Un rossonero da raccontare…. Christian Abbiati

Abbiati contro il Perugia nel 1999

Questa settimana parliamo di un grande portiere, che forse in carriera ha avuto meno di quanto si sarebbe meritato, in nazionale quanto nei club. Sto parlando di Christian Abbiati, uno dei protagonisti di questa annata scudettata.

GIOVANILI – Abbiati inizia la carriera nell’Abbiategrasso. Si fa notare dal Monza, una delle squadre che il Milan ha sempre seguito nell’attingere sui giovani. È così che, nell biennio della ri-programmazione, insieme agli arrivi di Shevchenko, Gattuso e altri, dopo il disastroso 1996-97 e 1997-98, la dirigenza, tra le tante mosse brillanti, ne fa una che sarà la dimostrazione dell’ottima politica di acquisti di quell’estate, ovvero portare Abbiati in rossonero, come nuovo secondo portiere.

PERUGIA E IL 1998-99 – La storia la conosciamo tutti. Partito dalla panchina, Christian si fa notare, e dopo l’espulsione di Sebastiano Rossi contro il Perugia, subentra tra i pali per non uscirne più. La stagione di Abbiati vive nel segno delle partite col Perugia. Non solo l’esordio ma anche l’ultima sfida della stagione rendono l’anno di Christian memorabile, con la leggendaria partita che permise al Milan di superare la Lazio nella corsa scudetto.

DIDA E LA PANCHINA – Così come aveva esordito nel Milan, togliendo il posto a Rossi, è stato poi relegato in panchina da Nelson Dida, nella stagione 2002-2003, quella della Coppa dei Campioni. Abbiati ha sempre avuto il pregio di farsi trovare presente nei momenti di maggior pressione. È infatti il caso della semifinale contro l’Inter, nella quale ha dato un importante apporto per far arrivare il Diavolo in finale contro la Juventus.

NAZIONALE – In Nazionale, lo sappiamo, Christian non ha mai avuto molta fortuna. Sebbene sia stato uno dei portieri più capaci della sua generazione, è stato sempre sopravanzato da altri portieri fermandosi a 4 presenze in nazionale. Tra il 99 e il 2002 ha vissuto il dualismo Buffon – Toldo, giocando da secondo portiere a Euro 2000 dopo l’infortunio di Buffon. Negli anni successivi è stato sempre oscurato dalla stella di Gigi Buffon, che ha vinto poi il mondiale 2006. Peccato che anche oggi, Prandelli, nonostante la parabola discendente di Buffon, decida ancora di ignorarlo per la Nazionale come hanno fatto i suoi precedenti colleghi.

BUFFON E LA RINASCITA – Già proprio Gigi Buffon fu la chiava per far tornare Abbiati nel calcio che contava. Avvenne per il curioso episodio al Trofeo Berlusconi del 2005, quando Kakà causò fortuitamente l’infortunio del numero 1 della nazionale. Lo stile Milan impose a Berlusconi di cedere in prestito Abbiati alla Juventus, dove risultò determinante nella vittoria dello scudetto 2005-2006, quello di calciopoli. Successivamente Abbiati rivelerà alla stampa che fu proprio Capello ad averlo fatto rinascere come portiere, perché aveva chiuso a Milanello disastrosamente, dato che si allenava pochissimo. Capello l’ha portato sulla strada della rettitudine. Non mancano le frecciate all’Inter, col quale ha diversi conti in sospeso. Abbiati non ha mai mandato giù lo scudetto guadagnato sul campo dalla Juventus sottratto da calciopoli, dicendo che “quelli dell’Inter, me l’hanno tolto”.

Christian Abbiati, il Muro della difesa di Allegri

LA RIVINCITA MILAN – Dopo due parentesi al Torino e all’Atletico Madrid, il Milan decide di puntare di nuovo su di lui. Come ha sempre fatto in carriera, si riprende il posto che gli aveva soffiato Nelson Dida anni prima, proprio a sue spese. Gioca molto bene il campionato 2008-09, poi viene sostituito per gran parte della stagione l’anno dopo per infortunio. Undici anni dopo Perugia è sempre Abbiati. Christian infatti vive la sua migliore annata della carriera quest’anno, compiendo un’altra rivincita personale, contro i cugini interisti, riportando lo scudetto sul campo al Milan (il suo secondo tricolore col Milan dopo quello del 1999), riprendendosi lo scudetto morale tolto da calciopoli, e facendo re-innamorare il popolo milanista che lo considera ormai un pezzo inamovibile dello scacchiere Milan. Quest’anno, con 18 reti subite, è il portiere meno battuto della Serie A. Grazie Christian.

Come lo gestiamo l’anno prossimo?

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L'Ibra di inizio stagione...

Ibra è stato forse l’ago della bilancia della scorsa stagione, in positivo e in negativo. I suoi gol nel girone d’andata hanno contribuito sicuramente a portare buona parte di quei 40 punti necessari ad alzare il massimo trofeo italiano (che non è, ricordiamo, quello andato in scena due giorni fa all’olimpico). Poi però qualcosa si rompe: nei 41 punti del girone di ritorno di Ibra ricordiamo solamente tre gol consecutivi nelle prime tre gare, salvo poi spegnersi, con le conseguenti cinque giornate di squalifica.

ELIMINAZIONE – Lo sappiamo tutti ormai, infatti, che lo svedese parte da sempre forte nella prima parte di stagione salvo poi calare nella seconda. Al Barcellona l’anno scorso erano riusciti, in qualche modo, a farlo riemergere nel finale di stagione, con quella doppietta all’Emirates e un paio di gol pesanti in campionato contro Maiorca e Osasuna in due gare bloccate. Quest anno Ibra è arrivato già in fase calante alla sfida contro il Tottenham e quindi non è stato in grado di ripetere le buone prestazioni della fase a gironi, dove realizzò 4 gol e 1 assist contro il Real Madrid.

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…e quello di fine stagione

IBRA & PATO – Fummo bravi a recuperare Pato nella seconda parte di stagione, Pato che però ha una propensione in Champions ancora inferiore a quella dello svedese. Come la penso lo sapete già da tempo: il Milan deve essere in grado di schierare due formazioni competitive, la prima su misura di Pato, la seconda su misura di Robinho. L’infortunio di Pato e la squalifica di Ibra sono di fatto state due cose positive, dato che ci hanno “tolto di mezzo” in quel momento l’attaccante che attraversava il peggior momento di forma. Pato però tranne proprio nel finale di stagione ha sempre giocato in formazioni costruite su misura per lo svedese. La domanda che mi pongo io è quindi: è il caso di cominciare a costruire una formazione su misura per il brasiliano o è troppo discontinuo per farlo?

GESTIONE (ANCHE A RIPOSO) – Ed eccoci quindi al dilemma finale: quest anno non ci saranno nè Europei nè Mondiali e, a differenza dell’anno scorso Ibrahimovic farà tutta la preparazione con noi. E’ possibile impostare una preparazione per cercare di fargli dare il massimo nella parte finale della stagione o la sua struttura non glielo permette? E, se si, conviene farla? Un Ibra magari meno brillante nella prima parte di stagione potrebbe servirci molto nel finale, anche europeo. E quindi serve quello che quest anno non abbiamo avuto: un sostituto, cosa che né Cassano, né Inzaghi possono fare. Ecco perché quindi se Borriello non sarà riscattato dalla Roma io lo terrei alla base.

Seguiamo il mister

Ormai credo siamo tutti d’accordo sul fatto che il Milan, quest’anno, abbia vinto lo scudetto soprattutto grazie a un assetto difensivo davvero ai limiti della perfezione. Una squadra che probabilmente non era neanche la più forte di tutte è riuscita a dominare il campionato per quasi tutta la stagione, credo sia la dimostrazione migliore del fatto che si vince sempre quando subisci pochi gol, non basta farne tanti.

Allegri, dopo un avvio di campionato in cui ha dovuto prima capire come funzionavano le cose e poi pian piano, ma inesorabilmente, ha rivoluzionato la squadra, ha fatto capire molto chiaramente a chi di dovere la sua linea di pensiero. Non è un caso che davanti alla difesa abbia preferito trattenere Van Bommel piuttosto che Pirlo, proprio perchè la sua idea di calcio prevede un centrocampo di giocatori che corrono e soprattutto lottano sempre e comunque.

Io sono d’accordissimo con la linea del mister rossonero, perchè un gioco offensivo come quello del Barcellona si può ottenere solo se hai quei 3-4 fuoriclasse che ti permettono di giocare in quel modo, e quel tipo di fuoriclasse o li crei tutti insieme in casa tua oppure comprarli non è davvero possibile farlo, perchè si spenderebbero una barca di soldi.

Io non credo che il Milan il prossimo anno potrà competere con le grandi d’Europa (ma rimango in attesa di possibili sorprese), ma di sicuro avremo la possibilità di ripeterci in Italia. E l’unico modo per fare bene nel nostro campionato è quello di avere un assetto difensivo come quello che i rossoneri hanno mostrato di avere in questa stagione.

E per far sì che ciò accada non basta avere grandi difensori. Thiago Silva e Nesta sono fondamentali, ci mancherebbe, così come è importante avere un ottimo portiere come lo è stato Abbiati quest’anno. Ma senza il filtro che ha garantito quest’anno il centrocampo non si va da nessuna parte.

L’era ancelottiana è davvero finita, ora si deve andare nella direzione di Max.

Ridotti male?

Bello sentire le trombette fuori dalla finestra di casa per una finalina, ancor più bello sarà vedere se qualcuno ha il coraggio di mettere fuori le bandiere per il secondo “tripletino”.

Lasciamogli vivere questa illusione in cui non contano le umiliazioni nei derby e dallo Schalke 04, in cui qualche finalina li fa credere ancora superiori. Ibra&Pato gli han fatto male e tanto. Ma se confermano il giuda il 19° è in tasca. Sono veramente messi male.

E come cantavano loro: chi non salta è rossonero, ovvero chi non salta è campione d’Italia!

Destinazione Wembley – 18° Puntata: Regalo Fergie, Barça Campione

Non so se ha vinto la squadra più forte. Di certo ha vinto quella che ha giocato meglio la finale. Il Manchester United, quasi come a Roma, gioca solamente i primi 10 minuti poi emerge il Barça. Tenuto lo 0-0 dall’assedio Red Devils, come a Roma riesce a imporre il proprio gioco e sbloccare la partita. Tre le chiavi: Hernandez, totalmente inadatto a questo livello; Ferdinand e Vidic, lontani dai centrali che dovrebbero essere con la difesa generalmente troppo bassa con un accentramento degli uomini in area che ha permesso al Barcellona di muovere la palla intorno alla stessa e Ryan Giggs limitato ad un assist.

Inadatto l’arbitraggio, con un rigore mancato per parte, fuorigioco sull’1-1 e qualche fischio dubbio nel finale sulle ripartenze dello United. La differenza la fa Messi, gol su mezza papera di Van der Sar che incassa alle sue spalle un tiro quasi centrale. Fin lì le squadre si erano equivalse, con il Barcellona ad avere numerose occasioni, ma il Barça ad avere le più nette. Il rimpallo conquistato poi su uno svarione difensivo ha permesso a Villa di segnare il terzo gol.

Ovvio che il Barcellona abbia enormi meriti, ma non posso pensare che lo United, troppo lontano da Arsenal e Real Madrid che han messo in difficoltà i catalani in questa stagione, sia stato il migliore. Ma resto convinto che questa squadra si possa battere giocando come ha giocato oggi lo United i primi minuti, con un centrocampo folto. Se ti chiudi in difesa sbagli, e qui l’ha pagata. Bel gesto di Puyol, che fa alzare la coppa ad Abidal, titolare 43 giorni dopo il tumore al fegato.

Pronta come al solito la manfrina mediatica con Caressa che ricorda subito che l’Inter l’ha battuto e Paolo Rossi che dice che non ricorda un dominio così netto in una finale di coppa dei campioni (eppure ben due sono finite 4-0). Io resto convinto che con un buon centrocampo si possano battere, ma non bisogna arretrare troppo come ha fatto questa sera lo United. Allegri cominci a prendere le misure, dato che il nostro primo avversario nella prima amichevole della prossima stagione, saranno proprio i catalani, che si riappropriano quindi oggi di quella coppa loro scippatagli lo scorso anno. Inizio o fine di un ciclo?

I giovani contro il vecchio

Wembley, ore 20.45. E’ la sera della partita più attesa dell’anno, quella che tutti gli appassionati di calcio aspettano già dall’inizio della stagione. E’ la finale di Champions League, coppa che – dopo un’annata di transizione – torna ad offrirci una finale degna di questo nome e di questo livello. Arrivano infatti in finale le due squadre più forti del torneo, come già accaduto due anni fa. Seconda finale quindi che si ripete, dopo Milan – Liverpool 2005 e 2007. E’ la quarta finale della storia del Manchester United, la settima per il Barcellona, tre le vittorie per entrambe. Chi vince sale a quattro coppe, raggiungendo la storia del calcio Europeo: Bayern e Ajax, avvicinandosi al Liverpool (5) e cominciando a intravedere le inarrivabili Milan (che festeggia oggi il compleanno della sesta bambina, la più bella, quella vinta nella partita più importante della storia del calcio italiano a livello di club) e Real Madrid.

IL BARCELLONA – Arrivano senza dubbio a questa finale da favoriti. Eliminato il Real nel clasico, cacciato il fantasma di Mourinho e del suo catenaccio, dimostratosi un’altra volta ancora più inefficiente nel momento in cui ha trovato una giacchetta nera che non sia a suo favore. Eppure a me non convincono, nonostante abbiano stravinto un campionato dove comuque arriverebbe terza tranquillamente qualsiasi squadra della nostra top 10 della serie A, per la pochezza degli avversari e soprattutto per il fatto che da 5 anni a questa parte le due big in questione si spartiscono oltre il 90% dei diritti televisivi. Poi penso alle gare europee del Barça e penso che l’unica che mi ha convinto veramente sia stata quella del poker di Messi contro l’Arsenal dello scorso anno. Non mi sembrano nè una squadra imbattibile, nè una squadra di extraterrestri ma semplicemente quella che emerge in un momento in cui il livello del calcio è generalmente basso. In questo emergono i nomi: Xavi, Iniesta e Messi. Il podio del pallone d’oro 2010 in campo, dalla stessa parte. A loro tre vincere la partita, ma non spacciamoli per la squadra più forte della storia del calcio se questo accadesse. E’ un sistema che deriva dalla cantera, tanto declamata, ma i cui Pedro, Jeffren e compagnia non mi sembrano migliori dei nostri Giovinco e Paloschi. Ragazzini che però sono abituati a giocare con lo stesso modulo in tutte le squadre giovanili, questo nè facilita quindi l’inserimento in categorie superiori, ma rende il modulo e il gioco del Barça facilmente prevedibile: gioco in 60 metri, allargato, senza punte sul fronte centrale d’attacco a puntare da lontano la difesa o, in alternativa, con cross bassi in corsa dalle fasce puntando sulle ali del 4-3-3. Soffrono i centrali fisici e forti e stasera Ferdinand e Vidic potrebbero bastare e avanzare per fermare Messi e compagni. Il Barça ha bisogno di un salto di qualità, non basterà la squadra vista contro Real e Arsenal per portare a casa la coppa.

IL MANCHESTER UNITED – Meno nomi, più collettivo. E’ la formula Ferguson, quella che si è rivelata vincente nella sua storia. Quando arrivò lui, nel 1986, dopo aver vinto lo scudetto in Scozia con l’Aberdeen sulla panchina dei Red Devils, il Manchester era a 7 scudetti contro i 18 del Liverpool. Ha cominciato quindi a vincere nel 1992/93. Da lì 12 scudetti in 18 anni per il sorpasso agli eterni rivali, avvenuto due settimane fa, conquistando il 46° trofeo della sua carriera di allenatore. Arrivano in finale dopo che l’infortunio di Rooney contro il Bayern Monaco lo scorso anno gli precluse di fatto la possibilità di andare a Madrid ad alzare agilmente il trofeo. E’ però per gli uomini di Ferguson la terza finale in quattro anni. A Roma ci arrivarono con 25 incontri di imbattibilità, iniziati e finiti in Italia: dalla partita perfetta del Milan a San Siro con quella del Barça all’Olimpico. Oggi però si gioca a Wembley, nella casa del calcio inglese e nonostante le squadre londinesi siano senza titoli di campione d’Europa oggi il pubblico potrebbe e dovrebbe essere a favore dei Red Devils. Punto di forza quindi, come già detto, la difesa, la migliore di questa coppa, battuta solamente tre volte, di cui due (contro i Rangers nel girone e al 90′ della gara casalinga contro il Marsiglia) di fatto ininfluenti. Ma attenzione al campo di Wembley, più largo del normale che potrebbe favorire il gioco catalano.

PROBABILI FORMAZIONI – Barça che si presenta all’appuntamento finale con Valdes tra i pali. Difesa a quattro con Dani Alves, Piquè, Puyol e Adriano. Centrocamo guidato da Xavi, Iniesta e Busquets, tre punte: Pedro, Messi e David Villa. Manchester United con Van der Sar (ultima gara della carriera?), in difesa Evra, Vidic, Ferdinand ed Evans a centrocampo Scholes, Valencia Giggs e Nani. In attacco Rooney e Berbatov. Consentitemi di spendere due parole su quello straordinario giocatore che è il gallese, vero e proprio trascinatore insieme a Rooney dello United in finale. Sarà forse lui a fare la differenza stasera. La mia sensazione è che la coppa rimarrà in Inghilterra, a casa United se saranno gli uomini di Fergie, come mi aspetto, ad attaccare. Se la partita però diventasse eccessivamente chiusa, la spunterà il Barça. 1 o 2 a zero. Da stabilire quindi per chi. Buona finale a tutti, dalle 22.45 la bambina torna libera dal rapimento dell’ultimo anno.

Storie di calcio: Napoli-Milan 1-0, 1994

Domenica 27 marzo 1994, stadio San Paolo, Napoli. Il Milan sfida il Napoli nella 28° giornata di campionato. Rossoneri ovviamente primi in classifica come quasi sempre accadeva in quegli anni, con un vantaggio più che abbondante sulla seconda, e che vengono dalla vittoria nel derby firmata da “Provvidenza” Massaro negli ultimi minuti di gara. Il Napoli invece viene da una stagione di alti e bassi, ormai la grande squadra di Maradona non esiste più e la società ha grossi problemi finanziari.

Il Milan si rende subito pericoloso prima con un bel contropiede che porta un difensore partenopeo a rischiare l’autogol per intercettare un bel passaggio di Simone a Papin (solo in area), e poi ancora con l’attaccante francese, che di testa da pochi passi manda al lato un cross perfetto di Lentini. Il migliore dei rossoneri però è Simone, che prima fa tuto da solo e dal limite dell’area fa partire un tiro centrale che Taglialatela respinge di pugno. Poi sempre Simone riceve da Maldini e da 30 metri fa partire un tiro a giro che si stampa sul palo a portiere battuto. Solo Fonseca per il Napoli prova a spaventare Sebastiano Rossi, ma il suo colpo di testa da distanza ravvicinata finisce alto.

La ripresa non vede molte emozioni e la partita sembra destinata allo zero e zero, risultato che tutto sommato al Milan va più che bene visto il grosso vantaggio che ha in classifica e visto che comunque quello di Napoli non è mai un campo facile da espugnare. Di Canio dalla sinistra fa partire un bel cross per Fonseca che di testa mette il pallone in porta, ma Rossi con un ottimo riflesso devia in angolo.
Al minuto 79, però, la difesa rossonera crolla. Di Canio si trova da solo contro due fenomeni come Tassotti e Baresi, ma è proprio il capitano a commettere una della pochissime ingenuità della sua lunga carriera: l’attaccante azzurro entra in area e prova a ubriacare i due difensori con i suoi consueti dribbling, Baresi però si stacca dalla marcatura e va a coprire il centro dell’area, dove però non c’era nessuno. A quel punto Di Canio riesce a trovare lo spazio per tirare e di sinistro, da posizione defilata, batte il portiere con un tiro a mezza altezza.
NAPOLI: Tagliatatela, Corradini (17′ Nela), Gambaro, Pari, Cannavaro, Bia, Di Canio, Pecchia, Fonseca, Corini, Policano (70′ Buso). All.: Lippi
MILAN: Rossi, Panucci, Maldini, Eranio (85′ Carbone), Costacurta, Baresi, Lentini, Desailly, Papin, Boban (70′ Donadoni), Simone. All.: Capello
Arbitro: Rodomonti
Rete: 79′ Di Canio

Quale futuro per i nostri giovani?

Con le conferme di Seedorf e Cassano nella giornata di ieri si sono praticamente concluse, salvo sorprese dell’ultima ora, le trattative tra la dirigenza di Via Turati e i calciatori della rosa. In sintesi, vi è stata una conferma della quasi totalità della rosa che ha vinto quest’ultimo campionato. Si è quindi deciso di procedere ad un rinnovamento soft e diluito nel tempo invece di una completa sostituzione dei senatori della rosa.

Evidenziato quanto sopra, al sottoscritto invece preme sapere quale futuro ha previsto la dirigenza per la prossima stagione, per i giovani componenti della rosa rossonera. I vari Paloschi, Merkel, Strasser, Vilà, saranno ceduti in prestito per poter giocare con continuità e quindi con un  programma di maturazione ben definito e preciso o finiranno per essere oggetto di cessione o comproprietà? Speriamo al più presto di avere risposte da via Turati.

Detto  per inciso che mezza serie A vuole acquistare i nostri Merkel e Strasser e visto l’alto numero di rinnovi dei senatori , ritengo opportuno che i giovani siano ceduti in prestito, perché restando a Milanello,  il rischio di vederli finire in tribuna purtroppo è molto alto.

Discorso diverso per Paloschi, ragazzo di 21 anni che deve restare a Milanello, visto gli impegni estivi con la nazionale brasiliana per Robinho e forse Pato. Iniziare la stagione con i soli Ibrahimovic, Cassano ed Inzaghi sarebbe veramente deleterio. Sono  profondamente convinto che questo ragazzo sia rimasto vittima dei numerosi infortuni degli ultimi due anni che hanno  inciso e rallentato il suo processo di maturazione. Pertanto le vere potenzialità di questo giovane rossonero non le abbiamo ancora viste:  diamogli ancora credito e qualche possibilità.

Un’altra domanda che vorrei  porre alla  nostra dirigenza: anche quest’anno saranno inseriti altri giovani della primavera in prima squadra come l’anno appena trascorso? Eventualmente quali?

Concludendo, aspettiamoci a questo punto il botto di fine agosto, sinceramente se arrivasse il giocatore richiesto da Allegri, Marek Hamsik, sarei anche contento, ma pensare che con lui e Taiwo, la formazione titolare del Milan, abbia colmato il gap  con le principali formazioni Europee lo ritengo utopistico.

 

Tutti i numeri dei campioni d’Italia (e non solo)

82 i punti conquistati dal Milan. Gli stessi dell’ultimo scudetto, 2003/04 seppur con quattro giornate in più. Stessi anche i gol fatti (65) e quelli subiti (24).

53 i punti conquistati da Leonardo nella sua cavalcata trionfale verso la remuntada fallita per una media di 2,30 punti a partita. 55 i punti conquistati da Allegri nelle stesse partite (chi volesse più informazioni consulti il post sulla famosa media punti di Leonardo) con una media di 2,39. Questo ci dice che non esiste nessun effetto Leonardo, semplicemente il calendario del brasiliano era nettamente più facile senza le trasferte di Palermo, Verona, Roma (doppia) e Lecce campi su cui sono cadute molte grandi. 1,80 punti/partita infatti la media di Allegri nelle altre 15 gare quelle in cui Rafa Benitez raccoglie 23 punti, con una media di 1,53 punti/partita.

la posizione del Milan in entrambi i gironi: andata (40 punti) e ritorno (42 punti) segno di regolarità.

24 i gol subiti dal Milan in questo campionato. Record del torneo a 20 squadre a parità con la Juventus 2005/06 e il Modena 1946/47

15 i gol di differenza con la seconda miglior difesa, quella della Lazio. Mancato di uno il record della fiorentina 1955/56 che prese 16 gol in meno dell’inter. Ma nell’era moderna registriamo i 13 gol incassati in meno del Milan rispetto al Napoli nell’87/88. Quello che ha fatto questo Milan è comunque impensabile.

1 il cartellino giallo subito da Thiago Silva in questo campionato, in occasione dell’1-1 a Genova, alla 24° giornata, onde ricordare quanto questo difensore sia anche e prima di tutto un giocatore corretto oltre che forse, ora, il migliore al mondo. Vi ricordate quando entrò in diffida l’anno scorso? Bene a partire da quel momento quella è diventata l’unica ammonizione presa in 50 gare di campionato disputate. 3 invece le ammonizioni di Nesta, tutte nel finale di stagione.

12 dei 24 gol subiti in campionato sono in partite in cui ha giocato Bonera. Vi basta? Solo 7 quelli subiti quando ha giocato Yepes.

14 i gol segnati da Pato, Ibra e Robinho in questa stagione in campionato, 3 i gol su rigore dello svedese. Tutti e tre “capocannonieri” della squadra.

23 su 38 le giornate in cui il Milan non ha subito gol, i “clean-sheet” come amano chiamarle in inghilterra.

6 i punti di distacco alla fine tra Milan e Inter. Questo a significare l’importanza dei due derby, ma attenzione, levando quelli il Milan avrebbe sempre 9 gol di vantaggio di differenza reti. Quindi attenzione a dire che hanno fatto la differenza.

12 i punti in più del Milan rispetto alla scorsa stagione, 6 quelli in meno dell’Inter, 11, 22 e 20 in più per Napoli, Udinese e Lazio. Livello quindi alzato, in particolare quello rossonero ha fatto la differenza. L’inter è rimasta la stessa per rosa e punti, eccetto quelli dei due derby persi contro una squadra superiore che l’anno scorso non era presente.

1 la presenza di Legrottaglie contro la Lazio. Tanto basta no?

6,31 la media di Abbiati secondo la Gazzetta dello sport che conferma Julio Cesar come il portiere migliore del campionato, evidentemente necessitando di un paio di occhiali, specie per chi continua a spacciarcelo come il numero uno del mondo, quando nei top 11 Fifa e Fifpro da 4 e 5 anni rispettivamente troviamo sempre tra i pali Iker Casillas.

0 gli scudetti di Cartone nella nostra bacheca. Questo ci teniamo sempre a sottolinearlo. Vero Gerry?

Cacciatelo

L’ho criticato per tutta la stagione, da quando è arrivato, adesso è il momento di dedicargli un post tutto suo, perchè la partita che ha giocato a Udine mi ha davvero infastidito. Ma uno come Cassano cosa ci fa al Milan?

Come sapete bene io non stimo il ragazzo non solo come calciatore, ma anche come persona (per il comportamento che ha all’interno del mondo del calcio, sia chiaro, non posso esprimermi sui comportamenti che ha nella sua vita privata). Insomma, io gente come lui non ce la vorrei in maglia rossonera, una maglia vestita in generale sempre da gente che ha comunque un certo stile. I motivi per cui non lo voglio più vedere al Milan sono :

1) E’ conveniente tenersi per molto tempo un giocatore che ha sempre avuto problemi negli spogliatoi delle squadre in cui ha giocato? Al Milan in questi pochi mesi non è successo, ma pensateci bene: quante possibilità ci sono che ciò possa avvenire?
2) Dal punto di vista strettamente calcistico, un giocatore che in 12 anni di carriera ha vinto un solo scudetto (due se mettiamo la stagione al Real in cui fu fatto fuori da Capello), non è quasi mai andato in doppia cifra in campionato e ha collezionato solo 22 presenze in nazionale, voi lo considerate un grande giocatore?
3) Lo avreste preso voi un giocatore che in Spagna è stato talmente tanto preso in giro per la sua forma fisica che un comico lo rappresentava come un ciccione?
4) E’ possibile che dopo aver creato problemi ed essere stato cacciato via da Roma, Real Madrid e Sampdoria, nel Milan non abbia comunque mai palesato una buona forma  in tutte le partite che ha giocato?
5) Vi sembra normale che dopo l’articolo del Corriere della Sera in cui si diceva chiaramente che se ne voleva andare per alcuni motivi (alcuni davvero imbarazzanti come la storia delle regole) il giocatore non abbia neanche avuto il rispetto per la società che lo ha salvato dalla merda e non abbia provveduto a smentire tutto, confermando di fatto l’articolo che era uscito?
6) Considerando la stagione che ha fatto quest’anno, vi sembra giusto che questo giocatore guadagni quasi 3 milioni di euro all’anno, considerando che Pato e Thiago Silva ne prendono 2,5, mentre Abate e Boateng 1? Cassano è così tanto più utile da meritarsi un ingaggio così alto?
7) Vi faccio presente questo, questoquesto,  questo, questo e questo articolo. E’ normale che un giocatore così, dopo questi fatti, vesta i nostri colori?

Io preferisco di gran lunga un onesto attaccante di ruolo (che ci manca, mentre di seconde punte ne abbiamo) piuttosto che un personaggio del genere. E voi, come la pensate?

Rompete le righe

Boateng-mania

Fine della corsa, si scende qui. Triplice fischio sul campionato 2010-11, su questa splendida cavalcata cominciata in una calda sera di agosto contro il Lecce, con il sottoscritto rannicchiato davanti alla tv in un angolino ricavato nel mezzo di una casa in completa ristruttuazione. Poi gli alti, i bassi, le gioie, i dolori e infine il diciottesimo.  Saluto con un pizzico di malinconia i miei post-partita: mi sono divertito molto a farli, ringrazio chi li ha apprezzati e pure chi li ha schifati (per non averlo mai detto pubblicamente :-D).

LA PARTITA – Pur preferendo l’Udinese alla Lazio per quanto riguarda i preliminari di Champions, speravo in una partita pseudo-vera, compatibilmente al fatto che i Campioni d’Italia nelle ultime settimane, tra eventi e feste, si sono allenati più o meno alla Ronaldinho. Sono stato accontentato, i ragazzi, anche se privi della giusta cattiveria, giocano una partita ordinata e discreta, assecondando sì il bisogno dell’Udinese, ma senza caderne in balìa. Addirittura nel primo tempo le occasioni migliori sono nostre e non friulane. Nella ripresa invece appare evidente come non si voglia nemmeno provare a togliere la Champions all’ottimo Guidolin, Udinese che anzi sfiora il gol vittoria in 5 minuti di fuoco, in cui Amelia salva tutto, compreso un rigore. Al triplice fischio, è festa bianconera, meritatissima: sono nettamente la squadra che ha fatto vedere le cose migliori a livello di gioco e di mercato oculato.

MAN OF THE MATCH – Amelia stesso, di cui si parla più in qualità di  portasfiga che non di giocatore. Ha contribuito a lasciare a 4 il numero di sconfitte in campionato (una sola nel 2011), a 24 il numero di reti subìte (7 nel ritorno, di cui 1 nella festa col Cagliari), come in ottobre aveva evitato una cinquina a Madrid (che mica è bello prenderne 5 in Champions…).

Come direbbe Vasco: voglio andare al maaaaaaaareee!

 

(QUASI) TUTTI AL MARE – …a mostrar le chiappe chiareeee! In realtà la stagione è tutt’altro che finita per chi sarà impegnato con le nazionali e soprattutto per alcuni big: Thiagone, Robinho e Yepes, pre-convocati per la Copa America e quasi certi di andare in Argentina. Durata: 1-24 luglio se tutto andrà bene (cioè male per noi) e sicuramente necessiteranno di un po’ di tempo in più all’inizio della prossima stagione (salteranno la Supercoppa Italiana a Pechino il 6 agosto, ad esempio).Mentre, a quanto leggo dai primi responsi, Pato sarà costretto a saltarla causa lussazione alla spalla. Insomma, il ragazzo non trova pace, sarebbe stata una vetrina importante dato che in nazionale non si è ancora consacrato del tutto. Peccato per lui.

IN PARTENZA? – Per il resto occhi puntati su Clarence Seedorf, ultima situazione ingarbugliata da risolvere e il finale potremmo scoprirlo già in giornata. Resta o parte? Sicuramente parte mister Allegri, che sabato sarà a Wembley a godersi la finale di Champions League. A prendere le misure al Barça :-D.

ANCORA UNA VOLTA: GRAZIE CAMPIONI!

OH NOOOOOOOOO!!!

Bye Bye Champions..

 

Ultimo giorno di scuola

https://i0.wp.com/www.blitzquotidiano.it/wp/wp/wp-content/uploads/2009/09/udinese_milan_-2.jpg?resize=311%2C209Udine, ore 20.45. Trentottesima e ultima giornata di serie A, pleonastica per noi, ma che deve ancora dare qualche verdetto. Campione d’Italia, ormai da tre settimane il Milan. In Champions League Inter e Napoli, già certe di evitare i preliminari. Palermo in Europa League per la finale di Coppa Italia, mentre retrocedono Samp, Brescia e Lecce. I verdetti da definire rimangono pochi, indi per cui la Lega ha potuto spalmare in due questo turno: le amichevoli alle 18.00 mentre le gare vere alle 20.30. L’Udinese ha bisogno di un punto, per qualificarsi in Champions a meno di una goleada della Lazio a Lecce, idem la Roma per mandare fuori dalle coppe la Juventus. Come già accaduto troppo spesso negli ultimi anni quindi per noi l’ultima giornata conta quasi nulla, ma stavolta, in positivo.

STATISTICHE – Si va ad Udine quindi solo per la statistica: una vittoria ci permetterebbe di distaccare due punti l’irraggiungibile, ineguagliabile (o almeno si pensava) corazzata di Mourinho che l’anno scorso dominò (?) il campionato, mentre un pareggio metterebbe questa squadra che ha vinto solo per mancanza di avversari e altrui infortuni (?) sullo stesso piano a livello di punti. In cassaforte la miglior difesa, dato che non mi ricordo nella storia della serie A di Calcio una partita persa per 13 gol di scarto (nonostante, ricordiamo, in 90 minuti si possono fare 15 gol) difficilmente pareggieremo all’Inter impegnata in casa col Catania il miglior attacco, dovendo segnare fuori casa un gol più dei nerazzurri, a meno che non venga fuori una partita ricca di gol, come quel 4-4 dell’andata, che probabilmente consegnerebbe ad entrambe, Milan e Udinese, questo primato.

FORMAZIONE – La formazione la dà quindi Allegri direttamente in conferenza stampa. “Giocheranno sicuramente Abate, Thiago Silva, Nesta se non ha problemi, possibile l’esordio di Didac Vilà. Poi ci saranno Van Bommel, Flamini, Seedorf e Boateng, Cassano e Pato in attacco. Gattuso è infortunato, Ambrosini ha un risentimento, verrà ma non credo sarà disponibile. Con Pirlo ci parlerò oggi e decideremo“. Sarà l’ultima di…. per molti giocatori: sicuramente per Pirlo e Legrottaglie, forse per Seedorf e Cassano. Sarà invece la prima di Didac Vila: vediamo finalmente quanto vale questo giocatore, sperando di non doverci pentire per non averlo schierato prima.

LE ALTRE – Si chiudono con questo week-end anche il campionato spagnolo e quello inglese, che hanno visto, come il Milan, dominare e vincere (nel caso spagnolo anche nella stessa situazione, cioè con un pari con tre turni di anticipo) Barcellona e Manchester United. In Germania si è concluso settimana scorsa, con il Dortmund campione, anch’esso con tre giornate di anticipo. Anche qui pochi verdetti, una retrocessione da assegnare per Spagna e Inghilterra. Poi la grande chiusura della stagione settimana prossima, a Wembley, con la finale che conta del prossimo week-end. Questo, è quasi inutile: è solo il saluto verso la prossima stagione.

I cambi di direzione della dirigenza

In questi ultimi giorni abbiamo assistito attoniti al siparietto andato in onda in via Turati. A quasi tutti i senatori della rosa è stato rinnovato il contratto per un’altra stagione alla faccia del rinnovamento e di quello che era stato mediaticamente dichiarato nei mesi scorsi. Ci si domanda con frustrazione: è l’effetto negativo dello scudetto questo buonismo nell’accontentare la vecchia guardia? Se ci limitiamo a guardare le cose senza approfondire si direbbe di sì, ma la realtà è molto diversa. Con questi rinnovi a tutti i giocatori (incluso Van Bommel) è stato decurtato lo stipendio, con un risparmio lordo per le casse rossonere che si aggira intorno ai 25 mil. Evidentemente la società ha ritenuto economicamente più conveniente rinnovare ad alcuni senatori nel segno della continuità che  rifondare profondamente la rosa della squadra. Sarà naturalmente il campo a dire se questa scelta è stata giusta o sbagliata ma qualche dubbio resta.

Bisogna doverosamente precisare che non è così scontato il rinnovo del contratto a Seedorf. L’Olandese ha chiesto determinate garanzie tecniche di posizione in campo e di impiego, che Allegri non ha voluto dare. Chi conosce Clarence, sostiene a Milanello, che è molto probabile l’addio al Milan e con esso sarebbe il secondo addio eccellente. In fondo i ben informati, fanno notare  a ragione, che vengono ceduti solo i giocatori non compatibili con il progetto di gioco di Allegri. Allenatore che gode della totale fiducia di dirigenza e proprietà, basti vedere il summit di mercato a tre avvenuto nei giorni scorsi. Sinceramente non mi ricordo nel recente passato un allenatore così ascoltato, basti ricordare che il povero Ancelotti che richiedeva invano una prima punta alla Drogba gli comperarono Ronaldinho.

In questa euforia generale molti di noi invocano già il regalo promesso: lo vorrebbero subito aprire e scartare, ma anche su questo punto bisogna fare alcune riflessioni. Perché la società a maggio/giugno dovrebbe spendere i 50 mil previsti dal mercato se poi a fine Agosto alcuni giocatori importanti vengono improvvisamente messi sul mercato e solo in quel preciso momento? Perché privarsi della possibilità di acquistare ai saldi avendo speso il budget nei mesi prima? L’esempio Robinho calza a pennello, il City ha deciso di svenderlo l’ultimo giorno di mercato e quei 18 mil, come sappiamo, sono stati ben spesi.

Vorrei far notare a chi critica l’arrivo in corso d’opera di calciatori, che sia Ibrahimovic che Van Bommel appena arrivati, non ci hanno messo poi tanto, un paio di allenamenti, per essere perfettamente inseriti nello schema della squadra e titolari inamovibili. Ne consegue una grande verità: i campioni possono arrivare anche a campionato iniziato , l’importante è che siano perfettamente compatibili con il progetto di gioco della squadra. Sono invece i giovani che hanno bisogno di tempo per riuscire ad entrare negli schemi.

Passando a parlare del mercato rossonero ci sono tre aree ben distinte ed indipendenti di lavoro. La prima sul mercato europeo, in particolare in Inghilterra, ci sono le trattative condotte in prima persona da Raiola e che dovrebbero portare ad un acquisto eccellente, nella seconda area, condotta da Braida e dagli osservatori in Sudamerica e che riguarda le trattative dei vari Ganso e Lamela (apparentemente per i media, ferme e morte ma la realtà è molto diversa) mentre la terza area vede un Galliani muoversi sul mercato nazionale vedi i vari Pastore, De Rossi ecc.

Chi pensa che ci sarà un solo acquisto è fuori strada, probabilmente saranno un paio gli acquisti nel reparto di centrocampo e saranno di quelli pesanti perché molti senatori quest’anno non saranno più titolari ma semplici riserve.

Il futuro è roseo per i colori di Milanello: l’anno scorso di questi tempi si era comprato il solo Yepes , quest’anno si è già sistemata la difesa con 2 ottimi innesti a parametro zero.

Un rossonero da raccontare… Andrea Pirlo

Andrea Pirlo lascia il Milan dopo 10 anni

Oggi è un giorno particolare. Una puntata speciale di un rossonero da raccontare. Il personaggio, che merita più di tutti un saluto particolare,è Andrea Pirlo, che ci lascia, per accasarsi alla Juventus. Il mio saluto, doveroso,  e quello di Rossonerosèmper è per lui, il calciatore, l’uomo, il campione. Perchè i campioni passano, ma gli uomini restano.

TECNICA SOPRAFFINA – Andrea Pirlo si è subito distinto fin da ragazzo, nelle giovanili del Brescia. Grande calciatore, i suoi pregi sicuramente sono quelli della precisione, delle verticalizzazioni improvvise, dei calci piazzati. Abile anche nel dribbling, negli anni ha compensato la sua scarsa velocità con le sue qualità tecniche e mentali. Il suo problema più grande è stato inizialmente quello di trovare una posizione in campo nel suo passaggio tra i professionisti. Il Merito di aver trovato la collocazione perfetta è di Mazzone, che intuì che un regista come lui non poteva stare dietro le punte, ma ancora più arretrato. Nacque così la figura del regista arretrato. L’intuito di Mazzone, nel volerlo far giocare insieme a Baggio, e il ruolo di Pirlo nel Milan di Ancelotti, lo hanno reso, più o meno a metà degli anni 2000, il più forte regista al mondo.

SULLE ORME DI BAGGIO – Già, proprio Roberto Baggio. L’arrivo di Baggio a Brescia, come detto, è l’inizio della consacrazione di giocatore di Andrea Pirlo, che trova dunque la posizione perfetta in mezzo al campo, per poi essere girato al Milan. Fin dalle prime partite di Pirlo, il paragone con Baggio è stato usato e abusato dalla stampa. Pirlo sicuramente è stato ed è uno dei tre giocatori italiani più tecnici e abili col pallone tra i piedi insieme a Gianni Rivera e al Divin Codino.

EFFETTO MAGNUS – Un altro dei pregi di Andrea Pirlo è il suo modo di calciare le punizioni. Punizioni calciate alla “Juninho Pernambucano”, ovvero calciando col collo del piede. L’effetto strano che prende il pallone è stato spiegato poi successivamente da Fabio Caressa, su Sky, come Effetto Magnus, ovvero “il pallone di Pirlo che si abbassa, perché non c’è rotazione, la forza di rotazione non offre resistenza alla forza di gravità, il pallone si abbassa improvvisamente, e si infila all’angolo. E diventa imprendibile. Sono stati fatti degli studi inglesi su questa conclusione.” Un effetto che però è anche spiegabile perché Pirlo, così come altri giocatori, ha saputo leggere i cambiamenti che la storia del calcio ha visto nel corso degli anni con la trasformazione del pallone in una sfera molto più leggera e liscia, che è quindi più portata, rispetto ad un pallone di 20 anni fa, ad essere soggetta a questo tipo di effetto e “turbolenze”.

IL MILANAl Milan Pirlo vince tutto. 2 scudetti, 2 Champions League, 2 Supercoppe Europee, in più il Mondiale per Club, una supercoppa italiana e una Coppa Italia. Un palmarès di tutto rispetto nei 10 anni di permanenza di Andrea Pirlo al Milan. I migliori anni sono soprattutto quelli del Milan di Ancelotti, specie le prime stagioni. L’anno della prima Champions è quello più bello. 9 i gol di Andrea Pirlo in campionato, tantissimi gli assist e le giocate straordinarie. In tanti hanno provato a ingaggiare Pirlo, su tutti il Barcelona prima che scegliesse Xavi in quel ruolo. Pirlo è il giocatore tecnico che ci ha saputo emozionare e tutto il popolo milanista lo ringrazia per tutto quello che ha fatto in questi anni.

Campione del Mondo 2006

CAMPIONE DEL MONDO – Pirlo a modo suo ha fatto una serie di Record in nazionale. Prima di tutto è riuscito a giocare in tutte le nazionali in serie. Dall’Under 15 fino alla Nazionale maggiore, Pirlo è stato sempre presente e ha disputato gare, segnando anche tanti gol. Per un totale di 72 presenze e 9 gol in nazionale A, e 77 gare e 22 gol complessivi in tutte le nazionali giovanili. Nel 2006 ha fatto parte della brava e fortunata nazionale italiana Campione del Mondo, che vantava oltre a lui, considerato il miglior regista del mondo nel 2006, anche il miglior giocatore e miglior difensore del momento, Fabio Cannavaro, in più anche il miglior terzino, arrivato alla piena maturità calcistica, Gianluca Zambrotta. In più, il miglior portiere del mondo, Gigi Buffon. Senza contare un giocatore come Gattuso, un centrocampista dal ruolo atipico, arrivato al culmine della sua carriera.

INTER, MILAN E JUVE – Andrea è uno degli 8 giocatori nella storia del calcio italiano che potrà dire di aver vestito la maglia dei tre grandi club nostrani. Insieme a lui ricordiamo anche Giuseppe Meazza, un talento che mise d’accordo tutti i grandi club italiani. Ma anche giocatori come Roberto Baggio, altro grandissimo del nostro calcio, Aldo Serena, Patrick Vieira, Edgar Davids, Christian Vieri e, l’ultimo, prima di Pirlo, Zlatan Ibrahimovic. Pensatela come volete, ma questo addio di Pirlo al Milan non ci lascerà rancori, ci lascerà solo il ricordo delle sue giocate, delle sue imprese, e la sicurezza che il Miglior Pirlo è stato e sarà quello del Milan.

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Thiago 2016, Moratti 29 Maggio

2016!

Il primo rinnovo è quello che non ti aspetti, ma è anche quello che ti piace di più: Thiago Silva 2016. L’ennesimo segno di una società che più che mai è tornata a fare le cose per bene. Strapparci il difensore centrale più forte al mondo in questo momento ovviamente si può ancora, ma con questo contratto ci vogliono parecchi soldi. Se David Luiz è stato valutato 40 milioni, per il brasiliano ce ne vogliono almeno 50. Rinnova, pare a 4 milioni, Mark Van Bommel e sono curiosissimo di vederlo in Champions League anche la prossima stagione con noi. Rinnova Nesta, con Mexes e Yepes tre eccellenti centrali da affiancare al Brasiliano la prossima stagione. Prossima mossa il riscatto di Boateng, infine il primo colpo: Javier Pastore, che permetterà al Ghanese di poter giocare anche mezz’ala e metterà definitivamente fuori rosa Clarence Seedorf.

CONTRAPPASSI – Ma parliamo anche di calcio giocato. Retrocede la Samp, come ampiamente predetto dal sottoscritto a Gennaio dopo la vendita di Cassano. Un Cassano da 6,5 al Milan ma che a Genova era l’unica fonte di gioco. Una bella lezione all’orgoglio di Garrone. Samp che è stata mandata in B dal Palermo, di fatto una delle due squadre a cui la scorsa stagione aveva tolto qualcosa: il quarto posto pareggiando proprio al Barbera. La vendetta del Palermo è stata puntuale e fatale. L’altra proprio la Roma, con cui giocherà domenica sera. E questa da partita della vendetta romana può diventare un incubo se, dopo che la Samp l’anno scorso levò alla squadra Giallorossa uno scudetto ampiamente meritato, gli leverà anche la qualificazione in Europa League. Per quanto riguarda la Champions League, invece, la Lazio dovrà sperare nel nostro risultato di Udine. E francamente, di premiare una squadra che l’anno scorso in un ottimo momento di forma si mise da parte per regalare lo scudetto a quelli là proprio non mi va. Lancio una proposta ai Milanisti: a Udine mettete in curva lo striscione “oh nooo!

GLI INTERISTI E IL 1906 – Gli rode. Ormai è appurato. Qualcosa si è incrinato in quella realtà virtuale in cui loro vivono in cui l’anno zero è il 2006. Sono andati persino a ripescare lo scudetto del 1906 definendolo di “cartone” pur dimenticando che tale definizione è data non tanto per il fatto che gli è stato assegnato ma perché nella stagione 2005/06 con quella rosa non l’avrebbero mai vinto sul campo nemmeno se si fossero messi a fare le stesse cose di Moggi e la Juventus avesse giocato pulito. Il caso del 1906 è diverso e anche qui è coinvolta la Juventus. Il campionato si assegnava in un girone a tre tra Milan, Juventus e Genoa. Prima partita: Genoa-Juventus 1-1. Seconda partita: Genoa-Milan 2-2. Terza partita: Juventus-Milan 2-1. Alla quarta partita la Juventus vinse in casa del Genoa. Il Genoa chiese la ripetizione della gara lamentandosi dell’arbitraggio a favore degli juventini (cambiano i secoli ma non la storia) e non ottenendola decise di non presentarsi nella gara successiva a Milano, gara che il Milan vinse 2-0 a tavolino. Si arriva così alla sesta gara, dove il Milan batte 1-0 la Juventus, cosa che gli permette di agganciarla a pari punti in testa. Si arriva quindi allo spareggio, il Milan viene penalizzato dal fatto che la federazione non considera le reti a tavolino e decide quindi di farlo giocare a Torino. Lo spareggio finisce 0-0, la ripetizione quindi si gioca a Milano (replay modalità FA Cup). La Juventus non si presenta per protesta, il Milan diventa quindi campione d’Italia. Un Milan che comunque arriva a pari punti della prima in classifica nella fase finale del campionato, quindi allo stesso livello dei biancorneri, cosa che non si può dire dell’inter 2005/06. Altro che cartone, questo è l’ennesimo caso della disinformazione nerazzurra!

L’altra squadra della propaganda?

ELEZIONI – Chiudo con la Politica. Non amo parlarne qui, ma non amo nemmeno fare finta che non esista come si fa da altre parti. Avevano ragione gli interisti: lo “scudetto elettorale” 2011 dell’A.C. Milan è stato un successo: 48,04% per il Milanista Pisapia, 41,58% per l’Interista Moratti. Uno dei peggiori risultati della storia del Centro-destra a Milano. Ringraziamo di cuore il presidente Berlusconi per aver fatto riavvicinare così tanto i Milanisti alla politica con i suoi spot mediatici. Ma c’è un altra Moratti che perde, è Milly, moglie di Massimo, che raccatta nella lista di Pisapia poco più dell’1% dei voti, rimanendo fuori dal consiglio comunale. Eh si che lei aveva cercato di raccattare con i suoi manifesti a gran voce il popolo interista, ma nonostante questo non è nemmeno riuscita a entrare in consiglio comunale. Ora vogliono essere anche loro la squadra della propaganda… invidiosi! Qui a Milano saranno Ballottaggi. Chissà se almeno qui un Moratti riuscirà nella remuntada.

Le pagelle di fine stagione – parte seconda

GATTUSO 7: torna a essere un giocatore di calcio, soprattutto nei primi mesi la sua grinta unita alla rabbia di Zlatan Ibrahimovic è importante per la presa di coscienza della squadra di essere in grado di puntare al titolo. Deprecabile la scena con Joe Jordan, ingiustamente colpevolizzato per il coro a Leonardo.

PIRLO 5: inizia benino, ma la stagione è pesantemente condizionata poi da infortuni che lo tengono out per mesi. La squadra dimostra che può farne a meno ed è questo fattore a determinarne la bocciatura.

MERKEL & STRASSER 6: voto in coppia, perchè entrambi si rendono protagonisti di buoni spezzoni e si candidano per un maggior minutaggio la prossima stagione (qua o altrove?). Sarebbe affrettato dare giudizi più trancianti (sia nel bene che nel male).

VAN BOMMEL 8: fondamentale per blindare la difesa da gennaio. Giocatore esperto, integro, scaltro. Merita il rinnovo, consapevoli del fatto che comunque necessiterà di qualche pausa.

AMBROSINI 7: a mio avviso nelle ultime tre stagioni (prima di questa), era sempre stato il migliore per continuità. Che è la cosa che gli infortuni gli impediscono di avere nel girone di ritorno. Quando c’è, è il capitano grintoso e roccioso di sempre.

FLAMINI 6: fatica a consacrarsi definitivamente. Resta sempre un onesto gregario che pare sul punto di esplodere, ma non compie l’ultimo step. Stagione non certo negativa, ma un po’ incompiuta.

SEEDORF 7: ahi ahi, prevedo polemiche. Lo spiego: il voto è volutamente inficiato dal trittico Derby-Fiorentina-Samp, il momento di svolta della stagione in cui Clarence è stato decisivo. Ho premiato la sua decisività (quei 9 punti sono i più pesanti dell’anno) sulla sua (indiscussa) incostanza.

EMANUELSON 6: ho visto cose buone in lui. Spero che in qualche modo venga valorizzato e trovi più spazio, mi seccherebbe perderlo per non avergli trovato una collocazione.

BOATENG 8: (sarebbe più sul 7,5) scoperta piacevole, è ancora un po’ rozzo, se affinato (quindi maggior peso in termini di assist e gol) può diventare veramente un fattore decisivo. Mi aspetto una crescita.

ROBINHO 8: i gol mangiati te lo fanno odiare. Ma 14 ne ha fatti e spesso decisivi. Soprattutto, in pochi avrebbero scommesso sul suo impegno sempre costante e atteggiamento umile ogni partita. Io mi aspettavo giocate mostruose e giornate da passeggiatore. In pratica come Dinho.

PATO 7: come per Seedorf faccio pesare i gol decisivi nel momento clou. Ma non mi sento di dire che stagione fantastica di Pato! E lo voglio dire al più presto. Il prossimo anno esigo continuità e palate di gol.

INZAGHI 8: voto limitato praticamente alla sola notte col Real, in cui rivolta la partita come solo lui sa fare. Un gol importante a inizio campionato e poi tanti mesi in infermeria.

IBRAHIMOVIC 9: è colui che ha preso una squadra che cullava ambizioni e sogni di vittoria e l’ha portata in 4 mesi a trasformare i sogni in realtà. Come una mamma uccello, ha insegnato a volare ai figli e poi ha lasciato che facessero da soli :-D. Scherzi a parte, ha reso possibile lo scudetto trascinandoci per mesi e imponendo la sua ossessione per la vittoria. Senza di lui, sono pronto a scommettere che non sarebbe stato scudetto.

CASSANO 6: quando giochi quasi solo spezzoni, hai poco tempo per dare continuità al tuo gioco. Quindi lascio che parlino i numeri: un gol/assist ogni 80 minuti circa. Le partite di inizio 2011 (Cagliari, Udinese) e quella col Bari, senza Antonio probabilmente non sarebbe andate nello stesso modo.

ALLEGRI 8: squadra in testa da novembre a maggio, con miglior difesa, ottimo rendimento esterno, 4 sole sconfitte. Non c’è un solo giocatore di cui non abbia fatto a meno per infortuni o squalifiche, ma la squadra non ha mai perso competitività. Ha saputo modificare in corsa (squadra di qualità, poi 3 mediani, poi regista defilato, quindi Boa trequartista …) e soprattutto: si è preso la stima di una squadra viziata, pertanto non facile da conquistare. Non è immune da errori, ma sapreste dirmi chi caspita lo è?