Giornata strana, quest’ultima di Champions. Quasi provocatrice di godimenti, soprattutto per noi rossoneri. Perché sì, nonostante le premesse, nonostante le Cassandre che ci insulta[va?]no da ogni dove, nonostante il fatto che i media incensassero e continuino comunque ad incensare tutti fuorché noi [e, come vedremo, fuorché un’altra squadra], siamo l’unica italiana ai quarti di Champions League. Primi in campionato, ai quarti di Champions, ancora con qualche remota possibilità in Coppa Italia. Non vorrei dire, ma con qualunque altra squadra tutti i media starebbero parlando di “possibile triplete”.
La giornata inizia martedì, ma dato che, come amo, vi pongo il dolce alla fine, comincio con un veloce sguardo sul 7-0 del Bayern Monaco sulla vittima sacrificale Basilea. Tralasciando l’onore al merito degli svizzeri, che comunque torneranno a casa consci di aver battuto nel loro percorso due grandi d’Europa, c’è da notare come i 7 – e non 6 – gol di scarto dei tedeschi non siano stati incensati come i 6 gol di scarto della vittoria del Barça, e i gol di Mario Gomez come quelli di Messi. Sembra che oramai sia quasi un obbligo tifare Barça, sembra che oramai tutti debbano costantemente lodare i catalani. Beh, io non ci sto: per me il Bayern può anche battere il Barçelona.
E ora arriviamo al primo dei due psicodrammi a cui si riferisce il titolo: l’Inter vince 2-1 con il Marsiglia ma, grazie ad una dormita di Lucio e Samuel che, al 92′ minuto, fanno passare il neoentrato Brandao regalandogli un facile gol, vengono eliminati. Ed escono con la coda tra le gambe, regalando a tutti gli appassionati del calcio vero [che stanno agli interisti come le persone con più di due neuroni stanno ai fan di Vasco Rossi] il surreale spettacolo di vedere Pazzini segnare un rigore e la seconda squadra di Milano vincere tra le lacrime, e Mandanda venire espulso e vedere la propria squadra perdere gioendo. Un vero godimento, per noi amanti delle Delikatessen calcistiche.
Passiamo ora a mercoledì, tenendoci come prima il dolce alla fine. La serata calcistica, dunque, inizia dalla facile vittoria per 4-1 del Real Madrid contro il CSKA Mosca: Higuain, Benzema e un doppio Ronaldo [inutile per i russi il gol della bandiera di Tosic] sgombrano il campo da ogni dubbio derivante dal pareggio dell’andata. Comunque, a me sembrano – e non solo per il risultato – un gradino sotto a Barçelona e Bayern Monaco. Ma bisogna vedere come andranno le cose a Nyon, prima di esprimere un giudizio sui destini di ogni squadra.
Ma ora arriviamo al vero momento di puro godimento, ancor più intenso rispetto a quello derivante dall’eliminazione dei prescritti [oramai ci siamo abituati alle figure di merda targate Inter]: la rimonta, allo Stanford Bridge, del Chelsea dal 3-1 dell’andata, e la vittoria – ai tempi supplementari – per 4-1 contro il Napoli. I primi venti minuti vedono un dominio completo del Napoli, ma appena l’undici del sempre provocatorio Mazzarri concede qualche spazio, Drogba – migliore in campo insieme a Ramires: le sue magie hanno scosso un Aronica che non ha potuto nemmeno, essendo in Champions, mettergli le mani al collo – lo infila. E da quel momento cambia la partita: subito dopo l’inizio del secondo tempo, Terry sigla il 2-0. Ma il Napoli, come in tutte le belle favole che ci vogliono mostrare, non si arrende, e al 55′ a segnare il 2-1 è Inler. Ora l’undici meridionale avrebbe dovuto difendere il vantaggio. Ma non ci riesce, e dopo una serie di boiate di De Sanctis e dei suoi difensori, si arriva al rigore siglato da Lampard. Supplementari, dominio Chelsea, segna Ivanovic dopo una magia di Drogba. E, dopo qualche minuto di melina, arriva il fischio finale. Il grande psicodramma azzurro si consuma.
Ma tanto, un po’ come la nazionale di rugby quando perde 32-3, hanno perso con onore. Ma tanto c’era un fallo di mano di David Luiz [visto peraltro solo da Collovati, dato che la palla gli ha sbattuto sulla spalla mentre correva]. Ma tanto loro restano l’unica squadra italiana in grado di mettere in difficoltà il Barçelona (dimenticando la manita subita al Gamper). Ecco, è questo che colpisce: nonostante tutto, per tutta la partita la telecronaca della teoricamente imparziale Rai ha mostrato una partigianeria terrificante, criticando in ogni momento il Chelsea – e soprattutto Drogba, implacabilmente accusato di essere un simulatore – e esultando al gol del Napoli come ad un gol della Nazionale durante una finale mondiale. Ma poi arriva il tono da funerale: per loro sommo dispiacere, ai quarti ci siamo solo noi.