Milan – Napoli: Le Pagelle

Abbiati 6,5: Gioca solo un tempo per infortunio, ma è importante in un paio di uscite che danno sicurezza al reparto nei primi minuti, quando la pressione del Napoli era maggiore.

Amelia 6: Fa il suo lavoro, ma è poco impegnato. Nella ripresa i partenopei arrivano di rado alla conclsione e quando lo fanno non c’entrano mai lo specchio della porta.

Abate 5,5: Non è il solito, da qualche giornata ormai. Potrebbe averlo turbato il liscio al derby, visto che ieri si stava esibendo in un facsimile, anche se in questo caso c’è la complicità di Mexès.

Mexès 7,5: Uno dei due migliori in campo. Fa il Thiago Silva: perfetto nelle chiusure difensive, esce spesso palla al piede con una grinta e una velocità che danno una mano all’impacciata manovra offensiva rossonera.

Thiago Silva 6,5: Non è che giochi male, per carità. Però siamo abituati a vederlo sovrastare e dominare gli avversari, cosa che non sempre ieri ha fatto, concedendosi anche un pericoloso disimpegno sui piedi di Cavani, che per nostra fortuna non ha avuto conseguenze.

Antonini 5,5: Siamo alle solite, tanto impegno tanta corsa ma anche una gran quantità di ingenuità e imprecisioni. Una squadra come il Milan meriterebbe sicuramente un terzino all’altezza, ma non è certo per causa sua che il gioco e i risultati non arrivano.

Emanuelson 5,5: Il prediletto, ormai è inamovibile. Come discorso siamo molto vicini a quello di Antonini, infatti stiamo parlando di due terzini. Peccato che Urby faccia tutti i ruoli tranne il suo. Corre tanto anche lui ma non trova mai lo spunto per creare superiorità numerica e quindi pericolo per gli avversari; non ha mai la cattiveria per incidere sulla gara con un passaggio o un cross e negli ultimi minuti sembra anche non farcela più fisicamente, ma il mister ritiene opportuno lasciarlo in campo. Tanto eravamo anche 1 in meno…

Van Bommel 7,5: Una diga. È assolutamente tornato ai livelli dell’anno scorso: nel primo tempo arpiona una quantità industriale di palloni vaganti, nella ripresa spegne sul nascere ogni timida ripartenza napoletana. È uno spettacolo vederlo caricare i compagni e non mollare mai. Continua così Mark.

Nocerino 6: Questa volta non ha funzionato l’asse con Ibra, anche se nel primo tempo le poche azioni pericolose lo vedono diretto interessato grazie ai suoi inserimenti. Per il resto gioca una gara onesta.

Seedorf 6: Senza infamia nè lode. Non perde palloni, non commette errori ma non inventa; gli capita nel primo tempo l’occasione per far male ma sceglie di calciare di interno a giro, non sfruttando il collo esterno che lo ha reso famoso nelle conclusioni da fuori area. Sbaglia nell’occasione della tacchettata in faccia a Gargano: doveva prendere Aronica.

Robinho 5: Non si possono più commettere errori del genere. Preferisco che gli venga detto di calciare fortissimo centrale ogni volta che gli si presenta un’occasione, invece che piazzarla di misura; in ogni caso è compito dell’allenatore lavorare sulla concentrazione del giocatore, perchè uno con i piedi di Robinho non può proprio non centrare la porta da 3 metri. Fino all’errore è la fotocopia di Roma, lento svogliato e prevedibile, quasi fastidioso. Dopo il gol divorato tiene in piedi il reparto offensivo, mettendoci grinta voglia di fare e trovando anche una grande conclusione da posizione non semplice, che De Sancits deve mettere in corner, a dimostrazione del fatto che è solo questione di testa.

Ibrahimovic 5: Fino all’espulsione è lui a tenere in piedi il reparto offensivo rossonero, non trovando però lo spazio per far male.Inaccettabile il gesto che lascia la sua squadra in 10 in un momento delicato di partita, campionato e stagione. I veri campioni non fanno queste cose.

Allegri 5: A mio avviso, sbaglia ancora l’undici di partenza, che doveva prevedere Emanuelson terzino sinistro (se si voleva proprio far rifiatare Mesbah), Seedorf arretrato sulla linea dei centrocampisti ed El Shaarawy ovviamente titolare sulla trequarti. Tardivi come suo solito i cambi, Maxi Lopez è ancora protagonista di un cambio assolutamente inutile, che infatti non porta a nulla. Quando ci siamo ritrovati con un uomo in meno, è stato giusto non inserire una prima punta e affidarci al contropiede, ma andava tolto un esausto Emanuelson per far spazio a El Shaarawy, sfruttandone la freschezza e la rapidità nei contropiedi. Giusto, sempre a mio avviso, il cambio Ambrosini-Seedorf.

De Sanctis-Aronica-De Laurentiis-Mazzarri 0: Zero come il valore umano di questi quattro individui. Veramente pietosi i piagnistei settimanali di presidente e allenatore, a cui peraltro i napoletani ci hanno abituato con i loro consueti vittimismi. L’ovvia conseguenza è che il rigore non visto e l’espulsione mancata siano a loro favore. Altrettanto degni di Napoli, le scimmiesche proteste di De Sanctis che condizionano palesemente la decisione della terna in occasione del rosso a Ibra, e i sotterfugi di Aronica non nuovo a simili provocazioni.

Milan – Napoli 0-0: Up & Down

Rizzoli caccia Ibra

Up

Massimiliano Allegri: piccolo inconveniente per l’allenatore del Milan: uscito dallo stadio ha tamponato l’automobile di un passante ammaccando la propria. Immediatala colpa da parte dei tifosi alla società per non avergli dato un suv.

La Juventus: dopo Chievo, Lazio, Napoli, Roma e la partita casalinga col Napoli hanno avuto il coraggio di lamentarsi per il fallo di mano di Vergassola dicendo che gli arbitri li hanno penalizzati in questa stagione. Marotta supera quindi Mazzarri anche nel premio “faccia di bronzo”.

Walter Samuel: interisti dopo il derby “Eh, se c’era Samuel al posto di Ranocchia a marcare Pato nel derby la scorsa stagione lo scudetto lo vincevamo noi lo scorso anno“. Vero, ma se al posto di Pato noi avessimo giocato con Borini?

Walter Mazzarri: “non confondiamo lo schiaffo di Ibra con la carezza di Aronica”. Controsorpasso immediato alla Juve!

Down

Nicola Rizzoli: abbiamo in esclusiva per voi il labiale della conversazione con Ibra nell’occasione dell’espulsione: “Uagliò, vattin’fuori da u’cazz!

Massimiliano Allegri: ho visto i ragazzi giocare un ottimo primo tempo“. Poi nel secondo ha smesso di giocare a PES nello spogliatoio e si è seduto in panchina.

Clarence Seedorf: per i “teniamolo in squadra un po’ come Ryan Giggs nello United“, andate a rivedere il cross del 3-3 di Giggs in UnitedChelsea – United di ieri, e poi ne parliamo.

La società: dopo l’Atalanta si è fatto tacitamente passare il Milan per la squadra che riceve rigori a favore ecco il risultato. Siamo al terzo rigore negato nelle ultime quattro partite. Ma non eravamo quelli del potere mediatico?

Beppe Bergomi: ha commentato così l’attimo in cui nell’intervallo ha dichiarato “questo è rigore” nel contatto su Robinho. “Un attimo di debolezza capita a tutti, Fabio!

Milan – Napoli 0-0: Rizzoli falsa la serie A

Uomo partita Sky

Avrei voluto non fare riferimento al direttore di gara, ma dopo una partita del genere mi sembra perlomeno impossibile. Rizzoli (si, quello che “fischia tutto per il Milan” nel derby del 3-0), quello che sarebbe il miglior arbitro della serie A, non si è saputo esimere da un arbitraggio decisamente poco casalingo. Passi il rigore per il contatto Zuniga-Robinho nel primo tempo, ma l’episodio che ha deciso la partita è inqualificabil. Gioco sospeso per simulazione di Zuniga che vedendo il Milan in superiorità numerica decide di rimanere a terra e interrompere l’azione – salvo poi rialzarsi al fischio. Buffetto non visto di Ibrahimovic ad Aronica e cartellino rosso solamente per lo svedese, salvo poi lasciare impunito identico gesto del difensore napoletano su Nocerino. Dato che non era possibile vedere solamente il primo gesto senza il secondo ci chiediamo, a questo punto, cosa abbia visto il guardalinee.

La partita presenta invece un primo tempo assolutamente noioso, fotocopia di quello visto soli tre giorni fa contro la Roma. Rischiamo poco contro un Napoli che preferisce chiudersi in difesa per i primi 45′ di gara spendendo molte energie fisiche. Zero i tiri in porta degni di nota, unico episodio, appunto, il rigore su Robinho che si produce, stranamente, in un corner corto. Molti i problemi nelle ripartenze – e non possono essere tali quando chi ti deve allargare il gioco si chiama Antonio Nocerino e Urby Emanuelson. Il primo ha semplicemente finito il buon periodo attraversato nella prima parte di stagione, il secondo dà il meglio di sè in campo aperto e non contro il catenaccio degli uomini di Mazzarri: se a questi due aggiungiamo un Clarence Seedorf impalpabile nella posizione di trequartista la frittata è fatta. Mi chiedo dove siano quelli di “Allegri non guarda in faccia a nessuno” quando si trattava di epurare Ronaldinho in questo momento in cui continuano a giocare sempre i soliti. A proposito del numero 80 – della cui cessione mi sono sempre opposto – in questo centrocampo avrebbe ancora potuto dire la sua, soprattutto nei primi tempi a ritmo basso come quello di oggi o mercoledì scorso, certamente dando più qualità del signore con la maglia numero 10.

Capitolo responsabilità di Allegri: promosso sulle ripartenze dal portiere con Abbiati che pare aver velocizzato l’azione rispetto a quel di Roma, rimandato sui calci d’angolo, ancora battuti a volte corti, bocciato totalmente sui cambi. Nel momento della espulsione di Ibrahimovic andava per forza fatto entrare Maxi Lopez, al posto di Seedorf o Robinho a scelta. Abbiamo lasciato per 20 minuti un attacco senza punti di riferimento là davanti, non a caso le occasioni create sono arrivate tutti su calci piazzati – non a caso calci d’angolo battuti finalmente lunghi per le torri (Mexes, Thiago, Ambrosini). Nel secondo tempo prima dell’espulsione avevamo comunque costruito le migliori palle gol della partita, e questo rende ancora più grave il gesto dello svedese, la cui gara fino a quel momento era più che sufficiente.

Prospettive nell’immediato comunque non negative – dato che in pochi si aspettavano il pari casalingo della Juventus contro il modesto Siena e quindi il distacco ipotetico in caso di due vittorie rimane inalterato. Sabato invece andremo a Udine, in uno stadio dove solo proprio quell’Arsenal prossimo avversario in Champions League ha saputo cogliere una vittoria e ci andremo senza Ibrahimovic e Mark Van Bommel squalificati. Allegri si trova quindi di nuovo al bivio della scorsa stagione post Bari – ovvero provare di nuovo a dare un gioco alla squadra e lo dovrà fare con Robinho-El Sharaawy probabilmente coppia d’attacco. Concludo quindi con la questione squalifica di Ibrahimovic: mi sembrerebbe assurdo prendesse più di 2 giornate – le stesse per un identico gesto ancor più grave contro il Bari – ma considerato che la terza arriva contro quella squadra che il palazzo ha già designato campione d’Italia non c’è nemmeno da dubitare sul numero.

Non posso non chiudere il post con i miei più sinceri complimenti al Napoli per la grande prova prima di gioco e poi di moralità espressa a San Siro. Se questa è una delle squadre che rappresenta l’Italia in Europa, non è solo opportuno vergognarsi di essere rappresentati nel calcio che conta da questa gente e e gufarli, ma diventa anche dovere morale.

MILAN-NAPOLI 0-0
MILAN (3-4-1-2): Abbiati; Abate, Mexes, Thiago Silva, Antonini; Emanuelson, Van Bommel, Nocerino; Seedorf (dal 31’ s.t. Ambrosini); Robinho (dal 41’ s.t. Maxi Lopez), Ibrahimovic. (Amelia, Zambrotta, Mesbah, Bonera, El Shaarawy). All. Allegri
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica (dal 36’ s.t. Pandev); Maggio, Dzemaili (dal 31’ s.t. Inler), Gargano, Zuniga; Hamsik, Lavezzi; Cavani (Rosati, Britos, Fernandez, Dossena, Vargas). All: Mazzarri
ARBITRO: Rizzoli di Bologna
NOTE: Spettatori 44.011 per un incasso di 1.316.493,96 euro. Ammoniti Van Bommel, Seedorf, Emanuelson, Mexes per gioco scorretto, Cavani, Cannavaro e De Sanctis per proteste. Al 19’ s.t. espulso Ibrahimovic per c.n.r, al 44’ Allegri per proteste. Angoli: 11-7 per il Milan. Recuperi, 1’ p.t., 3’ s.t.

Milan – Napoli: LIVE!

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SENTITE DELLE LACRIME IN SOTTOFONDO? SENTITE PIANGERE CHI E’ DIETRO IN CLASSIFICA? VOLETE VEDERE COME UN ALLENATORE PUO’ FARSI CACCIARE PER UNA RIMESSA LATERALE INVERTITA? ALLORA RESTATE CON NOI, NEL GELO DI SAN SIRO, PERCHE’ DOMENICA 5 FEBBRAIO, DALLE ORE 15.00, C’E’ MILAN-NAPOLI, L’ULTIMA SPIAGGIA!

Milan – Napoli: ritorno all’antico

San Siro, ore 15.00. E’ solo colpa del freddo, ma per molti questa domenica sarà un balzo indietro nel tempo. Milan, Juventus e Inter torneranno in campo tutte in contemporanea, alle ore 15.00 con un occhio al campo e un orecchio alla radiolina. Impegno più semplice per i bianconeri, impegnati in casa contro la ex-succursale Siena che mai in passato ha causato problemi alla seconda squadra di Torino, mentre sull’erba dell’Olimpico andrà in scena Roma-Inter.

L’avversario è un Napoli che non riesce a trovare la vittoria da quattro turni, quando andò ad espugnare il Barbera per 3 reti ad uno e che contro di noi è riuscito a spuntarla solamente due volte negli ultimi 17 incontri disputati, entrambi al San Paolo. Il Milan è infatti imbattuto in casa contro i napoletani dalla stagione 85/86 quando fu un gol di Maradona a permettere agli azzurri di sbancare San Siro: dopo i 14 anni della Lazio, ecco un altro record che potremmo far cadere oggi con una prestazione come quella di martedì.

La partita di Roma ha messo ancora una volta in cattiva luce Massimiliano Allegri, reo di aver fornito pochi schemi di gioco e di non aver sfruttato pienamente la rosa a propria disposizione. Sul giudizio, già espresso più volte dal sottoscritto tra i commenti, mi ripeterò una ulteriore volta tra le righe di questo post per chi non fosse abituato a frequentare questo sito anche nella parte dibattimentale: il mercato insufficiente della società non sposta gli equilibri del campionato che al 31 gennaio ci vedevano, secondo ogni quota di ogni bookmaker del globo terracqueo, leggermente favoriti sulla Juventus. Il fatto che non si sia investito sposta le percentuali e brucia l’enorme vantaggio che avevamo a disposizione in termini di mezzi tecnici lo scorso anno, ma ci mantiene comunque leggermente favoriti – affidando di fatto tutte le possibilità e le speranze sull’allenatore – in caso di mancata vittoria principale responsabile di quello che sarebbe forse il risultato più fallimentare del Milan targato Berlusconi.

Tornando alla gara di oggi si aggiunge alla lista degli infortunati (Pato, Yepes, Flamini, Boateng, Aquilani, Cassano, Gattuso, Strasser, Merkel) anche Alessandro Nesta per un problema muscolare che lo costringerà a stare fermo oggi per giocare la gara di Martedì contro la Juventus. Giocherà quindi Bonera di fianco a Thiago Silva, con Zambrotta ed Abate sulle fasce. Confermato il centrocampo obbligato con Nocerino, Van Bommel e Ambrosini, mentre viene abbandonato il tridente con Seedorf al posto del faraone alle spalle di Robinho ed Ibrahimovic. Formazione tipo per il Napoli che invece ha tutti gli uomini a disposizione, con il solo Paolo Cannavaro in dubbio. Vittoria obbligata o è l’ultima spiaggia – sperando ovviamente di non naufragarvi.

Un bel gioco dura poco…

Dopo la sconfitta di Roma, le critiche ad Allegri per la gestione della partita sono state copiose e, nella maggior parte dei casi, sacrosante: incredibile è stata la miopia nel leggere la partita, e regina delle stupidate è stata la sostituzione del Faraone a favore di un Robinho che più volte è sopravvissuto alle bestemmie lanciategli dalle televisioni di noi poveri tifosi rossoneri, orfani oramai di un gioco decente dalla prematura scomparsa dal rettangolo di gioco del Pibe de Bari. Tutta colpa di Allegri? Alla fine, raschiando un po’ il barile, si può scoprire che il tecnico toscano ha messo molto del suo, però l’infermeria non gli viene certamente in soccorso: immaginiamo per un secondo cosa potrebbero mai fare Ranieri e Conte nei panni del duo Tassotti-Allegri.

Il tecnico dell’Inter cerca con tutte le sue forze, quasi a pieno organico, di far giocare schifosamente male la propria squadra, riuscendoci, per altro, benissimo. Conte sta per essere insignito, invece, nell’allenatore più culacchione dell’Universo, trovatosi a gestire una rosa di giocatori indistruttibili e caricati a mille, con l’umore alle stelle dopo questa prima metà del campionato. Riguardo al perno di questa Juventus, un certo Pirlo Andrea, è continuo il tentativo dei tifosi bianconeri di far rosicare tutti noi per la cessione a parametro zero dell’ex rossonero, sforzo però vano, avendo il bresciano ampiamente devastato il nostro apparato riproduttivo.
La verità è che questo Milan, orfano di Cassano, Aquilani, Boateng e Pato (pre Barbara Berlusconi), non riesce a offrire quel gioco tecnico che ci permette, solitamente, di essere la squadra che gioca il miglior calcio in Italia. E’ bello vedere finalmente un Milan cattivo e muscolare, ma serve anche un buon equilibrio con la classe e la tecnica, cosa che, nel Milan di Roma contro la Lazio, è in gran parte mancata. Ibra è un ottimo elemento, ma se non è in serata siamo fritti e non possiamo certamente pretendere che Emanuelson faccia il Cassano, non avendo nè la mentalità, nè, permettetemi, la classe. Se a tutto questo aggiungiamo un Abate che sta passando un periodo di forma negativo e un Robinho appannato, la frittata è bella che fatta.
Facendo però la tara tra infortuni e giocatori fuori forma, qualcosa comunque non torna: è proprio in questi casi che un allenatore di primo livello dovrebbe intervenire e lavorare su quegli elementi non di prima fascia per farli rendere al  top. Se il massimo che Allegri può offrire è quello di usare Emanuelson come trequartista o togliere l’unico elemento fresco per mettere in campo Seedorf a risolvere le partite storte, beh … prevedo tempi duri per la panchina del Milan, considerando anche che Berlusconi pare stia tornando verso l’antica tradizione del Milan ai milanisti, e Allegri è poco più che uno stagista, in quel senso.
Non abbattiamoci però esageratamente, se Atene piange, Sparta non ride: nonostante alcune prestazioni orrende e pochissimi scontri diretti non persi, siamo solamente, nella peggiore delle ipotesi, a 4 punti dalla capolista Juventus: niente di irreparabile.

Too big to fail

Scelta sbagliata?

Too big to fail (il crollo dei giganti) è un film di Curtis Hanson che parla della crisi del 2008 e del crollo di Wall Street avvenuto in seguito alla caduta LM. Curioso come questo bel Film mi sia tornato in mente domenica sera dopo la sconfitta con la Lazio. Ho pensato che i crolli strutturali improvvisi non avvengono mai per caso ma c’è sempre un qualcosa di profondamente sbagliato nelle fondamenta del progetto: qualcosa che magari non salta fuori subito e che quindi non viene nemmeno considerato come una minaccia.

Allegri è per il Milan un progetto completamente sbagliato. Forse il più grosso errore mai commesso da Galliani e Berlusconi negli ultimi 25 anni. Quello del Milan è un crollo strutturale, le fondamenta del progetto sono sempre state marce all’ origine,  anche se fino ad ora avevano tenuto abbastanza benino per una serie di motivi – uno dei quali l’avere giocatori capaci di risolvere le partite da soli. Ora che le nostre avversarie se la possono quantomeno giocare il castello di sabbia sta miseramente crollando. Nelle prossime settimane ci aspettano: Napoli, Juventus, Udinese, Arsenal. Con la media che abbiamo negli scontri diretti c’è da stare molto poco “Allegri”.

Bisogna essere realisti e guardare le cose per quelle che sono: non abbiamo un gioco degno di una grande, non prepariamo adeguatamente le partite, siamo il banchetto di buoni allenatori e squadre medie, siamo prevedibili e sfruttiamo malamente la rosa. Vivacchiamo con le piccole grazie ai colpi dei singoli e facciamo pietà con le squadre forti. Stiamo in poche parole andando a picco nonostante siamo attrezzati per dominare questo campionato.

Mi sarebbe piaciuto parlare di tattica, dopo qualche mese di assenza dal postare ma onestamente non saprei cosa dire di nuovo: giochiamo sempre allo stesso modo, i nostri movimenti sono scontati, banali e ripetitivi. Interpretiamo un calcio sterile che è simile a quello del 90% delle squadre di terza categoria. Palla al bisonte che viene in contro e tutti gli altri che si buttano a caso in profondità a prendere le spizzate: in serie A questo tipo di calcio non dovrebbe esistere. La cosa più ridicola è che non solo esiste, ma esiste anche al Milan e che si paghi qualche milione di euro a un allenatore per praticare un calcio di questo tipo con una rosa come la nostra.

Caso Ibrahimovic. Noi diamo circa 15-16 milioni lordi all’ anno a un giocatore che in champions e nelle partite serie scompare oltre che essere la principale causa della staticità del nostro gioco. La gente obbietta che se non ci fosse lui con i suoi colpi avremmo tanti punti in meno in una squadra in cui gli altri fanno spesso schifo. La domande che mi pongo io sono 2:

1) Se non ci fosse Ibra, gli altri renderebbero di più?

2) E se tutti rendessero di più, ci sarebbe sempre bisogno di uno che risolva le partite da solo?

Alla fine la cosa che mi viene in mente è sempre la stessa: se avessimo investito meglio i soldi del cartellino di Ibra e utilizzassimo il suo ingaggio per tenere due centrocampisti particolarmente forti e se avessimo un alleatore sulla media, vinceremmo esprimendo un grande calcio e porteremmo più giocatori al 100% della resa. Ed è scontato che se fossimo in grado di esprimere un grande calcio l’ultimo dei nostri problemi sarebbe avere uno che ci risolva le partite da solo.

Una battuta sul calcio mercato: di puntellamemto, come secondo me doveva essere in questa fase. Prendere Tevez ora sarebbe stato un errore visto che non sarebbe arrivato a condizioni economiche favorevoli per noi e che avrebbe avuto bisogno di tempo per riprendere una condizione decente e per ambientarsi. Scudetto? Vediamo come vanno queste due settimane, certo la strada si è notevolmente complicata, sicuramente 4 sconfitte a fine gennaio e 2 punti in 6 scontri diretti sono veramente un bottino ridicolo per una squadra che vuole vincere il titolo.

Lazio – Milan 2-0: Up & Down

Up

"Giuro, una cagata così non l'avevo mai vista in tanti anni di carriera". Giacobbo sugli schemi del Milan.

Andre Dias: perchè dopo aver preso un dribbling da Seedorf la cagata la stava per fare anche stasera col pugno nell’azione a inizio secondo tempo che avrebbe portato al calcio di rigore. Graziato, ha pensato di stirarsi per prendere il suo sei in pagella.

L’autista del Pullman bianconero: dopo aver sentito dire Conte che per tornare da Parma ci vogliono 10 ore, l’abbiamo interrogato sul percorso fatto sentendoci dare come risposta “come dite? non si fa prima per Genova?

Roberto Giacobbo: dopo aver visto Lazio – Milan  ha annunciato che dedicherà la puntata di Voyager di lunedì al più grande mistero a cui abbia mai assistito – lo schema su calcio d’angolo del Milan.

Il campo di San Siro: perché nonstante la neve, il freddo e il ghiaccio solitamente fa talmente schifo che i giocatori di Inter e Palermo non ne hanno notato la differenza.

Il Cagliari: sì è vero. Con noi perde sempre – però poi quando arriva la Roma…

Down

Un uomo, un simbolo di Fair play!

Daniele Conti: non avendo segnato nella gara di ieri contro la Roma, il Cagliari gli detrarrà il 50% dello stipendio – dato che segnando solamente lì è pagato esclusivamente per quelle due gare.

Christian Abbiati: è sua l’invenzione di una nuova regola che presto sarà verbalizzata nel regolamento del calcio. Il portiere, una volta avuta la palla in mano, non può passarla ai giocatori della propria squadra finché non sono schierati in campo tutti gli avversari.

Carlitos Tevez: Ibra fa poco, ma è lui il vero punto di debolezza dell’attacco rossonero. Quasi mai coinvolto nell’azione è come se non fosse stato schierato in campo.

Sebastian Giovinco: scoperto il motivo del rinvio di Parma-Juventus. Essendo caduti più di 5 cm di neve, per mettere la testa fuori e vedere il campo avrebbe dovuto usare i trampoli.

Massimiliano Allegri: dopo averlo visto impassibile ai continui retropassaggi e agli angoli battuti alla cazzo di cane, dopo averlo visto sostituire El Sharaawy al posto dell’impalpabile Robinho siamo d’accordo con Cristiano Doni: c’è chi si vende ancora le partite in Serie A.

Lazio – Milan 2-0: Disastro all’Olimpico

Ennesimo errore tattico di Allegri. Da esonero?

E’ difficile trovare le parole dopo una partita del genere. Questa sera è andato in campo uno dei peggiori Milan degli ultimi anni che, con la complicità di un Ibrahimovic mai in partita e con le pesanti scelte di Allegri, ha subito una dolorosa sconfitta da un’arroccata Lazio che era scesa in campo con la speranza di strappare almeno un punto. Cito come primo nome Ibrahimovic perchè i suoi errori sono stati pesanti, pesantissimi: due gol facili falliti e un comodo assist mancato per El Shaarawy. Non possiamo tuttavia sperare di vincere un campionato grazie solo ed esclusivamente ad un giocatore e nelle ultime partite la Ibra-dipendenza è sembrata palese, innegabile.

Allegri comincia bene la serata schierando una formazione plausibile con El Shaarawy dal primo minuto in luogo di Seedorf, così come Mesbah preferito a Zambrotta. Nel primo tempo tra i nostri è difficile trovare delle eccellenze. Solo El Shaarawy di tanto in tanto prova a cambiare passo e a dare una svegliata ai suoi. Ibra serve i due assist per le uniche due palle gol dei rossoneri, ma per il resto è molto fermo e viene anche mal servito con lanci fuori misura o con lenti e prevedibili cross di Mesbah. Poca roba, non sembriamo una squadra in controllo della partita e neanche ci andiamo vicini. Fare tanto possesso ma farlo male non significa dominare l’avversario, infatti la Lazio col passare dei minuti prende coraggio (come già accaduto in altre partite) e inizia a realizzare l’idea che forse da questa gara possa uscire con qualcosa in più di un pari.

Non che i biancocelesti aumentino la pressione – anzi, siamo sempre noi a farlo con lunghi possessi che portano a pallacce che sfilano a fondo campo – ma quando ripartono lo fanno con più convinzione. E’ proprio qui che Allegri la combina grossa: la mia incredulità si mischia a rabbia, quando il Conte Max toglie El Shaarawy – il migliore o forse il meno peggio dei tre davanti, l’unico che di tanto in tanto cambiava passo e saltava un uomo – per far spazio a Seedorf, e Ambrosini – non negativa la sua prova fino a quel momento – per Emanuelson. Le conseguenze sono logiche e scontate, una ancora maggiore sterilità offensiva e una rischiosa maggiore predisposizione al contropiede.

In tutto questo, lasciare in campo un Robinho a dir poco pietoso mi è parso ancora una volta un grossolano errore di lettura della gara da parte di Allegri. Emanuelson non incide neanche a pagarlo; Seedorf è uno spettacolo vederlo come accarezza il pallone, ma questo belvedere non porta a nulla: c’è l’impegno, ma con quello non ci si vincono i campionati. L’ingresso di Maxi Lopez al posto di Van Bommel è un’altra mossa disperata senza capo nè coda: non è mancata una punta dentro l’area, è mancato il raccordo fra centrocampo e attacco. Più vedo le nostre partite, più trovo una grossa falla nel 4-3-1-2 voluto da Allegri: manca un regista, manca qualità nell’impostazione, manca Andrea Pirlo: l’unica scusante sono i tanti infortuni, ma non giustificano la prestazione e l’assenza di gioco che ormai è evidente da qualche settimana.

LAZIO-MILAN 2-0 (primo tempo 0-0)
MARCATORI: Hernanes al 31’, Rocchi al 40’ s.t.
LAZIO (4-2-3-1): Marchetti; Konko, Biava, Dias (dal 7’ s.t. Stankevicius), Radu; Ledesma, Matuzalem; Gonzalez, Hernanes (dal 42’ s.t. Candreva), Lulic; Rocchi (dal 47’ s.t. Rozzi). (Bizzarri, Diakité, Scaloni, Garrido). All. Reja.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Mesbah; Ambrosini (dal 22’ s.t. Emanuelson), Van Bommel (dal 32’ s.t. Maxi Lopez), Nocerino; Robinho; Ibrahimovic, El Shaarawy (dal 22’ s.t. Seedorf). (Amelia, Bonera, Mexes, Zambrotta). All. Allegri.
ARBITRO: Damato di Barletta (Maggiani-Passeri/Peruzzo).
NOTE: ammoniti Matuzalem (L) al 10’ p.t. per c.n.r., Nesta (M) al 39’ p.t., Rocchi al 25’ s.t. per proteste. Recuperi: 0’ nel p.t., 5’ nel s.t.

Lazio – Milan: LIVE!

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LI AVETE VISTI PRENDERE TRE PERE IN COPPA ITALIA, MA STASERA E’ QUELLA CHE CONTA DAVVERO. CON MEZZA MILANO A -8 °C, L’ALTRA META’ STASERA E’ A ROMA, NELLA CAPITALE. SARA’ ANCORA AQUILA ARROSTO? SCOPRITELO CON NOI, DALLE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER, CON LA DIRETTA DI LAZIO – MILAN!

Lazio – Milan: una settimana dopo

Stadio Olimpico, ore 20.45. A soli sei giorni dalla sfida di coppa Italia, il Milan torna in campo per il penultimo turno infrasettimanale di serie A contro quella Lazio battuta a San Siro per tre reti a una. Lo fa nel big-match della 2° di ritorno, che per fortuna dei -3 °C con conseguenti nevicate di questo periodo qui a Milano si gioca in trasferta all’olimpico di Roma. Dopo il rinvio per neve di Parma – Juventus di ieri sera sono infatti a rischio anche le gare di Bologna e Siena mentre a San Siro si giocherà in condizioni quasi estreme (si, non c’è solo il tanto decantato Juventus stadium con le serpentine sotto al campo – a Milano si è già giocato in passato in condizioni ben peggiori). Paradossalmente dalla volontà della società bianconera di non scendere in campo ieri a Parma, nonostante sia la squadra di casa sia la prefettura fossero d’accordo nel disputare la partita, facendo accadere al Tardini lo stesso episodio di non più di tre mesi fa in quel di Napoli – stavolta a vantaggio degli uomini di Conte, ci può portare un discreto vantaggio. In primis vincendo stasera torneremmo da soli in testa alla classifica, successivamente permetterebbe in caso di disastri tra Lazio e Napoli di restare comunque in scia ai bianconeri: se è vero che la forza di questa Juve – dato l’esiguo tasso tecnico – è l’entusiasmo, una Juventus che non scappa lo avrà decisamente minore.

Le brutte notizie arrivano invece dalla formazione: il Milan scenderà infatti nuovamente in campo con Urby Emanuelson nel ruolo di trequartista dietro a Robinho e Ibrahimovic. Ambrosini, Van Bommel e Nocerino completeranno il reparto mediano mentre in difesa torna, dopo due gare di assenza, Thiago Silva in coppia con Nesta mentre le fasce laterali saranno affidate ad Abate e Mesbah. E’ in particolare sulla difesa che vorrei soffermarmi: siamo partiti con 14 gol presi nelle prime 9 giornate – mentre nelle successive 11 gare abbiamo incassato solamente tre gol: i due a Bologna e quello di Milito nel derby, riuscendo non solo a concludere il girone di andata con gli stessi gol presi lo scorso anno e un miglior attacco, ma riuscendo a superare la già fortissima difesa dello scorso anno nella prima di ritorno non prendendo gol nella gara col Cagliari. Potrebbe essere questo il punto di svolta della stagione nella lotta scudetto? Lo scopriremo probabilmente una volta finito questo giro di big-match

Il Febbraio che ci aspetta è, infatti, di fuoco: dopo la Lazio avremo Napoli, Juventus in coppa Italia, Udinese, Arsenal e il solo Cesena per “riposarci” prima della sfida scudetto contro i bianconeri. Nelle prossime sei partite si deciderà la nostra stagione e le premesse non sono delle migliori per quanto riguarda il centrocampo che con gli infortuni di Boateng, Aquilani, Merkel, Gattuso e Flamini perde cinque dei suoi migliori uomini. L’organico che scenderà in campo non sarà comunque inferiore a quello delle avversarie – ma accuserà solamente la stanchezza dei doppi impegni ravvicinati contro squadre di alto livello con cui non si potrà sperare solamente nella giocata di Ibrahimovic ma bisognerà costruire tale giocata attraverso un gioco all’interno della squadra – in parole povere queste gare saranno la prova del nove per Allegri che non potendo usufruire del grande vantaggio tecnico avuto lo scorso anno nei big-match a livello di organico dovrà vincerli dimostrando di essere tatticamente all’altezza dell’allenatore avversario. Ce la farà?

Mercato da quattro, ma niente scuse per lo scudetto

L'ultimo contatto di Muntari col rossonero

Ti aspetti almeno Montolivo se non Tevez. Arrivano invece Umunegbu, Maxi Lopez, Mesbah e Muntari con i ritorni di Merkel e Strasser. Poi l’ultimo colpo in extremis – Lucas Roggia – come ennesimo contentino a Mino Raiola. La prima situazione che si nota è che in questo momento la nostra rosa presenta otto attaccanti: Ibrahimovic, Robinho, Cassano, El Sharaawy, Maxi Lopez, Inzaghi, Lucas Roggia e Pato in rigoroso ordine di importanza. L’attaccante che serviva era uno, Argentino, e non era certo la Galina de Oro di Catania – andando quindi a sovradimensionare un reparto che era già a posto così. Ai tempi – vincenti – di Ancelotti l’attacco aveva quattro attaccanti (Inzaghi-Sheva-Tomasson nel 2003 – Ronaldo-Inzaghi-Olvera-Gilardino) di cui una riserva (che nel 2003 e nella prima parte del 2007 era Borriello) quasi mai schierata: abbiamo raddoppiato il numero di uomini davanti – paradossalmente causando più problemi di spogliatoio che risolvendoli.

L’altro aspetto riguarda invece la qualità dei giocatori: ti aspetti Fabregas, Hamsik, Schweinsteiger e Tevez e le trattative vanno a vuoto l’una dopo l’altra. Il Milan non acquista un top Player da ormai un anno e mezzo quando fu Robinho ad indossare la maglia rossonera col numero settanta. Mi piace ricordare che come ci mise la faccia lì Berlusconi essendo presidente della squadra la faccia ce la mette in ognuno di questi acquisti. La sensazione che invece siamo stati probabilmente presi per i fondelli è confermata quando i media diffondono ad arte la notizia di un possibile arrivo di Cristiano Ronaldo al Milan la prossima estate per addolcire la pillola del mancato arrivo di Tevez: lo aspettiamo, sicuramente, nel nostro centrocampo composto da Montolivo, De Rossi e Fabregas per andare a giocarcela col Barcellona.

L’acquisto di Muntari è doppiamente fallimentare, sia per il livello tecnico del giocatore – mediocre, tendente allo scarso – sia per il fatto che un centrocampista se serviva era per l’immediato (Lazio-Napoli-Udinese e coppa Italia contro la Juventus) e non dal 12 Febbraio in poi quando torneranno a disposizione Boateng e Aquilani e si spera di recuperare per intero il nostro centrocampo titolare. Da domani in teoria De Rossi e Montolivo possono firmare per qualunque squadra – ma ormai non penso li vedremo con la nostra maglia, anche loro specchietti per le allodole.

Due le cose assurde in questa vicenda: la prima è la posizione di Galliani costretto non solo a cercare di fare miracoli col poco materiale a disposizione ma a doversi anche subire tutte le critiche perché chi è più in alto di lui decide – intoccabile – di non cacciare un euro. Non è così che si fa mercato in maniera seria – ovvero decidendo di volta in volta l’esborso a seconda del giocatore da comprare: non abbiamo un budget stanziato ad inizio mercato da spendere come meglio si crede, eventualmente programmando il rimanente su dei giovani: si sono comprati tanti rattoppi invece di mettervi una grande pezza – si è voluto puntare sulla quantità dei giocatori invece della qualità cercando più dieci compagni da mettere in campo insieme ad Ibra che dei giocatori di calcio.

Il rammarico maggiore è, come già scritto su twitter, che sarebbero bastati uno-due acquisti di peso questa estate per garantirci facilmente non solo questo scudetto ma anche quelli dei prossimi due – invece finiamo per giocarcela con una squadra che ha in Pepe e Marchisio i due interpreti principali – e mi sembra strano che sia l’unico a turarmi il naso di ciò. Si naviga a vista fino a maggio dove comunque rimaniamo i favoriti per questo campionato italiano a meno di gravi infortuni – questo mercato ha aggiunto poco o niente ma sicuramente non ha tolto nulla a quella che è e rimane la rosa favorita per il campionato italiano. Le altre in Italia hanno forse fatto un mercato peggiore del nostro, con l’Inter in particolare che riesce nel copia-incolla dei colpi Guarin (interesse Juve) e Palombo (interesse Milan – addirittura in meno di 24 ore!) e la Juventus che ha richiamato lo scartato Caceres nel ruolo di terzino sinistro. Ma questo non deve essere una scusante per lo scarso interesse di un presidente che aveva dichiarato solamente due mesi fa di tornare a interessarsi della squadra – per ora solo parole, i fatti li sto ancora aspettando. Ma in quel famoso pranzo in argentina, ben nascosto dietro il faccione di Galliani, per me in quella foto è come se ci fosse anche il suo. Caro presidente, se non hai più nè soldi nè ambizione di vittorie, è ora di passare la mano.

Milan-Juve a tutto campo (magari sintetico)!

Prometto: non parlerò di Tevez. Perché da un mese a questa parte, che siano televisioni o giornali, la ribattezzata TEVEZNOVELA ha spinto tutto e tutti a mettere un po’ da parte le vicende calcistiche e concentrarsi su questo affare con la trama ai limiti del romanzo. Oggi parliamo di calcio giocato, quello che si vede nello stadio e non quello che si decide stando dietro ad una scrivania.

La giornata di campionato appena trascorsa, ci conferma le impressioni ormai acquisite da tempo: la lotta per lo scudetto è sull’asse Torino-Milano, sponda rossonera ovviamente, visto che la seconda squadra di Milano interrompe la sua rimonta sul campo del Lecce (chi di catenaccio ferisce, di catenaccio perisce). Milan e Juventus non sembrano infatti voler mollare un colpo e anche quando una s’inceppa, arriva l’altra che commossa non scappa. Anche nella prima di ritorno, Juve e Milan vanno di pari passo. I bianconeri di Conte non sbagliano nemmeno contro l’Udinese, la quale però è tremendamente rimaneggiata a causa delle assenze per la coppa d’Africa. Sta di fatto che i tre punti arrivano sempre, anche sotto la neve, e di infortuni nemmeno l’ombra. Una delle chiavi del successo juventino fino a questo punto è sicuramente l’integrità fisica dei giocatori, che sembrano protetti da un’aura divina che ne cura gli eventuali mali in non più di due giorni. Arriveranno anche per loro gli infortuni? Chi lo sa, rimandiamo la domanda a qualcuno più in alto di noi, ma di certo fino a questo momento Conte ha avuto un compito facilitato da questo punto di vista, potendo avere a disposizione tutti i titolari e anche le riserve in condizione ottimale. Voglio fare però una nota personale: andando oltre la faziosità e il tifo, non si può che stimare un allenatore italiano che è capace di caricare un gruppo in quel modo, riuscendo a trasformare in gioco e punti la voglia che tutti i componenti dello spogliatoio hanno di vincere dopo anni di inferno e purgatorio. Annata favorevole per quel che riguarda la situazione fisica e per le decisioni arbitrali, ma ogni tanto proviamo ad andare oltre o scoglio, e dar merito ad un allenatore giovane e conterraneo (alla faccia dei Villas Boas o Benitez di turno).

Tornando agli infortuni, ragionamento diverso deve essere fatto per il Milan, che di partita in partita si ritrova sempre con qualche defezione in più e raramente con un rientro in squadra. Lasciando da parte i lungodegenti Cassano, Gattuso e Flamini, la lista si allunga con l’aggiunta negli ultimi giorni anche di Thiago Silva (infiammazione che ogni tanto salta fuori) e Merkel. Il talentino tedesco ne avrà per due mesi e dunque è stato praticamente inutile l’intervento d’urgenza per riportarlo al Milan. Allegri risponde all’emergenza del centro-destra sempre nello stesso modo: Emanuelson. Che si tratti infatti di problemi in attacco, sulla trequarti, a centrocampo o in difesa, salta sempre fuori lui. Analizzando però le prestazioni, l’olandese se la cava più che bene come mediano di destra, mettendo da parte le indecisioni e insicurezze viste quando giocava da trequartista. Però da qui a dire che in quel ruolo siamo coperti, ce ne vuole. Un intervento in queste ultime ore di mercato sarebbe auspicabile, e ci permetterebbe di avere sicuramente possibilità maggiori di andare avanti e lottare per tutti i traguardi.

Milan-Cagliari dal campo dice poco di più di quello a cui siamo abituati: strapotere fisico di Ibra contro difese arrancanti (maggiore intensità e giocate più proficue contro squadre più quotate sarebbero molto gradite) e straordinario Nocerino, rivelazione assoluta per i tifosi e credo anche in parte per Galliani stesso. Dono di madre natura o bravura di Allegri? Anche qui la linea di confine è stretta, e si può saltare da una parte o dall’altra a seconda di cosa convenga di più. Il mio parere puramente personale è che il tecnico livornese è riuscito ad applicare la sua idea di mezz’ala alla perfezione su di lui, garantendo un ottimo equilibrio tra la fase difensiva e quella offensiva e riuscendo anche a far emergere delle sue qualità ancora nascoste. Che Allegri faccia degli errori è chiaro ed evidente (quasi a tutti), ma io darei un po’ più di fiducia ad uno che comunque ha vinto uno scudetto ed è riuscito a prendere posizioni importanti in un gruppo non facile da gestire. Se ci fosse stato qualcun’altro a quest’ora avremmo ancora Pirlo e Ronaldinho in squadra.

Ultima parentesi la vorrei aprire su un aspetto fondamentale che sta passando in secondo piano: il campo di S.Siro. Non vedo come sia possibile che uno stadio come quello, uno dei più belli al mondo come atmosfera interna, che ospita match importanti e squadre di livello mondiale, possa ancora andare avanti in quelle condizioni. Le rizzollature che spesso ci vengono sbandierate non sono altro che rattoppi, che rendono il campo impraticabile e terribilmente sconnesso. Un terreno del genere è controproducente in primis per le squadre tecniche come il Milan, che giocano prevalentemente palla a terra, e la gara contro il Cagliari è stato solo l’ultimo dei casi in cui i giocatori si sono lamentati del campo orrendo. Un pensiero al sintetico io credo sia d’obbligo farlo, perché avrà anche i suoi contro (c’è chi parla di un maggiore rischio di infortuni alle articolazioni) ma mai come il campo arato visto nelle ultime uscite casalinghe. Io la mia promessa l’ho mantenuta, non ho parlato di Tevez, adesso speriamo che ci venga promesso un campo decente su cui giocare.

Milan – Cagliari 3-0: Up & Down

Up

28 gol in due… sticazzi!

Zlatan Ibrahimovic: avevo detto a inizio partita che l’avevo visto più svogliato del solito. E infatti ha segnato da fermo.

La Juventus: perché nonostante gli 0 tiri in porta concessi ai sardi e il fatto che a Torino Pirlo e Bonucci siano andati per giocare a Pallavolo contro il Cagliari ha sempre e comunque giocato meglio. Sappiatelo.

Clarence Seedorf: una grandissima prestazione nella gara odierna che ha ricordato gli alti livelli a cui in carriera si è espresso questo giocatore, premiato giustamente con la Palma del migliore in campo. Per il Cagliari.

La Gazzetta dello Sport: sono assolutamente sicuro che come una settimana fa nella copertina di stamani sarà stato celebrato il controsorpasso della Lazio all’Inter. Come dite? Non c’è nulla??

Le moviole nerazzurre: Basterebbe postare il link per scoppiare in un mare di risate. Ma chiederei al sig. Cannavale se tra gli episodi era “talmente difficili che anche se avesse dato il gol non sarebbe stato uno scandaloè compreso il presunto fuorigioco del derby di Ronaldinho.

Walter Mazzarri: nel postpartita a Sky recrimina per l'”errore dell’arbitro nel terzo gol preso” ovvero un presunto fallo sulla ripartenza dell’azione. Non c’è internews che tenga – il campione è sempre lui. Per distacco.

Down

Il cappottone di Ranieri merita di diritto di entrare nei Down

Antonio Nocerino: Eh no cazzo… segnare il settimo gol in stagione davanti agli occhi di Inzaghi! Non si fa! Un po’ di sensibilità!

Il Barcellona: campioni, marziani, fortissimi, Messi Pallone d’oro, Xavi fenomeno, altro calcio. E meno sette.

Maurizio Zamparini: crisi per il presidente del Palermo. Al settimo gol di Nocerino, dopo essersi ricordato la cifra per cui l’ha venduto, ha pensato di autoesonerarsi.

Massimo Cellino: Nel dopopartita sbrocca totalmente. Ma dello sfogo segnaliamo una frase: “Sembrava una partita di fine stagione”. Eh no Massimo, a Maggio ne hai presi 4 mica 3!

Il Cagliari: Con stasera siamo a 2 pareggi e 16 sconfitte negli ultimi 18 incontri con il Milan. E’ già pronto l’ingaggio dell’unica persona che ha la possibilità di far vincere un incontro al Cagliari: Cristiano Doni.

Milan – Cagliari 3-0: Inebriati da Ibra

Si torna a -1 dalla Juve e si rispedisce la seconda squadra di Milano ad una distanza più adeguata, con il grande rammarico per quello stupido derby perso che avrebbe potuto mandarli ad una temperatura glaciale. Il 3-0 di questa sera mette in risalto ancora una volta le immense qualità di Ibrahimovic e la grande intesa con Nocerino che si rafforza giorno dopo giorno. Il Cagliari a San Siro non vuole fare da comparsa e sin dalle prime battute cerca di creare grattacapi alla retroguardia rossonera grazie all’intensità di Pinilla e Ibarbo, e alle veloci ripartenze di Cossu. Nesta in alcune occasioni va in difficoltà soprattutto nei duelli in velocità con il nuovo acquisto dei sardi, ma gli ospiti producono solo un destro strozzato di Ibarbo.

Nella prima parte di gara creiamo poco o nulla: la scarsa mobilità di Seedorf non si scopre certo oggi e le emergenze a centrocampo costringono Allegri a fare scelte quasi obbligate spostando Emanuelson nel ruolo di mezz’ala destra, in cui l’olandese sembra trovarsi sicuramente più a suo agio rispetto al ruolo di trequartista. Inizialmente, tuttavia, non incide granchè anche se garantisce una certa quantità. Robinho non brilla e Ibra è in fase di studio dell’avversario. La gara cambia palesemente con il gioiello dello svedese su calcio piazzato, che praticamente spegne il fuocherello cagliaritano. Van Bommel detta, come suo solito, molto bene i tempi in mezzo al campo. Mesbah offre una prestazione molto buona, fatta di ordine, rapidità e finalmente qualche buon cross, cosa che su quella fascia non vedevamo da un pezzo. Non possiamo certo dire di aver finalmente trovato il terzino sinistro titolare, ma il ragazzo può far bene.

Nella ripresa cresce anche Emanuelson, che trova coraggio e si produce in alcuni buoni spunti, confermando che anche per lui il problema è la scarsa personalità, visto che dispone di un’ottima accelerazione e di un buon dribbling. Il Cagliari non si fa vedere mai dalle parti di Abbiati, Abate non è più costretto a spingere e rimane più basso dando una mano a Nesta nel netraulizzare Ibarbo, missione che riesce senza troppe difficoltà. El Shaarawy entra a mezz’ora dalla fine con la gara che di fatto si avvia verso i titoli di coda, quindi con poche possibilità di mettersi in mostra. La scelta di Seedorf titolare sulla trequarti può essere anche condivisa: non dobbiamo caricare El Shaarawy di troppe responsabilità, e fargli capire che il posto se lo deve sempre guadagnare è importante per la sua crescita. Negli ultimi minuti c’è spazio anche per Inzaghi, che è più che altro funzionale al riposo di Ibra in vista della sfida dell’Olimpico contro la Lazio di mercoledì sera e a far sgolare la curva con il classico coro a lui dedicato.

MILAN-CAGLIARI 3-0 (Primo tempo 2-0)
MARCATORI: Ibrahimovic al 32′, Nocerino al 39′ p.t.; Ambrosini al 30′ s.t.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta, Mexes, Mesbah; Emanuelson, Van Bommel, Nocerino; Seedorf (dal ’22’ s.t. Ambrosini); Ibra (dal 39’ s.t. Inzaghi), Robinho (dal 17’ s.t. El Shaarawy) (Amelia, Bonera, Zambrotta, Maxi Lopez). All: Allegri
CAGLIARI (4-3-1-2): Agazzi; Pisano, Canini, Astori, Agostini; Dessena, Ekdal, Nainggolan (dal ’21’ s.t. Conti); Cossu; Ibarbo, Pinilla (Avramov, Perico, Gozzi, Larrivey). All: Ballardini
ARBITRO: Brighi di Cesena
NOTE – Spettatori paganti 9.061, incasso di 226.448,50 euro; abbonati 31.181, quota di 838.733,63 euro. Ammoniti Van Bommel e Nesta per gioco scorretto. Angoli: 4-7. Recuperi: p.t. ’1’, s.t. ’4’

Milan – Cagliari: LIVE!

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CI SONO PARTITE CHE POSSONO DECIDERE UNA STAGIONE, PARTITE CHE TI CONSEGNANO ALLA STORIA, PARTITE DOVE UNA VITTORIA O UNA SCONFITTA PUO’ CAMBIATE TUTTO. PRIMA DI QUESTE C’E’ MILAN – CAGLIARI, IL POSTICIPO DELLA PRIMA DI RITORNO. SEGUITELO CON NOI, DOMENICA SERA, DALLE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER – IL BLOG DEI MILANISTI!

Milan – Cagliari: Lasciamoci tutto alle spalle

Il Faraone dovrebbe partire titolare

Come superbamente descritto ieri da Nicco nel suo editoriale, la settimana che, attraverso il 3-1 con la Lazio, ci ha accompagnati dalla fine del girone d’andata all’inizio di questo ritorno è stata molto travagliata. Il punto principale, ovviamente, è stato la questione Maxi Lopez – Tevez. Ma non parliamone oltre, se volete saperne di più vi rimando al post di Nicco di ieri o anche a questa fantastica ricostruzione di Di Marzio. Sì, sembra il migliore dei thriller, ma è la realtà: in quarantacinque minuti tante cose possono cambiare, nell’immaginifico mondo del calciomercato. Ma, del resto, Nocerino non è arrivato in un quarto d’ora?

Ma, come ho scritto nel titolo, l’obiettivo di Allegri in questo prepartita deve essere aiutare la squadra ad allentare la pressione mediatica causata dal caso-Tevez. Bisogna lasciarsi tutto alle spalle, il mercato non deve condizionare questo che è un momento topico del campionato. Perchè ora, in questo mese di scontri diretti con le grandi (Lazio, Napoli, Udinese) dobbiamo costruire uno scudetto che una squadra come il Milan non dovrebbe fallire. E rimediare agli errori dell’andata, quando, in quelle partite che ho citato, sono arrivati quattro miseri punti corredati da imbarazzanti prestazioni difensive. È pur vero che allora eravamo pieni di infortunati da ogni parte: ma oggi non stiamo certo meglio. Oltre ai lungodegenti Cassano e Gattuso e a Pato, non saranno della partita Boateng, Flamini, Aquilani, la new entry Merkel, passato direttamente dal campo all’infermeria, e Thiago Silva, out per un’infiammazione all’inguine: che c’entri anche qua la Satta? Ciò che deve cambiare dev’essere soprattutto la mentalità: a gennaio non possiamo permetterci i cali di concentrazione di settembre. Certo, abbiamo tre giorni di riposo in meno rispetto al Cagliari, ma una squadra che ha la vocazione al doppio impegno non dovrebbe sentirli.

Per quanto riguarda il nostro undici, Allegri ha preferito non annunciare la formazione completa, glissando sull’eventualità di un utilizzo di El Shaarawy in un tridente con Robinho ed Ibra: “E’ possibile, ma vedremo”. Sembra certo, più che altro per la mancanza di alternative: Seedorf, in assenza di Merkel, sembra destinato a venire dirottato a sinistra, mentre un ulteriore utilizzo di Emanuelsson dietro le punte metterebbe l’allenatore livornese a rischio linciaggio da parte della tifoseria. L’olandese, finalmente inquadrato come terzino, siederà in panchina, insieme al suo collega di ruolo Mesbah: con tre attaccanti di ruolo più Seedorf in mediana, Allegri preferisce Antonini – meno terrificante in fase di copertura, seppur anche lui prettamente inguardabile – rispetto all’algerino, che ha dato prova in Coppa Italia di giocare più da ala. Non lo biasimo.

Per il resto, davanti ad Abbiati, la difesa sarà completata da Abate, Nesta e Mexes, mentre il centrocampo – se Ambrosini, come sembra probabile, non recupererà dalla febbre, sarà presidiato dall’autore del gol del pareggio di Coppa Italia, insieme a Van Bommel e Nocerino. Capitan Ambrosini sembra comunque destinato alla panchina, dove siederà accanto ad Inzaghi. Pippo, pur non utilizzato in Coppa Italia, è pronto a scalpitare per un posto da subentrato – conoscendo i ritmi di Allegri nei cambi, ciò dovrebbe avvenire intorno al 92°. In panchina anche Maxi Lopez, ma personalmente non sono così sicuro che possa entrare.

Per i ragazzi, dunque, un canonico 4-3-1-2. Schema scelto anche da Ballardini: e c’è da stare attenti, perché, se la difesa dei sardi non sembra un granché (da segnalare ancora Ariaudo out, giocherà Astori), dalla mediana in poi le cose cambiano, e di molto. Dessena e Nainggolan in mediana insieme a Conti, pronti a supportare Cossu sulla trequarti e in attacco Ibarbo (in forma strepitosa) e Larrivey, il quale, essendosi ricordato da qualche settimana di essere un giocatore di calcio e non un ruminante per i campi di mezza Italia [dovrebbe essere successo, dicono alcune fonti, dopo un’intossicazione da erba sintetica a Novara], è pronto a deliziare con i suoi colpi da maestro del calcio anche la platea di San Siro, a scapito del neoacquisto Pinilla, destinato ad accomodarsi in panchina, almeno all’inizio.

Ma, Larrivey o no, calciatori o schiappe, Maxi Lopez o Tevez, cene di Galliani o no, mercato o no, nuovi arrivi o no, grandi nomi o no, poco ci deve importare. Queste sono le partite da vincere. Nonostante tutta questa pressione, nonostante un arbitro come Brighi (con cui abbiamo vinto solo due volte in 7 precedenti, e che non è mai stato benevolo nei nostri confronti), le dobbiamo vincere. 

MILAN – CAGLIARI, San Siro, domenica 29 gennaio, ore 20.45
MILAN: Abbiati; Abate, Nesta, Mexes, Antonini; Seedorf, Van Bommel, Nocerino; El Shaarawy; Ibrahimovic, Robinho. (Amelia; Mexes, Mesbah; Emanuelsson, Ambrosini; Inzaghi, Maxi Lopez). All. Allegri.
CAGLIARI: Agazzi; Pisano, Agostini, Astori, Canini; Dessena, Conti, Nainggolan; Cossu; Ibarbo, Larrivey. (Avramov; Gozzi, Perico; Ekdal, Ceppellini; El Kabir, Pinilla). All. Ballardini.
Arbitro: Brighi (Nicoletti, Musolino; Candussio).