Solidi ma scialbi

Niente fumogeni, stavolta

Clima oramai da fine delle fatiche, quello della Nazionale. I giocatori cercano di risparmiarsi il più possibile, e li capisco. Ma comunque, nonostante una prestazione scialba sul piano tattico, sul piano mentale l’Italia si dimostra ancora squadra solida, capace di dettare i ritmi della partita, aumentandoli e addormentandoli a proprio piacimento. Ma non è sempre sembrato così, almeno nel primo tempo.

Dopo un inno nazionale vergognoso sia per l’esecuzione – una banda che alla Corrida sarebbe stata accolta dai campanacci – che per i fischi che l’hanno accompagnato, pronti via e, in barba al clima di intimidazione più che di tensione del Marakana con la K, segnano gli Azzurri. Cinquantaquattro secondi, palla all’Italia, palla alla Serbia, palla all’Italia, gol di Marchisio. Il giustiziere dei rossoneri è in un momento di forma strepitosa, e la strada sembra mettersi in discesa. E così è, almeno all’inizio: per i primi venti minuti, le poche sterili azioni serbe sono solo frutto di rari momenti di lucidità personali: e non aiuta certo un Krasic spento e abulico come ormai da tempo. Solo nella seconda metà del primo tempo la Serbia entra in campo e Ivanovic, dopo un calcio d’angolo, devia in porta un tiro da fuori area. La visuale di Buffon era forse oscurata da un altro serbo in posizione irregolare, ma tant’è: fossi stato l’arbitro, non avrei certo sindacato, giusto per non lasciarci la pelle. Tutto ciò al 26° minuto: record di imbattibilità in un girone di qualificazione battuto per 4 minuti.

Il secondo tempo inizia accentuando la tendenza di fine primo tempo: cinque minuti nei quali la difesa azzurra è imballata, la velocità serba si fa sentire e Kolarov – migliore in campo dei serbi – crea tanti pericoli, tra i quali un’insidiosa conclusione a malapena neutralizzata da Buffon. Ma dopo pochi minuti la cose si ricompongono, l’Italia prende abbastanza il controllo della situazione e senza grandissimi sussulti (se non per il brutto infortunio di Marchisio) la partita si dipana stancamente: non c’è più tanta energia, il freddo pungente si fa sentire e i nervi iniziano ad essere messi a dura prova. E i commentatori all’83° vengono quasi colti di sorpresa, quando Rajkovic spazza sulla linea un pallone altrimenti destinato ad un gol fortunoso. Qualche sussulto alla fine – con un risultato di Estonia-Irlanda del Nord non più favorevole alla Serbia – ma niente di che. La partita si spegne sull’1-1, ma nessuno se ne accorge.

In partenza una grande prova, ma poi il ritmo si è andato abbassando come le temperature di Belgrado. Sulla partita non c’è poi tanto da dire, pur se la Serbia è ancora in lotta sembrava una partita da fine stagione, ma mi sia concesso di fare due riflessioni sulla RAI. La prima è la tristezza di Pierfrancesco Favino come ospite nel prepartita, a far la marchetta di promozione della solita fiction della domenica: evidentemente pesce fuor d’acqua, non ha potuto far altro che lanciarsi in una penosa imitazione di Bruno Pizzul tale da far rimpiangere Angelo Pintus. La seconda è questa: come prima di lui Capello e Zenga, anche Ranieri è riuscito a trovare una panchina subito dopo essere stato assunto in Rai. Vedremo Carletto in fila a Saxa Rubra?

SERBIA-ITALIA 1-1 (Primo tempo: 1-1)
MARCATORI: Marchisio (I) al 1’, Ivanovic (S) al 26’ p.t.
SERBIA (4-2-3-1): Jorgacevic; Ivanovic, Rajkovic, Subovic, Kolarov; Fejsa (dal 1’ s.t. Petrovic), Stankovic (dal 43’ s.t. Jovanovic); Krasic (dal 31’ s.t. Zigic), Ninkovic, Tosic; Pantelic. (A disp.: Kahriman, Simic, Tomovic, Milijas). All. V. Petrovic.
ITALIA (4-3-1-2): Buffon; Maggio, Barzagli, Bonucci, Chiellini; De Rossi, Pirlo, Marchisio (dal 25’ s.t. Nocerino); Montolivo (dal 36’ s.t. Aquilani); Rossi, Cassano (dal 22’ s.t. Giovinco). (A disp.: De Sanctis, Astori, Cassani, Osvaldo). All. Prandelli.
ARBITRO: Pedro Proença (Por).
NOTE: spettatori 40.000 circa, ammoniti Maggio (I), Ivanovic (S), Stankovic (S), Tosic (S), Zigic (S). Recupero: 1’ p.t., 3′ s.t.

2 commenti

  1. Sinceramente non mi è piaciuta la gara. Alla fine l’1-1 sembrava andare bene a tutte e due. Questa Italia ha frantumato ogni record con una squadra mediocre. Di certo a differenza di Allegri Prandelli sa far rendere al massimo la squadra.

    • dnarossonero il 8 Ottobre 2011 alle 15:58

    qualunque allenatore rispetto al nostro sa far rendere meglio una squadra senza scomodare il ct della nazionale semplicemente perché il nostro non è un allenatore.

I commenti sono disabilitati.