Prima di iniziare con gli attesissimi e sempre contestatissimi voti, due precisazioni: i voti si riferiscono alla stagione per intero e, trattandosi di pagelle di fino anno, ho volutamente arrotondato per eccesso o per difetto i “mezzi voti”.
ABBIATI 8: sale alla ribalta per alcuni interventi decisivi in momenti particolarmente delicati, ma ha offerto prestazioni pienamente sufficienti durante tutto l’arco della stagione. Unico appunto: qualche infortunio di troppo.
AMELIA 6: media tra il 7 di Madrid dove evita la goleada e il 5 di altre prestazioni meno convincenti. Si becca l’accusa sciocca di portare iella, interrompe il tabù contro la Samp. Potrebbe lasciarci, non credo che nessuno piangerà.
ROMA 6: Due oneste presenze in Coppa Italia, che servono per constatarne la reale esistenza.
ABATE 9: come una partita può cambiarti la stagione e forse la carriera: la partita è quella col Real a San Siro. Ignazio, fin lì più panchinaro che titolare, annulla Ronaldo. Da quella sera è un crescendo costante in entrambe le fasi, fino a diventare una risorsa fondamentale per la squadra.
ODDO 6: tappa i buchi in situazioni di emergenza e lo fa in maniera discreta. Lascia traccia soprattutto nella trasferta di Napoli, grazie a due assist decisivi. Ha un altro anno di contratto, nella speranza che qualcuno possa essere interessato a comprarlo.
PAPASTATHOPOULOS 4: stecca col Cesena, torna a fine ottobre in due prestazioni un po’ così e poi finisce nel dimenticatoio fino alla semifinale col Palermo dove è causa determinante del 2-2. Stagione negativa per un giocatore probabilmente inadatto a certi livelli.
NESTA 8: 36 presenze, nemmeno poche rispetto a quanto mi aspettassi. E il livello è senza dubbio alto, anche se non può essere quello degli anni migliori. Carriera finita come titolare, come rincalzo e mentore può dare ancora qualcosa.
LEGROTTAGLIE S.V: 40 minuti con la Lazio, terminati in ospedale grazie a Kozak. E’ stato preso per allungare la rosa in un momento di totale emergenza e, fortunatamente, non c’è stato bisogno di lui.
YEPES 7: stagione da ricordare per una serie di prestazioni sempre positive (tanto da non far rimpiangere Nesta), caraterizzate anche da istinti da leader che non lo fanno passare inosservato a San Siro. Chapeau, Marione.
THIAGO SILVA 10: per la continuità di rendimento, per lo strapotere che dimostra contro ogni avversario. Sa fare tutto e in maniera splendida. Assolutamente il miglior uomo stagionale.
BONERA 4: una partita buona, una brutta e poi un paio di mesi in infermeria. Più o meno è questo il trend che caratterizza le sue ultime stagioni. Siamo ai limiti del caso umano. Qualcuno lo vuole?
ANTONINI 5: non ripete le buone cose dell’anno passato. Soprattutto nei primi mesi la sua fascia è terreno di conquista per gli avversari (nota a margine, un destro che gioca a sinistra, usando solo il destro è difficilmente concepibile, pur capendo l’esigenza di dover schierarlo lì giocoforza).
JANKULOVSKI 6: stagione ai margini, con le valigie già pronte e poi all’improvviso c’è bisogno di lui: due prestazioni senza sbavature contro Napoli e Juventus e (piccolissima) parte di scudetto che possiamo attribuire anche a Marek. Apprezzata la professionalità.
ZAMBROTTA 6: non è un terzino che fa sognare, ma con mestiere riesce spesso a strappare la sufficienza. Resterà come riserva di Taiwo.
DIDAC VILA’ S.V: puzzava di pacco e di pacco si trattava.