Panico e paura

Alzi la mano chi non avrebbe scommesso 10 € sull’uscita del Milan dalla Champions League alla fine del primo tempo all’Emirates Stadium: passare dalla schiacciante vittoria di Palermo alla disfatta di Londra é stato alquanto traumatico, non capita spesso essere catapultati dalle stelle alle stalle nel giro di 4 giorni.

La cosa che piú ha sconcertato è stata la mancanza di sangue freddo e di capacità di manovra nelle situazioni dove, usualmente, il Milan l’ha sempre fatta da padrona. Se sulla fascia di competenza di Abate c’era un Nocerino che, nel bene o nel male, ha contenuto le scorribande dei Gunners, a sinistra Mesbah ne ha combinate parecchie, prima su tutte il calcio di rigore sacrosanto visto dal giudice d’area, che non essendo cugino primo di Romagnoli, ha sancito il tiro dal dischetto da parte di Van Persie.

Una cosa é certa: il jolly, in Champions, ce lo siamo giocato: dubito fortemente di poter sopravvivere ad un altro primo tempo come quello vissuto mercoledì scorso, cosi come il Milan stesso, che con quell’atteggiamento remissivo in trasferta rischia fortemente di vedere il proprio cammino verso Monaco compromesso.

Stabilire se la colpa della fantastica impresa di Londra sia di Allegri, della scarsa esperienza in Champions di buona parte della rosa in campo all’Emirates, degli infortuni o del bambino della pubblicità del San Crispino credo sia un opera ardua, probabilmente di tutto un po’. La partita contro un Lecce con moltissime assenze vedrà, fortunatamente, il ritorno definitivo di Aquilani, fondamentale nello scacchiere tattico di Allegri, cosi come si é potuto già constatare nel secondo tempo contro l’Arsenal.

Considerando la contestuale mancanza di Barzagli, Chiellini e Bonucci, la difesa della Juventus dovrà reggere l’urto dell’attacco genoano, desideroso di fare punti per allontanare la zona retrocessione: il Milan non puó permettersi alcun passo falso.