allenatori uno più imbarazzante dell’altro (Benitez, Leonardo, Gasperini) e spuntarla ugualmente, riuscendo ad aggiungere Ranieri alla lista di allenatori da cui ha subito impassibile una lezione di tattica che comprende oltre a Mourinho e Guardiola anche Mazzarri e Conte. La differenza tra il portoghese e lo spagnolo è che i tre italiani lo hanno fatto con squadre meno forti. Certamente l’idea di rinnovargli il contratto fino al 2014 a due giorni dal derby levandogli addosso un po’ di pressione non è stata per niente buona.

MILAN-INTER 0-1 Primo tempo 0-0
MARCATORI: Milito al 9′ s.t.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta (dal 21’ s.t. Robinho); Boateng, Van Bommel, Nocerino (dal 35’ s.t. Seedorf); Emanuelson; Pato (dal 38′ s.t. El Shaarawy), Ibrahimovic. (Amelia, Mexes, Bonera, Ambrosini). All. Allegri
INTER (4-4-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo; Zanetti, Thiago Motta, Cambiasso, Alvarez (dal 22’ s.t. Chivu); Pazzini (dal 45’ s.t. Forlan), Milito (dal 31’ s.t. Sneijder) (Castellazzi, Ranocchia, Faraoni, Obi). All. Ranieri
ARBITRO: Orsato di Schio
NOTE Spettatori 79.522, per un incasso di 3.131.396,30 euro. Ammoniti Boateng, Nesta, Thiago Motta, El Shaarawy per gioco scorretto. Recuperi 2’ p.t., 3’ s.t.

Milan – Inter: LIVE!

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SIETE PRONTI PER RIPULIRE LE STRADE DI MILANO DALLA SPAZZATURA? SIETE PRONTI A TIRARE FUORI LE NOSTRE BANDIERE? SIETE PRONTI AD ASFALTARE ANCORA GLI EROI DEL TRIPLETE? E ALLORA RIMANETE CON NOI, DOMENICA 15 GENNAIO, DALLE 20.45 PER AFFERMARE ANCORA UNA VOLTA CHE MILANO SIAMO NOI!

Milan – Inter: passione contro opportunismo

San Siro, ore 20.45. Questa volta sarà diversa. Da tanto, troppo tempo il derby non tornava alla normalità cui eravamo abituati. Non più derby scudetto, semplicemente uno scontro che dobbiamo vincere per mantenere le distanze dalla Juventus capolista vittoriosa a Cagliari. Per i prescritti probabilmente l’ultima spiaggia – o meglio il primo test serio dopo le cinque vittorie consecutive contro formazioni non efficaci. Di questo derby si è parlato veramente poco sia per l’affare Tevez sia perchè i tifosi nerazzurri hanno forse preferito glissare. Per loro è forse l’ultima occasione per evitare di sprofondare nuovamente in quegli abissi da dove han cominciato a cadere nella gestione Gasperini e che – più in generale – ci riporterebbero in quel clima pre-2006 con stadi vuoti e contestazioni allo stadio e in generale pochi tifosi nerazzurri ad alzare la cresta in giro: insomma, opportunismo.

IL CASO TEVEZE’ stato questo il filo d’Arianna della settimana con l’offerta nerazzurra che ha portato Galliani a ritirarsi temporaneamente dalla trattativa. E’ stato l’ennesimo colpo basso, privo di stile, della dirigenza nerazzurra che ora si trova con in mano la patata bollente: spendere una cifra di cui non dispone per prendere il giocatore o ritirarsi anch’essa dalla trattativa, magari riportando le pretese del City a quella che era l’offerta iniziale del Milan – non accettabile dalla dirigenza della seconda squadra di Manchester che si era fatta forza con una offerta, forse inesistente, della seconda di Milano. Non sarà presentato a mo di trofeo per il derby ma la trattativa è ben lungi dall’essere finita.

IL CASO PATOIn formazione o no dopo quanto accaduto in settimana? E’ quello che ci chiediamo un po’ tutti, ma non è la prima cosa di cui occuparci. Abbiamo forse due schieramenti in casa Milan: il primo Pato-Berlusconi-Seedorf, il secondo Allegri-Galliani-Ibrahimovic. Galliani aveva piazzato Pato sottopagandolo a 30 milioni – pessima operazione di mercato e i Berlusconi (Silvio e Barbara) hanno bloccato tutto. Attenzione al comunicato pubblicato sul sito rossonero in settimana: Ringrazio il Presidente Berlusconi, la Società e tifosi che hanno sempre creduto in me. Nessun riferimento né a Galliani né ai giocatori: dimenticanza o problemi di spogliatoio? Di certo la vicenda ha evidenziato una netta spaccatura tra l’allenatore (non ho chiesto di cedere Pato), la dirigenza (che aveva già in mano i contratti), e la presidenza (che ha bloccato tutto) – molto inquietante e decisamente controproducente per il futuro del Milan.

FORMAZIONE – Nonostante la scenata e il ripensamento Pato non partirà titolare: dovrebbe infatti giocare Robinho dal 1′ di fianco ad Ibrahimovic davanti Boateng. In difesa rientrano Abate e Antonini che giocheranno dal 1′ insieme a Nesta e forse Thiago Silva (il brasiliano si è allenato a parte, è pronto Mexes). A centrocampo fuori Seedorf (ufficialmente febbre – ma ci credete?), si va con i tre mediani Ambrosini, Van Bommel e Nocerino. In panchina Clarence Seedorf: chissà se anche Allegri si è fatto due conti calcolando la media punti con e senza il numero 10. Non partirà quindi da titolare Pato che anzi è stato ampiamente criticato dall’allenatore in conferenza stampa: Per le potenzialità che ha, può fare molto meglio. Se può fare 100 deve fare 100. Ennesimo segnale che il ragazzo è entrato in campo svogliato – e stavolta non c’è Barbara che tenga: Robinho si merita il posto da titolare molto più di lui.

NUMERI – Sarà il 209° derby ufficiale, con 75 vittorie rossonere contro le 72 nerazzurre. Il Milan era passato in vantaggio nei derby Italiani con la supercoppa di Pechino e proverà, stavolta, ad allungare. Inter in vantaggio invece 64 a 60 nei derby di campionato. 43° derby per Zanetti che aggancia Costacurta e si porta ad una sola lunghezza di distanza da Bergomi. Il Milan arriva da tre vittorie consecutive, cinque negli ultimi otto derby. Una ulteriore vittoria rossonera pareggerebbe a sei la striscia di vittorie post-calciopoli. Attenzione al pareggio: manca da ottobre 2004 – e a noi andrebbe, tutto sommato, nemmeno tanto male anche se basta fare il nostro per rispedire i prescritti alla doppia cifra di distacco.

Che derby sia… sul campo!

Ci siamo quasi. Ancora poche ore e finalmente inizierà il derby, quello del campo, quello vero. Che piaccia o no agli interisti, gli scudetti bisogna sudarseli lealmente sul campo, vincendo le gare e battendo gli avversari. L’atmosfera di questa settimana racconta di un’aria pesante su Milano, un’aria di contrapposizione tra chi il mercato lo fa con la testa e chi invece fa finta di farlo solo per contrapposizione, solo per creare disturbo. Ennesima tattica dell’interista moderno per far arrivare il Milan al derby con più tensione? Non lo possiamo sapere, sta di fatto che qualunque sia stato il fine, non è di certo nobile.

Premesse a parte, quello che si preannuncia per Domenica è un derby aperto, dalle mille sfaccettature e dalle mille motivazioni. Il Milan sa di avere tra le mani un’occasione imperdibile per dare una sonora bastonata tra capo a collo a tutti quelli interisti che fino ad oggi si sono illusi di essere ancora in corsa per la vittoria finale. Una vittoria rossonera farebbe capire a tutti che Ranieri non è un mago, che le vittorie le ha ottenute contro quadre di media-bassa classifica, e sarebbe stato uno scandalo mancare anche quelli appuntamenti. L’ennesima “remuntada” della carriera di Ranieri potrebbe essere bruscamente interrotta, andando così a deprimere anche il più ottimista dei tifosi. Motivazioni non da poco, per un Milan che è primo e vuole restarci; per farlo Allegri si affiderà al solito Ibrahimovic, chiamato per l’ennesima volta a trainare la squadra e condurla alla vittoria. Accanto a lui ballottaggio tra Robinho e Pato. Per quanto riguarda il resto della formazione rossonera i dubbi maggiori riguardano il mediano di sinistra (con Seedorf favorito su Ambrosini) e il centrale da affiancare a Thiago Silva, con il rientrante Nesta pronto a contendersi il posto con Mexes.

Per quel che riguarda l’Inter, l’atmosfera che i giornali e i giornalisti ci raccontano è quella di un paese delle fiabe, dove tutto è perfetto, idilliaco; giocatori che rientrano dagli infortuni, striscia di vittorie consecutive messa come cartello di entrata ai cancelli di Appiano Gentile, Ranieri salvatore della patria che improvvisamente è stato perdonato per le discussioni con il “maestro Mourinho” diventandone quasi amico. Niente che non va insomma, niente di cui aver paura. Giornali e società sembrano ritrovarsi in questa settimana più che mai sempre dalla stessa parte, sempre a far fronte comune contro quei cattivoni dei rossoneri; che si tratti di mercato o che si tratti di una partita sul campo, l’obiettivo numero uno è quello di trovare cavilli nelle azioni dei tanto odiati cugini (io non ho cugini, sia chiaro: sono loro che ci chiamano così!). Prova tv per Boateng, anzi no anche per Pato, che si è buttato nell’episodio del rigore a Bergamo: tutte fandonie, tutti pretesti insistenti a cui solo chi è inferiore può essere capace di attaccarsi.

Detto questo dell’Inter fuori dal campo, che a dire la verità fa parlare di sè molto più di quella che si vede la Domenica, la formazione nerazzurra che dovrebbe schierare Ranieri parte da un punto fermo: Milito. Eh già, proprio lui che fino a pochi giorni fà tutti davano per morto adesso è “nuovamente tornato quello del triplete” (cit. Sky), l’attaccante che può mettere in difficoltà qualsiasi difensore o portiere. Pensate che si è scomodato anche Mancini, che dell’Inter conserva proprio tutto, stile e prestazioni da perdente, ad avvertire Abbiati: “Abbiati dovrà fare attenzione a Milito: si è risvegliato al momento giusto”. Tranquillo mister, non abbiamo bisogno delle tue raccomandazioni. Oltre a Milito, molti auspicano in un ritorno di Sneijder dopo l’infortunio, altri invece puntano tutto su Ricky Alvarez, “talento” dalla lentezza strabiliante, per mettere in difficoltà il Milan. Per la difesa il baluardo principale resta Samuel, che in alcuni sondaggi viene definito addirittura più determinante di Thiago: forse iniziamo a capire perchè il brasiliano non è nella top 11 mondiale.

Dunque rivalità, alcune scorrettezze, tentati tranelli… anche di tutte queste cose è fatto il derby di Milano. Ma se per una volta provassimo a fermare le parole, specialmente quelle inutili, e tentassimo di bloccare le azioni senza senso, non sarebbe meglio? Non sarebbe più bello lasciare tutto al campo? Difficile, anzi impossibile, viste le abitudini del nostro calcio. Non ci resta che aspettare, per l’ennesima volta, sperando che le ore passino velocemente e si arrivi in un batter d’occhio alle 20.45 di Domenica 15 Gennaio. Che derby sia!

La mediocrità on air

… l’Ufficio stampa del Milan ha fatto sapere alla redazione di Sport Mediaset che quest’ultima, contrariamente alla consuetudine, non potrà in questi giorni avere a disposizione interviste a tesserati del club dopo le divergenti valutazioni sul rigore concesso in Atalanta-Milan emerse durante il dibattito televisivo post partita tra l’allenatore rossonero e gli ospiti presenti nello studio di Premium Calcio. L’episodio si qualifica da sé e purtroppo sono sempre più frequenti le ritorsioni delle società di calcio nei confronti dei media che esprimono opinioni non gradite”.

Se non avessi assistito alla fantastica intervista della premiata ditta Pistocchi-Paparesta a Mister Allegri, questa notizia mi avrebbe fatto sicuramente sobbalzare: come è possibile che il Milan, una società sempre molto attenta alla comunicazione, abbia deciso di alzare gli scudi in questa maniera?

In verità ha lasciato moltissimi tifosi rossoneri a bocca aperta l’insistere continuo di Pistocchi e “belli capelli” Paparesta sull’inesistenza del rigore e sul fallo, inoltre, di Pato su Manfredini. Fermo restando che, sia a velocità normale che alla moviola, il rigore dato a Pato era grosso come un condominio, non si capisce assolutamente il perchè di tanta acrimonia nei confronti della vittoria del Milan a Bergamo, meritata in larga parte, nonostante una buona prestazione bergamasca. Ho condiviso in larga parte la stizza di Allegri alle continue insistenze di Gianni e Pinotto sul fallo di Pato su Manfredini (fantascienza pura), e cercato con forza di togliere quel sorrisino insopportabile dalla faccia di Pistocchi con il Joystick della Wii. Proverò con la Kinect, magari avrò più fortuna.

Analizzando un po’ più a fondo la situazione, potremmo leggere una politica ben precisa dietro a tutto questo: non vi sembra stranamente puntuale questa polemica ad una sola settimana dal derby di Milano? Anche perchè, se ricordate bene, è stato assegnato un rigore molto simile a Milito non tante settimane fa, ed allora tutti concordi nella correttezza della scelta arbitrale. A questo si aggiunge la campagna in pompa magna, da parte di Corsport e Rosea, riguardante l’invincibile armada nerazzurra, forte di incredibili risultati, a suon di goal, contro Barcellona, Real Madrid, Ajax, Bayern, Manchester, Chelsea….ah, non erano vittorie sonanti in Champions? ah, hanno praticamente vinto contro le più scarse del campionato? Ah, gli unici scontri diretti con squadre di livello li hanno persi? Che dite, lo diciamo ai giornalisti sportivi che devastare Lecce e Parma non è poi chissà quale Desert Storm? Vedo già, invece, il profilarsi di DVD in salsa nero-azzurra delle grandi imprese dell’Inter…son soddisfazioni.

Stella luminosa nel firmamento della mediocrità è inoltre Massimo Mauro, noto per la sua avversione per le attività del Milan, dentro e fuori dal campo. In un suo post, pochi giorni fa, supplicava l’ex Premier Berlusconi di fare un passo indietro nella trattativa Tevez; pochi giorni dopo, invece, ironizzava sull’inserimento da parte di Branca nella vicenda, sperando in cuor suo la magra figura da parte di Galliani. Il fatto che sia stato deputato del PD vorrà dire qualcosa in questa vicenda? Vorrai mica che questi illustri useless men utilizzino il calcio con un preciso scopo politico, al fine di mettere, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, in cattiva luce l’avversario politico?

Triste, molto triste, ma, a quanto pare, sempre più d’uso comune in un Italia davvero da piangere.

Ci ha preso per il culo?

Premetto che oggi pomeriggio non sono stato presente – quindi non ho potuto seguire gli sviluppi e vi pregherei di correggermi eventuali inesattezze.

1) Galliani aveva negato in ogni modo che la trattativa di Pato fosse stata legata a quella di Tevez immediamente. Il brasiliano doveva partire a Luglio come da clausola richiesta. Ora spunta fuori che i due affari erano legati immediatamente. In pratica abbiamo basato il nostro mercato sul volere di un ragazzino di 22 anni.

2) Ci siamo praticamente sputtanati in mondovisione con la fotografia della cena: mi spiace a quel punto la trattativa va chiusa – a qualsiasi cifra e a qualsiasi costo. Galliani si è sputtanato in mondovisione – e l’ha fatto nella settimana del derby.

3) Pato si svaluterà continuando il declino già iniziato nell’ultimo anno – dove è andato in gol in una partita ogni quattro disputate. Se oggi si poteva vendere a 40 miloni già tra sei mesi sarà difficile piazzarlo a trenta. Io francamente non credo più in lui: non in questa squadra e non con questa situazione.

4) Il mercato di Gennaio è ancora a zero acquisti – e le prospettive che ci sono sui giornali (Muntari, Mesbah, Keita) sono tutte di giocatori assolutamente non da Milan. Rimangono 20 giorni per evitare una campagna acquisti da quattro – in una scala da 4 a 8, campagna che a questo punto va reimpostata da zero. I Nocerino sono dei rattoppi, fare mercato basandosi unicamente su di essi è fallimentare.

5) A questo punto la società deve esprimersi chiaramente: avevamo dei soldi per Tevez o ci hanno fatto credere altro? Ci sono dei soldi da parte? Saranno reinvestiti per il terzino e il centrocampista che ci servono? Non so voi, ma la mia impressione è che in questa storia il tifoso rossonero sia stato abbondantemente preso per i fondelli.

E voi cosa ne pensate? Dite pure la vostra nel nuovo sondaggio qui di fianco.

Tevez e Mercato: tra realtà e bufale

Sono state pubblicate molte notizie, alcune vere ma soprattutto false. Gradirei quindi sprecare un ulteriore post per fare chiarezza sul caso Tevez. Ecco qui di seguito quello che non avete trovato o che la stampa asservita non ha voluto dire.

1) Se Tevez arriva parte Pato, questo ha spinto il PSG (che avrebbe presentato una offerta decisamente superiore alla nostra) a ritirarsi dalla trattativa proprio per la volontà di ingaggiare il giovane brasiliano. Pato comunque partirà non in questa sessione di mercato ma in quella di Giugno.

2) Il ballottaggio non è quindi tra Milan e Inter ma eventualmente tra Milan e Paris SG. Nel caso il Milan dovesse ritirarsi dalla trattativa infatti gli sceicchi non potendo più prendere Pato virerebbero sul secondo obiettivo. Le possibilità di vedere Tevez con la maglia della seconda squadra di Milano sono pressoché nulle e quanto scritto è solamente per i desideri di maggiori vendite di qualche giornale.

3) L’azione dell’Inter è di puro disturbo. Nella scorsa sessione di mercato definirono la stessa cifra esorbitante – l’Inter si trova ancora, inoltre, fase di risanamento del bilancio, iniziata dopo il 2010 e non può permettersi tale cifra. Non dimentichiamo che per poco l’Olandese non è andato al Manchester United e che sarebbe stato ceduto dietro giusta offerta, mai arrivata. Difficilmente una squadra che al 31 agosto si trovava nelle condizioni.

4) Il Milan ha ovviamente l’accordo col giocatore già dalla famosa cena di Galliani (con foto) – e l’ha fatto trattando col giocatore dopo aver ricevuto l’autorizzazione del Manchester City. Tutte le voci messe in giro di trattative non autorizzate fatte sottobanco dal giocatore come avvenne con Suazo sono false.

5) L’offerta dell’Inter è solamente di un milione superiore a quella del Milan – un rilancio che difficilmente può far pendere l’equilibro dalla parte nerazzurra, considerato che comunque offrirebbero molto meno al giocatore. L’offerta del Milan è invece legata alla cessione di Pato e alle partite disputate da Tevez ma la cifra che incasserebbero gli inglesi sarebbe comunuque la stessa: l’interesse a tirarla lunga è comunque legato ad aspettare eventuali offerte da altre squadre – non certo da quella nerazzurra. La risposta all’offerta del Milan non è comunque negativa, come detto – ma non è ancora arrivata: la stessa proposta rossonera è stata fatta in accordo verbale coi dirigenti del City e l’accettazione della stessa da parte della società inglese dovrebbe essere ufficializzata nella giornata di sabato, a meno di sorprese. Galliani vola oggi a Manchester per chiudere e non si parlerà solo dell’Apache…

6) La trattativa Tevez serve da copertura mediatica per le altre che Braida sta portando avanti in questi giorni dato lo scarso stile mostrato dalla dirigenza nerazzurra di inserirsi in ogni trattativa che parli rossonero al solo scopo di portare via il giocatore anche se non rientra nei piani dell’allenatore. Così come sono stucchevoli le telefonate di Zanetti e Cambiasso ordinate da Moratti dopo i litigi in copa america, ma si sà – è stile inter.

7) Nella clausola dell’offerta fatta dal Milan al City si parla anche della cessione di un giocatore importante nel 2013 a una terza società. E’ il primo indizio di Thiago Silva al Barcellona?

Messi, Liga e Thiago Silva: troppa politica al Pallone d’Oro

Che vedersi assegnare riconoscimenti FIFA fosse un discorso strettamente correlato al ruolo e alle vittorie lo si sapeva da anni. Quante stagioni ci siamo visti Baresi prima e Maldini poi sfiorare quel sogno, per poi vederlo assegnare a Summer o a Cannavaro. Ma questi sono gli anni del Barcellona e di Messi, e anche la FIFA si adegua. Giunta alla seconda edizione con il nome di Pallone d’Oro Fifa, il premio vede trionfare ancora una volta la Pulce, per il terzo anno consecutivo. Raggiunti dunque Cruijff, Van Basten e Platini come numero, quest’ultimo anche come vittorie consecutive. Il fatto  è che Messi ha 24 anni e lo strapotere del Barcellona non sembra esser minimante messo in discussione nemmeno se Mourinho riuscisse a vincere la Liga. La cosa comunque abbastanza da sottolineare è come le vittorie di Messi siano frutto più di nome e di sponsor che altro.

Intendiamoci, Messi è un fenomeno e chiunque, sottoscritto in testa, lo vorrebbe nella propria squadra. Ma assegnare un titolo comunque prestigioso come “giocatore dell’anno” dovrebbe tenere presente diversi fattori. Ad esempio, Xavi sono tre stagioni che si piazza a podio e al quale Messi dice sempre di dover dividerne il credito. Allora perchè non farglielo vincere a lui? Xavi ha vinto senza Messi, ma non il contrario. Il talento argentino infatti deve tutto alla formazione catalana, senza la quale il suo palmares si limiterebbe ad un Mondiale under20 e ad un oro olimpico nel 2008. Xavi invece ha vinto un Europeo e un Mondiale giocando e mandando in rete attaccanti diversi. Stesso discorso che si potrebbe fare per Iniesta, anch’egli tra gli uomini simbolo del mondiale sudafricano con il match-point in finale con l’Olanda. Insomma, se Messi è Messi, lo è anche, se non soprattutto, grazie ad un telaio e ad un sistema di gioco come quello del Barça. Da solo come in nazionale argentina è solo un funambolo che predica nel deserto. La Fifa dovrebbe considerare anche questo.

La giornata di ieri comunque non si è conclusa soltanto con la Triplete di Messi, ma con la stesura della TOP 11 europea: formazione stravinta dalla Spagna, che schiera addirittura 5 giocatori, e che vede la Liga spopolare (9/11) tra Barcellona (5) e Real Madrid (4) con 2 tesserine dal Manchester United. Ecco dunque la squadra dell’anno: Casillas; Sergio Ramos, Piquè, Vidic, Dani Alves; Xabi Alonso, Xavi, Iniesta; Cristiano Ronaldo, Rooney e Messi. La cosa che più lascia perplessi è la mancanza di Thiago Silva, centrale attualmente migliore al mondo (non a caso, corteggiato da due anni dal Barcellona stesso) a scapito di Piquè e Vidic, giocatori inseriti solo ed esclusivamente poichè disputanti la’ultima finale di Champions. Sia chiaro, ottimi difensori, ma il paragone con Grandine Nera non regge. Altro schieramento fortemente politico e politicizzato dunque. Da domandarsi inoltre se questo strapotere di Barcellona e Real Madrid (perchè si dice Spagna e Liga, ma le altre 18 squadre di quel torneo sono assenti) non sia da attribuirsi anche a quanto già menzionato in precedenza, quando si parlava di tasse e di introiti televisivi. Meditino questi signori che danno i premi dunque. Perchè hanno creato una formula di Champions League per favorire una Apoel Nicosia rispetto ad una terza classificata di un campionato italiano, tedesco o francese (e può anche starmi bene, in quanto loro del loro Paese son campioni), ma poi parlano di Fair Play finanziario e all’interno dei singoli tornei ci sono discrepanze economiche e fiscali enormi.

Quattro indizi fanno una prova?

Si era partiti Sabato 17 Dicembre, Milan – Siena 2-0. L’episodio in questione era quello del famoso rigore di Boateng e ne aveva già parlato Andrea Colonna in un post su questo sito. Richieste tre giornate. Scandaloso. Come Krasic. Salta il derby. Avevamo già analizzato il perché e il percome gli episodi non erano assolutamente simili – con la discriminante del contatto e perché comunque anche se non ci fosse stato a norma di regolamento le giornate di squalifica non potevano essere tre. Boateng ovviamente non è stato squalificato (e ci mancherebbe altro) e altrettando ovviamente l’episodio è stato fatto passare come una ingiustizia a nostro favore. E uno.

Passano soli tre giorni, martedì 20 Dicembre. Si vince a Cagliari per 2-0 ma il postpartita è riservato unicamente alla famosa bestemmia di Ibrahimovic. Nessun riferimento alla prestazione o alla partita, solamente a quell’episodio. Sky Sport dedica 30 minuti ampissimi a speciale calciomercato, mentre il giorno dopo la gazzetta la mette addirittura in prima pagina. Sabato l’episodio si è ripetuto, ma a maglie invertite. A prendersela con lo “zio” è stato Maicon – ma nessuno ne ha parlato se non ieri e nelle pagine centrali della rosea a molte ore di distanza dalla partita. “Il labiale non è chiarorecitava la rosea di ieri, mentre risultava chiarissimo quello del nostro numero undici in un video a capo chino poco tempo fa. La stessa, ricordiamocelo, riuscì a tradurre il “fuck you” sempre di Maicon in “vai tu” pochi anni fa con Mourinho e a farlo credere a tutti i tifosi. A Sky non sanno nemmeno che abbia bestemmiato – evidentemente non c’era la camera puntata su di lui. Vorrei chiarire che non chiedo la squalifica di Maicon per il derby, dato che ritengo stupida la regola, ma che vi sia semplicemente lo stesso atteggiamento da parte dei media di fronte allo stesso fatto. E due.

Abbiamo visto tutti la patetica sceneggiata di Pistocchi e Paparesta a Mediaset, unici a voler fare finta di niente e a cercare di dimostrare come un rigore netto non ci fosse. Siamo nel primo caso in cui un esterno cerca di ribaltare i pareri dei diretti interessati – Allegri e Manfredini – che hanno ammeso entrambi come quello fosse penalty. E pensare che questa volta l’attacco è direttamente da chi con Allegri e tutto il Milan ha in comune il datore di lavoro e percepisce lo stesso stipendio: a volte farsi sentire facendo la voce grossa può servire, almeno con chi dovrebbe pensarci due volte prima di sparare a zero su chi gli permette di arrivare a fine mese. L’importante era comunque far passare ancora una volta il messaggio, poi ripreso da altri media – del Milan favorito dagli arbitri. Domenica, si sà, c’è il derby. E tre.

Secondo il corriere dello sport l’inter firmerà Tevez. Almeno stando a quanto scrivono da poco dopo capodanno (nello specifico: 6 Gennaio, 7 Gennaio, 8 Gennaio), chissà se per caso prima o poi ci prendono. Non parlo dell’argentino ma di come la trattativa è stata seguita dai media, con l’Inter pronta e spinta a fare la parte dell’eroe nello strappare un giocatore ai “cattivi” rossoneri. Tevez in una sola giornata ha risolto tutti i problemi di compatibilità e caratteriali (nonostante nel modulo del Milan al posto di Pato si inserirebbe perfettamente, mentre l’Inter dovrebbe cambiarlo) ed è anche – forse – diventato più bello. In questo momento la Gazzetta titola sul Web “a Manchester aspettano l’Inter – pronti 25 milioni per Tevez“. Non un giornalista che faccia notare come i nerazzurri non abbiano una politica di mercato ma si limitino a copiare le mosse avversarie. Non un giornalista che si chieda dove trovi una squadra che di fronte alla giusta offerta era pronta a cedere anche Snejider lo scorso 31 Agosto. Non un giornalista che prenda nota di quella che in una trattativa è sempre contata: la volontà del giocatore – che ha appena dichiarato “Voglio giocare con Ibrahimovic nel Milan”. Soltanto bandierine nerazzurre che tengono in corsa per lo scudetto una squadra che deve rimontare 22 punti: 8 al Milan, 8 alla Juventus e 6 all’Udinese – è evidente quale schieramento assumeranno all’imminente derby? E quattro.

Lascio a parte e fuori post questo stupendo articolo che ho invece appena trovato – non si tratta nè di rosicare nè di mistificare l’informazione: è proprio da palo nel culo. Quattro indizi fanno una prova? A voi la sentenza.

Se questo è il Milan…

Se questo è il Milan, possiamo stare più traquilli. Non perché la gara di Bergamo sia stata sfavillante da parte dei rossoneri, ma perché è stata mostrata quella sicurezza che serviva, quella consapevolezza dei propri mezzi che riesce a far superare qualsiasi ostacolo. Il Milan c’è, sa che il campionato ce lo si gioca adesso e non in primavera, sa che i rivali sono drammaticamente inferiori sulla carta e non possono competere con il nostro potenziale, se questo riesce ad essere espresso in ogni partita nel migliore dei modi.

Se la sostanza della gara contro l’Atalanta dice 2-0 grazie al solito incommensurabile Ibrahimovic e grazie all’ennessimo, ma non per questo dubbio, rigore trasformato dallo stesso svedese, l’analisi mentale e fisica lascia spunti ben più importanti.In primis l’aspetto mentale; come abbiamo già detto il Milan sceso in campo Domenica ha dato la chiara impressione di sapere cosa fare per gestire una gara tutt’altro che semplice. Dunque tranquillità, concentrazione e quella giusta quantità di cinismo che serve alle grandi squadre per sbloccare anche le partite più intricate. L’Atalanta era infatti una squadra tutt’altro che semplice da affrontare, una squadra che senza la penalizzazione avrebbe avuto prima di questa giornata gli stessi punti degli altri nerazzurri, quelli della seconda squadra di Milano. L’Atalanta non era di certo il Parma di turno, ma una squadra ben organizzata che più volte in questo campionato ha dato fastidio alle grandi. Eppure il Milan ha gestito bene, tenendo in mano la partita e cercando di chiuderla il prima possibile riuscendo a rispedire al mittente 15 minuti di pressione subiti nel secondo tempo.

Confermato dunque l’aspetto della tenuta mentale, ciò che ha scacciato via gli scetticismi è stata la preparazione atletica. Tutti quanti sappiamo come la preparazione invernale di Dubai sia stata in realtà gioia e dolore delle ultime stagioni rossonere, perché garantiva un buon finale di stagione lasciando però un vuoto incolmabile alla ripresa del campionato dopo le feste. Quello che si è visto ieri è stato invece un altro segnale positivo, che ci fa pensare ad un’attenta analisi dello staff tecnico riguardo alla preparazione da effettuare; il periodo in cui il Milan si giocherà il campionato è senza dubbio questo dei mesi di Gennaio e Febbraio, in cui i rossoneri dovranno affrontare una serie di scontri diretti che inizieranno con il derby di domenica 15 Gennaio e termineranno con lo scontro diretto al vertice contro la Juve il 26 Febbraio. Poche le gare “rilassanti” in questo periodo ed è per questo che la preparazione invernale non poteva e non doveva essere a lungo termine ma a breve termine; se il Milan ha realmente eseguito pochi carichi pesanti per avere una forma ottimale in questi due mesi, bè allora questo farà realmente la differenza.

Sommando a questo anche la prestazione non certo convincente della Juventus, parsa molto imballata e poco in forma nella trasferta di Lecce, le quotazioni del Milan per la vittoria finale non possono far altro che aumentare. Chissà se l’armata Conte ha analizzato correttamente il calendario o si è limitata a prendere spunto dalla preparazione dello scorso anno del Milan, senza contestualizzarla con gli impegni di quest’anno.Se la Juve dovesse calare proprio ora, senza approfittare dei mesi di fuoco del Milan, la lotta per lo scudetto potrebbe chiudersi ben prima del termine regolare del campionato. Perché ciò che al mento sembra di primaria importanza è arrivare al 26 Febbraio in testa alla classifica, in testa a tutti e con pochi altri “partitoni” da affrontare da lì alla fine.

Certo il ragionamento non ha niente di scientificamente provato e dimostrato, ma tra qualche ”se” ed alcune supposizioni, tutto questo è infondo solo ciò che ci auguriamo accada realmente. Se questo è il Milan… le premesse sono buone.