Destinazione Monaco – 14° puntata: Psicodrammi

Brandao, il giustiziere dei prescritti

Giornata strana, quest’ultima di Champions. Quasi provocatrice di godimenti, soprattutto per noi rossoneri. Perché sì, nonostante le premesse, nonostante le Cassandre che ci insulta[va?]no da ogni dove, nonostante il fatto che i media incensassero e continuino comunque ad incensare tutti fuorché noi [e, come vedremo, fuorché un’altra squadra], siamo l’unica italiana ai quarti di Champions League. Primi in campionato, ai quarti di Champions, ancora con qualche remota possibilità in Coppa Italia. Non vorrei dire, ma con qualunque altra squadra tutti i media starebbero parlando di “possibile triplete”.

La giornata inizia martedì, ma dato che, come amo, vi pongo il dolce alla fine, comincio con un veloce sguardo sul 7-0 del Bayern Monaco sulla vittima sacrificale Basilea. Tralasciando l’onore al merito degli svizzeri, che comunque torneranno a casa consci di aver battuto nel loro percorso due grandi d’Europa, c’è da notare come i 7 – e non 6 – gol di scarto dei tedeschi non siano stati incensati come i 6 gol di scarto della vittoria del Barça, e i gol di Mario Gomez come quelli di Messi. Sembra che oramai sia quasi un obbligo tifare Barça, sembra che oramai tutti debbano costantemente lodare i catalani. Beh, io non ci sto: per me il Bayern può anche battere il Barçelona.

E ora arriviamo al primo dei due psicodrammi a cui si riferisce il titolo: l’Inter vince 2-1 con il Marsiglia ma, grazie ad una dormita di Lucio e Samuel che, al 92′ minuto, fanno passare il neoentrato Brandao regalandogli un facile gol, vengono eliminati. Ed escono con la coda tra le gambe, regalando a tutti gli appassionati del calcio vero [che stanno agli interisti come le persone con più di due neuroni stanno ai fan di Vasco Rossi] il surreale spettacolo di vedere Pazzini segnare un rigore e la seconda squadra di Milano vincere tra le lacrime, e Mandanda venire espulso e vedere la propria squadra perdere gioendo. Un vero godimento, per noi amanti delle Delikatessen calcistiche. 

Passiamo ora a mercoledì, tenendoci come prima il dolce alla fine. La serata calcistica, dunque, inizia dalla facile vittoria per 4-1 del Real Madrid contro il CSKA Mosca: Higuain, Benzema e un doppio Ronaldo [inutile per i russi il gol della bandiera di Tosic] sgombrano il campo da ogni dubbio derivante dal pareggio dell’andata. Comunque, a me sembrano – e non solo per il risultato – un gradino sotto a Barçelona e Bayern Monaco. Ma bisogna vedere come andranno le cose a Nyon, prima di esprimere un giudizio sui destini di ogni squadra.

Ma ora arriviamo al vero momento di puro godimento, ancor più intenso rispetto a quello derivante dall’eliminazione dei prescritti [oramai ci siamo abituati alle figure di merda targate Inter]: la rimonta, allo Stanford Bridge, del Chelsea dal 3-1 dell’andata, e la vittoria – ai tempi supplementari – per 4-1 contro il Napoli. I primi venti minuti vedono un dominio completo del Napoli, ma appena l’undici del sempre provocatorio Mazzarri concede qualche spazio, Drogba – migliore in campo insieme a Ramires: le sue magie hanno scosso un Aronica che non ha potuto nemmeno, essendo in Champions, mettergli le mani al collo – lo infila. E da quel momento cambia la partita: subito dopo l’inizio del secondo tempo, Terry sigla il 2-0. Ma il Napoli, come in tutte le belle favole che ci vogliono mostrare, non si arrende, e al 55′ a segnare il 2-1 è Inler. Ora l’undici meridionale avrebbe dovuto difendere il vantaggio. Ma non ci riesce, e dopo una serie di boiate di De Sanctis e dei suoi difensori, si arriva al rigore siglato da Lampard. Supplementari, dominio Chelsea, segna Ivanovic dopo una magia di Drogba. E, dopo qualche minuto di melina, arriva il fischio finale. Il grande psicodramma azzurro si consuma.

Ma tanto, un po’ come la nazionale di rugby quando perde 32-3, hanno perso con onore. Ma tanto c’era un fallo di mano di David Luiz [visto peraltro solo da Collovati, dato che la palla gli ha sbattuto sulla spalla mentre correva]. Ma tanto loro restano l’unica squadra italiana in grado di mettere in difficoltà il Barçelona (dimenticando la manita subita al Gamper). Ecco, è questo che colpisce: nonostante tutto, per tutta la partita la telecronaca della teoricamente imparziale Rai ha mostrato una partigianeria terrificante, criticando in ogni momento il Chelsea – e soprattutto Drogba, implacabilmente accusato di essere un simulatore – e esultando al gol del Napoli come ad un gol della Nazionale durante una finale mondiale. Ma poi arriva il tono da funerale: per loro sommo dispiacere, ai quarti ci siamo solo noi. 

Finti come i soldi del Monopoli

Tutto questo rumore causato dal silenzio stampa bianconero è sinceramente sconcertante, come indecente è tutta la campagna mediatica montata da Tuttosport, versione quotidiana di Hurrà Juventus, che, a confronto del quotidiano fondato da Renato Casalbore, è quasi imparziale.

Leggendo l’elenco dei presunti torti subiti dalla Juve ci si accorge, quasi subito, di aver assunto un ghigno, misto di comprensione e imbarazzo, quasi a provare una sorta di simpatia bonaria nei confronti di uno sforzo di fantasia e finta miopia così esagerato da risultare quasi simpatico.

La verità è che sono, veramente, tutte cazzate. Fanno finta che il mondo ce l’abbia con la Juventus (e qui, tanto vale entrare correndo la domenica a Messa e urlare il nome del Signore accomunato con animali rosa a caso), sciorinano torti, errori e congiure, senza nominare neanche una volta le sviste arbitrali che li hanno visti favoriti.

Sappiamo bene che il perdere anche solo 5 minuti nel cercare di sconfessare quel bellissimo elenco juventino è tempo portato via ad altre attività molto più nobili, ma tacere non è giusto nei confronti di quelle squadre, come Milan, Parma e Genoa, che hanno subito a loro volta torti o sviste arbitrali proprio a favore di quella Juve tanto poverina.

Come mai le altre testate giornalistiche degne di questo nome non dichiarano apertamente la stupidità del silenzio stampa juventino, soprattutto dopo una partita, quella di Genova, che ha visto, tra l’altro, un rigore non dato al Genoa per fallo di Marchisio in area, per non parlare dell’intervento a tempo scaduto di Pirlo su Rossi? Ammetto candidamente che, secondo me, il rigore, nel caso del tackle del centrocampista bresciano, non ci fosse, ma il fallo di Marchisio era sacrosanto e punibile tranquillamente con il calcio di rigore.

Impostare una campagna mediatica, come sta facendo la società di Via Galileo Ferraris, basta su millimetrici fuorigioco, dove ogni volta ti può andare bene come andare male, dove ogni squadra può fornire molti episodi favorevoli come contrari, è veramente vergognoso, come vergognoso è parlare dopo aver pareggiato una partita, quella di Milano, dopo che ti hanno favorito quando la palla era un metro dentro la porta.

Il fuorigioco di Matri contro il Milan? Se nonostante la moviola, siamo ancora qui a parlare che forse era in gioco, forse no, probabilmente possiamo dare, in quel caso, una piccola scusante al guardalinee, no? E comunque, un goal sacrosanto non dato e un fuorigioco dubbio, porca miseria, non sono la stessa cosa, e chi dice il contrario è in malafede marcia.

La verità è che la Juve ha giocato questo campionato ampiamente oltre le sue reali capacità, esaltando quel Pirlo che, mi è dato capire, è più un peso morto nell’economia del centrocampo bianconero che non un elemento chiave (che comincino a capire che il prezzo da pagare per 900 palombelle e un assist decente è troppo alto?), ha una rosa inadeguata a vincere su più fronti e a forzare le difese di quelle squadre che si chiudono a riccio e che solo un Ibrahimovic, un Lavezzi o un altro campione ti può risolvere con il colpo da maestro.

Se fondi un’intera squadra su Pirlo e se a gennaio acquisti Borriello, beh, ma cosa ti lamenti a fare?

Inter – Marsiglia 2-1

Il nuovo striscione di Filippo

Per i gol in trasferta… come ai bei tempi. Sono tornati quelli degli zeru tituli

Tra Rivera, Maldini e Barbara Berlusconi: cambi in società?

Rivera riceve il premio UEFA

La cerimonia sembra una delle solite occasioni insignificanti per un solito premio a una vecchia gloria – eppure mai come stavolta ha un significato importante. Per il premio del presidente UEFA consegnato a Gianni Rivera si è mosso tutta la macchina mediatica del Milan: sito ufficiale, testate giornalistiche collegate e persino dichiarazioni quasi “d’amore” da parte di Adriano Galliani nell’occasione della premiazione svoltasi nella giornata di ieri nella sala Executive di San Siro.

 Rivera è il Milan, ha vinto tantissimo con la nostra maglia, chiunque ama i colori rossoneri ama anche Gianni Rivera. E poi voglio ricordare un’altra cosa: Rivera è stato uno dei pochi grandi capitani del Milan, ci sono stati Cesare Maldini, poi Gianni, Franco Baresi e Paolo Maldini

Eppure, come ogni tifoso Rossonero sa e ha vissuto in questi anni, i rapporti tra Rivera e la società Milan non erano mai stati teneri da quando Berlusconi nel 1986 rilevò la società in tribunale. Lo storico capitano rossonero non ha infatti mai nascosto le sue simpatie politiche – diametralmente opposte a quelle del presidente – attaccando più e più volte la società in questi anni. Un esempio a caso – dopo la sconfitta ininfluente con il Lille del dicembre 2006

Viene da piangere altro che da ridere… Avevo detto qualche settimana fa che il Milan mi sembrava da rifondare, poi venni duramente attaccato dalla stessa società rossonera.  Non passarono tre giorni che Berlusconi disse le stesse cose. Rifondare il Milan? A ragionare coi muli non si può: recalcitrano

Rivera è stato quindi messo al margine dai media “amici” e relegato molto spesso in trasmissioni calcistiche di secondo piano subendo “calcisticamente” quella emarginazione mediatica capitata, ad esempio, a Biagi, Santoro, Luttazzi e tutti coloro che la pensavano diversamente dai principali canali di informazione italiani ai tempi dell’editto Bulgaro: non so se sia per il trovarsi nella stessa coalizione politica a causa del governo Monti ma la mia idea rimane quella di un possibile disgelo che possa preludere a un futuro ingresso del pallone d’oro 1969 in società. Difficile ma, in fondo, non impossibile.

Continuando a parlare di bandiere non mi sono invece piaciute le dichiarazioni di pochi mesi fa di Maldini. La cronaca racconta di un Milan che offrì al numero 3 il posto che fu di Leonardo come dirigente di fondazione Milan gentilmente rifiutato: la pretesa pare essere quella di un posto a pieni poteri come lo è – ad esempio – quello di Ariedo Braida. Tale ipotesi francamente mi provoca fastidio: non capisco perché Maldini dovrebbe infatti ottenere quasi come fosse un “diritto” un posto che è occupato da chi ha più di 25 anni di esperienza in quel campo. Non penso comunque che i contatti si siano interrotti e non penso che Maldini verrà lasciato “a piedi” – ma finché ci sono Galliani e Braida per lui non ci sono possibilità. Appunto, finché ci sono…

La sensazione che comunque qualcosa cambierà è data da quanto stiamo vedendo in questi giorni: Berlusconi allo stadio anche per il Lecce – cosa mai accaduta negli anni precedenti più l’inserimento della figlia Barbara nel CDA del Milan sono un segno sempre più tangibile di una volontà di limitare il potere di Adriano Galliani – con il quale non a caso la figlia dell’ex-presidente del consiglio ha litigato in più occasioni, non ultima quella nell’intervallo di Londra. Difficile ipotizzare un cambio già a Giugno, ma la sensazione è che qualcosa si muova e l’ipotesi Barbara presidente con Rivera o Maldini in dirigenza potrebbe non essere così remota.

Altro che Juventus, l’avversario ora sono i media

Fuorigioco di Pepe...

Ti aspetti di sentire i complimenti per la prestazione di Ibrahimovic tornato decisivo dopo un passaggio a vuoto. Ti aspetti almeno qualcuno che ti riconosca meriti per il primo posto in classifica. E invece no: tra gli argomenti del pomeriggio troviamo su tutti gli insulti a Vera Spadini da parte di Ibrahimovic, andati in onda dopo la “flash interview” sui canali di mediaset premium.

La Spadini ha pagato – per la verità – tutto il clima creato in settimana attorno allo svedese dai suoi colleghi, con le polemiche ad arte post Arsenal – Milan con tutte le critiche create ad arte da chi non aspettava altro che vedere una prestazione non insufficiente ma senza gol dello svedese per rimettergli addosso le solite etichette maturate all’Inter.

I numeri nella massima competizione europea dello svedese – parlano chiaro: da quando ha lasciato la seconda squadra di Milano i gol segnati dal gigante di Malmoe nel torneo del calcio che conta sono 13 in 24 gare – 0,54 gol/partita ben diversi dai 9 in 43 maturati tra Inter e Juventus. La mia sensazione personale è che si voglia continuare a fargli pagare questa etichetta per continuare a nascondere quelle che erano le colpe “storiche” dell’inter di Mancini, ovvero un organico inadatto alla massima competizione Europea. Nessuno infatti dopo la gara di martedì ha puntato il dito contro una prestazione inguardabile di Robinho, graziato forse perché – meno mediatico – di Ibrahimovic. Eppure l’avere compagni di squadra che corrono intorno a un campione non può non essere considerato nel rendimento del campione stesso – nessuno, e ripeto nessuno – a partire da Ricardo Quaresma fino ad arrivare a Lionel Messi può permettersi di giocare e vincere da solo: l’unico è stato Maradona al mondiale 1986 con la maglia di quella stessa nazionale che fa scomparire la pulce argentina relegandolo a giocatore normale ogni volta che la indossa. Il mio pensiero è abbastanza chiaro: giù le mani da Ibra – e finché continueranno a trattarlo così io sto con lui.

… ma sul Corsport appare così: viva i fotomontaggi!

La seconda parte del pomeriggio è invece stata rigorosamente riservata alle lamentele della squadra di Venaria Reale dopo la partita di Genova. Stavolta è stato silenzio stampa – il silenzio che fa rumore mediaticamente studiato a nove giorni dalla gara di ritorno di Coppa Italia contro il Milan in cui la Juventus si giocherà la propria stagione, così come mediaticamente erano state studiate le lamentele ingiustificate contro Siena e Parma rispettivamente a tre e dieci giorni dalle due gare di San Siro. Il proposito di “abbassare i toni” dopo il furto con scasso avvenuto solamente sedici giorni fa ai danni del Milan con il gol regolare di Muntari annullato sembra già essere stato dimenticato, così come il gol irregolare di De Ceglie contro il Chievo avvenuto solamente otto giorni fa: sembra, insomma, che abbassare i toni vada bene solo quando il torto viene subito dall’altra squadra. Ma del comportamento Mazzarriano dei parrucchini boys poco mi importa – mi importa più di come il fuorigioco di Pepe sia stato sbattuto tra le prime pagine di tutti i giornali online. Peccato che non solo non si veda il momento in cui parte il pallone ma anche che la “riga” non sia nemmeno parallela a quella dell’area di rigore. Ce ne si accorge immediatamente vedendo la foto postata in copertina di questo articolo e rappresentante la corretta posizione: come ha detto Marchegiani a Sky Calcio Show, il fuorigioco ci può stare – è il fotomontaggio che personalmente mi rimane indigesto.

La Juventus un suo personalissimo obiettivo l’ha comunque ottenuto: da Atalanta – Milan, valevole per la 17° Giornata di serie A, al Milan non viene più fischiato un calcio di rigore a favore ma nonostante questo viene tacitamente fatto passare sotto silenzio come il Milan sia stato favorito a causa dei numerosi tiri dal dischetto. Scopriamo però che i sei rigori del Milan sono una giusta media in una classifica guidata dal Catania con dieci, tra i sette del Napoli e i cinque di Inter, Lazio, Udinese e Fiorentina.

Parlando quindi di calcio giocato – e glissando velocemente sul rigore netto non dato al Genoa per il contatto Pirlo – Marco Rossi i punti sulla Juventus diventano quattro di vantaggio e il calendario dice Parma, Roma, Catania, Fiorentina, Chievo, Genoa, Bologna, Siena, Atalanta, Inter e Novara: nel girone d’andata in queste partite abbiamo realizzato 26 punti su 33 – se ci ripetiamo si arriva ad 83 punti, uno in più dello scorso anno e con lo scudetto probabilmente in tasca. In questo senso meglio guardare solamente in casa nostra e ai due scogli più duri che saranno rappresentati da Roma ed Inter. Anche perché per l’Europa – a sentire Collovati nella telecronaca di mercoledì – non abbiamo alcuna speranza: se c’è una squadra italiana che può eliminare il Barcellona quella è il Napoli: la prestazione scintillante al Camp Nou dei ragazzi di Mazzarri, infatti, ce la ricordiamo tutti.

Aspetto ramingo sulla mia sponda del fiume a sentire tributare i giusti complimenti ad una squadra che con 14 infortuni è prima in classifica e ai quarti di finale di Champions League – mentre nelle stesse condizioni proprio i nostri avversari diretti lo scorso anno arrivarono settimi. Ma il cadavere di quel nemico che continua ad insinuare la Juventus come a noi superiore per l’Italia e il Napoli per l’Europa potrebbe non passare mai. Siamo giustamente primi in classifica perché superiori alla Juventus – i media lo sanno, ed è proprio per questo che non lo dicono. Ci chiamassimo “Inter” o “Napoli” sarebbe tutta un’altra storia…

Milan – Lecce 2-0: Up & Down

Che cazzo guardate?

Up

Zlatan Ibrahimovic: Precisazione doverosa rispetto a quanto avete visto in tv: il “cazzo guardi?” non era rivolto alla Spadini ma ad uno spettatore che somigliava a Romagnoli.

Alexandre Pato: finalmente dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori a lungo ha ricevuto una convocazione per una partita: quella del Milan vecchie glorie contro i Rangers del 30 Marzo.

Massimiliano Allegri:Siamo a +4 ma attenti alle squadre che lottano per non retrocedere“. E’ già clima derby (@raffotorre)

I giocatori del Milan: ricordato nel modo migliore Marco Simoncelli – nessuno di loro è riuscito a concludere la gara senza cadere almeno una volta.

Matri dilettante, lui si tuffava meglio

Down

L’AIA: dopo l’ennesimo torto alla Juventus la società bianconera ha dichiarato il silenzio stampa. Inammissibile a loro dire la goccia che ha fatto traboccare il vaso: fuori dallo stadio, infatti, la macchina di Rizzoli non ha dato la precedenza al pullman bianconero ad una rotatoria. Inammissibile.

Alessandro Matri: salto di carriera per l’attaccante bianconero. Dopo il tuffo di oggi per il quale ha reclamato l’ennesimo rigore è stato ingaggiato nel cast di Holiday on Ice.

La Juventus: Juventus quindi in silenzio stampa. Esattamente come a San Siro dopo il gol annullato a Muntari. Come dite? Non andò esattamente così? (@EdyFerrone)

La fascia sinistra di San Siro: raggiunge oggi il punto più basso della propria storia. Cattivo terreno? No, semplicemente l’agghiacciante duello Antonini – Oddo. 

Come sempre vi invito a commentare la partita nel postpartita e non in questo post.

Milan – Lecce 2-0: la capolista se ne va

Due gol e tre punti in una di quelle partite che non passerà sicuramente alla storia come la migliore della gestione Allegri. Ma nel calcio conta soprattutto il risultato che oggi ci vede recuperare altri due punti su una Juventus che esce imbattuta da Genova solamente grazie all’ennesimo aiutino arbitrale, accaduto stavolta nel rigore non dato contro a tre minuti dalla fine per fallo netto di Pirlo su Rossi. Lo fa nonostante la partita di oggi non sia una delle migliori della gestione Allegri nonostante l’avvio che, come a Palermo, ci vede creare diverse palle gol – una poi finalizzata con Nocerino sull’assist di Ibra.

Poi il Lecce esce e – come accadeva molto spesso l’anno scorso – ci chiudiamo in difesa lasciando fare la partita agli avversari pur senza rischiare di concedere grandi occasioni da gol. Thiago Silva e un Bonera oggi ampiamente sufficiente contengono, meno dalla fascia di Antonini. Per il resto si vede un Muntari e soprattutto un Robinho in calo rispetto alle prestazioni recenti – ed è in particolare il numero 70 brasiliano a condizionare anche il rendimento di Ibrahimovic che non è riuscito a trovare nell’ex-City la solita spalla d’attacco per scambiare gli uno-due. Peggio ancora quando entra il faraone con il quale non mi sembra vi sia un grandissimo feeling, soprattutto in un paio di occasioni nel finale in cui i due potevano facilmente trovarsi e si sono vicendevolmente ignorati.

Per il resto Ibrahimovic si conferma il valore aggiunto della squadra in queste giornate di “stanca”, capace di risolvere la gara da solo con un paio di giocate – anche oggi un gol e un assist. Si “è il Lecce” – diranno i soliti – però una volta è il Lecce, una volta è il Palermo, l’altra il Cesena… alla fine tante piccole cose una grande cosa la fanno, no? Ora ci aspetta una settimana di riposo per smaltire le giuste fatiche della Champions che potrà solamente farci bene.

La conclusione non può che essere dedicata all’ennesima scenetta patetica della società Juventus. Era solamente infatti due giornate fa quando dopo il sacco di San Siro grazie al gol di Muntarinon voluto vedere” (non ce la faccio a dire non visto, perdonatemi) Antonio Conte invitava ad abbassare i toni. Sono passati nel frattempo un gol irregolare nella gara casalinga contro il Chievo e un fuorigioco enorme non visto con Marchisio che ha sbagliato a tu per tu col portiere nella gara di mercoledì oltre all’episodio di oggi che vede Pirlo fare un fallo netto su Marco Rossi a tre minuti dalla fine. Non è bastato però alla società bianconera – proprio nel migliore stile Mazzarriano – per indire il silenzio stampa a causa di un gol dubbio non dato a Pepe. Dire ridicoli è dire poco.

Per la corsa scudetto il più è fatto – con le piccole continuiamo a passeggiare senza fatica e questo ci porta in saccoccia un sacco di punti. Abbiamo perso due punti a Bologna e due punti a Firenze, entrambi per interventi dubbi dell’arbitro. Basterà continuare su questa linea e non fare troppe sviste e il titolo 19 rimarrà a Milano in via Turati.

MILAN-LECCE 2-0 (primo tempo 1-0)
MARCATORI: Nocerino (M) al 7’ p.t.; Ibrahimovic (M) al 20’
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Bonera, Thiago Silva, Antonini; Nocerino, Van Bommel, Muntari (dal 17’ s.t. Aquilani); Emanurelson; Robinho (dal 33’ s.t. El Shaarawy), Ibrahimovic (Amelia, Yepes, Mesbah, Ambrosini, Inzaghi). All: Allegri
LECCE (3-5-2): Benassi; Esposito, Carrozzieri (dal 30’ s.t. Giandonato), Miglionico; Oddo (dal 1’ s.t. Obodo), Blasi, Giacomazzi, Bertolacci (dal 36’ s.t. Di Matteo), Brivio; Bojinov, Muriel (Petrachi, Piatti, Corvia, Seferovic). All: Palazzi (Cosmi squalificato)
ARBITRO: De Marco; assistenti Grilli e Dobosz, quarto uomo Orsato.
NOTE: Spettatori 54.329 per un incasso di 1.442.789,54 euro. Ammoniti: Carrozzieri e Ibrahimovic per gioco scorretto. Angoli: 14-2 per il Milan. Recuperi 2’ p.t., 4’ s.t.

Milan – Lecce: LIVE!

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DOMENICA ALLE 15 NON PRENDETE IMPEGNI, E’ DI SCENA LA CAPOLISTA. COL 4-3 DELL’ANDATA ANCORA FRESCO E ASPETTANDO LA REAZIONE DELLA GARA DI CHAMPIONS, A SAN SIRO C’E’ MILAN – LECCE! SEGUITE CON NOI IL LIVE SU ROSSONEROSEMPER!

Milan – Lecce: io non ci casco!

San Siro, ore 15.00. Martedì scorso, forse confuso dopo le tre scoppole che i “gunners” hanno rifilato al nostro team, mister Allegri ha affermato coi giornalisti che il primo tempo della gara di ritorno con l’Arsenal poteva considerarsi come il più brutto primo tempo della stagione: non sono d’accordo, il primo tempo più brutto è stato quello di Lecce-Milan.

Tre pere rifilateci da una delle squadre meno dotate di tutto il campionato in soli 45’, non dai Gunners, ripeto, ma dal modestissimo Lecce. Primo tempo elevabile a paradigma della più totale sottovalutazione dell’avversario e dell’importanza dei punti in palio. Fortunatamente, ed in modo altrettanto incredibile, ci pensò San Boateng e un mitico colpo di testa di Marione Yepes a pareggiare e poi ribaltare definitivamente il risultato della prima frazione di gioco.

Non dovranno scendere in campo così: i ragazzi avranno di fronte una squadra modesta, ma in lotta per la salvezza, ossi duri di sicuro, temprati dalla bassa posizione in classifica, non certo una squadra che si arrende dopo la prima rete al passivo – perché la lotta per la salvezza è così, e i punti per rimanere in Serie A vanno conquistati sudando, credendoci anche nei match dove si viene dati per spacciati, come col Milan fuori casa.

Il Lecce infatti, se in casa dimostra di avere un ruolino decente, fuori casa è davvero una tragedia, e neppure l’alternarsi dei tecnici sulla panchina dei salentini è riuscita a risolvere questo problema. Nonostante questo alcuni timidi segnali, arrivati con la vittoria a Cagliari per 1-2 di due giornate fa, potrebbero dar coraggio ai levantini, anche a Milano, ovviamente, il roccioso Serse Cosmi, farà scendere in campo la sua squadra a sua immagine e somiglianza, ovvero molto coperta, rocciosa ed accorta.

Non possiamo criticare le scelte del loro tecnico, se è vero come è vero, che neppure il Lecce quanto ad indisponibili, tra infortuni e squalifiche, non è messo meglio di noi, annoverando tra questi, (oltre al tecnico stesso) pure il portiere Julio Sergio, Cuadrado, Grossmuller, Di Michele, Delvecchio e Tomovic; presente invece la stellina Muriel. Il modulo sarà il 3-5-2 con: Benassi, Oddo, Carrozzieri, Esposito, Biasi, Obodo, Giacomazzi, Bertolacci, Brivio, Bojinov e Muriel.

Il Milan sembra avvicinarsi alla sfida interna coi salentini nel peggiore dei modi, almeno dal punto di vista mediatico: il tecnico sembra essere oggetto di critiche più o meno marcate e pesanti sia da Ibrahimovic sia dalla società; inoltre da uno spogliatoio da sempre silenzioso e sigillato sembrano filtrare diversi spifferi, non avremo inoltre importanti recuperi dall’infermeria: infatti Seedorf, Maxi Lopez e Boateng dovrebbero rientrare solo dalla prossima giornata.

Gli avversari cercheranno di impedire al Milan ogni soluzione di tiro, soprattutto nel primo tempo: passare in svantaggio contro il Milan fuori casa potrebbe avere effetti esiziali sul risultato, soprattutto perché darebbe maggiore forza e veemenza alle nostre azioni ed al nostro gioco. Invece se riuscissero a chiuderci ogni spazio, facendoci spendere invano molte energie, potrebbero sperare che al Milan saltino i nervi (visto e considerato che la fase finale dell’inverno è un periodo molto delicato per la tenuta psichica di alcuni nostri giocatori), allora sarebbe solo una questione di episodi, e di fortuna in fin dei conti.

Non possiamo dimenticare quindi, oltre al drammatico primo tempo della gara del girone d’andata, il fatto che l’ultima volta che abbiamo incontrato una squadra allenata da Serse Cosmi abbiamo perso, ed in modo molto doloroso: era il 20 Marzo dello scorso anno e la sconfitta fuori casa contro il suo Palermo fece vacillare la nostra marcia verso lo scudetto. Allegri non può permettersi brutte figure nella stessa settimana dell’orribile trasferta londinese e dovrà caricare a dovere i ragazzi, che saranno schierati con il solito 4-3-1-2 con: Abbiati, Antonini, T. Silva, Bonera, Abate, Muntari, Van Bommel, Nocerino, Emanuelson, Robinho ed Ibrahimovic.

In fondo di cosa ci preoccupiamo? La Juve è affetta da pareggite e in casa con il Lecce abbiamo vinto le ultime sette sfide, non ci saranno problemi…… Ecco, questo è proprio l’atteggiamento da evitare, anche noi tifosi, quindi niente rilassamenti e facili ottimismi, noi NON dobbiamo cadere in queste trappole, manterremo alta la guardia, pieni, come al solito, di tanta rabbia e fame di vittoria: riversiamola sul LIVE di Domenica su Rossonerosémper!!

Panico e paura

Alzi la mano chi non avrebbe scommesso 10 € sull’uscita del Milan dalla Champions League alla fine del primo tempo all’Emirates Stadium: passare dalla schiacciante vittoria di Palermo alla disfatta di Londra é stato alquanto traumatico, non capita spesso essere catapultati dalle stelle alle stalle nel giro di 4 giorni.

La cosa che piú ha sconcertato è stata la mancanza di sangue freddo e di capacità di manovra nelle situazioni dove, usualmente, il Milan l’ha sempre fatta da padrona. Se sulla fascia di competenza di Abate c’era un Nocerino che, nel bene o nel male, ha contenuto le scorribande dei Gunners, a sinistra Mesbah ne ha combinate parecchie, prima su tutte il calcio di rigore sacrosanto visto dal giudice d’area, che non essendo cugino primo di Romagnoli, ha sancito il tiro dal dischetto da parte di Van Persie.

Una cosa é certa: il jolly, in Champions, ce lo siamo giocato: dubito fortemente di poter sopravvivere ad un altro primo tempo come quello vissuto mercoledì scorso, cosi come il Milan stesso, che con quell’atteggiamento remissivo in trasferta rischia fortemente di vedere il proprio cammino verso Monaco compromesso.

Stabilire se la colpa della fantastica impresa di Londra sia di Allegri, della scarsa esperienza in Champions di buona parte della rosa in campo all’Emirates, degli infortuni o del bambino della pubblicità del San Crispino credo sia un opera ardua, probabilmente di tutto un po’. La partita contro un Lecce con moltissime assenze vedrà, fortunatamente, il ritorno definitivo di Aquilani, fondamentale nello scacchiere tattico di Allegri, cosi come si é potuto già constatare nel secondo tempo contro l’Arsenal.

Considerando la contestuale mancanza di Barzagli, Chiellini e Bonucci, la difesa della Juventus dovrà reggere l’urto dell’attacco genoano, desideroso di fare punti per allontanare la zona retrocessione: il Milan non puó permettersi alcun passo falso.

E’ primavera: c’è da stare “Allegri”

Non sono un “allegriano. Non lo sono mai stato. Anche in momenti tendenzialmente positivi come questo per il Milan, ci entrano nel mezzo sempre partite come quella di Londra sul più bello, che ti fanno venire in mente con chiarezza perché uno anche recentemente si sia sentito in diritto di fare ampie critiche all’ allenatore.

Detto questo devo essere obiettivo nelle valutazioni. L’obiettività m’impone di ammettere che in questo ultimo periodo il Milan ha fatto molto bene e che lo stesso Allegri ha tanti meriti. Voglio infatti considerare la partita contro l’ Arsenal un caso isolato, frutto di un’errata preparazione psicologica della partita e delle tante assenze.

Viene da chiedersi come mai il Milan sbocci nel gioco e nella condizione atletica solo in primavera, verrebbe da chiedersi soprattutto se non ci sia un preciso disegno e una precisa pianificazione della stagione che preveda un cambio di gioco al migliorare della condizione per mescolare le carte agli avversari nella fase topica della stagione. Certo è difficile ipotizzare che Allegri pratichi il “tutti palla a Ibra” fino a metà febbraio per poi giocare sull’ effetto sorpresa in primavera e mandare fuori bussola gli avversari: insomma simili idee non sono venute nemmeno ai sostenitori più incalliti del nostro allenatore. Oltre tutto viene da chiedersi come uno capace di programmare la stagione in maniera tanto articolata e macchiavellica, si sia spesso e volentieri perso in cose banali: genio della pretattica e della pianificazione o allenatore da provinciale fortunato che per caso ci azzecca in primavera? Il dubbio onestamente ce l’ ho. Il proseguito di stagione ci aiuterà a fare chiarezza in merito. Fermo restando che la rosa del Milan è la migliore d’Italia e la terza migliore d’Europa: questo peserà ovviamente in qualunque valutazione che verrà fatta sull’ allenatore.

Mi spiace che qualche fan accanito del nostro allenatore, che ha lucrato fin troppo sulle ultime partite, per i suoi giudizi di parte, non abbia saputo mostrare obbiettività nei momenti difficili e che non tenga conto della reale forza di questa squadra nelle sue valutazioni. C’ è anche chi si è messo a fare le pulci al mancato acquisto di Tevez in un momento in cui una rosa con tanti infortunati domina contro Arsenal e Juventus e schianta il Palermo in casa sua. Insomma è in momenti come questo che sono orgoglioso delle persone che frequentano questo blog visto che sono stati capaci di rimanere obbiettivi nei giudizi nelle varie fasi della stagione: rappresenta una grande conquista e un punto di partenza importante di questo gruppo. Significa che sta maturando calcisticamente nel periodo di massima crescita per il blog. Significa che c’è correlazione fra competenza calcistica e riscontro dei numeri.

Intanto non resta altro che goderci questo Milan mentre le altre naufragano un pà dappertutto. Anche in europa. La Juve non è la stessa di 2 mesi fa, si sta aprendo una voragine fra noi e le altre. L’Inter poi non mi pare essere una minaccia, la squadra più forte del mondo è a meno 10 dal Real Madrid, il chelsea è più di là che di qua ed ha esonerato il suo allenatore, United e City erano già a casa da Dicembre: insomma abbiamo un occasione unica, abbiamo la giusta condizione e probabilmente andremmo a recuperare tanti giocatori.

A proposito di giocatori, c’è poco da fare il mercato di gennaio è stato ancora una volta fatto bene: sono arrivati buoni giocatori e giovani a basso costo che si sono subito inseriti nel gruppo. Maxi Lopez e Muntari in particolar modo. E poi è tornato Ibra. In altri momenti avrei detto: “che culo“, oggi mi devo un po ricredere visto la prestazione contro il Palermo. Certo che rimango sempre scettico di fronte a un rinnovo milionario. Si parla sempre di un giocatore abbondantemente sopra i 30 che può avere una forte svalutazione solo con una stagione storta o con un infortunio grave. Finiamo la stagione e poi valutiamo con calma tendendo anche conto di quello che vogliamo fare con Pato, è la mia opinione.

Segnalo infine che non tutti gli juventini sono uguali. In questi giorni ho ricevuto tante mail di amici che mi dicevano che sono spiaciuti per il casino successo, che il Milan meritava di vincere e che Conte meritava una lezione per aver toppato la formazione e per le polemiche. Ho letto inoltre pagine web in cui qualcuno sogna una Juve capace di essere quantomeno stimata da tutti sgombra dalle polemiche. A queste persone va tutta la mia sincera stima e voglio dire che è per persone come loro che non ho mai disprezzato la Juventus.

Concludo con una domanda: quanto pagherebbero gli Interisti per avere di nuovo Leonardo? La rosa dell’Inter fa onestamente raccapriccio ma anche Ranieri ci sta mettendo anche del suo mica male.

Una spinta per continuare a correre

Una settimana sicuramente piena di tante emozioni quella appena trascorsa o meglio ancora, per dirla dalla parte di noi tifosi, piena di paura e apprensione. Una gara così in Champions nessuno se la sarebbe aspettata, pur avendo dalla nostra le tragiche esperienze di Istambul e La Coruna. Evidentemente non si finisce mai di imparare, non si riesce ancora a capire che le partite non te le regala nessuno (a meno che non ci sia qualcuno di influente in tribuna, ma non è il caso nostro!) e che le vittorie e le qualificazioni bisogna sudarsele sul campo.

Uno degli aspetti positivi di questa brutta sconfitta sta nella reazione; già, proprio quella reazione di orgoglio che nel secondo tempo di Londra non ci ha fatto affondare, ma ci ha tenuto a galla anche se non siamo mai riusciti a navigare con il vento a favore. Fosse arrivato un gol, staremmo qui a parlar d’altro forse, e ci saremmo risparmiati 45 minuti di sofferenza pura. Così non è stato, un po’ perché lì davanti erano uno peggio dell’altro, un po’ perché Nocerino si era dimenticato quella sera come si fa a segnare, un po’ perché così era scritto. Sta di fatto che la qualificazione è stata ottenuta e alla fine questo è quello che più conta, come ha detto Allegri. A proposito di Allegri: io dopo aver perso una partita 3-0 con un primo tempo inguardabile, non mi sarei presentato davanti ai giornalisti così contento e soddisfatto. Sia perché delle colpe vanno imputate anche a lui (non perché sia Allegri, ma perché ogni allenatore a mio avviso deve dividere meriti e demeriti con la squadra), sia perché molti dei giocatori scesi in campo erano da prendere a schiaffi e con un ambiente così rilassato a fine gara forse la lezione non l’hanno pienamente recepita.

Nei postumi di Arsenal-Milan c’è però anche da annotare lo sfogo di Ibrahimovic; premetto una cosa, non è un accanimento ma solo una cronaca di quanto succede attorno alla squadra. Ad una TV svedese l’attaccante ha detto di essere arrabbiato per come la squadra aveva giocato e per la sua posizione in campo: con le tre punte era fuori ruolo. Queste le sue annotazioni principali e di maggiore rilievo. Sulla prima niente da dire, la squadra è stata inguardabile e lui era tra quelli (forse anche lui ammette di aver fato schifo, peccato che molti tifosi continuino a negare l’avidenza). Sulla seconda qualche dubbio sorge, perché è una chiara critica ad Allegri, a testimonianza che tra i rapporti si stanno irrigidendo. Se a qualcuno è sfuggito, vi faccio notare come nella partita di Palermo dopo il terzo goal lo svedese si sia rivolto alla panchina dicendo “Cambio?” in tono polemico. L’avvertimento era chiaramente nei confronti del mister, per toglierli dalla testa ogni pensiero di farlo rifiatare visto che ormai il suo l’aveva fatto. Queste cose a me non fanno piacere, che si chiami Ibra o chicchessia, perché le regole e lo stile in casa Milan hanno sempre avuto un certo peso e questi comportamenti da “ora ci sono io e decido io” mi stanno un po’ sulle palle. La speranza è che torni la quiete, in modo tale da convogliare ognuno le proprie forze verso gli obiettivi comuni del Milan.

Ultimi avvenimenti da registrare in questa settimana piena di emozioni sono il pareggio della Juve a bologna, a conferma del periodo abbastanza negativo dal punto di vista fisico dei bianconeri, e il lento riavvicinamento al campo dei due gladiatori rossoneri messi al tappeto negli ultimi mesi da malanni che poco hanno a che vedere con il calcio. Sto parlando naturalmente di Gattuso e Cassano: il primo ha ricevuto nuovamente l’idoneità per tornare a giocare e a questo punto bisogna valutare solo quale sia la condizione fisica. Per quel che riguarda Cassano, il talento di Bari vecchia ha finalmente ripreso a toccare la palla e a correre, cosa che fan ben sperare per un rientro nel Milan prima del termine della stagione e soprattutto per una convocazione ai prossimi europei.

Adesso però, pensiamo al presente e a quel Lecce che all’andata ci aveva fatto tremare e con cui siamo riusciti a vincere solo grazie a Boateng, che naturalmente domani non ci sarà. Quindi forza e coraggio, perché chi non corre non va da nessuna parte e gli sfidanti da un po’ di tempo a questa parte sanno solo camminare. Sfruttiamo il momento, e utilizziamo la sconfitta di Londra per aumentare la nostra voglia di vittoria sperando che sia un’altra di quelle partite negative che ti danno la spinta giusta per riuscire a migliorare.

Un’altra scena Dantesca

Lasciato indietro ormai il pover Giacinto
per Malebolge continuammo a scendere
ove l’oscurità ci avea sospinto

Mi cominciava ormai il terror a prendere
nel notar carponi un uomo insanguinato:
“O anima, chi tu sei?”, gli domandai.

“In vita mi chiamavan l’avvocato,
ma i qui son perché frodai
con la Juventus tanti campionati

che portati in bacheca con il dolo,
irrimediabilmente stati son falsati:
pacea a me pagar arbitri a nolo

guidato dal mio braccio destro Moggi,
ove con cotanta maestria e furbizia
falsavam i match di ieri e oggi.

E che dire di mastro Giraudo:
il campionato con grande dovizia
era più falso di un sanrem di Baudo.

Pago qui or il mio reato
fustigato infatti son per ogni fischio
che per bianconer favor viene inventato

dai fantasmi a cui correndo rischio
trofei nazionali ho io levato.
Per il gol non dato di Muntari

mentre san siro rimanea zitto
per uno dei nostri furti planetari
dal padre di Turone io fui trafitto

con un urlo di dolor, che ancor mi sciupa
per quel tricolor del novantuno
che un perfetto furto fu alla lupa.

Inoltre perdonarci mai nessuno
potrà fare sul dolore mio più caldo,
accaduto nell’Aprile novantotto

col iulianesco rigorone su Ronaldo
per il qual percosso son, come un fagotto
e a calci sempre più in giù spinto

ogni settiman dal derubato
nei panni del povero giacinto.
Non sol sarò a lungo in questo stato:

presto compagnia a farmi arriveranno
due membri della bianconera triade
che a tanti club col dolo ha fatto danno

più della Cina all’ultima olimpiade.
A salvarsi ancor fa in tempo mio nipote:
se abbandonar vorrà la vecchia strada

di chi ottenendo più di quel che pote
gli avversari alla fin fine mette a bada”
Sconvolto da codeste affermazioni

non seppi più cosa a me accadde,
non risposi più delle mie azioni
e caddi come Milos Krasic cadde.

Destinazione Monaco – 13° puntata: Non tutta questa impresa…

Apoel ai quarti

Queste prime partite del ritorno degli ottavi di Champions rimarranno impresse a lungo. E non certo per la nostra partita, della quale fin troppo abbiamo parlato. Né, ovviamente, per il risultato di martedì, con il Benfica che batte facile facile, con due gol di Maxi Pereira e Nelson Oliveira, lo Zenit di Spalletti: portoghesi meritatamente ai quarti di Champions, ma sembra ogni anno più evidente come le differenze di tempi di preparazione vadano a sottostimare il calcio russo.

La partita che ha, contro ogni aspettativa, catalizzato l’attenzione più delle altre, però, è stata Barçelona-Bayer Leverkusen: è una partita che ho vissuto come mai, dato il forte legame che mi lega alla città tedesca. Ma non c’è stato nulla da fare, il Barça ha vinto 7-1 contro un Bayer infarcito di riserve. Cinque gol di Messi [unico nella storia della Champions da quando ha questo nome: questo tipo di statistiche è quello che i giornalisti usano ogni volta che fa loro comodo] e due di Tello – che, al dispetto del nome richiamante un noto passo erodoteo, è giovane e non viene da Atene: è Belarabbi, al 90°, ad “accorciare le distanze” per i renani, con il loro allenatore ad abbracciare Guardiola.

Ovviamente, come ad ogni vittoria del Barça, persino la teoricamente testata giornalistica pubblica e neutrale Rai Sport si spende in profluvii per ogni passaggio riuscito dei blaugrana, plaudendo ad ogni stop di Messi e incensando ogni scatto di Pedro. E, per farlo, arrivano anche ad arrampicarsi sugli specchi, ovviamente con il Milan come vittima. Ma sì, hanno ragione, sono una squadra destinata a vincere, nessuno è riuscito nemmeno a pareggiare con essa. Ma sì, hanno ragione, il Milan è Ibracentrico [e infatti senza di lui non abbiamo fatto niente in campionato]. Ma sì, hanno ragione, l’unica squadra italiana che può mettere in difficoltà il Barça è il Napoli.

Altra partita importante di ieri sera, comunque, è stata APOEL – Lione. Contro la maggior parte dei pronostici – e contro ogni favore possibile e immaginabile di Platini, i ciprioti, grazie ad un gol del poi espulso Manduca, sono arrivati alla lotteria dei rigori e, grazie a due parate del portiere Chiotis, sono riusciti a passare il turno. Son contento continui questa bella favola: ovviamente, sarei ben più contento se questa favola terminasse contro di noi. Ma tanto sappiamo già come finirà: l’APOEL se lo beccherà il Barçelona, che farà il suo canonico 6-0 e renderà tutti contenti.

Per concludere con le partite di Champions, arriviamo all’unica altra squadra italiana impegnata oggi: la Juventus, che ha pareggiato 1-1 in rimonta con il Basilea. Ah, no, scusate…era il recupero di A con il Bologna.

Arsenal – Milan 3-0: Up & Down

La rosicata di Tuttosport

Up

La rosicata di tuttosport: imperdibile. Soprattutto perchè c’è chi va a Londra e chi al Dall’Ara.

Rino Gattuso: ha finalmente ricevuto l’idoneità per tornare a giocare, anche se non ha capito perché gliel’hanno consegnata in duplice copia.

Robin Van Persie: ha trovato il modo migliore per farsi amare dal Milan con quel pallonetto al 60’… è già uno di noi.

La sportività inglese: “un paese diverso”, “non si parla mai dell’arbitro, mica come in Italia”, “prendiamo esempio dall’inghilterra”. Evidentemente Wenger non lo sapeva.

I giornali: “grandissima parata”, “il miglior portiere di tutti i tempi”, “si conferma ad altissimi livelli”. Questi alcuni estratti dei giornali di domani, se in porta ci fosse stato Gigi Buffon.

Down

Fabio Caressa: “Il Milan passa anche se vince il Liverpool 3-0″. Andata male la gufata, eh?

Zlatan Ibrahimovic: corre, sbatte, recupera palloni di fianco ad un impalpabile Robinho. Ma comunque, se volete dargli ingiustamente la colpa di qualcosa, mettetevi pure in coda.

L’Arsenal: l’anno scorso erano ad un gol da una rimonta al Camp Nou e Bentder sbagliò tutto. Quest anno ad un gol dalla rimonta e Van Persie sbaglia tutto. Sono talmente tanto abituati alle false speranze che i tifosi dell’Inter han già chiesto un gemellaggio.

Filippo: 45° – dai che domani li prendo per il culo io. 90° – mamma, mi firmi la giustifica?

Prego come sempre di commentare la partita nell’altro post e di commentare qui unicamente le battute.

Arsenal – Milan 3-0: Ai quarti con vergogna

Soffriamo rivedendo i fantasmi di la Coruna ma riusciamo a passare soffrendo contro un Arsenal comunque modesto. Inaccettabile l’atteggiamento messo in campo da una squadra che ha vissuto Istanbul e La Coruna nei primi minuti di gara: siamo entrati in campo per non prendere quattro gol, troppo remissivi, un atteggiamento vergognoso per il Milan.

Per Allegri (principale colpevole dell’approccio alla partita) sono una attenuante le emergenze a centrocampo che lo hanno costretto ad una formazione obbligata, meno per il gioco espresso stasera soprattutto dalle parti dell’indecente Mesbah. E’ il momento di affrontare tatticamente due temi che non possono più essere rimandati e nascosti dalla pochezza degli avversari in campionato. Punto primo: basta con i passaggi orizzontali/rasoterra in difesa – non portano un guadagno territoriale e rischano soltanto di far perdere la palla come è accaduto sul secondo gol (errore imperdonabile di Thiago Silva), punto secondo: manchiamo completamente di copertura sulle fasce, soprattutto su quella sinistra dove il terzino tende ad accentrarsi lasciandola sguarnita, punto terzo: troppa imprecisione nell’ultimo passaggio e punte troppo distante tra loro – il tridente già visto con la Lazio è un esperimento tattico da mandare in cantina.

Note positive della serata sicuramente la reazione del secondo tempo che ci porta comunque ai quarti e ci lascia una lezione da non dimenticare per il prossimo turno. Per quanto riguarda i singoli bene Abbiati (grazie Christian per la parata su Van Persie), Mexes, Van Bommel (no ma piangiamo ancora Pirlo, eh) e Ibrahimovic che – per quanto ha potuto con due compagni d’attacco semplicemente inguardabili (Robinho tra i peggiori oggi) ha provato a creare occasioni. La qualificazione che ci riporta ai quarti dopo cinque anni è comunque complessivamente meritata considerando che di tre tempi su quattro abbiamo giocato meglio noi. Non sappiamo se per i quarti di finale la prestazione di stasera ci ridimensiona (per il risultato) o meno (per le assenze) ma per ora poco mi importa – aspettando gli altri, noi intanto ci siamo e questo campanello d’allarme ci aiuterà non poco per il campionato. Personalmente resto ottimista non pensando a quello che poteva essere, ma a quello che è stato.

ARSENAL-MILAN 3-0 (Primo tempo 3-0)
MARCATORI: Koscielny al 7’, Rosicky al 26′, Van Persie su rigore al 43’ p.t.
ARSENAL (4-2-3-1): Szczesny; Sagna, Vermaelen, Koscielny, Gibbs; Song, Rosicky; Walcott (dal 39’ s.t. Park), Chamberlain (dal 30’ s.t. Chamakh), Gervinho; Van Persie. (A disp.: Fabianski, Djourou, Jenkinson, Miquel, Ozyakup). All: Wenger.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Mexes, Thiago Silva, Mesbah (dal 45’ s.t. Bonera); Nocerino, Van Bommel, Emanuelson; Robinho; El Shaarawy (dal 25’ s.t. Aquilani), Ibrahimovic. (A disp.: Amelia, Zambrotta, Yepes, Ganz). All: Allegri.
ARBITRO: Skomina (Svn)
NOTE: Spettatori 59.973. Ammoniti Van Bommel (M), Sagna (A), Gibbs (A), Song (A) per gioco scorretto, Nocerino (M) per proteste. Angoli: 5-2 Recuperi 1’ pt, 3′ st.

Arsenal – Milan: LIVE!

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IL MILAN IN CERCA IN UN POSTO TRA LE PRIME OTTO D’EUROPA. UN 4-0 DA DIFENDERE IN QUEL DI LONDRA, BASTERA’? PER SCOPRIRLO SINTONIZZATEVI CON NOI, DALLE 20.45 DI MARTEDI’ SERA, SU ROSSONEROSEMPER, IL BLOG DEL MILAN!