Milan – Arsenal 4-0: Up & Down

Up:

La coreografia della Sud

Clarence Seedorf: grandissima, immensa, maiuscola prestazione del numero 10 che si rende utile alla squadra nel modo a noi più utile: quello di cavarsi dal cazzo dopo 5 minuti. Non ti ringrazierò mai abbastanza Clarence.

Zlatan Ibrahimovic: dopo aver segnato tre dei suoi quattro gol nelle partite ad eliminazione diretta della Champions League contro l’Arsenal, ha chiesto se sia possibile giocare sempre e solo contro i gunners.

Silvio Berlusconi: 7′ netti dalla fine della partita per percorrere la strada dalla tribuna alla zona mista e andare subito a metterci la faccia su questa vittoria. La Fidal si è già mossa dopo aver visto questo scatto per una convocazione dell’ex presidente del consiglio per le prossime olimpiadi di Londra 2012

Anonimoabusivo: dopo la sesta vittoria in sette live disponibili da domani metterà a disposizione in edicola delle proprie ciocche di capelli incastonate in cornetti napoletani per esorcizzare la sfortuna. Non perdeteli!

L’Inter: non dimentichiamo i cugini – l’impresa dei quattro gol di scarto a San Siro contro l’Arsenal nel 2003 riuscì anche a loro.

L’Arsenal: era dal 1958 che una squadra italiana non batteva una inglese per 4 reti a zero. Più o meno lo stesso tempo che era trascorso dall’ultima vittoria del Novara in trasferta in serie A.

Down:

Il nuovo preparatore atletico del Boa

Silvio Berlusconi: “il nuovo centravanti che abbiamo preso dal Lecce è un centravanti vero”. Una figura così di merda sul mercato della propria squadra non l’aveva mai fatta nemmeno Massimino con “amalgama”.

Andrea Pirlo: ha commentato così il tuffo alla Cagnotto nel finale di Parma – Juventus con il quale ha cercato di farsi assegnare un calcio di rigore. “Non è possibile! Ero appena andato a ripetizioni da Inzaghi!

Arsène Wenger: “Contro il Milan all’attacco, come quattro anni fa”. Aveva dichiarato ad eurosport. Ecco, aveva ragione solo sul quattro….

Taiwo: pubblicati in giornata i cinque consigli all’Arsenal per battere il Milan. Aveva ragione Tassotti quando diceva che il nigeriano di tattica non ne capiva un cazzo?

Massimo Marianella: dopo le numerose gufate in partita è rimasto da solo a San Siro a piangere su santino di Fabregas, gelosamente custodito nel proprio portafoglio, minacciando di buttarsi dal terzo anello se la dirigenza dell’Arsenal non caccia Wenger.

Sky Sport: già pronto lo speciale di 24 ore con le più belle immagini della partita e tutte le interviste ai giocatori. Sarebbe stato seguito dal collegamento di Massimo Ugolini con l’aeroporto per attendere i giocatori festanti insieme ai tifosi. Poi si sono accorti che il Napoli gioca settimana prossima…

Milan – Arsenal 4-0: Bentornati a casa

Avete ancora il DVD di Milan – Manchester 3-0? Prendetelo e buttatelo via. Stasera si alza l’asticella di un ulteriore gol con una nuova partita perfetta che ci riporta alla mente quella grande gara del 2007, non a caso l’ultima volta in cui abbiamo passato il turno. Ipotechiamo il passaggio ai quarti di finale facendo letteralmente piovere sull’Arsenal un poker di gol. Il risultato dice 4-0, il gioco espresso dice che non abbiamo rischiato praticamente nulla con i gunners che si sono resi pericolosi solamente una volta con Van Persie.

Sulla gara pesa forse l’infortunio di Seedorf dopo 5′ di sostanziale empasse che ci permette di vedere in campo quello che è il miglior Milan della stagione. Difficile questa sera dare infatti la palma di uomo partita a qualcuno, di quella che era apostrofata come squadra di vecchi o di pippe e che giocava solamente “palla a Ibra” che è riuscita finalmente a giocare la squadra. A sbloccarla dopo 13 minuti è un grandissimo gol di Kevin Prince Boateng, forse ancora più bello di quello contro il Barcellona – tiro al volo, pala sulla traversa e in porta con una sassata che esce rimbalzando. Comincia quindi a giocare anche Ibrahimovic che regala poi dopo 15′ l’assist del 2-0 per la testa di Robinho che porta le squadre all’intervallo. Il copione non cambia nemmeno nel secondo tempo con il 3-0 segnato immediatamente da Robinho fino ad arrivare al rigore che dà anche ad Ibra un gol meritatissimo per la prestazione da lui disputata fino a quel momento. Standing ovation meritata quindi per Boateng e Robinho e tempo quindi a Pato di entrare per meritarsi la palma di peggiore in campo, che in fondo a qualcuno doveva pure andare…

La vittoria di oggi è comunque frutto di due eventi che hanno forse dato la svolta psicologica della stagione: la vittoria di Udine a sabato e l’infortunio di Seedorf dopo 5 minuti che ci ha permesso di giocare in velocità. La chiave tattica ha invece un indubbio nome e cognome: Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese non è risultato mai in passato così decisivo nella massima  competizione europea come in questa annata rossonera mettendoci lo zampino quasi in ogni gol. C’è poi finalmente una grande mentalità trasmessa da Allegri che ricordandosi di allenare una grande squadra riesce a non regalare il primo tempo e ripresenta quella concentrazione già vista forse solamente nella gara persa in casa col Barcellona. Robinho e non El Sharaawy nonostante le ultime partite è la sua scelta, e si è rivelata vincente con due gol segnati e quella profondità che senza le difese schierate riesce a dare.

Usciamo da questa partita con un piede nei quarti, un segnale forte alle avversarie in europa – dove se le due spagnole restano proibitive le altre sono alla nostra portata, un gioco ritrovato del quale più volte ho parlato nei post dove Ibrahimovic non è il catalizzatore su cui gettare la palla ma una risorsa e una squadra relativamente giovane (over 30 oggi in campo il solo Van Bommel prima dell’ingresso di Ambrosini) che ha saputo attaccare gli spazi e la velocità e che fa ben sperare per il campionato. Ma a quello penseremo da domani: la sensazione di essere tornati finalmente padroni a casa nostra con una nottata da Milan voglio godermela tutta.

Milan-Arsenal 4-0 (primo tempo 2-0)
MARCATORI: Boateng al 15′ p.t., Robinho al 38′ p.t. e al 4′ s.t., Ibrahimovic su rigore al 34′ s.t.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Mexes, Thiago Silva, Antonini; Nocerino, Van Bommel, Seedorf (dal 12′ p.t. Emanuelson); Boateng (dal 25′ s.t. Ambrosini); Ibrahimovic, Robinho (dal 39′ s.t. Pato). (Amelia, Bonera, Nesta, El Shaarawy). All. Allegri
ARSENAL (4-2-3-1): Szczesny; Sagna, Koscielny (dal 44′ p.t. Djourou), Vermaelen, Gibbs (dal 21′ s.t. Oxlade-Chamberlain); Song, Arteta; Walcott (dal 1′ s.t. Henry), Ramsey, Rosicky; Van Persie. (Fabianski, Coquelin, Arshavin, Miquel). All. Wenger
ARBITRO: Kassai (Ungheria)
NOTE: Spettatori 64.462 per un incasso di 2.876.254 euro. Ammoniti Antonini (M), Mexes (M), Song (A), Djourou (A) e Ambrosini (M) per gioco scorretto e Mexes (M) per c.n.r. Angoli 5-6. Recuperi 2’ pt, 3’ st

Milan – Arsenal: LIVE!

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CI SONO NOTTI IN CUI SI SCRIVE LA STORIA, NOTTI INSONNI PER I SOGNI DI GLORIA, NOTTI IN CUI NULLA E’ COME PRIMA, NOTTI IN CUI SI CANCELLA IL PASSATO PER SCRIVERE UN NUOVO FUTURO. DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO, MILAN – ARSENAL, OTTAVI DI FINALE DI CHAMPIONS LEAGUE. MERCOLEDI’ 15 FEBBRAIO DALLE 20.45 SU ROSSONEROSEMPER!

Milan – Arsenal: riproviamoci

San Siro, ore 20.45. Si giocano stasera i primi 90′ della sfida contro l’Arsenal, il nostro ostacolo nel superamento degli ottavi, ostacolo che, è bene ricordarlo, non superiamo ormai dal 2007 e queste precoci eliminazioni in campo europeo sono l’esatto opposto del nostro DNA, dobbiamo pertanto – nonostante il momento non certo facile assolutamente passare il turno: noi tifosi milanisti amiamo la Champions più di ogni altra cosa perché la competizione continentale è la massima espressione mondiale per spettacolo, gioco ed intensità: praticamente i caratteri distintivi della nostra squadra che da sempre ci separano dall’altro club di Milano.

Veniamo da un girone di qualificazione con alti e bassi: accanto alle belle prove di carattere (anche se non di gioco), contro i blaugrana abbiamo messo prestazioni non certo esaltanti contro formazioni di infima caratura come Viktoria Plzen e Bate Borisov – mentre l’Arsenal si è imposto nel proprio girone con 11 punti, girone che ha visto il Borussia Dortmund e l’Olympiacos eliminate, mentre l’Olympique du Marseille arrivare secondo.

La vittoria fortunosa contro l’Udinese, se ha rimpinguato, e non di poco, i nostri asciutti serbatoi di autostima, non può certo far molto contro la lista di infortunati che nonostante alcuni rientri eccellenti proprio in occasione di questa sfida è ancora di una lunghezza disumana e ci impedirà ancora una volta di scendere in campo con la formazione ottimale; il modulo invece, sarà il solito 4-3-1-2 allegriano con: Abbiati tra i pali, difesa con Abate, Nesta, Thiago Silva e, udite udite, davvero miracoloso, Emanuelson che potrebbe essere schierato finalmente da terzino sx, (in svantaggio comunque su Zambrotta); centrocampo con Nocerino e uno tra Emanuelson, o Seedorf, ai lati di Van Bommel, ed il rientrante Boateng trequartista (la cui assenza è un lusso che davvero non ci possiamo più permettere) dietro Ibrahimovic e Robinho (oppure ci sarà, da subito, la sorpresa El Shaarawi??).

La formazione di Wenger, che spera di venire a San Siro e passare per prima in vantaggio, dopo la sconfitta in campionato contro il Manchester Utd ha inanellato tre risultati positivi di fila, tra cui il pirotecnico 7-1 contro il Blackburn e la vittoria nell’ultimo match di Premier League contro il Sunderland fuori casa, gara che se ha esaltato Henry, autore di un bellissimo gol, ha pure portato alla perdita per infortunio muscolare del forte centrale Mertesacker, che mercoledì non sarà della partita; il modulo dei gunners sarà il collaudato 4-2-3-1 con in campo: Szczesny, Sagna, Vermaelen, Koscielny, Coquelin, Song, Arteta, Walcott, Ramsey, Oxlade-Chamberlain e Van Persie.

Credo che la chiave sarà, come al solito, in una fase offensiva ordinata, senza tergicristalli e con molte verticalizzazioni, proprio come nella fase finale della gara di Udine e come si vedeva nel miglior Milan allegriano ormai molti mesi fa. Inutile specificare il fatto che, come ampiamente previsto l’Arsenal inizierà la partita schiacciandoci e cercando di andare in vantaggio, ripiegando, nel caso su di una tattica maggiormente attendista nel secondo tempo, quando le forze inizieranno a scarseggiare.

Credo che Allegri abbia imparato dagli errori del passato e che non voglia ripetere la figura meschina degli ultimi ottavi persi contro il Tottenham proprio in casa, all’andata, schierando una squadra tanto remissiva nel primo tempo quanto scellerata nel secondo; qui non si scherza più: l’anno di rodaggio è passato, e l’inesperienza europea del tecnico non è più una scusante valida, Allegri ed il suo Milan devono essere in grado di trattare con clienti difficili come le grandi squadre inglesi, quindi c’è solo una cosa da fare: vincere e passare il turno.

Bisogna rinnovarsi

La situazione infortuni al Milan sta toccando livelli paradossali, ormai non basta nemmeno disputare un incontro o esser toccati duramente da un avversario, la gente si ferma in allenamento, a volte mentre si allaccia gli scarpini negli spogliatoi. Tutto questo sicuramente non ha giovato alla squadra che, tra campionato e coppe, gioca 3 partite in 8 giorni praticamente da sempre e, a differenza di altri, il campo della nostra sfida è sempre agibile. Gli infortuni sono da ricercare in molte ragioni,  ma ciò che evidenziano è una squadra non attrezzata a competere su tre fronti. Il Milan ad oggi è un ottimo gruppo se circoscritto ai quei 14/15 giocatori base, ma la rosa (30 uomini escludendo De Sciglio e Valoti più Strasser) è inadeguata. Ovvero, mezza squadra, tra anagrafe e lacune tecniche, non è “da Milan”.

Lasciando in disparte il discorso portiere, ruolo che il Milan ha relativamente coperto in quanto ha due giocatori che si equivalgono ma che non sono fenomenali (4 punti sicuri persi ad oggi tra la papera di Abbiati con l’Udinese in casa e la mancata presa di Amelia sul tiro non irresistibile di Diamanti col Bologna), in difesa ad oggi cè la linea Abate-Nesta-Mexes-Thiago Silva-Mesbah che è affidabile, mentre il discorso non si può fare per Bonera e Antonini (volenterosi ma limitati tecnicamente in modo inopinabile), e Zambrotta (questione anagrafica, non ha più fiato). Il buon Yepes è infortunato ma rimane un giocatore di 36 anni a cui si può chiedere di fare esclusivamente ciò che faceva Costacurta l’ultimo periodo, ovvero l’ultima risorsa in campo ma chioccia ai più giovani.

A centrocampo tra riconoscenze e poca lungimiranza si è arrivati ad avere in scadenza di contratto Ambrosini (35), Gattuso (34), Van Bommel (35), Seedorf (36) e Flamini, con Aquilani da riscattare (6 mln al Liverpool) e le comproprietà di Strasser e Merkel da risolvere (sarà da vedere soprattutto quella col kazako, visto che Preziosi è un amico ma economicamente non ci ha mai perso, anzi). Rimangono dunque Boateng e Nocerino la cui permenenza è certa, così come il loro esser titolari per il Milan del futuro, ed Emanuelson che verrà valutato a fine stagione ma la cui cessione non farebbe certo dispiacere al sottoscritto nonostante c’è da ammettere che l’ultilizzo dell’olandese è stato costantemente errato poichè impiegato in zone del campo a lui “non congeniali”.

In avanti certi dell’addio di Pippo Inzaghi (38), ci sarà da riscattare tassativamente El Shaarawy e valutare da qui a fine anno la stessa sorte per Maxi Lopez, giocatore che appena ha avuto a disposizione più di 6 minuti ha bagnato il suo vero esordio con goal e assist, coincisi con 3 punti pesantissimi in terra friulana. Il resto dell’attacco è un rebus: c’è Ibrahimovic (comunque 31 anni) che sembra soffrire l’ennesimo mal di pancia (oltre al fatto che se non lo cedi ora, non incassi più nulla e rischi davvero di ritrovartelo rinnovato fino a 35 anni); c’è Robinho che mai come quest’anno sta sbagliando goal su goal e offrendo prestazioni di raro imbarazzo. C’è Cassano (anche lui 30 anni) il cui recupero psico-fisico è tutto da valutare. E poi c’è quel Pato che nonostante l’amore eterno dichiarato a Dicembre potrebbe esser messo sul mercato per 35/40 mln e dalla sua cessione puntellare la squadra senza correre il rischio di vedere Thiago Silva volare verso la Catalogna.

Il Milan a gennaio ha perso una gran opportunità soprattutto a centrocampo di inserire un tassello fondamentale per la prossima stagione, cosa che avvenne con Van Bommel. A giugno ci saranno da fare scelte dolorose ma necessarie per il ringiovanimento del roster e permettere alla squadra nuova linfa vitale, che di vedere Seedorf passeggiare per il campo o Ambrosini azzeccare una partita ogni 3 fà male al cuore oltre che al fegato. Di sicuro non è ambendo ai 32 anni di Keita che si rinnova la squadra, quindi che inizi un accurato lavoro di scouting che c’è una squadra da ringiovanire e rifondare quasi in toto nell’arco di due anni, per non ripetere il post 2007 dove una Champions ha dato vanto e gloria ma è stata velenosa come scelte di rosa per le seguenti tre stagioni.

Le due facce della stessa medaglia

Come sempre, in tutte le cose, la medaglia ha due facce: quella bella e positiva, e quella brutta e negativa. Anche il Milan visto a Udine è un po’ come una medaglia a due facce, equamente distribuite fra il primo e il secondo tempo, fra le ennesime incoerenze tattiche di Allegri e la scossa del cuore.

Se la partita fosse terminata al 45’, niente di nuovo o diverso ci sarebbe stato da dire sul Milan rispetto a quello visto nelle ultime gare contro Lazio, Napoli e Juve. Nemmeno l’assenza di Ibrahimovic ha spinto infatti Allegri a schierare fin dal principio Maxi Lopez, costringendo di fatto la squadra a giocare senza punte, data la propensione ormai risaputa di El Sharaawy e Robinho ad allargarsi sulle fasce per ricevere palloni e data anche la non propensione di uno come Seedorf a buttarsi dentro l’area di rigore alla Boateng (era lui il “centravanti” lo scorso anno quando mancava Ibra, con Robinho e Cassano a suggerire). Senza attacco dunque e con il solito centrocampo rimaneggiato non restava che star lì a guardare l’Udinese dominare in lungo e in largo, fisicamente e tatticamente, prima e dopo il goal fortunato di Di Natale (ricordiamoci che anche il loro goal è stato fortunoso, non solo il nostro). Solito Milan, solita lentezza e prevedibilità nel possesso, solita mancanza di spirito e di voglia di lottare, solite idee tattiche inesistenti.

L’altra faccia della medaglia è quella della grinta e della voglia di vincere entrata in campo insieme a Maxi Lopez, voglioso di far bene e di dimostrare a tutti che il suo non è stato un acquisto di ripiego. Non che con lui il Milan sia diventato stratosferico, ma era doveroso per il mister pensare fin dall’inizio della partita ad un riferimento davanti che potesse giocare di sponda favorendo il Robinho o El Sharaawy di turno. Un po’ di cinismo e anche un po’ di fortuna contraddistinguono quindi la vittoria, anche se il cambiamento di maggiore rilievo sembra essere stato quello a livello mentale, nonostante la tardiva come al solito comprensione della gara di Allegri. La spinta e l’energia portata da Maxi e, dopo il suo ingresso, anche dal piccolo faraone, sarebbero qualcosa di più su cui lavorare e puntare per le prossime partite, sempre che l’uomo lì in panchina abbia realmente notato il cambiamento sul piano tattico che è arrivato quasi naturale dopo l’ingresso di un riferimento centrale. Qualcuno dice, e io sono d’accordo, che con Ibra la gara del Friuli l’avremmo persa, perché il gioco sarebbe rimasto sempre lo stesso dal 1’ al 90’ e perché Maxi Lopez sarebbe entrato come le altre volte al minuto 85, con la reale impossibilità di incidere sulla gara. La nuova coppia formata dall’argentino e dal faraone sembra essere invece molto ben assortita e potrebbe garantire molte più varianti di gioco e di tattica, sempre Allegri permettendo.

In prospettiva delle prossime gare, altre riflessioni quantomeno doverose vanno fatte sull’ennesima prestazione inguardabile di Robinho, neanche lontano parente di quello che contribuì lo scorso anno alla vittoria dello scudetto con tanta corsa e anche diversi goal. Quello che quest’anno scende in campo è un giocatore praticamente inutile, che sbaglia l’impossibile e rallenta il gioco tanto quanto Seedorf. L’appello maggiore ad Allegri, anche in vista Champions, è quello di lasciar stare il brasiliano per un po’ lontano dai campi nella speranza che capisca di essere inutile oltre che un peso per l’intera manovra della squadra, spesso neutralizzata dai suoi inguardabili orrori. Al suo posto è invece auspicabile un impiego continuo e incondizionato di quell’El Sharaawy che oltre ad aver risolto la gara contro l’Udinese e ad aver dimostrato di avere un talento enorme che nel tempo non può far altro che fruttare, è apparso sicuramente il più in forma dell’attacco rossonero con un passo che in questo momento nessun altro degli attaccanti riesce a tenere (magari Maxi Lopez, se ci sarà la possibilità di vederlo per più minuti).

Aspettando l’Arsenal, non resta che riflettere su quanto visto Sabato, nel primo e nel secondo tempo, sperando che la squadra ne possa trarre le giuste motivazioni e le corrette indicazioni per replicare la prestazione di carattere degli ultimi minuti ed arrivare ad una vittoria meno fortunata e magari più meritata. La medaglia si sa, ha due facce, ma da oggi vorremmo vedere solo quella del bel Milan, quel Milan che gioca in un modo degno della sua storia, perché del Milan degli ultimi tempi ci siamo già stancati.

Oscuri presagi

Ambrosini Seedorf e Gattuso a Milanello

Ambrosini Seedorf e Gattuso a Milanello

La sola idea di dover giocare in Champions, con la rosa odierna, mi fa venire il mal di testa. Ringraziamo San Giusto che Gattuso, attualmente, sia indisponibile, altrimenti avremmo a disposizione, e sicuramente schierati titolare, un centrocampo composto da Seedorf, Ambrosini e Gattuso, ossia quello che 7 / 8 anni fa era titolare, con la sola defezione del per nulla rimpianto Pirlo.
Tutto questo è assolutamente inaccettabile, come inaccettabile è che le riserve di giocatori come Boateng e Aquilani abbiano almeno 7 o 8 anni in più dei titolari! Ma stiamo scherzando?

In un mondo fantastico e mai così lontano da Milanello, le riserve di titolari di 27 / 28 anni dovrebbero avere, in media, qualche anno in meno, e sopperire al gap di esperienza con la freschezza atletica. Questo mix aiuterebbe, tra l’altro, l’eventuale over 30 a non spomparsi inutilmente, compiendo un lavoro che non gli può più competere, visti i sopraggiunti limiti fisici.

Inzaghi, Seedorf, Ambrosini, Zambrotta, Gattuso, Bonera. Devo continuare, o traete da voi le conclusioni del caso? Il fatto che, fisicamente, questo Milan sia alla frutta è dimostrato scientificamente dai risultati della Juventus, una squadra che perde spesso e volentieri punti, in casa e fuori, contro squadrette come il Siena, ma che è costantemente davanti, esclusivamente per il rendimento fisico dei propri giocatori. Mi sembra chiaro che, tecnicamente, la Juventus non sia il Barcellona, però quando un allenatore riesce a far rendere al 101% uno scarpone indecoroso come Pepe, allora c’è da chiedersi come mai non riusciamo, nonostante gli infortuni, a stare comunque davanti ai gobbi.

La verità sta in piccole cose, in un allenatore che, nonostante un Robinho imbarazzante, effettua una sostituzione all’ 87°, in un incapacità cronica nel leggere le situazioni contingenti (leggasi Seedorf a centrocampo contro la Juventus), in un’inadeguatezza nel gestire le discussioni in campo tra Ibrahimovic e i suoi compagni di reparto, e tanti altri esempi ancora, ultimo su tutti il coraggio fantastellare di presentarsi al Camp Nou con Bonera e Zambrotta, avanguardia pura.

Se consideriamo inoltre che non riusciamo a stare davanti alla Juventus, nonostante la mancanza degli impegni di Champions, allora la speranza di riagguantare questo campionato è, secondo me, puro esercizio di fantasia. Quando avremo anche gli incontri infrasettimanali, con chi giocheremo? Con Braida a sinistra e Ruby-Rubacuori dietro alle punte? Ah no, scusate, lì c’è Seedorf, pure peggio.

La verità? Mi sto stufando moltissimo di questo Allegri, oramai chiuso nella morsa dell’Ancelottite acuta nell’effettuare i cambi e incapace di utilizzare gli uomini giusti al momento giusto. Sto ancora cercando, nelle notti post partita, un senso alla decisione di tenere Robinho in campo, sempre e comunque, nonostante l’impresentabilità dello stesso, a scapito di un El Shaarawy caricato a mille, che spaccherebbe il mondo, se gliene fosse data la possibilità.

L’insistenza poi nel far giocare Emanuelson in un ruolo non suo è un esempio lampante di quanto questo allenatore abbia fatto, ahimè, il suo tempo. Non è accettabile, ma neanche comprensibile, vedere l’olandesino bello girovagare per il campo, in cerca di quella fascia sinistra che gli competerebbe ma che non gli viene affidata neanche sotto tortura. Piuttosto di farlo provare in pianta stabile a sinistra, un po’ come fece Leo con Abate sulla fascia opposta, andiamo a comprare Ali Babà dal Lecce, puntuale fornitore di Crescenze sulle teste dei compagni d’attacco.

Tornando al discorso Champions, vedremo sicuramente il Faraone in panchina contro l’Arsenal, a mio avviso sia all’andata che al ritorno, non tanto per un motivo tecnico, ma semplicemente perchè farebbe sfigurare la differenza di stipendi dati a Ibra-Robinho, piuttosto che ad un ragazzino che va 5 volte tanto, ma guadagna 100 volte meno.

Ripeto: Van Bommel, Seedorf e Ambrosini in una semifinale contro la Juventus. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altri improperi o insulti ( per quanto siano giustificati ): l’idiozia della scelta commenta la faccenda in maniera ampia e sufficiente.

Però … questo Milan di anziani … che palle, cazzo.

Udinese – Milan 1-2: Up & Down

Conte e il parruchino

Up

Antonio Conte: grande passo avanti per l’allenatore della Juventus. Come vedete nell’articolo comparso ieri sulla gazzetta relativo al proprio parrucchino, ha fatto finalmente outing.

Massimo Ambrosini: altro che Maxi Lopez, altro che El Sharaawy! E’ suo l’episodio che decide la partita – l’uccisione di Mauricio Isla non ce la scorderemo mai!

Clarence Seedorf: La sua prestazione ha commosso personalmente alcuni raccattapalle dell’Udinese che gli hanno chiesto l’autografo a fine gara, sempre più vicino il prolungamento del contratto con i friulani.

Pippo Inzaghi: segno di resa totale per il numero nove rossonero: quando ha capito che non giocherà più, ha regalato i propri quadernini a Maxi Lopez.

Down

Robinho indica dove ha tirato l'ultimo pallone

Robinho: svolta improvvisa nella stagione del numero 70 rossonero con una buona notizia e una pessima. La buona è che ha finalmente smesso di mangiarsi i gol sottoporta, la pessima è che questo è solamente perché ha cominciato a sbagliare tutto il resto.

Adriano Galliani: “non ho visto il gol, ma me lo ha raccontato Berlusconi. Almeno finché Ramona non aveva finito di spogliarsi sul lettone di Putin”

Silvio Berlusconi: “voglio fare i complimenti per il grandissimo gol al principale acquisto del mercato di giugno, per il quale mi sono mosso personalmente per chiudere la trattativa…. solo che non ho ancora capito perché Cesc Fabregas abbia il numero 92 e giochi in attacco”

Massimiliano Allegri: dopo la gara odierna verrà introdotta in suo onore una nuova modalità nel prossimo Football Manager: per ogni partita inizierete ad allenare la squadra solamente nel secondo tempo.

Udinese – Milan 1-2: la svolta?

Vittoria pesante in quel di Udine, la prima ottenuta più col cuore e con la corsa che con il gioco. Usciamo con tre punti pesantissimi nel momento peggiore della stagione – senza Ibra, con 14 indisponibili e sul campo più difficile della serie A dove solo la Juventus era riuscita a strappare un punto. La conferma è che comunque non brilliamo per gioco – i due gol sono arrivati da ripartenze veloci in contropiede, ma è la prima volta che, anche il Milan, riesce a strappare una vittoria di grinta e di carattere, per intenderci quella dello scorso anno a Cagliari – i tre punti di oggi ridurranno l’ultima possibilità che abbiamo di lottare per il titolo alla sfida casalinga con la Juventus del 25 Febbraio. Ma se sulla partita c’è poco da dire, se non che l’unico gol friulano è nato dagli sviluppi di una punizione inesistente, non possiamo tralasciare nonostante la vittoria gli evidenti errori tattici che rischiavano di farci perdere anche il secondo posto.

1) Inaccettabile regalare un tempo ogni partita: anche oggi la formazione del primo tempo è risultata inadeguata, poca spinta, troppo dominio territoriale concesso ai friulani. A facilitare Allegri il fatto che 9/11 erano pressochè obbligatori, ma è stato inaccettabile l’errore di non schierare l’argentino nel ruolo di vice-ibra della squadra dal primo minuto pur continuando a giocare come se là davanti ci fosse un centravanti boa. Errore questo ovviamente non correggibile in una partita singola ma che evidenzia come la gestione del gioco di Allegri è comunque carente in questa stagione e che ci portiamo avanti da Settembre.

2) Urby Emanuelson non è un centrocampista, è un terzino: schierato lì per emergenza è stato il meno peggio del centrocampo rossonero solamente in quanto più giovane degli altri due “vecchi”. L’unica cosa buona della partita la fa nel lanciare il contropiede del pareggio – non lo ritengo scarso ma va valorizzato in una posizione che faccia rendere al meglio le sue doti, e non può essere quella.

3) Non valorizziamo i passaggi: tendiamo a farne troppi e quasi tutti all’indietro. Il 63% di possesso con cui è terminata la partita è sintomo di questa esagerazione. Quando si passa la palla bisogna tenere conto di metri guadagnati e situazione di gioco – il passarla indietro quando non si è pressati invece di prendere campo per cercare gli inserimenti è sintomatico di un cattivo gioco, identicamente parlando il continuare a buttare via le poche occasioni ottenute su calcio d’angolo

4) La rosa è alla frutta: Clarence Seedorf a ritmi alti è stato semplicemente indecente – rallentamento continuo dell’azione di gioco, pochi passaggi in avanti, distruzione dell’azione con palle che tornavano indietro alla difesa invece di rischiare un cross in mezzo. Robinho non è più quello dello scorso anno che poteva contare rispetto a Pato il vantaggio di allargare l’azione con la corsa e considerato che il numero sette ha ormai altri pensieri l’attacco per la prossima stagione va rifatto.

Per adesso comunque accontentiamoci, prendiamoci questi tre punti pesanti e portiamoli a casa – eravamo al tappeto solo quattro ore fa e ora lentamente, forse, ci stiamo rialzando.

UDINESE-MILAN 1-2 (Primo tempo 1-0)
MARCATORI: Di Natale (U) al 19′ pt; Maxi Lopez (M) al 32′, El Shaarawy (M) al 40′ s.t.
UDINESE (3-5-1-1): Handanovic; Benatia, Danilo, Domizzi; Basta, Isla (dal 16′ st Pasquale), Pazienza (dal 43′ st Torje), Fernandes, Armero; Abdi; Di Natale (dal 30′ st Floro Flores). (Padelli, Coda, Ferronetti, Pereyra.) All: Guidolin.
MILAN (4-3-1-2): Amelia; Abate, Mexes, Thiago Silva, Mesbah; Emanuelson, Ambrosini, Nocerino (dal 21′ st Maxi Lopez); Seedorf; El Shaarawy, Robinho (dal 43′ st Bonera). (Roma, Zambrotta, Antonini, Cristante, Inzaghi). All: Allegri.
ARBITRO: Bergonzi di Genova
NOTE – Ammoniti Ambrosini (M), Thiago Silva (M), Armero (U), Abdi (U). Angoli 11-3. Recuperi 2′ pt, 4 s.t.

Udinese – Milan: LIVE!

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CI SONO MOMENTI IN CUI IL GUERRIERO E’ FERITO, IL CADAVERE LANCINANTE. CI SONO MOMENTI IN CUI BISOGNA TIRARE FUORI TUTTO IL PROPRIO VALORE. LO SCUDO AMMACCATO, LA SPADA SGUAINATA, COMBATTI O SARAI UN DISERTORE! DALLO STADIO FRIULI DI UDINE, UDINESE – MILAN, DALLE 18.00 SU ROSSONEROSEMPER!

Udinese – Milan: salviamo il secondo posto?

Stadio Friuli, ore 18.00. Se dalle ultime vicissitudini accadute in campo e fuori è evidente che lo scudetto 2011/12 è già stato assegnato – e non sul campo ma nei palazzi della Lega Calcio, abbiamo quindi oggi, all’apice della situazione di emergenza quella che resta la trasferta più difficile dell’anno. L’Udinese arriva infatti da dieci vittorie in casa e un solo pareggio – quello proprio contro la Juventus nel turno del 21 Dicembre rendendo il Friuli il peggior campo su cui andare in questo campionato. Se a tutto ciò aggiungiamo il nuovo record di giocatori indisponibili – tra infortuni e squalifiche – ben 13 capiamo che oggi l’unica possibilità di fare il risultato è legata ad una prestazione di rabbia vera, che potrebbe comunque risultare controproducente per la gara contro l’Arsenal poi di questo mercoledì.

Non vinciamo ad Udine da quattro stagioni – ed arrivamo a questa partita a secco di gol da due gare come non accadeva dal 2009, cosa più grave ci arriviamo senza Ibrahimovic, capocannoniere del torneo. L’Udinese vista a San Siro in analoghe condizioni non era tuttavia fonte di pericolo – ma la sensazione è quella di trovarci ancora una volta di fronte al gioco che più ci danneggia in questa annata, quello del catenaccio e contropiede veloce. Perdere oggi vuol dire non solo abbandonare definitivamente i sogni di scudetto – considerato che la Juventus raggiungerà il massimo vantaggio probabilmente proprio dopo questa giornata prima di un calendario che diventerà a noi favorevole nelle restanti gare – ma anche farsi superare al secondo posto proprio dai friulani e andare a sole due lunghezze di distanza dalla Lazio con la prospettiva di far diventare questa stagione un incubo coinvolgendoci nella lotta per la qualificazione in Champions League – che sembrava l’unico punto certo.

Formazione obbligata con Mexes e Thiago Silva davanti ad Amelia al centro della difesa, Abate e Antonini sulle fasce, Nocerino, Ambrosini, Seedorf ed Emanuelson a centrocampo causa squalifica di Van Bommel mentre Robinho ed El Sharaawy agiranno come punte ad affrontare il classico 3-5-1-1 friulano per Di Natale. La chiave della partita sarà non commettere l’errore di lasciare chiudere la squadra avversaria nella propria metà campo come accaduto con Juventus, Lazio e Inter non avendo giocatori schierabili per metterli in difficoltà con queste caratteristiche. Viceversa Robinho ed El Sharaawy potrebbero risultare devastanti contro una difesa non proprio irresistibile nelle ultime gare se sapranno allargare il gioco in velocità. E’ l’ultima difficoltà da affrontare prima del rientro degli infortunati – proviamo a superarla, o si mette veramente male.

Un Milan che mette i brividi!

In una fredda serata di Febbraio, tra neve e temperature glaciali, tanti milanisti si sono posizionati davanti alla tv o sono entrati in un S.Siro semi-vuoto per rendersi conto di quale fosse realmente lo stato della squadra. La risposta è stata chiara e fin troppo scontata dall’inizio alla fine del match (fatta esclusione per 15 minuti di follia) con il solito Milan banale e prevedibile, senza gioco e senza idee tanto da essere preso a sberle dall’ultimo arrivato in casa Juve, uno che dovrebbe giocare terzino, magari centrale, e invece per la grande occasione lucida gli scarpini e tira fuori il vestito da attaccante con i quale regala alla sua squadra vittoria e mezza qualificazione.

Dopo la sconfitta con la Lazio e il pareggio con il Napoli, che tra le altre cose è stato valutato positivamente su non si sa quali basi, era lecito aspettarsi una risposta diversa che potesse dare ancora un po’ di fiducia a tifosi ormai sull’orlo di una crisi di nervi. E invece la crisi è stata stimolata ulteriormente dalla solita prestazione rossonera, con fraseggio lento in orizzontale e poca velocità e grinta, necessari per battere una squadra che fa dell’intensità uno dei suoi cardini. Se diciamo che il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto forse non sbagliamo, ma non facciamo altro che prolungare le nostre sofferenze e posticipare il momento della presa di coscienza dei nostri difetti. Non bisogna infatti negare che la Juve una sua identità chiara continua ad averla e anche con diverse riserve in campo (non dimentichiamoci che giocavano Padoin e Caseres alla prima assoluta, Estigarribia e Borriello che sono riserve) l’impronta del miglior allenatore emergente si vede eccome. Ovvio è che la fortuna sta baciando le sponde bianconere di Torino, ma i risultati non arrivano a caso e rimanere imbattuti per 24 partite non è una cosa che succede tutti gli anni.

I problemi in casa rossonera continuano ad essere sempre gli stessi, con gli infortuni che sicuramente condizionano le scelte ma con un gioco e un’identità che si fa veramente fatica a trovare. Della grinta e aggressività dimostrate per buoni tratti della scorsa stagione, quest’anno non c’è traccia nemmeno contro le squadre più piccole, contro le quali la vittoria arriva quasi sempre per una giocata del singolo e mai per un’azione di gruppo degna di nota. Lo schema ormai noto palla avanti e aspettiamo che Ibra combini qualcosa lo hanno capito tutti, e non è un caso che le squadre leggermente organizzate riescano facilmente a rendere sterile il nostro attacco costringendoci ad un inutile possesso palla per poi ripartire in contropiede. Tanta la sfortuna, tanti gli infortuni e le indisponibilità, ma ancora una volta trovare alibi serve solo a peggiorare la situazione. La carente sagacia tattica dell’Allegri stagione 2011/12 è ormai cosa chiara persino alla panchina dello stadio, costretta a sentire ogni volta i soliti inutili incitamenti da calcio parrocchiale senza un filo logico e un minimo di competenza. Se si continua a schierare un terzino a centrocampo (Emanuelson), un trequartista come attaccante (El Shaarawy) e un mediano come mezz’ala (Ambrosini), è ovvio che le lacune di comprensione minima del calcio ci sono e anche di discreta importanza. Alle lacune di base, se vogliamo anche peggiorate dagli uomini a disposizione, dobbiamo però necessariamente aggiungere anche la difficoltosa comprensione dei cambi, che puntualmente si rivelano sbagliati o tardivi. Se non credete, provate a chiedere a Maxi Lopez (che ieri è entrato in campo bestemmiando), passato dall’attesa in albergo all’infinita attesa in panchina per poi essere schierato negli ultimi 4 minuti nell’altro schema a nostra disposizione: tutti avanti e chi la prende la prende sperando che succeda qualcosa. Per di più il biondo argentino entra al posto di Van Bommel, migliore del centrocampo anche ieri, e non di Ambrosini alle prese con una serata a dir poco fallimentare. Troppi errori, troppe responsabilità.

Nella corretta analisi del momento, non va tralasciato a mio avviso nemmeno lo stato psico-fisico di Ibrahimovic, il quale sta diventando sempre di più un essere avulso dal resto della squadra e con intenzioni ancora non pienamente comprensibili. Mi affretto a precisare, onde evitare inutili polemiche, che non va a lui imputata la responsabilità delle nostre sconfitte; detto questo mi sembra però corretto dare un giudizio sulle sue prestazioni, senza effettuare alcuno sconto rispetto agli altri giocatori in rosa solo perché ci fa vincere molte gare giocando da fermo. La mia personalissima opinione è quella che i problemi del Milan coinvolgano Ibrahimovic tanto quanto Allegri. Infatti le idee tattiche piuttosto limitate del livornese si fondano sulla sua presenza, e lui non sempre ripaga come dovrebbe. La gara contro la Juventus è stata la sua ennesima prestazione negativa contro una “grande”, caratterizzata da movimenti lenti e poca incisività sia sotto porta che fuori dall’area di rigore. Le sue prestazioni sono degne di nota quando l’avversario è molle, o quando intorno la gente gli corre a mille all’ora (vedi Nocerino). Ma mi sembra alquanto poco produttivo fondare una squadra su un solo giocatore e sulla sua voglia di giocare o collaborare con il resto della squadra.

Adesso lo svedese se ne starà per 2/3 settimane a riposo, grazie ad una sosta che ha pensato bene di concedersi da solo. La prospettiva migliore è quella di un gioco diverso data la sua assenza, magari fondato sulla velocità del piccolo faraone e sulla freschezza di Maxi Lopez; perché, a mio avviso, il Milan diventerà temibile quando potrà fare a meno di Ibrahimovic nel gioco e nella produttività in area. Sembra un paradosso, ma potrebbe realmente essere l’unica strada da percorrere per migliorare il gioco di questo Milan sempre più Ibra-centrico. Febbraio è ancora lungo e troppo decisivo, le idee congelate potrebbero fare sempre più male alla squadra.

Milan – Juventus 1-2: Up & Down

Up

Lo striscione della Sud

Lo striscione della curva:Tre turni per un buffetto, è tornata la Juve scudetto!“. C’è bisogno di commentare?

La Disney: clamorose novità per il fumetto Topolino in edicola dal prossimo mercoledì: il personaggio di Gastone Paperone sarà sostituito da Antonio Conte.

I Maya: continuano ad arrivare segni nefasti sulla fine del mondo per il 21 dicembre. Tra questi, ieri sera, il cross di prima di Luca Antonini.

La Konami: dopo la gara di ieri sera nuova implementazione in PES 2013. Utilizzando la Juventus, infatti, sarà possibile premere X+L1 e richiedere direttamente all’arbitro falli a proprio favore, fuorigioco contro gli avversari e persino l’annullamento di gol regolari!

Down

Rigore pe'a Roma!

Marco Borriello: Ha continuato a tuffarsi e a chiedere rigori per i primi 25 minuti di gara. Poi si è accorto che non gioca più a Roma.

Massimiliano Allegri: Ha spiegato ieri in conferenza stampa il perché Maxi Lopez è stato preso e poi schierato solamente gli ultimi 5-6 minuti di partita. “Così Inzaghi non gioca manco più quelli

Luis Enrique: nonostante Roma – Catania durasse solamente 30 minuti, è riuscito a farne 32 di possesso palla.

Giuseppe Marotta: Decisivo il suo apporto nell’annullamento del 2-1 di Ibrahimovic. Dopo pochi secondi ha infatti guardato Mazzoleni ondeggiando nella propria mano le chiavi dello spogliatoio di San Siro.

Milan – Juventus: 1-2. Punizione ingiusta, ma troppi errori

Partitaccia a San Siro, forse un pari sarebbe stato più giusto ma l’enorme fortuna che contraddistingue la Juventus in questa stagione riesce a fargliela spuntare. I dati parlano chiaro – tutto si può dire di questa vittoria bianconera tranne che sia meritata – un Milan comunque inguardabile era riuscito a tenere testa alla squadra bianconera. Paghiamo l’errore di aver concesso troppi spazi ad una squadra che fa del catenaccio e del contropiede il proprio credo in questa stagione – ed è proprio su questa occasione che arrivano i due gol bianconeri: il primo, assurdamente, su calcio di rinvio.

Come nel derby abbiamo fatto la partita e siamo stati puniti da un episodio quello del 2-1 gentilmente regalato da un Ambrosini inguardabile (perché levare Van Bommel per Maxi Lopez e non il numero 23, peraltro già ammonito?) porta Caceres su rimpallo all’eurogol che decide gara e – forse – qualificazione. I problemi di oggi risiedono, come sempre, nel centrocampo, lo stesso che gioca ormai con pochi ricambi da inizio gennaio ringraziando il non mercato della società e Milanlab. Se Emanuelson offre una prova quantomeno decente mentre Van Bommel è una conferma oggi le note dolenti arrivano tutte da Massimo Ambrosini, che fa sì l’assist per il primo gol ma perde palloni facili grazie a un controllo di palla semplicemente indecente. Ed è proprio da uno di questi che una Juventus chiusa nella propria metà campo riesce a prendersi una vittoria probabilmente immeritata per quanto visto in campo.

La preoccupazione va quindi tutta alla gara con l’Arsenal tra una settimana per la quale vanno certamente recuperati Aquilani e Boateng, magari provando a forzare i tempi: siamo in una situazione al limite dell’indecenza anche perché davanti non c’è un vero e proprio gioco – pochi passaggi di prima, molti imprecisi, zero corsa e controlli che costringono molto spesso ad arretrare. Poi certo – c’è l’altro lato della partita, quello che vede Padoin spingere fallosamente giù Thiago Silva nell’occasione del gol dell’1-0 o che vede annullare un gol decisivo ad Ibrahimovic per un fallo di mano involontario – o che vede Ambrosini ammonito per lo stesso fallo commesso più volte da Chiellini: ma è la Juve e a questo siamo abituati da tempo.

Concludo quindi l’articolo con una notizia che è arrivata poco prima del calcio d’inizio: Fabio Capello si è dimesso da commissario tecnico dell’Inghiterra. Un pensierino voi non ce lo fareste? Nel frattempo chiederei alla società i motivi che hanno portato all’acquisto di Maxi Lopez, a vederlo in campo nei pochi minuti finali e solamente quando c’è bisogno di sbloccare il risultato mi sembra una velleità inutile.

MILAN-JUVENTUS 1-2 (primo tempo 0-0)
MARCATORI: Caceres (J) all’8’, El Shaarawy (M) al 17’, Caceres (J) al 38’ s.t.
MILAN (4-3-1-2): Amelia; Bonera, Mexes, Thiago Silva, Antonini; Emanuelson (dal 16’ s.t. Robinho), Van Bommel (dal 40’ s.t. Maxi Lopez), Ambrosini; Seedorf; Ibrahimovic, El Shaarawy (Roma, Mesbah, Zambrotta, Cristante, Inzaghi). All: Allegri
JUVENTUS (3-5-2): Storari; Bonucci, Barzagli, Chiellini; Caceres, Giaccherini, Padoin (dal 25’ s.t. Marrone), Pirlo, Estigarribia; Borriello (dal 22’ s.t. Vucinic), Del Piero (dal 22’ s.t. Quagliarella ) (Manninger, Lichsteiner, Elia, Marchisio). All: Conte
ARBITRO: Mazzoleni; assistenti Manganelli, Padovan.

NOTE: ammoniti Ambrosini, Mexes, Quagliarella per gioco scorretto. Recuperi 1’ p.t., 2’ s.t.

Milan – Juventus: LIVE!

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CHIUDETE BENE LE PORTE DI CASA VOSTRA, SPRANGATE LE FINESTRE E NON PER IL FREDDO. DOPO IL 2006 A MILANO TORNA LA BANDA BASSOTTI, E STAVOLTA FANNO SUL SERIO. PER SAPERE SE SARA’ LA GIUSTIZIA O IL MALE A TRIONFARE, SEGUITE CON NOI L’ANDATA DELLA SEMIFINALE DI COPPA ITALIA, DALLE 20.45 DI MERCOLEDI’ 8, SU ROSSONEROSEMPER!

Milan – Juventus: passione contro superbia

San Siro, ore 20.45. Primo atto delle tre partite che forse potranno decidere gran parte della stagione. Va in scena a Milano il 263esimo derby d’Italia, che torna dopo dieci anni di assenza nella coppa nazionale. Va in scena tra i campioni d’Italia e la prima in classifica quello che, nonostante le formazioni rimaneggiate, ora è il meglio che ci sia in Italia: Conte e Allegri infatti decidono per motivi diversi di non scoprire tutte le carte, è solo coppa Italia (anche se per loro, Marchisio docet, è Champions League) e c’è un altro scontro, molto più importante, da vincere a fine mese.

Nel frattempo dimenticando, forse troppo in fretta, i due settimi posti consecutivi, i tifosi bianconeri sono usciti dai rifugi dove avevano passato questo lungo inverno, spavaldi come non mai, ricordandoci i motivi per il nostro disprezzo nei loro confronti pre 2006. La permanenza a lungo nelle zone basse della classifica ha trasformato tifosi e dirigenza bianconera in quelli di una provinciale di lusso – prova ne è Marotta che dopo l’ennesima serie di favori arbitali ha avuto il coraggio di lamentarsi per la scorsa partita, cosa che un Moggi, per fare un nome a caso, non avrebbe mai fatto (al massimo avrebbe forse chiuso l’arbitro nello spogliatoio). Se ne è accorto anche Allegri che nella giornata di ieri in una delle rare conferenze in cui mostra gli attributi, ha liquidato la cosa dicendo che lui e il Milan hanno “uno stile diverso”: tutto vero. Come si può pretendere più dialogo con i direttori di gara se al primo episodio contrario li si attacca in questo modo indegno?

Gli Juventini si sono ridotti a vivere in un film autoprodotto, ignorando oltre ai favori arbitrali, al calendario a noi sfavorevole anche i nostri infortuni che li hanno portati ad essere in testa alla classifica. Non possiamo negare i meriti di Conte, ma non si può dimenticare, mettendo a confronto le due rose, come di fatto il vero Milan non si sia ancora visto in questa stagione – e non si sia mai visto contro la Juventus, nè si vedrà per via di Ibrahimovic e Boateng fuori forma con Pato e Robinho infortunati e l’infortunio di Nesta nella gara di Torino, per gli infortuni nella gara di stasera, e per la squalifica di Ibrahimovic nella gara di fine mese. La tendenza juventina a vivere in realtà virtuali autoprodotte non è comunque nuova, almeno da quando credono che Moggi finirà in galera per un complotto arbitrale ai loro danni. La storia di calciopoli è ormai chiara, cupola e difesa – e il fatto che il processo si sia rivelato una farsa era solo per l’assenza dell’Inter dal banco degli imputati, le cui colpe erano parificabili a quelle rossonere. Ma Moggi rimaneva e rimane comunque il manovratore e chi nega questo, provando a ribaltare le colpe, si rende peggiore di chi prescritto si proteggeva dietro a un cadavere.

Le scelte del Milan in formazione sono pressochè obbligate, con un turno di riposo concesso a Nesta partirà Mexes di fianco a Thiago Silva con Abate e Antonini sulle fasce laterali. Ambrosini, Van Bommel ed Emanuelson a centrocampo data la squalifica di Nocerino mentre davanti turno di riposo per Seedorf e presenza obbligata per Ibrahimovic nel tridente con El Sharaawy e Robinho. La Juve manderà in campo i nuovi acquisti Caceres e De Ceglie con Bonucci e Chiellini davanti a Storari – centrocampo con Pirlo, Giaccherini, Estigarribia e Padoin mentre in attacco agiranno Del Piero e Borriello. Insomma, chiunque vinca rimanga coi piedi per terra, la partita vera sarà il 25 Febbraio, ma chissà che in caso di vittoria bianconera quel lungometraggio autoprodotto non possa continuare…

Stangata ad Ibra, ma nessun stupore

Puntuale come un orologio svizzero è arrivata la squalifica per Ibrahimovic “per avere, al 19′ del secondo tempo, a gioco fermo, colpito un calciatore avversario (Salvatore Aronica, ndr) con uno schiaffo al volto; infrazione rilevata da un assistente” Chi si stupisse delle tre giornate inflitte ad Ibrahimovic di calcio capisce davvero poco. Non di calcio giocato, si intende, ma di tutto quel mondo che gli ruota attorno. Tanto per cambiare, facciamo i complottisti e vediamo di mettere in fila un paio di eventi: la Juventus, finalmente tornata in mano ad un Agnelli e non a degli agnellini, torna a combattere per quanto successo nel 2006. Nel corso delle settimane vengono a galla telefonate da parte di Facchetti e staff tenute ben segrete nei cassetti che coinvolgono anche l’Inter in modo diretto. Per l’Inter tuttavia c’è la prescrizione, sentenza dunque di colpevolezza ma non applicabile per decorrenza termini. Ai nerazzurri non viene nemmeno revocato lo scudetto a tavolino come richiesto dai bianconeri. Il campionato dunque inizia con una squadra da risarcire in un modo o nell’altro.

Se qualcuno sovrapponesse i calendari di Milan e Juventus noterebbe come il Milan sia stato decisamente sfortunato, incontrando Lazio, Napoli, Udinese e Juventus nelle prime sei di campionato. Dopo una rapida ricerca nei principali campionati del mondo vi posso assicurare che nessuna squadra campione in carica – o da podio – ha incontrato nelle prime sei giornate la terza, quarta, quinta della passata stagione più una diretta rivale che proveniva da una annata negativa. Insomma, il Manchester United non ha sfidato Chelsea, Arsenal, Liverpool e Manchester City nel primo mese. Ma rimettiamoci al fato beffardo per un avvio da cardiopalma durante il quale abbiamo dovuto incontrare anche il Barcellona in Champions League, il tutto con la consapevolezza scientifica che le prime cinque gare per Allegri sono sempre state un handicap in chiave punti. Ironia del destino, salta la prima giornata e di fatto la Juventus si sfida come gara numero cinque: nemmeno qui le stelle ci hanno aiutato.

Dunque nonostante calendari, infortuni (che attualmente annoverano: Abbiati, De Sciglio, Nesta, Yepes, Zambrotta, Flamini, Gattuso, Merkel, Aquilani, Boateng, Strasser, Cassano e Pato – ovvero una signora squadra con pure qualche riserva), episodi (partita di Firenze su tutte), il Milan finisce il girone d’andata a -1 dall’imbattuta Signora, quindi va a Roma e con la Lazio sullo 0 a 0 il guardalinee trasforma un solare rigore (ed espulsione) di Dias per tocco di mano in fallo d’attacco di El Shaarawy. Curioso perchè la settimana prima sempre Dias sugli sviluppi di un calcio d’angolo sferrà un pugno a Van Bommel, garantendosi credo un record, ovvero quello di non esser visto provocare un rigore ed esser espulso usando esclusivamente le mani due partite consecutive contro la stessa squadra. Si ospita dunque il Napoli che come all’andata veniva da una settimana di pianti in tv per un episodio su Pandev, e puntuale come sempre, l’arbitro si dimostra solidale ai teatranti partenopei negando prima un rigore su Robinho, quindi mostrando il rosso diretto ad Ibrahimovic. Ricostruiamo l’accaduto. Il Milan riparte e c’è Zuniga che inscena un infortunio, l’azione va avanti e sugli sviluppi nasce una collutazione a centro area per l’atteggiamento anti sportivo rossonero che non ha messo la palla fuori. Sono passati circa dieci secondi, e Zuniga è bello in area sulle sue gambe, ma questo non lo ravvede nessuno. I più esagitati sono Nocerino e Aronica con quest’ultimo che afferra per il collo il nostro giocatore. Ibrahimovic prende Antonio e nel farlo tira un buffetto (questo è un buffetto, non uno schiaffo come scriverà un certo giornale rosa) ad Aronica che a sua volta lo rifila a Nocerino. De Sanctis impazzisce e da napoletano puro inizia una teatrino patetico che gli costa il giallo ma che frutta l’epulsione ad Ibrahimovic.

Il giorno dopo assistiamo all’apice del giornalaismo (non è un errore di battitura), dove la rosa in copertina mette il rosso dello svedese e il mancato rigore alla Juventus. Ora non ricordo, ma magari la mia memoria è corta, simili copertine per il rigore non dato al Milan contro il Napoli all’andata per fallo di mano su Cannavaro. Non ricordo nemmeno un fotoromanzo con i tre obbrobri che ci son costati due punti all’Artemio Franchi. Soprattutto non ricordo una scelta di frasi e d’immagine così faziosa. Nessuno che sottolinea che è Aronica il provocatore e che ha messo le mani intorno al collo a Nocerino. Tutti a dire del buffetto post intervento di Ibrahimovic come se lui fosse quello che ha reagito, e non l’esatto opposto. L’immagine giusta è sui giornali di oggi ma anche qui Gazzetta, Corriere e Tuttosport non citano nemmeno che Aronica l’ha fatta franca. Lo faranno al loro interno, ma non in copertina e non sotto le immagini. Queste sono scelte studiate. Sono scelte studiate come quella di Eurosport di inserire i risultati in determinate posizioni. La Serie A domenica sera era messa come notizia numero 9 (terza pagina) e la mini didascalia recitava “Milan e Juve bloccate” e solo aprendo l’articolo il titolo si espandeva con “Inter umiliata, Ibra espulso e Juve stop”.

Il Milan farà ricorso ma personalmente ci credo poco, tra tre partite c’è giusto la Juventus e possono sempre impugnare le tre giornate a Dias per il pugno a Van Bommel. Lo svedese fa il mea culpa ma la cosa che fà riflettere è come costantemente chi piange in settimana poi alla domenica viene accontentato. Il Milan tace, non parla di arbitri, non fà polemiche, però è un gioco che paga? L’Inter dopo un paio di lacrime di Ranieri è risalita dalla zona retrocessione al quinto posto, il Napoli è più tempo in tv ad inscenare complotti del nord ladro che ad allenarsi (e poco importa che han fatto 5 punti nelle ultime 5 partite). La Juventus si lamenta dei nostri rigori (6 come il Catania) ma contro non gliene fischiano (vedi col Cagliari).

La cosa che dovrebbe far riflettere è che nonostante tutto, nonostante il calendiario, gli infortuni, i media contro e gli arbitri distratti, siamo sempre a -1 dalla squadra più tutelata che oltre a giocare partite in meno non disputando la Champions non annovera praticamente infortunati. Proviamo a pensare cosa sarebbe questo torneo con parità di trattamento, la metà degli indisponibili, Allegri che non si intestardisce con Emanuelson trequartista o nel non far cambi prima dell’80° e con un Robinho che davanti alla porta segnasse?