Milan – Juventus: zittiamoli!!!

San Siro ore 20:45. Milan – Juventus, il derby d’Italia, quello vero, quello tra la squadra più titolata nel mondo contro quella più carica di titoli nazionali: è comunque la partita più importante che la Serie A offre quest’anno – sfida che, oltretutto, potrebbe essere decisiva per l’esito del campionato.

Affronteremo la “goeba” in casa, veniamo da 2 vittorie consecutive in Serie A, e sembra che la durissima preparazione di Dubai stia iniziando a portare i frutti sperati, per un Milan che appare sempre più in forma, e che potrebbe aver vinto, ad Udine, il match che ti cambia la stagione, così come lo fu, lo scorso anno, la vittoria per 4-0 contro il Parma.

Ovviamente, l’assenza di Ibra e del Boa, oltre a quella dei lungodegenti, la cui lista fa tuttora impressione (Flamini, Aquilani, Gattuso, Merkel, Strasser e Seedorf) potrebbe pesare moltissimo, ma anche generare negli juventini un malcelato senso di sicurezza che potrebbe costargli molto caro, la stessa cifra che costò a noi lo stesso sentimento nella sfida del girone d’andata. Per non farci mancare niente pure Nesta è in forse, e quindi la nostra formazione, schierata con il 4-3-1-2 dovrebbe essere: Abbiati, Abate, Mexes, T. Silva, Mesbah, Nocerino, Van Bommel, Muntari, Emanuelson, Robinho, Pato.

Ritorna Emanuleson trequartista, ruolo dove l’olandese non sembra dare il meglio di se, ma Allegri ha fiducia in Urby, e le sue ultime prove disputate, dove l’ex lanciere ha dato prova di buona condizione fisica e di una certa brillantezza danno ragione all’allenatore. Torniamo in avanti, al duo Pato-Binho, quasi inedito, che ha brillato solo in Champions, nel match V. Plzen – Milan che ha visto i due verdeoro autori di una prova sottotono illuminata da due lampi di Pato che va in rete e offre l’assist a Binho, numeri di alta classe comunque, non sappiamo quanto riproducibili stasera….

Juventus che proviene, in campionato, da due pareggi e una vittoria in campionato, ultimi atti di una striscia positiva che dura da tutta la stagione; una Juve che sembra invincibile, molto più concreta dei continui ed assillanti pettegolezzi che l’allenatore e la dirigenza della vecchia signora ci propinano ormai ogni giorno. Siamo davvero molto contenti che bene o male, tra non molte ore sarà tutto finito e che si smetta con queste continue sconcezze mediatiche, queste ripicche di basso profilo, che, se non fanno male al calcio italiano, di certo non fanno divertire e, alla fine esasperano anche i più resistenti.

Oggi la Juve scenderà in campo, non avendo nemmeno un infortunato da lamentare (infatti il solo Marrone sembra in dubbio) con la formazione tipo schierata col 3-5-2 provato in allenamento composto da : Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Pepe, Quagliarella, Vucinic.

Un altra risposta potrebbe emergere dalla sfida di domani ovvero: il Milan, gioca meglio con, o senza Ibra? Questo è un quesito che mi interessa, molto di più della moviola assillante che, vinti o vincitori, ci propinerà gli 8000 rigori non dati alla Juventus…..

Quindi amici milanisti, sintonizzatevi tutti sul nostro LIVE e… FORZA MILAN !!!!!

La vittoria dei piagnoni

I piagnoni hanno vinto, ed hanno ottenuto tutto ciò che volevano. Mi riferisco naturalmente alla sorprendente sceneggiata messa su dagli juventini negli ultimi tempi, grazie alla quale sono facilmente passati da essere favoriti senza volerlo da arbitri e assistenti, ad essere favoriti punto e basta. Il pianto di Conte e Marotta dopo Parma ha infatti già avuto i suoi primi effetti positivi nella partita contro il Catania e da quel momento in poi sembra che arbitri e giudici sportivi abbiano paura di altri piagnistei.

La conferma della squalifica ad Ibrahimovic può a mio avviso essere inserita in quest’ottica di condizionamento, dato che i giudici hanno preferito confermare un’accusa già scritta piuttosto che ribaltarla dando adito a proteste e accuse di congiura inesistenti. La realtà e la giustizia sarebbero andate probabilmente da un’altra parte se Sabato si fosse giocata Milan-Siena o un’altra partita qualsiasi; invece il destino aha voluto legare strettamente la decisione alla posizione di una squadra che si ritiene danneggiata dalla condotta arbitrale degli ultimi tempi. E’ inutile dire che così non è stato, ma vallo a spiegare a persone incapaci di guardare oltre i 90 minuti e sempre pronte a tirare in ballo Calciopoli quando c’è qualcosa che non va dalla loro parte. Si sentivano vittime prima, si sentono danneggiati adesso: la musica sembra non cambiare mai, e i piagnoni vengono sempre più a galla.

Se vogliamo spostare il punto di vista sul Milan, secondo me la decisione del giudice non va a cambiare minimamente i piani di Allegri, che avrà sicuramente preparato la partita non contando sullo svedese. Le alternative ci sono e non è difficile pensare che da guaio la squalifica possa tramutarsi in vantaggio dato l’andamento delle due gare che abbiamo quest’anno disputato contro gli uomini di Conte. Ibra in quelle due gare non ha inciso e non ha nemmeno convinto, costringendo per di più il Milan al solito gioco scontato che contro squadre tatticamente ben organizzate come la Juventus ha fruttato poco o niente. Senza lo svedese i piani del Milan possono essere diversi: si può pensare di giocare in ripartenza e in velocità con l’ingresso di Pato o El Sharaawy accanto a Robinho oppure si potrebbe schierare Maxi Lopez fin dall’inizio come vera punta centrale. A mio avviso la decisione del giudice non influirà negativamente sulla prestazione del Milan e, spero, nemmeno sul risultato.

Ciò che desta maggiore preoccupazione è invece la condizione fisica di Boateng, lui si sempre più uomo chiave per il gioco di Allegri e per i movimenti dell’intera squadra. La sua assenza sarebbe molto più pesante di quella di Ibrahimovic per gli equilibri del Milan, vista anche la mancanza di sostituti all’altezza che porterebbe probabilmente il tecnico livornese ancora uno volta a schierare Emanuelson dietro le due punte: insomma una mezza promessa di suicidio. La speranza immaginaria è che una decisione compensi l’altra, portando il Milan al sacrificio di Ibrahimovic per avere Boateng a disposizione. Non resta che sperare in bene e lasciare la parola al campo, dove i piagnoni se la vedranno contro chi non fa drammi nemmeno con 13 infortunati, dove chi si lamenta al primo presunto torto subito affronterà chi di casi arbitrali non parla, anche quando bisognerebbe farlo. La palla passa al gioco reale, e stavolta a vincere non devono essere i piagnoni.

Verso la Superlega: come cambia la Champions

C’è chi l’ha sempre temuta rimanendo nostalgico delle vecchie coppa dei campioni e coppa delle coppe e c’è chi l’ha sognata da un pezzo. Stiamo parlando della superlega europea – ovvero un solo torneo di altissimo livello che vedrebbe coinvolti tutti i più grandi club d’Europa. Platini in questo senso nei suoi anni alla UEFA ha fatto passi da gigante, riuscendo a discapito dei posti concessi alle federazioni minori nella coppa più importante (si dice, per avere in cambio da queste il voto per la elezione) a rivalutare prima l’Europa League e tra poco i tornei di qualificazione agli Europei e ai Mondiali, centralizzando i diritti TV e cercando di creare dei “brand” come già in Champions League dove il rito di trovarsi stadi perfettamente con atmosfera e sponsor perfettamente identici in ogni parte d’Europa ha portato vagonate di denaro in questa competizione.

Più entrate e più posti in Europa. Sono queste le richieste dei grandi Club alla UEFA, soprattutto quelle delle federazioni maggiori (Italia, Spagna, Germania, Inghilterra) che hanno più club da Champions che posti nella massima competizione Europea. L’Europa League attuale non garantisce infatti ai club i ricavi della coppa dalle grandi orecchie, finendo di diventare una sorta di competizione “minore” e le enormi spese per la caccia ad un posto Champions finiscono per diventare grandi indebitamenti difficili da ripianare sotto il nuovo regime di Fair Play finanziario – l’esempio calzante è quello della Juventus che dopo aver fallito il posto Champions tre anni fa ha dovuto spendere più di 200 milioni in giocatori per arrivare, forse, quest’anno, nella massima competizione Europea o anche quello del Milan cui la mancata qualificazione alla Champions League del 2008/09 ha portato ad anni di austerity per ripianare il mancato ricavo.

Il giro di soldi che porta un posto Champions è importante: da quando nel 2003/04 scomparve la seconda fase a gironi riducendo da 17 a 13 il numero di partite per dare spazio ad una fase ad eliminazione diretta giocata interamente nella seconda parte di stagione i ricavi complessivi aumentano – toccando ora un picco di 1,1 miliardi di Euro l’anno. I grandi club sono arrivati quindi a chiedere garanzie alla UEFA per non rimanere fuori da questo giro di affari – le proposte sul tavolo sono tre e una di queste potrebbe essere attuata dalla stagione 2015/16. Impossibile modificare qualcosa prima di tale data, dato che sono già stati venduti i diritti TV.

Proposta A: Champions League a 64 squadre. La più semplice di tutte: raddoppio del numero di squadre a 64 con 16 gironi (eventualmente alternati otto in una settimana e otto in un’altra, con la Champions praticamente tutte le settimane nella prima parte di stagione). Passano le prime due per ogni girone, con 32 squadre ai sedicesimi che si affrontano ad eliminazione diretta. Si giocherebbero quindi solamente due partite in più, da 13 a 15 con le grandi nazioni che otterrebbero così otto posti in Champions League – sei diretti e due nei preliminari. Probabile – ma non certa – abolizione della UEFA Europa League.

Proposta B: Champions League di serie A e di serie B. La formula rimarrebbe invariata, ma non le partecipanti. Si verrebbero a creare due competizioni – la prima avrebbe tra 25/26 posti su 32 distribuiti tra le prime 10 nazioni del Ranking UEFA in base alla posizione: 4 per le grandi, 3 per le medie, 2 oppure 1 per le piccole. I restanti 6 posti vengono attribuiti dall’Europa League che sostituirebbe – di fatto – i preliminari di Champions League allargandoli e spalmandoli lungo tutto l’arco della stagione. Una formula che andrebbe contro quanto fatto finora da Platini, e quindi difficilmente attuabile.

Proposta C: Secessione dal sistema. Come già accaduto poco più di dieci anni fa nel Basket, i grandi club creano una lega a parte da loro gestita che gestisce un torneo a 48 squadre. Di questi posti alcuni rimangono fissi indipendentemente dai risultati, assegnati ai vincitori della Champions League del passato (Real, Barcellona, Milan, Inter, Juventus, Ajax, Manchester United, Liverpool, Marsiglia, Bayern Monaco, Borussia Dortmund…) e ai grandi club dei grandi paesi che non hanno mai vinto questa competizione (City, Chelsea, Arsenal, Valencia, Paris SG, Lione…). I posti restanti (circa 1/3) in base al “merito” garantendo comunque a tutti un periodo minimo di permanenza e una uscita in caso di risultati negativi, ridistribuendo i posti “fissi” nell’arco di tre anni. La formula dovrebbe incrementare il numero di partite aggiungendo nuovamente ulteriori fasi a gironi per incrementare il numero di scontri fra grandi club – appunto rendendolo simile ad una superlega. L’ipotesi resta la più difficile delle tre dato che andrebbero trovati dei partners commerciali che comprino la competizione coi miliardi necessari allo sviluppo.

Appare comunque probabile, se non certo, qualunque sia la soluzione adottata, l’incremento del numero di squadre italiane nella massima competizione continentale – ponendo così fine a tutte le discussioni attuali sul Ranking UEFA, fatte anche con poca coerenza da parte dei nostri media. Quando il Milan ha retto la baracca con 4 semifinali in 5 anni che hanno contribuito a salvare la 4° squadra italiana del Ranking (a proposito – il periodo nero del calcio italiano in Europa coincide col post-calciopoli e i 4 scudi dell’inter, casualità?) non importava a nessuno, quando ad avanzare era l’Inter di Mourinho o ora il Napoli ecco che l’Italia si riscopre patriottica – strano, ma vero.

Destinazione Monaco – 12° Puntata: Poca roba

Ayew, che male! (cit. tuttosport)

Riprendo con questo post la rubrica “Destinazione Monaco”, dopo che la settimana scorsa mi trovavo in ben altri lidi (più precisamente, in una città sede di un ottavo di Champions e che, a differenza di quanto detto da Diavolino nello scorso post, non è in Baviera). Avrei di sicuro preferito riprendere raccontando di una giornata più divertente, piena di gol e di giocate spettacolari: ma tant’è, le prestazioni viste in questi giorni non fanno che confermare la mia convinzione che, se non si fanno cazzate, andare lontano in questa Champions’ non è una chimera.

Si inizia da martedì, e precisamente da martedì pomeriggio: il CSKA blocca il Real Madrid sull’1-1. Non basta Cristiano Ronaldo per gli spagnoli, i moscoviti pareggiano rocambolescamente al 95° minuto con una rete di Wernbloom. Ma la pratica della qualificazione non sembra tanto difficile per il Real: certo che, al ritorno, su certe disattenzioni non si può assolutamente transigere. O si finisce come le due di Manchester. Nemmeno i madrileni, comunque, sono sembrati la squadra che sta dominando la Liga: nelle partite secche hanno ancora una marcia in meno rispetto ai loro diretti rivali spagnoli. 

Ma il match-clou del martedì è ovviamente Napoli-Chelsea: supportati, più che dal comunque caloroso pubblico del San Paolo [che continua a fracassare i cosiddetti su come “noi siamo i migliori, sei anni fa eravamo in C1, dovete portarci rispetto”], da una stampa ampiamente favorevole [ne potete vedere un esempio dai tweet di Trevisani di martedì sera, un cui sunto potete vedere sulla nostra pagina Facebook], i partenopei battono per 3-1 gli inglesi. Nulla da dire, la vittoria, arrivata grazie all’indemoniato duo Lavezzi-Cavani dopo il gol iniziale di Juan Mata, Ma Chelsea e Arsenal, c’è da ribadirlo per chi fa orecchie da mercante, hanno gli stessi punti e lo stesso rendimento tra Campionato e Coppe, dunque non si può dire che [assodato che entrambe le londinesi siano poca cosa] la vittoria degli azzurri abbia un peso maggiore di quella rossonera.

Si arriva dunque a mercoledì, con due partite che hanno visto impegnate quattro squadre di una pochezza esasperante nella costruzione di gioco, entrambe decise da due gol nei minuti finali. Per lasciarvi, come piace a me, la parte più dolce alla fine, iniziamo dalla sfida dello St. Jakobs Park di Basilea: i padroni di casa hanno sorprendentemente battuto il Bayern Monaco 1-0. La partita, inizialmente roboante (occasioni da entrambe le parti, un palo e una traversa in due minuti per gli svizzeri) ma dal prosieguo alquanto soporifero, è stata decisa da un gol di Stocker all’86°. Il Bayern non conferma le aspettative degli anni pari [che, negli ultimi tempi, sono stati sempre forieri di successi] e denota scarsa finalizzazione, mentre il Basilea, dopo la sconfitta dell’APOEL, diventa la vera sorpresa di questa Champions’, con tante probabilità di passaggio del turno. Forse si è comportato meglio di come avrebbe fatto lo United…

1-0 in casa, dunque. Ma è 1-0 in casa anche il risultato del Marsiglia contro la seconda squadra di Milano. La quarta sconfitta consecutiva – exploit incredibilmente mai raggiunto in un’era con annate tanto ridicole quanto quella Moratti – dei prescritti è stata sì rocambolesca, essendo arrivata con un gol di Ayew su calcio d’angolo nell’ultima azione della partita, ma non certo immeritata: la squadra con l’età media più alta della storia della Champions giocato da piccola, con catenaccio e contropiede. Non che l’undici di Deschamps – che, va ricordato, ha concluso il girone dietro l’Arsenal – abbia fatto meglio, sia chiaro: con un controllo di palla da Lega Pro, hanno completato il bel quadretto di una partita che ha ricordato uno scontro scapoli-ammogliati più che una partita della massima competizione europea (vien la depressione, a pensare che c’era stata Manchester City – Porto in EL). Ma è stato un po’ il contesto generale: a parte noi e il Barça, non c’è tantissima roba. Senza presunzione, quest’anno si può pensare di andare tanto avanti.

La forma che torna

Le ultime due prestazioni dei rossoneri, rispettivamente contro l’Arsenal e Cesena, hanno dato pieno risalto alla rinnovata e tanto agognata forma fisica dei milanisti. Il pesante lavoro svolto a Dubai ha pesato e non poco sulle gambe, in alcuni casi già logore dall’età e dagli infortuni, e si è reso necessario forse troppo tempo per assistere ad una forma accettabile.

E’ difficile però dire se i Gunners ed il fanalino di coda della Serie A Cesena siano un banco di prova accettabile per valutare l’effettiva freschezza atletica rossonera. L’Arsenal non se la sta passando certamente bene, dove il tanto decantato Wenger non raccoglierà nulla per il settimo anno consecutivo, forse troppo nonostante le ingenti spese della dirigenza londinese. Il Cesena di Campedelli, invece, è solamente un lontano parente della squadra bianconera vista l’anno scorso, quella stessa formazione che all’esordio di Ibra e Robinho ci rimandò a casa con le ossa rotte.

Non sminuiremo certamente però la prestazione rossonera: la Champions è sempre la Champions, e comunque l’Arsenal è sempre una squadra della Premier League, quindi una prestazione non all’altezza avrebbe comunque potuto portare un risultato negativo, non giriamoci troppo attorno.

Se prima avevo criticato Allegri, per aver insistito testardamente sull’utilizzo di Emanuelson, ora devo ritornare sui miei passi, dando atto al tecnico che la sua perseveranza sta dando i suoi frutti, con finalmente il giocatore olandese inserito negli schemi di gioco, unitamente ad un Robinho che, abbandonato il suo solito periodo funky di piede a banana, è ritornato ad essere un giocatore brasiliano e non la controfigura di Darko Pancev de noartri.

Proprio mentre scrivo questo articolo, il Napoli sta rifilando 3 pere al Chelsea, ennesima squadra che conferma il periodo nero del calcio inglese: vedere le due squadre di Manchester giocare in Europa League fa sempre impressione, vedere il Chelsea giocare di merda no, con Ancelotti era la squadra più inguardabile e noiosa d’Europa.

La partita di Sabato sarà il vero banco di prova per i rossoneri, un vero spartiacque di questa stagione: una vittoria nello scontro diretto potrebbe voler dire molto sul morale delle due squadre, nonostante manchino ancora un mare di giornate alla fine del campionato. La Juve ha dimostrato di lasciare molti punti per strada contro squadre di seconda fascia, ed il Milan non dovrà mollare neanche un centimetro di terreno conquistato con il sudore di una rosa falcidiata in continuazione dagli infortuni più o meno gravi. Il potere, un giorno, giocare ad armi pari contro una Juve sicuramente meno dotata di noi tecnicamente sembra oramai una chimera, ma il riuscire a stare davanti con 12 titolari fuori, dicendolo alla Franco Ordine, deve far riflettere tutti.

Attendendo la sfida delle sfide sabato a San Siro, prepariamoci tutti quanti con quanti più indumenti ed accessori azzurri avete. Napoli? No, avete capito molto male, la squadra di Deschamps ha bisogno di tutto il nostro supporto psicologico, quindi, tutti assieme appassionatamente a tifare Marsiglia nella sfida di domani. Non sono sportivo? Dovrei pensare al ranking UEFA? Mi dispiace, ma l’Inter è il mio miglior anti-depressivo naturale, meglio del cioccolato e di Seedorf in tribuna. Non ci posso fare nulla.

Il momento del Milan in attesa del big-match

Questo Milan lo si può processare, azzoppare, criticare, ma attualmente ad ogni colpo risponde con una vittoria sul campo. Dopo un gennaio pietoso, frutto di chissà quale lavoro a Dubai, il Milan cambia pelle e a Udine innesca la prima di tre vittorie consecutive fondamentali in chiave italiana che europea. Contro la squadra di Guidolin, imbattuta al Friuli, Maxi Lopez con un goal e un assist ad El Shaarawy trascina i rossoneri ad una vittoria sofferta, ad una vittoria di cuore. Quindi la magica notte con l’Arsenal, coi Gunners annientati per 4 a 0 da Ibrahimovic (un goal e due assist) e compagni. Ma la tegola è dietro l’angolo e Boateng, magnifico contro i londinesi e non solo per la sassata dell’1 a 0, si riferma (si parla di un mese buono), così come si ferma Pato (e siamo all’infortunio numero 15…).

Allegri, che nel frattempo ha perso anche Seedorf (sempre con l’Arsenal), Nesta e Mexes, lancia Muntari dal primo minuto e Emanuelson trequartista. Ed è l’ex Inter che subito inizia a sollevare i primi sfottò per l’ammonizione per poi ribadire in rete da rapinatore d’area una goffa respinta di Antonioli su punizione di Thiago Silva. Esordio con goal per Sulley, e il Manuzzi diventa rossonero. Quindi Urby (primo goal in Serie A e miglior prestazione in rossonero), e Robinho (al terzo gol in due partite, i miracoli esistono) propiettano il Milan ancora virtualmente primo nella sfida con la Juventus che, intanto, fà fruttare le proprie lacrime con un arbitraggio decisamente casalingo contro gli uomini di Montella. Il Milan c’è, ribatte colpo su colpo, sfiga su sfiga, con prestazioni convincenti e con tante reti, leggasi i 17 i marcatori stagionali, segno di una coralità ben organizzata dal mister. Contro la Juventus non sappiamo chi potrà esserci, si parla di Aquilani e di Mexes. Non lo sappiamo. Anche Ibrahimovic sarà incerto fino a due giorni prima della sfida.

In compenso spezzo delle lance in favore ai nuovi arrivati: Mesbah è davvero un gran bel terzino, che sa coprire, fare le diagonali, costantemente in sovrapposizione sulla fascia, dotato di un bel cross. Una piacevole sorpresa per chi non lo conosceva, sottoscritto compreso, che però è diventato davvero un suo ammiratore. Bravo Galliani dunque a procurarselo per la modica cifra di 350 mila euro più 800 mila euro di ingaggio. Quindi Muntari, ennesimo scarto dell’Inter che speriamo faccia rimanere Amantino Mancini l’unica pippa che ci hanno rifilato da Corso Vittorio Emanuele II (ma era un uomo di Leonardo e del suo 4-2-fantasia). Non montiamoci la testa, una rondine non fà primavera, ricordo perfettamente il nostro AD dopo l’esordio di Oliveira dichiarare “son 20 anni che faccio mercato”. Però la prima uscita del ghanese mi è piaciuta, goal a parte, buoni movimenti, una sola sbavatura dietro, buona intesa con Ambrosini e Van Bommel. Insomma, è stato preso per far rifiatare i mediani in campionato, diamone atto. Costato zero. A mezzo milione da Catania arriva Maxi Lopez, eroe di Udine, che a Cesena non si è ripetuto ma la cui partita è stata sicuramente più che sufficiente. Da solo in mezzo a quattro, se non cinque, difensori, pressava su tutto il fronte d’attacco visto che Robinho era molto largo; inoltre l’argentino andava a saltare di testa, recuperava palloni, faceva risalire la squadra. Tutti movimenti da attaccante che deve giocare spalle alla porta e che ha portato coi suoi movimenti i giusti corridoi per i goal di Emanuelson e Robinho. Inoltre Maxi Lopez non arriva come nuovo Shevchenko, ma come nuovo Tomasson o vice Ibrahimovic. Ed un giocatore così è manna dal cielo.

Chiudiamo con Inzaghi, la cui presenza numero 200 in Serie A col Milan dura appena 3 minuti. D’accordo, ma con Inzaghi sarà sempre polemica, se gioca, se non gioca, quanto gioca. Si fischia la dirigenza per la scarsa programmazione e poi si pretende rispetto per un attaccante di 38 anni. Il Milan non può subire sempre il suo processino settimanale o avere l’asterisco di fianco alle sue vittorie. Godiamoci la classifica, godiamoci questo momento. Sabato c’è la Juventus e vediamo che piega prenderà il campionato. Partita importantissima ma non fondamentale, perchè ricordiamoci all’andata dopo aver perso 2 a 0 a Torino quanti punti avevamo dai bianconeri, e quanti ne abbiamo invece oggi. Perchè il loro calendario diventa più fitto e insidioso, e noi prima o poi i nostri infortunati inizieremo a recuperarli. Detto questo, per me se mancherà Ibrahimovic è un peccato, ma in questa sfida mancherà sicuramente più Pato, quello che conosciamo, non quello delle foto col berretto o delle prime alla Scala. Perchè il Milan se è veloce è imprevedibile, mentre Ibra se non ha giocatori con cui dialogare si allontana troppo dalla porta, e il solo Robinho non è abbastanza. Partita dove l’assenza di Boateng peserà tantissimo, ma c’è uno scudetto da vincere, e a San Siro ce ne si gioca una fetta importante. 

Sgomitando verso Milan – Juventus

httpvhd://www.youtube.com/watch?v=OcyLfcWbELs

L’avrete visto in queste ore perlomeno tutti – dato che dal caricamento di ieri sera sul nostro canale Youtube si è diffuso rapidamente per tutta la rete. E’ stato anche ripreso da Milannews, Panorama, Milanlive e si sta diffondendo a macchia d’olio. Non è nemmeno la prima volta che al Pirlo Juventino capitano questi episodi dato che sempre in questo campionato, sempre contro il Genoa, lo stesso Pirlo fu protagonista di episodio analogo contro Palacio. Se aggiungiamo la simulazione contro il Parma possiamo trovare in Andrea Pirlo la perfetta immagine di quello che è la Juventus in questo momento: una società che conscia della propria inferiorità tecnica in questo momento sta cercando di raccattare fuori dal campo qualche comunicato.

In questo senso le parole di Allegri dopo Cesena – Milan sono state più che un avvertimento:

“Il gol di Chiellini è stato un bellissimo gol che ha schiacciato l’avversario, ogni tanto i falli non si fischiano. Non è che l’arbitro ieri è stato impeccabile perché non ha fischiato fallo. Io non ho mai parlato degli arbitri, fortunatamente è andata così perché se no andavamo avanti una settimana con la messa… gli arbitri…”

In queste tre, stupende righe, è sintetizzato tutto il pensiero rossonero. Nessuno ha osato parlare di quello che – contro il Catania – è stato oggettivamente un arbitraggio a favore della Juventus dopo la patetica scena di mercoledì. Il pensiero di Allegri è stato questo: meglio che non se ne parli, ma se l’arbitro come a Parma avesse preso una decisione giusta ci sarebbe stata un’altra settimana di ingiustificate polemiche.

Come ho già scritto ieri, Milan – Juventus si gioca anche fuori dal campo e l’avvertimento di Allegri è stato chiarissimo: al prossimo piagnisteo contiano il Milan ci sarà e risponderà colpo su colpo. La data forse la sappiamo già – è giovedì quando verrà discusso il ricorso su Ibrahimovic e vedremo se tutto l’ambiente bianconero sarà pronto a gridare al complotto per quella che sarebbe una decisione sacrosanta dati i precedenti (Milan-Bari).

Tornando al video su Pirlo difficilmente sarà applicata la prova televisiva, dato che l’arbitro era lì e ha visto tutto ad un metro. Stupisce invece non solo come non sia stato dato nemmeno fallo – in una gara in cui i difensori bianconeri avevano licenza di uccidere, ma come le televisioni abbiano ignorato l’episodio – non permettendoci di chiarire effettivamente l’entità di un contatto che rimane ancora decisamente dubbio.

Non è la prima volta che la Juventus viene graziata su episodi del genere, ma la domanda che mi pongo io è sempre la stessa: se al posto di Pirlo ci fosse stato Ibrahimovic quanti replay avremmo visto? L’avremmo saputo dopo 5 minuti o due giorni dopo come in questo caso? Nella stessa partita, peraltro, sempre il numero 21 bianconero bestemmia dopo aver preso una traversa su punizione – e ricordando quanto accaduto in Cagliari – Milan il dubbio rimane.

Se questa è la parità di trattamento chiesta da Conte non possiamo assolutamente adeguarci – inammissibile aver messo sotto pressione in quel modo Brighi per la gara contro il Catania dopo un girone d’andata in cui agli arbitri aveva detto tutto bene. Inammissibile appellarsi al numero dei rigori secondo una assurda teoria per la quale il numero dovrebbe essere uguale per tutti – certo, non simulare al minimo contatto pur di ottenerli (vero Vucinic? vero Borriello?) aiuterebbe ad averne.

Purtroppo in Italia paghiamo ancora il fantasma di Mourinho, che a mettere pressione sugli arbitri era maestro – prima è stato Mazzarri e ora Conte. In Inghilterra per delle dichiarazioni del genere ci si prende dalle tre alle cinque giornate di squalifica – a quando questa cultura in Italia? O forse la favola dell’Ibrahimovic violento, del Milan a cui “regalano i rigori” e della Juventus penalizzata vende di più?

Cesena – Milan 1-3: Up & Down

Up

Botta…

Silvio Berlusconi: Dopo aver parlato in settimana del centravanti prelevato dal Lecce, si è precipitato in sala stampa a tessere immediatamente le lodi al nuovo trequartista prelevato dall’Atalanta.

Robinho: “Auguri a Zambrotta per i suoi 70 anni”. C’è bisogno di aggiungere altro?

I Maya: in neanche cinque minuti segnano prima Muntari e poi Emanuelson. Oh, non so voi ma se questi sono i segni io mi sto cagando sotto!

Filippo: dopo lo striscione di venerdì ha avuto il proprio momento di gloria recandosi ad Appiano Gentile. Lì, infatti, Ranieri lo ha provato in allenamento e ha scoperto che difende meglio di Lucio e Ranocchia.

Down

… e risposta!

Clarence Seedorf: importante la sua assenza nella gara di oggi – una delle due squadre in campo ha infatti pagato a caro prezzo il fatto che l’olandese oggi non sia sceso regolarmente in campo. Purtroppo per lui era il Cesena.

La Juventus: nonostante la vittoria viziata da due grossolani errori arbitrali nella gara contro il Catania, uscirà a breve un secondo comunicato dato che non hanno ricevuto alcun rigore a favore.

Rino Gattuso: polemica tra il centrocampista calabrese e lo staff medico del Milan: dopo aver visto Muntari segnare, infatti, Gattuso è andato immediatamente a chiedere cure aggiuntive per l’occhio sinistro.

Taye Taiwo: Cesena, ecco qui i miei consigli per battere il mil…. oh vaffanculo!

Cesena – Milan 1-3: la storia si ripete?

Dopo Pirlo, Seedorf, Crespo, Ronaldo e Favalli la storia pare ripetersi un’altra volta. Nemmeno il tempo di lasciare l’Inter che Sulley Muntari spazza via tutte le perplessità legate al suo acquisto da parte della società rossonera. E’ suo il primo gol che ci porta in vantaggio in una trasferta su un campo difficile come quello di cesena, seguito dal raddoppio, poco dopo, di Urby Emanuelson che dopo 32′ chiude la gara e le residue speranze juventine di gufata.

Si allunga – e comincia a non essere un caso – la striscia di vittorie senza Ibrahimovic in una delle gare in cui lo svedese era solito essere decisivo. E’ stata più di ogni altra stavolta la vittoria di Allegri che – supportato dalla condizione fisica – ha saputo  evitare di dare punti di riferimento a centrocampo: Muntari, Emanuelson, Robinho si sono alternati data la loro duttilità tattica sapendo allargare il gioco sugli esterni, favoriti anche da una pessima disposizione in campo degli uomini di Arrigoni che hanno concesso le fasce laterali.

Arriviamo allo scontro diretto in testa alla classifica, potenzialmente a due soli punto dalla Juventus (sempre che vinca sul non facile campo di Bologna) – inutile dire che il campionato si deciderà sabato prossimo: in caso di vittoria torniamo prepotentemente i favoriti, in caso di sconfitta è difficile, a questo punto, una rimonta. Perdiamo di fatto un punto dai bianconeri nelle prime cinque giornate di ritorno – ma avendo giocato con Udinese, Lazio e Napoli mentre chi è davanti ha speso punti in gare molto più agevoli. Fondamentale quindi tenerci davanti o perlomeno a distanza di aggancio, dato che passato lo scontro diretto il calendario ci sorriderà.

Passando alle note dolenti della partita, Maxi Lopez è apparso completamente fuori dal gioco, giocando quella che è la peggior partita della sua annata rossonera. Lento, spesso anticipato e falloso è stato un vero e proprio peso per la squadra nella gara odierna cancellando quanto di buono fatto a Udine. L’errore più grave della partita, a mio avviso, è stato un calo generale di concentrazione dopo il gol del 3-0, assolutamente non da grande squadra e che potrebbe far paura non tanto per la gara di oggi ma in vista di quella che andremo a giocare a Londra il 6 marzo. Questione portiere: Abbiati non mi dà più sicurezza – e non solo per l’errore sul gol dell’1-3 ma anche per la scarsa abilità nell’uscita – non so se Amelia sia migliore ma questa estate va assolutamente trattata.

Al di là di queste ragionevoli sviste la partita di oggi diventa un’altra vittoria di Allegri che è riuscito nuovamente – dopo cause di forza maggiore (leggasi squalifica di Ibrahimovic) a mettere in risalto le capacità dei palleggiatori rossoneri riuscendo ad allargare l’azione di gioco su tutto il fronte d’attacco anche contro squadre come il Cesena oggi che tendono naturalmente a chiudersi.  Rimane però un atto di presunzione quell’entrata di Inzaghi per i 3′ di recupero – impossibile non vederla come una ulteriore umiliazione per il numero nove rossonero che non si merita per nulla.

Arriviamo quindi nel momento migliore alla sfida con la Juventus dal punto di vista mentale – non da quello fisico dopo le ricadute di Boateng e Pato (valeva veramente la pena rischiarlo sul 4-0 a 10′ dalla fine?). Sarà quindi necessario, a differenza di quanto accaduto la settimana del derby, saper vincere la partita anche fuori dal campo e il primo round sarà giovedì, quando sarà discusso in corte federale il ricorso per Ibrahimovic. E’ una cosa che non è da Milan e non ci piace fare – ma non è stato, ed è meglio ricordarlo, il Milan a portare la lotta per il titolo fuori dal rettangolo di gioco con le spiate da bimbi delle elementari al termine di una gara di coppa Italia e i comunicati stampa.

Chiusura doverosa dedicata alla seconda squadra di Milano, tornata alle distanze di competenza prima che Guido Rossi falsasse quattro campionati: il coro “Josè Mourinho” cantato dalla nostra curva in segno di scherzo oggi a Cesena fotografa benissimo il momento di chi – come uno Schettino qualunque – quando la nave affonda è il primo a voler scappare via con la bella amata.

CESENA-MILAN 1-3 (Primo tempo 0-2)
MARCATORI: Muntari (M) al 29′, Emanuelson (M) al 31′ p.t.; Robinho (M) al 10′, Pudil (C) al 20′ s.t.
CESENA (4-4-2): Antonioli; Comotto, Benalouane, Rodriguez, Rossi, Santana (dal 37′ st Martinez), Colucci (dal 26′ st Guana), Parolo, Pudil, Iaquinta, Mutu. (Ravaglia, Ceccarelli, Del Nero, Martinho, Malonga). All.: Arrigoni.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Bonera, Thiago Silva, Mesbah, Nocerino, Ambrosini (dal 5′ st Van Bommel), Muntari, Emanuelson, Maxi Lopez (dal 45′ st Inzaghi), Robinho (dal 31′ st El Shaarawy). (Amelia, Yepes, Zambrotta, Antonini). All.: Allegri:.
ARBITRO: Valeri di Roma.
NOTE – Spettatori 20.021 per un incasso di 420.909,47 euro. Ammoniti Benalouane, Colucci e Muntari per gioco scorretto, Mutu per comportamento non regolamentare. Angoli: 5-4 per il Milan. Recupero: 0′ p.t. e 3′ s.t..

Cesena – Milan: LIVE!

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TRA I BIANCONERI DI UDINE E QUELLI DI TORINO IL MILAN A CESENA PER MANTENERE LA VETTA. C’E’ UNA VENDETTA DA GUSTARE IN UN CAMPO SU CUI NON SI VINCE DA OLTRE VENT’ANNI: SE VOLETE SAPERE SE I ROSSONERI SBANCHERANNO IL MANUZZI, SEGUITECI IN DIRETTA, DOMENICA, DALLE 15 SU ROSSONEROSEMPER!

Cesena – Milan: emergenza

Stadio Dino Manuzzi, ore 15.00. Ce l’abbiamo tutti ancora salda nella mente: era la seconda giornata di campionato e il Milan dopo una sonora vittoria nella gara col Lecce andava a Cesena per la seconda giornata di serie A perdendo 2-0 e facendoci rivedere per una sera i fantasmi del mediocre Milan leonardiano. A un anno e mezzo di distanza torniamo su quel campo con l’obiettivo principale di riscattare quella partita. Una vittoria ci permetterebbe di rimanere agganciati alla Juventus che dopo la vittoria sul Catania (viziata da una punizione inesistente da cui nasce il gol dell’1-1 e Chiellini che strattona e atterra Bergessio in occasione del 2-1: fare i comunicati, evidentemente, serve) è tornata temporaneamente in testa.

Di quella formazione che perse in terra emiliana oggi giocheranno, tra infortuni e squalifiche, solamente quattro elementi: Abbiati, Thiago Silva, Bonera e forse Ambrosini in ballottaggio dal 1′ con Van Bommel. La difesa sarà quindi completata da Abate ed Antonini mentre a centrocampo agiranno Emanuelson e Nocerino insieme al numero 4 con Robinho favorito su El Sharaawy per il posto di fianco a Maxi Lopez. Difficile stabilire invece il momento di forma del Cesena, date le sole due partite giocate nel mese di Febbraio a seguito dei numerosi rinvii per neve. In entrambe comunque la squadra di Arrigoni ha saputo mettere in difficoltà le grandi pareggiando col Napoli e concludendo il primo tempo di Roma contro la Lazio in vantaggio di due gol.

Perdere o pareggiare oggi significa perdere il campionato – risultato obbligatorio quindi i tre punti che ci riporterebbero allo scontro diretto con la Juventus in testa alla classifica – e farlo vincendo su un campo dove non passiamo da più di 20 anni, è il segnale migliore da dare ad una squadra di Torino che ogni giorno che passa si scopre sempre meno forte e sempre più aiutata. Forza ragazzi, andiamo a prenderci quello che ci spetta di diritto!

Comunicato ufficiale Catania Calcio

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Catania Calcio pubblicato sul proprio sito al termine della partita contro la Juventus:

Catania Calcio 1946 ribadisce e sostiene quanto dichiarato dall’allenatore Vincenzo Montella, dal consigliere Pietro Lo Monaco e da Gonzalo Bergessio al termine dell’incontro. La società si augura che la parità di trattamento, che sta perseguendo e perseguirà in ogni sede, venga applicata sempre in conformità con le regole del giuoco del calcio e della giustizia sportiva e ordinaria

Alla via così…

Ora che la forma pare essere tornata un minimo decente e con l’infermeria in fase di svuotamento, possiamo tornare a sperare di rivedere su questi schermi un Milan degno della maglia rossonera: questa speranza è suffragata dal ritorno, in primis, di Kevin-Prince e del buon Alberto Aquilani, che tornerà a dare qualità in mezzo al campo, nulla togliendo però ad una delle cose migliori che poteva fare Clarenzio: stirarsi. Vogliamo chiamarla cabala, fato o caso, ma questa assenza forzata di Seedorf spero ci dia gli stessi risultati dell’allora infortunio di Pirlo, quando la mancanza della sua immensa classe in mezzo al campo ci regalò una serie di risultati positivi consecutivi che ci portarono, alla fine, alla conquista dello scudo.

Leccandoci ancora le insanabili ferite lasciate dalla dipartita del bresciano (lo so, sono pedante su questo argomento, ma non mi stancherò mai di festeggiare l’evento…), andiamo spediti verso la trasferta di Cesena, su un campo che l’anno scorso vide i nostri incassare due belle pere e tornare a Milano con la bellezza di zero punti contro una neopromossa. Il Cesena, però, non è più la squadra vogliosa di strafare dell’anno scorso, e si spera vivamente che un bel trio formato da El92, Maxi e Boateng possa chiudere la pratica rapidamente. Il redivivo Pato, tornato a disposizione di Allegri ed in attesa del prossimo stop muscolare, che arriverà supponiamo entro 4/5 settimane, necessita di incamerare minuti nelle gambe, quindi è probabile un suo impiego a fianco di Maxi Lopez.

Inutile sottolineare come sia obbligatorio conquistare 3 punti per mettere continuamente sotto pressione la tanto maltrattata e bistrattata Juventus, che, nonostante il complotto dell’FBI, del KGB e soprattutto di mia nonna in carrozza, riescono a strappare ogni tanto qualche punto alle avversarie. Fantastiche le ultime dichiarazioni del tecnico boema del Pescara Zdenek Zeman: «Si lamentano tutti, però secondo me in quella gara, l’unico rigore chiaro era quello in favore del Parma per il fallo su Giovinco»: chapeau. Vedere la Juventus lamentarsi degli arbitraggi, per inciso a sproposito, è come vedere le manifestazioni di protesta dei parcheggiatori abusivi a Napoli: una cosa piuttosto insopportabile.

Dopo l’abbuffata di goal da parte del Catania nell’ultimo turno di campionato, speriamo che Bergessio e compagni abbiano in serbo qualche sorpresa per i bianconeri, anche se il campo di Torino è stato spesso determinante. Ma se pensavate che le soddisfazioni fossero finite mercoledi, vi sbagliavate di grosso: forse non avevate tenuto conto del venerdi sera marrone-azzurro. Come volevasi dimostrare, l’Inter ha colto nuovamente l’occasione per dare lustro al proprio nome ed alla propria storia, confermando quando di buono fatto sin d’ora con la gestione Ranieri. La standing ovation è d’obbligo, al confronto la migliore puntata di Zelig è un’accozzaglia di battute senza costrutto: solo l’Inter può dare le soddisfazione dell’Inter. In quel campo non ci sono rivali: che invidia.

Caracciolo, Di Vaio, Acquafresca, acqua chiara, la seconda squadra di Milano sta continuando ad esprimere un gioco veramente inguardabile, dove il solo Snejder si aggira, vestito con una tunica marrone di lana grezza e la Bibbia in mano, cercando di predicare il verbo del gioco non buono, ma almeno decente, tra le corsie della casa di riposo Appiano Gentile. Il richiamo del FC Anzhi Makhachkala si fa sempre più forte, un eco al quale i giocatori nerazzurri determinanti non sanno proprio resistere.

Pianti, lacrime e mistificazioni: è tornata la Juventus

Juventus Football Club ribadisce e sostiene quanto dichiarato dall’allenatore Antonio Conte, dal consigliere Pavel Nedved e da Andrea Pirlo al termine dell’incontro. La società si augura che la parità di trattamento, che sta perseguendo e perseguirà in ogni sede, venga applicata sempre in conformità con le regole del giuoco del calcio e della giustizia sportiva e ordinaria

Antonio Conte esulta dopo il rigore non dato al Cagliari

Che “FC Juventus” e “competizione pulita” fossero due termini tra di loro antitetici lo sapevamo già da un pezzo. Lasciando stare Calciopoli basti tornare più indietro nel tempo, al processo doping con Agricola o ancora alla coppa vinta sul campo con un rigore fuori area in quell dell’Heysel in una partita fuffa in cui Platini ebbe anche il coraggio di esultare di fronte ad un settore dove erano morti 39 tifosi. Un anno di B – pena lieve per chi dopo quanto aveva fatto nel 2006 meritava la cancellazione dal calcio professionistico – non ha evidentemente fatto sparire dal volto degli uomini di Agnelli quella arroganza che, grazie alle numerose pressioni, gli ha permesso di essere la squadra con più titoli in Italia nonostante la grande differenza tra noi e loro in Europa, dove si sa che rubare è molto più difficile.

Mi riferisco ovviamente al vergognoso comunicato con cui la seconda squadra di Torino appoggia le esternazioni di Antonio Conte dopo la gara col Parma – un capolavoro di mistificazione informativa. Innanzitutto dopo quanto accaduto nel girone di andata, fa veramente specie pensare che la Juventus è stata sfavorita dai direttori di gara: basti andare a vedere la classifica su calciomercato.com settimanalmente redatta per rendersi conto di tutto ciò. Conte però ci racconta un’altra realtà, quella in cui se la Juventus è danneggiata dai direttori di gara non se ne parla. In realtà la Juventus non è stata danneggiata nemmeno nelle due gare contro il Siena (mancata espulsione a Borriello) e contro gli emiliani (mancato rigore – quello esistente – su Giovinco) ma di questo non se ne parla. Allora Conte ci racconta veramente un’altra realtà, dato che sui numerosi episodi arbitrali a favore della Juventus si è glissato in fretta mentre di questi, dubbi, ne stiamo ancora parlando: i due bagher pallavolistici col Cagliari sono a quanto pare finiti in fretta nel dimenticatoio. Ci racconta un’altra realtà quando parla di stampa a loro nemica – la stessa stampa che fa passare in sordina il fatto che i bianconeri arrivino da due settimi posti o il fatto che una italiana negli ottavi di Champions League abbia vinto 4-0 contro una big europea. La stessa stampa che continua a calcare il dito contro il Milan per la cessione di Pirlo nonostante i numeri siano poco diversi da quelli dell’ultima annata rossonera e inferiori a quelli di Aquilani.

Perché quindi la Juventus fa tutto questo? I motivi sono molteplici. In primis chi si lamenta in questo modo lo fa perché sa di essere meno forte, e perché è ben conscio che con la cosiddetta “parità di trattamento” da loro invocata sarebbe molto più indietro in classifica. Lo fa quindi perché ieri doveva essere discusso il ricorso di Zlatan Ibrahimovic – abilmente rinviato di una settimana dall’avvocato Cantamessa onde evitare che tutto ciò possa influire su una decisione sacrosanta (quella di ridurre a due giornate) che, stiamo certi, verrà vista già come un complotto. Lo fa per giustificare un eventuale risultato deludente di fronte agli occhi dei propri tifosi – c’è sempre uno stadio da riempire ogni domenica, uno stadio che ottiene il tutto esaurito non per un particolare affetto dei tifosi verso la squadra, ma per la sua piccolezza – 31 mila posti circa, meno degli spettatori ottenuti in ogni singola partita dai campioni d’Italia in carica: una Juventus non competitiva lo riporterebbe a quei 20mila già visti lo scorso anno o, ancora prima, al Delle Alpi.

C’è poi la terza via – quella più semplice e immediata. Ovvero che da calciopoli non sia cambiato nulla: la Juventus ha sempre fondato gran parte delle sue vittorie sulle pressioni alle giacchette nere – in questo senso fecero storia e scalpore le dichiarazioni di Rivera negli anni settanta. Rimane il problema principale che vede il divieto dal 2006 di comunicare con arbitri e designatori e quindi tutto questo viene fatto alla luce del sole – ma è praticamente la stessa cosa che veniva fatta con le SIM svizzere da Moggi e compagni: affermare che vi sia un complotto contro la stessa lega che permette alla Juventus di tenere impunita nell’albo d’oro del proprio sito e del proprio stadio la scritta “29 scudetti” ha semplicemente dell’assurdo. Ritornando ai tifosi bianconeri – a loro piace vivere di illusioni e mistificazioni, partendo da quella che il campionato 2004/05 era regolare per una sentenza parziale le cui motivazioni hanno sentenziato che non era importante stabilirlo: si professano così tanto diversi da chi prescritto si faceva scudo col cadavere di Facchetti ma alla fin fine non lo sono per nulla: o accetti la loro verità custodita come la bibbia, ovvero un testo privo di fondamenti e prove scientifiche a cui credere ciecamente, o sei un eretico che di calcio non nè capisce nulla: basti guardare le rose per rendersi conto che lo scudetto alla Juventus passa per un regalo nostro e non certo per meriti altrui.

Ringrazio quindi il comunicato uscito sul sito ufficiale della Juventus – la migliore ammissione di inferiorità nei nostri confronti che la società bianconera potesse fare e auspico che al più presto la federazione possa porre fine a tutto ciò con pesanti squalifiche per gli allenatori che mettono in dubbio la regolarità del torneo come già accaduto a Ferguson proprio quest anno in inghilterra dopo aver attaccato duramente il direttore di gara. Guardando ai fatti sembra di vedere la brutta copia degli interisti con Mourinho nell’annata 2009/10, segno di quanto il peso deleterio del portoghese sulla serie A continui ancora a farsi sentire. A proposito di serie A: Mauro Suma affermava spesso lo scorso anno nei propri editoriali che la Juventus mancava al calcio italiano – tutto falso: il calcio italiano senza la Juventus sarebbe stato indubbiamente un posto migliore e, forse, avrebbe presentato dei tornei più puliti.

Destinazione Monaco – 11° puntata: due dentro, due incerte

Il Barcellona passeggia (letteralmente) sul Leverkusen

Quattro le partite in programma nel primo matchweek degli ottavi di Champions League e se di quello che è a tutti gli effetti il big match degli ottavi, Milan – Arsenal, abbiamo ampiamente parlato, ci occupiamo come sempre nella nostra rubrica delle altre tre gare in programma.

La prima vedeva i campioni in carica del Barcellona in campo a Leverkusen e, come per il Milan, qualificazione pressochè ipotecata per le due squadre del girone H con possibile rivincita già dal prossimo turno. Non inganni comunque il 3-1 contro la sesta forza della bundesliga perché comunque il Barcellona mi è sembrato meno “marziano” del previsto.

Non bastassero i 10 punti a separarli dalla vetta della liga, i catalani hanno infatti giocato un primo tempo inguardabile salvo farsi vedere nel secondo riuscendo a segnare tre gol in contropiede su giocare individuali. La mia sensazione personale rimane quella della fine inesorabile di quel gruppo che ha vinto tutto a cui ci via via questa squadra si sta avvicinando: non c’è più il gioco corale di Guardiola in cui tutti si facevano vedere ma una serie di giocate individuali che permettono di risolvere le partite ai catalani: finché il Leverkusen non si è scoperto infatti il Barcellona ha faticato ed è solo quando, forse credendoci troppo, i bavaresi si sono fatti avanti, che Sanchez ha voluto colpire. La partita mi ha ricordato per certi versi quella del Milan a Udine – il gioco (e il non gioco del primo tempo) espresso è lo stesso e la modalità risolutiva idem. Cosa ci manca quindi per competere coi catalani? Semplicemente soldi – tanti soldi ma di questo ne abbiamo già parlato abbondantemente.

Le due partite “meno attraenti” di questa prima fase vedevano invece in campo Lione – APOEL e Zenit – Benfica, entrambe risolte con le squadre di casa vincenti per un solo gol con i portoghesi leggermente favoriti in virtù dei due gol segnati fuori casa. Non so se la favola dei ciprioti sia finita, ma la sensazione è chi pescherà la vincente di questo scontro può già considerarsi in semifinale. Troppo poca cosa questo Lione visto con i ciprioti, con Yohann Gourcuff che si concede la palma di peggiore in campo non facendo rimpiangere nessuno dei 15 milioni con cui ce ne siamo liberati, più pericolosi invece Russi e Portoghesi che tutto sommato hanno comunque presentato difese poco guardabili.

Tornando invece a casa nostra, i quattro gol all’Arsenal sono l’evidente dimostrazione che con i giovani e la programmazione non si va da nessuna parte: piaccia o non piaccia l’Arsenal non alza un trofeo importante da quasi otto anni, da quella Premier League del 2004 che concluse imbattuto. Impossibile in questo calcio pensare di lasciar crescere giovani e rimanere ad altissimi livelli: l’Arsenal è diventato un’altra Udinese, con la sostanziale differenza che i gunners erano a tutti gli effetti una big inglese nei primi anni 2000. Ricordatevi di questa partita quando vi parleranno di programmazione o vi faranno credere che avere 20enni in squadra vi trasformerà automaticamente in una squadra di fenomeni: molto spesso non basta e la parola “programmazione” è un abuso con il quale ci si riempie la bocca quando si vuole criticare senza proporre alternative valide.

Tornando alla massima competizione Europea io continuo a vedere favorito il Real di Mourinho ancora prima del Barcellona. I madridisti hanno forse, però, un problema psicologico da risolvere: sono più forti ma ancora non lo sanno. Troppi timori reverenziali visti nelle partite tra le due squadre in Liga con il Real Madrid finito penalizzato oltre ogni modo. Per il resto la partita di martedì conferma quello che per noi può essere un sogno: con le due squadre di Manchester fuori dal torneo e un Chelsea che vedo in serio pericolo col Napoli, sognare la finale di Monaco non è impossibile – basta avere un po’ di fortuna nel sorteggio dei quarti e sperare che le due spagnole siano dall’altra parte del tabellone.

Si apre invece, ufficialmente, la crisi del calcio inglese che dopo aver portato 9 squadre nelle prime 4 tra il 2007 e il 2009 rischia di trovarsi col solo Chelsea agli ottavi di Finale. Era forse inevitabile passando da un sistema in cui anche le piccole come in Italia hanno voluto avere la loro fetta di ricavi sui diritti TV. Questo però porta la coppa ad un confronto, probabile, tra le due superpotenze spagnole, che rimangono irraggiungibili per i motivi sopracitati, e mi chiedo quanto potremo aspettare prima che la UEFA cominci a prendere provvedimenti contro il loro strapotere economico: il FFP non ridurrà infatti alcuna differenza, ma, anzi le farà aumentare esponenzialmente.

Milan – Arsenal 4-0: Up & Down

Up:

La coreografia della Sud

Clarence Seedorf: grandissima, immensa, maiuscola prestazione del numero 10 che si rende utile alla squadra nel modo a noi più utile: quello di cavarsi dal cazzo dopo 5 minuti. Non ti ringrazierò mai abbastanza Clarence.

Zlatan Ibrahimovic: dopo aver segnato tre dei suoi quattro gol nelle partite ad eliminazione diretta della Champions League contro l’Arsenal, ha chiesto se sia possibile giocare sempre e solo contro i gunners.

Silvio Berlusconi: 7′ netti dalla fine della partita per percorrere la strada dalla tribuna alla zona mista e andare subito a metterci la faccia su questa vittoria. La Fidal si è già mossa dopo aver visto questo scatto per una convocazione dell’ex presidente del consiglio per le prossime olimpiadi di Londra 2012

Anonimoabusivo: dopo la sesta vittoria in sette live disponibili da domani metterà a disposizione in edicola delle proprie ciocche di capelli incastonate in cornetti napoletani per esorcizzare la sfortuna. Non perdeteli!

L’Inter: non dimentichiamo i cugini – l’impresa dei quattro gol di scarto a San Siro contro l’Arsenal nel 2003 riuscì anche a loro.

L’Arsenal: era dal 1958 che una squadra italiana non batteva una inglese per 4 reti a zero. Più o meno lo stesso tempo che era trascorso dall’ultima vittoria del Novara in trasferta in serie A.

Down:

Il nuovo preparatore atletico del Boa

Silvio Berlusconi: “il nuovo centravanti che abbiamo preso dal Lecce è un centravanti vero”. Una figura così di merda sul mercato della propria squadra non l’aveva mai fatta nemmeno Massimino con “amalgama”.

Andrea Pirlo: ha commentato così il tuffo alla Cagnotto nel finale di Parma – Juventus con il quale ha cercato di farsi assegnare un calcio di rigore. “Non è possibile! Ero appena andato a ripetizioni da Inzaghi!

Arsène Wenger: “Contro il Milan all’attacco, come quattro anni fa”. Aveva dichiarato ad eurosport. Ecco, aveva ragione solo sul quattro….

Taiwo: pubblicati in giornata i cinque consigli all’Arsenal per battere il Milan. Aveva ragione Tassotti quando diceva che il nigeriano di tattica non ne capiva un cazzo?

Massimo Marianella: dopo le numerose gufate in partita è rimasto da solo a San Siro a piangere su santino di Fabregas, gelosamente custodito nel proprio portafoglio, minacciando di buttarsi dal terzo anello se la dirigenza dell’Arsenal non caccia Wenger.

Sky Sport: già pronto lo speciale di 24 ore con le più belle immagini della partita e tutte le interviste ai giocatori. Sarebbe stato seguito dal collegamento di Massimo Ugolini con l’aeroporto per attendere i giocatori festanti insieme ai tifosi. Poi si sono accorti che il Napoli gioca settimana prossima…

Milan – Arsenal 4-0: Bentornati a casa

Avete ancora il DVD di Milan – Manchester 3-0? Prendetelo e buttatelo via. Stasera si alza l’asticella di un ulteriore gol con una nuova partita perfetta che ci riporta alla mente quella grande gara del 2007, non a caso l’ultima volta in cui abbiamo passato il turno. Ipotechiamo il passaggio ai quarti di finale facendo letteralmente piovere sull’Arsenal un poker di gol. Il risultato dice 4-0, il gioco espresso dice che non abbiamo rischiato praticamente nulla con i gunners che si sono resi pericolosi solamente una volta con Van Persie.

Sulla gara pesa forse l’infortunio di Seedorf dopo 5′ di sostanziale empasse che ci permette di vedere in campo quello che è il miglior Milan della stagione. Difficile questa sera dare infatti la palma di uomo partita a qualcuno, di quella che era apostrofata come squadra di vecchi o di pippe e che giocava solamente “palla a Ibra” che è riuscita finalmente a giocare la squadra. A sbloccarla dopo 13 minuti è un grandissimo gol di Kevin Prince Boateng, forse ancora più bello di quello contro il Barcellona – tiro al volo, pala sulla traversa e in porta con una sassata che esce rimbalzando. Comincia quindi a giocare anche Ibrahimovic che regala poi dopo 15′ l’assist del 2-0 per la testa di Robinho che porta le squadre all’intervallo. Il copione non cambia nemmeno nel secondo tempo con il 3-0 segnato immediatamente da Robinho fino ad arrivare al rigore che dà anche ad Ibra un gol meritatissimo per la prestazione da lui disputata fino a quel momento. Standing ovation meritata quindi per Boateng e Robinho e tempo quindi a Pato di entrare per meritarsi la palma di peggiore in campo, che in fondo a qualcuno doveva pure andare…

La vittoria di oggi è comunque frutto di due eventi che hanno forse dato la svolta psicologica della stagione: la vittoria di Udine a sabato e l’infortunio di Seedorf dopo 5 minuti che ci ha permesso di giocare in velocità. La chiave tattica ha invece un indubbio nome e cognome: Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese non è risultato mai in passato così decisivo nella massima  competizione europea come in questa annata rossonera mettendoci lo zampino quasi in ogni gol. C’è poi finalmente una grande mentalità trasmessa da Allegri che ricordandosi di allenare una grande squadra riesce a non regalare il primo tempo e ripresenta quella concentrazione già vista forse solamente nella gara persa in casa col Barcellona. Robinho e non El Sharaawy nonostante le ultime partite è la sua scelta, e si è rivelata vincente con due gol segnati e quella profondità che senza le difese schierate riesce a dare.

Usciamo da questa partita con un piede nei quarti, un segnale forte alle avversarie in europa – dove se le due spagnole restano proibitive le altre sono alla nostra portata, un gioco ritrovato del quale più volte ho parlato nei post dove Ibrahimovic non è il catalizzatore su cui gettare la palla ma una risorsa e una squadra relativamente giovane (over 30 oggi in campo il solo Van Bommel prima dell’ingresso di Ambrosini) che ha saputo attaccare gli spazi e la velocità e che fa ben sperare per il campionato. Ma a quello penseremo da domani: la sensazione di essere tornati finalmente padroni a casa nostra con una nottata da Milan voglio godermela tutta.

Milan-Arsenal 4-0 (primo tempo 2-0)
MARCATORI: Boateng al 15′ p.t., Robinho al 38′ p.t. e al 4′ s.t., Ibrahimovic su rigore al 34′ s.t.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Mexes, Thiago Silva, Antonini; Nocerino, Van Bommel, Seedorf (dal 12′ p.t. Emanuelson); Boateng (dal 25′ s.t. Ambrosini); Ibrahimovic, Robinho (dal 39′ s.t. Pato). (Amelia, Bonera, Nesta, El Shaarawy). All. Allegri
ARSENAL (4-2-3-1): Szczesny; Sagna, Koscielny (dal 44′ p.t. Djourou), Vermaelen, Gibbs (dal 21′ s.t. Oxlade-Chamberlain); Song, Arteta; Walcott (dal 1′ s.t. Henry), Ramsey, Rosicky; Van Persie. (Fabianski, Coquelin, Arshavin, Miquel). All. Wenger
ARBITRO: Kassai (Ungheria)
NOTE: Spettatori 64.462 per un incasso di 2.876.254 euro. Ammoniti Antonini (M), Mexes (M), Song (A), Djourou (A) e Ambrosini (M) per gioco scorretto e Mexes (M) per c.n.r. Angoli 5-6. Recuperi 2’ pt, 3’ st