Milan – Juventus: le ultime dal campo

Torna la sfida infinita che per molti aveva “sostituito” il derby d’Italia prima di questi ultimi anni. Milan e Juventus in campo alle 18 per l’undicesima giornata di campionato.

Dopo quattro anni senza soddisfazioni, da quel successo nel 2012 firmato Robinho in piena rimonta di fine andata, la scorsa stagione è finita con due vittorie per parte; per il Milan, l’andata di campionato e la finale di Supercoppa (che portano il marchio rispettivamente di Locatelli e Pasalic) e le due sconfitte per 2-1 in Coppa Italia e al ritorno; quest’ultima con il controverso rigore per fallo di mano di De Sciglio nel recupero. Nel mezzo, l’estate dello “scambio” De Sciglio-Bonucci (che non ci sarà stasera) e dei vari acquisti. Matuidi, Costa e l’oggetto misterioso Howedes per la Juve, rosa rivoluzionata per il Milan.

Conti, Bonaventura e Calabria infortunati, Bonucci come detto squalificato. Il 3-4-2-1 del Milan potrebbe presentarsi così: G. Donnarumma; Zapata, Romagnoli, Rodriguez; Abate, Kessié, Biglia, Borini; Suso, Calhanoglu; Kalinic. Possibile anche la presenza di Musacchio dietro, con Borini largo a destra e Rodriguez a sinistra. Solito 4-2-3-1 per la Juve con: Buffon; Lichtsteiner, Rugani (Barzagli), Chiellini, Asamoah; Pjanic, Khedira; Cuadrado, Dybala, Mandzukic; Higuain. Assenti Howedes e Benatia, oltre al mai visto Pjaca. Arbitrerà Valeri, con il duo Di Bello-Vuoto al Var. Roma-Bologna l’anticipo serale, mentre domani si giocheranno Benevento-Lazio, Napoli-Sassuolo e Verona-Inter.

Destinazione Tricolore: 10a giornata

La prima buona notizia per il Milan da più di un mese a questa parte, almeno in campo nazionale. L’ultima vittoria (europea) risaliva a quattro settimane fa contro il Rijeka.

Digiuno finito ieri sera battendo 1-4 il Chievo, con grandi numeri di Suso e il ritorno al gol di Kalinic. Metà di sinistra della classifica riconquistata e tanto morale in vista della Juventus, con il dato importante del rientro per uno spezzone di Montolivo. In generale, vincono quasi tutte le squadre favorite, in una strana giornata senza pareggi; l’unica forse a sfuggire a questa logica è la vittoria dell’Udinese in casa del Sassuolo per 0-1, che per ora salva la panchina del friulano doc Delneri. Martedì sera, vittoria con qualche preoccupazione finale dell’Inter che supera 3-2 la Sampdoria dopo essere stata avanti anche 3-0.

Niente rimonta invece per il Verona, che perde a Bergamo ed è sempre più inguaiato. Fortunatamente per i gialloblu tutte le rivali (Spal, Crotone, Genoa) affrontavano tre grandi, e tutte e tre hanno perso; la Spal per 4-1 allo Juventus Stadium, il Crotone 1-0 all’Olimpico con forti contestazioni per il rigore decisivo di Perotti, mentre il Genoa ha sfiorato il pari perdendo però 2-3 in casa con il Napoli. Tre punti anche per Cagliari (che al 95′ toglie il sogno del primo punto al Benevento), Lazio sempre nella scia delle prime e Fiorentina, che ha gli stessi punti del Milan. Si torna in campo sabato alle 18, per quella che è sulla carta la sfida più dura del girone di andata insieme alla trasferta persa con la Lazio. Poi il Sassuolo il 5 novembre e l’ultima sosta nazionali per gli spareggi con la Svezia.

Risultati 10^ giornata: martedì Inter-Sampdoria 3-2, mercoledì Atalanta-Verona 3-0, Bologna-Lazio 1-2, Cagliari-Benevento 2-1, Chievo-Milan 1-4, Fiorentina-Torino 3-0, Genoa-Napoli 2-3, Juventus-Spal 4-1, Roma-Crotone 1-0, Sassuolo-Udinese 0-1.

Classifica: Napoli 28, Inter 26, Lazio e Juventus 25, Roma* 21, Sampdoria* 17, Fiorentina e Milan 16, Atalanta e Chievo 15, Bologna 14, Torino 13, Udinese e Cagliari 9, Sassuolo 8, Genoa, Crotone e Verona 6, Spal 5, Benevento 0

Chievo – Milan 1-4: episodio o inizio della risalita?

E’ stata una partita strana ma che alla fine si è conclusa con un risultato scontato, come spesso accade negli infrasettimanali di serie A privi di sorprese e dove la squadra più forte sulla carta vince sempre. Il primo tempo del Milan a Verona però sembrava non essere così diverso da quelli delle ultime uscite con la squadra sempre in difficoltà nel giro-palla a segnare contro difese che si chiudono. L’impressione era che potesse segnare il Chievo che – effettivamente – era stato molto più pericoloso del Milan. Poi è salito in cattedra Suso con un gol dei suoi e un “assist” che ha provocato un altro gol ed improvvisamente il Milan si è sbloccato.

Siamo ancora Suso-dipendenti: c’è lo zampino in molti dei suoi gol e delle sue vittorie di questa stagione (e dopo 230 milioni spesi, questo non è un bene, considerato che nel modulo di questa stagione lui non doveva nemmeno essere titolare nelle idee del DS). Quando Suso gioca bene il Milan vince e quando Suso gioca bene il Milan spesso e volentieri dilaga. In stagione abbiamo visto che una volta che questa squadra va in vantaggio raramente perde, viceversa quando va sotto difficilmente la ribalta. Questo perché resta una squadra costruita per giocare principalmente in spazi e ripartenze che farà fatica a passare in vantaggio ma poi darà il meglio quando l’avversario attacca.

Non mi voglio illudere più di tanto per il semplice motivo che sbloccare la partita per noi continuerà ad essere il problema principale (e ce lo portiamo dall’anno scorso). Proprio come l’anno scorso il centrocampo continua a faticare con Biglia che ora delude anche con le piccole e Kessie che tradisce le aspettative sinora create. Per l’argentino una panchina per scelta tecnica credo sia inevitabile. Dietro invece abbiamo migliorato la difesa passando a 4 in fase difensiva con Rodriguez che si abbassa – con o senza Bonucci il cui periodo di riposo non è detto che ci penalizzi. Ora guardiamo con disillusione alla Juventus che segna tanto ma ha molti più problemi rispetto allo scorso anno e soprattutto non è invulnerabile. Una giornata senza Bonucci ha fatto bene, ma non ci sto al “senza Bonucci si gioca meglio”. Rimane da inserire, non da privilegiare.

In conclusione vorrei dedicare due parole alla nuova frontiera serale del ritardo. Sono contento che Montella abbia messo in campo Montolivo dimostrando, quindi, che non è lui quello che spiffera nello spogliatoio. Sono meno contento di leggere tastieristi che “godono” perché al cambio la fascia è andata a Romagnoli dimostrando di non conoscere nemmeno il regolamento del calcio che proibisce – salvo occasioni particolari su cui si chiude un occhio – la fascia di capitano ad un subentrante (qui una discussione in merito, proprio per questo fu proibito ad Alessandro Lucarelli di indossarla nell’ultima a Parma). Lo stesso Montolivo rifiutando la fascia da Bonucci ha comunque fatto capire che di averla non ne vuole più sapere perché giustamente è una persona e non un oggetto. L’altra frontiera del ritardo mi riporta invece ad un mese fa, quando su un noto mezzo di comunicazione, anche abbastanza vicino alla società Milan, veniva fatto passare il messaggio che Suso giocasse contro insieme a Bonaventura e (più avanti) che se dovessimo vendere un top player tanto è lui o Donnarumma.

Ad oggi Suso rimane il giocatore migliore del Milan e quello attraverso il quale passa il gioco vincente della squadra. A qualcuno può non piacere perché non lo ha preso il proprio dirigente preferito ma c’è da prenderne atto. Suso non si tocca e la prossima volta che volete parlarne male, seguite i consigli del numero 19 e sciacquatevi la bocca.

P.s. un’ultima cosa: un rigore dato alla Roma come quello di oggi nell’era del VAR è una vergogna. Se non si riguardano episodi del genere, allora, il VAR, a cosa serve?

CHIEVO-MILAN 1-4
(primo tempo 0-2)
MARCATORI: Suso (M) al 36′, Cesar (C) autorete al 42′ p.t.; Calhanoglu (M) al 1o’, Birsa (C) al 16′, Kalinic (M) al 19′ s.t.
CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino; Tomovic, Cesar, Gamberini, Cacciatore; Castro (dal 26′ s.t. Gobbi), Radovanovic, Hetemaj; Birsa (dal 20′ s.t. Meggiorini); Pellissier (dall’11’ s.t. Stepinski), Pucciarelli. (Seculin, Confente, Bani, Dainelli, Depaoli, Rigoni, Garritano, Gaudino, Bastien, Leris, Inglese). All. Maran.
MILAN (3-4-2-1): G. Donnarumma; Musacchio, Romagnoli, Rodriguez; Calabria, Kessie, Biglia (dal 23′ s.t. Locatelli), Borini; Suso (dal 28′ s.t. Montolivo), Calhanoglu; Kalinic (dal 35′ s.t. André Silva). (A. Donnarumma, Storari, Paletta, Abate, Antonelli, G. Gomez, Zapata, Mauri, Cutrone). All. Montella.
ARBITRO: Di Bello di Brindisi.
NOTE: ammoniti Borini (M), Hetemaj (C), Calhanoglu (M), Musacchio (M), Meggiorini (C) per gioco scorretto.

Chievo – Milan: le ultime dal campo

Di nuovo in campo dopo tre giorni a seguito del pari scialbo contro il Genoa. Si va a Verona, sponda Chievo, per un turno di campionato che avrà solo un anticipo alle 18.30 (Atalanta-Verona) e senza gare al giovedì, già viste negli infrasettimanali.

La squadra di Rolando Maran è reduce dalla vittoria del derby con l’Hellas Verona con gol dell’emergente Inglese (doppietta) e di Pellissier e si trova sorprendentemente al settimo posto con 15 punti, nonostante le critiche sull’età media dei gialloblu soprattutto in difesa. Nel Milan (oltre a Conti) mancheranno Bonucci per squalifica e Bonaventura; in un video il medico sociale ha parlato di un paio di settimane di assenza per lui. Pare definitivo lo spostamento di Rodriguez sulla linea difensiva, mentre a prendere il posto di Jack dovrebbe essere Calhanoglu.

3-4-2-1 confermato con: G. Donnarumma; Musacchio, Romagnoli, Rodriguez; Borini, Kessié, Biglia, Calabria; Suso, Calhanoglu; Kalinic/A. Silva. Potrebbe anche esserci uno scambio di fascia tra Borini e Calabria, si rivede tra i convocati Antonelli. 4-3-1-2 per il Chievo con: Sorrentino; Cacciatore, Cesar, Tomovic, Gobbi; Castro, Radovanovic, Hetemaj; Birsa; Pucciarelli, Inglese (Stepinski). Nessun indisponibile, esclusi il lungodegente Meggiorini e Frey di fatto fuori rosa. Fiorentina-Torino e Roma-Crotone le altre partite da seguire in chiave europea, mentre la lotta per le prime posizioni continua con Juventus-Spal, Genoa-Napoli e Bologna-Lazio.

E’ tutta colpa di Montolivo

Apprendiamo dai giornali di ieri mattina e dai tifosi rossoneri che la situazione del Milan attuale sarebbe colpa di Riccardo Montolivo, reo di essersi lamentato con Montella per il mancato utilizzo e di aver rifiutato da Leonardo Bonucci la restituzione della fascia. Ci abbiamo pensato, abbiamo riflettuto un po’ e … si

E’ colpa di Montolivo se questa squadra è stata costruita senza un modulo preciso in testa, senza dei giocatori che rimangano fuori, senza mediani, senza giocatori che saltano l’uomo e senza un centravanti di ruolo (pagando due attaccanti 70 milioni complessivamente e svendendo il miglior centravanti della rosa)

E’ colpa di Montolivo se si è costruita una squadra senza tenere conto di chi c’era e si è dovuto rimettere Suso, guarda caso ancora oggi il migliore in rosa, nel suo ruolo per creare un minimo di gioco.

E’ colpa di Montolivo se il direttore sportivo del Milan ha voluto confrontarsi coi migliori volendo formare il proprio 11 e scartando ogni giocatore già presente come se non esistesse.

E’ colpa di Montolivo se Kalinic, pagato 30 milioni, è un attaccante da metà classifica giustificato come funzionale perché non segna praticamente quasi mai

E’ colpa di Montolivo se si è introdotto dall’alto un elemento come Bonucci nello spogliatoio con fascia di capitano imposta per sbandierarlo come simbolo del nuovo corso (perdonatemi se i miei simboli restano Maldini e Baresi e non gente come lui) senza pensare alle conseguenze che ciò avrebbe portato in termini di equilibrio ma solo nell’immagine immediata tra i tifosi.

E’ colpa di Montolivo se si sono regalati 20 milioni a Lotito per un 31enne che come miglior risultato ha un terzo posto in serie A solamente per metterlo in panchina e prendere punti tra i tifosi e che ad oggi ci è costato insieme a Rodriguez una vittoria nel derby, contornato da altre prestazioni pessime come contro la Roma.

E’ colpa di Montolivo se nonostante più di 50 milioni a centrocampo si giocava meglio quando c’erano Sosa, Pasalic e Mati Fernandez.

E’ colpa di Montolivo se al 24 ottobre 2017 nonostante una rosa pronta a luglio il Milan non ha un undici titolare preciso e nemmeno un modulo.

E’ colpa di Montolivo se Bonucci non ha imbroccato una partita decente da inizio stagione ma nel contempo la squadra ha cambiato modulo per giocare a tre dietro, nonostante in Champions League ed in nazionale si giochi bene anche a quattro.

E’ colpa di Montolivo se Rodriguez ha cinturato d’Ambrosio nel derby.

E’ colpa di Montolivo se Bonaventura e Suso ad oggi sono i migliori là davanti mentre Calhanoglu sta stentando.

E’ colpa di Montolivo se dopo 230 milioni spesi siamo undicesimi in classifica con la miseria di 13 punti

E’ colpa di Montolivo se lo “sponsor top” annunciato in luglio ad oggi non esiste.

E’ colpa di Montolivo se gli sponsor stanno scappando dal Milan.

E’ colpa di Montolivo se la UEFA non ha ancora approvato il voluntary agreement al Milan (ma non doveva arrivare entro fine ottobre?)

E’ colpa di Montolivo se abbiamo dei tifosi vagamente influenzabili (per non dire di peggio) da chi fino ad un anno fa faceva polemica pure sullo stipendio di Traoré ed ora è riuscito a convincere che l’intero mondo giornalistico sia contro il Milan in un complotto ordito senza un preciso motivo circondando il Milan di personaggi discutibili che dopo aver insultato tutto e tutti per cinque anni ci ricordano con selfie dalle tribune stampa con accrediti gratuiti come si stia tutti uniti e quanto sia bello tifare Milan nonostante la classifica.

E’ colpa di Montolivo se abbiamo fatto dei video che esaltavano acquisti che tolto Bonucci erano solamente buoni giocatori fatti passare per top players quando qualsiasi signore che abbia un minimo di posto nella storia del calcio ha raccomandato al Milan di fare solamente 2-3 acquisti, ma forti.

E’ colpa di Montolivo se da quando è in panchina abbiamo vinto due partite su sei di campionato, di cui una grazie a due rigori.

E’ colpa di Montolivo se Borini che doveva essere un comprimario nelle ultime partite è tra i migliori in campo ed è diventato titolare fisso.

E’ colpa di Montolivo se siamo passati da “senza Champions tutto ok” a “senza Champions venderemo un top player” a “senza Champions venderemo 1-2 top player”. Top player, che peraltro, sarebbero Suso e Donnarumma, quindi sconfessandosi da soli il proprio mercato.

E’ colpa di Montolivo se per nascondere tutto questo si fanno filtrare a mezzo stampa delle indiscrezioni che vergognosamente colpiscono lui o Bonaventura o Romagnoli o Suso o Donnarumma o chiunque altro abbia avuto la colpa di essere già qua in estate. Capri espiatori dati in pasto a tifosi a cui si fa credere la favoletta della stampa cattiva contro il Milan.

E’ colpa di Montolivo se stiamo diventando l’Inter pre-calciopoli con una tifoseria da rifondare che si sta progressivamente gobbizzando.

Sì. E’ colpa di Montolivo, indubbiamente. Togliamolo dai titolari e le vinceremo tutte, tornando a lottare per lo scudetto.

P.s. che nessuno si azzardi più ad usare qualcuno dei vecchi giocatori come agnello sacrificale, grazie.

Destinazione Tricolore: 9a giornata

Milan ancora al palo. Lo strano turno infrasettimanale, che diventa una trasferta contro una squadra messa meglio in classifica (il Chievo!) arriva dopo uno scialbo pari casalingo contro il Genoa.

Al netto delle varie recriminazioni sul rosso a Bonucci e sul rigore “non rivisto” né dal Var né col replay in tv, lo 0-0 contro i rossoblu ha visto si più occasioni del Milan ma di certo questo non basta. Specie al cospetto delle prime che intanto continuano ad allungare; un intollerabile -4 dalla Samp  (che ha superato 5-0 il Crotone sabato) che ha pure una partita in meno si trasforma in un -9 dalla zona Champions occupata dalla Lazio quarta. Negli altri anticipi, pareggiano Napoli e Inter mentre il Chievo, prossimo avversario dei rossoneri, ha la meglio sull’Hellas nel derby della Scala.

Pomeriggio a senso unico per le squadre favorite, Milan escluso: vincono Sassuolo, Fiorentina, Roma e Atalanta. Solo i viola dilagano, 0-3 contro il derelitto Benevento che a meno di colpi di scena saluterà la A subito (rischia di finire dietro anche all’Ancona 2003-04). Per il resto, successi 1-0 firmati Politano, Kolarov e Cornelius, la prova che un undicesimo posto dopo un saldo di 180 milioni di uscite non può essere la normalità. Tanto più che la Juve domina a Udine segnando 6 gol in inferiorità numerica, mentre la Lazio stende 3-0 il Cagliari.

Risultati 9^ giornata: sabato Sampdoria-Crotone 5-0, Napoli-Inter 0-0; domenica Chievo-Verona 3-2, Atalanta-Bologna 1-0, Benevento-Fiorentina 0-3, Milan-Genoa 0-0, Spal-Sassuolo 0-1, Torino-Roma 0-1, Udinese-Juventus 2-6, Lazio-Cagliari 3-0.

Classifica: Napoli 25, Inter 23, Juventus e Lazio 22, Roma* 18, Sampdoria* 17, Chievo 15, Bologna 14, Fiorentina, Torino e Milan 13, Atalanta 12, Sassuolo 8, Genoa, Udinese, Cagliari, Crotone e Verona 6, Spal 5, Benevento 0.

Milan – Genoa 0-0: questo non è il Milan

Non credo di dilungarmi troppo oggi perché questa squadra non merita più di tanto perdite di tempo per commenti o considerazioni. Siamo fuori dalla Champions League alla nona giornata, al 22 di ottobre 2017. 230 milioni (buttati via) di cose formali dietro a 4 pandori del Chievo. La prospettiva di andare in Europa League, se ci va bene è l’obiettivo della stagione a meno che qualcuno non creda che Bonucci possa alzarla a Lione. La squadra andata in campo oggi è una squadra che non merita alcun sostegno per quello che (non) mette in campo, una squadra che ha fatto di tutto per spezzare l’entusiamo estivo e quei 60mila di Milan-Craiova.

Da dove partiamo? Partiamo dal rosso a Bonucci, un capitano imposto dall’alto per compiacere qualche tifosetto idiota e sfregiare (almeno) 30 anni di storia del Milan. Partiamo dai 7 milioni per un giocatore che ad oggi si è distinto più per i post sui social che per le prestazioni in campo non facendo rimpiangere per nulla il Paletta dell’anno scorso. Oggi si prende un rosso netto (non facciamo i gobbi, per favore) e lascia la squadra in dieci e il paradosso è pure che senza di lui la squadra gioca meglio.

Andiamo per il centrocampo, reparto focale. Anche oggi Biglia delude, anche oggi Kessie delude. Se su Biglia non mi aspettavo altro su Kessie mi ero illuso che potesse essere un buon giocatore invece ad oggi è palese che non è così. 50 milioni in due. Davanti non ne parliamo con André Silva bocciato per il momento dal tecnico e Kalinic che ricorda a tutti che l’attaccante deve fare gol mancando due palloni facili. Si salva solo Borini che doveva essere un rincalzo e che oggi risulta il migliore insieme a Suso e Zapata che si era pure preso le colpe di Bonucci a Genova.

La verità è che ci meritiamo in pieno questa situazione: abbiamo sperperato 230 milioni sull’onda del facile consenso tra alcuni tifosi, abbiamo riempito il Milan di gente senz’anima e di mercenari di altre squadre, abbiamo dato a loro le chiavi del Milan (ancora più scandalosa della fascia a Bonucci la fascia a Biglia con Bonaventura e Suso in campo dopo l’espulsione di quest’ultimo) salvo poi farci salvare le chiappe da chi già c’era visto che se non fosse stato per le invenzioni di Suso (dopo sette partite ci siamo accorti che è imprescindibile e che deve giocare largo a destra, con buona pace di chi lo aveva venduto al Tottenham)

Come succederà ora? Montella rimarrà con i suoi errori a copertura di una rosa che è comunque stata costruita male, che ad oggi non può fare alcun modulo che metta ogni giocatore al suo posto e che ha subito una gestione scellerata dello spogliatoio ed una intrusione della dirigenza negli affari dello stesso che non può esistere in qualsiasi club di alto livello. Intanto la classifica piange e i risultati sono disastrosi: un punto nelle ultime quattro, a secco in tre di queste. I risultati ad oggi sono peggiori di qualsiasi partenza negli ultimi anni e la gravità della cosa è che ciò avviene dopo il mercato più ingente: Montella e Mirabelli ad oggi sono entrambi colpevoli.

L’augurio per le prossime partite è che si riparta dagli uomini e non dai dirigenti. Se Bonucci gioca male, fa panchina. Se Biglia gioca male, fa panchina. Se Suso gioca bene, deve giocare. Se Zapata gioca bene, pure. Senza guardare in faccia a chi li ha comprati e a quanto sono costati. Il Milan deve prima di tutto recuperare la sua anima perduta, svenduta per 30 denari sull’altare del facile consenso, deve ripartire dalle facce cattive di Cutrone e Locatelli dopo l’AEK Atene. E magari da qualche testa pensante in più intorno e qualche menestrello a libro paga in meno. Intanto inizi a tornare il Milan, perché questo, di Milan, non ha proprio un bel niente.

MILAN-GENOA 0-0
MILAN (3-4-2-1): G. Donnarumma; Zapata, Bonucci, Rodriguez; Borini, Kessie, Biglia, Bonaventura (dal 22′ s.t. Calabria); Suso, Calhanoglu (dal 26′ p.t. Romagnoli); Kalinic (dal 39′ s.t. Cutrone). (A. Donnarumma, Storari, Abate, Gomez, Musacchio, Locatelli, Mauri, Montolivo, André Silva). All. Montella.
GENOA (3-5-2): Perin; Izzo, Rossettini, Zukanovic; Rosi (dal 7′ s.t. Lazovic), Rigoni (dal 32′ s.t. Ricci), Bertolacci, Veloso, Laxalt; Taarabt, Galabinov (dal 7′ s.t. Lapadula). (Lamanna, Biraschi, Gentiletti, Biraschi, Migliore, Brlek, Omeonga, Palladino, Pellegri, Pandev). All. Juric.
ARBITRO: Giacomelli di Trieste.
NOTE: spettatori 47.219; espulso Bonucci (M) al 25′ p.t. per gioco scorretto, ammoniti Zukanovic (G) e Taarabt (G) per gioco scorretto. Tiri in porta 7-1. Angoli 5-3.

Milan – Genoa: le ultime da San Siro

Si torna in campo alle 15.00 per la serie A, dopo tre sconfitte consecutive e di fatto un mese senza vittorie, contando la sosta nazionali. Avversario di oggi il Genoa di Juric, fermo a 5 punti.

Reduce dalla sua unica vittoria contro il Cagliari dell’esonerato Rastelli, la squadra rossoblu è quartultima. Occasione fondamentale per smettere di perdere punti, e magari ricominciare a tirare in porta, cosa che in verità è stata fatta già nel derby. Milan che ritrova Romagnoli e Kalinic dal primo minuto, con Montella che potrebbe passare al 3-4-2-1 per far coesistere Suso e Bonaventura, i marcatori del derby. G. Donnarumma; Zapata, (Musacchio), Bonucci, Romagnoli; Borini, Kessié, Biglia, Rodriguez; Suso, Bonaventura; Kalinic. Panchina quindi per Abate, Calhanoglu e André Silva.

3-5-2 per Juric, privo di Cofie e Spolli. Perin; Izzo, Rossettini, Zukanovic; Rosi, L. Rigoni, Veloso, Bertolacci, Laxalt; Taarabt, Galabinov. Tre gli ex in campo, da un lato Suso e dall’altro il duo Bertolacci-Taarabt (con anche Lapadula in panchina). Dopo la vittoria della Sampdoria e il pareggio tra Napoli e Inter, oggi sono di scena il derby di Verona (alle 12.30), Benevento-Fiorentina e Torino-Roma sempre nel pomeriggio, e i posticipi Udinese-Juventus alle 18 e Lazio-Cagliari alle 20.45. A Milano, l’arbitro sarà Giacomelli, con il duo Mazzoleni-Dobosz al Var.

Milan – Aek Atene 0-0: una cagata pazzesca

Di male in peggio: invece che migliorare ogni partita è più indecente della precedente. Milan – AEK di stasera doveva essere la partita del rilancio, è stata peggio del derby. Il primo tempo è stato inguardabile come se non di più, il secondo ha avuto una timida reazione che come sempre non è bastata a portare a casa il risultato. Non è bastata perché non abbiamo un minimo di gioco: recuperiamo palla ed invece di buttarci in avanti lasciamo sempre e puntualmente schierare l’avversario tornando verso Donnarumma e dandola a Bonucci che speriamo azzecchi un lancio lungo per le nostre punte da un metro e 90 che abbiamo lasciato a casa visto che non fanno parte di questa rosa.

Il centrocampo ad oggi non esiste. Silva e Cutrone devono venire a recuperare palla loro perché la mediana o arretra, o è contenuta, o è puntualmente saltata. Giochiamo a 40 metri dalla porta e dopo 230 milioni siamo ancora tornati a Suso e Bonaventura – migliori della rosa per distacco – sperando che inventino qualcosa. Per non parlare del fatto che dopo 70 milioni per due attaccanti la punta migliore è Cutrone uscito anzitempo dal settore giovanile. Il tanto esaltato Calhanoglu stasera è stato pietoso: non teneva un pallone che fosse uno e tra i piedi ne abbiamo pagato la lentezza di pensiero. Bonucci è ancora con la mente a Torino, Rodriguez rigore a parte ad oggi è l’unico che si salva dei nuovi acquisti.

Non serviamo le punte, non facciamo azioni da gol, se tiriamo un paio di volte in porta è tanto. Lo sapevo finiva così, lo sapevo che il mercato si sarebbe rivelato in gran parte deludente (come è normale quando prendi un solo top e tanti mezzi giocatori) ma non pensavo che tutto ciò accadesse così presto. Il Milan ha già perso il supporto del pubblico: oggi a San Siro erano 20mila scarsi ed è finita con dei fischi ampiamente meritati. Una squadra senz’anima, con pochissimi che danno tutto per la maglia e molti che non la rispettano, un capitano nominato dall’alto per rappresentare una sola parte dei tifosi – la peggiore – e degli acquisti fatti solo per sfizio che non servivano realmente.

Ma a voi piace seguire questo Milan? Seguire le partite è diventato una sofferenza, stiamo vedendo una squadra di mercenari senz’anima assemblati più o meno a caso e che gioca come fosse una squadra di Lega Pro. Sicuramente non mi piacerà perché c’è trasparenza, o perché si pagano il 5% di commissioni come qualcuno sosteneva in estate. Quello che conta è il campo ed il campo dice che oggi il Milan ha sbagliato tutto: allenatore e scelte di mercato. C’è un progetto a lungo termine: l’unica cosa che mi consola è che per la legge dei grandi numeri prima o poi un acquisto lo si azzecca e peggio di così non si potrà fare. Se negli anni scorsi ci hanno propinato l’esegesi del Giannino pur di accaparrare consenso personale, oggi siamo passati direttamente dal Giannino ai self-service di bassa qualità. 

A proposito di cialtroni è inspiegabile l’atteggiamento di Mirabelli nei confronti di Montella: l’allenatore si difende o si caccia, non lo si manda alla graticola prima di una partita e non lo si attacca finché è nella tua società. E’ l’ABC del dirigente che evidentemente qualcuno che si sente arrivato ignora: il Bayern non ha sfiduciato Ancelotti ma lo ha cacciato da un giorno all’altro. Consentitemi di concludere dicendo che ci siamo avvicinati a questa partita con dei vergognosi attacchi a Suso e Bonaventura probabilmente dettati dall’alto per distrarre sul fatto che stiamo toppando tutto il toppabile. Vergognoso chi ne ha prestato il fianco e purtroppo tutto questo codazzo che fa il lavoro sporco in termini di comunicazione oltre ad essere riprovevole fa passare la voglia di seguire questa squadra. Oggi di Milan e di milanismo in questa squadra non c’è niente, zero, nulla. Iniziamo a riflettere su questo dentro e fuori dal campo: restaurare invece di rivoluzionare.

Purtroppo la sensazione è di essere caduti dalla padella nella brace: ora non resta che aspettare un nuovo, ennesimo, repulisti a tutti i livelli sperando che la terza volta sia finalmente quella buona. Quello visto negli ultimi giorni non è un Milan, non è nemmeno una squadra di calcio: è solo una cagata pazzesca.

MILAN-AEK ATENE 0-0
Milan (3-5-2): G. Donnarumma 6; Musacchio 6, Bonucci 5,5, Rodriguez 5,5; Calabria 5, Suso 6 (38′ st Borini sv), Locatelli 5, Çalhanoglu 4,5, Bonaventura 5 (27′ st Kessie 5,5); Andre Silva 5,5 (17′ st Kalinic 5), Cutrone 6,5. A disp.: Storari, Montolivo, Biglia, Paletta. All.: Montella 5
Aek Atene (3-4-1-2): Anestis 7,5; Vranjes 6,5, Tzanetopoulos 7, Bakakis 6; Lopes 5,5, Simoes 6, Johansson 5,5, Galo 6; Mantalos 6 (47′ st Galanopoulos sv); Lazaros 5,5 (18′ st Araujo 5,5), Livaja 5 (31′ st Bakasetas 5,5). A disp.: Tsintotas, Ajdarevic, Klonaridis, Giannoutsos. All.: Jimenez 6
Arbitro: Ekberg (Svezia)
Ammoniti: Locatelli (M); Simoes, Mantalos, Livaja (A)
Espulsi: nessuno

Milan – Aek Atene: le ultime da San Siro

Si torna in campo anche per l’Europa, dove a differenza del campionato il Milan è ancora imbattuto. Aek Atene l’avversaria di turno, una squadra che non viene affrontata a livello ufficiale da 11 anni.

Ossia da quella stagione trionfale di Champions 2006-07, in cui i gialloneri greci erano avversari del Milan nella fase a gironi insieme a Lille e Anderlecht. Anche allora una partenza pessima in campionato, che complice la zavorra del -8 post-appello di Calciopoli tenne per un pezzo di stagione i rossoneri perfino ai margini della zona “rossa”. Si può parlare di scontro diretto, visto che il Milan è in testa al girone con 6 punti e l’Aek appena alle spalle con 4; più staccate Austria Vienna e Rijeka che si affronteranno due volte consecutive.

Quattro le vecchie conoscenze “italiane” dell’Aek: il terzino brasiliano Vinicius, meteora in B con Padova e Perugia, i centrocampisti Kone e Lazaros (che usava il nome perché il cognome Christodoulopoulos non stava sulla maglia) entrambi con tre stagioni in A all’attivo e la punta ex Inter ed Empoli Marko Livaja. Come tecnico c’è lo spagnolo Manolo Jimenez che dovrebbe schierare così i suoi: Anestis; Bakakis, Vranjes, Cosic, Galo; Mantalos, Ajdarevic, Johansson, Lazaros; Livaja, Araujo.

Modulo incerto per il Milan, visti i molti assenti tra i convocati. Abate, Zapata, Gomez, Romagnoli in difesa oltre al lungodegente Conti, il che riduce molto gli spazi di manovra; fuori anche Mauri mentre rientrano Kalinic e Paletta. In caso di 3-5-2 la formazione sarebbe: G. Donnarumma; Paletta, Bonucci, Musacchio; Borini, Locatelli, Montolivo, Calhanoglu, Calabria; A. Silva, Cutrone. Niente diretta su TV8, visto che come annunciato ad agosto la rete in chiaro di Sky sta alternando Lazio e Atalanta (che andrà in onda contro l’Apollon Limassol).

Il momento del Milan

Bisogna ripartire dal secondo tempo del derby! Questa frase comincia a circolare tra i tifosi rossoneri che ragionano più con il cuore, ma il secondo tempo della stracittadina n°218, non è stato causa di cambiamenti tattici, ma dalla voglia, dal cuore degli interpreti. Dal prossimo match saremo al punto di partenza. Si, punto di partenza, doveva essere il nuovo anno 0, la nuova rinascita. Qual più grande errore, si doveva solo rinforzare un base, un blocco umile in alcuni suoi interpreti ma pur sempre una base!

Non doveva essere un nuovo anno zero, doveva essere l’anno numero uno! Proprio l’Inter doveva esserci da esempio, una squadra rivoluzionata a suon di milioni che ci finisce dietro, è bastata un’organizzazione di gioco, pochissimi nuovi tasselli ed una grandissima punta da 25 gol stagionali. Avevamo un gruppo unito, lo si è visto a Doha, nel derby di ritorno, a Bologna. Avevamo un modulo, il 4-3-3 con le due ali a creare scompiglio, giovani promettenti usciti dalla primavera; ci mancava una punta, un centrocampista e 2 terzini.

Si è scelto di rivoluzionare la squadra sia nel modulo, sia negli interpreti sia e soprattutto nelle gerarchie. Tutto questo ha provocato scompiglio, mancanza di gioco è confusione tecnico tattica in un allenatore che non ci sta capendo più niente, il che può essere un attenuante per l’allenatore, che si ritrova con una rosa che non è compatibile al 100% con nessun modulo. Ma che attenuanti ha la società? Si è fatta prendere dal entusiasmo dei social, dei tifosi che vivono solo di cuore e non di testa, e per ingraziarsi questi, ha acquistato giocatori come fossero semplici tasselli, e non uomini da inserire in un’anima di squadra.

Molti ex milanisti, ex solo formalmente, hanno tentato tramite pensieri personali, di far capire come fosse, “semplicemente” necessario prendere 2-3 grandi top player. Dopo aver visto Icardi segnare come fosse la cosa più facile del mondo, ci siamo tutti chiesto perché non abbiamo in rosa una punta da 25 gol in rosa, una punta da Milan, come dio comanda, anzi come il diavolo comandava!

Certo ed ovvio è che con il tempo ci faremo, diventeremo squadra, ci mancherebbe altro, ma il tempo futuro è una caratteristica che possono vivere gli altri, noi siamo il Milan e vogliamo vivere il momento, esultare nel presente! Stop, si riparte di nuovo, siamo ancora all’anno 0.

Inter – Milan 3-2: puniti nel finale ma giochiamo solo un tempo

Era ampiamente prevedibile la sconfitta nel derby già da due settimane fa. Era ampiamente prevedibile perché al 15 di ottobre non siamo una squadra, non abbiamo un modulo e non sappiamo quali sono i titolari. Se non altro questo derby per la squalifica di Calhanoglu rimette al centro della formazione Suso e Bonaventura che guarda caso insieme a Borini ne escono come i migliori in campo e autori dei due gol (qualche dirigente si dovrà mettere l’anima in pace, credo). Il Milan nel primo tempo non ha né capo né coda: è una delle prove più imbarazzanti della stagione. E’ difficile anche solo pensare di rimanere in partita e ci va bene che Icardi ne segna uno solo – la differenza tra avere un centravanti intorno al quale qualsiasi squadra di calcio va costruita e funzionalinic.

Il Milan è una squadra costruita male. Non può essere altrimenti quando hai perso quattro partite al 15 di ottobre. Il Milan è una squadra che gioca male. E’ una squadra che gioca male anche perché è stata costruita male. Ci sono tante, troppe colpe di Montella ma il più grande errore è l’aver voluto fare tabula rasa e non aver voluto continuare con un 4-3-3 che funzionava: ad oggi questa squadra perderebbe contro quella dell’anno scorso pur essendo superiore in maniera netta nell’11 titolare. Il cambio troppo drastico dei giocatori ci costerà la Champions League, la mancata Champions League ci costerà un top player ed un mercato fermo. Auguri poi a rientrarvi.

L’altro errore è che la leadership non si cala dall’alto. Se Montella vuole tenere questa squadra deve far capire che non ci sono intoccabili, Bonucci e Biglia compresi, con buona pace del DS. Sull’argentino rimango profondamente imbarazzato dopo aver letto certi pezzi su commissione che lo esaltavano con Udinese e Spal per dei passaggi banali quando in questi big match è non pervenuto dal 1953 (e anche oggi ci costa il 2-2). Se ormai su Kessie mi sono rassegnato (e il veder rivitalizzati certi cadaveri alla Cristante mi fa capire che forse era più merito di Gasperini) sono sorpreso da Rodriguez che ad oggi ci è costato rigore e partita dopo non aver praticamente mai aperto il campo.

La classifica considerato il mercato è vergognosa: 230 milioni spesi per essere al nono posto, dietro Sampdoria, Bologna e Torino con l’amministratore delegato che al 15 di ottobre alza bandiera bianca dichiarando che senza Champions league non è una tragedia. Inaccettabile. Via Vincenzo Montella perché non si può non costruire un gioco, non si può non tirare mai in porta, non si può vedere un Milan peggiore di quello dell’anno scorso dopo un mercato su misura, non si può accontentarsi di “aver giocato il secondo tempo” dove comunque hai preso due gol. Via Massimiliano Mirabelli per aver buttato letteralmente nel cesso almeno la metà dei 230 milioni sul mercato, per aver diviso lo spogliatoio calando dall’alto fasce di capitano e leadership che non si conquistano sui contratti ma sul campo.

Via anche chiunque abbia permesso che si avvicinasse al Milan un codazzo insopportabile di servi e scribacchini a pagamento che fanno il lavoro sporco, che incanalano le opinioni dei tifosi per tenerli buoni, che fanno credere che il Milan sia una squadra bellissima in un mondo in cui la stampa cattiva ce l’ha con lei, che come abitudine minacciano per zittire chi non si piega a questa enorme masturbazione mediatica non corrispondente a quanto visto sul campo (e sorvolo le PATETICHE scene per ogni gol di André Silva in nazionale, a noi serve che segni al Milan, non in nazionale). Spero che qualcuno abbia imparato che non bastano dei soldi per fare una squadra di calcio e non si fa il mercato in base alle opinioni sui social o per tenere buona una parte dei tifosi che per come si è comportata andrebbe forse bandita a vita da San Siro.

Finisco porgendo le mie scuse a Paolo Maldini – ho perfettamente capito perché non si è voluto infilare in questo progetto che ad oggi non ha né capo né coda. Ora per fortuna tra Chievo, Bologna e AEK Atene qualche punto si dovrebbe pare, prima di tornare alle big per misurarci di nuovo dopo aver fallito tutti gli esami. E’ inaccettabile la situazione di classifica, è inaccettabile che la stagione sia finita al 15 di ottobre, è inaccettabile che non salti qualche testa in questo momento per una squadra costruita male e che gioca male. Continuate pure a raccontare palle e ad aizzare la folla per i vostri interessi – a me personalmente continuate a fare schifo e alla squadra non state facendo nessun piacere, lo state facendo solamente a voi stessi.

INTER-MILAN 3-2 (primo tempo 1-0)
MARCATORI: Icardi (I) al 28′ p.t.; Suso (M) all’11’, Icardi (I) al 18′ e su rigore al 45′, autorete di Handanovic (I) al 35′ s.t.
INTER (4-2-3-1): Handanovic; D’Ambrosio, Skriniar, Miranda, Nagatomo; Gagliardini, Borja Valero (dal 40′ s.t. Eder); Candreva (dal 28′ s.t. Cancelo), Vecino, Perisic; Icardi (dal 48′ s.t. Santon). (Padelli, Berni, Ranocchia, Dalbert, Karamoh, Pinamonti). All. Spalletti.
MILAN (3-5-1-1): G. Donnarumma; Musacchio, Bonucci, Romagnoli (dal 32′ s.t. Locatelli); Borini, Kessie (dal 1′ s.t. Cutrone), Biglia, Bonaventura, Rodriguez; Suso; André Silva. (Storari, A. Donnarumma, Paletta, Zapata, Calabria, Abate, Gomez, Mauri, Gabbia, Montolivo). All. Montella.
ARBITRO: Tagliavento di Terni.
NOTE: ammoniti Miranda (I), Romagnoli (M), Vecino (I), Gagliardini (I), Perisic (I), Rodriguez (M), Eder (M) per gioco scorretto; Icardi (I) per comportamento non regolamentare.

Inter – Milan: le ultime dal campo

Orario “cinese” evitato per questa partita, il 219° derby ufficiale tra Milan e Inter. A giocare in casa sono gli altri, e il fattore campo non viene violato dal Milan da quel celebre successo firmato Ibra nel 2010.

Nel mezzo, due vittorie “esterne” dell’Inter, entrambe nel 2012. Inter che, seppur di poco, è in vantaggio (77 vinti contro 75) nella classifica storica dei derby ufficiali, avendo preso il comando nel 2012; resta appannaggio del Milan la statistica generale (101 a 113). Cuginastri che arrivano in condizioni decisamente migliori al derby; gioco che consente di vincere ma non convincere, ma a calcio bisogna segnare e fare punti e 19 in 7 gare sono un ottimo ruolino di marcia, alla pari della Lazio vincente ieri a Torino ma con una gara in meno. E non è solo questione di mancanza della coppa europea. Solo 12 i punti del Milan, che non ha ancora pareggiato né in Serie A né in Europa League.

Oltre a Conti gli altri assenti saranno Antonelli, Kalinic e lo squalificato Calhanoglu. 3-5-1-1 verso la conferma con: G. Donnarumma; Musacchio, Bonucci, Romagnoli; Borini, Kessié, Biglia, Bonaventura, Rodriguez; Suso; A. Silva. Si rivede in panchina Montolivo. 4-2-3-1 per Spalletti con: Handanovic; D’Ambrosio, Skriniar, Miranda, Dalbert; Gagliardini, Borja Valero; Candreva, J. Mario, Perisic; Icardi. Tra le partite di oggi spiccano Fiorentina-Udinese alle 12.30 e Crotone-Torino nel pomeriggio. Arbitro del derby Tagliavento, al Var il duo Orsato-Chiffi.

Destinazione Russia: tutto tra un mese

Ventisei qualificate, sei spareggi. A parte la Russia, paese organizzatore del primo Mondiale europeo dopo Germania 2006, sono nove le europee già qualificate al massimo torneo di calcio; mancano quattro europee, due “intercontinentali” e tre africane, verdetti attesi per novembre.

Alle già note Belgio, Inghilterra, Germania e Spagna si aggiungono Polonia, Serbia, la sorpresa Islanda, Francia e Portogallo che colgono il primo posto all’ultimo, tutte grazie a vittorie all’ultima giornata. A rimanere fuori dagli spareggi è la Slovacchia, già giustiziera degli azzurri nel 2010; il successo agognato con l’Albania alla fine è arrivato, di pari passo con l’eliminazione del Galles e il primo posto della Francia, e l’Italia sarà quindi testa di serie tra sei giorni, nel sorteggio del playoff. Nella notte americana, a Sud la telenovela Argentina si conclude con la qualificazione di Messi e compagni, insieme a Uruguay e Colombia; il Perù andrà a sorpresa allo spareggio con la Nuova Zelanda, mentre nel Nord gli Usa escono clamorosamente, lasciando spazio a Panama (prima volta) mentre l’Honduras spareggerà con l’Australia.

Con gli azzurri Svizzera, Danimarca e Croazia; in seconda fascia Svezia, le due Irlande e la Grecia. Quest’ultima sarebbe praticamente un inedito, mentre bene o male le altre sono “note” nel passato azzurro. Della Svezia (ancora priva di Ibra, si parla del 2 dicembre come data del rientro) si sa, con un bilancio europeo che parla di un’eliminazione per parte tra il “biscotto” del 2004 e il successo azzurro firmato Eder del 2016. La repubblica d’Irlanda fu eliminata da Euro 2012 arrivando quarta nel nostro girone, prima di vincere 0-1 contro un’Italia già passata a giugno 2016; l’Irlanda del Nord è legata a un vecchio girone di qualificazione del 1958, dove passò a scapito degli azzurri, mentre tutto filò liscio per le qualificazioni a Euro 2012 (un 3-0 e uno 0-0).

Girone A: martedì Francia-Bielorussia 2-1, Lussemburgo-Bulgaria 1-1, Olanda-Svezia 2-0. Classifica: Francia 23, Svezia e Olanda 19, Bulgaria 13, Lussemburgo 6, Bielorussia 5

Girone B: martedì Lettonia-Andorra 4-0, Portogallo-Svizzera 2-0, Ungheria-Far Oer 1-0. Classifica: Portogallo e Svizzera 27, Ungheria 13, Far Oer 9, Lettonia 7, Andorra 4

Girone C: domenica Germania-Azerbaigian 5-1, Norvegia-Irl. del Nord 1-0, Rep. Ceca-San Marino 5-0. Classifica: Germania 30, Irl. del Nord 19, Rep. Ceca 15, Norvegia 13, Azerbaigian 10, San Marino 0

Girone D: lunedì Austria-Moldavia 2-0, Galles-Irlanda 0-1, Serbia-Georgia 1-0. Classifica: Serbia 21, Irlanda 19, Galles 17, Austria 15, Georgia 5, Moldavia 2

Girone E: domenica Danimarca-Romania 1-1, Kazakistan-Armenia 1-1, Polonia-Montenegro 4-2. Classifica: Polonia 25, Danimarca 20, Montenegro 16, Romania 13, Armenia 7, Kazakistan 3

Girone F: domenica Lituania-Inghilterra 0-1, Slovacchia-Malta 3-0, Slovenia-Scozia 2-2. Classifica: Inghilterra 26, Slovacchia (peggiore seconda) e Scozia 18, Slovenia 15, Lituania 6, Malta 1

Girone G: lunedì Albania-Italia 0-1, Israele-Spagna 0-1, Macedonia-Liechtenstein 4-0. Classifica: Spagna 28, Italia 23, Albania 13, Israele 12, Macedonia 11, Liechtenstein 0

Girone H: martedì Belgio-Cipro 4-0, Estonia-Bosnia 1-2, Grecia-Gibilterra 4-0. Classifica: Belgio 28, Grecia 19, Bosnia 17, Estonia 11, Cipro 10, Gibilterra 0

Girone I: lunedì Finlandia-Turchia 2-2, Islanda-Kosovo 2-0, Ucraina-Croazia 0-2. Classifica: Islanda 22, Croazia 20, Ucraina 17, Turchia 15, Finlandia 9, Kosovo 1

Albania – Italia 0-1: non siamo da mondiale

Salviamo solo il risultato dell’ultima partita delle qualificazioni mondiali. Non c’è nient’altro di positivo nella partita di stasera che continua a evidenziare problemi molto importanti a livello di gioco che Ventura evidentemente attribuisce alla troppa diversità dei giocatori che compongono i blocchi della nazionale (ma i convocati li sceglie lui…). Io continuo, invece, ad attribuirli ad un tecnico mediocre e ad un sistema di gioco inattuabile almeno per il momento: non puoi andare a giocartela, ad esempio, con i soli Parolo e Giaccherini a centrocampo e poi costringere Insigne a fare il terzino.

Il gol che permette all’Italia di dormire tranquilla ed essere tra le teste di serie lo trova Candreva. Come già accaduto con la Macedonia non è una azione pulita, non è nemmeno una costruzione, non è niente: è un rimpallone che viene tirato (anche male) e finisce in porta. Ci manca un rigore ed Immobile si mangia un gol imbarazzante nel finale. Insomma, se non avete visto la partita stasera, sostanzialmente, non vi siete persi un grandissimo spettacolo.

Non siamo da mondiale: lo dico forte, perché quest’Italia non ha gioco e rischia di faticare con avversarie meno quotate a cui basta una corsa ordinata e un paio di giocatori di medio talento. E dire che un anno fa su queste pagine parlavamo di un gruppo ritrovato e di una formazione di potenziali giovani su cui rifondare il tutto: partiamo dal capitano, Buffon, che per nascondere una papera imbarazzante su un tiro parabile da fuori area se la prende con il terzino? Continuo a dire che non si capisce come Ventura sia stato rinnovato fino al 2020 senza nemmeno la qualificazione in tasca dopo un girone che se è stato buono a livello di risultati è anche vero che è stato imbarazzante a livello di avversari.

Ora testa all’urna, tra una settimana si saprà l’avversario che si dovrà affrontare tra un mesetto. Le soste, purtroppo, non finiscono mai….

ALBANIA-ITALIA 0-1 (primo tempo 0-0)
MARCATORE: 28′ st Candreva
ALBANIA (4-3-3): Berisha; Hysaj, Veseli, Mavraj, Agolli; Kace, Basha (23′ st Lila), Memushaj (31′ st Latifi); Roshi (45′ st Ahmedi), Sadiku, Grezda. (Kolici, Hoxha, Ajeti, Lenjani, Djimsiti, Balliu, Memolla, Ndoj). All. Panucci.
ITALIA (4-2-4): Buffon; Darmian (16′ st Zappacosta), Bonucci, Chiellini, Spinazzola; Parolo, Gagliardini; Candreva, Immobile, Eder (44′ st Gabbiadini), Insigne (47′ st El Shaarawy). (Donnarumma, Perin, Zappacosta, Astori, Rugani, D’Ambrosio, Barella, Cristante, Bernardeschi, Inglese). All. Ventura.
ARBITRO: Svein Oddvar Moen (Nor).
NOTE: serata serena, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Chiellini. Angoli 5-4. Recupero: 0′; 3′

Albania – Italia: in ballo “solo” il ranking

Terzultimo sforzo alle 20.45 di stasera, dopo la figura poco encomiabile rimediata contro la Macedonia. Scutari è il teatro dell’ultima partita del girone G, dove le posizioni sono ormai interamente decise.

Spagna al mondiale, Italia agli spareggi, e tutto anche per via di un sorteggio che ha catapultato gli azzurri nella seconda urna ai tempi, a causa del ranking Fifa. Non sempre veritiero (vedi alla voce Belgio all’Europeo) ma tuttora lo strumento da cui discende tutto il resto. E fare punti per evitare sorpassi di formazioni meno “nobili” stasera è fondamentale; tra le seconde Danimarca, Irlanda del Nord e di fatto Grecia (con Gibiliterra la vittoria dovrebbe essere una formalità) sono dietro e non possono superarci. Occorre però mantenere alle spalle una tra Croazia, Slovacchia e Svezia, possibilmente vincendo.

C’è da sperare che ai proclami di riscatto segua la prestazione in campo. Incertezza tra la conferma del 3-4-3 e il ritorno al 4-2-4, in quest’ultimo caso l’undici probabile sarebbe: Buffon; Darmian, Bonucci, Chiellini, Zappacosta; Parolo, Gagliardini; Candreva, Immobile, Eder, Insigne. Panucci risponde con un 4-4-2 che vede Berisha; Hysaj, Ajeti, Veseli, Agolli; Kace, Memushaj, Latifi, T. Xhaka; Sadiku, Llullaku. Arbitra il norvegese Moen, mentre nel frattempo si aggiungono alla pattuglia delle qualificate al Mondiale (saranno 26 prima degli spareggi, europei e intercontinentali) anche Egitto e Costa Rica.

Destinazione Russia: spareggi centrati (ma che vergogna)

Il pessimo 1-1 di Torino basta all’Italia per qualificarsi al turno degli spareggi di novembre. Complicatissimi calcoli (a cui speriamo pensi qualcun altro…) andranno fatti per elaborare la classifica delle teste di serie, ma gli azzurri sono tra le 8.

Non per meriti propri, sia chiaro; il sospiro di sollievo è arrivato ieri sera, con il 3-4 del Belgio in Bosnia nel girone H, evitando il posto di peggiore seconda. Tra le storiche big c’è anche chi è messo peggio, come l’Olanda che di fatto (dovrebbe vincere 6-0 con la Svezia) perde il secondo torneo maggiore consecutivo. Ci sono tanti verdetti ancora in attesa, addirittura nel girone F la corsa è ancora fino al quarto posto. Di fatto l’unico gruppo con entrambe le posizioni “avanzanti” già certe è proprio quello dell’Italia, dato che nel girone C l’Irlanda del Nord non è ancora certa di evitare il posto di peggiore seconda.

Tra i risultati più importanti, il successo della Scozia contro la Slovenia che ribalta tutto nel già citato gruppo F. Anche Austria-Serbia ha segnato un punto a sfavore dei balcanici, che ora vedono avvicinarsi Galles e Irlanda (che dovranno affrontarsi, quindi almeno il secondo posto è al sicuro per la Serbia capolista del gruppo D). Chiudono le valigie Germania, Inghilterra e Spagna, che si aggiungono a Belgio, Brasile, Messico e alle quattro asiatiche già qualificate. Prenota il biglietto anche la Nigeria (prima africana) mentre una gigantesca royal rumble all’ultima giornata coinvolgerà ben sei squadre in Sudamerica.

Girone A: sabato Svezia-Lussemburgo 8-0, Classifica: Francia 20, Svezia 19 (si giocano 1°-2° posto), Olanda 16, Bulgaria 12, Bielorussia e Lussemburgo 5

Girone B: sabato Andorra-Portogallo 0-2, Far Oer-Lettonia 0-0, Svizzera-Ungheria 5-1. Classifica: Svizzera 27, Portogallo 24 (si giocano 1°-2° posto), Ungheria 10, Far Oer 9, Andorra e Lettonia 4

Girone C: giovedì Azerbaigian-Rep. Ceca 1-2, Irl. del Nord-Germania 1-3,  San Marino-Norvegia 0-8. Classifica: Germania (qualificata) 27, Irl. del Nord 19, Rep. Ceca 12, Azerbaigian e Norvegia 10, San Marino 0

Girone D: venerdì Austria-Serbia 3-2, Georgia-Galles 0-1, Irlanda-Moldavia 2-0. Classifica: Serbia 18, Galles 17, Irlanda 16 (ancora in corsa), Austria 12, Georgia 5, Moldavia 2

Girone E: giovedì Armenia-Polonia 1-6, Montenegro-Danimarca 0-1, Romania-Kazakistan 3-1. Classifica: Polonia 22, Danimarca 19, Montenegro 16 (ancora in corsa), Romania 12, Armenia 6, Kazakistan 2

Girone F: giovedì: Inghilterra-Slovenia 1-0, Malta-Lituania 1-1, Scozia-Slovacchia 1-0. Classifica: Inghilterra  (qualificata) 23, Scozia 17, Slovacchia 15, Slovenia 14 (in corsa playoff), Lituania 6, Malta 1

Girone G: venerdì Italia-Macedonia 1-1, Liechtenstein-Israele 0-1, Spagna-Albania 3-0. Classifica: Spagna (qualificata) 25, Italia (ai playoff) 20, Albania 13, Israele 12, Macedonia 8, Liechtenstein 0

Girone H: sabato Bosnia-Belgio 3-4, Cipro-Grecia 0-2, Gibilterra-Estonia 0-6. Classifica: Belgio (qualificato) 25, Grecia 16, Bosnia 14 (in corsa playoff), Estonia 11, Cipro 10, Gibilterra 0

Girone I: venerdì Croazia-Finlandia 1-1, Kosovo-Ucraina 0-2, Turchia-Islanda 0-3. Classifica: Islanda 19, Croazia e Ucraina 17 (ancora in corsa), Turchia 14, Finlandia 8, Kosovo 1