L’infortuniocrazia

Se nell’ultimo prepartita ho tessuto le lodi della meritocrazia che vige in casa Juventus da quando alla guida della squadra c’è Conte; adesso voglio esaminare che regole vigono in casa Milan: al Milan vige l’infortuniocrazia. La regola base dell’infortuniocrazia è: gioca chi non è spaccato. Ce la fai a stare in piedi? Allora sei titolare. Quindi possiamo ammirare magnifici esempi di centrali difensivi che giocano da terzini o centrocampisti, esterni di difesa che giocano da trequartisti eccetera. Ma anche scene comiche legate alla paurosa serie di infortuni che affligge il Milan ormai da anni.

Come sapete bene, infatti, quando la situazione da tragica diventa disperata, e poi peggiora ancora, si sfiora la comicità. E’ il caso di Boateng: rotto come da copione dopo la preparazione invernale, assente per molte settimane, rientra nel match casalingo contro l’Arsenal, lo gioca a livelli da Pallone d’Oro, e poi sparisce di nuovo per un mese. Oppure Flamini, il quale, rotto da tempi immemorabili, dato diverse volte per pronto, da Palermo in poi, gioca stabilmente con la Primavera. Non voglio tediarvi ulteriormente con questi esempi, ma, rimanendo nell’argomento farei un parallelo tra le situazione di Pirlo ed Aquilani, due centrocampisti dotati di piedi sopraffini, scarsissima velocità e fragili come il cristallo, accomunati dal fatto di essersi, nello stesso momento, scambiati la squadra. Pirlo dal Milan alla Juve, Aquilani dalla Juventus al Milan.

Dunque Pirlo, nella scorsa stagione ha all’inizio un rendimento non certo eccelso, forse anche dovuto alla doppia preparazione mondiale/club, ma si riscatta con un gol da 3 punti a Parma, davvero ‘unbelievable’; prosegue la stagione con prestazioni modeste e difficoltà a trovare un posto nel  4-3-1-2 allegriano, culminate con un lungo infortunio ed una prova al rientro in semifinale di Coppa Italia contro il Palermo, davvero indecorosa. Da lì in avanti, pure il feeling col tifo rossonero, che ormai da tempo gli preferisce mediani più aggressivi e veloci, ed un trequartista di qualità e quantità, si rompe definitivamente. Quest’anno gioca con la Juventus, e le sue prove rimangono costanti, belle scodellate, bei cross (mai mancati neppure col Milan) appaiati ad una scarsa velocità ed una bassa propensione al possesso palla.

“Costanti” secondo me è la parola chiave: infatti, se con l’andare della stagione il bresciano comincia a sentire un po’ di fatica, non crolla, ne si infortuna, e non alterna, come al Milan prestazioni orribili, nel periodo di “bassa marea” fisica della squadra, a prestazioni stratosferiche, fa “il suo” insomma, niente di meno, niente di più. Però non è certo descrivibile come un giocatore finito, come la scorsa stagione. Aquilani invece, prima del biennio Juve-Milan, era conosciuto come il “rabonaro di cristallo”: piedi fatati, facili al colpo più difficile di questo sport, la rabona appunto, ma delicatissimi, davvero di cristallo.

Nella Juventus fallimentare dello scorso anno, non si produce in numeri galattici, ma è l’unico a tenere botta in un centrocampo da rottamare, subisce un solo infortunio, e leggero, e sono in pochi a vedere l’affare, per la Juve, nel “quasi scambio” con Pirlo. Nel Milan parte benissimo: gol, assist, caterve di tiri da fuori con una potenza da Boateng, e dinamicità, roba mai vista fare a Pirlo. Poi prestazioni non memorabili, l’infortunio, abbastanza lungo, e si ricomincia con le prestazioni scarse. Ora non voglio focalizzare la discussione su chi abbia guadagnato e chi abbia perso nell’affare Aquilani-Pirlo, ma sul parallelo, che io definirei paradigmatico, della differenza tra la preparazione atletica tra Milan e Juve, riscontrabile nelle situazioni di moltissimi altri elementi delle due rose.

Se è vero, come è vero, che alla Juve campioni dal carattere difficile come Cassano, Ibra e altri difficilmente avrebbero potuto positivamente coesistere, dobbiamo ammettere che non si vive di sola “psicologia” e di sole “motivazioni”. Se tutto questo buon lavoro svolto dalla nostra società è vanificato da una preparazione atletica che mina, coscientemente, la salute dei nostri atleti. Non voglio parlare di Meersseman e delle terapie “alternative” praticate a Milan Lab, che, nelle intenzioni di Galliani avrebbero dovuto evitare gli eccessi di cure e chirurgia (che possono portare ad autentici scempi che ancora oggi chiedono vendetta al cospetto di Dio come il caso Van Basten). Fortunatamente oggi gli stregoni zulu come Meersseman al Milan contano molto meno, e se non hanno rovinato Van Basten hanno nel loro palmares vittime non meno illustri come Kakà e Pato.

Mi soffermerei invece sulla preparazione e chiederei alla nostra società di rispondere a questa semplicissima domanda: “In cosa è cambiata la preparazione atletica della prima squadra tra la scorsa stagione e questa?” Perché pure la scorsa stagione siamo stati i top mondiali dell’infortunio, e quest’anno non è cambiato niente: è solo rientrato il dr. Tavana, ma l’eccesso di preparazione durante le pause estiva ed invernale non è cambiato, mentre gli infortuni sono addirittura in aumento.

La verità è che, probabilmente, il problema era stato, come al solito, sottovalutato. Sottovalutato, pure dopo decine di briefing tecnici, medici ed atletici, dove, 12 mesi fa, si era esaminato tutto, dall’ago al cannone. E la società dopo centinaia di ore buttate inutilmente se ne era uscita con la storiella che la colpa è del prato di San Siro! Vabbé, mi ero detto, Galliani, da vecchio marpione, lo fa per depistarci, in realtà la causa è stata scoperta, ed il problema risolto.

No, quest’anno va ancora peggio, e in primavera sono pure ripartiti i “viaggi della speranza” di Pato dai guru USA, dopo che lo stesso guru americano, l’anno scorso, aveva rispedito Pato a Milano con il problema “risolto”. Un problema “posturale”, si disse – Pato corre con la schiena troppo bassa: basta che il papero inizi a correre “petto in fuori e schiena dritta” e tutto passerà – e Pato avrà risposto: “Sissignore!” Ecco, quest’anno dopo la cura del petto in fuori va anche peggio, e Galliani, invece di mandare negli USA un avvocato per chiedere i danni a questo cialtrone, ci rispedisce anche il papero; non so cosa consiglierà stavolta, forse di scattare “culo in basso”, o “occhi in su”; ma una cosa è certa, al Milan non sanno che pesci prendere, e non solo con Pato.

Più forti della sfortuna…inseguendo i nostri sogni

Ancora una. No, non mi sono sbagliato. Ancora una gara e potremo veramente dichiarare chiuso all’90 % il discorso scudetto. Dopo aver superato infatti indenni la gara contro la Roma, al Milan non resta che concentrarsi sulla delicatissima trasferta di Catania che sembra essere l’ultima gara (a parte il derby alla penultima) in cui i rossoneri rischiano fortemente qualcosa. Le risposte contro la Roma sono arrivate, con una buona prestazione per gran parte dei 95’ e solo un po’ di malasorte quando i giallorossi hanno segnato nella loro unica azione del primo tempo. Fortunatamente il secondo tempo ha cambiato le carte in tavola, regalandoci tre punti sudati ma anche meritati grazie a due goal del solito Zlatan Ibrahimovic, che quando si ricorda si sveglia dal letargo riesce a fare cose stupende.

Sul resto della gara c’è ben poco altro da dire se non recriminare per l’ennesimo infortunio stagionale, piombato questa volta sul giocatore più importante della nostra squadra; quel Re, come amo chiamarlo, che era una delle nostre poche speranze per la doppia sfida di Champions contro il Barcellona. Thiago crolla quando meno te lo aspetti, e ci lascia orfani della sua grandezza, scoperti sotto i colpi del cannone blaugrana. Non solo per la gara di andata, ma anche per quella di ritorno e diverse altre gare di campionato a causa di una lesione al flessore della gamba destra (out 3/4 settimane).Come se il destino non si fosse accanito abbastanza su di noi quest’anno, anche quando si intravedeva la luce con il rientro di Boateng ecco che subito paghiamo dazio ancora una volta. Se fosse il caso di tenerlo a riposo o meno questo ormai non serve più dirlo, perché Allegri ha scelto di rischiarlo e se poi si fa male ai flessori quando il dubbio era per un dolore alla caviglia, allora vuol dire proprio che è una sfiga nera. A questo punto, in previsione delle prossime due sfide a metà strada tra Milano e Barcellona, non ci resta che sperare nel pieno recupero di Nesta e in una grande prestazione di Mexes, che quando vuole ha dimostrato di essere ancora un grande difensore. Per il resto stringiamo i denti e cerchiamo di andarcela a giocare al Camp Nou senza troppi goal subiti in casa (0 sarebbe utopistico, ma anche 1 andrebbe più che bene).E’ per questo che io mi difenderei fino all’osso in casa, giocando solo di contropiede, mentre andrei a giocarmela a viso aperto al ritorno sperando in un pareggio con tanti goal che possa alla fine favorirci. Se partissimo giocandocela alla pari qui a Milano il gap potrebbe aggravarsi fin da subito.

Parlando invece degli altri pretendenti al titolo, la gara di Torino è finita come si poteva immaginare: Juventus vincitrice e Inter al tappeto. Avevano lasciato qualche speranza i nerazzurri nel primo tempo quando erano riusciti a fare una prestazione più che degna, rischiando anche di fare goal (cosa clamorosa per l’Inter di quest’anno!). Nel secondo tempo però la Juve viene fuori e dimostra di essere nettamente superiore, legittimando la vittoria, anche se aiutata dall’incredibile non-marcatura di Maicon sul calcio d’angolo del primo goal. Poche erano le speranze di vederli soccombere, e quindi di allungare in classifica; si ritorna a +4 con le speranze che si spostano tutte sul Napoli che sarà la prossima squadra a cercare di violare lo Juventus Stadium. Qualche possibilità in più c’è siucramente, sempre che anche gli uomini di Mazzarri non decidano di dormire sui calci d’angolo come ieri contro il Catania.

Una settimana di riposo per il Napoli, una per la Juve e per tutti gli altri: voi riposatevi pure, noi andiamo a giocarci il sogno, viviamo emozioni indescrivibili e inseguiamo un’ennesima impresa. Tifiamo Milan, e la musica della Champions fa parte di noi. Voi dormite, recuperate energie e quella musichetta continuate pure a sognarla. Allora forza ragazzi, perchè noi i sogni continuiamo a farli, voi provate a realizzarli.

Milan – Roma 2-1: Up & Down

Gran gol e tutti zitti...

Up

Zlatan Ibrahimovic: eh ma non segna mai nelle gare importanti, è in calo, vuole l’aumento del contratto, vuole lasciare il Milan…. Due pere e tutti zitti.

Giuseppe Marotta: Nonostante la vittoria 2-1 del Milan al novantesimo, la Roma ha mantenuto l’imbattibilità.

Alberto Aquilani: contentissimo per aver raggiunto le 25 presenze e il conseguente obbligo di riscatto da parte del Milan, ha dichiarato: “ora mi posso rompere di nuovo!

Pep Guardiola: “si, anche con Thiago fuori il Milan rimane una squadra pericolosissima, la volevo evitare a tutti i costi, mi spiace per il sorteggio…”. Pep, un consiglio, smettila di fare il falso che tanto a Madrid non li fai rosicare, eh. 

Down

Vinovo al termine del primo tempo

I tifosi dell’inter: forza Arsenal… vabbé forza Roma… oh fanculo, forza Barça! Aiutateli, non ci stanno capendo più nulla nemmeno loro!

I tifosi della Juventus: passati al bilancino i due gol del Milan per trovare eventuali irregolarità. La perla rimane senza dubbio “non c’era il fuorigioco del giocatore della Roma sull’azione che poi ha portato al 2-1“.

I giornalisti:un grandissimo pallonetto a scavalcare il portiere, degno colpo di classe di questo giocatore dai numeri fenomenali, senz’altro tra i principali favoriti al pallone d’oro“. Queste le parole per descrivere il secondo gol, se lo avesse segnato Lionel Messi.

Massimiliano Allegri: sull’assenza di Thiago Silva – “Ho la fortuna di avere una rosa importante, Bonera sta facendo grandi cose quest’anno“. Dov’è il dramma? Il dramma è che l’ha detto veramente.

Milan – Roma 2-1: Ibra, due lampi nel deserto

La risolve lui, quello che non segna mai nelle gare importanti. Al primo passo falso probabilmente ritornerà la solita etichetta appioppatagli ma nel frattempo il tabellino di San Siro dice Ibra 2, Roma 1. Sono i tre punti forse più pesanti quelli che ci portano la quarta vittoria consecutiva in campionato, sesta delle ultime sette e soprattutto ci consentono di mantenere ancora il “jolly” per la non facile gara di sabato contro il Catania.

Era una gara ostica – e si è rivelata ostica soprattutto all’Intervallo quando il Milan si è trovato sotto, così come era stato a Pechino, a Lecce e a Udine e, come in quelle tre gare, ha saputo rimontare e portarsi a casa i tre punti. L’ha fatto con lo svedese che ha dimostrato come il proprio valore aggiunto non sia solo quello di 22 gol in 23 gare di campionato ma anche e soprattutto quello di risolvere situazioni così intricate in cui nel secondo tempo la squadra era sulle gambe e la Roma ci stava schiacciando nella nostra area di rigore. Roma che ha avuto la fortuna di trovare il vantaggio all’unico tiro in porta della gara contro un Milan che nonostante le assenze si era difeso con ordine e che – come a Torino – non ha saputo gestire il disimpegno con l’ennesimo errore tattico grave, errore imputabile unicamente all’allenatore: già lo scorso anno bastava pressarci alto per mandarci in difficoltà e così è anche quest anno.

Le note dolenti della serata sono soprattutto nell’infortunio di Thiago Silva oltre che alla pessima prestazione di alcuni giocatori tra cui Nocerino – che era stato finora un valore aggiunto alla squadra. Non mi è piaciuto troppo nemmeno Boateng mentre il 5,5 del Kebab non è ormai una novità – ma davanti eravamo contati e non ci si poteva fare nulla. Abbiamo sofferto troppo, soprattutto nella ripresa, anche se i due legni presi giustificano poi il risultato finale ed una vittoria meritata. Prospettive per l’immediato? Se vinciamo anche a Catania è scudetto al 99% indipendentemente dal risultato del doppio impegno dei ladri contro i prescritti e i montati, ma per mercoledì l’obiettivo diventa evitare la manita. Nelle condizioni attuali abbiamo zero possibilità di battere il Barcellona e pochissime possibilità di uscire con 1-2 gol di scarto: lo sapeva probabilmente anche Allegri che ha voluto assolutamente forzare il brasiliano nella gara di oggi pur sapendo cosa c’era mercoledì (l’errore è stato schierarlo nel Conad Stadium).

Con la partita di stasera abbiamo, appunto, quasi vinto il campionato: il buon senso dice che con 18 punti dei prossimi 27 (6 vittorie in 9 gare) si chiude ad 82 come l’anno scorso – ma gli infortuni che ne sono conseguiti là dietro abbiamo perso le uniche possibilità labili di arrivare in semifinale di Champions, al lettore decidere se il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno.

MILAN-ROMA 2-1 (primo tempo 0-1)
MARCATORI: Osvaldo al 44′ p.t., Ibrahimovic su rig. all’8′ e al 38′ s.t.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Bonera, Mexes, Thiago Silva (dal 10′ p.t. Zambrotta), Mesbah; Nocerino, Ambrosini, Muntari; Emanuelson (dal 10′ s.t. Boateng); Ibrahimovic, El Shaarawy (dal 42′ s.t. Aquilani). (Amelia, Nesta, Carmona Perez, Seedorf). All. Allegri.
ROMA (4-3-1-2): Stekelenburg; Rosi, Kjaer, Heinze,Taddei; Gago (dal 35′ s.t. Lamela), De Rossi, Marquinho; Totti (dall’11’ s.t. Pjanic); Borini (dall’11’ s.t. Bojan), Osvaldo. (Curci, José Angel, Simplicio, Perrotta). All. Luis Enrique.
ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo (Manganelli-Padovan/Banti).
NOTE: spettatori 59.133 per un incasso di 1.722.075,20 euro. Ammoniti Osvaldo, Ibrahimovic, Mesbah, Muntari per gioco scorretto, Heinze per proteste. Angoli 9-4. Recuperi 1’ p.t., 4’ s.t.

Milan – Roma: LIVE!

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DOPO AVER ESPUGNATO LO JUVENTUS STADIUM SI TORNA NELLA REALTA’ DEL CAMPIONATO: TRA JUVENTUS E BARCELLONA C’E’ IN MEZZO, OLTRE A UN CENTINAIO DI SQUADRE DI CALCIO PER VALORE TECNICO, LA ROMA. VOLETE SAPERE COME FINIRA’? SEGUITECI DOMANI, SABATO 24 MARZO, DALLE 18.00, SU ROSSONEROSEMPER!

Milan – Roma: noi contro il “progetto”.

Ore 18, Stadio San Siro: Milan – Roma. Dopo lo sfortunato match di Tim Cup il Milan non deve perdere il primato in Serie A ed attende nella tana di San Siro la Roma di Luis Enrique, che, dopo la vittoria col Genoa, sembra discretamente in forma.
Perlomeno non ci saranno dubbi tattici: la squadra del tecnico asturiano “se la gioca” sempre, proponendo un calcio divertente ed offensivo, con molti giovani in rosa: “canterani” come Bojan Krkic oppure grossi rimpianti dei mercati milanisti come Lamela; mixati a campionissimi rodati come Totti e De Rossi.

Il “progetto” del coach spagnolo, dopo un inizio di stagione davvero negativo, dove si cercava solo il possesso palla perché la squadra non riusciva ad esprimere nient’altro, sembrava aver preso quota a metà autunno: prove convincenti, risultati confortanti, e gioco spettacolare: pure la difesa, vero tallone d’Achille di questa Roma che per giocare una fase offensiva rimanendo corti viene obbligatoriamente schierata alta, sembrava aver preso sicurezza ed una certa maestria nel tamponare le mortifere ripartenze avversarie. Gli attaccanti invece, soprattutto dopo il rientro di Totti dall’infortunio, parevano vedere la porta con maggiore frequenza. E’ venuta poi una fase, segnatamente dopo Cagliari-Roma 4-2, dove è sembrato che tutte le certezze, tutti i meccanismi faticosamente acquisiti, venissero di colpo meno, ricominciando ad alternare fasi di grande padronanza del campo, ad errori pacchiani ed indecorosi.

Tutto questo fino all’ultimo derby capitolino, che ha visto la Roma sconfitta, ma ha segnato l’inizio di un nuovo ciclo di due vittorie consecutive, contro Palermo e Genoa, conquistate con il risultato di 1-0: Luis Enrique, verso il finale di stagione, sta facendo virare il gioco del suo team verso la “concretezza”, rifiutando le goleade, pur senza perdere mai lo spirito offensivo: ne perde lo spettacolo ma ci guadagna la classifica.

Il Milan deve dimostrare, dal canto suo, di fregarsene del risultato di Torino: dopotutto gli scontri diretti sono finiti, e si spera vivamente che il tasso di furti scenda di conseguenza…. A questo io comunque non credo, infatti per la Juventus conta solo vincere e per farlo, da cent’anni a questa parte hanno usato qualsiasi mezzo, anzi, i finali di stagione sono le fasi dell’anno nelle quali la società bianconera si è espressa coi furti e i trucchi più offensivi per lo sport e, possiamo dirlo con tranquillità, per l’immagine della nazione. Immagine che, quasi sempre tocca al Milan, con squillanti vittorie internazionali, il compito di ripulire…..

Certo, dal punto di vista psicologico non possiamo essere soddisfatti: senza il gol irregolare, o quasi, dell’uccellino bianconero, non ci sarebbe stato bisogno di tempi supplementari: due pere, e a casa – ma così non è stato, e bisogna farsene una ragione, e pure alla svelta, perché l’obbiettivo n°1 di questa stagione è e rimane lo scudetto, la cui conquista non è affatto scontata.

Innanzitutto, ladrate e antipatia a parte, la Juventus sta giocando un ottimo campionato, Conte è un otimo tecnico e ha saputo panchinare e buttare anche fuori squadra le pippe, i rotti ed i fancazzisti. Ne hanno fatto le spese Iaquinta, Amauri e Krasic ad esempio, ma non è venuto meno al suo (giustissimo) credo di guardare i calciatori “dalla punta delle unghie dei piedi fino al collo”, il sopra, ovvero la faccia, il nome, ed il blasone, conta zero: se ti alleni bene e sei in palla giochi, se sei un mito, ma svogliato o spaccato fai tribuna e dopo un po vieni pure rottamato e spedito al Cesena o verso altre destinazioni simili… Dio solo sa quanto pure il Milan necessiterebbe di interventi simili!! Con gente allenata 24 h su 24 alla, e nella, totale meritocrazia, non bisogna abbassare mai la guardia, e gli stimoli devono sempre essere massimi.

La sfida contro il Barcellona è lontana anni luce, non mi interessa nemmeno sapere quando si giocherà, per me conta solo la Roma, senza pensare al vantaggio di 4 punti, al calendario migliore, e ad altre scusanti da perdenti. Quando in una persona, posta di fronte ad una sfida qualsiasi, si fanno strada discorsi rassicuratori e giustificatori, la frittata è fatta: non darà più il 100%, perché, se vogliamo dirla proprio tutta, in campo assieme a noi, in questo 2011/2012 sono sempre scesi in campo i nostri tre cancri: infortuni, scarponi e portieri.

Gli infortuni ci martoriano e lo sapete bene, ormai viaggiamo intorno al 40% di indisponibili o di inadeguati allo schieramento in un match competitivo.  Gli scarponi, dalla nascita o per vecchiaia sono altrettanto nefasti: io non ne posso più di gente come Seedorf, Zambrotta, e Inzaghi; stendiamo un velo pietoso pure su questo argomento: non voglio infierire su questi ex-giocatori di football che per qualche dollaro in più vagano per il campo come zombi senza tregua, insegnando come NON si gioca a calcio, aiutati purtroppo dalla nostra dirigenza che invece di investire cinque lire rinnova all’infinito a questi reduci. Per quanto riguarda i portieri, tra una cosa ed un altra, tra un Abbiati che ha fatto un inizio di campionato al conato di vomito e un Amelia che al conato di vomito ci fa intere stagioni, così non si può più andare avanti: io mi sono definitivamente rotto di vedere interventi miracolosi mischiati al solito e puntualissimo gol preso sul primo palo: per queste robe bastava Dida. I gol presi tra le gambe (o nei 5 cm che separano il guantone dal primo palo) dai nostri numeri 1 quest’anno non si contano, ci serve un portiere decente prima ancora che di terzini e centrocampisti, e a Giugno mi sentirete picchiare su questo argomento fino allo sfinimento.

Come vedete non c’é alcun motivo per rilassarsi, anzi, se diamo retta alle voci, proprio Martedì ci sarebbe stata una fortissima pressione della società per schierare Ibra e Thiago Silva in Tim Cup; intromissione per niente gradita ad Allegri, che se la sarebbe legata al dito. Secondo me si tratta solo di illazioni, ma non posso non ricordare che, l’ultima volta che la società ha “paternamente consigliato” al tecnico chi e come schierare in campo ne è venuto fuori il pessimo inizio della stagione 2010/2011: un Milan squilibrato, lento ed impreparato, spazzato via dal Real mourinhano in quel di Madrid…

Scenderemo in campo col 4-3-1-2 composto da: Abbiati, Bonera, mexes, T.Silva, Mesbah, Aquilani, van Bommel, Nocerino, Emanuelson, El Shaarawi, Ibrahimovic mentre il “progetto” di Luis Enrique sarà schierato a specchio con: Stekelenburg, Angel, Heinze, Kjaer, Taddei, pjanic, Rossi, Gago, Totti, Borini, Osvaldo.

Personalmente non rinuncerei nemmeno ad un punticino in campionato pur di ben figurare col Barcellona: è un fatto di programmazione, è un fatto di priorità. Dobbiamo sfondare in campionato, abbiamo voglia di sbaragliare, anzi, di sgominare questi ladri, e seguiremo il match, come sempre, sul LIVE di Rossonerosémper.

E ora il difficile

Quando ho visto Thiago Silva, a terra, con la caviglia in mano, al termine della partita con la Juventus di Coppa Italia, ho ripassato tutto l’elenco di bestemmie fino ad oggi conosciute: pensare di rischiare uno dei giocatori più importanti in rosa durante un match obiettivamente poco importante, rispetto agli altri trofei in palio, è veramente un azzardo pericoloso.

Tra l’altro, valutare la presenza di Thiago Silva in campo, considerando che a centrocampo neanche il miglior Dario Argento avrebbe potuto inventare uno schieramento del genere, con Aquilani senza minuti nelle gambe e Seedorf in sleep-mode, diventa uno sforzo d’immaginazione niente male. A questo punto, se devo provare a vincere la partita con giocatori non pronti, tanto vale schierare Yepes o Bonera al posto di Thiago Silva e immediatamente Maxi al posto di un Ibra di nuovo in modalità “Contro le grandi”.

Alla fine di tutto, abbiamo comunque onorato il match, rischiando di portare a casa, tra l’altro, una finale di Coppa Italia contro una Juventus che alla fine del secondo tempo era più morta che viva. Peccato non aver avuto quelle risorse psico-fisiche necessarie per assestare il colpo di grazia ad una squadra che, onestamente, ha sempre e comunque avuto l’immenso culo di incontrare il Milan in un momento di forma inguardabile, con mille giocatori in tribuna o appena rientrati da infortuni biblici.

Dubito fortemente che, come recita la Bibbia dell’Inutile, Tuttosport, la mancata finale di Coppa Italia peserà psicologicamente sul prosieguo della stagione, ma, al contrario, ha dato l’ennesima conferma che il Milan è superiore alla squadra di Torino. Speriamo si possa avere, prima o poi, la possibilità di incontrare i bianconeri con tutti gli effettivi e le riserve a disposizione. Chiediamo troppo? Magari nella prossima Supercoppa Italiana, a patto che la Juve superi il Napoli in finale, visto che non ho dubbi su chi la spunterà in questa lotta per lo scudetto.

Ora ci aspettano due turni che dire cruciali è riduttivo: la partita con la Roma dovrà terminare, gioco forza, con i tre punti, visto che l’Inter, attualmente, è la brutta copia di una squadra di Serie B ed a Torino la Juve rischia di avere gioco facile. Anche qui, il solito culo bianconero di incontrare gli avversari nel loro, rispettivo, peggiore periodo della stagione.

Spero vivamente non si proceda con il solito iter di ancelottiana memoria, dove si mette in secondo piano il campionato, per spremere al 100% la rosa contro il Barca, con il rischio reale e possibile di perdere capra e cavoli. Un risultato positivo a San Siro contro Guardiola potrebbe darci la possibilità di andare al Camp Nou, montare le barricate e giocare di ultra rimessa. Certo, noi siamo il Milan, certo, noi imponiamo il nostro gioco, certo, la storia.
Tutto giusto, tutto vero, ma, ho paura, tutto poco fattibile all’atto pratico, soprattutto vedendo il trend della nostra infermeria.

Immaginate solamente di proporsi al Camp Nou con Bonera, Silva, Mexes e Zambrotta arruolabili.
Paura eh?

Ciò che non uccide, fortifica

Finiscono ieri con la gara di Torino i tre Milan – Juventus, finiscono equilibrati con una vittoria a testa (considerando i risultati al 90°) e un pareggio e finiscono con il Milan che recupera 5 punti in campionato ai bianconeri pur dovendo cedere la finale di coppa – ma solamente ai tempi supplementari dopo quella che è stata una sostanziale equità nei 180′ regolamentari. Cosa ci lasciano questi tre Milan – Juventus? Ecco le mie (personalissime) riflessioni

1) Il Milan si conferma superiore ai bianconeri, ma non nella giusta dimensione: tiene testa avendo per lunghi tratti di queste tre gare il pallino del gioco alla squadra di Conte. Subisce due gol da lontano frutto di errori individuali, ma soprattutto sintomo della difficoltà dei bianconeri ad entrare in area. Tuttavia, nonostante i dieci o più infortunati in ogni partita il fatto di non aver reso numericamente merito con i gol al gioco creato pesa: perdiamo l’andata giocando da pareggio, pareggiamo il campionato giocando da vittoria e vinciamo solamente di misura martedì in una gara in cui i bianconeri hanno visto palla per 10 minuti scarsi dei 90 regolamentari. Qualcosa non va.

2) Spariti il bel gioco e l’imbattibilità della Juventus: l’ultima solamente martedì, con il 2-1 al 90′ che conta ai fini statistici: non solo i bookmakers hanno pagato il ‘2’ e non la ‘X’, ma essendo sia il risultato di 2-1, sia i supplementari vincolati alla gara di San Siro, se non è possibile dire che il Milan non ha vinto a Torino non è nemmeno possibile dire che la Juventus ha espugnato il Meazza: il resto sono dati per compiacere qualche tifosotto. Il bel gioco era invece sparito dalla gara di San Siro, in virtù di un catenaccio e contropiede al limite del Mourinhano versione Camp Nou che lo ha premiato con 4 gol avendo superato 8 volte (scarse) la metà campo dal secondo tempo della gara in coppa Italia a San Siro. Bellissima l’immagine dei giocatori che in casa perdono tempo gettandosi a terra: lo scorso anno il Palermo in semifinale giocò meno da provinciale dei bianconeri.

3) Allegri è stato parzialmente delegittimato dalla società: piaccia o non piaccia a Torino lui non avrebbe voluto schierare né Thiago Silva né Ibrahimovic – ma le dichiarazioni di Galliani sulla coppa Italia sono state supportate da pesanti ritocchi della formazione rispetto a quanto previsto il giorno prima. Non giudico né positivamente né negativamente questo fatto – dato che sono un sostenitore aperto del fatto che i presidenti, mettendoci i soldi, hanno il sacrosanto diritto di decidere chi vogliono vedere in campo nella loro squadra. Più preoccupante, invece, il fatto che la società sia intervenuta solamente sui due nomi pesanti e non su un centrocampo che con il solo Muntari centrocampista “di sostanza” aveva forti lacune: insomma, in due non sono riusciti a schierare una formazione buona.

4) Alla Juventus resta poco da festeggiare: in questo momento è nettamente inferiore non solo al Milan ma anche al Napoli – naturale calo fisico di una squadra che non può reggere 38 giornate. Se rientrasse nella corsa scudetto sarebbe unicamente per un contraccolpo psicologico che potrebbe avere dai risultati delle gare con Roma e Catania che conoscerebbe prima di giocare le proprie. Il deludente tabellino bianconero parla di due vittorie, sei pareggi e una sconfitta nelle ultime nove gare – nelle corrispondenti nostre nove troviamo due nostri pareggi e sette vittorie rossonere con un calendario più difficile e non tenendo conto del gol di Muntari che ha falsato la gara di San Siro e che avrebbe reso ancora più pesanti queste statistiche. Perdere il ‘titulo’ italiano che conta e consegnarlo agli 11 brocchi di rosa vestiti sarebbe masochismo puro.

5) La Juventus nei big match parte con +1 di Handicap. Dopo il gol di Muntari a San Siro, il gol annullato ad Ibrahimovic in coppa Italia arriva il gol di Del Piero che, novità, contiene due falli in una singola azione di gioco – entrambi non ravvisati. Difficile continuare a credere che sia soltanto scarsità della classe arbitrale: come già detto in occasione di Fiorentina – Milan, alla scarsità puoi credervi quando vi è una distribuzione equa degli errori arbitrali, non quando si sbaglia unicamente a favore di una parte. Se aggiungiamo il rigore di Hamsik fatto ripetere a Napoli, il rigore per fallo di Mano di Barzagli su tiro di Rocchi con la Lazio, il fuorigioco di Pepe ad inizio dell’azione del gol della Juventus con la Roma e il rigore non dato per spinta di Barzagli su Di Natale a Udine scopriamo che questa cosa è frequente in tutte le partite. Sarà quindi ancora più bello, in caso di vittoria del 19°, poter cantare giustificati con la mano sul petto il famoso coro “vinciamo senza rubare”

Juventus – Milan 2-2 d.t.s.: Up & Down

Up

L’imbattibilità della Juventus: finalmente sconfitti al 90′ vengono salvati ai fini statistici dai supplementari. Aperta la gara a chi inventerà la scusa più assurda per affermare che la Juventus è ancora imbattuta.

Marco Frigatti: omologato il gol di Del Piero tra i più grandi furti di tutti i tempi: non era mai accaduto che una squadra riuscisse a rubare due volte nella stessa azione.

I tempi supplementari: sono riusciti a fare quello che nessuno avrebbe mai immaginato: far dire a Collovati una frase sensata.

Alessandro Del Piero: ha commentato così la scelta di indossare dopo la partita la maglietta di Clarence Seedorf: “ne volevo una che non fosse sudata

Down

Marco Amelia: Aperto il concorso “questo lo paravo anche io” sul gol del 2-2. Duemila gli iscritti nei primi 10 minuti.

Filippo Inzaghi: Problemi intestinali per lui tra il secondo tempo e i supplementari. “Non pensavo che il ritorno in campo di Seedorf mi facesse questo effetto“, ha commentato.

I tifosi della Juventus: pensavo che gli interisti nel 2005 quando fecero i caroselli per una semifinale avessero raggiunto l’apice del ridicolo. Ora scopri che c’è chi usa trombette da stadio per una semifinale. Campioni.

Il Milan: ricevuto dalla lega calcio un premio per aver espugnato per primi lo Juventus stadium: è una tessera punti della Conad.

Juventus – Milan 2-2 d.t.s: derubati un’altra volta

Pensavi di averle viste tutte con il gol di Muntari, ma ti sbagliavi. La novità Juventina nel furto con scasso arriva da Alessandro Del Piero che abbatte Mexes e poi controlla di mano per il gol dell’1-0 che condizionerà la qualificazione. A livello di gioco abbiamo infatti umiliato la Juventus a casa propria costringendola ad un catenaccio e contropiede di Trapattoniana memoria. La differenza la fanno, oltre ad Orsato, vergognoso non solo sull’azione del gol ma sul fischio sistematico di ogni fallo ad ogni giocatore della Juventus che si buttava a terra e Marco Amelia. Duole dirlo, ma la regola del “2” si è confermata anche stavolta e un portiere normale avrebbe parato il gol di Vucinic nei tempi supplementari.

Per il resto il copione sembra quello del derby, ci troviamo di fronte ad una squadra chiusa che punta a difendere il vantaggio. Nel primo tempo proviamo a fare qualcosa con Ibrahimovic che paga il non avere un El Sharaawy pimpante (che io non riscatterei a fine stagione) al suo fianco rimanendo troppo solo a recuperare palloni. Sbagliata probabilmente la formazione iniziale – allo svedese che va troppo spesso a recuperare palloni a centrocampo: manca un Nocerino in appoggio e riesce a fare ben poco, ma so già che comunque la colpa degli zero gol nel primo tempo con l’ennesimo atto di malafede giornalistica sarà unicamente sua.

Pregherei comunque di fare maggiore attenzione sul come nasce l’azione del primo gol: Mesbah, pressato, perde palla in posizione difensiva sul pressing degli avversari. E’ l’ennesimo errore in fase di disimpegno del Milan di Allegri – fase in cui sono stato profetico sabato quando già Giovinco ci ha graziato in quel di Parma: è una fase che va totalmente rivista al più presto, tempo una settimana o il pressing alto del Barcellona potrà causare dolori pesanti. Gli Allegriani sono molto bravi in questo a lanciare frecciatine quando il Milan vince a Parma o col Lecce ovvero facendo esclusivamente il proprio dovere, come se fosse merito dell’allenatore. Contro le squadre di alto livello questi dettagli non corretti si vedono e li paghi, a caro prezzo e, purtroppo, se non ammazza il campionato o elimina il Barcellona a mio parere la stagione di Allegri si confermerà sulla riga della scorsa: vincente solo per aver avuto la squadra più forte, alla quale non è stato in grado di aggiungere nulla di più.

La mia preoccupazione per questi 120′  va inevitabilmente alla gara di sabato contro la Roma – aspettando di sapere le condizioni degli zoppicanti Thiago Silva e Maxi Lopez. A differenza di chi, rendendosi ridicolo, ha vissuto questa gara come fosse la finale di coppa del mondo (con tanto di trombette da stadio), il nostro futuro ce lo giochiamo nei due trofei “veri” e non in quello “specchietto per le allodole per dire che si è vinto qualcosa”, e un futuro senza il brasiliano potrebbe essere tutto meno che roseo nonostante la partita di oggi abbia dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, quanto il Milan sia superiore ai bianconeri.

JUVENTUS-MILAN 2-2 d.t.s (1-2 d.t.r.)
MARCATORI: Del Piero (J) al 28’ p.t.; Mesbah (M) al 6’, Maxi Lopez (M) al 36’ s.t.; Vucinic (J) al 6’ p.t.s.
JUVENTUS (4-3-3): Storari; Lichtsteiner (dal 46’ s.t. Caceres), Bonucci, Chiellini, De Ceglie; Vidal, Pirlo, Giaccherini; Pepe (dal 18’ s.t. Marchisio), Del Piero (dal 29’ s.t. Borriello), Vucinic. (Manninger, Padoin, Estigarribia, Quagliarella). All. Conte.
MILAN (4-3-1-2): Amelia; Antonini, Mexes, Thiago Silva, Mesbah; Aquilani (dal 23’ s.t. Nocerino), Seedorf, Muntari; Emanuelson; Ibrahimovic (dal 1’ s.t. Maxi Lopez), El Shaarawy (dal 33’ s.t. Inzaghi). (Abbiati, Yepes, Bonera, Gattuso). All. Allegri.
ARBITRO: Orsato.
NOTE: spettatori 40.045 (1.595 ospiti), incasso 860.000 euro. Espulsi, ammoniti Muntari, Aquilani, Seedorf, Borriello, Thiago Silva, Vidal per gioco scorretto, Vucinic, Inzaghi, Mexes per proteste. Recupero: 2’ p.t., 3’ s.t.

Juventus – Milan: LIVE!

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GOL REGOLARE DENTRO 51 CM, GOL IN FUORIGIOCO, FALLO DI MANO INVENTATO, CARTELLINI NON DATI? SIETE CUORIOSI DI VEDERE L’ENNESIMA LADRATA DEI GOBBI? SIETE CURIOSI DI VEDERE COME CI BUTTERANNO FUORI DALLA COPPETTA ITALIA? ALLORA SINTONIZZATEVI CON NOI, MARTEDI’ 20, DALLE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER PER TENTARE LA REMUNTADA IN CASA DEI LADRI BIANCONERI!

Juventus – Milan: per chi suonerà il fischietto?

Juventus Stadium, ore 20:45. Juventus-Milan, semifinale di ritorno di Tim Cup. La rivalità che accende quest’anno la stagione calcistica italiana ci propone una nuova ed avvincente sfida, di quelle dure, da dentro o fuori. Partiamo sfavoriti: due gol subiti in casa dal gobbo Caceres, solo parzialmente tamponati dalla rete di El Shaarawi. 

Sarà dura per i ragazzi perché dopo un evidente calo fisico subito qualche settimana fa, la Juventus sembra aver ritrovato corsa e convinzione, un gioco bello e convincente invece non lo aveva mai perso. Sarà dura anche per noi, perché quando ti scontri con quelli là, da un momento all’altro può avvenire un episodio arbitrale talmente disgustoso, che ti allontana per mesi la voglia di assaporare il calcio: io, per sicurezza, porrò a debita distanza ogni oggetto che potrebbe essere scagliato contro la TV.

Inutile fare la cronistoria dei ruolini del 2012 di entrambe le squadre: l’abbiamo già fatta e la conosciamo benissimo, in quanto queste due compagini sono quelle che, nel nostro campionato hanno i riflettori maggiormente puntati addosso.
Ricordiamo solo che il Milan, fuori casa (e decimato come al solito) ha battuto un Parma propositivo, soprattutto prima di passare in svantaggio; che ha messo da parte difensivismi e ha rifiutato di “incatenacciarsi” alla propria area. Infatti Ibra è passato prima su rigore, poi propiziando la bellissima rete su azione personale di Emanuleson.

La Juventus viene da un risultato altrettanto positivo: ha inflitto uno storico 0-5 ai rivali fiorentini, consegnando alla storia quella che per la squadra viola può essere considerata la peggiore sconfitta dell’intera sua storia. Se c’erano stati, contro la rivale Juve, punteggi ancora peggiori, questi erano relativi ad incontri disputati a Torino oppure in match dove la Fiore almeno aveva segnato un gol: sabato invece, niente di niente… Possiamo dire che in quest’ultima giornata il Milan ha spezzato le reni ad una squadra che merita la retrocessione in B mentre la Juve le ha spezzate ad una che la merita in Lega Pro, o anche sotto…

Tatticamente le sfide contro la Juve quest’anno vertono sempre attorno ad uno stesso interrogativo: quanto saranno in forma i loro attaccanti? Perché se il gioco aggressivo, corto e muscolare lo diamo per scontato, unito ad una quasi sempre invidiabile condizione atletica, la scarsa vena realizzativa ed inventiva dei terminali d’attacco sembra vanificare quanto di buono facciano in fase offensiva. Il paradigma di questa situazione è Vucinic: se non è in giornata o arriva sempre troppo tardi sugli assist o sparacchia a casaccio palle che andrebbero facilmente rifinite per gli accorrenti centrocampisti; se al contrario la luna gli gira bene, vede benissimo la porta e la fa vedere anche alla solita sfilza di centrocampisti atti all’inserimento, come Marchisio, Pepe, Vidal etc etc.

Per Conte questa è la “partita dell’anno”: per uno che non ha disposizione alcun tipo di palcoscenico europeo, in campionato ha un discreto svantaggio e lo scontro diretto in Serie A già disputato, può ben dire che questa partita è quella più interessante cui la sua compagine prenderà parte quest’anno.
Per il Milan invece, purtroppo o per fortuna, quella di domani non sarà di sicuro la partita dell’anno e i ragazzi di Allegri scenderanno in campo, col 4-3-1-2 composto da: Amelia; Antonini, Mexes, Yepes, Mesbah; Aquilani, Muntari, Nocerino, Emanuelson; El Shaarawy, Maxi Lopez

Seguite il LIVE su Rossonerosemper e spero che condividiate mio augurio: che vinca il migliore e non, come al solito, l’arbitro, sarebbe già un gran risultato…..

Proviamoci…ma senza troppi rischi!

Anche questa è andata. Lo aveva detto chiaramente Allegri alla vigilia di Parma-Milan, semplificando l’importanza di questa partita al fatto di mantenere il vantaggio quantomeno invariato con una giornata in meno da giocare.  Anche quando la voglia non è proprio al massimo e la brillantezza non è delle migliori, il Milan riesce ad espugnare un campo per nulla facile come il Tardini grazie al solito Ibrahimovic e al sempre più convincente Emanuelson (ricordiamoci alla fine del campionato che tre punti sono arrivati grazie a lui). Già, proprio quell’olandese tanto criticato, da me in primis, sta invece dimostrando di poter ben ricoprire il ruolo di trequartista dando dinamismo e velocità al nostro centrocampo. Un giocatore sicuramente differente dalla nostra colonna Boateng, ma che può dare una soluzione in più ad Allegri, considerando anche la stagione alquanto altalenante del giocatore ghanese. Il merito della crescita di Urby va dato sicuramente al livornese, che ha intravisto in lui qualcosa che all’inizio forse nessuno è riuscito a vedere, e lo ha caricato di responsabilità affidandogli ripetutamente la trequarti del campo. Il giocatore spaesato e fuori ruolo di inizio stagione, quello che era arrivato come terzino per poi passare a mediano destro, sembra non esserci più e sembra abbia fatto spazio ad un giocatore più che buono tecnicamente e dotato di una grande corsa in tutte e due le fasi del gioco. Scommessa vinta insomma, e complimenti ad Allegri.

Dicevamo della classifica, rimasta invariata dopo questa giornata. Sì, invariata per noi e per tutti quelli che analizzano il calcio con razionalità, ma sembra quasi si sia ribaltata per chi il calcio lo commenta con faziosità. La “grandissima vittoria della Juve” sul campo della sventurata Fiorentina sembra infatti abbia colmato il distacco che li separa da noi, come se segnando più goal si riuscisse a guadagnare più punti. Poca l’obiettività dei giornali e dei giornalisti, che esaltano la grande prestazione juventina senza evidenziare il deficit grave della Fiorentina di questi mesi, costretta per altro a giocare nell’ultima gara senza i sui due giocatori più importanti Jovetic e Behrami. Fiorentina in piena crisi e vicina alla zona retrocessione, Juve a giocarsi lo scudetto: ci sta la vittoria, ed anche facile, ma da qui a dire che è una dimostrazione di voglia e di fame ce ne passa. Parlando di Juve però, non si può non parlare di Antonio Conte, attore che passa dalle urla delle lamentele al silenzio quando qualcosa non va con una facilità disarmante. “Allegri stia zitto, è lui l’unico che continua a parlare”: questa l’ultima trovata giornalistica del parrucchino più famoso della panca. Conveniva alzare i toni, perché Juve-Milan si avvicinava, e lui lo fa senza farsi pregare; chissà cosa farà alla fine delle gara, ma non sarà difficile prevederlo guardando il risultato finale della partita. Se ulteriore ladrata sarà, accuserà la stampa di aver caricato troppo gli animi; se ne uscirà sconfitto, cadrà in un profondo silenzio o inizierà a gridare “ingiustizia”! Troppo prevedibile il buon Antonio, già dopo pochi anni di carriera le sue mosse verbali sembrano già preannunciate.

Parlando della gara contro i Gobbi, non resta che invocare una rivincita per tutto quel che è successo a S.Siro in campionato, anche se non sono sicuro che Allegri rischierà così tanto per andarsi a prendere questa qualificazione. Perché parliamoci chiaramente, è l’ultimo trofeo per ordine di importanza e lasciarlo come consolazione ai bianconeri in cambio dello scudetto numero 19 non farebbe schifo a nessuno (anzi!). In più il Milan deve pensare anche all’incredibile sfida di Champions contro il Barcellona, sfida di tutt’altro livello e tutt’altra importanza; ma cosa vuoi spiegare a gente che sono anni che vive nel baratro e quella musichetta magica se la sogna la notte. Ci sarà il tutto esaurito allo Juventus Stadium e ci saranno tifosi caricati a mille nemmeno fosse la finale di Champions, ma lo sappiamo già e dobbiamo essere preparati (anche ad eventuali caroselli in caso di qualificazione juventina!). Tra la sfida contro la Juve e quella contro i campioni d’Europa in carica ci passa la Roma, squadra da prendere con le molle perché può prenderne 4 o farti una partita strepitosa. S.Siro aspetta il Barca, aspetta le stelle e le vittorie importanti. La speranza è quella di arrivarci senza intoppi di carattere fisico e mentale (giocarsela con la Juve e vincere con la Roma sarebbe l’ideale) per provare ad inseguire un sogno chiamato Champions, un sogno che solo per noi spesso si è tramutato in realtà. Giochiamocela dunque contro questa Juve, e cerchiamo di prenderci una rivincita, ma  senza rischiare troppo e senza prendercela tanto per una eventuale eliminazione.

Barbara Berlusconi: il vero manager sale in cattedra

Nel Milan qualcosa sta cambiando, ma non da ora. Già da un paio di anni alcune cose si stanno muovendo, parlo ovviamente dell’aspetto societario di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi. Colgo l’occasione per approfondire alcune tematiche secondo me importanti.

E’ evidente che da circa due anni è iniziato un percorso di riavvicinamento della famiglia Berlusconi al Milan: che Berlusconi cominciasse ad averne le tasche piene di Galliani era risaputo quando già ai tempi di calciopoli ci fu un contatto con Moggi. Purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti di vista, non se ne fece di nulla perché scoppiò, appunto, la bufera.

Tuttavia il progetto di depotenziare Galliani è continuato: nel 2008-2009 è iniziato un piano di austerità pazzesco che ha avuto come momento di culmine la cessione di Kaka dopo che Ancelotti, fortemente sostenuto da Galliani, aveva fallito in maniera allucinante la qualificazione champions che ci è costata un buco di 60 milioni di euro, per una volta non ripianato da Silvio Berlusconi, forse anche per ripicca. Nella stagione scorsa, quella che avrebbe segnato il rilancio del Milan, fino all’ ultimo si pensava a un mercato all’insegna dell’ austerità mentre nel frattempo Piersilvio e Marina, non mancavano di mandare frecciate a Galliani.

Il depotenziamento di Galliani ha raggiunto l’apice con l’ingresso in società di Barbato (tecnico Fininvest di fiducia di Silvio) a controllare i conti del Milan, in profondo dissesto. Poi c’è stata un’altra mazzata per il geometra: l’entrata in campo di Barbara Berlusconi, scortata da Marina e Piersilvio con l’incarico di chiaro di fare da referente della famiglia Berlusconi all’interno del CDA del Milan.

Chi è Barbara Berlusconi? Barbara Berlusconi è la figlia di Silvio Berlusconi e Veronica Lario. Nasce nel 1984 (mia coetanea), segue studi classici e si laurea in filosofia con 110 e lode – oltretutto portando una gran tesi su Amartya Sen: una tesi che ha tutta l’aria di essere un inno al CAPITALISMO e, solo per questo, mi è simpatica. Nel 2003, nonostante la giovanissima età, entra nel consiglio di amministrazione di FININVEST SPA: un colosso italiano, uno dei pochi colossi a produrre ingenti utili con costanza negli anni.

Fininvest Spa, non è solo il cervello di Mediaset e la madre dell’impero mediatico targato Berlusconi, ma è anche uno dei principali centri di addestramento manageriale del mondo. Le principali innovazioni apportate alla formazione manageriale degli ultimi anni, derivano dalla scuola Fininvest che ha saputo anticipare di 20 anni quella che sarebbe stata la nuova tendenza manageriale: la scuola Fininvest ha permesso negli anni di generare manager perfetti capaci di portare enormi risultati.

Chi pensa a Barbara Berlusconi come a una Manager inesperta vive semplicemente in un mondo parallelo lontano da qualunque cognizione tecnica. Io stesso devo rivedere la mia posizione iniziale. Barbara Berlusconi è meritocrazia. Risultati scolastici e tanti anni di formazione manageriale sul campo nel tempio della cultura manageriale parlano per lei: nel 2011 entra nel CDA del Milan e il Milan vince subito lo scudetto. Dimostrando, caso mai ce ne fosse bisogno che più Berlusconi è vicino al Milan e più il Milan è propenso a vincere – del resto negli anni del distacco Berlusconiano, il Milan ha vissuto anni di buio a subire l’ egemonia interista.

Al momento del suo ingresso nel CDA del Milan sancì subito una linea innovativa e geniale da seguire. Bilanci puliti, investimento sui giovani, riqualificazione del settore giovanile, progetti a lungo termine. Mai ho sentito dire a Galliani tante cose esatte tutte assieme nella solita frase in 20 anni: Barbara dimostra subito personalità e si schiera apertamente al fianco di Barbato, Piersilvio e Marina costituendo con loro una cordata importante. Da alcuni mesi sta lavorando assiduamente a preparare il terreno per il ritorno di Silvio Berlusconi in società come Leader, il fatto che abbia personalità si vede anche dal fatto che non si fa problemi a mandarle a dire o a prendere posizioni forti all’ occorrenza.

Tutto procede secondo i piani e non ci saranno impedimenti: Silvio Berlusconi si riprenderà il Milan. Il tempo delle cene da Giannino, dei bilanci costantemente in perdita, degli Oliveira, degli Emerson, dei rinnovi milionari a giocatori morti o finiti è al capolinea.

Quest’anno Barbara Berlusconi rischia di fare doppietta e di vincere il suo secondo scudetto di fila. Non male per una che non sa di calcio, ma in ogni caso nel Milan il suo lavoro non sarà quello di sapere di calcio. Sarà assistita per questo da tecnici competenti, qualcuno spero già della nostra famiglia. Il suo lavoro sarà quello di pulire i bilanci, rappresentare esternamente la famiglia Berlusconi, provvedere al marketing e all’aumento dei fatturati, a migliorare la comunicazione e a dettare le linee guida su un progetto di lungo periodo che, mi auguro vivamente possa culminare con la costruzione di un nuovo stadio di proprietà.

Alcuni detrattori di Barbara Berlusconi hanno puntato sul gossip per screditare una Manager perfetta, giovane, preparata tecnicamente e oltretutto già vincente. Onestamente io non sono ne un bigotto, ne un moralista: sinceramente non m’interessa quello che uno fa o non fa nella vita privata. Per me contano solo capacità, idee e personalità e per ora le ho viste tutte in questa donna.

Parma – Milan 0-2: Up & Down

Up

Zlatan Ibrahimovic: 26 gol su 30 partite giocate in stagione, 19 su 21 in campionato… eh ma non è stato decisivo nel ritorno di Champions contro l’Arsenal nonostante i 5 gol nelle altre 5 partite… sapete che vi dico? E STICAZZI!

Sebastian Giovinco: si rifà subito della deludente partita appena varcata la porta degli spogliatoi. Sono infatti sue tutte e tre le vittorie contro El Sharaawy a Pokemon Rosso col Gameboy.

Clarence Seedorf: l’up del giorno è indubbiamente dedicato alla superba prestazione del nostro numero 10 nella gara primavera contro il Bologna. Esce al 58′ e, appena uscito, la primavera marca tre gol nei successivi 18 minuti. Decisivo come pochi, ma per gli altri.

Pato: ennesima, superba partita del brasiliano. Trovata finalmente la posizione migliore per il nostro numero sette: è a 90° nel lettone di Putin con Barbara.

Down

Sulley Muntari: errare è umano, perseverare è diabolico, prendere una ammonizione uscendo dal campo è veramente da coglioni, no?

Urby Emanuelson: tempo fa postò su twitter un twit dove affermava che lui e Robinho erano identici. Inizialmente la cosa mi ha lasciato un po’ perplesso, dopo il gol divorato al 28° del primo tempo ne ho capito perfettamente il significato.

Silvio Berlusconi: dopo aver applaudito El Sharaawy alla sua uscita dal campo ha commentato: “beh, visto come gioca bene il nipote di Mubarak“?

Thiago Silva: dopo che le due occasioni migliori della gara per il Parma con l’auto-traversa e il tiro di tacco deviato da Abbiati non sono entrate ha laconicamente commentato: “e ora come cazzo lo dico ad Erodiani?

Parma – Milan 0-2: sottotono ma ancora vincenti

Premessa doverosissima: se vai a giocare al Tardini, dove il Parma non perde da nove partite escluso il furto con il Napoli, senza Van Bommel, Abate, Robinho e Boateng e ne esci con tre punti vuol dire che sei una grande squadra. Il Milan di oggi lo è stato perché ha saputo capitalizzare il massimo da una condizione di emergenza relativa in un campo non facile. Lo ha fatto in una gara difficile e lo ha fatto forse anche da provinciale (stile Inter Mourinhana), lasciando per larghi tratti della gara il pallino della gara al Parma e colpendo negli spazi creati poi nelle ripartenze. In questo modo nasce il rigore (solare, braccio fuori praticamente perpendicolare al corpo) che il numero 11 rossonero si procura e realizza, in questo modo arriva il gol di Emanuelson per il 2-0 e un errore (grave) sottoporta di Ibrahimovic. L’occasione per il 2-0 arriverebbe ugualmente al 31′ con un rigore altrettanto solare negato per fallo di Zaccardo su Ibra – ma non ce ne lamentiamo dopo la partita gridando al complotto: non siamo mica la Juventus, noi.

Note negative della serata: si è sentita molto l’assenza di Van Bommel con Ambrosini che, forse per mancanza di forma, forse per paura di una ammonizione ha praticamente lasciato passare chiunque. Soffriamo troppo la prima fase di ogni azione offensiva che si rispetti, ovvero il disimpegno, con i centrocampisti (Muntari e Nocerino) che non salgono a recuperare palla costringendoci molto spesso al lancio lungo che sfrutta le caratteristiche di Ibrahimovic: la fase va rivista, puoi permetterti questi errori quando giochi contro Giovinco e Biabiany ma non quando giocherai contro Messi ed Iniesta. El Sharaawy mi sembra invece un po’ fuori dal gioco – non è Robinho ma prova a giocare come lui: non ha le caratteristiche fisiche per tenere alto il pallone, dovrebbe scambiarlo con Ibrahimovic ma si trova poco con lo svedese e, come se non bastasse, In aggiunta a questo le sole due reti in 17 presenze cominciano a diventare pochine. Si parlava tra giovedì e venerdì proprio su queste pagine di personalità: io ne ho vista poca.

Arriviamo comunque a giocarci le prossime tre partite che decideranno la stagione con delle buone premesse e soprattutto con i rientri dalla squalifica di Mexes e dagli infortuni di Boateng e Robinho. Juventus, Roma, Barcellona ci diranno chi siamo e dove possiamo arrivare in ognuno dei tre obiettivi per cui concorriamo. Rimanendo al campionato – indipendentemente da quanto farà la Juventus stasera – una vittoria contro la Roma nella prossima giornata potrebbe lasciarci il “jolly” costruito sinora per il derby, cosa che vorrebbe dire, a meno di miracoli sportivi della società di Venaria Reale, che il tricolore imboccherà ancora una volta la strada di Milano.

PARMA-MILAN 0-2 (Primo tempo 0-1)
MARCATORI: Ibrahimovic su rigore al 17′ p.t.; Emanuelson al 20′ s.t.
PARMA (3-5-2): Mirante; Zaccardo, Paletta, A.Lucarelli; Jonathan, Mariga (dal 26’ p.t. Musacci), Valdes, Morrone (dal 28’ s.t. Okaka), Biabiany (dal 18’ s.t. Valiani); Floccari, Giovinco. (Pavarini, Ferrario, Santacroce, Modesto). All.: Donadoni.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Zambrotta, Bonera, T.Silva, Antonini; Nocerino, Ambrosini, Muntari (dal 46’ s.t. Gattuso); Emanuelson (dal 41’ s.t. Aquilani); Ibrahimovic, El Shaarawy (dal 32’ s.t. M.Lopez). (Amelia, Yepes, Mesbah, Inzaghi). All: Allegri.
ARBITRO: Banti di Livorno.
NOTE – Spettatori paganti 9.861 per un incasso di 267.022,40 euro. Abbonati 9.620 per una quota di 91.290,30 euro. Ammoniti Antonini per gioco scorretto,?Zaccardo e Paletta per gioco scorretto, Muntari per proteste. Angoli 9-1. Recuperi: 3’ p.t.; 3’ s.t.

Parma – Milan: LIVE!

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VOLETE PROVARE AD ALLUNGARE SULLA JUVE? VOLETE PROVARE A CONTINUARE LA FUGA? VOLETE PROVARE A CHIUDERE QUESTO CAMPIONATO? MAGARI VI INTERESSA SOLO VEDERE SE GIOVINCO E’ PIU’ BASSO ANCHE DEL PALLONE? SE LA RISPOSTA AD ALMENO UNA DI QUESTE DOMANDE E’ SI, SEGUITE CON NOI, SABATO, DALLE 18, LA DIRETTA SCRITTA DI PARMA – MILAN!